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Volume Trentennale FORMEDIL

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Il volume commemorativo per il trentennale del Formedil

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A cura di Alfredo Martini e Federica Paoli

La chiave di volta Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.

– Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, – risponde Marco, –ma dalla linea dell’arco che esse formano.

Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: – Perché mi parli delle pietre?

È solo dell’arco che mi importa.Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.

Italo Calvino, Le città invisibili

Progetto grafico e impaginazione Aurora Milazzo

Indice

Uno sguardo al passato per pensare il futuro di Massimo Calzoni e Franco Gullo

«La memoria c’è se qualcuno me la ricorda»

PARTE PRIMA PER UNA STORIA DEL SISTEMA BILATERALE DELLA FORMAZIONE EDILE

Capitolo 1Corporazioni, mutualismo e bilateralità. Le lontane origini della formazione in edilizia

Capitolo 2La nascita del sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Capitolo 3Pensare globale e agire locale. Il Formedil dal 1980 ad oggi: trent’anni di attività

PARTE SECONDA LE SCUOLE EDILI SI RACCONTANO

APPENDICE

Documenti Cronologia sinottica

Bibliografia generale

Bibliografia Formedil

Profili biografici degli intervistati

Credits fotografici

Ringraziamenti

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Ente Nazionale per la Formazione e l’Addestramento Professionale nell’Edilizia

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Q uando arriva una ricorrenza come un trentennale è inevitabile che si voglia cogliere l’occasione per fermarsi a fare delle valutazioni e per ragionare sul proprio passato.

Nasce spontaneamente il desiderio di fare un bilancio. L’importanza delle ricorrenze consiste proprio in questo, stimolano ad una riflessione sul passato dalla quale possono scaturire utili indicazioni per il futuro.Così abbiamo colto l’opportunità che ci presentava la ricorrenza dei trenta anni di attività del Formedil e abbiamo avviato la nostra riflessione, che ha preso contorni ambiziosi. Al di là dell’attività dell’Ente ci è sembrato importante cercare di capire come si è andata evolvendo più in generale la nostra storia, la storia di un sistema di formazione poggiato sulla bilateralità. L’invito della Presidenza agli autori del volume è stato quello di provare a scavare nel passato per trovare gli elementi di identità forte e condivisa che legano, in un disegno comune, l’esperienza articolata e complessa delle diverse Scuole Edili e dei diversi territori.Il risultato è questo volume che fin dal titolo richiama l’attenzione su due aspetti: innanzitutto intende porre l’accento sul contributo del nostro Sistema alla formazione di ampi strati della popolazione al servizio di un settore economico strategico come l’edilizia. Un contributo che si estrinseca nell’educare, informare e formare. Il secondo aspetto richiamato è quello propriamente storico: il percorso di ricostruzione è ancora lungo, ma questo volume ha l’ambizione di porsi come un primo importante strumento di studio per una storia della formazione del sistema bilaterale in edilizia, come recita il sottotitolo. Ai curatori va il nostro più vivo ringraziamento per aver riportato in superficie vicende “eccellenti”, per alcuni aspetti eroiche, per averci fatto conoscere protagonisti importanti della nostra storia e per aver posto in luce sia le differenze sia, soprattutto, gli elementi unitari, le condivisioni di metodo, le scelte e le prospettive sulle quali è stato costruito il nostro percorso. Ci sembra, oggi, che possiamo disporre di alcune pietre miliari sulle quali edificare con maggiore solidità la nostra storia presente e futura.A tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito all’evoluzione del nostro sistema vanno il nostro apprezzamento e il ringraziamento più sincero. A loro tutti dedichiamo questa storia e questo volume, perché resti un riferimento importante, uno strumento da consultare e in cui riconoscersi.

Massimo Calzoni Franco GulloPresidente Formedil Vicepresidente Formedil

Uno sguardo al passato per pensare il futuro

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Introduzione

riscontri, così come di episodi e di percorsi. Quando abbiamo incontrato Giuliano Licini a Belluno e gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza di direttore della locale Scuola Edile, egli ha dato avvio al suo racconto con la frase che abbiamo posto in calce a questa riflessione e che riassume in modo chiaro la relazione che si è generata tra noi ricercatori e le nostre fonti principali: una relazione di scambio. Aver posto al centro la memoria ha significato, altresì, cimentarci con una metodologia specifica, quella della cosiddetta storia orale, con le sue difficoltà, ma anche con la sua ricchezza1. I racconti e i ricordi dei testimoni sono il risultato dello scambio e dell’interrelazione con il ricercatore ed è l’intervistatore il depositario dell’interpretazione finale del testo emerso dal racconto. Ugualmente la fase del montaggio, dell’inserimento delle testimonianze raccolte nel più ampio ambito della ricostruzione storica costituisce un fondamentale momento di sintesi in cui tutto deve ritornare e tenersi, come in una costruzione ben fatta. La memoria ritrovata viene rifondata dalla messa in relazione dei diversi testi e viene filtrata attraverso la soggettività dell’autore finale del libro. Ogni singolo racconto diviene così parte della narrazione generale, all’interno della quale trova la sua finale collocazione. In questo delicatissimo lavoro di montaggio e di riscrittura un fattore importante è rivestito dall’autorappresentazione del narratore – dal suo posizionamento – che rappresenta un elemento fondamentale del lavoro critico, l’asse interpretativo principale dell’intero racconto e dei singoli eventi narrati. Un elemento di cui è assolutamente necessario tenere conto nell’utilizzo dei ricordi e nella loro trasposizione nel montaggio finale.Le testimonianze dei molti protagonisti a livello locale, ma anche nazionale, costituiscono quindi l’ossatura di questa ricerca e di conseguenza anche del volume. La memoria ritrovata e fissata sul registratore, si è trasformata in racconti che abbiamo provveduto ad intrecciare con una accurata ricerca bibliografica sia tra i volumi prodotti all’interno del sistema bilaterale dalle Scuole Edili e dal Formedil, sia nella letteratura storica e critica e negli atti di convegni che in questi anni sono stati prodotti soprattutto da parte sindacale. Da questo complesso intreccio di racconti, testimonianze, letture e relazioni è nata questa originale storia ricca di voci.

La struttura del Volume

La parte narrativa del volume è composta da tre capitoli. Nel primo abbiamo cercato di rintracciare le origini della formazione professionale in edilizia in età contemporanea, ricercandole nella liquidazione del sistema corporativo avvenuta all’inizio del XIX secolo e nella nascita dell’imprenditoria di tipo moderno. Nella storia sono emersi con forza il peso del mutualismo operaio e sociale della fine dell’Ottocento e la sua evoluzione in forme di solidarietà di tipo sindacale nonché il ruolo giocato dal conflitto sociale nell’individuazione di forme di collaborazione all’interno dell’universo edilizio. Un universo che, proprio in quanto figlio del sistema corporativo, conserva al suo interno una cultura attenta alla professionalità, al mestiere e alle competenze, sia da parte imprenditoriale che da parte delle associazioni

1 Per la metodologia e le problematiche connesse alla ricerca storica attraverso le fonti orali rimandiamo al volume Giovanni Contini e Alfredo Martini, Verba Manent. L’uso delle fonti orali per la storia contemporanea, Roma, Carocci, 1993.

«La memoria c’è se qualcuno me la ricorda»

Q uando la Presidenza del Formedil ci ha proposto di realizzare una ricerca che, prendendo spunto dal pretesto della ricorrenza del trentennale della costituzione dell’Ente, ripercorresse in termini più ampi la storia del sistema bilaterale della

formazione nel nostro Paese, avendo come riferimento l’articolato arcipelago delle Scuole Edili, abbiamo proposto di porre al centro del nostro lavoro la memoria. Non c’erano, infatti, i tempi per uno studio storico scientifico esaustivo che rintracciasse le origini del movimento e delle esperienze del bilateralismo e allo stesso tempo ricostruisse le modalità con cui la formazione edile che fa capo alle Parti Sociali si è affermata sul territorio negli ultimi sessanta anni. Era invece possibile e fruttuoso cercare di individuare dei percorsi e far emergere le tracce – anche di medio e lungo periodo – che hanno portato alla nascita del Formedil. Vi era comunque la possibilità di iniziare a ricostruire una storia, incrociando la riflessione direttamente prodotta dalle decine di Scuole Edili presenti sul territorio con la memoria di alcuni protagonisti della formazione professionale in edilizia.Ne è nato un progetto alla cui base abbiamo posto una serie di “storie” nella convinzione che, legandole fra loro, avremmo trovato un “bandolo” da cui partire per tessere un filo che da lontano arrivasse fino ad oggi: un bandolo fatto di ricordi, di interpretazioni, di riflessioni.Per questo abbiamo scelto il sottotitolo Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile in Italia: la preposizione per vuole indicare esattamente la dimensione aperta, dinamica e in fieri del lavoro, che non si presenta come una storia univoca e conclusa della formazione edile. Ciononostante il libro non rinuncia a fornire chiavi di lettura e ipotesi, sostenute da una documentazione scientifica ed offre dei materiali, mette a disposizione dei percorsi e ne propone delle possibili letture critiche. Interpreta e traduce fatti in storie e viceversa.Il libro si snoda lungo un asse temporale che dalla fine del Settecento porta al Secondo Dopoguerra, fino ad arrivare alla nascita del Formedil e da qui ai nostri giorni; la lettura dell’evoluzione del sistema bilaterale della formazione è affidata – in ciò risiedono la peculiarità e l’originalità del lavoro – a eventi e situazioni specifiche, che assumono la funzione di esemplificazioni e di paradigmi di lettura.

Una storia fatta di storie

Storie, quindi, che si intrecciano e che raccontano contesti specifici e situazioni particolari, ma che allo stesso tempo assurgono, per il portato innovativo o per il loro elevato valore esemplificativo, al ruolo di veri e propri riferimenti interpretativi.Una storia fatta di storie, di racconti, di ricordi che riemergono grazie allo stimolo generato dalle sollecitazioni di noi ricercatori, dalle nostre domande, dalla ricerca di verifiche e

Professionale, e il documento Buona occupazione e settore delle costruzioni: idee forza, sostegni strumentali, ipotesi di percorso. A seguire abbiamo deciso di inserire una cronologia sinottica, che offre al lettore una sorta di “mappa del tempo”, sulla quale è possibile cogliere in modo immediato la relazione tra l’evoluzione socio politica del Paese, le dinamiche dei cicli delle costruzioni e i cambiamenti nel mercato del lavoro, l’evoluzione contrattuale e normativa e l’evoluzione del sistema bilaterale della formazione in edilizia. A seguire un’ampia bibliografia generale, che può offrire interessanti spunti di riflessione e di approfondimento e una bibliografia dedicata alle opere edite dal Formedil, ulteriore testimonianza della ricchezza dell’attività del Sistema.Un’ultima parola, prima di concludere queste riflessioni, va spesa per descrivere il lavoro di raccolta e selezione delle immagini che sono parte integrante di questo volume. Alcune sono state appositamente realizzate, ma la maggioranza provengono da un lavoro di ricerca compiuto tra i materiali messi a disposizione dalle Scuole. Talvolta sono immagini sbiadite o sovraesposte, consumate dal tempo, ma hanno spesso, al pari dei nostri testimoni orali, la capacità di raccontare delle storie.

