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CATERING SERVICE WITH A LIVE MUSICAL REPERTOIRE CuisineOpéra is a unique catering service that unites gastronomy and music in an unmatched passion for discovery and en- tertainment. The catering service led by Executive Chef Benoit Leclere and Chef/Tenor Davide Bazzali combines tra- ditional Italian cuisine with French classics and flare. The Bazzali - Leclere duo create custom menus that cater to the desires of their clients while also offering the possibility to pair the menu with a special live musical repertoire. CuisineOpéra is able to cover a wide range of events, from cocktails to wedding receptions to cor- porate team building. ®2015 CuisineOpéra. All rights reserved. info@cuisineopéra.com 514.555.1234 Latest Media Lorem ipsum dolor 2012-05-01 Lorem ipsum dolor sit amet, consec- tetur adipiscing elit. Vivamus facili- sis, mauris et fringilla suscipit, ante est...(read more) Lorem ipsum dolor 2012-05-01 Lorem ipsum dolor sit amet, consec- tetur adipiscing elit. Vivamus facili- sis, mauris et fringilla suscipit, ante est...(read more) Lorem ipsum dolor 2012-05-01 Lorem ipsum dolor sit amet, consec- tetur adipiscing elit. Vivamus facili- sis, mauris et fringilla suscipit, ante est...(read more) customize your MENU homepage The restaurant-boutique, Il Bazzali, offers a unique concept inspired by Italy, the native country of chef and tenor, Davide Bazzali. It is a chance to discover the rich and abundant flavours and smells of Italy! On site, you can eat mouth-watering homemade pastas, Italian panini sandwiches, risottos, delectable des- serts, and discover a daily menu where fresh- ness is key. In a rush or exhausted after a long day of work? Stop over for a quick coffee and take home a fresh or frozen meal of the day, for lunch or dinner, all packaged in eco-friendly containers. - 285 Beaubien E. Montréal, QC H2S 1R7 1680 x 1050 514.555.1234 [email protected] FR CATERING MUSICAL ENSEMBLES GALLERY OUR TEAM EVENTS/CLASSES MEDIA/PRESS CATERING MUSICAL ENSEMBLES GALLERY OUR TEAM EVENTS/CLASSES MEDIA/PRESS

Viale Carducci, 71 – 55049 VIAREGGIO (Lucca) 28 …fondazionemariavaltorta.info/files/file/Newsletter/Maria Valtorta... · radiestesia medica corredato di elementi di anatomia,

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Maria Valtorta e lo spiritismoMaria Valtorta e lo spiritismoMaria Valtorta e lo spiritismoMaria Valtorta e lo spiritismo 2222

Le citazioni necessarie non sono ancora terminate.

Sul nostro tema diventano riferimenti essenziali

quelle che ha ricordato Marta Diciotti sia in «Una

vita con Maria Valtorta» che in «Ricordi di donne che

conobbero Maria Valtorta», ambedue editi dal

Centro Editoriale Valtortiano. Ricordo che Marta

Diciotti entrò in casa Valtorta il 24 maggio 1935 e

non ne venne più via. Poco alla volta divenne aiuto,

amica e famiglia, anzi vera sorella di Maria Valtorta.

L’abnegazione sua fu totale. La servì fino alla morte e

poi continuò come erede principale, fino alla propria

morte avvenuta lunedì 5 febbraio 2001.

L’avversione allo spiritismo di Maria Valtorta è uno

stato acquisito stabile. Il catechismo glielo ha

trasmesso e non l’ha mai abbandonato. Anzi è

cresciuto a dismisura man mano che ha dovuto

combatterlo. Qui siamo nel 1920 e per quanto lo

spiritismo aleggi nella casa dove è ospitata, mai ne

ha simpatia. La repulsione è sempre totale:

«Così, parlando di questi argomenti, mi viene in

mente un altro piccolo episodio raccontatomi da lei

più volte (non so se sia anche nell’Autobiografia, ora

non me lo rammento, ma lo cercherò), che ebbe luogo

Viale Carducci, 71 – 55049 VIAREGGIO (Lucca)

- NEWSLETTER N° 19 28 MARZO 2017

Marta Diciotti, fedele aiutante

e confidente di Maria Valtorta,

divenne anche lei Terziaria

dell’Ordine dei Servi di Maria

Don Ernesto Zucchini, presidente

della Fondazione Maria Valtorta,

condurrà la trasmissione radio-

fonica:

Maria Valtorta: Persona e Opera

Appuntamento sulle frequenze di

Radio Maria a partire dalle ore

12,30 di Venerdì 7 Aprile 2016.

