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OTTOBRE 2011 Voci di Fabbrica Manifesto d’informazione de la fabbrica di Nichi - Irsina Perché Voci di Fab- brica La Fabbrica è un’esperienza colletti- va, è ed è stata il frutto del lavoro appassiona- to di molti ragazzi membri di quest’associazione che si sentono parte di questo percorso, dei suoi successi così come dei suoi errori e dei suoi limiti. L’esperienza delle Fab- briche di Nichi è stata un formidabile stru- mento di mobilitazione giovanile che ha rap- presentato il tentativo di costruire uno spazio aperto della partecipa- zione politica capace di intercettare e di mette- re assieme percorsi ed esperienze che difficil- mente avrebbero tro- vato voce e spazio nei soggetti classici dell’organizzazione politica. Il protagoni- smo delle giovani ge- nerazioni è considera- to, infatti, troppo spes- so (e anche a sinistra) come un fenomeno al quale guardare con qualche diffidenza. Per noi, Voci di Fabbri- ca rappresenta il giu- sto spazio e modo le idee e lo sfogo di gio- vani ragazzi che non accettano che altra gente decida per loro. Francesco Mascolo Dopo i lunghi anni di a t t e s a e l’imbarazzante im- possibilità di utilizza- re un importante spa- zio ricreativo per i ragazzi torna possibi- le utilizzare la strut- tura di proprietà dell’Immacolata. Grande entusiasmo nei volti dei presenti nel giorno di inaugu- razione del campetto di Don Vito, oggi inti- tolato a “Caterina Lo- russo” e che per i prossimi anni sarà g e s t i t o dall’associazione Cri- sto Salvatore che avrà sede nei locali della parrocchia. Da molto tempo il campetto era stato dichiarato ina- gibile e pericolante, ed in assenza di altre strutture sostitutive i ragazzi sono stati per lungo tempo costretti a recarsi nei centri sportivi dei paesi vici- ni spostandosi, così con le auto ed andan- do incontro agli innu- merevoli pericoli del- le strade. Oggi sem- bra che tutto sia tor- nato alla normalità. Eppure vi è chi avan- za dubbi sulla gestio- ne del campetto e su- gli elevati costi se menzioniamo il rap- porto qualità prezzo offerto dalle strutture dei paesi limitrofi. La carta valida per l’assicurazione, con prezzo 10, fa lievita- re maggiormente le spese che gli utenti devono sopportare suscitando diverse polemiche tra i citta- dini. Comunque sia, dopo tanto tempo pas- sato anche dalla fab- brica a denunciare lo stato delle cose e a chiederne una solu- zione, le luci final- mente accese del cam- petto fanno ben spe- rare per il futuro del- la struttura. RIAPRE IL CAMPETTO Tra luci ed ombre, dopo anni di incuria si può ricominciare a giocare a calcetto Anno I, Numero I OLTRE UN MILIONE DI FIRME PER ABROGARE IL PORCELLUM Anche da Irsina SEL e IDV raccolgono centinaia di firme, cittadini entusiasti La campagna referenda- ria per l’abrogazione dell’attuale legge eletto- rale parte con ottimi auspici: in due mesi rac- colte a livello nazionale oltre un milione di firme per promuovere il refe- rendum. I referendari si pongono come obiettivo l’abolizione dell’attuale legge, che impedisce all’elettore di sce- gliere il parla- mentare, basan- dosi su liste bloc- cate decise dalle segreterie dei par- titi.