Alfredo Martini e Federica Paoli

dei lavoratori. Abbiamo rintracciato un filo rosso che si dipana nel tempo e intorno al quale nascono importanti esperienze di formazione nelle quali l’aspetto educativo, informativo e formativo convivono e si alimentano. Alcune di queste esperienze da volontaristiche divengono, nel tempo, istituzionali, altre continuano a vivere all’interno del dialogo tra le Parti Sociali. Una volta morta – o forse mai nata – l’illusione corporativa imposta dal fascismo, si è riproposta con forza, in una logica nuova, l’esperienza delle Scuole Edili, che caratterizzerà la ricostruzione post bellica prima e, negli anni successivi, imprimerà un segno all’evoluzione del processo di costruzione e all’organizzazione aziendale e del cantiere.La cronologia della nascita delle Scuole disegna la mappa di questo processo, che ha nella contrattazione tra le Parti Sociali il suo fondamento giuridico e uno dei motori. L’altro elemento propulsivo è costituito da un’esigenza concreta che le maestranze da un lato e le imprese dall’altro fanno emergere con continuità: l’importanza di un aggiornamento e di un “addestramento” in grado di adeguare le conoscenze e le capacità della manodopera all’evoluzione tecnologica e organizzativa del processo di costruzione. Nella nostra storia vi sono delle cesure temporali importanti. Una di queste è sicuramente l’obbligatorietà di istituire Enti Scuola a livello territoriale sancita in sede contrattuale all’inizio degli anni Sessanta. Agli stessi anni risale anche il primo cenno, in sede di contratto, alla volontà di istituire una Commissione centrale paritetica che si concretizzerà nel Formedil solo alle soglie degli anni Ottanta. I percorsi territoriali si intrecciano con la storia economica, sociale e politica. Nel tempo si consolidano esperienze, metodologie, modalità formative che diventano patrimonio comune e che sono alla base della nascita dell’Ente nazionale.Il dopoguerra e la ricostruzione, le crisi economiche della metà degli anni Sessanta, dell’inizio del decennio successivo e dei primi anni Novanta e di contro i cicli espansivi ad esse alternati giocano un ruolo importante nell’orientare le politiche formative del Sistema bilaterale. Ugualmente i contratti e l’evoluzione normativa hanno una ricaduta sulla domanda di lavoro e di qualificazione che viene dalle imprese: cambiano gli scenari sociali, il mondo produttivo si trasforma e con esso il lavoro. Tra i tanti fattori che determinano il cambiamento, uno dei più evidenti è costituito dalla crescita dell’immigrazione straniera che ha contribuito in modo radicale a trasformare la struttura stessa del mercato del lavoro nell’ultimo ventennio.Dei fenomeni e dei processi ora appena accennati si è tenuto conto nella ricostruzione di questa nostra storia: spesso hanno rappresentato la lente attraverso cui mettere a fuoco le suggestioni e le intuizioni che scaturivano dalle interviste.Dal momento che, come abbiamo ripetuto più volte, sono proprio le Scuole Edili che costituiscono l’ossatura del Sistema Formedil, abbiamo deciso di dedicare loro la seconda sezione del volume, che si distingue dalla parte precedente anche sul piano grafico. Abbiamo chiesto ad ogni Scuola, sulla base di una griglia con delle domande orientative, di raccontarci brevemente la propria storia, le relazioni con il territorio, la specificità della propria offerta formativa, i progetti in corso. Dal materiale raccolto è nata la sezione Le Scuole Edili si raccontano, che offre una panoramica interessante sull’articolazione attuale del Sistema. In fondo ad ogni scheda è stato riportato anche l’elenco delle pubblicazioni curate dalla Scuola. Il volume si chiude con un’ampia Appendice nella quale abbiamo raccolto alcuni documenti di particolare rilievo che ritenevamo utile inserire in versione integrale: il Documento programmatico del 2007, il progetto SULF, compreso nell’ambito dei Progetti di Sviluppo

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni,mutualismo e bilateralità

«Nei primordi lo scopo delle corporazioni dei Mastri muratori fu la comune difesa contro il predominio feudale, ma non tardarono esse a costituirsi in privilegiate comune, e questa costituzione fu il punto di partenza di una gran rivoluzione politica e industriale, per cui il lavoro può estendersi e la ricchezza della mano d’opera prendere incremento» (Società di Miglioramento e Resistenza,1906).

Le lontane origini della formazione in edilizia

CapitoloPrimo

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

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«La consapevolezza è una prerogativa dell’arte edile. Prendiamo Milano, qui siamo

in un contesto spaziale fra la Cattedrale di S. Ambrogio romanica e il Duomo gotico.

La costruzione della cattedrale è stato il momento di massima fioritura dell’arte

muraria, laddove gli operatori avevano la consapevolezza di quello che facevano,

cioè non erano dei semplici esecutori ma erano maestri, perché sapevano come

doveva essere tagliato un concio, perché conoscevano perfettamente come fare

perché assemblato ad altri stesse in piedi senza bisogno di collante. L’arco ha questa

caratteristica: certe pietre tagliate in un certo modo stanno in piedi senza bisogno

di cemento. Questo è l’emblema della consapevolezza. Queste persone facevano

queste cose senza saper niente di ingegneria delle costruzioni: non era frutto di

calcoli, di scienza, era frutto di un’esperienza che era sublimata fino ad arte. Questo

era, è e rimane nel “dna” dell’edile»1. Così Raffaele Borghi, Presidente del Consiglio

di Amministrazione dell’Istituto Carlo Bazzi di Milano, stigmatizza un percorso

storico che trae le sue origini da una lunga vicenda che ha le sue radici nel tardo

Medioevo e nel Rinascimento.

Ciò che colpisce nei racconti dei testimoni più anziani è proprio questa

consapevolezza che dietro al costruire c’è un filo rosso fatto di mestiere e di arte,

1 Intervista a Raffaele Borghi, 20 Aprile 2010.

Corporazioni, mutualismo e bilateralità:

le lontane origini della formazione in edilizia

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

La supplica è una delle tante che si inseriscono in quella «crescente messe di ricorsi

e controricorsi nell’ambito dell’ormai agonizzante microcosmo corporativo veneziano,

le cui strutture organizzate cesseranno di esistere nel 1807 quali enti giuridicamente

riconosciuti» (Caniato, Dal Borgo, 1990).

Il manovale Tonin vedrà respinta la sua richiesta nel timore che, indebolendo le

corporazioni, venissero meno quelle garanzie di controllo e soprattutto di gestione del

gettito fiscale a loro demandato. Dovrà attendere ancora qualche anno prima di poter

esercitare liberamente il suo “mestiere” all’interno di un nuovo contesto giuridico. Un

contesto che libererà il lavoro dallo stretto controllo delle corporazioni, riprendendone

tuttavia alcuni valori e soprattutto alcune regole volte a identificare e a riconoscere quei

mestieri che via via si trasformeranno in professioni. Perché la nostra storia è anche una

storia fatta di parole, di termini, di un lessico che da un lato resiste nel tempo e dall’altro

si modifica, si trasforma.

Dentro le corporazioni ci sono tutte le figure che caratterizzano il lavoro edile e che

continueranno a caratterizzarlo fino ai nostri tempi, ma anche le capacità imprenditoriali, in

una gerarchia che non lascia spazio all’improvvisazione. Si tratta di regole volte a garantire

un percorso di apprendimento e di crescita, di conoscenze e di pratiche che portano fino

a saper comandare e gestire un cantiere, che allora si chiamava “fabbrica”. Restiamo

ancora per qualche minuto a Venezia, dove per diventare “capomaestro” è necessario

percorrere una precisa trafila che parte dall’apprendistato. L’apprendista resta in questa

condizione per almeno cinque anni per poi diventare lavorante subalterno, condizione

che andrà evolvendosi dopo la fine delle corporazioni in quella dell’assistente, che già

alla fine dell’Ottocento assumerà una funzione ben precisa e importante all’interno della

una lunga storia che ha come protagonisti dei “maestri”, che diventano mastri,

capomastri e poi costruttori.

La nostra storia moderna vede la nascita di opere architettoniche, città

straordinarie e costruzioni che tuttora costituiscono degli esempi del buon

costruire e che rappresentano un punto di incontro tra arte e mestiere. Tanto

che si può tranquillamente parlare di “arti edili”2, tanto che le prime scuole dopo

la fine delle corporazioni sono scuole di “arti e mestieri”.

La nostra storia comincia da qui, da questo intreccio tra arte e mestiere con

protagonisti i maestri e gli organismi di rappresentanza che dal ‘400 all’800 hanno

costituito il riferimento produttivo del costruire, le corporazioni di mestiere, che

sono all’origine dell’impresa edile moderna e del movimento di rappresentanza

sia imprenditoriale che sindacale dei lavoratori.

Apprendisti, garzoni, assistenti e capomastri

È il mese di Maggio del 1798, siamo a Venezia, da poco si è insediato il nuovo

governo austriaco. La Repubblica è in agonia, il suo futuro è segnato.

La crisi economica e istituzionale sta disgregando e dissolvendo quella che era stata la

più importante Repubblica marinara per secoli. In quel giorno di Maggio il regio Deputato

alle Arti meccaniche riceve una supplica. A scrivere è un manovale edile, Osvaldo

Crovato, detto Tonin, che chiede per se stesso e per i suoi discendenti, la facoltà di

esercitare liberamente i mestieri di «murero, marangon e terazzere».

2 È questo il titolo di un “prezioso” volume promosso dall’Associazione dei Costruttori Edili di Venezia, dove si ricostruisce la storia delle corporazioni edili tra XVI e XVIII secolo (Caniato, Dal Borgo, 1990).

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

riorganizzazione del lavoro e delle gerarchie della “fabbrica moderna”.

Nelle mariegole, gli statuti corporativi veneziani, il lavoratore subalterno restava tale

per almeno tre anni alla fine dei quali aveva diritto a cimentarsi con la “prova d’arte”

per accedere al titolo di “capomaestro”, di capomastro. A Venezia, nel Veneto di

terraferma, così come in Lombardia, tre risultavano essere le condizioni essenziali che si

richiedevano per far parte della corporazione dei mastri muratori: maestria nell’arte, mezzi

adeguati per esercitare e sottomissione alle regole prestabilite. Con il superamento della

“prova d’arte” si acquisiva la “maestranza”, «il privilegio accordato ai capomastri dopo

che essi avevano compiuto il prescritto tirocinio di apprendisti e in qualità di garzoni

(compagnonage)» (Società di miglioramento e resistenza, 1906).

Da un lato maestri, magister, ovvero insegnanti e trasmettitori di sapere, dall’altro

capomastri ovvero organizzatori, comandanti, gestori di cose e di uomini; sotto

di loro i garzoni – termine che richiama la tradizionale bottega artigiana – che

però erano chiamati anche “compagni” alla francese, compagni e assistenti dei

capomastri.

Successivamente all’abolizione delle corporazioni, dal 1807, l’attività dei capomastri

viene progressivamente regolamentata.

A Milano e in Lombardia – come ricorda Vittorio Bussi, attuale Preside dell’Istituto

Bazzi – «il capomastro, citato da Plinio come colui che è “solito a superare con

l’arte le difficoltà dei luoghi”, non solo ha sempre avuto le responsabilità civili e

penali del costruire, ma anche, già dai Codici Napoleonici del primo Regno d’Italia,

ha avuto uno status giuridico riconosciuto da una patente che veniva rilasciata da

apposita Commissione comunale, per l’esercizio del mestiere di Capomastro.

Nel 1822 la Congregazione Municipale della Regia Città di Milano eleva l’attività

del Capomastro da mestiere a professione, stabilendo anche le competenze

minime necessarie che si richiedevano all’aspirante cioè saper leggere, scrivere

e disegnare».3 La fine delle corporazioni determina di fatto una sempre più netta

separazione tra quei capomastri che si vanno trasformando in imprenditori, in

quanto dispongono di strutture e capitali in grado di acquisire commesse e chi può

solo offrirsi quale semplice prestatore d’opera in conto terzi.

3 Intervista a Vittorio Bussi, Milano 20 Aprile 2010. Bussi fa qui riferimento a quanto descritto nel volume per il centenario dell’Istituto Bazzi (Istituto Industriale Edile Carlo Bazzi, 1972), dove tra l’altro si precisa che le tre condizioni sono: 1. saper leggere scrivere e fare di conto; 2. un attestato della Regia Accademia di Brera in cui si riconosceva la capacità di capomastro tra cui essere «sufficiente-mente istruito nell’arte del disegno»; 3. disporre di attestati da parte di ingegneri e architetti accreditati (le committenze di allora) che debbono dimostrare «l’abilità e l’attitudine pratica dell’esercizio suddetto».

L’Istituto Carlo Bazzi conserva

tavole e disegni realizzati dai

propri studenti: a sinistra un

disegno del 1899 realizzato

dallo stesso Bazzi, decorato con

medaglia d’oro al Valore Militare

nel 1916. Nella pagina a fianco in

alto un disegno del 1898.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

Nel nuovo contesto post corporativo il capomastro è pertanto «colui che dirige i

lavori di una costruzione muraria, eseguendo i progetti redatti dall’ingegnere o

dall’architetto, tiene un arsenale di attrezzi che usa per le esecuzioni delle fabbriche

[i cantieri NdC], provvede [sic!] i materiali costruttivi e le squadre di operai da

muro, da legno e da ferro» (Istituto Industriale Edile Carlo Bazzi, 1972).

Nel corso del XIX secolo questa separazione crea le condizioni della nascita

dell’impresa moderna, in cui il capomastro trasferisce il modello organizzativo

corporativo nel nuovo contesto, ovvero guida delle squadre che possono

essere composte da poche persone per la costruzione di case o di piccoli

lavori pubblici fino a «una squadra di dieci artieri della sua professione..