I radioascoltatori potranno inter-

venire in diretta telefonando al

numero 031 610.610

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a Reggio Calabria quando Maria era ospite dei suoi

cugini Belfanti, nel loro albergo. Era capitato colà uno

spiritista, un indovino, un chiromante, non so con

precisione cosa fosse e come si qualificasse lui stesso.

Era famoso, mi pare, e mostrò alla cugina Clotilde un

interesse particolare per Maria. Mentre era con lui,

Clotilde la vide, la chiamò e su per giù le disse:

«Questo signore avrebbe da dirti qualche cosa, anzi

molte cose. Ascoltalo, ché possono interessarti per il

tuo futuro». Ma essa, istintivamente avversa ad ogni

pratica di questo genere, rispose ben decisa: «No. Non

ho bisogno di sapere niente. Perché se si tratta del

passato io lo conosco. Il presente lo vivo. Il futuro è

nelle mani di Dio». A me pare che difficilmente si

possa essere più avversi di così allo spiritismo».

(ALBO CENTONI, Ricordi di donne che conobbero Maria Valtorta,

Centro Editoriale Valtortiano, Isola del Liri (FR) 1998, p. 284).

Altro episodio ricordato da Marta Diciotti in cui

l’avversione di Maria Valtorta è chiarissima. Notate

come le risposte di Maria Valtorta sono esattissime,

ma questi personaggi hanno creduto vero l’inganno

in cui sono caduti. Oltre tutto dovevano non

conoscere la dottrina perché credere che Santa

Comunione e Santa Messa infastidiscono le anime

del purgatorio è semplicemente contradditorio:

« Dunque, fra la casa dei Mencarini e la nostra si

erano installati questi chiromanti che ricevevano

parecchie persone; per cui in quel salotto, con la

porta-finestra sulla strada, c'era del movimento.

Maria, come al solito, soffriva spiritualmente e

fisicamente per questa vicinanza, ma non poteva far

altro che opporvisi con la preghiera. Una notte, poi,

mentre ella era sprofondata nella sua intensità di ora-

zione, forse anche con l'esorcismo, di là successe un

PREGHIERA

Per chiedere a Dio

il riconoscimento

pubblico delle virtù

di Maria Valtorta

O Dio,

Misericordia infinita

ed eterna,

che in Maria Valtorta,

umile tua creatura,

hai manifestato le meraviglie

del tuo amore,

glorifica questa tua figlia

che ha accettato di unirsi

alla Passione del tuo Figlio

fino alla consumazione totale

in un letto di dolore.

O Signore

d'inesauribile bontà

che l'esempio di vita

della tua ancella,

la sua testimonianza eroica,

la perseveranza fino

al dono totale,

converta il cuore dei

peccatori accenda l'amore

dei tiepidi, faccia divampare

la carità in tutti.

O Signore

che hai unito al Cristo,

Uomo-Dio, quale sposa

crocifissa, Maria Valtorta,

fa che la santa Chiesa,

riconosca le sue virtù

e la sua missione

e la porga a tutti i fedeli

come modello da imitare,

e a cui chiedere

l'intercessione presso di Te.

Per Cristo Nostro Signore.

Amen.

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Padre Corrado M. BertiPadre Corrado M. BertiPadre Corrado M. BertiPadre Corrado M. Berti dell’Ordine dei Servi di Maria, nasce a Firenze il 17 marzo 1911. A soli 15 anni entrò nell'Ordine iniziando il Novi-ziato presso il Convento di Monte Senario. A Roma compì gli studi filosofici e teologici, fu ordinato sacerdote nel ‘34. Laureatosi nel 1939 cominciò l'insegnamento della teologia sacramentaria, presso la Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» nella quale tenne lezioni per oltre trent'anni. Intensa anche la sua attività pastorale a favore dei più deboli ed emarginati, prima come cappellano dell'ospeda-le dermatologico romano san Gallicano e poi attraverso un interessamento assiduo e di-screto per i casi più disperati. Nel quadro dell'impegno pa-storale di padre Berti si collo-ca il caloroso sostegno dato alla divulgazione delle volumi-nose pubblicazioni degli scritti di Maria Valtorta. Padre Berti si spegne per crisi cardiaca il 15 dicembre 1980. La salma di padre Berti, secondo un suo esplicito desiderio, è stata tumulata nel Cimitero di Monte Senario. (fonte: sito ufficiale O.S.M).

pandemonio con trambusto e baccano. Gli affittuari si

risentirono fieramente con quegli strani inquilini e ben

presto due tipi vennero a suonare alla nostra porta.

