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VI CONGRESSO NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA DI STUDI BIZANTINI Numero spedale del SICVLORVM GYMNASIVM RASSEGNA DELLA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA DELL'UNIVERSITÀ DI CATANIA N.S. a. LVII ESTRATTO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA UNIVERSITÀ DI CATANIA IL COMPLESSO MONUMENTALE INGLOBATO NEL PALAZZO BONAJUTO IN CATANIA \. Notizie storiche Nel centro storico di Catania, nel quartiere della Civita, inglobato nel settecentesco palazzo Bonajuto, si trova un complesso architettoni- co costituito da una nota chiesa ritenuta di origine bizantina e da altre strutture a questa aggregate nel X V secolo, recentemente rinvenute nel corso degli studi relativi all'attuale progetto di restauro (fig. 1). Non si ha certezza sul titolo originario della chiesa, ma intorno al '700, da alcune fonti, veniva ritenuta dedicata al SS. Salvatore. La Chiesa del Salvatore al tempo maggiormente nota si trovava fuori le mura, nella scogliera a mare in prossimità del bastione grande o del Salvatore, a poche centinaia di metri da palazzo Bonajutoi. Di «Un'altra chiesa del Salvatore [...] antica più assai di essa», sita nel quartiere della Civita^ si ha notizia nel 1690. Ed ancora nel 1693, dopo la distruzione sismica, si diceva essere «ancora intatta un'altra chiesa [...] dedicata al SS. Salvatore, collaterale alla casa dei Sig.ri Bonaiuto». Nel 1669 si citava «la contrada della Civita seu del Salvatorello»5. L'Houel - ' J . Houel nel Cataloguc Raisonnédé Voyage Pittoresquc des tlcs deSicile, de Malte et de Lipari, Paris 1782, menziona la «Petite église de Salvator de Catane bàtie sur un tombeau antique», sita in un promontorio lavico sul mare. Il guazzo, menzionato al n° 221, fa parte della collezione del Louvre. La collezione è costituita prevalentemente da disegni eseguiti da Houel fra il 1776 ed il 1779, in occasione del secondo viaggio in Sicilia e Malta. Catalogo della mostra «Houel Voyage en Sicile», Musée du Louvre, Paris 1990. ^ E Privitera, Annuario Catanese, Catania 1690, 224: «Un'altra chiesa del Salva- tore ritrovo nel quartiere della civita antica più assai di essa, della quale fin bora non ho certezza» tratto da G. Agnello, La basilichetta trichora del Salvatore a Catania, R A C 23, 1947, 147-168. ' Libro d'introiti del monastero di S. Giuliano, anni 1669 e ss., in G . Agnello, 154, n. 1 e 3.

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VI CONGRESSO NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA DI STUDI BIZANTINI

N u m e r o spedale del

SICVLORVM GYMNASIVM R A S S E G N A D E L L A F A C O L T À D I L E T T E R E

E F I L O S O F I A D E L L ' U N I V E R S I T À D I C A T A N I A

N . S . a. L V I I

E S T R A T T O

F A C O L T À D I L E T T E R E E F I L O S O F I A

UNIVERSITÀ D I C A T A N I A

I L C O M P L E S S O M O N U M E N T A L E I N G L O B A T O N E L P A L A Z Z O B O N A J U T O I N C A T A N I A

\. Notizie storiche

N e l centro storico di Catania, nel quartiere della Civita , inglobato nel settecentesco palazzo Bonajuto, si trova un complesso architettoni­co costituito da una nota chiesa ritenuta d i origine bizantina e da altre strutture a questa aggregate nel X V secolo, recentemente rinvenute nel corso degli studi relativi all'attuale progetto di restauro (fig. 1).

N o n si ha certezza sul titolo originario della chiesa, ma intorno al '700, da alcune fonti, veniva ritenuta dedicata al SS. Salvatore. L a Chiesa del Salvatore al tempo maggiormente nota si trovava fuori le mura, nella scogliera a mare in prossimità del bastione grande o del Salvatore, a poche centinaia di metri da palazzo Bonajutoi.

