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ANNO XIV _ N. 2 INTERVISTA ANTONIO SPINELLI: “VEDO L’ ITALIA IN FINALE AI MONDIALI DI LIGNANO SPORT UN ROMANO PER I DOLPHINS ANCONA L ’ ATTESA CORTESE... MENTE EDITORIALE EPPUR (QUALCOSA) SI MUOVE Pubblicazione semestrale della sezione U.I.L.D.M. di Ancona - ONLUS - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n. 46) Art. 1 comma 2 D.C.B. Ancona UILDM

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rivista della sez. uildm di ancona anno 2009 numero 2

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ANNO XIV _ N. 2

INTERVISTA ANTONIO SPINELLI: “VEDO L’ ITALIA IN FINALE AI MONDIALI DI LIGNANO

SPORT UN ROMANO PER I DOLPHINS ANCONA

L’ ATTESA CORTESE... MENTE

EDITORIALE EPPUR (QUALCOSA) SI MUOVE

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Semestrale della Sezione di Ancona della UILDM

Via M. Bufalini, 3 - 60023 Collemarino (AN)Tel. 071887255 - Fax 071912422e-mail: [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Ancona del 15/11/95 iscritta al n. 35 del registro periodici

Direttore responsabile: Giovanni Marcelli

In redazione:Massimo CorteseRoberto FrulliniSimone GiangiacomiAngelo LaroccaStefano Occhialini

Progetto graficoe impaginazione:Cooperativa sociale Oblò Monte S. Vito (AN)

Foto di copertina:Fonte Dolphins

Stampa:Tipografia Stampa Nova Jesi

DICEMBRE 2009

EditorialeEppur (qualcosa) si muove

IntervistaAntonio Spinelli “Vedo l’Italia in finale al Mondiale di Lignano”

Sport Buone indicazioni dal “4° Torneo dell’Amicizia”

Da poco avviata la stagione 2009/2010

Un romano per i Dolphins Ancona!

Attività Associazione Telethon e U.I.L.D.M. Ancona ancora insieme

IncontriAd Osimo, nel mese di ottobe,un seminario sulla disabilità Fondazione PaladiniLa Fondazione Paladini dona tre saturimetri all’Ospedale “Umberto I”

Grande successo della cena di beneficenza “Il Gusto della Solidarietà”organizzata dalla Fondazione Paladini

Cortese...menteL’attesa

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EPPur (quAlCoSA) SI muovE...

Editoriale

Queste due organizzazioni, che rappresentano la quasi totalità del movimento associativo italiano per i diritti delle persone con disabilità, hanno dato vita ad interessanti incontri con i disabili, i loro familiari ed esponenti delle istituzioni, focalizzan-do il dibattito su temi quali l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità messa a dura prova da provvedimenti che hanno di fatto tagliato le ore di sostegno. Si è parlato anche di diritto al lavoro dei disabili, diritto che dovrebbe essere garantito dalla legge 68/99, ma che purtroppo non è favorito da al-cune misure che in realtà disincentivano l’accesso al lavoro dei disabili stessi.Il quadro generale, in definitiva, non è rose e fiori, ma non è neppure tutto da buttare. Forse, anche nel nostro paese, abituato a predicare bene e a razzolare male, si comincia a capire che la realtà della disabilità ha una sua dignità. E - perché no? - un peso politico as-solutamente rispettabile. Buon Natale e felice 2010!

Giovanni Marcelli

Cominciamo, una volta tanto, con le buone notizie. In tempi di vacche magre, per non dire magrissi-me, la Regione Marche stanzia un contributo di 1.750.000 € a sostegno della domiciliarità per i disabili. Che significa concretamente? Significa in pratica che dovrebbero essere potenziati – la delibe-ra regionale a riguardo (n° 1765 del 2/11/2009) adot-ta i verbi “mantenere, incrementare, ottimizzare” - i servizi e gli interventi a domicilio in aiuto ai disabili, siano essi di carattere prettamente domestico o, più in generale, educativo. E’ un risultato di fondamen-tale importanza per la vita quotidiana di tante per-sone con handicap, ascrivibile alla determinazione mostrata dal CAT (Comitato Associazioni Tutela) che riunisce 45 associazioni la cui ragione sociale è proprio quella di offrire un aiuto e un’opportunità a coloro che devono convivere con la disabilità. Lo strumento utilizzato dal CAT per ottenere questo contributo pubblico è stato una petizione indirizzata al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore ai Servizi Sociali. A quanto pare, dun-que, la richiesta ha avuto un esito positivo, seppure non manchi qualche piccola ombra. Due, in parti-colare, gli aspetti che rischiano di suscitare qualche perplessità: in primo luogo la mancata previsione di un finanziamento regionale dedicato specificamen-te alla assistenza personale autogestita dei disabili e, oltre a questo, il fatto che il contributo economi-co suddetto verrà erogato direttamente ai Comuni i quali, si sa, stanno patendo in questi ultimi anni consistenti tagli dagli enti che li sovraintendono (Stato centrale in primis). Il timore, che si spera possa essere presto fugato, è che questi soldi non vengano tradotti in reali benefici per gli utenti finali. L’iniziativa della Regione Marche, comunque, può essere letta come un segnale incoraggiante per tutto il mondo della disabilità, che in Italia, va detto, è ancora poco considerato e tutelato. Una denuncia, questa, rinnovata poche settimane fa in occasione delle Giornata Internazionale ed Eu-ropea delle Persone con Disabilità, promossa dalla F.I.S.H. (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e la F.A.N.D. (Federazione tra le As-sociazioni Nazionali dei Disabili).

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Intervista

“vEDo l’ItAlIA In FInAlE Al monDIAlE DI lIgnAno” Conosciamo meglio Antonio Spinelli, presidente nazionale della F.I.W.H.

