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Viaggio nella Terra dei Fanghi Cosa sono, che rischi comportano, chi li spande, dove e in che quantità I fanghi, di cui periodicamente le cronache ci ricordano l’esistenza, non sono argille termali per trattamenti cosmetici. Sono il residuo dei processi di depurazione delle acque reflue, ovvero lo scarto dei depuratori delle fogne delle nostre città. Sotto ogni profilo, anche quello giuridico, sono rifiuti speciali. Il loro destino prevalente è lo smaltimento in discarica ma la continua crescita dei quantitativi prodotti e gli alti costi di smaltimento hanno portato l’UE a considerare la possibilità di un loro riutilizzo. In particolare è ormai accettato, con opportune precauzioni, l’impiego in agricoltura, come fertilizzanti. A livello comunitario, l’utilizzo dei fanghi in agricoltura è regolato dalla Direttiva 86/278/CEE, da cui discende la normativa nazionale, il D.Lgs. n.99 del 27/1/1992, che la recepisce e fissa: le caratteristiche agronomiche e microbiologiche dei fanghi (i limiti di concentrazione di colibatteri, streptococchi, salmonelle …); i parametri chimico-fisici (i valori limite di metalli pesanti, carbonio organico, fosforo, azoto, cianuri, solfuri, solfiti, solfati, fluoruri, fenoli, tri- e tetra-etileni, aldeidi, benzeni, benzopireni, solventi, pesticidi, tensioattivi …); le quantità massime le modalità di spandimento dei fanghi sui terreni. La Toscana, anche per la presenza di distretti industriali come il conciario, il cartario e il tessile, è la regione italiana con il più alto impatto ambientale da acque reflue, pari a 12 milioni di abitanti equivalenti. Gli impianti di depurazione sono più di 800, ed oltre un milione le tonnellate di fanghi prodotte ogni anno. Fonte: Rapporto ISPRA sul riuso di fanghi da depurazione

Viaggio Nella Terra Dei Fanghi

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Viaggio Nella Terra Dei Fanghi

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  • Viaggio nella Terra dei Fanghi

    Cosa sono, che rischi comportano, chi li spande, dove e in che quantit

    I fanghi, di cui periodicamente le cronache ci ricordano lesistenza, non sono argille termali per trattamenti

    cosmetici. Sono il residuo dei processi di depurazione delle acque reflue, ovvero lo scarto dei depuratori

    delle fogne delle nostre citt. Sotto ogni profilo, anche quello giuridico, sono rifiuti speciali. Il loro destino

    prevalente lo smaltimento in discarica ma la continua crescita dei quantitativi prodotti e gli alti costi di

    smaltimento hanno portato lUE a considerare la possibilit di un loro riutilizzo. In particolare ormai

    accettato, con opportune precauzioni, limpiego in agricoltura, come fertilizzanti. A livello comunitario,

    lutilizzo dei fanghi in agricoltura regolato dalla Direttiva 86/278/CEE, da cui discende la normativa

    nazionale, il D.Lgs. n.99 del 27/1/1992, che la recepisce e fissa:

    le caratteristiche agronomiche e microbiologiche dei fanghi (i limiti di concentrazione di

    colibatteri, streptococchi, salmonelle );

    i parametri chimico-fisici (i valori limite di metalli pesanti, carbonio organico, fosforo, azoto,

    cianuri, solfuri, solfiti, solfati, fluoruri, fenoli, tri- e tetra-etileni, aldeidi, benzeni, benzopireni,

    solventi, pesticidi, tensioattivi );

    le quantit massime le modalit di spandimento dei fanghi sui terreni.

    La Toscana, anche per la presenza di distretti industriali come il conciario, il cartario e il tessile, la regione

    italiana con il pi alto impatto ambientale da acque reflue, pari a 12 milioni di abitanti equivalenti. Gli

    impianti di depurazione sono pi di 800, ed oltre un milione le tonnellate di fanghi prodotte ogni anno.

    Fonte: Rapporto ISPRA sul riuso di fanghi da depurazione

  • E piuttosto singolare che le aziende agricole autorizzate a spandere fanghi siano distribuite in maniera

    molto disomogenea sul territorio regionale, con una forte concentrazione in provincia di Pisa.

    Distribuzione autorizzazioni allo spandimento in Toscana (fonte: SIRA-ARPAT)

    I comuni interessati sono in particolare quelli dellAlta Valdera e quelli delle colline tra Lari e Fauglia.

