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1 Corso Biblico Via, Verità e Vita © Comunità degli Avventisti del Settimo Giorno, Movimento di Riforma Campo Missionario Svizzero Indirizzo web: [email protected] - www.advenreform.ch Indirizzo postale: Via San Gottardo, 12-6807-Taverne (Svizzera)

Via , Verità e V ita - AdvenReform – Svizzeraadvenreform.ch/wp-content/uploads/2016/05/CORSO-BIBLICO-PARTE-A.pdf · Saluti e guida allo studio Benvenuto al Corso Biblico online:

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Corso Biblico

Via, Verità

e Vita

© Comunità degli Avventisti del Settimo Giorno, Movimento di Riforma

Campo Missionario Svizzero

Indirizzo web: [email protected] - www.advenreform.ch

Indirizzo postale: Via San Gottardo, 12-6807-Taverne (Svizzera)

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Introduzione

Saluti e guida allo studio

Benvenuto al Corso Biblico online: Via, Verità e Vita. Questo corso, che mettiamo a sua disposizione, è completamente gratuito e non rappresenta alcun impegno. Si tratta di un mezzo molto utile per studiare e conoscere la Parola di Dio, considerata da milioni di cristiani nel corso della storia come la "lampada" che guida i nostri passi sulla via della verità e ci conduce alla vita eterna. "Lampada per i miei passi è la tua parola e luce sul mio cammino" (Sal 119:105). Per questo abbiamo chiamato questo corso "Via, Verità e Vita".

Gesù ha insegnato la verità che dobbiamo conoscere per essere felici su questa terra ed un giorno in quella futura (Gv 14:6). Egli ci mostra qual è la via che conduce al Padre e come godere di una vita completa, piena di speranza, di senso, d’amore da donare a piene mani.

La Bibbia è il libro più letto di tutti i tempi ed è stato tradotto in migliaia di lingue e dialetti. Purtroppo, solo pochi oggi dedicano tempo a studiare le sue pagine. Questo rende la Bibbia un libro unico nel suo genere, perché se è vero che molti possiedono una Bibbia, la maggior parte non la studia e non la conosce. Vale la pena immergersi nelle sue pagine perché contengono la fonte della vera felicità.

La verità contenuta nella Bibbia è di carattere immutabile e divino. Trascende il tempo e non perde mai la sua validità. Un'altra particolarità: la Bibbia ha sempre qualcosa di nuovo da dire ed i suoi messaggi hanno un valore incalcolabile. Essa, infatti, non si limita a guidarci in materia di fede ma affronta anche questioni importanti e legate alla nostra vita, come la famiglia, i rapporti tra coniugi, genitori e figli, le qualità da ricercare in un ragazzo o in una ragazza nel momento di formare una relazione seria, i segreti del successo negli affari, nello studio o in qualsiasi ambito della vita. Ci presenta leggi sociali, sanitarie, legate al lavoro o al governo dello stato; leggi che continuano ad avere validità assoluta anche nelle nostre società moderne e che non sono state superate. La Bibbia narra di eventi storici che hanno scosso il mondo e trasformato imperi ancor prima che accadessero. Contiene biografie dalle quali si può imparare molto, così come la più bella poesia e la filosofia più profonda.

Nelle sue centinaia di pagine, la Bibbia presenta profezie (eventi narrati prima che accadano) che hanno suscitato l’interesse di milioni di ricercatori

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sinceri, dato che molte di queste profezie si sono compiute con una precisione stupefacente.

La Bibbia lancia una sfida ai suoi lettori sinceri, perché conoscano quelle profezie che non si sono ancora realizzate e in che modo sono relazionate con la nostra vita e la vita delle nostre società. Inoltre, ci mostra il progetto di Dio per salvare l'umanità e il modo in cui possiamo essere trasformati in uomini

nuovi.