(avendo) alle sue dipendenze una decina di muratori e dai 25 ai 30 aiutanti tra

manovali, garzoni ed apprendisti» (Mereu, 1972).

Allo stesso tempo si va affermando un proletariato privo di riferimenti, composto

in gran parte da quei garzoni e compagni che «pur conoscendo il mestiere,

andarono ad ingrossare la classe dei salariati diventando i muratori»; con il

passare del tempo questa «fascia di addetti del servizio, i manovali, i badilanti

ed i garzoni si andava ingrossando notevolmente senza possibilità di controllo

sul livello di qualificazione e di mestiere» (FILCA CISL Lombardia, 1979).

Dalla fabbrica alla scuola

Con la fine delle corporazioni vengono meno alcune specifiche funzioni di controllo

e di garanzia, ma soprattutto emergono con forza due specifiche esigenze connesse

A destra e nella

pagina precedente:

antichi strumenti di lavoro

conservati presso

l’Istituto Bazzi di Milano.

entrambe alla questione della qualificazione. Da un lato si trattava di individuare i

meccanismi che consentissero di attestare il livello di capacità e di affidabilità dei

capomastri (e successivamente delle imprese), dall’altro era necessario assicurare

la trasmissione delle conoscenze e del sapere per consentire una continuità di

mestiere. La trasmissione del sapere, infatti, avveniva da secoli all’interno del

sistema corporativo, sulla base dell’esperienza: dal praticare il mestiere e dalla forte

interazione tra gerarchia e conoscenza, che ha al vertice il maestro, che dirige e

allo stesso tempo insegna. Come ricorda Cesare Sibilia «dal Medioevo a tutta l’età

moderna l’acquisizione delle nozioni indispensabili per l’esercizio di una professione

artigiana non era affidata ad un insegnamento di tipo teorico praticato nelle scuole,

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

ma coincideva, per il giovane, con l’ingresso stesso nel mondo del lavoro, con

l’abbandono della famiglia d’origine per entrare nella “bottega” a far parte della

compagine produttiva alla cui guida era posto il “maestro”» (Della Torre, 1992).

È intorno alla metà del XIX secolo che la questione cambia e diventa importante e

urgente.

L’anno è il 1848, da Venezia ci siamo spostati a Torino. L’attenzione per assicurare una

continuità formativa è particolarmente alta. Il governo sabaudo ha appena istituito un

nuovo Istituto Professionale e Industriale, che negli anni successivi si va articolando

in una serie di sezioni, tra le quali “meccanica e costruzioni”. Soluzioni educative

che vanno ad aggiungersi alle già esistenti Scuole municipali di disegno, inaugurate

durante il periodo napoleonico e che, fino alla metà del secolo, si rivelano il principale

esempio di scuola professionale torinese. Ugualmente, negli stessi anni, si sviluppa

l’attività delle Scuole Tecniche Operaie di S. Carlo, rivolte dapprima a scultori, ebanisti

e lavoranti in legno e poi estese agli operai di qualunque industria.4

Un ruolo importante hanno anche gli istituti religiosi; a Torino sono particolarmente

attivi i Salesiani. In altre aree del Paese, come ad esempio a Terni5, sono invece i

Gesuiti a svolgere una funzione di formazione per diverse categorie operaie.

Ma torniamo a Torino. Sono passati undici anni, è il 13 novembre 1859, un giorno

importante perché il Parlamento sabaudo approva la Legge Casati con la quale

si provvede ad un riordino dei corsi scolastici. La riforma interessa soprattutto

l’Istruzione Professionale, ancora appoggiata su iniziative pubbliche e private di

4 Queste informazioni e le citazioni correlate sono tratte da una documentazione fornitaci dall’Ente Scuola C.I.P.E.-T. di Torino. 5 Si veda 1962-2007 La Scuola Edile di Terni: 45 anni di cultura del fare (bibliografia Scuola Edile di Terni).

carattere assistenziale e benefico. Mancano ancora, nonostante i numerosi cantieri

aperti nelle zone di ampliamento della città, specifiche scuole per le maestranze

dell’arte del costruire: muratori e capomastri sono istruiti in corsi rivolti anche ad altri

professionisti presenti in cantiere.

A Torino, come a Milano, a Terni come a Bergamo, ma anche a Genova come a

Napoli, sotto la spinta delle nuova legislazione italiana, si vanno mettendo a punto

progetti per istituti statali e locali di tipo tecnico, con titoli pienamente riconosciuti.

Ugualmente sono gli stessi attori pubblici e privati coinvolti nei progetti di costruzione

urbana e di opere pubbliche e private che si attivano per poter disporre di scuole

di mestiere. Così, nell’ultimo ventennio del secolo, con la diffusione delle nuove

tecniche costruttive e il crescente sviluppo industriale, maturano la nascita di nuove

Scuole di Arti e Mestieri. A Torino la Scuola viene istituita nel 1893 e per i primi tre

anni di corso gli studenti sono tenuti a frequentare lezioni teoriche ed esercitazioni di

laboratorio per fabbri e falegnami. Nel 1903 confluirà, con le Scuole di Disegno e la

Scuola di Chimica Cavour, nell’Istituto Professionale Operaio.

A Bergamo nasce la Scuola d’arte Andrea Fantoni, da cui prenderà vita negli anni

Settanta del Novecento l’attuale Scuola Edile (Cattaneo, 2008). A Terni, solo per fare

ancora un altro esempio, subito dopo l’unificazione, viene costituito l’Istituto Tecnico

Provinciale, dove prima c’era un collegio dei Gesuiti, a cui fa seguito, qualche

decennio dopo per iniziativa imprenditoriale, una Scuola di Arti e mestieri.

Facciamo un passo indietro e spostiamoci a Milano. È il 1837 e il Comune di Milano

delibera l’istituzione di una patente comunale per chi esercita la professione di

capomastro: il rilascio è obbligatoriamente subordinato ad un esame formale.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

Successivamente nel 1862, dunque ad unificazione avvenuta, il Comune di Milano,

cui competeva il rilascio della patente, presenta una prima completa ed ufficiale

formulazione dei programmi delle discipline che il candidato doveva dimostrare di

conoscere, formulando l’auspicio e la previsione che al più presto si sarebbero stabilite

«scuole tecniche anche in questo ramo, ponendo le premesse per la nascita di una

scuola specifica per l’edilizia» (Istituto Industriale Edile Carlo Bazzi, 1972). Il risultato è

che, nel 1872, nasce la Scuola di Capimastri in seguito ad una proposta lanciata nello

stesso anno dal Collegio degli Ingegneri e degli Architetti di Milano e in collaborazione

con la Società di incoraggiamento d’arte e mestieri. La Scuola ottiene l’approvazione

del Ministero competente e si attiva con il sostegno del Comune di Milano. Il primo

anno ha sei iscritti e si appoggia, per un certo tempo, presso il Regio Istituto Tecnico,

la Regia Accademia di Belle Arti e la stessa Società di incoraggiamento. Nel 1886

tutti gli insegnamenti e gli esami vengono svolti nella sede dell’Istituto. La Scuola ha

una durata di tre anni, si accede con licenza di scuola secondaria di primo grado o

con speciale esame di ammissione; oltre alle lezioni tenute la mattina, gli allievi nel

pomeriggio «frequentano i cantieri cittadini prendendone parte attivamente» (Istituto

Industriale Edile Carlo Bazzi, 1972).

Sul fronte operaio, intanto, si vanno sviluppando le Società di Mutuo Soccorso anche

nel settore dell’edilizia; tra queste spicca la Società di Miglioramento e Resistenza fra

i Lavoranti Muratori, che viene costituita nel 1886, dopo alterne vicende e sulle ceneri

di precedenti esperienze. Dopo un primo storico sciopero dei muratori a Milano,

degenerato in gravi disordini, i lavoratori ottennero un aumento del 20 per cento

della paga, l’abolizione della lira austriaca, un’ora in più di riposo, ma soprattutto «si

riconobbe pure il diritto nei muratori di provvedere ai soccorsi in caso d’infortunio,

e a tal uopo i capomastri si costituirono in commissione per la formazione di una

cassa che servisse a sussidiare gli operai colpiti da infortuni sul lavoro» (Società di

Miglioramento e Resistenza, 1906). alla società mutualistica l’anno dopo nascerà la

Cooperativa lavoranti Muratori, ancora attiva, e, nel 1888, la Scuola Professionale

Muraria che svilupperà una propria rete anche in aree circostanti Milano (FILCA

CISL Lombardia, 1979). Come si legge nel volume stampato per il ventennale della

società6 concorsero a sostenere questa iniziativa, tra gli altri, il Municipio, la Camera

6 Società di Miglioramento e Resistenza con Cassa Mutua fra i Lavoranti Muratori di Milano e Filiali, Libro ricordo storico. Venti anni di vita della società, Milano, Tipografia degli operai, 1906. Nel 1987 è stata pubblicata una ristampa anastatica del volume, in occasione dei cento anni della Società Cooperativa.

A sinistra e nella pagina a fianco in

alto: antichi strumenti conservati

presso l’Istituto Bazzi di Milano.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

30 31

Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

di Commercio, alcuni istituti di Credito e il Governo, ma anche il Collegio dei

Capomastri, a dimostrazione dell’interrelazione e della collaborazione tra le

parti. In qualche modo siamo di fronte ad una prima significativa esperienza

di bilateralismo. Negli anni successivi si affiancò, come sostenitrice, anche la

Società umanitaria.

Ritorniamo ora di nuovo a Torino, dove troviamo un ingegnere che è anche

consigliere comunale: il suo nome è Giovanni Angelo Reycend. È docente alla

Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri ed è alla fine del suo mandato di

assessore all’Istruzione, quando, nel 1897, in un intervento pubblico, sottolinea

la necessità di dar vita, anche a Torino, come avviene in altre città italiane quali

Milano e Biella, ad un corso regolare di costruzioni murarie, «la sola e vera scuola

nella quale possono formarsi buoni assistenti e capomastri». Passano dieci anni e

lo ritroviamo protagonista, insieme al Collegio dei Capomastri e alla Società degli

Assistenti edili ed Arti affini, nel fondare la Scuola Professionale di Costruzioni

Edilizie, sull’esempio dell’esperienza milanese.

Sullo scorcio del secolo, infine, è necessario ricordare un cambiamento

fondamentale nella legislazione che regolamentava, tra le altre cose, anche

l’espropriazione per pubblica utilità: l’emanazione della cosiddetta “legge Napoli”.

Dopo l’unificazione del Regno d’Italia le varie normative che caratterizzavano i

diversi Stati italiani erano state riassorbite in un codice unitario promulgato nel

1865. Venti anni dopo, nel gennaio del 1885, lo Stato Italiano emana la legge 2892

o Legge per il Risanamento della città di Napoli a seguito di una grave epidemia

di colera che aveva colpito la città campana nel corso dell’anno precedente.

La necessità contingente che porta all’emanazione della legge è quella di un

risanamento di alcune zone della città nelle quali, l’affollamento abitativo e le

pessime condizioni igienico sanitarie avevano favorito l’espandersi della malattia.

Il piano di risanamento cittadino prevedeva ampie zone di demolizione e

ricostruzione e per attuarlo si procedette ad una ridiscussione dell’espropriazione

per pubblica utilità e dei criteri di indennizzo.

Fu così che un provvedimento, che nasceva per porre rimedio ad un’emergenza

sanitaria, si concretizzò come un momento evolutivo fondamentale della

Ritratti fotografici degli alunni

del corso accelerato

destinato ai reduci della

Prima Guerra Mondiale,

dicembre 1919 – gennaio 1921,

Istituto Carlo Bazzi.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

legislazione urbanistica in tema in tema di esproprio e calcolo dell’indennità.

Trascorsi altri dieci anni dall’emergenza dell’epidemia un Regio Decreto del 25

maggio del 1895 (R.D. 350) detta le regole per «la direzione, la contabilità e la

collaudazione [sic] dei lavori dello Stato che sono nelle attribuzioni del Ministero

dei Lavori Pubblici». Si tratta di un regolamento rimasto in vigore sino al 1999

quando viene abrogato dal d.P.R. 554. Il Regio Decreto definiva le responsabilità

dell’ingegnere capo e del personale preposto ai lavori, regolamentava l’esecuzione

dei lavori (disposizioni preliminari, consegna, esecuzione dei lavori appaltati)

nonché gli scopi e la forma della contabilità, i lavori in economia e i procedimenti

di collaudazione.

Questi interventi normativi – la “legge Napoli” e il Regio Decreto 350 – contribuiranno

in modo determinante al progressivo cambiamento della struttura delle imprese.