Io andai ad aprire e mi sentii dire:

«Noi dobbiamo andarcene. Qui non ci si può stare.

Noi parliamo con le anime del Purgatorio, ma bisogna

andar via, perché lì accanto c’è una che tutte le

mattine va alla messa e fa la comunione, e di qua c’è

una che vede il Signore».

«Scusi, eh! ma come fa lei a saper queste cose?».

«Eh, lo so, lo so, lo sappiamo! Son le anime del Purga-

torio che ce lo dicono».

«E non piuttosto quelle dell’Inferno? Se fossero quelle

del Purgatorio non vi sarebbero contrasti, e voi

stareste bene qui. Ma non è invece il demonio ed i suoi

amici che voi andate stuzzicando?».

E così sgomberarono e partirono. Era forse il 1946:

dico forse perché poteva essere il 1945, sul finire». (Ibid. pp. 285-286).

Un capitolo del libro «Una vita con Maria

Valtorta» contiene vari elementi importanti perché

ricordano che Maria Valtorta fu «verificata» anche

con la radioestesia. La radioestesia non è né

spiritismo né magia. Ma non è neppure scienza. Non

è riproducibile a volontà e non rispetta leggi

universalmente chiare. E non è neppure teologia.

Siamo nel paranormale incerto, anche se, a volte, con

risultati eclatanti. Non serve essere del CICAP

(Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazio-

ni sulle Pseudoscienze) per essere diffidenti e

rifiutare la radioestesia come prova a qualsiasi titolo.

Nelle migliori delle ipotesi è un carisma/dono rice-

vuto personalmente e dal singolo solo utilizzabile:

«… sì, furono fatte delle prove di radioestesia sugli…

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Scritti. Ed i radioestesisti furono vari. Ve ne fu uno,

forse il primo, non so, il quale fece una netta distinzio-

ne fra chi dettava e chi scriveva. E forse fu lui stesso,

od un altro, non saprei, a dire che si trattava di due

persone vive (Maria non era ancora morta in quel

tempo. Gesù poi... non credo che vi sia un vivente più

vivo di Lui da quando è risorto dai morti). Questo

esperimento è stato rifatto anche dopo la morte di lei:

ed allora è risultato che vivente era la persona che

dettava e morta quella che invece scriveva.

Come ho detto, queste esperienze furono fatte da più

d'un radioestesista e fra questi c’era un padre gesuita,

tanto entusiasta degli Scritti: il Padre Bortone». […]

«Lo rividi a Roma sei o sette anni fa in occasione delle

due conferenze che si tennero su Maria Valtorta alla

Fiaccola: ad una egli sicuramente intervenne, ma mi

sembra a tutte e due. E vi intervenne non come

spettatore passivo che ascolta, bensì molto attivamen-

te, parlando con ricchezza di particolari dei suoi

esperimenti suggestivi fatti col suo pendolino, di cui si

servono i radioestesisti. Egli è infatti un radioestesista

molto potente e assai noto in Italia, come mi è stato

detto. La serietà di quell'uomo, che ha trascorso tanti

anni in Cina come missionario, mi è apparsa univer-

salmente riconosciuta da tutti coloro che lo hanno

frequentato e che io ho avuto l'occasione di avvicinare.

Sembra che sia un radioestesista eccezionale»…

«Egli sta a Sant’Andrea al Quirinale. Mi pare che

quella sia la sua sede. So che s’incontrava anche col

professor Ferri». (ALBO CENTONI, Una vita con Maria Valtorta,

Centro Editoriale Valtortiano, Isola del Liri (FR) 1987, pp. 312-313).

Da qui apprendiamo che i radioestesisti furono vari.