Come seguire il corso

Dedicare ogni giorno, o ogni volta che è possibile, una tempo allo studio delle Scritture. Pregare prima di incominciare la ricerca biblica perché lo Spirito Santo dia illuminazione. È molto importante verificare che ciò che questo corso insegna può essere sostenuto con un "così sta scritto", cioè non è un'invenzione o

un’opinione arbitraria, ma si fonda sulla Bibbia, come consigliato dalla stessa Parola di Dio (Is 8:20).

Dopo aver studiato la lezione, si può procedere a rispondere alle domande di "auto valutazione" formulata alla fine di ogni sezione di studio, in baso a ciò che si è appreso. Il passo seguente è inviare tali risposte al proprio istruttore biblico via e-mail o posta ordinaria. In un breve tempo si riceverà una classificazione per le risposte date e si potrà procedere con le lezioni successive fino a terminarle tutte. Alla fine del corso si riceverà un diploma che verrà inviato al domicilio, con il voto finale. Inoltre, è possibile inviare domande se vi sono dubbi o si desidera approfondire le conoscenze. Rimarremo a disposizione.

Persista nel proseguire i suoi studi biblici, non si pentirà di conoscere il più straordinario messaggio di tutti i tempi.

Di seguito è riportato un elenco dei libri della Bibbia e abbreviazioni che useremo durante le lezioni quando un versetto viene citato.

Speriamo che questo corso sulla Parola di Dio risulti una grande benedizione per lei, soddisfi le sue aspettative spirituali e confermi la sua fede in Gesù che è la Via, la Verità e la Vita (Gv 14:6).

Fraternamente:

La Direzione

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Abbreviazioni dei libri della Bibbia

Antico Testamento Genesi Gn Esodo Es Levitico Lv Numeri Nm Deuteronomio Dt Giosuè Gs Giudici Gc Rut Rt 1Samuele 1Sam 2Samuele 2Sam 1Re 1Re 1Re 2Re 1Cronache 1Cr 2Cronache 2Ch Esdra Esd Neemia Ne Ester Est Giobbe Gb Salmi Sal Proverbi Prv Ecclesiaste Ec Cantico dei Cantici Ct Isaia Is Geremia Ger Lamentazioni Lam Ezechiele Ez Daniele Dn Osea Os Gioele Gl Amos Am Abdia Abd Giona Gio Michea Mic Naum Na Abacuc Ab Sofonia Sof Aggeo Ag Zaccaria Zc Malachia Mal

Nuovo Testamento Matteo Mt Marco Mc Luca Lc Giovanni Gv Atti At Romani Rm 1Corinzi 1Cor 2Corinzi 2Cor Galati Gal Efesini Ef Filippesi Fil Colossesi Col 1Tessalonicesi 1Ts 2Tessalonicesi 2Ts 1 Timoteo 1Tm 2 Timoteo 2Tm Tito Tt Filemone Fm Ebrei Eb Giacomo Gc 1Pietro 1Pt 2Pietro 2Pt 1Giovanni 1Gv 2Giovanni 2Gv 3Giovanni 3Gv Giuda Gd Apocalisse Ap

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TEMA 1

La comunicazione ristabilita I. La caduta

L'essere umano è stato creato a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1:27);

questo è qualcosa che dovrebbe portarci a cadere prostrati ai piedi del Signore per esprimere la nostra profonda gratitudine. Non siamo stati creati come animali o cose inanimate, ma esseri con la capacità di ragionare, pensare di causa ed effetto, indagare, svilupparsi a livelli di santità e conoscenza ancora più alti. Che meraviglia! Non manca niente, né avanza, Dio ci ha fatto perfetti. Il suo piano consisteva nel fatto che l’essere umano regnasse su tutte le creature di questa terra e si moltiplicasse per riempirla (Gn 1:26,28).