Voci di Fabbrica - 1 numero

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Il primo numero di Voci di Fabbrica, manifesto d'informazione de la fabbrica di nichi Irsina

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OTTOBRE 2011

Voci di Fabbrica Mani festo d ’informazione de la fabbrica di Nichi - Irs ina

Perché Voci di Fab-brica

L a F a b b r i c a è un’esperienza colletti-va, è ed è stata il frutto del lavoro appassiona-to di molti ragazzi m e m b r i d i quest’associazione che si sentono parte di questo percorso, dei suoi successi così come dei suoi errori e dei s u o i l i m i t i . L’esperienza delle Fab-briche di Nichi è stata un formidabile stru-mento di mobilitazione giovanile che ha rap-presentato il tentativo di costruire uno spazio aperto della partecipa-zione politica capace di intercettare e di mette-re assieme percorsi ed esperienze che difficil-mente avrebbero tro-vato voce e spazio nei s o g g e t t i c la s s i c i dell ’organizzazione politica. Il protagoni-smo delle giovani ge-nerazioni è considera-to, infatti, troppo spes-so (e anche a sinistra) come un fenomeno al quale guardare con qualche diffidenza. Per noi, Voci di Fabbri-ca rappresenta il giu-sto spazio e modo le idee e lo sfogo di gio-vani ragazzi che non accettano che altra gente decida per loro.

Francesco Mascolo

Dopo i lunghi anni di a t t e s a e l’imbarazzante im-possibilità di utilizza-re un importante spa-zio ricreativo per i ragazzi torna possibi-le utilizzare la strut-tura di proprietà d e l l ’ I m m a c o l a t a . Grande entusiasmo nei volti dei presenti nel giorno di inaugu-razione del campetto di Don Vito, oggi inti-tolato a “Caterina Lo-russo” e che per i prossimi anni sarà g e s t i t o dall’associazione Cri-sto Salvatore che avrà sede nei locali della parrocchia. Da molto tempo il campetto era stato dichiarato ina-gibile e pericolante,

ed in assenza di altre strutture sostitutive i ragazzi sono stati per lungo tempo costretti a recarsi nei centri sportivi dei paesi vici-ni spostandosi, così con le auto ed andan-do incontro agli innu-merevoli pericoli del-le strade. Oggi sem-bra che tutto sia tor-nato alla normalità. Eppure vi è chi avan-za dubbi sulla gestio-ne del campetto e su-gli elevati costi se menzioniamo il rap-porto qualità prezzo offerto dalle strutture dei paesi limitrofi. La carta valida per l’assicurazione, con prezzo 10€, fa lievita-re maggiormente le spese che gli utenti

devono sopportare suscitando diverse polemiche tra i citta-dini. Comunque sia, dopo tanto tempo pas-sato anche dalla fab-brica a denunciare lo stato delle cose e a chiederne una solu-zione, le luci final-mente accese del cam-petto fanno ben spe-rare per il futuro del-la struttura.

RIAPRE IL CAMPETTO Tra luci ed ombre, dopo anni di incuria si può ricominciare a giocare a calcetto

Anno I, Numero I

OLTRE UN MILIONE DI FIRME PER ABROGARE IL PORCELLUM

Anche da Irsina SEL e IDV raccolgono centinaia di firme, cittadini entusiasti

La campagna referenda-ria per l’abrogazione dell’attuale legge eletto-rale parte con ottimi auspici: in due mesi rac-colte a livello nazionale oltre un milione di firme per promuovere il refe-rendum. I referendari si pongono come obiettivo

l ’ a b o l i z i o n e dell’attuale legge, che impedisce all’elettore di sce-gliere il parla-mentare, basan-dosi su liste bloc-cate decise dalle segreterie dei par-titi.