    Geolocalizzazione delle autorizzazioni allo spandimento in Alta Valdera (fonte: SIRA-ARPAT)

  • Autorizzazioni allo spandimento fanghi in Alta Valdera negli ultimi 10 anni

    (fonte: Albo Pretorio della Provincia di Pisa)

    Nel solo comune di Peccioli, di gran lunga quello col pi alto numero di autorizzazioni, sono interessate allo

    spandimento pi di 900 particelle catastali, per una superficie complessiva di oltre 1.000 ettari, ovvero 10

    kmq(1500 campi da calcio). Si tratta di unarea pi vasta dellintera fattoria Gaslini, corrispondente ad

    oltre il 10% della superficie totale del comune, con autorizzazioni per smaltire centinaia di migliaia di

    tonnellate di fanghi.

  • Particelle di Peccioli autorizzate allo spandimento fanghi negli ultimi 10 anni.

    Sebbene legale, luso agricolo dei fanghi comporta dei rischi per lambiente e la salute della popolazione.

    Certamente, quindi, non rassicurano le notizie di presunti illeciti commessi proprio nel nostro territorio. Nel

    gennaio 2012 le cronache di Pontedera sono scosse dalla notizia di una clamorosa indagine sullo

    spandimento di fanghi in Valdera, che costituisce un filone collaterale del cosiddetto scandalo CERMEC.

    Al centro di questo scandalo, insieme a decine tra pubblici funzionari, politici, amministratori di societ e

    imprenditori, sono i fratelli Del Carlo, titolari di Delca Spa, azienda dedita al trasporto e allo smaltimento

    rifiuti. I reati contestati vanno dal falso in bilancio allassociazione a delinquere, passando per: truffa ai

    danni dellUE, evasione fiscale, corruzione, concussione e abuso dufficio.

  • Il filone pisano, denominato indagine Pantalone, coinvolge in particolare lAssessore allAmbiente della

    Provincia, che secondo i magistrati avrebbe messo la propria carica politica al servizio dei Del Carlo e dei

    loro affari. Da alcune intercettazioni dei NOE di Firenze emerge uno scenario inquietante: i Del Carlo e un

    imprenditore pecciolese avrebbero riversato fanghi su terreni agricoli di Peccioli, Terricciola e Lajatico,

    violando sistematicamente la legge, con gravi rischi per lambiente e la salute umana. Ad aggravare il

    quadro sono una serie di intercettazioni dalle quali traspaiono le omissioni di controllo e le coperture verso

    gli imprenditori, anche mediante falsificazione di atti, da parte di vari funzionari pubblici. Per facilitare il

    passaggio dei camion che trasportano i fanghi sarebbe stata costruita una strada abusiva tra la discarica di

    Legoli e la zona di Monti. Secondo i NOE, a seguito di un esposto che denunciava labuso, il comandante

    della Forestale di Pontedera avrebbe avvertito limprenditore pecciolese degli imminenti controlli.

    Lufficiale si sarebbe inoltre adoperato insieme al comandante della Polizia Municipale e alresponsabile

    dellUfficio Tecnico di Peccioli, per predisporre la documentazione tecnico-amministrativa necessaria a

    sanare labuso. Da altre intercettazioni emerge che funzionari dellUfficio Ambiente della Provincia,

    addetti proprio al rilascio delle autorizzazioni per lo spandimento di fanghi, avrebbero fornito consigli ai Del

    Carlo al fine di evitare controlli o mitigare gli effetti sanzionatori dei rilievi contestati. Tutto ci per

    agevolare lattivit di spandimento di fanghi in violazione delle norme.

    Ma chi sono veramente i Del Carlo, e che tipo di affari conducevano negli anni 90? Il 7 aprile 2008 Gaetano

    Vassallo, il ministro dei rifiuti del clan camorrista dei casalesi, al servizio di capi come Francesco

    Bidognetti eSandokan Schiavone, racconta ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli

    come dall88 al 2005 centinaia di migliaia di TIR abbiano attraversato mezza Italia per sversare nel

    casertano una quantit incalcolabile di veleni di ogni tipo. Vassallo consegna ai magistrati un elenco preciso

    delle aziende del centro-nord (Pisa, Lucca, Montecatini Terme, Milano, La Spezia, Savona) che per ventanni

    hanno avvelenato la Campania. Tra queste, cita proprio la Delca, dei Del Carlo, da cui percepiva una

    somma mensile di quattro milioni di vecchie lire, soltanto per avere la disponibilit della discarica, e

    conferire i rifiuti. Ecco uno stralcio del verbale dellinterrogatorio di Vassallo:

    .OMISSISCATERINO Paolo mi fece conoscere il cugino, poich in quel periodo io avevo stipulato gi un

    contratto con unaltra ditta della Toscana, DELCA di DEL CARLO Candidino di Capannoni (LU) che mi dava

    una somma mensile di quattro milioni di vecchie lire, soltanto per avere la disponibilit della discarica, e

    conferire i rifiuti anche senza utilizzarla. Tale situazione dur per 5-mesi circa, In particolare le ditte che

    qui di seguito indico hanno conferito negli anni dal 1988 al 1992 nei siti da me prima indicati rifiuti solidi

    urbani, scarti delle cartiere tecnicamente denominati PULPER DI CARTIERA, e rifiuti speciali assimilabili agli

    urbani e rifiuti speciali nocivi classificati secondo la Legge 915/82: POOL ECOLOGIA s.r.l. di CARDELLA