Da capomastri a costruttori

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo assume una sempre maggior rilevanza la

“questione sociale” e si vanno costituendo forme organizzate di rappresentanza.

Da un lato assistiamo, dunque, a forme di aggregazione da parte dei capomastri,

dall’altro si va sviluppando sempre più il mutualismo tra le classi povere e tra

i lavoratori: tra questi ci sono anche gli edili. Le Società di Mutuo Soccorso

nascono e si sviluppano con l’intenzione di sopperire alla mancanza di un vero e

proprio stato sociale e come forme di autodifesa del mondo del lavoro cercando,

in una condizione di quasi totale assenza di diritti, di elaborare e rendere effettive

strategie di tutela. Le Società di Mutuo Soccorso, pur con alcuni limiti, precorrono

e preparano il campo ad esperienze sindacali più mature che possono essere

considerate eredi di questi primi tentativi di autotutela e garanzia delle condizioni

lavorative. Una legge ne inizia a regolamentare il funzionamento già dall’aprile

1886 e le Società si Mutuo Soccorso continueranno a crescere fino ai primi anni del

Novecento per essere poi sciolte con l’avvento del Fascismo, oppure incorporate

in organizzazioni fasciste.

Nel 1887 a Milano viene costituito il Collegio dei Capomastri, prima forma di

associazionismo imprenditoriale. Nel 1893 viene costituita l’Unione Assistenti

Costruttori di Milano.

Il processo è simile, anche se avviene con qualche anno di ritardo, a Torino, dove il

Collegio dei Capomastri manterrà questo nome fino al 1922.

A Milano, invece, in seguito alla nascita, nel 1906, della Federazione dei Costruttori,

si trasforma in capo ad alcuni anni in Associazione dei costruttori edili. Lo sviluppo

associativo della rappresentanza imprenditoriale – come si legge in un articolo

successivo del «Corriere dei costruttori», rivista della Federazione nazionale, creata

nel 19217 – risponde alla necessità di «arginare ed opporsi alle pressioni esercitate

sulla classe [imprenditoriale] dalle organizzazioni operaie in continuo sviluppo»

(Bortolotti, 1978).

Sono anni in cui il mercato delle costruzioni si avvia a vivere trasformazioni

rilevanti. Il principale cambiamento è costituito dall’abolizione del cottimo, nel

1907, che comporta anche dei nuovi assetti nell’organizzazione del lavoro.

7 Il «Corriere dei costruttori» ha continuato le pubblicazioni con modalità, formule editoriali e periodicità diverse, fino al Dicembre 2001.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

34

Il meccanismo si trasforma e si concretizzano forme di subappalto dove il

capomastro fissava un valore di un servizio collegato ad una certa prestazione

in un determinato tempo con un altro capomastro o con un subalterno, che

si preoccupava di acquisire la mano d’opera e lucrava sulla differenza tra il

compenso pattuito e i salari dei manovali. Il cottimo del resto costituiva per

molti muratori e manovali un modo per guadagnare di più rispetto alle tariffe

orarie prestabilite. L’abolizione avviene in una fase congiunturale di forte

espansione della domanda edilizia e di crescita dei salari. L’abolizione del

cottimo determina un calo medio della produttività, ma anche un miglioramento

qualitativo e una maggiore organizzazione sul cantiere. Se alcuni capomastri,

soprattutto i più grandi, si lamentano, molti registrano invece un miglioramento

nei rapporti tra i diversi livelli dei lavoratori. (FILCA CISL Lombardia, 1979)

Mentre si evolvono la legislazione sociale e del lavoro e cresce l’attenzione

sulla gestione produttiva, anche in edilizia prosegue l’evoluzione degli enti di

formazione di mestiere e delle scuole professionali di settore.

Torniamo allora di nuovo a Torino. È il 4 novembre 1911 quando si inaugura

la nuova sede dell’Istituto Professionale Edile a Palazzo di Città. Reycend

nel suo discorso di apertura sottolinea lo sviluppo dell’attività della Scuola,

la costruzione di un piccolo museo e la creazione di laboratori ed evidenzia

il ruolo degli assistenti, «anello di congiunzione dei dirigenti (ingegnere,

architetto, imprenditore) colle maestranze operaie, attenti a estrarre dai disegni

[ ... ] di una fabbrica la parte che ad ogni arte si attiene e, al tempo stesso, a

presiedere l’impianto del cantiere». Nel 1913 la Scuola avvia la pubblicazione

Un cantiere degli anni Trenta

del Novecento in provincia di

Terni. Il lavoro era destinato ad

apportare risorse idriche nella

centrale di Galleto, al tempo la

più grande d’Europa.

Educare, informare e formare. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile in Italia

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

di un proprio periodico «L’Arte edilizia» rivolto agli assistenti costruttori, agli

insegnanti e agli allievi come strumento di aggiornamento professionale.

Con lo scoppio, a breve, della Prima Guerra Mondiale si apre una parentesi

nel percorso evolutivo della formazione.

La nostra storia dunque riprende nel dopoguerra. Siamo a Milano, è il 1918 e la

Scuola dei Capimastri cambia nome, trasformandosi in Scuola dei Costruttori

Edili, e viene annessa al Regio Istituto Tecnico Carlo Cattaneo. La scuola viene

sostenuta prevalentemente con fondi comunali e da donazioni. Il Collegio

dei Costruttori, infatti, sospende il contributo, in attesa di un riconoscimento

formale dei titoli di studio da parte del Ministero. Tra il dicembre 1919 e il

gennaio 1921 va segnalato lo svolgimento di un corso accelerato riservato ai

reduci di guerra.

Lo scontro sociale e la battaglia politica, che caratterizzano il dopoguerra e

che si concludono con la presa del potere da parte di Mussolini e l’avvento

del fascismo, aprono la strada ad una nuova fase fatta di carte bollate, di

riconoscimenti, di rilancio del settore attraverso grandi lavori pubblici e di

nuove leggi edilizie.

Nel 1923 la Scuola dei Costruttori di Milano ottiene il riconoscimento ministeriale,

per emettere il titolo di Perito Costruttore Edile valido a livello nazionale. Si

rafforza nella didattica l’integrazione tra l’insegnamento d’aula e la pratica

di cantiere, un elemento fondamentale e caratterizzante dell’esperienza

delle scuole professionali che fanno riferimento al sistema produttivo delle

costruzioni. Cresce in questi anni il ruolo del Collegio dei Costruttori Edili, così

come aumenta il contributo finanziario che, nel 1931, arriverà a 450.000 lire.

L’attività didattica resta triennale fino al 1929 quando diventa quinquennale. Nel

1933 la Scuola si trasforma in Istituto Tecnico Industriale per Edili Carlo Bazzi,

in memoria di un ex allievo morto eroicamente durante la Grande Guerra.

Nella seconda metà degli anni Trenta la situazione economica si fa sempre più

difficile, le politiche del regime scontentano i costruttori edili che si scontrano

con una burocrazia inefficiente e ostile; intanto calano anche gli investimenti e

la produzione, in un conteso internazionale sempre più incerto. Anche il Bazzi

ne risente e registra progressivi cali delle iscrizioni.

Nel 1934 viene costituita la Corporazione delle Costruzioni Edili, che assorbe

tutte le associazioni di settore, generando malumori e contrasti. Il sistema

corporativo ha una funzione prevalentemente di congelamento del processo

evolutivo delle scuole, limitandosi a garantirne la sopravvivenza.

Nel 1937 l’Istituto apre una nuova serie di corsi serali per assistenti edili e

per disegnatori che riscuoteranno molto successo e proseguiranno fino allo

scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1937 però crescono le donazioni e, tra queste, ne va citata una di 60.000

lire da parte dell’impresa Castelli, che in futuro sarà sempre accanto all’Istituto,

ricoprendo un ruolo importante all’interno del Consiglio di Amministrazione

anche nel secondo dopoguerra.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

All’inizio del Novecento, a Terni,

Virgilio Alterocca (foto in alto a

sinistra), imprenditore, politico e

filantropo crea una larga intesa

fra pubblica amministrazione e

capitale privato e fonda la Scuola

di Arti e Mestieri, con l’obiettivo

di una formazione al lavoro

qualificata.

Nella pagina a fianco: un cantiere

della ricostruzione successiva alla

Seconda Guerra Mondiale a Terni

(Istituto Geometri).

Nella pagina precedente un

cantiere di fine Ottocento in

provincia di Pistoia.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

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Titolo Volume - La memoria c’è...

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Corporazioni, mutualismo e bilateralità: le lontane origini della formazione in edilizia

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L’evoluzione degli strumenti di lavoro (1925-1960)

In senso orario:

in alto a sinistra betoniera a

tamburo (primi anni Sessanta),

Gru (anni Quaranta), arganello,

betoniera a tamburo (1958).

In senso orario:

in alto a sinistra betoniera a

tamburo (1925), betoniera a

tamburo (1939), elevatore modello

“Falco” (anni Quaranta), elevatore

a due tiri modello “Doppio Falco”

(anni Quaranta). Nella foto

compare anche il signor Luigi

Repetto, fondatore della ditta

“Macchine Edili Repetto”.

Educare, informare e formare. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile in Italia

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Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta«Queste testimonianze costituiscono momenti fondamentali della nostra vita di edili, perché ci consentono di memorizzare l’evoluzione compiuta dal mondo del lavoro edile negli ultimi sessant’anni. Cambiamenti che hanno coinvolto uomini, materiali e mezzi: dai modi con cui si arrivava al cantiere a come lo si vive oggi durante le ore di lavoro; dall’uso del filo a piombo, che spesso era solo un gomitolo di spago avvolto attorno a mezzo “quareo”, allo strumento laser che ora consente misure e allineamenti perfetti».*

CapitoloSecondo

La nascita del sistema bilaterale

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Con la fine del conflitto bellico il Paese si trova coperto di macerie, macerie innanzitutto

fisiche, ma anche economiche e sociali. Profonde sono le ferite, i lutti e le tragedie

che hanno colpito l’intera penisola. Ogni territorio si trova a dover fare i conti con una

ricostruzione che è tutta da definire. Soprattutto fino all’inizio degli anni Cinquanta

si cercano di individuare le priorità. Il settore edile esce dalla guerra fortemente

provato, nelle sue maestranze, soprattutto, ma anche nell’organizzazione del lavoro:

privo di mezzi tecnici si caratterizza per una decisa arretratezza, ma il problema più

rilevante è quello della forte domanda di mano d’opera. Con la partenza dei primi

programmi di ricostruzione, tra le principali esigenze vi è quella di poter contare

su fasce di lavoratori con un’adeguata qualifica e professionalità. Racconta Diego

Cuzzani, Presidente della Scuola Edile di Bologna dal 1993 al 2008: «Io il giorno della

Liberazione l’ho vissuto vedendo un plotone di soldati che marciavano in piazza

S. Stefano, a Bologna: intorno il disastro. Dal disastro, però, dovevamo ripartire,

dovevamo ricostruire le nostre città. A questa ricostruzione hanno contribuito l’edilizia

e centinaia di migliaia di uomini, con il loro sapere e la loro esperienza, ma anche con

le tecniche che via via sono stati capaci di acquisire e contribuire a sviluppare»1.

* Brano tratto dalla scheda storica fornita dalla Scuola Edile di Vicenza.1 Intervista a Diego Cuzzani, realizzata a Bologna il 28 maggio 2010.

Il dopoguerra: partire dalle macerie

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Dai racconti degli imprenditori attivi nell’immediato dopoguerra raccolti dalle Scuole

Edili in occasione delle numerose ricostruzioni dell’evoluzione della formazione

edile a livello territoriale emerge in maniera chiara che molte imprese tornate ad

operare si trovarono di fronte alla difficoltà di reperire «uomini capaci di muoversi in

un cantiere, di lavorare, magari anche a “cottimo”, come dire lavorare senza fermarsi

mai!»2. Del resto il modello organizzativo e gestionale del cantiere riproduceva quello

anteguerra, fortemente centrato sul muratore, in attesa – come avverrà gia negli anni

successivi – di una sempre maggiore diffusione delle costruzioni in cemento armato,

che richiederanno non solo competenze diverse, ma anche differenti modalità

organizzative e sistemi di gestione della mano d’opera sempre più articolati.

L’industria delle costruzioni e la domanda di formazione nel dopoguerra

La parentesi della guerra e l’impostazione stessa della politica edilizia dei primi anni

del dopoguerra, tutta centrata sulla necessità di dare una risposta soprattutto alla

diffusa disoccupazione, «operarono come fattori di stabilizzazione e di temporaneo

rilancio delle tradizionali strutture produttive dell’industria delle costruzioni» (Cipollini,

1980). Il risultato fu una crescente e dimensionalmente rilevante ondata di personale

non qualificato verso le costruzioni.