Dopo aver contraddetto prati-camente tutti i punti del pro-prio programma elettorale (vi ricordate il “non metteremo mai le mani nelle tasche degli Italiani”?), il Governo ancora non riesce a trovare il modo per placare l’incertezza dei mercati circa l’affidabilità del-lo Stato di far fronte al pro-prio debito. Le due manovre varate a luglio e ad agosto so-no all’insegna dell’iniquità sociale. Aumento dell’IVA di un punto, aumento delle acci-se sui carburanti, maxi-ticket sulle visite specialistiche (da 10 a 25 euro per le visite), blocco degli stipendi pubblici

fino al 2014, tagli lineari alle agevolazioni fiscali per le fa-miglie con figli a carico. Nono-stante queste misure, i merca-ti continuano a non ritenere credibile l’operato del Gover-no, ed i nostri titoli di Stato vedono aumentare continua-mente i propri rendimenti (e con essi il costo del debito per tutti i cittadini). Sono, inoltre,

completamente assenti misu-re contro l’evasione fiscale. Nonostante il Ministero dell’Economia stimi in 300 miliardi l’ammontare delle somme evase, nulla viene fat-to per contrastare questo fe-nomeno. Al contrario, oggi si discute di un nuovo condono fiscale, che ancora una volta premierebbe i disonesti e gli evasori, e umilierebbe i contri-buenti che le tasse le hanno sempre pagate. Insomma, per dirla alla Vergassola, a paga-re non saranno né i finti pove-ri, né tantomeno i veri ricchi.

Giuseppe Caivano

medico e conosceva quella che era la vita nei campi, quelle che erano le ferite nei corpi, quella che era l’usura delle membra della popolazione sfruttata senza diritti sociali, senza speranza di cambiamento, senza la garanzia di in futu-ro diverso dal loro per i pro-pri figli. In quei mille giorni mi se in atto riforme epocali: dalla riforma agraria, alla nazionalizzazioni delle indu-strie del rame alla tassa sul-le plusvalenze. Questo modo di governare rischiava di di-ventare un modello per l’intera America del Sud e cosi nel ’73 un golpe finan-

Questa rubrica si pone come obbiettivo quello di raccon-tare storie di uomini memo-rabili spesso da un punto di vista diverso da quello della storia scritta sui libri, storie da cui prendere esempi in campo politico e non solo. Questo numero parla di un sogno durato mille giorni, il sogno di Salvator Allende che nel ’70 porta il partito socialista al governo del Ci-le. Allende porta con se grandi personalità dell’epoca tra cui spicca il nome dello scrittore contemporaneo Se-pùlveda che racconta quei giorni con il ”compagno pre-sidente” come l’avverarsi di una società giusta. Il gover-no inizia una serie di rifor-me nel paese che incute pau-ra al capitalismo statuniten-se. Salvator Allende era un

ziato dagli Stati Uniti rove-scia il governo e instaura una dittatura sanguinaria. Il “compagno presidente” si toglie la vita quello stesso giorno “comprese come quell’ultimo sacrificio avreb-be evitato al suo popolo la massima umiliazione: vede-re il suo dirigente, il suo leader incatenato alla mercé dei tiranni”. L’Italia e la Svezia furono le uniche na-zioni a non riconoscere il go-verno dittatoriale e fascista instauratosi dopo la morte di Allende, ma forse quella era un’altra Italia.

Nicola Mangieri

CRISI DEL DEBITO, GOVERNO NEL CAOS Le due maxi-manovre estive non bastano a risanare i conti e tranquillizzare i mercati

SALVADOR ALLENDE

PAGINA 2 VOCI DI FABBRICA OTTOBRE 2011

“Queste sono le mie ultime parole

e sono certo che il mio sacrificio

non sarà vano, sono certo che,

almeno, sarà una lezione morale

che castigherà la fellonia, la

codardia e il tradimento”