Se la F.I.W.H. (Federazione Italiana Wheelchair Hockey) ha acquisito una sempre maggior visi-bilità ed importanza nell’ambito dello sport per disabili una buona parte di merito va ascritta an-che al suo presidente, Antonio Spinelli. Milanese, 45 anni, sposato con due figlie, Antonio Spinelli è da tempo presente nel movimento del wheel-chair hockey e, più in generale, nel mondo della disabilità. D’altronde, da ormai 23 anni, lavora in qualità di operatore socio-sanitario presso la Fondazione “Don Gnocchi” di Milano; per quel che riguarda l’hockey su carrozzina, poi, è un personaggio stimato e co-nosciuto da anni nell’am-biente, avendo svolto per questo sport il ruolo di arbitro (oltre che nel cal-cio), prima di ricoprire l’attuale carica di presi-dente della F.I.W.H. Una responsabilità, quest’ul-tima, che accompagna Spinelli dal 1999, quando decise di candidarsi per la prima volta; ora è al suo terzo mandato. “Nel ‘99 la mia avventura alla presidenza della F.I.W.H. cominciò quasi per caso, anche se già, in qualità di arbitro, ero uno degli ‘ad-detti ai lavori’. In realtà fui spronato a candidar-mi dalla squadra di Mila-no, così, di punto in bianco, decisi di ‘but-tarmi’. E adesso, eccomi ancora qua.”

Quali sono le ragioni per cui ha fatto questa scelta? “Dieci anni fa l’hockey si carrozzina in Italia era an-cora agli albori e pativa grosse carenze strutturali. La

visibilità poi era praticamente inesistente. Il mio in-tento dunque era di far uscire questo sport dall’ano-nimato, allargando anche la base dei praticanti e delle squadre presenti sul territorio. Mi pare che qualche risultato positivo sia stato ottenuto, non foss’altro che oggi risultano iscritte al campionato nazionale il doppio delle squadre rispetto al 1999. In più l’anno prossimo, a novembre, l’Italia avrà l’onore di ospitare il Campionato del Mondo a Li-gnano. Mi sembra che questi due dati siano, di per sé, molto significativi. Vi sono anche altri motivi per cui potersi dichiarare soddisfatti, ovviamente, ma è

anche giusto pensare a ciò che dev’essere ancora fatto.”

A tal proposito, com’è cam-biato – anche tecnicamen-te - il wheelchair hockey da dieci anni a questa parte?“Questo sport si è molto evoluto nel corso di pochi anni. Gradualmente, oltre ad aumentare il numero delle squadre su tutto il territorio italiano, è cresciuto anche il livello tecnico del campiona-to nazionale, che infatti ades-so tende ad essere piuttosto equilibrato. Un equilibrio, come si dice in gergo, verso l’alto. E’ stato anche affinato l’aspetto regolamentare del wheelchair hockey, a comin-ciare dalle norme per la tutela

degli atleti e a quelle per l’assegnazione dei punteggi, che determinano il coefficiente psicofisico dei sin-goli atleti e, quindi, in generale, delle varie squadre.”

Tuttavia, anche quest’anno, immancabili sono state le po-lemiche sull’assegnazione dei punteggi. Cos’è stato fatto per

evitare il rischio di un’eccessiva discrezionalità nell’appli-cazione di questo strumento normativo ed è possibile uni-formare meglio questo sistema al contesto internazionale?“Prima dell’avvio della stagione attuale è stata appo-sitamente costituita una commissione medica, del tutto indipendente dai club, che ha precisamente il compito di vagliare le caratteristiche psicofisi-che individuali di ogni atleta e assegnare, in base a questo, i diversi punteggi. Certo, non escludo che ci possa essere stato a riguardo qualche erro-re di valutazione, ma è altrettanto vero che questa procedura è assai più seria del vecchio metodo che prevedeva che ogni squadra valutasse autonoma-mente i propri giocatori. Per il resto, assicuro a tutte le società il mio personale impegno, affinché tutti i problemi relativi all’assegnazione dei pun-teggi possano essere felicemente risolti, confidan-do però che le società pongano fine alle polemi-che e mostrino, al contrario, spirito collaborativo. Per ciò che attiene alla questione dell’uniformità con le regole vigenti negli altri paesi, posso dire che il sistema dei punteggi viene adottato, in maniera simile alla nostra, solo in Germania. In tutte le al-tre nazioni europee, a cominciare dall’Olanda, c’è molta più flessibilità sulla possibilità di far giocare persone con handicap di differente gravità; si può affermare che in certi paesi a chiunque è permes-so di prendere parte al campionato di wheelchair hockey. In Italia, invece, siamo più restrittivi.”

Da qualche settimana ha preso il via la stagione 2009/2010. Come si svolge il nuovo campionato? Cos’è stato fatto per

ovviare alle lacune organizzative (vedi rinvii improvvisi e reiterati di alcune gare) verificatesi nelle scorse stagioni? “Il campionato quest’anno vede la partecipazio-ne di venti squadre, suddivise in quattro gironi da cinque. Le prime due classificate di ogni girone al termine della regular season daranno vita alla final-eight per la conquista dello scudetto: que-sto torneo che sancirà la vincitrice del campio-nato si terrà a Lignano il prossimo anno, fra il 6 e l’11 giugno. In concomitanza dei play off scudet-to si disupterà, sempre a Lignano, la finale della Coppa Italia e della Supercoppa italiana. Fare-mo, in pratica, le prove generali per il Mondiale.”

A che punto è l’organizzazione di questo grande evento? Che prospettive ha la Nazionale italiana? “La ‘macchina’ è appena partita. L’I.W.A.S (Inter-national Wheelchair & Amputee Sport Federation) ha da poco dato l’ok formale alla nostra federazio-ne per l’organizzazione del Mondiale: ora stiamo aspettando le risorse economiche per entrare nel vivo, ma siamo più che ottimisti. So che sarà un anno intenso, ma ho la fortuna di avere accanto a me collaboratori davvero in gamba: il Campiona-to del Mondo in Italia hanno tutte le carte in re-gola per rimanere nella memoria storica di questo sport. In riferimento alle ambizioni della nostra nazionale, voglio sbilanciarmi: mi aspetto quanto-meno la disputa della finale per il titolo, dato che giocheremo in casa. Le premesse tecniche ci sono tutte; dal 15 gennaio - data del primo raduno azzur-ro - in poi si capirà meglio dove possiamo arrivare.”