Secondo il censimento industriale del 1951 in Italia operavano circa 31.000 imprese

che davano occupazione a poco meno di 500.000 addetti. Il 71,4% delle aziende,

ovvero circa 22.200, avevano meno di 10 addetti.

2 Scheda storica fornita dalla Scuola Edile di Vicenza, cit.

Queste piccole e piccolissime imprese diffuse sul territorio erano eredi in gran parte

della struttura produttiva prebellica; una parte però erano di nuova costituzione, sorte

sulla scia della nuova domanda dei programmi di ricostruzione locale. La media

impresa, fino a 50 addetti, rappresentava il 23% del totale delle aziende. Si trattava

di circa 7.200 imprese che assorbivano il 38% del totale degli addetti. Insieme alle

poco più di 1.000 imprese della fascia dimensionale fino a 100 addetti, pari al 3,5%

del totale, queste aziende potevano considerarsi l’ossatura del comparto industriale.

Qui si concentrava oltre il 50% della mano d’opera. Sono queste imprese, insieme

a quelle con un numero di operai inferiore a 500, a costituire il principale riferimento

del sistema bilaterale. Del resto in queste tre fasce si concentrava circa il 77% delle

maestranze.

Le grandi aziende risultavano essere 45 pari allo 0,1% con un’occupazione di circa

45.000 addetti corrispondenti al 9% del totale.

Gli operai comuni e i manovali rappresentavano oltre il 60% della mano d’opera

occupata. Tra questi circa un 4% venivano indicati come apprendisti. Gli operai

qualificati erano il 21,7%, circa 108.000, mentre gli specializzati ammontavano a

poco più di 42.000 (meno del 10%). Gli addetti a categorie speciali, spesso legati al

processo di meccanizzazione in atto, erano 1.200 (lo 0,3%).

Alla vigilia di quella che sarà la maggiore espansione edilizia dal dopoguerra ai

giorni nostri le costruzioni si caratterizzavano sostanzialmente per una struttura

imprenditoriale molto frammentata nonché per un sistema produttivo e una

struttura tecnico-organizzativa della produzione ancora prevalentemente basati

«sull’utilizzazione delle strutture murarie e su uno scarso livello di meccanizzazione e

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

su una organizzazione del lavoro in prevalenza verticale e gerarchica» (Cipollini, 1980).

Una fotografia che conferma come, nei primi anni della ricostruzione, ancora si

lavorasse come prima della guerra quando, in una logica autarchica, si era limitato

fortemente il ricorso al cemento armato, soluzione tecnologica e costruttiva destinata

invece ad affermarsi proprio nel corso di questo lungo espansivo ciclo edilizio.

L’importanza della formazione

La necessità di ricostruire il Paese, dunque, rimette in moto risorse e capacità che

erano rimaste in gran parte silenti per diversi anni. Ugualmente, molte imprese

protagoniste o semplicemente attive prima della guerra non esistono più e ne vengono

costituite di nuove. La ricostruzione del sistema di rappresentanza imprenditoriale

consente di riallacciare i fili di capacità e competenze proponendo un sistema in

grado di coniugare il vecchio con il nuovo. Tra le esigenze principali resta l’urgenza di

ricostruire un’organizzazione del lavoro che continui a poggiare su una manodopera

esperta e capace, puntando a superare una diffusa carenza di competenze.

A detta degli imprenditori di allora quello che serviva era infatti «disporre nei cantieri

di maestranze non solo di buona volontà ma anche capaci di riconoscere gli attrezzi

ed il loro uso, i materiali ed il loro impiego più corretto. Qualità difficilmente possedute

da uomini appena usciti dagli eventi bellici e tanto meno dalla leva di giovani che,

appagata dall’acquisita licenza elementare, aveva un solo bisogno: “lavorare subito”

e non pensava certo ad affinare le proprie conoscenze»3.

3 Ibidem.

Il bacino di manodopera di allora era composto da lavoratori provenienti per

la maggior parte dalla campagna, attirati dalle opportunità di lavoro legate alla

ricostruzione. Ovviamente si trattava di uomini che accedevano alle costruzioni

per la prima volta, “volenterosi”, ma privi di conoscenze specifiche. «Quello che

bisognava fare per rimettere in moto l’edilizia era chiaro: cercare modelli di istruzione

professionale, attivare addestramenti di natura pratica, rapidi e mirati secondo le

richieste di coloro che dovevano “impiantare” sia i piccoli, sia i grandi lavori della

ricostruzione»4.

In molte città diventa importante poter avviare un’attività sistematica di formazione,

dando continuità ad un’esperienza che, come abbiamo visto, traeva le sue origini

nei secoli precedenti e che dalla fine del XIX secolo aveva assunto caratteristiche

nuove, avendo come protagoniste le associazioni dei lavoratori e le associazioni

imprenditoriali. Questo ritorno alle origini e alle esperienze precedenti al ventennio

fascista lo si ritrova pienamente nel primo Contratto Collettivo della categoria, nel

1946. Con la Liberazione, infatti, si era superata la logica corporativa e si era tornati

al confronto tra le parti sociali, che trova proprio nel contratto il momento formale di

un accordo. Nel contratto si fa esplicito riferimento all’importanza della formazione,

impegnando di fatto le Parti Sociali ad operare per individuare le modalità più

adeguate – come si legge – a «dare impulso all’istruzione professionale come

mezzo essenziale per affinare e perfezionare le capacità tecniche delle maestranze

e per migliorare ed aumentare il loro rendimento nella produzione».

4 Ibidem.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

L’evoluzione contrattuale

Da questo primo contratto con il quale i sindacati dei lavoratori e l’Associazione

Nazionale degli imprenditori dell’edilizia avevano formalizzato il loro impegno a

favorire un processo istituzionale di sviluppo professionale a favore dei lavoratori edili

saranno necessari più di dieci anni perché si giunga a contrattualizzare l’obbligatorietà

della costituzione delle Scuole Edili in ogni provincia. Sono anni in cui le associazioni

imprenditoriali in molte realtà procedono autonomamente facendo riferimento al

passato e all’evoluzione di enti e istituzioni proprie. Come vedremo, però, ci sono

altre realtà dove invece si giunge rapidamente ad una formalizzazione contrattuale

tra le Parti Sociali a livello territoriale per la nascita di Enti di formazione bilaterali. In

altri contesti la collaborazione avviene di fatto anche se non trova una vera e propria

formalizzazione. Quel che è certo è che, nell’evoluzione delle relazioni sindacali di

questi anni, le questioni della previdenza, che trovano nell’istituzione delle Casse

Edili la loro soluzione, e della formazione costituiscono insieme alle questioni di tipo

salariale e di gestione della mano d’opera, due temi sempre presenti.

Le ragioni di questa attenzione vanno rintracciate in una pluralità di fattori, tra i quali

sicuramente giocano un ruolo importante le dinamiche demografiche e la crescente

domanda di manodopera in conseguenza dell’avvio dei programmi e delle iniziative

legate alla ricostruzione.

«Il settore edile – ricorda Stelio Ricciardi, già direttore “Rapporti sindacali” e

vicedirettore generale dell’ANCE – è stato attraversato, nel dopoguerra, da ondate

di flussi migratori incontrollati dei quali il primo, intorno agli anni Cinquanta, è stato

dall’agricoltura all’industria e alla pubblica amministrazione, il secondo dal flusso

in movimento da Sud verso Nord. Questi flussi migratori passavano attraverso il

settore delle costruzioni, tanto che anche chi doveva o voleva diventare operaio

della Fiat transitava sempre prima dal nostro settore. Questa manodopera affluiva

disordinatamente in edilizia e aveva bisogno non solo di imparare un mestiere, ma

anche di avere una cultura di tipo industriale e organizzativo. È in quel momento che

la valenza strategica delle Scuole Edili si è andata rafforzando e si è indirizzata verso

una sistematicità. Possiamo affermare che questa formazione, che le Parti Sociali

hanno avvertito come una priorità, non solo doveva essere tecnica, ma doveva

andare anche verso una sorta di legalità, poggiando sulla contrattazione collettiva.

In questo modo attraverso la formazione si operava anche una qualche forma di

controllo limitando i rischi di lavoro nero e irregolare»5.

Del resto in questi anni di espansione della domanda, a fronte di una crescita degli

investimenti e dei profitti, si andava creando un mercato del lavoro fortemente

caratterizzato da elevata mobilità, bassi salari e da elevata dequalificazione. Il numero

di edili che non trovavano lavoro nel Paese ed erano costretti ad emigrare in Svizzera,

Francia e Germania rimaneva ciononostante ancora alto (Orzalesi, 2005).

Si tratta di un percorso che a livello centrale è tutto all’interno della riflessione che

le Parti Sociali fanno sull’evoluzione che caratterizza l’organizzazione del cantiere

e di conseguenza la necessità di dare maggiore stabilità al lavoratore edile in una

logica di crescita professionale e di garanzie volte a legare i lavoratori ad un settore

tradizionalmente di “passaggio”.

5 Intervista a Stelio Ricciardi realizzata a Roma il 12 maggio 2010.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Da parte sindacale soprattutto si metteva in luce come l’introduzione delle nuove

tecniche costruttive e il ricorso al cemento armato nella realizzazione delle strutture

stesse determinando una profonda modificazione nell’organizzazione del lavoro. In

particolare si sottolineava come i caratteri stessi della messa in opera del cemento

armato finissero per determinare la scomposizione definitiva del mestiere unitario

del muratore e la formazione di nuove categorie specializzate quali i carpentieri, i

ferraioli, i cementisti. Per alcuni aspetti il mestiere stesso del muratore finiva per

diventare anch’esso una specializzazione (Cipollini, 1980). Ciò comportava, come

vedremo, la necessità di individuare anche rispetto alle modalità di approccio

formativo, l’individuazione di soluzioni che tenessero conto di così rilevanti

cambiamenti rispetto al processo costruttivo prevalente prima della guerra.

Scuola produttiva, cantiere scuola e scuola diffusa

Il modello genovese

È il 20 Settembre del 1946. Siamo a Genova nello studio del notaio Giuseppe Gaggero.

Davanti a lui ci sono i rappresentanti dell’Associazione degli Imprenditori Edili, i

rappresentanti della CGIL e della Camera del Lavoro. Si apprestano a firmare l’atto

di costituzione della “Cooperativa Scuola edile di Genova”, con il quale si istituisce la

prima Scuola Edile del sistema bilaterale nel dopoguerra. Rispetto al passato, come

sottolinea Enzo Picollo, «la caratteristica di questa Scuola, che la rende unica, è il

fatto che è stata la prima Scuola Edile nata da un accordo contrattuale con lo scopo

di colmare una grossa lacuna che c’era all’interno del cantiere; anche per questo

è stata molto apprezzata dai lavoratori edili che fino a quel momento erano stati

abituati a “rubare il mestiere” con gli occhi»6. Tra i fautori della nascita della Scuola

c’è Edoardo Picollo, segretario della FILLEA di Genova e padre di Enzo, che così

lo ricorda: «mio padre era nato il 5 marzo del 1912, nello stesso giorno in cui,

nel 1947, iniziò l’attività della Scuola. Lui sentiva molto l’impegno formativo. Prima

della guerra, lavorava nell’edilizia e quando guardava gli altri muratori all’opera

gli sembravano dediti ad un’arte: erano maestri molto capaci, con una manualità

veramente elevata e lui cercava di imitarli, di “rubare il mestiere”. Spesso si trovava

a dover carpire gli insegnamenti di nascosto, perché questi maestri erano anche

un po’ gelosi del loro lavoro e quindi difficilmente acconsentivano ad insegnare

qualcosa. Così doveva cercare di fare da solo e di crescere guardando. Questo

desiderio di imparare e di diventare abili muratori e poi, a propria volta, maestri l’aveva

condiviso con altri lavoratori. Nel dopoguerra, quando è entrato nel sindacato, dopo

la Liberazione, ha puntato molto sull’esigenza di colmare questa lacuna che c’era

nel settore, prodigandosi per creare le condizioni per trasmettere le conoscenze, per

trasferire il sapere dei maestri. La cosa importante è che ha trovato immediatamente

la collaborazione dell’altra parte, della parte imprenditoriale. Così si è chiesto: perché

non mettere insieme la parte imprenditoriale, cioè il sindacato degli imprenditori,

e il sindacato dei lavoratori per costituire una Scuola paritetica, dalla quale possa

nascere una forza di insegnamento che consenta a tutto il settore di crescere? E così

l’ha fatto. Del resto si usciva da una guerra che aveva ucciso anche molti lavoratori,

i maestri non erano tantissimi ed avevano anche una certa età.