Ne vengono citati due: il dottore Viti-Mariani che

Padre Padre Padre Padre Fernando BortoneFernando BortoneFernando BortoneFernando Bortone Nasce a Fondi (Latina) il 13 dicembre 1902, prima di consacrarsi a Dio studia inge-gneria all'Università di Roma e poi presta servizio militare nell'arma di artiglieria. Entrò nei gesuiti e si laureò in filosofia nella Pontificia Università Gregoriana. Missionario, recatosi in Cina, per diciotto anni si dedicò al l'evangelizzazione e allo stu-dio delle religioni orientali. Padre Gesuita, professore di Filosofia e Radioestesia medi-ca, missionario in Cina, confe-renziere e autore di opere di storia, linguistica, filosofia, morale, poesia (in italiano e in cinese), membro della Croce Rossa cinese, è stato chiamato a far parte di numerose accademie naziona-li e internazionali ed ha rice-vuto ampi riconoscimenti dai governi italiano e cinese. Fu pioniere della radioestesia medica e per il suo valore ricevette nomine prestigiose come quella di Commendato-re della Repubblica Italiana e quella di Cappellano dei Cavalieri Templari di Malta. Esperto di medicine orientali e di radiobiologia, è stato nominato libero docente di Radioestesia Medica dal l’Accademia Gentium "Pro pace" e socio onorario dell’Ac-cademia Lancisiana di Roma. Si è occupato dell’utilizzo del pendolo in campo medico, pubblicando un testo fonda-mentale: "La Radiestesia Ap-plicata alla Medicina". Un manuale teorico-pratico di radiestesia medica corredato di elementi di anatomia, fisiologia e biologia umana.

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distingue tra chi detta e chi scrive e se le persone

sono morte o vive; e padre Bortone ovvero padre

Fernando Bortone gesuita che ha pubblicato un testo

dedicato al tema: «La Radiestesia Applicata alla

Medicina» edito da Vannini nel 2006.

Aggiungo questa riflessione di Marta Diciotti:

«In un certo senso potrei dire che se ne fece

promotore e protagonista il Padre Berti, il quale evi-

dentemente, nella sua... diciamo ottusità psicologica,

andava cercando delle prove concrete che io penso

avrebbe potuto trovare chiarissime, e con tanta

semplicità da parte sua, sulle pagine che andava

annotando, sì, ma forse il più delle volte con miope

sguardo. Del resto non so fino a che punto si possa

fargliene una colpa». (Ibid. p. 312).

La responsabilità dunque fu di padre Corrado Berti.

Con la sua autorità di teologo ottenne di potersi

servire di radioestesisti confidando che potessero

dare delle prove universali per l’Opera Valtortiana.

Evidentemente Michele ed Emilio Pisani, gli editori,

si fidarono dell’autorità di padre Berti e acconsenti-

rono a tutte le sue richieste.

Ma che cos’è la radioestesia? Tralasciamo di citare

cosa ne pensa il CICAP perché la stronca senza

misericordia come superstizione o cosa simile.

Mi servo d’una enciclopedia che cerca di oggettivare

tutto il paranormale ammettendolo reale, ma ne

scrive, qualche volta, anche i gravi errori:

«Con questa parola […] vennero distinte, tra la fine

del secolo scorso [1800] e l’inizio dell’attuale [1900],

alcune manifestazioni percettive, ascrivibili a fenome-

ni di chiaroveggenza, che consistono nella percezione

della presenza di varie sostanze, quali acqua, petrolio,

Il termine RadiRadiRadiRadiooooestesiaestesiaestesiaestesia deriva dalla fusione di radius (raggio) e àistesis (sensibilità), quindi letteralmente significa “sensi-bilità alle radiazioni”. Si basa su un principio ben evidenziato da Padre Fernan-do Bortone, uno dei più valenti radiestesisti italiani: «...il fenomeno radiestesico è basato sul principio che ogni corpo, oltre ad emettere le proprie radiazioni, viene, per così dire, bombardato da quelle emesse dagli altri corpi vicini e lontani. Di conseguen-za ogni essere umano in relazione con gli altri esseri forma un complesso nel quale si distinguono le parti seguen-ti: ente radiante persona rice-vente – cervello selezionante e amplificante – apparecchio evidenziatore».

Il radioestesista normalmente utilizza, per le sue ricerche, pendoli e forcine rabdomanti-che. Questi strumenti non sono altro che degli amplificatori delle sue reazioni mentali e neuromuscolari e a seconda della convenzione che egli ha stabilito tra la sua parte mentale ed il movimento dello strumento egli riceverà delle informazioni atte a conoscere, durante le sue indagini, la natura delle frequenze recepi-te riuscendo a decodificarle. La capacità di percepire le radiazioni è un patrimonio naturale di ogni persona, anche se varia da individuo ad individuo, allo stesso modo in cui variano tutti gli altri parametri personali.