Ma tutto questo piano straordinario non poteva realizzarsi senza la colla-

borazione leale della coppia. La sua obbedienza alla legge del Creatore era fondamentale per conseguire gli scopi divini (Gn 2:16-17). Molti credono che la prova di fedeltà consistesse nel non mangiare il frutto di un albero di mele; altri credono che Adamo ed Eva siano stati provati nell'aspetto sessuale; in realtà nessuna delle due opinioni si può sostenere con la Bibbia. La prova consisteva nella perfetta obbedienza alla Santa Legge di Dio, come già detto, astenendosi dal mangiare il frutto proibito, senza specificare di che tipo di frutta si trattasse. Dove si menzionano i comandamenti in questo contesto? Nei versetti citati: "Dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare".

Qui è implicito il primo comandamento, l'ottavo ed il decimo che dicono:

"Non avere altri dei", "Non rubare" e "Non desiderare ciò che non ti appartiene" (Es 20:3, 15, 17). Adamo ed Eva trasgredirono questi tre comandamenti man-giando il frutto proibito perché, con la loro azione disobbediente, dimostrarono che per loro era più importante la parola del serpente invece di quella di Dio;

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presero qualcosa che Dio si era riservato ed alla fine desiderarono quel frutto e ne mangiarono (Gn 3:6).

Subito dopo la caduta, la coppia umana, creata a immagine e somiglianza

di Dio, ha cominciato a provare gli effetti della propria azione. In primo luogo si "aprirono" gli occhi e si videro nudi (Gn 3:7). Perché? Non sta forse scritto nel capitolo 2, versetto 25, che erano nudi e non si vergognavano? Perché era adesso un problema vedersi nudi? Prima del peccato erano in uno stato di piena santità e circondati di luce come un manto. Erano nudi ma la gloria di Dio si rifletteva su di loro e non c'era nulla di male nella loro nudità. Dopo il peccato, la luce divina riflessa in loro scomparve e vedendo la loro nudità, privi di quella gloria, compresero che la loro azione aveva sottratto la loro innocenza.

Un'altra conseguenza del peccato è che ebbero paura di Dio (Gn 3:8).

Quanto è triste che qualcuno che in precedenza gioiva nell’ascoltare la voce del suo Creatore e che attendeva con gioia il momento di comunione con Lui, invece ora non provi più lo stesso sentimento ma piuttosto il contrario, la paura! Paura delle conseguenze, paura del rimprovero, paura di dover affrontare il proprio peccato, paura della morte, paura di perdere i propri privilegi... La paura distrugge l'anima ed è una delle più terribili conseguenze del peccato.

A questo punto, il Signore chiese ad Adamo cosa avesse causato tale

paura, e l'uomo rispose che la colpa di tutto era sua moglie (Gn 3:12). Oh! Incredibile! Come poteva agire così Adamo? Egli aveva mangiato il frutto proibito perché non voleva perdere sua moglie, che amava così tanto. Tuttavia, dopo il peccato era disposto a che lei fosse distrutta per salvare la propria vita. Così agisce il peccato. Perverte la nostra visione spirituale, distrugge i nostri sen-timenti ed emozioni. La donna, a sua volta, gettò la colpa sul serpente (Gn 3:13). In definitiva, stavano dicendo a Dio in modo indiretto: "La colpa è tua, perché tu mi hai dato questa donna che mi ha offerto il frutto"; "La colpa è tua perché tu hai messo nel giardino il serpente che mi ha ingannato".

Da quel momento la donna sarebbe stata soggetta all'uomo e avrebbe

partorito figli con dolore (Gn 3:16); la terra sarebbe stata maledetta a causa dell'uomo (Gn 3:17-18); il suo lavoro sarebbe stato difficile e non rilassante e rigenerante come quello nell’Eden; avrebbero conosciuto il deterioramento fisico, la malattia e, infine, la morte (Gn 3:18-19).