6 Intervista a Enzo Picollo, realizzata a Genova il 20 Maggio 2010.

Primo Statuto della Scuola Edile di

Genova.

56

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

57

La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Correvamo il rischio che tutto un patrimonio di conoscenze andasse disperso. Una

Scuola avrebbe potuto in qualche modo colmare questo gap, questa mancanza di

professionalità che caratterizzava il dopoguerra»7.

L’esperienza genovese si caratterizza per altri due aspetti importanti. Il primo è

la scelta di creare una Scuola basata su un contratto tra le Parti Sociali, perché

avesse una tutela dal punto di vista normativo all’interno del contratto «da dove

risultasse che la formazione è un diritto di tutti i lavoratori, garantito anche dalla

parte imprenditoriale»8. Il secondo aspetto riguarda l’originalità del percorso: non

una scuola tradizionale, ma una cooperativa, così da poter legare strettamente

l’attività di formazione teorica a quella pratica di cantiere. Attraverso la cooperativa

l’apprendimento avviene all’interno di un processo produttivo. Nasce così un

modello, che Edoardo Picollo chiama “la fabbrica produttiva”. Il figlio Enzo ricorda

come «d’accordo con gli imprenditori, si decise di far nascere una cooperativa con

le caratteristiche proprie delle cooperative di produzione che poteva partecipare agli

appalti e quindi poteva lavorare e fare esercitare i giovani nei cantieri. Il progetto era

collegato anche alla formazione degli apprendisti che a quell’epoca era appena stata

avviata. Questi ragazzi venivano nella Scuola dove frequentavano le lezioni teoriche,

ma la gran parte dell’attività si svolgeva nei cantieri»9.

Siamo di fronte ad un modello originale che fino alla fine degli anni Cinquanta troverà

riscontri positivi sia tra le Parti Sociali che come riferimento per altre Scuole, prima

fra tutte quella di Udine.

7 Ibidem.8 Ibidem.9 Ibidem.

Così come giocherà un ruolo importante anche in esperienze come quella di Belluno

o di Brescia che saranno in questi primi anni del dopoguerra le iniziative al cui interno

si confronteranno le modalità formative più vivaci e maggiormente alla ricerca di

soluzioni che potessero coniugare le esigenze del mercato con le necessità educative

e formative delle maestranze. La soluzione individuata da Picollo e accettata dalle

Parti Sociali rispondeva alla necessità di legare strettamente la formazione all’attività

pratica di cantiere in una fase in cui stava cambiando in maniera consistente il modo

stesso di costruire. Al centro del dibattito vi era la necessità di ribaltare il rapporto tra

formazione teorica e formazione pratica.

Ancora una volta ci concentriamo su un giorno e su un luogo. È il 13 dicembre del

1958 e siamo a Reggio Emilia. È in corso il convegno nazionale promosso dalla

FILLEA CGIL su Scuole e addestramento professionale in edilizia. Prende la parola

Edoardo Picollo, allora segretario generale di Genova, e inizia a svolgere la sua

relazione “tecnica”: Per più efficaci metodi di insegnamento e una larga formazione

di maestranze edili qualificate. Il suo obiettivo è valorizzare l’esperienza genovese.

Picollo parte da lontano mettendo a fuoco l’attività svolta dalla maggioranza delle

Scuole Edili che «consiste nell’addestrare in aula per alcune ore gli allievi facendo

frequentare dei corsi serali della durata di 2 o 3 anni, durante i quali viene loro

impartito l’insegnamento teorico attraverso libri di testo, e per due ore la settimana,

l’addestramento pratico con la costruzione di opere posticce od in scala ridotta

rispetto al vero» (Scuole e addestramento professionale – 1958).

Un sistema che porta ad un elevato turn over e ad un numero sempre più elevato

di abbandoni. Per Picollo questa metodologia risulta inefficace per diversi motivi.

58

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

59

La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Tra questi vi è l’insoddisfazione degli allievi e un metodo che si rifà ad un sistema

costruttivo non più rispondente a quanto avviene nei cantieri. Picollo descrive, nella

sua relazione, il tradizionale metodo costruttivo in muratura al quale contrappone il

sistema che ha come base il cemento armato, per evidenziare soprattutto come nel

modo tradizionale di costruire l’organizzazione del processo costruttivo facilitasse la

trasmissione del mestiere e consentisse di fatto un addestramento diretto all’interno

del cantiere, in una logica dell’operaio edile polivalente. Viceversa – sottolineava il

sindacalista genovese – «le nuove costruzioni sono di esecuzione assai più rapida.

La diversità delle lavorazioni non consente l’impiego delle stesse maestranze.

Inoltre la possibilità di iniziare il pavimento ed i rivestimenti interni quando

ancora i muratori devono fare le opere di rifinitura ha favorito la specializzazione,

aumentando la produttività del lavoro» contribuendo «ad eliminare praticamente

quelle possibilità che esistevano di imparare sul posto di lavoro» (Scuole e

addestramento professionale – 1958). Le conclusioni sono chiare: all’operaio

eclettico si va sostituendo lo specializzato e «nel cantiere non è più possibile

imparare un mestiere». La “scuola produttiva” risponde alla duplice esigenza che

nasce da questa osservazione del cambiamento: impartire l’insegnamento pratico

fuori dall’impresa e fornire all’impresa maestranze perfettamente addestrate in grado

di inserirsi nel ciclo produttivo con un buon rendimento qualitativo e quantitativo.

La risposta è una formazione all’interno di un cantiere dedicato e adibito alla

costruzione di vere e proprie opere edilizie. Così si orienteranno molte Scuole Edili

tra la seconda metà degli anni Cinquanta e Sessanta, ma l’esperienza genovese,

come si è visto, va oltre. Attraverso la cooperativa si acquisiscono commesse, si

fa di fatto impresa e si addestra la mano d’opera completamente all’interno del

cantiere. Un aspetto importante è che la mano d’opera in addestramento riceve una

retribuzione che costituisce un incentivo importante a perseguire nella formazione.

Il modello genovese della centralità delle formazione in un cantiere reale costituirà

un esempio che verrà seguito da alcune delle principali Scuole nate tra la fine degli

anni Quaranta e i primi anni Cinquanta.

Cantiere scuola e scuola diffusa: le forme della formazione nel Nord Est

Anche nelle province del Veneto la ricostruzione ha l’effetto di riattivare un tessuto

imprenditoriale disgregato e fortemente colpito dalla guerra. Anche qui la questione

della formazione è strettamente connessa ai cambiamenti dell’organizzazione

stessa del processo costruttivo.

A Vicenza – ricordano all’associazione dei costruttori – di fronte al tanto lavoro

avviato negli anni del dopoguerra, chi operava nell’edilizia «doveva cercare di

cambiare certe tecniche rimaste ferme nel tempo; doveva recepire quello che la

tecnologia più avanzata d’oltreoceano suggeriva all’edilizia, doveva dimostrare a

sé stesso e agli altri di saper passare dalla fossa per la calce spenta e dai carretti di

sabbia alle forniture di calcestruzzi premiscelati, dai muri a secco alle pannellature

prefabbricate, dalle modeste impalcature e dalle staccionate improvvisate agli

spazi di cantiere predefiniti ed attrezzati con gru, silos, impastatrice, deposito,

servizi e uffici»10.

10 Scheda storica fornita dalla Scuola Edile di Vicenza, cit.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

È in questo contesto che, in conformità all’art. 46 del contratto collettivo di lavoro

firmato l’11 dicembre 1946 e dell’accordo del 1 ottobre 1947, già a partire dall’8

gennaio 1948, su iniziativa del Sindacato Edili dell’Associazione Industriali di Vicenza

e «per volontà concorde e concordata tra associazioni di categoria, organi sindacali

e funzionari scolastici, in città viene istituita la prima “Scuola Professionale Edile”»11.

Al fine di consentire «agli apprendisti muratori, forse neanche in possesso di licenza

elementare, di reggere il peso del triangolo vita-lavoro-apprendistato scolastico»

la Scuola attiva corsi di insegnamento serali tenuti da docenti che, «frequentando

quotidianamente i cantieri, erano in grado di impartire le giuste lezioni di teoria

abbinate a poche ma essenziali ed efficaci applicazioni pratiche»12. A Vicenza come

nelle altre scuole del Veneto che vengono create in questi anni – Belluno, Padova,

Treviso e Venezia - viene fornito agli allievi anche un minimo di materiale didattico,

come gli strumenti per disegnare, l’abbigliamento da lavoro, i dispositivi individuali

di protezione e le attrezzature di cantiere da imparare ad usare.

A Vicenza i primi corsi di formazione ebbero la durata di un solo anno; poi, per un certo

periodo, si passò a due anni, infine si consolidarono solo corsi a carattere triennale.

«Nel primo anno si impartivano lezioni di cultura (geometria, disegno, tecnologia,

approfondimenti sui contratti di lavoro) per un totale di 150 ore. Nel secondo anno

erano programmate sia lezioni teoriche (computi metrici, antinfortunistica) per

50 ore, sia attività pratiche, sviluppate in apposito cantiere predisposto presso la

Scuola (muri in mattoni e bimattoni, malte, calcestruzzi, sagomatura ferri, casseri,

11 Ibidem.12 Ibidem.

La Scuola Edile di Mantova nasce

nel 1949: nella foto alcuni suoi

allievi all’opera.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

63

La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

ecc.), per almeno 200 ore di lavoro. Nel terzo anno si predisponeva l’inserimento

dell’apprendista nel cantiere edile per un periodo di almeno 12 mesi, accompagnate

da lezioni teorico-pratiche complementari per almeno 150 ore. Alla fine del triennio

l’allievo doveva sostenere l’esame ed otteneva un diploma che gli riconosceva la

qualifica di quinto livello nell’organico dell’impresa edile»13.

In tutto il Triveneto le Scuole nascono e, anche attraverso alcuni scambi, si sviluppano

seguendo un percorso simile: si crea un accordo tra le Parti Sociali e assumono un

ruolo centrale le associazioni imprenditoriali attraverso le quali vengono individuati

gli allievi perché quelle stesse imprese costituiscono il terminale lavorativo dei

giovani formati. Si procede poi sempre con l’evoluzione verso corsi triennali, con

una sempre maggiore integrazione tra attività didattica teorica e individuazione di

esperienze operative di cantiere.

Ad Udine si afferma il modello genovese con la costituzione di una cooperativa che

acquisisce lavori che trasforma in veri e propri cantieri scuola.

Un altro aspetto importante riguarda la necessità di uscire dal capoluogo di provincia

e di attivare iniziative diffuse sul territorio. La “Scuola diffusa” è un modello perseguito,

ad esempio, dalla Scuola Edile di Padova, nata alla fine del 1947, che nel 1952

delibera l’istituzione della prima sezione staccata nel mandamento di Montagnana.

Qui si realizza un primo corso di addestramento per muratori a cui fa seguito un

corso di qualificazione di sei mesi. Nel biennio successivo vengono aperte sezioni

nei comuni di Piove di Sacco, Cittadella, Camposampiero e Monselice.

13 Ibidem.

Le figure professionali oggetto di attività formativa erano: muratori, cementisti,

carpentieri e ferraioli. Come si legge in una pubblicazione dell’epoca «i corsi sono stati

frequentati sia da lavoratori che da tempo erano acquisiti all’edilizia, sia dalle giovani

leve del lavoro. Ai corsi di qualificazione infatti hanno preso parte esclusivamente

operai disoccupati, che avevano già prestato la loro opera presso aziende edili ed

erano quindi in possesso delle più elementari nozioni del mestiere, mentre ai corsi

di addestramento sono stati ammessi operai in giovane età, digiuni di qualsiasi

conoscenza nel particolare campo dell’edilizia»14.

La formazione fattore di ricchezza economica: l’esperienza della Scuola di Belluno

L’esperienza più significativa realizzata in questo dopoguerra nel Veneto è sicuramente

quella della Scuola Edile di Belluno grazie all’entusiasmo e all’impegno costante e

determinato soprattutto di Giuliano Licini. La Scuola di Formazione Edile di Belluno

inizia ad operare nel 1953, Licini viene assunto il 5 Settembre del 1955. Ex partigiano,

ingegnere con esperienze di lavoro a Roma, presso l’Eni, figlio di insegnanti, Licini

decide di tornare nella sua terra e di impegnarsi nell’insegnamento. Ha una forte

attenzione ai problemi sociali. Lavorare nella formazione per lui vuol dire trovare delle

soluzioni per aiutare i suoi concittadini fortemente colpiti dalla miseria e dalla mancanza

di lavoro, offrire loro nuove opportunità. In quegli anni, «nel 1955-56 – inizia il suo lungo

racconto – la miseria era estesa al massimo. Nella provincia di Belluno avevamo una

tipologia di vita molto modesta, la gente viveva di pecore e di agricoltura.