Nazionale Italiana W.C.H.

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iniziali del primo tempo. Gli avversari, però, tra le cui fila giocano atleti della nazionale svizzera, ri-uscivano a prendere il controllo della gara, sfrut-tando al meglio i pochi errori concessi dalla difesa dorica ancora in fase di rodaggio, e si portavano in vantaggio 4-1 nella prima parte del secondo tempo. I pochi minuti di gioco rimasti servivano ai dorici per fissare il punteggio sul 2-4 e per l’inutile arrem-baggio in cerca del pareggio, che però non arrivava. A seguire, lo scontro decisivo tra Dolphins e Skon-volts. I marchigiani, alla loro seconda partita con-secutiva, prendevano sin dalle primissime battute il controllo della gara con attacchi veloci e cinici e una difesa che concedeva solo un rigore: il risultato a metà gara recitava Dolphins 4 - Skonvolts 1. Pescara però, squadra che non molla mai, si rifaceva sotto, complici la stanchezza accumulata nella gara prece-dente dai padroni di casa e i contemporanei proble-mi alle carrozzine della coppia titolare di mazze. Gli abruzzesi addirittura ribaltavano il risultato portan-dosi sul 4-3. Ancona ci metteva il cuore e trovava il pareggio. Ma quando tutti si aspettavano il sofferto gol del vantaggio, arrivava in mischia la definitiva rete del 5-4 per gli ospiti a pochi istanti dal fischio finale. Rammarico immenso per i dorici, ai quali sa-rebbe bastato anche il pareggio per arrivare secon-di e giocarsi quindi la finalissima della domenica. L’ultima gara della giornata era quella che vedeva di fronte i Magic Torino e la squadra di Zurigo. Partita

a ritmi non molto alti, ma sempre gradevole. Nella prima metà della gara gli elvetici imponevano il loro gioco e si portavano in van-taggio di tre gol. Il match sembra-va dunque finito lì. Torino però, con l’orgoglio e la grinta dei suoi

SportSu queste pagine ha trovato spazio anche Luca Pancal-li, presidente del C.I.P. (Comitato Italiano Paralimpi-co), massimo rappresentante dell’ente che sovrintende a tutto lo sport italiano per disabili. Secondo lei, qual è lo stato di salute dello sport per disabili in Italia? “Devo dire che, grazie al presidente Pancalli, lo sport per disabili in Italia è davvero uscito dall’ano-nimato. Il C.I.P. è da anni riconosciuto dal CONI e dal Governo italiano e spero che possa fornire un contributo decisivo al wheelchair hockey, af-finché questo sport possa entrare di pieno diritto nel programma paralimpico. La strada probabil-mente è ancora lunga, ma si può percorrere...”

A suo tempo, quando intervistai Luca Pancalli, gli chiesi se aveva come obiettivo a medio termine quello di diventare presidente del CONI. Per caso, Antonio Spinelli, ambisce alla carica di presidente del C.I.P.? “A me piace lavorare nell’ambito dello sport per di-sabili, è parte integrante della mia vita. E’ prematuro però pensare ad un’eventualità di questo genere. Ve-diamo quello che succederà: il mio mandato scade nel 2012 e allora, chissà, potrei prendere in conside-razione un’ipotesi di impegno diretto con il C.I.P....”

Giovanni Marcelli

BuonE InDICAZIonI DAl “4° tornEo DEll’AmICIZIA”

Si è disputato nei giorni 10 e 11 ottobre scorsi, pres-so il Palasport L. Liuti di Castelferretti, il “4° Tor-neo dell’amicizia”, manifestazione internazionale di wheelchair hockey organizzata dalla A.S.D. Dolphins Ancona H.C. All’evento hanno partecipato, oltre alla squadra di casa, anche i campioni di Svizzera Iron Cats Zurigo, i Magic Torino e gli Skonvolts Pescara. I Dorici, nei quali esordiva come nuovo allenatore Massimiliano Venturi, hanno ben figurato, nonostan-te il 3° posto finale lasci un po’ di amaro in bocca. Ma andiamo con ordine. Fin dall’esordio contro i Magic Torino la squadra di Ancona, priva dei due nazionali Galeazzi e Forgione, dimostrava un buon gioco. La partita era scoppiettante e, se a metà gara i padroni di casa sembravano già facili vincitori, nei minuti finali i piemontesi rimontavano e addirittura pareggiavano clamorosamente a pochi secondi dalla fine del match. Ancora più clamoroso però era il gol del definitivo 5 a 4 per i Delfini che, grazie ad un rigore proprio agli sgoccioli, si aggiudicavano i tre punti.Nella seconda gara del girone all’italiana Zurigo vin-ceva senza troppi sforzi (7 a 3) contro un Pescara vo-lenteroso, ma inferiore nei mezzi tecnici e... tecno-logici. Nel pomeriggio del sabato però gli abruzzesi stupivano tutti ribaltando i pronostici e battendo 7 a 4 i più quotati Magic Torino, alla fine di una gara spesso incerta e movimentata.La quarta gara della giornata era, sulla carta, il match clou della prima fase del torneo, visto che vedeva di fronte i padro-ni di casa Dol-phins Ancona e gli svizzeri degli Iron Cats. I mar-chigiani fin da subito tenevano testa agli avver-sari giocandosela ad armi pari con-tro gli elvetici e portandosi ad-dirittura in van-taggio nei minuti