II. Il piano di Dio

Dopo la caduta, Adamo ed Eva si cucirono abiti prodotti con foglie di fico

per coprire la loro nudità (Gn 3:7). Questo è il primo tentativo dell’essere umano di autogiustificarsi. Nessuno può pulire se stesso. Abbiamo bisogno di un potere esterno in grado di ristabilire l'immagine di Dio nell'uomo e questo potere viene da Cristo. Per questo viene fatta la promessa, nello stesso contesto della caduta, della speranza di un Liberatore che sarebbe venuto in questo mondo per scon-figgere il diavolo, il serpente antico, Satana (Gn 3:15). Gli esseri umani avrebbero dovuto soffrire le conseguenze del peccato, ma sarebbe arrivato il giorno in cui Dio, mosso da un amore che non possiamo capire (1 Gv 4:8), avrebbe dato Suo Figlio Gesù Cristo in espiazione per i nostri peccati. Questo è rappresentato, in

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Eden, dalle tuniche di pelle con cui Dio riveste la coppia al posto delle foglie di fico (Gn 3:21). Le pelli venivano da animali che dovettero essere sacrificati da Dio al posto del peccatore; così essi capirono che il salario del peccato è la morte e che solo attraverso il sacrificio dell’agnello, che rappresentava il vero Agnello che doveva venire, Adamo ed i suoi discendenti, presentando le loro offerte sim-boliche (Gn 4:3-4) e confidando nel sacrificio espiatorio di Cristo, avrebbero po-tuto ottenere purificazione dal peccato ed un giorno il ritorno al paradiso perduto (Gv 1:29-30). III. Comunicazione ristabilita

La comunicazione diretta tra Dio e l'uomo rimase interrotta dal peccato (Es

33:20); ma Cristo restaurò questo contatto divino-umano (Gv 1:18). Egli è stato ed è il comunicatore divino, il portavoce e la Parola di Dio Padre resa udibile (Gv 1:1-3). La Parola vivente o il Verbo (gr. Logos), Cristo, ha rivelato il Padre che nessuno ha mai visto. La parola ha due fasi: il momento in cui si pensa e quello in cui si esprime. La parola che si pensa è il concetto, in quanto è il risultato immediato di ciò che concepiamo mentalmente. La parola espressa agli altri è il mezzo di comunicazione di ciò che pensiamo. In Cristo sono racchiusi questi due aspetti: il concetto di Dio e l'espressione del carattere di Dio.

"Cristo ci ha dichiarato la mente del Padre riguardo a noi, nello stesso

modo in cui la parola o il discorso di un uomo ci danno a conoscere i suoi pensieri. Solo Cristo poteva dichiarare con precisione, accuratezza e profondità, la mente di Dio, perché: a) Egli solo conosce pienamente il Padre (Mt 11:27); b) In tutto ciò che ha fatto e detto, Cristo era "Dio manifestato nella carne" (1 Tm 3:16), il Verbo di Dio incarnato (v. 16), vale a dire, la traduzione di Dio più plausibile al linguaggio umano, in modo che chiunque vede Gesù vede il Padre (14:6)" (Henry, Mattew: Comentario Bíblico, Tomo del libro de Juan. Editorial CLIE. Terrassa 1987, p.10).

"Il Padre ha affidato il mondo nelle mani del Cristo, perché agisse come

intermediario. Gesù avrebbe salvato l’uomo e difeso l’autorità e la santità della

legge di Dio. Ogni contatto fra il cielo e l’umanità colpevole si fonda sul Cristo"

(Ellen White, Patriarchi e Profeti, edizioni ADV, FI-Impruneta, 1998, p.305).

Fu il Signore Gesù Cristo che ispirò i profeti perché scrivessero la rive-

lazione divina (Ap 1:1-3). La Bibbia è dunque il frutto diretto del profetismo, che si fonda e prende forma attraverso i sogni e le visioni ricevuti da uomini e donne ispirati (ispirare significa: soffiare dentro a) dallo Spirito Santo a trasmettere il messaggio per iscritto o in forma orale (2 Pt 1:21).