D i «Un'altra chiesa del Salvatore [...] antica più assai di essa», sita nel quartiere della Civita^ si ha notizia nel 1690. E d ancora nel 1693, dopo la distruzione sismica, si diceva essere «ancora intatta un'altra chiesa [...] dedicata al SS. Salvatore, collaterale alla casa dei Sig.ri Bonaiuto». N e l 1669 si citava «la contrada della Civita seu del Salvatorello»5. L 'Houel -

' J . H o u e l nel Cataloguc Raisonnédé Voyage Pittoresquc des tlcs deSicile, de Malte et de Lipari, Paris 1782, menziona la «Petite église de Salvator de Catane bàtie sur un tombeau antique», sita in un promontorio lavico sul mare. Il guazzo, menzionato al n° 221, fa parte della collezione del Louvre . L a collezione è costituita prevalentemente da disegni eseguiti da H o u e l fra il 1776 ed i l 1779, in occasione del secondo viaggio in Sicilia e Malta . Catalogo della mostra «Houel Voyage en Sicile», Musée d u Louvre , Paris 1990.

^ E Pr ivi tera , Annuario Catanese, Catania 1690, 224: «Un'altra chiesa del Salva­tore r i trovo nel quartiere della civita antica più assai d i essa, della quale f i n bora n o n ho certezza» tratto da G . A g n e l l o , La basilichetta trichora del Salvatore a Catania, R A C 23, 1947, 147-168.

' L i b r o d ' introi t i del monastero d i S. G i u l i a n o , anni 1669 e ss., in G . A g n e l l o , 154, n . 1 e 3.

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736 ^ Gaetano Randazzo

RILIEVO PLANIMETRICO CON INDICAZIONE DELLE FASI STORICHE

^ V I SECOLO

( H PRnO, FASE XV SECOUO

^ SECONDA FASK XV SECOLO

F i g , 1 - Pianta del complesso monumentale al l ' interno dell ' isolato.

fra i l 1776 e i l 1779 - aveva rappresentato la chiesa del palazzo Bonajuto*. Houel era generalmente critico nei confronti di chi non usava disegnare dal vero ma, almeno in questo caso, dichiarava di avere rappresentato la pianta e la vista interna della chiesa nel palazzo Bonajuto sulla base dei disegni approntati da L . Meyer per i l principe Ignazio di Biscari (fig. 2). È dunque probabile che a quel tempo la chiesa non fosse facilmente visita­bile. Circostanza questa che potrebbe giustificare, con la necessità di tra-

J . H o u e l , 3/9. N e l l a copia del Voyage... consultata, nel voi . 3, 41, non si tratta della chiesa del S. Salvatore al mare. Viene riprodotta invece la chiesa della casa Bonajuto, che viene commentata come «singolare» sepolcro presso l'ospedale S. M a r c o a Catania - in realtà questo era ubicato nel palazzo Tezzano, nell'attuale piazza Stesicoro. L a localizza­zione della chiesa, richiamata in legenda con la lettera 'z ' , è invece correttamente appo­sta nella planimetria della città in corr ispondenza del palazzo Bonajuto.

Il complesso monumentale inglobato nel palazzo Bonajuto in Catania lòl

F i g . 2 - Acquere l lo raffigurante la chiesa nella seconda metà del settecento, durante i lavori d i liberazione dalle sepolture ricavate al disotto del livello d i X V secolo.

sferimento del culto, l'esistenza dell'edicola votiva su via Bonajuto, a pochi metri dall'ingresso della chiesa. Secondo la testimonianza di abitanti del quartiere, l'edicola, oggi dedicata alla Madonna delle Grazie, sarebbe stata in precedenza intitolata alla Madonna del Divino Aiuto.