Prestazioni interessanti dei Dolphins alla kermesse dello scorso ottobre

Premiazione finale

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atleti, riprendeva il controllo del gioco e in maniera ordinata provava a rimettere in piedi la gara realiz-zando due gol e sfiorando il pareggio in più occasioni. La partita però si concludeva con la terza vittoria per gli svizzeri e la terza sconfitta per i piemontesi.Domenica 11, in virtù dei risultati della giornata precedente, si giocavano la finale per il terzo posto tra Magic e Dolphins e quella per il primo posto tra Iron Cats e Skonvolts. La bruciante sconfitta della giornata precedente non sembrava aver intaccato il morale dei Dolphins che, fin dalle primissime battu-te, entravano in campo convinti dei propri mezzi e desiderosi di aggiudicarsi almeno il terzo posto. La logica conseguenza era una gara dominata sotto il profilo del possesso palla e del risultato. A metà gara il risultato recitava 4-1 per i Dolphins. Nel secondo tempo l’esperto tecnico dei piemontesi Tommasini cambiava l’assetto tattico dei suoi che, messi me-glio in campo, resistevano all’urto degli avversari e si portavano sul 2-4. I dorici ristabilivano le distan-ze e allo scadere siglavano su rigore il definitivo 7-2 in loro favore, aggiudicandosi così il terzo posto. Nelle finale per il primo posto, nonostante il suppor-to del pubblico in favore degli Skonvolts, la gara ri-spettava fin da subito i pronostici e uno Zurigo ordi-nato in difesa e velocissimo nelle ripartenze dilagava fin dalle prime battute di gara. La partita in effetti aveva poca storia e il risultato finale di 9-3 dei Gat-ti di Ferro ne era l’inevitabile conclusione. Gli Iron Cats Zurigo vincevano quindi il 4° Torneo dell’Ami-cizia. Dopo le gare si celebravano le premiazioni di squadre e atleti alla presenza dell’Assessore Provin-ciale Eliana Maiolini, del vice sindaco e Asessore del Comune di Falconara Baldassarri e del Presidente regionale del C.I.P. Luca Savoiardi. Tutti erano con-cordi nel sottolineare la buona riuscita della manife-stazione e auspicavano al più presto l’organizzazione di un altro analogo evento.

È ricominciata a fine agosto, con l’inizio degli alle-namenti, la nuova stagione per i Dolphins Ancona. Tante le novità. Innanzi tutto benvenuto a Matteo, giovane mazza aggregatasi a fine settembre alla squa-dra dorica. Poi un in bocca al lupo va al nuovo tecnico dei Dolphins Massimiliano Venturi, che da settem-bre ha preso la guida della squadra. Nuove forze an-che dal punto di vista “tecnologico”, grazie al rinno-vo del parco carrozzine avvenuto con contributo di U.I.L.D.M. e della Fondazione Cariverona.Il girone sarà duro anche in questa stagione, vista la presenza dei vice campioni d’Italia di Albano Laziale e della terza classificata dello scorso anno, la Palla-vicini Bologna (le altre avversarie sono il Vitersport Viterbo e gli Skonvolts Pescara); tuttavia la voglia di riscattare l’assai negativa stagione passata potrebbe essere una molla importante per ottenere buoni risul-tati quest’anno, che sono già arrivati nelle prime due giornate di campionato disputate, sia in punti che in valide prestazioni.L’esordio nel derby dell’Adriatico contro gli Skon-volts Pescara è stato subito un ottimo biglietto da visita per il campionato. Un 10-4 che va addirittura stretto ai Dolphins, che solo nel terzo quarto non hanno dominato, ma solo controllato una gara che nella prima frazione vedeva i Dorici in vantaggio già sul 4-0. Molte e frequenti le sostituzioni, ma il co-pione della gara vedeva la squadra anconetana già in buona forma, fatta eccezione per alcuni errori difen-sivi che hanno concesso agli abruzzesi di realizzare i loro quattro gol. Gli Skonvolts, da parte loro, hanno giocato una gara ordinata e volenterosa, ma sono sta-ti travolti da un’avversaria motivata e brillante. Sicu-ramente per gli ospiti ha influito in negativo l’impos-sibiltà di poter giocare con la coppia Faieta – Magri, ma nella sostanza i dorici sono sembrati superiori.Buone cose si sono viste anche contro i vice cam-pioni degli Albalonga’s Craziest Cows. Ad Albano Laziale gli anconetani, privi del difensore Giangia-

Si rinnovano le speranze play off per i Dolphins

DA PoCo AvvIAtAlA StAgIonE 2009/2010

comi, hanno messo paura ai più quotati avversari. I dorici scendevano in campo con Venturi junior alla sua prima gara ufficiale da titolare affiancato dall’esperto Vitale, il giovane azzurro Forgione tra i pali, con Jervicella e Occhialini come mazze. La gara sembrava andare contro ogni pronostico, quando i Dolphins si portavano addirittura sul 2-0 in loro favore. I laziali si riprendevano dallo shock iniziale e, guidati dal loro capitano Fierravanti e aiutati da un po’ di fortuna, riuscivano a ribaltare il risultato e a portarsi avanti4-3 alla fine del primo quarto. La gara era vivace, le due squadre giocavano alla pari e ai gol dei padroni di casa ribattevano i Dol-phins che chiudevano il terzo quarto sul 7-10, con la sensazione di poter strappare punti dalla trasferta. Nell’ultimo quarto però ecco il tracollo dei dorici, che si disunivano e mostravano evidente nervosi-smo in qualche loro elemento. La partita finiva dun-que con un netto 15-7 per i padroni di casa, risultato pesante e bugiardo per la compagine anconetana. Tutto sommato, comunque, questo inizio di stagio-ne fa ben sperare per il gioco espresso, ma anche per i risultati. I Dolphins hanno rincominciato a segnare a combattere, a mettere in campo testa e cuore. L’unico neo è la difesa, che ancora forse subi-sce un po’ troppi gol. Siamo sicuri però che la pausa invernale - la terza giornata per i Dolphins infatti sarà il 21 febbraio 2010 contro Bologna - servirà a registrare questi piccoli difetti.