La parola profeta deriva da due parole ebraiche che hanno diverse sfu-

mature di significato. Una è roeh, che significa "vedere" e l'altra è nabi, che vuol dire "dichiarare". La prima parola avrebbe a che fare con il modo in cui il profeta riceve il messaggio; la seconda si applica alla proclamazione del messaggio ri-cevuto. Il termine più recente deriva dal greco e significa colui che parla in nome di un altro.

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Pertanto, dal momento che la Bibbia è di origine divina, dobbiamo essere disposti a studiarla per trovare la verità che ci rende liberi (Gv 8:32) e conoscere il cammino di salvezza (Gv 5:39). Leggere la Bibbia non equivale a studiarla, vale a dire, studiarla in modo profondo e attento. Una lettura superficiale non vi darà i risultati desiderati, perché per trovare le verità salvifiche bisogna scavare, andare oltre la superficie, come quando si cercano metalli preziosi.

Auto- valutazione

1. A immagine di chi fu creato l'uomo? 2. Qual era il piano di Dio per gli esseri umani? 3. In cosa consisteva la prova di fedeltà? 4. Era una prova di difficoltà estrema? 5. Perché pensi che Dio mise questa semplice prova? 6. Cita alcune delle conseguenze immediate del peccato? 7. Menziona altre conseguenze subite posteriormente dagli uomini? 8. Che cosa ha fatto l'essere umano per giustificarsi davanti a Dio? 9. Come può l’uomo, unicamente, essere giustificato?

10. Come si ristabilisce la comunicazione con Dio? 11. Qual è uno dei frutti della profezia? 12. Perché è così importante studiare la Bibbia? 13. Spiegare la differenza tra studiare e leggere.

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TEMA 2

Mezzi di comunicazione divina

I. Dio con noi

Nella precedente lezione, abbiamo potuto vedere che una delle conse-guenze del peccato è l’interruzione della comunicazione diretta tra l'uomo e Dio. Il dialogo faccia a faccia con il Creatore non è più possibile dopo la caduta. La natura divina non può armonizzare con quella della peccato, poiché sono total-mente antagoniste.

Tuttavia, Dio ha previsto, nella sua insondabile saggezza, diversi modi per

comunicare con l'umanità caduta, a seconda delle circostanze e del tempo. Il suo amore lo ha portato a ideare metodi attraverso i quali potesse rendersi visibile all’uomo. Questa rivelazione è un fatto storico percepibile nella misura in cui la possiamo osserva nella Parola di Dio e con la nostra esperienza personale e quella di altri. Che meravigliosa speranza! Dio non ci ha abbandonato, è al nostro fianco (Sal 119:151).

Per poter amare Dio dobbiamo conoscerlo, credere che esista, che non è

un mito o un frutto della fantasia. È attraverso l'esperienza personale che giun-giamo a conoscerlo, perché Egli è vicino a coloro che lo cercano (Eb 11:6). Dio desidera che lo conosciamo e beneficiamo del suo amore più di quanto noi vo-gliamo ricevere questa meravigliosa, straordinaria e unica benedizione in questo mondo.

La fede è l'ingrediente fondamentale nella vita del credente per poter co-

noscere Dio. Ora, Dio non ha la pretesa che crediamo in Lui o arriviamo a conos-cerlo e ad amarlo senza darci una rivelazione di se stesso; questa sarebbe una ingiustizia da parte sua. Come posso amare e conoscere una persona che non mi hanno presentato? Se non so chi è, come si chiama, qual è il suo carattere, che tipo di idea mi posso fare in merito? È corretto? Certamente no. Ma se un

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giorno mi metto in contatto con questa persona, allora le cose cambiano e sarò in grado di valutare, per mezzo dell’evidenza, l’individuo in questione.

La persona si può rivelare tramite lettera, telefono, personalmente; qual-

cuno che la conosce mi può parlare di lei o in qualunque altro modo. La cosa importante è che ora, finalmente, ho a disposizione elementi di giudizio per avere idee più chiare su di essa. Così è con Dio. Egli si è rivelato all'umanità attraverso Gesù, il quale a sua volta ha utilizzato vari metodi o mezzi per comunicare con noi (Dt 5:24).