Storie da raccontare

Niente potrà ormai egua-gliare la maestosità del ca-punto più lungo del mondo. La manifestazione avvenu-ta durante l’estate irsinese è stata infatti un successo senza precedenti. Fioccano infatti i commenti entusia-sti su Facebook di chi dice che grazie al capunto “Irsina sta rinascendo pia-no piano”. Ne siamo convin-ti anche noi. Grazie all’impegno forte e deciso di tutta la popolazione irsine-se, il capunto ha raggiunto

la ragguardevole lunghezza di 150 metri. Poco importa se fosse spezzato in più punti o cavato male, il ca-punto rappresenta ormai la nuova frontiera del turismo e della promozione agroali-mentare irsinese. Archivia-ta infatti l’ormai antipatica statua del Mantegna, vetu-sta e passata di moda: al capunto sarà invece dedica-t o i l m a n i f e s t o -gigantografia sull’arco di sant’Eufemia, che una volta appunto recitava “Irsina

città del Mantegna”. Inoltre c’è chi giura di vedere il capunto di 150 metri cre-scere spontaneamente, co-me animato di vita propria. Testimoni oculari afferma-no che esso abbia ormai raggiunto la ragguardevole lunghezza di 1000 km e che stia preparandosi a decolla-re per sbarcare su Marte. Non preoccupatevi però: avrebbe già promesso di es-sere ritorno sulla Terra per la prossima sagra del ca-punto.

ENTUSIASMO PER LE NUOVE BUSTE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA Utili per molteplici usi, fuorchè per buttare l’immondizia

IL CAPUNTO PIU’ LUNGO DEL MONDO SBARCA SU MARTE

Grande riuscita della sagra del capunto, che ormai si allunga autonomamente

nuti, i chicchi scoppieranno trasformandosi in gustosi quanto inaspettati popcorn. Che allegria con le nuove bu-ste!

DA INSALATA: Se tagliate a quadratini sottili, possono es-sere usate per condire le vostre insalate. Servite fredde, saran-no un contorno a cui non sa-prete più rinunciare!

Vediamo invece come NON devono essere utilizzate le buste:

PER L’IMMONDIZIA: toglie-tevi dalla testa l’idea di usare le buste per buttare davvero la frazione umida dei rifiuti. Non appena infatti proverete a met-tere i vostri rifiuti nelle buste esse si disintegreranno all’istante.

L’acquisto delle nuove buste riser-vate alla frazione umida della rac-colta differenziata ha destato entu-siasmo e gioia in tutta la popolazio-ne irsinese. In effetti, tali buste, acquistate a quanto si dice da una società collegata addirittura alla figlia di Silvio Berlusconi, sono otti-me per molteplici usi. Il composto di amido di mais, infatti, le rende par-ticolarmente soffici e fragranti, quasi appetitose. Vediamo come utilizzarle al meglio:

FRITTE: Se fatte friggere in olio di girasole, le buste si amal-gameranno fino a formare un impasto simile alla polenta, ottimo per le cene d’inverno, o quando ci si è dimenticati di andare a fare la spesa.

MICROONDE: Inserite nel for-no a microonde, le buste riacqui-steranno il loro status originale di chicchi di mais. Inoltre, se tenute nel forno per oltre 7 mi-

PAGINA 3 VOCI DI FABBRICA OTTOBRE 2011

1°: I DALEMIANI

I dalemiani-bersaniani sono la prima corrente del PD secondo i dalemiani-bersaniani. Essa è composta dai relitti un tempo appartenenti al PDS-DS. Oltre a Massimo d’Alema, la corrente conta nomi di prestigio come Nicola Latorre, e personalità vincenti come Francesco Boccia. La corrente ha avuto il grande merito di sconfiggere i veltroniani, sebbene come effetto collaterale ne abbia beneficiato Massimo d’Alema, anch’egli personalità vincente del partito.

SPAZIO SATIRA di Giuseppe Caivano

L’album consi-gliato da que-

sta prima uscita di “Voci di fabbrica” è un classico, uno dei dischi più rappresentativi della musica italia-na: Storia di un minuto (1972) della PFM. Sono pas-sati ormai quasi quarant’anni dalla pubblicazione del disco, ma esso sembra conservare il fascino di un tempo. A mio parere non è facile trovare molti altri album di tale calibro qui in Italia, nonostante siano passati un bel po’ di anni, soprattutto se si pensa che è stato composto da cinque semplici ragazzi, i quali hanno saputo unire la semplicità nel modo di suona-re gli strumenti alle distorsioni del-le chitarre, passando per flauti, violini e sintetizzatori. Il titolo “Storia di un minuto” probabil-mente allude al fatto che la musica permette di rivivere in un solo mi-nuto quell’ atmosfera di festa po-polare propria della gente sempli-ce che vive la giornata senza la-sciarsi sfuggire i piccoli piaceri del-la vita.