Si chiama Massimiliano Venturi, ha 37 anni ed è originario di Roma il nuovo coach che da settem-bre siede sulla panchina dei Dolphins Ancona. Benvenuto coach Venturi. Com’è maturata la scel-ta di sedere sulla panchina dei Dolphins Ancona?Salve a tutti! La scelta di allenare i Dolphins An-cona è stata presa da parte mia per provare a dare una scossa all’ambiente che, in base alla mia picco-la esperienza, sembrava ormai andare alla deriva; credo che ciò non sia giusto nei confronti di tut-ti quelli che in questo sport ci mettono l’anima. Come valuti l’inizio della stagione?L’inizio stagione è stato molto positivo. A co-minciare dal torneo dell’amicizia dove abbia-mo ben figurato in tutte le gare; poi abbia-

un romAno PEr IDolPhInSAnConA!Si presenta il nuovo tecnico dei dorici

Il coach Venturi tiene a rapporto i suoi ragazzi

I Dolphins ad Albano

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mo disputato una splendida partita contro il Pescara. Anche nella partita contro Albalonga, fino al terzo tempo, ho visto un’ottima squadra. Su quali basi pensi si possa ripartire dopo la scorsa de-ludente stagione? La prima cosa su cui bisogna fon-dare una squadra è il “sentirsi squadra”, perché se viene a mancare questa semplice regola non si va da nessuna parte. Quando sai che un tuo compa-gno è pronto a coprirti le spalle anche davanti ad un errore, puoi affrontare qualsiasi avversario. Qual’è il tuo credo tattico, come giocheranno i Dolphins quest’anno?Il mio “credo tattico”? Mi verrebbe da dire il fa-moso 5-5-5 di Oronzo Canà (Lino Banfi, ndr) in quel famoso film degli anni ’80, ma quelli erano altri tempi. Scherzi a parte, non posso dire come giocheranno i Dolphins in futuro, ma so che i miei atleti si stanno impegnando molto perché crediamo che se si dà il massimo alla fine i risultati arrivano.

Che obiettivi hanno i Dolphins quest’anno?Non ho mai nascosto ai miei atleti che il nostro obiettivo dev’essere quello delle finali scudetto, poi un bel piazzamento non mi dispiacerebbe.

Come giudichi il livello del prossimo campionato? Cosa pensi del nostro girone? Il livello del prossimo campionato lo decreterà il... campionato. Con l’avvento di due categorie (a partire dalla pros-sima stagione, ndr) si dovrà fare bene per poter partecipare alla massima serie anche il prossimo anno, ma per far questo dobbiamo affrontare un durissimo girone perché le squadre che abbiamo incontrato e che incontreremo sono veramente forti. Vi assicuro però che noi sapremo cavarcela. Vuoi fare un appello alla squadra da queste colonne?Voglio dire a tutti - e quando dico tutti intendo in primo luogo i miei atleti ma anche quelli che gra-vitano intorno ai Dolphins - che serve uno sforzo unitario. Tutti dobbiamo remare dalla stessa parte perché altrimenti non si cresce come squadra né

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tElEthon E u.I.l.D.m. AnConA AnCorA InSIEmE

Attività Associazione

La Sezione U.I.L.D.M. di Ancona, come di consueto, ha partecipato e programmato per le giornate dell’11 e 12 Dicembre 2009 alcuni punti di raccolta fondi “Telethon 2009”. In occasione del ventennale di Telethon, si sono rinnovati alcuni gadget come ad esempio la sciarpa rossa con la scritta celebrativa, le tazze natalizie per la colazione e le T-shirt nere per uomo e donna.Il nostro programma è iniziato con l’allestimento dei banchetti Telethon nella giornata di vener-dì 11 Dicembre presso gli “Ospedali Riuniti” di Torrette di Ancona, alla presenza dei nostri volontari. Nella serata di venerdì, in collaborazione con il Gruppo Teatrale “Recremisi”, è andata in scena una com-media teatrale comica intitolata “Il Vedovo Allegro” presso il “Teatro Portone” di Senigallia e con un bi-glietto di ingresso unico di 10 €, il cui ricavato è stato devoluto in favore della ricerca scientifica Telethon.

La raccolta fondi ha raggiunto il suo apice sabato 12 dicembre presso gli “Ospedali Riuniti di Torrette”, concludendosi con la raccolta allo Stadio del Conero, in occasione della partita di campionato di serie B Ancona – Brescia, organizzata dal Club “Noi Biancorosse”, capitanate dalla sig.ra Clara Torretti, che come sempre, instancabilmente, sa portare avanti questo tipo di iniziative con molta cura e diligenza.

Anche l’Associazione Sportiva Dilettantistica Dolphins Ancona si è impegnata ha reperire fondi per Telethon insieme alla BNL (Banca Nazionale del Lavoro), attraverso una partita dimostrativa presso il PalaRossini che si è tenuta nella mattinata di sabato; i biglietti d’ingresso ad offerta sono stati devoluti a Telethon dalla BNL. All’iniziativa era presente anche la RAI che ha ripreso in diretta l’avvenimento. Ricordiamo che questa edi-zione ha celebrato vent’anni di sostegno alla ricerca sulle distrofie e le altre malattie genetiche, ed è la prima edizione senza il sostegno e l’impegno di Susanna Agnelli, scomparsa il 15 maggio scorso. Al suo posto, come “front-man” di Telethon è subentrato il noto imprenditore Luca Cordero di Montezemolo. Simone Giangiacomi

Fra le iniziative di quest’anno anche una partita dimostrativa dei Dolphins ripresa dalla RAI

Raccolta Telethon presso gli Ospedali Riuniti di Ancona Simone Giangiacomi e ... le sue Fans

come singoli. Quindi dobbiamo essere più presenti per far sentire questo gruppo realmente “SQUA-DRA”, non un circolo ricreativo o un doposcuola. E ai tifosi per accorrere numerosi al PalaLiuti?A quello sparuto gruppetto, ormai zoccolo duro della tifoseria, mi viene da dire grazie e di conti-nuare cosi. Ma soprattutto a tutti quelli che po-trebbero benissimo venire e che per svogliatez-za - o perché non danno importanza a quello che fanno i miei ragazzi - non vengono, mi verrebbe da dire delle cose che su queste pagine non si possono dire... ma che penso siano di facile intendimento. Infine, secondo te cosa serve per essere un buon allenatore?Sinceramente non so cosa serve per essere un buon allenatore, ma so che bisogna essere lea-li perché questo ti ripagherà sempre. Poi, ovvia-mente, qualche nozione di tattica non guasta. In conclusione, se mi permettete, voglio dire gra-zie ai miei ragazzi perché credono in me e que-sta fiducia io non la voglio deludere...GRAZIE. Grazie mille mister, in bocca al lupo e forza Dolphins!Crepi il lupo. W i Dolphins!