Non è qualcosa di meraviglioso, che il Dio perfetto, puro, sublime, onnipo-

tente, onnisciente, si sia piegato verso questa terra per preoccuparsi di ciascuno di noi e ci abbia teso una mano amica? Ma, in che modo Dio ha comunicato e continua a comunicare con noi oggi?

Dal momento che il peccato è entrato in questo mondo, non vi è stata

alcuna comunicazione diretta tra Dio e l'uomo. Come si è quindi verificato il con-

tatto divino-umano? Per mezzo di Cristo (Gv 14:8-11). "Fu il Figlio di Dio a con-

segnare ai nostri progenitori la promessa della redenzione" (Ellen White, Patriar-

chi e Profeti, edizioni ADV, FI-Impruneta, 1998, pp.305).

Egli è stato ed è il comunicatore divino, il portavoce e la Parola di Dio Padre resa udibile, il Verbo divino. "Gesù agiva per il Padre, in ognuna di queste dimostrazioni di potenza. Non solo con la nascita del Cristo, ma fin dalla caduta di Adamo e dalla prima promessa di un Redentore, attraverso tutta la storia:

«...Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo...» (2 Corinzi 5:19)… Ogni contatto

fra il cielo e l’umanità colpevole si fonda sul Cristo" (Idem, pp. 304-305).

Cristo si è rivelato ai profeti (1Pt 1:10-11). "Fu il Cristo a parlare al suo popolo attraverso i profeti. L’apostolo Pietro, scrivendo alla comunità dei primi cristiani, afferma che i profeti «... profetizzarono della grazia a voi destinata. Essi indagavano qual fosse il tempo e quali le circostanze in cui lo Spirito di Cristo che era in loro accennava, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze del Cristo, e delle glorie che dovevano seguire» (1 Pietro 1:10,11)" (Idem, p.305).

Si è rivelato ai patriarchi (Gn 32:22-32). "Fu il Figlio di Dio a consegnare

ai nostri progenitori la promessa della redenzione; fu lui che apparve ai patriarchi,

Adamo, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe e Mosè che compresero il messaggio

del Vangelo. Essi cercarono la salvezza attraverso un sostituto che si sarebbe

offerto come garante dell’uomo. Questi uomini giusti e fedeli sono stati in contatto

con il Salvatore che sarebbe venuto nel mondo per assumere la natura umana;

alcuni di loro parlarono con il Cristo e con gli angeli a tu per tu" (Idem, p.305).

Si è rivelato ad Israele (1 Cor 10:4). "…avevano dimenticato che l’Angelo del patto era il loro capo invisibile. Quella grande nuvola simile a una colonna, nascondeva un essere soprannaturale che li precedeva e suggeriva a Mosè tutte le direttive" (Idem, p.332). Ed infine si è stato rivelato all'umanità nella sua incar-nazione (Gv 1:14).

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II. Teofanie (rivelazione della divinità)

Dio ha comunicato con l'umanità per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, usando modi e mezzi peculiari. La teofania è la prima forma di rivelazione nel tempo dei patriarchi e anche di Mosè. La parola teofania letteralmente significa "Dio appare" (gr. Theos=Dio; phaino=apparire), vale a dire l’apparizione o rivela-zione della divinità. Dio, ed il suo mondo invisibile, attraverso le apparizioni, cioè interventi portentosi, si rende presente agli uomini per trasmettere una comuni-cazione con uno scopo determinato.

In Eden (Gn 3:8,10). "Inoltre, il Signore lasciò per molti secoli il suo giar-

dino tra gli uomini, come silenzioso testimone della verità. I primi credenti si re-

cavano alla porta del paradiso, che era sorvegliata dai cherubini: in quel luogo si

manifestava la gloria divina e gli uomini avevano costruito degli altari per presen-

tare le loro offerte. Qui Caino e Abele portarono i loro sacrifici e Dio acconsentì a

parlare con loro" (Idem, 70-71).