Il principe di Biscari scriveva - nel 1778 - della «Chiesa in casa di Bonajuto» come di un antico sepolcro, nel Plano delle Antichità Siciliane; relazione con cui si candidava alla carica, poi assunta, d i sovrintendente alle antichità. Nello stesso documento il principe notava che «Si vedea non sono molti anni porzione dello esterno di questo edificio, che mi ricordo di essere stato tutto coperto di riquadrate pietre di lava, ma oggi resta intieramente occultato dalla novella fabbrica»^ Le «riquadrate» pietre

' Si tratta di un chirografo in cui la descrizione della chiesa differisce da quella d i I. Paterno Castello, Viaggio per tutte le antichità della Sicilia, N a p o l i 1781, anche per l'aggiunta della frase riportata. In un documento dall'eguale contenuto, ma denominato «Relazione», è

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•/jl'iS , • , •; y Gaetano Randazzo

laviche dell'esterno, ricordate dal Biscari prima del 1778, sono osserva­bi l i nella zona S -O ed hanno dimensioni di cm 27 x 50 nel paramento.

L a documentazione grafica degli scavi e dei resti archeologici era affi­data al Meyer, ed era prevista nella spesa da corrispondere al principe di Bi­scari^', nominato dal 1779 Regio Direttore delle Antichità del Val di Noto, e Val Demone, per la tutela dei monumenti. Si conserva, a tal proposito, un foglio con schizzi preparatori (fig. 3), quasi certamente relativi alla Chiesa del pa­lazzo Bonajuto^, in cui la scala metrica in 'piedi' conferma non essere stato eseguito da un disegnatore locale. Del tutto simili sono lo schema planime­trico, la particolare imposta delle coperture absidali e, nell'assonometria, la base triangolare di appoggio della volta a vela. Piiì in basso del calpestio, nel­la sezione trasversale, è indicata una linea che potrebbe alludere al livello ai-disotto del vano sepolcrale. A l riguardo Biscari affermava che «Il suo antico e primo pavimento era assai piiì profondo, che poi si andò alzando con diversi ordini d i Sepolture orizzontalmente una su l'altra, e tutte fatte a volta, capa­ci di un solo cadavere. L o si scoprì anni sono nel volere i prefati di Bonajuto formare la propria Sepoltura». L'intento dei baroni Bonajuto, di realizzare un sepolcreto, alternativo a quello già citato, veniva differito all'inizio dell' '800*̂ .

In occasione della sistemazione curata dall 'arch. Gazzola nel 1930, anche tali sepolture venivano asportate. I lavori, seguiti anche dal Libert ini , consentivano l ' individuazione di un ulteriore livello di sepol­ture antiche, ubicate nell'abside est.

2. Le fasi costruttive

2 A L'edificio originario

L'edificio ha pianta quadrata di m 8.1 sulla quale aprono tre absi­di originariamente uguali, ed è coperto con volta a vela a sesto pieno.

anche apposta la data 1778. I l manoscritto del Plano delle Antichità Siciliane e quello relativo al Viaggio... sono conservati da Roberto Paterno Castello d i Biscari, che ringrazio.

Nel la lettera del Torremuzza al Biscari del 22 giugno 1779, U compenso risulta fissato in «onze400 totali», A S C , archivio Paterno Castello di Biscari, n. provvisorio 1104 bis., in S. Mar-raro, Ricerca antiquaria e cultura illuminata nel secondo settecento siciliano: Ignazio Paterno Ca­stello Principe di Biscari, tesi d i dottorato. Università degli Studi d i Catania, a.a. 1991 -1992,384.

' I l disegno fa parte d i una serie conservata da Roberto Paterno Castel lo. " F. Ferrara, Guida dei viaggiatori agli oggetti più interessanti a vedersi in Sicilia,

Palermo 1822, 98, tratta d i antichi bagni riscontrati in edif ic i catanesi quali la Rotonda e «un altro nella casa del cav. Bonajuto, conservato per essere stato cambiato in cap­pel la , e in luogo d i sepoltura della famiglia».