14 Collegio dei Costruttori Edili della Provincia di Padova, Il Centro Provinciale di istruzione Professionale Edile, Ed. Officine grafiche Stediv, Padova 1952. Redattore dott. Elios Mazzei.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Così non si sopravviveva e molti avevano preso la via dell’emigrazione. Hanno

cominciato a partire i nostri ragazzi dai 19 anni in su, come meta avevano soprattutto

la Svizzera, partivano in centinaia. Paesi interi che si svuotavano in Primavera e si

rianimavano in Novembre. Partivano ad Aprile, andavano via tutti come manovali

e minatori. Noi siamo partiti da questa constatazione, abbiamo studiato, cercato di

capire per vedere come potevamo aiutarli. La gente andava via, veniva pagata molto

poco, tanto che non potevano inviare a casa del denaro. Vivevano in condizioni

terribili, erano trattati male, venivano sfruttati. Così ho iniziato ad andare in Svizzera.

Sono andato alla Locker, una grande impresa che assorbiva la maggior parte di nostri

lavoratori. Loro avevano bisogno di manodopera qualificata, se fosse stata qualificata

li avrebbero pagati di più e trattati meglio. Io andavo in Svizzera dove mi dicevano: “mi

occorrono 30 muratori, 20 carpentieri, 10 scalpellini”. L’anno successivo ebbi un primo

contatto con la Francia: avevano bisogno di scalpellini, avevano finito l’autostrada e

volevano ornare. Così gli organizzai due corsi di scalpellini… Quando c’erano delle

richieste specifiche comunicavamo la possibilità per la specializzazione. Sono partite

circa 40 persone che già facevano i muratori in Svizzera ed hanno poi lavorato lì»15.

È in questo contesto che Licini sviluppa una precisa strategia di formazione. «Allora

– continua – non si poteva fare un insegnamento formativo, ma un insegnamento

informativo e prepararli a quel tipo di lavoro. Del resto quanto sarebbe durato ancora?

Un anno, due anni, poi sarebbero tornati a casa e non avrebbero magari fatto più

il muratore. Per poter alzare l’economia della provincia occorreva che questa gente

emigrasse e riportasse a casa dei soldi. Questa era la nostra teoria. Una teoria che

si è dimostrata giusta»16.

Una formazione finalizzata non tanto quindi a garantire una mano d’opera alle imprese

locali, quanto a creare delle condizioni economiche più vantaggiose ai nostri immigrati

per riattivare l’economia locale. Un’attività che successivamente si è rivelata vincente

anche rispetto all’industria edile locale. Una volta tornati, infatti, questi lavoratori si

sono trasformati anche in imprenditori o sono diventati dei riferimenti per far crescere

la mano d’opera richiamata dai nuovi programmi di ricostruzione.

Licini parte da quello che esiste, si attiva, sensibilizza le amministrazioni locali, visita

ogni Paese della provincia e avvia un’attività didattica diffusa sul territorio.

15 Intervista a Giuliano Licini, realizzata a Belluno il 4 maggio 2010.16 Ibidem.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

«C’erano già delle persone, i collocatori, che si interessavano sul posto per poter

cercare di preparare questi ragazzi. La nostra idea era chiara: miglioriamo la

preparazione di questa gente così che vadano via qualificati. Abbiamo chiesto ai

Comuni di fare dei corsi di formazione professionale che consentissero di trasformare

in operai i manovali e i minatori in muratori. La prima iniziativa è stata realizzata in

collaborazione con il Comune di Ponte nelle Alpi. Io avevo insegnato nella scuola

tecnica di Belluno, avevo imparato che la scuola era importante, ma anche chi

insegnava lo era. Io facevo 12 ore al giorno, prendevo 37 mila lire al mese. C’era

un clima diverso da adesso. Siamo partiti così ed ho trovato in questi Comuni un

geometra che ci ha aiutato subito ed abbiamo fatto costruire una piccola struttura

che ancora c’è ed abbiamo aperto il primo corso. Parlavo con i collocatori, con

il sindaco, con il parroco e via via ci insediavamo nei Comuni. Cominciammo ad

organizzare dei corsi serali presso le scuole comunali, dove ci offrivano degli spazi

adeguati. Abbiamo iniziato con una serie di corsi serali. Avevamo degli insegnanti

che erano dei capicantiere. Di giorno lavoravano e la sera facevano gli insegnanti.

Era gente che ci metteva l’anima, davamo da mangiare a mezzogiorno, avevamo

una mensa, ogni scuola locale aveva un suo responsabile. Non avevano mica un

soldo, una lira ai direttori locali non l’ho mai data. Era la passione che li guidava e

li animava»17.

Anche a Belluno così come nelle altre realtà del Paese, con il passare degli anni,

diminuiscono i corsi serali fino a sparire e intanto si sviluppano i corsi diurni.

17 Ibidem.

Cambia l’utenza. Non più lavoratori che necessitano di nuove specializzazioni, ma

giovani provenienti dalla campagna che vogliono imparare un mestiere. «Nel ’62

– ricorda ancora Licini – avevamo 10 Scuole che funzionavano. I ragazzi venivano

a Scuola con lo slittino, sulla neve, era una cosa incredibile! Si facevano anche 12

chilometri per arrivare. D’Inverno c’era tanta di quella neve che scendevano a valle

con lo slittino e tornavano con lo slittino sulle spalle. Avevano 14 anni ed erano

felici di farlo, c’era una motivazione diversa. Per i ragazzi di allora l’andare in queste

scuole era veramente un’emancipazione sociale. Allora i ragazzi che riuscivano

a formarsi avevano la certezza di cambiare la loro vita. Così alla fine degli anni

Sessanta, in provincia di Belluno, avevamo oltre un migliaio di allievi giovani,

mentre gli “anziani” dei corsi serali avevano già finito»18. Soltanto nel 1965 viene

costruita una vera propria sede della Scuola e a costruirla sono direttamente gli

allievi. Anche a Belluno si segue in qualche modo il modello “genovese” illustrato da

Picollo, frutto anche della collaborazione e del confronto avvenuto tra i due. «Sono

anni – ricorda Licini – nei quali la Scuola opera anche come impresa mettendosi a

disposizione per realizzare nuove opere di interesse sociale, così come restauri e

recuperi di edifici degradati»19. A Belluno, come in molte altre realtà, si intreccia la

Scuola diffusa con il cantiere scuola. La frequenza massima viene raggiunta nella

seconda metà degli anni Sessanta quando nella provincia si sviluppano i progetti

e si realizzano alcune importanti dighe tra cui anche quella del Vajont: la scuola

arriva a 13.000 iscritti.

18 Ibidem.19 Ibidem.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Come ricorda ancora Licini «le imprese si rivolgevano direttamente a noi. Avevamo

anche una funzione di ufficio di collocamento diretto»20.

La formazione dei formatori

Man mano che si aprivano nuovi centri di formazione diventava sempre più urgente

poter disporre di insegnanti capaci. Così Licini decide che è diventato prioritario

costruire una squadra di formatori. Ancora una volta parte. Oltre che in Svizzera va in

Francia per capire come funzionasse là la formazione. «Poi – continua a raccontare –

abbiamo cominciato ad avere dei finanziamenti dalla Provincia di Belluno e abbiamo

iniziato a porci la questione della formazione dei formatori. È stata la prima Scuola

costituita in Italia per preparare gli insegnanti, a fare la formazione dei formatori.

Il Ministero del Lavoro aveva istituito un istituto di formazione a Napoli. Così sono

andato a Napoli, sono stato lì 15 giorni, sono andato a trovare Pallavicini, il direttore,

e ho visto il suo sistema. Poi sono stato in Francia a vedere quale era la loro formula,

anche perché io avevo la mia. Ho scelto Napoli. Abbiamo mandato 36 allievi -

insegnanti. Facevano 6 mesi di corso per 8 ore al giorno. Si insegnava anche a scrivere

e leggere, perché non tutti sapevano farlo, ma soprattutto si insegnava ad insegnare.

Come insegnare questa particolare tecnica, ad esempio? Occorre il carpentiere, non

interessava che avesse esperienza del suo mestiere, ma che avesse facilità di parola

che fosse attivo e ne ho trovati tanti che ci hanno messo l’anima.

Hanno sacrificato la loro vita per 6 mesi per imparare ad insegnare. Era l’inizio degli

20 Ibidem.

anni Sessanta»21. Licini si riferisce all’INAPLI – Istituto Nazionale di Addestramento

Professionale Lavoratori Italiani – istituto scelto anche dalla Scuola genovese

per la formazione dei suoi insegnanti Ricorda Giuseppe Patrone, poi insignito

dell’onorificenza di Maestro del Lavoro, di come, all’inizio del 1956, «alcuni amici mi

dissero che in località Fabbriche c’era una Scuola di addestramento professionale

21 Ibidem.

A destra: una foto ricordo di un

gruppo di formatori che avevano

frequentato i sei mesi di corso

all’INAPLI di Napoli.

Tra loro Giuseppe Patrone.

70

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

collegata alla costruzione di una scuola elementare e di altri edifici. Così decisi di

andare là anche perché allora gli allievi venivano retribuiti, cosa che adesso non

esiste più da nessuna parte»22. Patrone ha meno di vent’anni e ha già lavorato in

diversi cantieri tra i quali quello per la costruzione dell’autostrada Genova – Savona.

Alla Scuola Edile di Genova inizia frequentando un corso per muratore, «un corso

veloce di 5 mesi» ricorda. «Acquisita la qualifica trovai immediatamente lavoro presso

altre imprese che operavano su tutto il territorio perché allora c’erano cantieri da tutte

le parti»23. Patrone poi parte militare e al suo rientro viene chiamato dal direttore della

Scuola Edile che gli propone di entrare nella cooperativa con la mansione di aiutante.

«Sono entrato il 15 luglio del 1958 come operaio specializzato muratore mansioni del

cantiere aiutante istruttore e abbiamo costruito sia a Coronava che a Sestri Ponente

due case di civile abitazione. Qui ho conosciuto Edoardo Picollo che sosteneva

che un buon insegnante prima di tutto deve essere un buon muratore, cioè del

mestiere, nato nel mestiere. Poi gli si doveva far frequentare delle scuole didattiche

per formarlo nella sua cultura per renderlo capace di insegnare concretamente. Così

un giorno mi chiama – allora era Vicepresidente della Scuola Edile genovese – e

insieme ad un altro aiutante istruttore mi propone di andare a Napoli, presso un

Centro nazionale formazione professionale nei mestieri dell’edilizia. Ho frequentato

dal 15 febbraio al 15 luglio del 1960 e ho ottenuto il diploma da istruttore sia nella

parte pratica sia nella parte teorica. Oltre alla conoscenza del mestiere, che si dava

quasi per scontata, l’istruttore doveva trovare una perfezione nell’insegnamento,

22 Intervista a Giuseppe Patrone, realizzata a Genova il 20 Maggio 2010.23 Ibidem.

creando lui stesso tutte le lezioni teoriche non solo verbali, ma anche attraverso i

disegni. Avevamo una sinossi didattica che veniva rilasciata a ogni allievo dove c’era

tutto, quello che deve saper fare l’istruttore, tutte le fasi per l’insegnamento teorico e

pratico con tanto di disegni. Era uno strumento base da cui creare le diverse unità di

esercizio da un muro d’angolo, all’intonaco sulle pareti, all’intonaco sul soffitto. Da

qui nascevano le diverse dispense»24. L’esperienza e la metodologia sperimentate

a Napoli, figlia dell’incontro tra Licini e Pallavicini, fa nascere un vero e proprio

modello didattico che resiste nel tempo e viene trasmesso ad altre Scuole e ad altri

formatori. Ricorda Claudio Tombari, allora operatore presso la scuola edile di Milano

e successivamente direttore della scuola edile di Verona, «nel 1976 in una settimana

di permanenza a Belluno con Licini, venni a conoscenza di questo metodo basato

su una serie di schede che aveva imparato a costruire in seguito alla collaborazione

con l’INAPLI, che, prima che venissero istituite le Regioni, era il punto di riferimento

per la formazione in Italia. Si trattava di un metodo molto strutturato, tipico degli

anglosassoni e degli americani, che noi istintivamente rifiutavamo, dove però c’era

una procedura, un rigore che risultavano molto utili e che ho sempre tenuto presente

nella mia esperienza professionale successiva»25.