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Ma come può essere concretamen-te definito il concetto di vita indipendente? Citando il “Manifesto della Vita Indipendente”, essa è “… fondamentalmente, poter vivere proprio come chiunque altro: avere la possibilità di prendere deci-sioni riguardanti la propria vita e la capacità di svol-gere attività di propria scelta, con le sole limitazioni che hanno le persone senza disabilità. ‘Vita indipen-dente’ vuol dire affrontare tutte le questioni che ri-guardano specificatamente le persone con disabilità secondo una particolare filosofia che potremmo chiamare della ‘libertà nonostante la disabilità’.” La sperimentazione regionale consiste nella possi-bilità di realizzare l’assistenza personale autogestita attraverso la scelta di un assistente personale assun-to, formato e retribuito direttamente dalla persona disabile sulla base delle proprie necessità individuali. Ad aprile del 2008 sono stati avviati 46 proget-ti sperimentali che avranno la durata di 2 anni. Hanno aperto i lavori Susanna Piscitelli, del Servizio Regionale Politiche Sociali, e Paolo Mannucci, dirigente del Servizio, i quali hanno illustrato il progetto “Open” e il quadro degli inter-venti e dei servizi in favore delle persone disabili. Successivamente sono intervenute Manuela Bac-carin della Regione Veneto e Mariuccia Lorenzi della A.S.L. di Bassano del Grappa, che hanno il-lustrato quanto e come il Veneto offra un ampio ventaglio di possibilità che consentono la scelta della soluzione più adatta alla persona, fornendo i dati relativi al finanziamento dei progetti persona-lizzati di assistenza autogestita in questa regione. E’ poi stato il turno di Dino Barlaam dell’ “Agen-zia per la Vita Indipendente” di Roma, un’as-sociazione che fornisce servizi di consulenza da parte di persone disabili esperte in materia di as-sistenza, supporto amministrativo nella gestione burocratica dei rapporti di lavoro con gli assisten-ti e aiuto nella ricerca e selezione degli assistenti. Nel suo intervento, Barlaam ha ripercorso alcuni articoli della “Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili”, richiamando l’attenzione delle regioni a sviluppare anche servizi per il rafforza-mento delle capacità delle persone disabili (grup-

pi di auto-mutuo aiuto e consulenza alla pari). Roberto Frullini, presidente della Consulta Re-gionale per la Tutela delle Persone con Disa-bilità, ha chiesto certezze sulla prosecuzione della sperimentazione ed inoltre un amplia-mento dei beneficiari, lo snellimento delle pro-cedure per l’assegnazione dei finanziamenti e lo sviluppo di agenzie simili all’A.V.I. di Roma. E’ stato poi il turno degli operatori dei servizi. Valerio Valeriani, coordinatore dell’ambito sociale di S. Severino Marche, ha fatto il punto della situazione sull’attuazione del piano regionale in questo settore, riportando dettagli su tipologia ed obiettivi dei pro-getti avviati, valutando i risultati raggiunti ed eviden-ziando le criticità emerse, quali l’esiguità del monte ore e la difficoltà nel reperimento degli assistenti. Vinicio Alessandroni, responsabile U.M.E.A. dell’A.S.U.R. Zona 13, ha portato l’esperienza di un progetto di assistenza, che ha consentito la realiz-zazione di un programma di ricerca universitaria in Francia da parte di una persona con disabilità. Sono poi state ascoltate le tesimonianze diret-te di due utenti coinvolti nella sperimentazio-ne, Angelo Larocca di Montappone (lo scri-vente, ndr) e Lucia Giatti di San Paolo di Jesi, i quali hanno illustrato aspetti positivi e proble-matiche dei progetti di “Vita Indipendente”. Ha concluso la mattinata Giovanna Feliziani, re-sponsabile del Servizio Integrazione Socio Sanitaria dell’A.S.U.R. Marche, sottolineando la necessità di realizzare progetti condivisi che abbiano ricadu-ta positiva sulla cittadinanza; ha anche proposto la realizzazione di una “ausilioteca” per favorire la corretta valutazione dell’utilizzo degli ausili or-topedici, contenendo l’assegnazione impropria di strumenti che a volte risultano inutilizzati. Nel pomeriggio è stato costituito un tavolo tec-nico ristretto, il cui compito sarà quello di ela-borare un piano di sviluppo e miglioramento del progetto “Vita Indipendente”, da presentare ai po-litici locali e regionali nella seconda fase di “Open”.

Angelo Larocca

Incontri

Il 23 ottobre scorso ad Osimo si è svolto il seminario “Open - Di-sabiliautonomi. Disabilità: stato dell’arte e nuove proposte” or-ganizzato dal Servizio Politiche Sociali della Regione Marche. Open è un progetto finanziato dalla Direzione Generale della Commissione Europea per l’Oc-cupazione, gli Affari Sociali e le Pari Opportunità, volto a raffor-zare il metodo aperto di coordi-namento per la definizione e lo sviluppo di politiche di inclusio-ne e protezione sociale a livello locale, nazionale ed europeo. Nell’ambito di tale iniziativa, la Regione sta realizzando una serie di incontri sui principa-li temi dell’inclusione sociale, coinvolgendo attivamente la cittadinanza e tutti gli attori ri-levanti per la definizione delle politiche sociali, cioè autori-tà nazionali, regionali e locali, politici, operatori pubblici e privati dei servizi sociali, or-ganizzazioni non governative e associazioni di volontariato. Il seminario di Osimo è stato un importante momento di in-formazione, di approfondimen-to e di scambio con gli enti, le istituzioni pubbliche e le asso-ciazioni dei disabili sulle politi-che regionali del Terzo Settore. In particolare è stato fatto il punto della situazione sull’at-tuazione del D.G.R. 831/2007 , atto legislativo regionale de-nominato “Sperimentazione di piani personalizzati di vita in-dipendente a favore di persone con grave disabilità motoria”.