    Francesco con sede in Lucca Ditta S.C.M. di MARZIO Venturino, con sede a Montecatini Terme (PT); Ditta

    individuale ZAVAGLI OLIVIERO con sede in Montecatini Terme (PT); Ditta F.lli VANNI, con sede a Viareggio

    (LU); Ditta DEL.CA. S.p.a. dei F.lli DEL CARLO a Capannori, Ditta IDECO s.r.l. con sede in Pisa; Ditta TRA.

    SFER. MAR. s.r.l di Ferdinando CANNAVALE di LA SPEZIA; Ditta ECOLOGIA 89 s.r.l. di CERCI Gaetano con sede

    a Casal di Principe (CE); Ditta individuale DI PUORTO Francesco con sede a Torre del Lago (LU); Ditta 3F.

    ECOLOGIA s.r.l. dei f.lli FORNACIARI con sede a Porcari (LU); Ditta COLUCCI APPALTI s.p.a. con sede a

    S.Giorgio a Cremano (NA); Ditta ECOGEST s.r.l. di COLUCCI Pietro con sede a S.Giuseppe Vesuviano (NA);

    Al di l di ogni considerazione sui suoi impatti sul nostro territorio, il comune di Peccioli fortemente

    caratterizzato dalla presenza della discarica. Ci che forse meno noto il fatto che, oltre ai rifiuti urbani

    destinati a Legoli, questo stesso territorio accoglie da molti anni anche rifiuti speciali: i fanghi da

    depurazione. E lo fa in quantit ben superiori agli altri comuni italiani e toscani. Quello dei fanghi

    diventato un business molto redditizio per gli agricoltori che li accettano, e che ricevono per questo

    rimborsi di 7-900 /Ha, risparmiando sulla concimazione (2-300 /Ha) e laratura (150 /Ha), tanto per dare

  • unidea del vantaggio competitivo rispetto a coloro che non si prestano a simili pratiche. Ma il business dei

    fanghi ancor pi redditizio per le societ che li spandono. Tra queste, quella che in passato ha fatto la

    parte del leone Delca SpA. A seguito dei guai giudiziari in cui sono incappati, Delca fallita e i Del

    Carlo sono stati rinviati a giudizio e pensare che gli stessi Del Carlo sono stati soci in affari di Belvedere

    Spa, costituendo nel 2006 la BD Ambiente SpA (Belvedere Delca), proprio per realizzare un impianto di

    trattamento dei fanghi! Ma gli affari di famiglia non si sono interrotti. Un figlio e un genero dei due fratelli

    risultano rispettivamente titolare e Amministratore Delegato di DC Green Srl, la societ che gestisce lo

    spandimento nella maggior parte dei terreni pecciolesi, dopo aver rilevato le autorizzazioni di Delca.

    Ovviamente linnesto di brillanti giovani non poteva non apportare significativi miglioramenti al business

    familiare. DC Green ha infatti ottenuto da pochi anni le autorizzazioni per smaltire, oltre a fanghi toscani

    d.o.c., anche quelli provenienti da fuori Regione, ad esempio dallimpianto di trattamento di Co.Im.Po. Srl.,

    societ del polesine che tratta liquami ed assurta tristemente allonore delle cronache lo scorso

    settembre, per la morte di quattro operai intenti a ripulire le cisterne con acido solforico.

    Se tutto questo vi sembra rassicurante, sappiate che per noi non lo affatto. Certamente ci sar chi ci

    accuser di aver stabilito un nesso forzato fra lo spandimento dei fanghi e la presenza di ben due discariche

    (Legoli e Chianni) sul nostro territorio, a distanza di pochi km. Ma un fatto che Peccioli e dintorni si

    trovino a sopportare da anni un carico ambientale ben superiore a quello di tanti altri comuni simili al

    nostro. E non un caso che lo spandimento avvenga in poche aree concentrate della Toscana, mentre nel

    resto della regione questa pratica sia pressoch sconosciuta. Quando si sceglie di imboccare un percorso

    opposto a quello della valorizzazione del proprio patrimonio agricolo e paesaggistico, quando si decide di

    puntare tutto su un business come quello dei rifiuti, che volenti o nolenti si trova a lambire aree grigie

    delleconomia, ai limiti della legalit, si finisce inevitabilmente per correre il rischio di veder trasformare il

    proprio territorio nella

    Terra dei Fanghi.