Carlo Pettinato

HEWL ETT- PA CKAR D

non convenzionale, come ac-cade per i movimenti. Questa volta abbiamo pensato di ri-flettere sulla questione pub-blicamente e di parlarne con due giovani esponenti delle politica lucana, il segretario provinciale di Sel Giuseppe

Di Sanzo e l’assessore alle politi-che sociali della pro-vincia di Potenza Paolo Pesa-cane. Con loro abbia-mo parlato della diffi-

Il 14 agosto, tra le attività previste in occasione della seconda edizione della Festa di Sel e la Fabbrica di nichi, c’è stato il dibattito, forte-mente voluto e curato dai ragazzi della Fabbrica in col-laborazione con Sel. Ci sia-mo più volte con-frontati nel corso delle nostre riu-nioni sul tema del rapporto che le giovani gene-razioni hanno con la politica, intesa in senso istituzionale ma anche e soprat-tutto in senso

coltà dei giovani di acce-dere a cariche politiche di alto livello, della sfiducia che spesso i più giovani nutrono nelle istituzioni e nei suoi esponenti e di come questo possa gene-rare spesso disaffezione oppure, come accade nell’attuale stagione, acu-ire il senso critico. La chiacchierata con i nostri ospiti è durata circa due ore ed ha rappresentato un momento di confronto interessante che ha arric-chito le nostre idee all’insegna della buona politica.

Marisa Radogna

LA POLITICA E LE GIOVANI GENERAZIONI Il 14 agosto dibattito all’interno della festa SEL-fabbrica di nichi.

La ragazza di Bube, vincitore del premio Strega nel 1960, è una delle opere più impor-tanti di Carlo Cassola. Il romanzo è ambientato nel secon-do dopoguerra. Quando il rialzo dei prezzi immiseriva il popolo, gran parte del patrimonio italiano era andato di-strutto e la situazione economica disastrosa gettava nu-merose famiglie, come quella di Mara, sul lastrico. Diffici-le, inoltre, era la situazione dei partigiani che, come Bube, a cui Mara mostrerà profonda fedeltà, erano costretti a nascondersi per fuggire al potere giudiziario. Con la fine della guerra, infatti, la resistenza non poteva più fare giu-stizia da sola, anzi, doveva a essa sottoporsi. Finita per sempre l’epoca fascista, ognuno era finalmente libero di seguire la propria predisposizione politica e, nonostante le gravi condizioni economiche, una nuova vivacità inizia-va a colmare il vuoto lasciato dalla guerra e la volontà di prendere parte al progetto di ricostruzione rendeva più allegri tutti. Anche la protagonista del libro, nell’ immorta-le speranza della liberazione di Bube, era stata travolta dalle nuove forme di divertimento: i Luna Park, il Cinema, i grandi Caffè, distrazioni che avevano dato, rallegrando l’anima dello Stato, la massima spinta alla società.

Ilaria Bilancia

VOCI DI FABBRICA

Manifesto d’informazione della fabbrica di Irsina

REDAZIONE: Marisa Radogna

Francesco Mascolo Giuseppe Caivano

Ilaria Bilancia Nicola Mangieri Giuseppe Aceto

Mariangela Calvello Giovanni Tarantino

Carlo Pettinato

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Consigli di Fabbrica

Il dibattito del 14 agosto scorso.

MUSICA LIBRI

VOCI DI FABBRICA PAGINA 4 OTTOBRE 2011