Nel Santuario (Es 25:17,21-22; 40:34). "Sul propiziatorio c’era la ‘sheki-nah’, o manifestazione della presenza divina; e tra i cherubini Dio faceva conos-cere la sua volontà. I messaggi divini erano talvolta comunicati al sommo sa-cerdote da una voce che proveniva dalla nube. A volte una luce cadeva sulla angelo di destra, per indicare approvazione o accettazione, oppure un'ombra o nuvola si poggiava sulla sinistra per rivelare disapprovazione o rifiuto "(CesS, pp.32-33).

L'Urim e Thummim (1 Sam 28:6). Dio comunicava con il suo popolo an-

che attraverso alcune pietre preziose chiamate Urim e Thummim, che il sommo sacerdote indossava incastonate sul pettorale quando serviva nel santuario.

"A destra ed a sinistra del pettorale c'erano due pietre grandi e molto bril-

lanti. Si chiamavano Urim e Thummim. Mediante queste pietre si rivelava al som-mo sacerdote la volontà di Dio. Quando si presentavano a Dio questioni perché Egli decidesse, se la pietra di destra si illuminava, questo era un segno di appro-vazione o consenso divino, mentre se una nuvola oscurava la pietra di sinistra, questa era prova di negazione o disapprovazione" (CesS, p.36).

Sogni e visioni (Gn 37:5-11). Dio può comunicare con un essere umano

attraverso un sogno, quando dorme, o attraverso una visione, mentre è sveglio. Dio ha dato sogni anche a persone che non appartenevano al suo popolo; ma in questi casi, la capacità di interpretare i sogni era affidata ai figli di Dio. Ricordiamo che sia il coppiere che il panettiere del re d'Egitto, il Faraone stesso ed il re Nabucodonosor ebbero sogni di origine divina, ma a nessuno di loro fu data la capacità di spiegarli; in questo modo i pagani devono accettare il fatto che solo Dio conosce i misteri e li rivela solo a coloro che Lo servono. Il profetismo biblico si fonda e prende forma attraverso i sogni e le visioni che ricevono coloro che sono ispirati da Dio. Ecco alcuni esempi di personaggi che hanno ricevuto sogni e visioni:

Abramo ................................................. Gn 15:1.

Giacobbe .............................................. Gn 28:10-15. Giuseppe .............................................. Gn 37:5-11.

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Il coppiere ed il panettiere del Faraone. Gn 40:5-23. Il Faraone d'Egitto ................................. Gn 41:1-36. Mosè ..................................................... Es 33:1-23; Dt 34:10. Samuele................................................. 1 Sam 3:1-21. Daniele ….............................................. Dn 7 e 8. Giovanni ................................................ Ap 1:1.

Ci sono anche falsi sogni e false visioni che non provengono da Dio ma

che sono comunicazioni sataniche (vedi Dt 13:1-5; Ger 23:25). Dobbiamo stare

molto attenti a questo tipo di rivelazioni perché si può essere ingannati. Per tes-

tare la loro origine si deve applicare la regola di Isaia 8:20.

Gli angeli (Eb 1:14). Gli angeli celesti hanno ricevuto la missione di colla-

borare attivamente al piano di redenzione. Il sogno fatto da Giacobbe illustra mol-

to bene il compito a loro assegnato. Si prega di leggere Genesi, capitolo 28, ver-

setti dal 12 al 16. La scala rappresenta Cristo, il mediatore. Dio Padre si trova

alla fine di essa, in cielo; e la parte inferiore della scala è appoggiata sulla terra,

che simboleggia l'umanità. Cristo lega gli esseri umani con la divinità ei suoi an-

geli hanno un’opera importante da compiere nel piano di redenzione (Eb 1:14).

"Gli angeli sono dei messaggeri celesti che ascendono e discendono real-

mente, mantengono la terra in continua connessione con il cielo" (Ellen White,

Messaggi Scelti, ediz.2014, vol.1, p. 99).