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metalli, oggetti vari, cadaveri ecc., per mezzo dell'uso

e delle vibrazioni di una speciale bacchetta, o dei

movimenti oscillatori o rotatori di un pendolo, tenuti

nelle mani di particolari individui che, per questo,

vennero indicati col nome di radioestesisti. […]

Il termine radioestesia fu coniato a seguito dell'ipotesi

che il fenomeno dipendesse da particolari radiazioni o

emanazioni provenienti dalle sostanze cercate o dagli

oggetti che costituiscono il materiale di indagine.

Questa teoria fu avanzata nel Settecento, quando

venne in auge il concetto di magnetismo, ma si

dimostrò ben presto errata alla prova dei fatti e delle

osservazioni, quando si constatò che risultati

favorevoli si ottenevano anche quando pendolo o

bacchetta venivano usati non sul luogo della ricerca

sperimentale, ma anche in altri ambienti o addirittura

su fotografie o carte topografiche o geografiche. La

bacchetta e il pendolo sarebbero dunque dei semplici

«appoggi», come li definì l’Osty, o dei «rivelatori» o

«innescatori», senza presentarsi come elementi

sostanziali del fenomeno, pur agendo da catalizzatori.

[…] L’interpretazione attuale della radioestesia è

sostanzialmente paranormale ammettendo ancora

ignote facoltà percettive che restano fino a oggi al di

fuori delle nostre possibilità di rivelazione o di

dimostrazione». (AA.VV. Para: Dizionario Enciclopedico, Armenia Editore, Milano 1986,

pp. 812-814)

Dunque l’enciclopedia favorevole al paranormale

ammette ignote le cause e certamente non dipen-

denti dallo strumento usato, bacchetta o pendolo,

ma quanto succede, se succede, è dovuto all’abilità o

al carisma/dono del radioestesista. Valore scientifico

(riproducibile a piacimento)? Nessuno! Chiediamoci:

Questa tecnica è impiegata ancora oggi: con l’ausilio di un pendolino, una mappa topo-grafica ed un testimone l’ope-ratore esperto può mettersi in contatto a distanza con delle energie, e quindi ricercare un individuo o un animale scom-parso, o scoprire l’ubicazione di acque sotterranee.

Sorge quindi una domanda sul motivo per il quale padre Berti ritenne necessario portare, in casa di Maria Valtorta, degli esperti di radioestesia. Che cosa stavano cercando con i loro pendolini ? Marta Diciotti nel libro «Ricordi di donne che conobbero Maria Valtorta», a pagina 229, oltre a rivelare il nome dell’altro radiestesista, (si trattava del dott. Viti-Mariani soprannominato al l’epoca il “radar umano"), ci testimonia come questi esperimenti furono condotti proprio nel tentativo di scopri-re l’esatta ubicazione della tomba di San Pietro. Maria Valtorta, infatti, era a conoscenza del luogo dove il primo papa era sepolto. Aveva ricevuto delle visioni ma il Signore gli aveva chiesto di non rivelarlo a nessuno. E così Maria Valtorta ha custodito questo segreto senza mai svelarlo. Il tentativo del dott. Viti-Mariani fu quello di stendere una cartina di Roma vicino al letto di Maria Valtorta e di cercare il luogo della tomba con il pendolino. L’esperimento fallì perché la cartina finiva prima del luogo attuale della tomba…

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a livello teologico può essere utilizza-

to come prova convincente di un

certo fatto o di una certa tesi

teologica? No. Anche fra i teologi, ieri

come oggi, non viene neppure preso

in considerazione. Anzi chi se ne

servisse a scopo dimostrativo di una

certa verità sarebbe semplicemente

ridicolizzato.