AD oSImo, nEl mESE DI ottoBrE, un SEmInArIo SullA DISABIlItà VITA INDIPENDENTE: il piano della Regione Marche per sostenere l’autonomia di vita dei disabili

disabiliautonomi

Disabilità: stato dell'arte e nuove proposte

SEMINARIO

23 ottobre 2009G Hotel Ancona Via Sbrozzola, 26 - Osimo (AN)

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Fondazione Paladini

Tre nuovi saturimetri sono stati consegnati a fine settembre agli Ospedali Riuniti di Ancona. Questi strumenti, utilizzati per il controllo e il trattamen-to di pazienti con patologie neuromuscolari, sono stati donati alla clinica di neuroriabilitazione del nosocomio dorico dalla Fondazione Dante Paladi-ni presieduta da Roberto Frullini.

Le apparecchiature (nello specifico due saturime-tri con memoria e un saturimetro per la misurazio-ne istantanea), consegnate in occasione della pri-ma riunione dell’equipe multidisciplinare afferente al Centro malattie neuromuscolari, serviranno a garantire il monitoraggio della respirazione diurna e notturna di pazienti neurologici, sia in ospedale che a domicilio. La donazione è stata resa possibile grazie a un co-finanziamento tra Fondazione Pa-ladini e Banca delle Marche. Entrando ancor più nel dettaglio, il saturimetro è una apparecchiatura che misura e visualizza la saturazione di ossigeno nell’emoglobina arteriosa e la frequenza cardiaca di pazienti in ambiente ospedaliero, ambulatoriale e di pronto soccorso.

Il Centro disturbi neuromuscolari è stato inau-gurato nel settembre 2008 ed è composto da un gruppo di specialisti (cardiologi, neuroriabilitatori, rianimatori, endocrinologi, oculisti, nutrizioni-sti, medici dell’urgenza) il cui lavoro, in sinergia, affronta in modo sistemico e globale le differenti patologie neurologiche. Secondo il presidente del-la Fondazione Roberto Frullini “sono diverse allo stato attuale le attività svolte”, a partire da quel-la di front office con sportelli informativi (avvia-ta da gennaio) nella stessa sede resa disponibile dalla Azienda Ospedali Riuniti di Torrette. Non solo: come spiega Frullini, “ampie sono anche le prospettive e il raggio di azione per i progetti pre-visti, a cominciare dalle borse di studio per i ri-cercatori”, come quella relativa alle analisi dei dati clinici per le patologie respiratorie. Determinante è anche la collaborazione con il centro medico per le malattie neuromuscolari, un esempio “di inte-grazione tra discipline mediche diverse” spiega il professor Leandro Provinciali, direttore del dipar-timento dio Scienze Neurologiche dell’Azienda Ospedali Riuniti.

lA FonDAZIonE PAlADInIDonA trE SAturImEtrI

AglI oSPEDAlI rIunItI DI AnConA

Ad un anno dall’inaugurazione della Fondazione Dante Paladini onlus, il 23 ottobre si è tenuta l’iniziativa “Il gusto della solidarietà”, cena di beneficenza organizzata per presentare la Fondazione e raccogliere fondi per finanziare una borsa di ricerca. L’evento, sostenuto fattivamente dal Comune di Senigallia, la Provincia di Ancona e la Regione Marche è stato di notevole rilievo nel panorama regionale, perché ha visto la partecipazione di testimonial famosi – gli chef Uliassi e Cedroni ed il cantante Ron e l’attore Luca Violini – che, a titolo gratuito, hanno messo a disposi-zione la propria professionalità ed il proprio tempo per la realizzazione della serata.

grAnDE SuCCESSo DEllA CEnA DI BEnEFICEnZA

“Il guSto DEllA SolIDArIEtà” orgAnIZZAtA

DAllA FonDAZIonE PAlADInI

Consegna dei saturimetri

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L’obiettivo della raccolta fondi è stato raggiunto.La serata ha permesso di raccogliere 6.149 € che contribuiranno al finanziamento di una borsa di ri-cerca da avviare all’interno del Centro Clinico per le Malattie Neuromuscolari dell’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Ancona per la sistematizza-zione e la gestione del dato clinico delle malattie neuromuscolari.

Tale intervento sarà di fondamentale importanza per il proseguimento dall’attività già in svolgimento all’interno dell’Azienda Ospedaliera e permetterà di avere un quadro epidemiologico omogeneo e com-pleto dei pazienti seguiti dal Centro.

Questo ente, avviato grazie ad un finanziamento re-gionale, è attualmente l’unico presente nella Regio-ne Marche in grado di prendersi in carico un pazien-te neurologico ed offrirgli un sistema diagnostico e di cure adeguato alla propria patologia.

Il Centro, per rispondere in maniera comple-ta ai bisogni sanitari e sociali dei propri pazien-ti, necessita del supporto costante e quotidiano della Fondazione Dante Paladini, che funge da intermediario capace di creare un sistema inte-grato tra paziente, medici del Centro, servizi sa-nitari del territorio e associazioni di volontariato.

La Fondazione collabora altresì con il Centro Cli-nico per le Malattie Neuromuscolari attraverso l’acquisto di attrezzature per il potenziamento dell’attività, finanziando borse di studio per la ri-cerca, organizzando interventi formativi per gli operatori e familiari e tramite un servizio di front-office rivolto a tutti i pazienti e ai loro familiari.