// complesso monumentale inglobato nel palazzo Bonajuto in Catania 739

•f

F i g . 3 - Schizzo preparatorio raffigurante la chiesa, conservato con altri del M e y e r e C h e n c h i , assistenti disegnatore e architetto del pr inc ipe d i Biscari .

avente l'estradosso in chiave a circa 10 m di altezza dal presunto livello originario (fig. 4, 5). L a volta è impostata su quattro appoggi angolari in ijasalto, aldisotto dei quali erano alloggiati i capitelli ionici . L e colon-

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740 Gaetano Randazzo

( t r i l l i c*r»«M-a taci lo»* - «OliaivTO

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l i n i ìiiii ì t i i . i l i ' , ' i l i *

F i g . 4 - Sezione longitudinale della chiesa.

ne, dotate di basi e capitelli, pur costituendo l'apparato decorativo del­l'architettura interna, contribuivano al sostegno della volta centrale. U n a delle basi è in posto. D i un capitello ionico restano due importan­ti porzioni (fig. 6) che costituiscono i l cartoccio decorato con foglie sti­lizzate e dotato di voluta su una faccia sola, in accordo con la disposi­zione angolare sotto l'imposta della volta. Uechino è conservato solo nel fronte cieco, dove non appare decorato con i consueti ovoli (fig. 7).

Per tale particolarità è verosimile ritenere originaria la disposizio­ne dei capitelli, per i quali la datazione proposta è per i l V I secolo''. Capitell i coevi provengono dalla necropoli scavata a Catania in via Dottor Consoli . Capitel l i simili vennero dragati nel 1931 dal porto pic­colo a Siracusa (fig. 8) e sono oggi esposti nel museo Bellomo.

' Per un ampio inquadramento storico cfr. A . M . Fall ico - G . Guzzetta , Recenti apporti alle testimonianze sugli abitati nella Sicilia orientale, in Byzantino-Sicula IV. A t t i del I Congresso internazionale d i archeologia della Sicilia bizantina, Palermo 2002, 687-712.

// complesso monumentale inglobato nel palazzo Bonajuto in Catania 741

F i g . 5 - L a chiesa vista dall 'abside s i u i m e s i .

L a volta originaria, della quale restano modeste porzioni all ' impo­sta, è organizzata con ricorsi d i mattoni aventi dimensioni d i 29,5x29,5x3 cm posti ad interasse d i 17 cm saturad nello spazio inter­medio con muratura di pietrame, ciottoli, frantumi di laterizio e malta a base di calce e sabbia. Dalle analisi in sezione sottile, e dalle relative fotografie al microscopio ottico, si rileva che la malta è composta da cal­cite, quale legante, e da quarzo e feldspad quale frazione inerte.

L'attuale volta riprende la geometria di quella originaria ed è ammorsata al profilo dei resti d i quest'uhima. L'intradosso mostra l'ap­parecchiatura di blocchetti basaltici sbozzati disposti secondo ricorsi concentrici. A l bordo i blocchetti sono organizzati in modo da costitui­re un arco non emergente dalla superficie di intradosso. L a volta è bucata in chiave con un occhio circolare d i circa 60 cm di raggio.

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F i g . 6 - Resti d i capitello ionico r invenuti al l ' interno della chiesa.

I paramenti murari interni sono realizzati con pietra basaltica sbozzata, piana nella superficie del paramento, e frantumi della stessa pietra, posati con malta a base di calce e sabbia vulcanica. Nel la rela­zione sui lavori eseguiti nel 1939 (R. Soprintendenza ai monumenti della Sicilia orientale - Catania), l 'arch. Gazzola sostiene l 'edificio d i epoca bizantina, «eretto con materiale di recupero proveniente da costruzioni romane»'". Infatd si riconoscono i blocchi di paramento t ipici d i una muratura in opus cementitium molto diffusa localmente fino al V seco­lo. Ciò si evince in particolare negli angoli con cui la muratura defini­sce la sede per le colonne ai lati delle absidi, dove le facce laterali dei blocchi appaiono rastremate.

