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VII ISTITUTO COMPRENSIVO “S. Camillo” PADOVA BIODIVERSITA’- ALIMENTAZIONE E INTERCULTURA Parchi Regione Veneto - progetto "A Scuola nei Parchi". CLASSI: 4° B-C SCUOLA PRIMARIA “FERRARI”. A.S.2013/2014

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VII ISTITUTO COMPRENSIVO “S. Camillo”

PADOVA

BIODIVERSITA’- ALIMENTAZIONE E INTERCULTURA

Parchi Regione Veneto - progetto "A Scuola nei

Parchi".

CLASSI: 4° B-C SCUOLA PRIMARIA “FERRARI”.

A.S.2013/2014

In una prima fase di lavoro gli alunni delle classi IV B e IV C della scuola primaria "Ferrari" (7° I.

C.) di Padova sono stati invitati attraverso la tecnica del brainstorming ("tempesta di idee") a riferire

le associazioni mentali collegate alla parola biodiversità.

Raccolte le idee emerse, si è proceduti in piccoli gruppi di apprendimento cooperativo a ricercare

informazioni più tecniche e scientifiche sull'argomento attraverso alcuni testi forniti dai docenti.

Quanto emerso dal lavoro di ricerca è scritto di seguito:

Il termine “biodiversità” appare nella letteratura scientifica internazionale del secolo scorso,

diffondendosi con una straordinaria rapidità. Usato per la prima volta dallo scienziato americano

Walter G. Rosen nel settembre 1986. La diversità biologica si riferisce alla varietà degli organismi

viventi e alla variabilità che esiste sia tra essi sia tra i complessi ecologici in cui essi si trovano.

Essa può essere definita come numero e frequenza di oggetti diversi, organizzati a molti livelli.

Perciò, il termine comprende diversi ecosistemi, specie, generi e la loro abbondanza relativa. La

“bio-diversità”, che è il risultato della contrazione in una sola parola dell’espressione “ diversità

biologica”. I tre principali livelli in riferimento ai quali, fino ad oggi, si è cercato di studiare e,

soprattutto, di conservare la biodiversità, sono quelli di variabilità genetica all’interno di ogni

specie, la ricchezza di specie viventi e la varietà degli ecosistemi esistente. La biodiversità non

rappresenta la semplice somma del numero di specie che popolano il nostro pianeta, ma ne è

anche l’indice di “co-evoluzione”: un indicatore del modo con cui tutte le specie che popolano un

determinato ecosistema si sono evolute assieme, reciprocamente influenzandosi e influenzando

l’ambiente circostante.

Una vera società è quella che ha imparato a conservare la biodiversità. La cultura della diversità è

la condizione essenziale della pace e di una società umana.

Educare alla “diversità” vuol dire allora creare le condizioni formative in cui sia possibile , per il

soggetto in formazione la propria idea di “sistema di sistemi”, partendo da una riflessione su se

stesso, recuperando e valorizzando il proprio sistema di riferimento, ovvero le esperienze che

costituiscono il suo patrimonio sociale e ambientale.

Studiare la biodiversità ha un valore formativo: se si mette ogni persona nelle condizioni di

conoscere e amare il proprio ambiente, meglio opererà in esso con responsabilità anche nella

dimensione sociale, poiché avvertirà l’esigenza di un operare solidare per dei valori condivisi.

Fondamentale è la realizzazione di programmi e percorsi di educazione ambientale in un’ottica

interculturale, che possano favorire una rappresentazione dinamica e reticolare comportamento

dell’uno negli equilibri ecologici degli ecosistemi naturali e nel modo di vivere quotidiano (della

conoscenza).

Dopo tale ricerca e condivisione della stessa con entrambe le classi, sempre attraverso la tecnica

del Cooperative Learning, gli allievi guidati dai docenti, hanno realizzato un power point attraverso

l'"incastro" di immagini e informazioni riguardanti l'ambiente acquatico che avrebbero visitato il 13

aprile 2014: Valle Millecampi (Codevigo, Venezia), un ambiente acquatico lagunare. Nella

rielaborazione delle informazioni si è tenuto conto delle informazioni date dalla guida naturalistica

qualche settimana prima dell'uscita.

Il power point realizzato è di seguito illustrato.