Saluto del Consigliere Regionale Marco Luchetti Saluto degli Chef Moreno Cedroni e Mauro Uliassi

Esibizione del cantante RonLettura teatrale dell’attore Luca Violini

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to la risposta a un tuo bisogno o a un qualche appagamento.Certo, la prima attesa, la più bella, è quella dell’accoglienza di chi ti mette al mondo, del-le sue carezze, del suo esserci, che non sempre c’è. Pensate per un attimo alle persone che scompaiono nelle immediatezze della nascita, lasciando ai figli il vuoto dell’ineluttabile man-canza, una ferita naturale che si riapre ogni qualvolta coloro che hanno conosciuto il morto lo ri-cordano. Il dramma più grande lo vivono però le persone abbando-nate perché, in un modo o nell’al-tro, la separazione, per il fatto di essere una specie di forbice,

è diventato un momento individuale; basti pensare all’interesse mostrato dai bimbi per quegli strani marchingegni, noti come “play station”, che magari svilupperanno l’intelligenza del singolo, ma al tempo stesso lo allontaneranno dalla comunità.Così il contatto tra le persone avviene a distanza e non è più diretto, e se ad un comportamento del ge-nere si è educati fin dalla più tenera età, la comunità che prima ti educava a vivere con la dimensione del gioco collettivo, ora, con la sua eliminazione, rischia grosso. Manca il villaggio, ma l’attuale globalizzazio-ne ha voluto ricrearlo, creando l’immagine del vil-laggio globale. Non a caso uno dei mali del nostro tempo è la soli-tudine. Questa è una delle ragioni per cui, dove ci si è accorti di ciò, si è cercato di rimediare dando vita a tutta una serie di luoghi, come la palestra, la danza, la piscina e via dicendo, nei quali si è ricreato il gruppo, la squadra, la comunità, ma non è la stes-sa cosa, anche perché in queste moderne strutture spesso si tende a favorire l’agonismo, che è l’esatto contrario dello spontaneismo proprio del gioco.

Ma allora che cosa dobbiamo fare ? Dobbiamo cominciare a porre mano al sistema edu-cativo dei giovani: questi sono la ricchezza di una co-munità, come è chiarito bene nella favola del Piffe-raio magico. Ve la ricordate? Nella città di Hamelin i topi facevano molti danni. Viene allora chiamato un pifferaio che conduce gli animaletti al fiume, in cam-bio del compenso promesso dal sindaco. Ma questi non mantiene la promessa ed allora l’allegro vagabon-do compie la più feroce delle vendette: col suo suo-no magico attira tutti i bambini e li porta in un alto monte, dove c’è una porta di bronzo che si chiude per sempre. La favola non c’insegna proprio niente? In conclusione, non dobbiamo appaltare i nostri figli alla televisione, alla scuola e ad Internet, ma dobbiamo trascorrere più tempo con loro, parlare con loro, giocare con loro. E’ vero, la nostra socie-tà frenetica ci impegna molto, ma uno spazio dob-biamo pur trovarlo, ce la dobbiamo mettere tutta. A cominciare dalle prossime feste.

Cortese... mente

l’AttESA

Uno stato d’animo che ho sempre apprezzato è quel-lo dell’attesa di un giocat-tolo, di un incontro, di un programma televisivo, di un re-sponso, di un verdetto, di un giu-dizio. Poi magari la risposta era deludente, ma l’attesa aveva tut-to un suo fascino, una sua dignità, pensando all’incognita che forse si sarebbe svelata ai nostri occhi nel giro di qualche minuto o di chissà quanto altro tem-po. L’attesa, che è sempre tre-pidante, tanto che si è soliti dire se ne stava in trepidante attesa, ti costringeva a fantasticare, ti fa-ceva entrare in un mondo fatato, dove ti illudevi di avere incontra-

ha reciso un legame natura-le, e questo crea spesso una ricerca spasmodica di ritro-vare l’assente, di parlargli, anche se lui non ci vuole. In-fine ci sono le persone che ritengono di non aver avuto l’affetto che avrebbero voluto e che si porteranno dietro questa rivendicazione fino alla tomba, anche se bisogna sempre veri-ficare le singole situazioni. Co-munque vadano le cose, permane il rischio che la ferita ricevuta fi-nisca col perpetuarsi all’infinito, condizionando il comportamen-to che l’individuo avrà con i pro-pri figli e con le persone che gli vivono accanto: per questo biso-

gna avere la consapevolezza di farla finita col sentirsi continuamente delle vittime, benché non sia facile.

Senza volermi incanalare nel terreno minato nel quale mi sono collocato, me ne distacco im-mediatamente ripensando a quando, da bambi-no, attendevo il momento in cui avrei ricevuto un giocattolo. Cominciamo subito col dire che ogni società ha, al suo interno, i suoi bisogni e, di conseguenza, le sue priorità. Un bambino non può essere considerato allo stesso modo a seconda che sia nato negli Anni Venti o piuttosto negli Anni Sessanta del secolo scorso: di conseguenza, anche il valore attribuito al gioco e al suo derivato, il giocat-tolo, è mutato. Fino al secondo dopoguerra di giocattoli ne circo-lavano ben pochi, ma il bisogno di svago veniva ri-empito dai giochi all’aria aperta che non mancavano di certo. Il giocare insieme rispondeva al bisogno di vivere in comunità, che oggi è quasi perduto, ma soddisfaceva anche un’altra esigenza dello spirito umano: la creatività. Man mano che la società italiana ha conosciuto il benessere, il gioco ha lasciato campo all’ingres-so nell’immaginario collettivo dei giocattoli, che all’inizio erano alla portata di pochi, per poi diven-tare massiccio ed opprimente, come avviene oggi. Ma anche i giochi sono vissuti in modo diverso dal passato, perché sono cambiati i bambini: prendiamo per esempio il gioco del fazzoletto. Ad una festa di compleanno di un amichetto di mia figlia, le mam-me organizzatrici sono state costrette a sospendere il gioco del fazzoletto, perché i bimbi che avevano perduto si erano messi a piangere, guadagnando la solidarietà dei loro colleghi vincitori. Io temo che in questa società non accettiamo più la sconfitta, e di conseguenza non pensiamo più alla fecondità dell’er-rore: in fondo, il proverbio diceva sbagliando s’impara.

Tornando alla diffusione dei giocattoli, questa situa-zione ha determinato la scomparsa dei giochi che sono stati importanti per favorire il nostro ingres-so nella società. Oggi la situazione è rovesciata ri-spetto a cinquant’anni fa, tanto che spesso il gioco