A circa 80 cm di quota dal piano di calpestio della sistemazione del 1939, si rileva la coincidenza di livello della soglia dell'ingresso S E e della porta nell'abside N E (zone N , O e V in pianta). Si può dunque ipodzzare che i l livello delle soglie fosse in relazione con quello esterno nell'epoca della costruzione.

L o spessore dei muri dell'elemento di fabbrica centrale è di circa 71 cm. N e i muri S O , N O e N E aprono delle absidi ampie 4.2 m, coper­te con calotte sferiche - ad intradosso arretrato di circa 10 cm rispetto

P. G a z z o l a , Relazione sui lavori d i restauro del 1939, Bol let t ino Storico C a ­tanese, anno V I , 1941 - X I X , 7-10.

Il complesso monumentale inglobato nel palazzo Bonajuto in Catania 743

all'imposta - e terminali d i raccordo a botte. G l i archi di bordo delle absidi, a tutto sesto, sono realizzati alternando blocchetti basaltici e mattoni. L o spessore minimo dei muri delle absidi è ancora d i 71 cm.

I l paramento murario esterno, osservato nella facciata contenente l'abside S O ( A - B - C in pianta), è realizzato con blocchi basaltici squa­d r a i , con dimensione frontale di circa 27 x 50 cm. Negl i altri edifici coevi i l paramento lapideo esterno, fatta eccezione per i cantonali, è in pietrame sbozzato.

L a chiusura trapezoidale del paramento esterno delle absidi è riscontrabile anche nella chiesa trichora (V-VI sec.) rinvenuta negli scavi d i via Dottor Consol i a Catania. Dotata di avancorpo, ha ingresso orientato a SE, similmente alla nostra chiesa.

Per Freshfield le trichore di Malvagna (fra Castiglione e Randazzo, Catania) e Cittadella (Noto, Siracusa) sono derivate da simili edifici eretti nei pressi d i Tunisi.

F i g . 7 - Ricostruzione grafica del capitello ion ico i n base ai resti r invenuti .

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Ì44 Gaetano Randazzo

F i g . <S ' (Capitello del V I secolo rinvciuito a Siracusa.

Fra questi appare d i pardcolare interesse la trichora di Henchir Maatria, datata metà del V I secolo, in cui la muratura esterna presenta blocchi d'angolo squadrati col restante paramento in pietra sbozzata, come nei casi citati d i Malvagna e Cittadella.

G l i elementi di similitudine con la chiesa di palazzo Bonajuto riguardano invece i l paramento murario interno, realizzato con pietra­me sbozzato, e la volta a vela (crollata) impostata su appoggi triangola­ri (in posto) agli angoli della pianta quadrata.

2.2. L'edificio nel X V secolo ' ; ;!

A d una prima fase di ampliamento quattrocentesca del complesso si può attribuire i l portale D (fig. 9). Questo immetteva nella zona del-l'^ingresso originario che, pur innalzandone la soglia, avrebbe potuto essere ancora utiHzzato. In una fase successiva veniva realizzato i l por­tale H - I (fig. 9). I locali T ed M (vedi pianta), ai quali si accede dai cita­ti portali, sembrano adeguare l ' impianto e la distribuzione alle necessità del complesso più tardo.

// complesso monumentale inglobato nel palazzo Bonajuto in Catania 745

Portali X V secolo

F i g . 9 - Ri l ievo geometrico dei portal i del X V secolo.