Marta Diciotti parla dell’avversione

grave di Maria Valtorta per lo spiritis-

mo accennando ad un personaggio

che dovremo riprendere dopo e ben

più a lungo:

«Infine, […] desidero ricordare che

sulla fortissima avversione di Maria

contro tutto ciò che sapeva di occu-

ltismo, spiritismo, ecc., testimoniai

già il 19-20 giugno 1979, quando ero

ben lontana dall'immaginare che

qualcuno potesse accusarla di sentire

attrazione per queste cose. Senza

stare a dilungarmi, ché l’ho fatto

sufficientemente in quell’occasione,

riassumo che narrai di certi disturbi di

cui Maria soffrì per varie notti di

quello che fu il suo ultimo inverno,

cioè dei primi mesi del 1961, quando

essa ormai non parlava più, avendo

offerto tutto di sé. Aggiungerò che in

conseguenza di certe informazioni

datemi dal Padre Berti, venuto qui in

visita, e concernenti certi esperimenti

fatti a Roma, in quelle precise notti,

dal dottor Raffaele con dei manoscritti

valtortiani, io dedussi con sicurezza

che i disturbi di Maria erano causati

da essi. E concluderò che a distanza di

quasi cinque anni e mezzo dalla mia

interpretazione non ho affatto cam-

biato parere. Inoltre io narrai come,

con mio grande imbarazzo, Maria

aveva cacciato via il dottor Luciano

Raffaele e, con lui, tutta la “para-

psicologia”, della cui società egli era il

segretario generale. Poche invero

erano le parole che essa disse sporadi-

camente in quegli ultimi tempi della

sua vita, ma quel “vai via!”, affiorato e

ripetuto nel suo silenzio, mi è rimasto

ben scolpito nella mente, anche per-

ché, senza che magari me ne rendessi

conto lì per lì, esprimeva ancora la sua

avversione contro tutto ciò che sapeva

di magia o di paranormale». (ALBO CENTONI, Ricordi di donne che conobbero

Maria Valtorta, Op. Cit., pp. 286).

Come, già fin d’ora, non condivide-

re queste parole di semplice logica,

ma vera, di Marta Diciotti?

«A questo punto, con tardiva

riflessione, mi trovo a domandarmi:

con quale saggezza, con quale buon

senso il povero Padre Berti volle

mescolare gli Scritti con la “para-

psicologia”? è mai riuscito quel pover’

uomo a capire Maria nelle sue pro-

fondità? ad intuire un po’ le meraviglie

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che il Signore aveva realizzato in lei? sarà mai egli

riuscito a crederle, anche se lo affascinava la “sintesi

teologica” che scopriva negli Scritti? Ed infine: perché

restava ed è sempre rimasto attaccato alla causa

valtortiana? per semplice ambizione? per la vanità di

distinguersi ed esser ricordato? Maria non aveva una

grande ammirazione per il Padre Berti e, purtroppo,

nemmeno un’assoluta fiducia. Ora io, dopo tanti anni,

faccio queste riflessioni con pietà e dolore per entram-

bi: per il Padre che è morto e per Maria che io vedo

sempre più sola, quando ripenso a lei». (Ibid. p. 288).

La domanda che Marta Diciotti si pone verso

padre Corrado Berti non posso che condividerla.

Com’è stato possibile per lui confondere i piani

mischiando rivelazione canonica, rivelazione privata,

spiritismo e parapsicologia? Ma non era teologo?

Non insegnava al Pontificia Facoltà Teologica

«Marianum» di Roma? Immaginava di fondere la

teologia con lo spiritismo? Come ha potuto pensare

che personaggi come il Card. Alfredo Ottaviani (pro-

Prefetto del Sant’Uffizio com’era chiamato prima che

il beato Paolo VI istituisse la Congregazione per la

Dottrina della Fede di cui divenne Prefetto),

lasciassero passare sotto silenzio o addirittura appro-

vassero, un’opera sponsorizzata come spiritica?

Un mistero? In parte, perché proprio il Dott. Luciano

Raffaele ci suggerirà la nebbia teologica in cui hanno

pensato, lui e padre Berti, di mettere gli scritti

Valtortiani.

Proseguiamo la prossima volta.

Don Ernesto Zucchini

P.S. Tutti i testi di Maria Valtorta sono Editi da:

«Centro Editoriale Valtortiano, Isola del Liri,(FR)».

FONDAZIONE MARIA VALTORTA viale Carducci, 71

55049 VIAREGGIO (Lucca)

[email protected]

Tutti i video che

documentano

i lavori e gli interventi

dei relatori del

PRIMO CONVEGNO

VALTORTIANO

INTERNAZIONALE

di Forte dei Marmi,

che si è svolto il

22/23 ottobre 2016,

sono disponibili sul sito

online della Fondazione

Maria Valtorta:

www.fondazionemariavaltorta.it