"…ma gli angeli del cielo percorrono in tutti i sensi la terra per confortare

gli afflitti, per proteggere coloro che sono in pericolo, per conquistare i loro cuori

al Cristo. Nessuno viene trascurato o dimenticato. Dio che non fa eccezioni o

favoritismi si prende cura di tutte le creature" (Ellen White, La Speranza

dell’Uomo, ediz. 2012, pp.543-544).

Qui di seguito, vediamo alcuni esempi dell'intervento degli angeli:

Visitarono Abramo …….............................................. Gn 18:2. Visitarono Manoa …................................................... Gd 13:3-21. Annunciarono il concepimento di Giovanni il Battista Lc 1:13-36. Annunciarono il concepimento di Gesù ..................... Mt 1:20-21. Annunciarono la nascita di Gesù ............................... Lc 2:9-12. Annunciarono la risurrezione di Gesù ....................... Mt 8:5-7. Annunciarono l'ascensione di Gesù .......................... At 1:11. Visitarono Cornelio .................................................... At 10:3-6. Visitarono Paolo ........................................................ At 27:23. La natura (Sal 19:1-4). Un altro testimone di Dio e portavoce del suo amo-re è la natura, la cui contemplazione e studio ci portano ad ammirare e amare il Creatore. "Tutta la natura si illumina per colui che impara così a interpretare i suoi insegnamenti; il mondo è un libro di testo; la vita, una scuola. L'unità dell'uomo con la natura e con Dio, il dominio universale della legge, i risultati della trasgres-sione, non possono smettere di impressionare la mente e modellare il carattere" (Ed, 100).

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La provvidenza (Sal 78:7). Le cose che accadono ai cristiani, molte volte sono un modo di comunicare di Dio. Le cose non accadono senza motivo, ma hanno uno scopo divino. "Lo scopo di Dio è quello di manifestarsi attraverso la sua provvidenza e la sua grazia" (Mat. AFC, 274).

Le Sacre Scritture (2 Tm 3:16). Gli scrittori biblici sono stati ispirati dallo

Spirito Santo. Uno dei frutti della profezia è la Bibbia che abbiamo oggi. La Parola di Dio è stata scritta da uomini ispirati che hanno ricevuto il compito di scrivere quelle cose che il Signore aveva mostrato loro attraverso l’ispirazione nei sogni e nelle visioni.

III. Come ricevere la comunicazione divina?

Molti esseri umani hanno letto le Sacre Scritture e tuttavia non riceveranno ciò che esse promettono: il perdono dei peccati, la vita eterna, la consolazione delle promesse di Dio, la sua guida e l'incoraggiamento, ecc. Perché? Perché per addentrarsi nello studio della Parola di Dio si deve essere disposti a comuni-care con il nostro Creatore (Is 26:9).

Leggere la Bibbia non è simile a leggere un libro importante tra i classici, come Don Chisciotte di Cervantes o l'Iliade di Omero, libri diffusi e popolari ma privi del germe divino che trasforma colui che è disposto ad accettare la sua rivelazione personalmente (Prv 4:18) e a mettere la sua vita in armonia con i suoi insegnamenti (Gv 14:23). Perseverare nella comunione con Dio porterà il cre-dente sincero a sperimentare la vera pace che tanti desiderano avere nei loro cuori (At 26:22).

Auto- valutazione 1. Perché l'uomo non poteva comunicare personalmente con Dio? 2. Dio si è messo in comunicazione con noi e continua a farlo anche oggi? 3. Perché e attraverso chi? 4. Cosa sono le teofanie? Dia alcuni esempi. 5. Dio ha comunicato con lei in qualche modo? 6. Potrebbe raccontare qualche esperienza personale in cui Dio le si è manifes-tato in modo chiaro? 7. Ci sono delle condizioni per avere comunione con Dio?

8. Quali sono?