In epoca successiva venivano realizzate le mostre d i due finestre interne (ritenute da G . Agnello della fine del '500) nei lad N O ed S O , mentre appaiono murate quelle originarie a N E ed a SE. Le chiusure della finestra e dell'ingresso originario SE , possono essere messe in rela­zione con la sistemazione delle mostre delle finestre, poste nei lati che ancora ne consentivano l'apertura, e con la creazione dell'ingresso S O realizzato in breccia nell'abside. I locali che attraverso queste affaccia-

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746 Gaetano Randazzo

no sulla chiesa sono ora raggiungibili tramite una scala elicoidale in pie­tra posta ad ovest (la preesistenza della scala dovrebbe essere conforta­ta da apposite indagini). L'ingresso alla chiesa veniva quindi aperto in breccia nell'abside S O , affiancato al portale H - I , e finito esternamente nel tratto F - G (fig. 9). Le lesene in F e G , marginalmente coperte dai muri trasversali della sistemazione settecentesca (rispettivamente di 3 e 5 cm), hanno uguale ampiezza di cm 35. L a soglia di questo ingresso, dotata di una cavità entro cui si notano i resti ossidati del cardine, veniva successi­vamente tagliata ed abbassata - nella parte centrale - per consentire i l passaggio ad un livello inferiore. Tale soglia, che era anche dotata di bat­tente, è, rispetto a quella del portale D , piiì alta di cm 20. L a facciata S O nel cinquecento presentava in successione i due portali F - G e H - I .

L a realizzazione della facciata (FG) rimanda all 'importanza della fruizione pubblica della chiesa, l'affaccio sulla quale era anche possibi­le dalle citate logge coeve.

B I B L I O G R A F I A

G . Agnello, La basilichetta trichora del Salvatore a Catania, R A C 23, 1947, 147-168.

S.L. Agnello, Architettura paleocristiana e bizantina della Sicilia, C C A B 9,1962, 53-108.

F. Ferrara, Guida dei viaggiatori agli oggetti più interessanti a vedersi in Sicilia, Palermo 1822.

F. Ferrara, Storia di Catania, Catania 1829. E . H . Freshfield, Cellae trichorae and other Christian antiquities in the hyzantine

provinces of Sicily with Calabria and North Africa including Sardinia, London 1913.

P. Gazzola, / monumenti della Sicilia orientale. Bollettino Storico Catanese, anno VI , 1941 - X I X , 7-10.

A. Holm, Catania Antica, Catania 1925. J. Houel, Voyage Pittoresquc des tles de Sicile, de Malte et de Lipari Paris 1782. G . Libertini, Catania nell'età bizantina. Archivio Storico della Sicilia Orientale

28, 1932, 242-266. C. Mango, Architettura bizantina, Milano 1978. I. Paterno Castello, Viaggio per tutte le antichità della Sicilia, Napoli 1781. G . Policastro, Catania prima del 1693, Catania 1952. G . Rizza, Un martyrium paleocristiano in Catania, in Oikoumene. Studi Paleo­

cristiani pubblicati in onore del Concilio Ecumenico Vaticano II, Catania 1969,593-612.

// complesso monumentale inglobato nel palazzo Bonajuto in Catania 747

V. Sapienza, La cappella Bonajuto in Catania, Quaderni del Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell'Università di Catania, 18, Catania 1990, 111-134.

F O N T I D E L L E I L L U S T R A Z I O N I

Fig. 2 - La Sicilia di Jean Houel all'Ermitage, Palermo 1999. ^ Fig. 3 - Documenti di Roberto Paterno Castello di Biscari. Fig. 4 - P. Gazzola, 7 numumenti della Sicilia orientale... Le fotografie sono dell'autore, i rilievi e le ricostruzioni grafiche sono

stati eseguiti con l'ali, ing. A. Palletta e l'ing. A. Giuffrida.

Si ringraziano in particolare i baroni Bonajuto, i prof.ri A . M . Fallico e V. Librando, l'ing. E. Magnano.

GAETANO RANDAZZO