Brescia, Milano, Torino: la tradizione si rinnova

In altre regioni si effettuano percorsi un po’ diversi. In Lombardia se da un lato si registra

una forte continuità con il passato, dall’altro la guerra opera una cesura, accelerando

24 Ibidem.25 Intervista a Claudio Tombari realizzata a Roma il 24 Maggio 2010.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

un processo di vera a propria modernizzazione. Franco Donati ha oggi novant’anni

anni, imprenditore, è stato a lungo Presidente della Scuola Edile di Brescia. Inizia

la sua attività proprio nel dopoguerra. «Dopo il diploma di geometra nel 1946 sono

entrato a far parte dell’impresa paterna, che risale al 1820, sesta generazione. Più

che un mestiere il nostro lavoro lo definirei un’arte, l’arte del costruire: per me è

il più bel mestiere che ci sia, perché offre soddisfazioni personali imparagonabili

rispetto ad altre attività professionali. La mia passione per la formazione edilizia

è nata per il fatto che mio padre faceva parte del Consiglio dell’Associazione

Capomastri, esistita fino al 1946 e poi trasformatasi in Associazione dei costruttori

che, subito dopo la guerra, ha avuto l’idea lungimirante di pensare alla creazione

di una Scuola per gli addetti all’edilizia. Nel 1946 i nostri padri hanno avuto questa

intuizione, questa lungimiranza.

Istruendo bene il muratore gli si conferisce la padronanza del proprio mestiere, che è

fonte di sicurezza economica, ma anche di soddisfazione personale. Saper fare bene

un mestiere è un patrimonio inestimabile. Il muratore è un mestiere appagante, che dà

la possibilità di veder realizzate cose “sorte dal nulla”, costruite con le proprie mani.

Queste prime forme di insegnamento del mestiere edile, all’epoca, si effettuavano la

domenica mattina, prendendo spunto dalle botteghe delle arti e mestieri del ‘500»26.

Donati riallaccia così il filo delle origini e conferma quanto abbiamo visto avvenire in

altre parti d’Italia. «All’epoca – continua il suo racconto – si constatò che il graduale

apprendimento delle prestazioni manuali di un muratore era dato solo dall’osservazione

delle maestranze esperte; il periodo di tirocinio era notevole e il riconoscimento della

qualifica era affidato al capomastro. Diventava importante, in un contesto nuovo,

dare nuovi indirizzi, insegnare e aggiornare. Dal 1946 al 1960 i frequentanti delle

lezioni che si tenevano la domenica mattina non erano solo giovani al primo impiego,

anzi, in prevalenza erano giovani già inseriti nelle imprese e quindi già in confidenza

con i “ferri del mestiere”. Se ne contavano già parecchi sposati e in possesso della

qualifica, ma le Scuole suscitavano un tale interesse per chi era orientato a lavorare

nel settore edile che in pochi anni raccolsero l’adesione di centinaia di giovani e di

lavoratori»27. Se a Brescia, con la ricostruzione, si apre una fase nuova, a Milano e

a Torino riprendono ad operare le istituzioni formative nate prima del fascismo. A

Milano c’è il Bazzi che resta in qualche modo per il sistema imprenditoriale edile

milanese l’istituto di formazione di riferimento.

26 Intervista a Franco Donati, realizzata a Milano il 20 Aprile 2010.27 Ibidem.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

A Torino – come si legge nella nota di presentazione del Centro di formazione – «dopo

la conclusione del secondo conflitto mondiale l’attività di formazione delle maestranze

edili continua la sua tradizione ed intensifica la sua operatività con i corsi serali gestiti

dalle due istituzioni didattiche del settore: l’Istituto Professionale Edile Torinese per

Assistenti Tecnici e la Scuola di Qualifica per Operaio Edile».

In entrambe le città il percorso per la creazione di una Scuola Edile gestita bilateralmente

risulta, proprio per l’esistenza di istituzioni che in qualche modo vedevano coinvolta

l’imprenditoria, più lungo e laborioso che in altre realtà dove invece mancavano o

diventano strumento per dare risposte immediate a specifiche esigenze. Così a Torino,

sulla scia degli accordi contrattuali, a farsi carico della formazione professionale edile

non sarà più la sola categoria imprenditoriale, ma si avviano ad esserlo insieme le Parti

Sociali dell’edilizia, cioè le rappresentanze sindacali dei costruttori e dei lavoratori. Il

risultato è la creazione, nel corso degli anni Cinquanta, dell’Ente Scuola per le Industrie

edilizia ed Affini, che provvede a finanziare i corsi delle due istituzioni sopra ricordate.

A Milano il punto di arrivo del confronto tra le Parti Sociali è la costituzione nel 1954

della Fondazione Convitto Allievi delle Arti edilizie e affini e coincide con il progetto

della costruzione del complesso edilizio di Via Paravia nella zona San Siro, che verrà

inaugurato il 30 Novembre del 1958, alla presenza del cardinale Giovanni Battista

Montini, il futuro Papa Paolo VI.

Una Scuola Edile in ogni Provincia

Intorno alle esperienze di queste e di altre Scuole si sviluppa il confronto sindacale

tra associazioni imprenditoriali e organizzazioni dei lavoratori.

La ricerca di soluzioni sempre più stabili e la necessità di allargare all’intero territorio

nazionale le esperienze positive che si andavano verificando, conducono alla stipula

del contratto collettivo del 1959 quando, dopo anni in cui le parti “auspicavano” e

“invitavano” a istituire gli Enti di formazione, ci si trova d’accordo nel prescrivere

l’istituzione di almeno una Scuola in ogni Provincia. A quella data le Scuole che si

riconoscevano nel sistema bilaterale erano 24, come ricordava nella sua relazione

introduttiva al convegno di Reggio Emilia sulle Scuole Edili, il segretario nazionale

della FILLEA, Carlo Cerri alla fine del 1958 e sono «Scuole – sottolineava – che

hanno una impostazione e mezzi non sempre uguali, ma che perseguono tutte

con serietà lo scopo di dare ai lavoratori della categoria un valido strumento per

migliorare le loro capacità professionali». Aggiungeva inoltre che queste esperienze

«ci consentono di affermare che le Scuole Edili hanno dimostrato di essere, alla prova

dei fatti, lo strumento più idoneo ed efficace per l’addestramento e il perfezionamento

professionale dei lavoratori dell’edilizia». Lo stesso Cerri, dopo aver evidenziato una

serie di criticità, tra cui alcune resistenze di parte imprenditoriale, conclude ricordando

le «richieste che sono state avanzate proprio in questi ultimi tempi agli industriali

affinché si dia finalmente corso alla istituzione delle Scuole» che avrebbero portato

rapidamente all’accordo contrattuale (Scuole e addestramento professionale – 1958).

Del resto si è trattato di un percorso che, come abbiamo visto, in molte realtà

locali aveva trovato piena attuazione fin dall’immediato dopoguerra. Lo sottolinea

con chiarezza Donati, affermando come «ancor prima che le Scuole fossero

istituzionalizzate, che facessero parte del contratto, il rapporto fra Scuole e sindacato

era comunque già in atto.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

«Non si hanno fabbriche bene

edificate, se le opere non sono

eseguite a seconda di certe regole

dirette ad ottenere disposizioni

opportune. Queste regole devono

essere studiate da chi vuole

apprendere e praticamente

professare l’arte del ben costruire,

ed è indispensabile che, per

quanto è nei rispettivi attributi,

siano ben note agli ingegneri, agli

architetti, ai periti in costruzione,

agli imprenditori e persino agli

stessi operai».

(Giovanni Curioni, Lavori generali

di architettura civile, stradale ed

idraulica, 1868).

Attività di formazione della Scuola Edile di Bologna

La Scuola Edile di Bologna viene

fondata nel 1947.

A sinistra e in basso due foto delle

aule utilizzate per i corsi.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Scuola Edile di Mantova

Scuola Edile di Belluno: i corsi degli anni Cinquanta

«Passata una guerra, passata

un’alluvione, passato un

cataclisma, l’uomo ferito

nell’orgoglio e spogliato del

bene più caro: la casa, si ribella

e si immerge nel lavoro di

ricostruzione, inconsapevolmente

attiva un concetto vecchio nella

storia dell’arte secondo il quale la

“costruzione è l’arte di disporre

i materiali nelle fabbriche”,

ovviamente quest’arte si estende

e comprende il lavoro effettuato

dal muratore, dal falegname,

dall’ebanista, dal ferraiolo».

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

81

La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Quando le Scuole organizzavano qualche iniziativa, i sindacati venivano sempre

invitati e venivano comunque interpellati e coinvolti in molte questioni. Quindi la

funzione paritetica ha sì trovato il suo momento di ufficializzazione ad iniziare dal

1960, però ancor prima si era instaurata già una stretta e diffusa collaborazione,

che ha avuto una continuazione senza dissidi e, anzi, con una proficua reciprocità

di interessi.

Nelle Scuole, infatti, le organizzazioni sindacali vedevano realizzarsi gli interessi

del lavoratore, e gli imprenditori l’interesse dell’impresa a disporre di risorse

umane preparate e competenti. Così nel 1960 le Scuole Edili furono riconosciute

istituzionalmente dal Contratto Nazionale e la gestione è diventata poi paritetica,

una cogestione. Per anni le associazioni imprenditoriali si sono fatte carico dei

costi della formazione, poi dal 1960 il finanziamento delle Scuole è stato, almeno in

parte, garantito attraverso il contributo contrattuale territoriale»28.

Un contributo che fino ad allora poteva variare dallo 0,30% fino allo 0,70% del

salario a seconda delle realtà territoriali.

Gli anni Sessanta: un primo cambiamento di prospettiva

Come abbiamo visto raccontando le diverse esperienze formative a livello territoriale,

con i primi anni Sessanta in molte realtà si assiste ad un cambiamento nella gestione

stessa dei corsi. Sembra finire quella che possiamo chiamare la fase di “emergenza”,

la fase in cui la formazione era fortemente finalizzata a garantire un aggiornamento,

28 Ibidem.

corsi di perfezionamento, di specializzazione, spesso su richiesta di esigenze

immediate. Si andava sempre più consolidando un processo che mirava a costruire

dei percorsi formativi più lunghi rivolti alle nuove generazioni di lavoratori.

Ciò comporta una cambio di prospettiva alla cui base vi era la necessità di legare

la formazione all’obiettivo di riuscire a costruire una professionalità che restasse

all’interno delle costruzioni edili.

Se, infatti, da sempre l’edilizia costituiva un settore di passaggio dall’agricoltura

all’industria o a lavori più sicuri, diventava essenziale contenerne i flussi di

dispersione.

Ciò coincideva, del resto, con un aumento dei flussi stessi di accesso all’edilizia.

Come si è visto, sono questi gli anni in cui numeri sempre più consistenti di allievi

accedono alle Scuole e ai corsi di base.

Come ricorda ancora Patrone «fin dal 1960-61 cominciarono ad arrivare molti giovani

dalla bassa Italia e anche dalla Sardegna e ci si trovava di fronte ad un problema

di linguaggio. Avevamo problemi a comunicare, a farci capire, un problema grosso

che non avevamo all’inizio previsto e che abbiamo affrontato e risolto talvolta

anche incrociando l’italiano con il genovese, perché in molti cantieri era il dialetto a

identificare azioni e strumenti di lavoro. Mi ricordo che quando ero alla Scuola Edile

le uniche parole pronunciate da molti operai inizialmente erano solo “buongiorno”

quando arrivavano al mattino e “buonasera” quando andavano via, poi il discorso

praticamente finiva lì perché non conoscevano nessuna parola di italiano»29.

29 Intervista a Giuseppe Patrone, cit.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Del resto la fotografia che emergeva dal censimento del 1961 evidenziava un

settore fortemente frammentato dove oltre il 66% delle imprese aveva meno di

10 addetti, anche se rispetto a dieci anni prima risultavano rafforzate le fasce

intermedie fino a 100 addetti, dove si concentrava circa il 52% del totale degli

addetti e crescono le grandi imprese con un’occupazione che sfiora il 10% .

Il decennio non si caratterizza, pertanto, per sostanziali cambiamenti se non per

un certo rafforzamento dell’impresa media più strutturata, a cui corrisponde una

tendenza verso un aumento delle categorie operaie più qualificate e soprattutto

di quelle specializzate, come del resto era da attendersi proprio alla luce del

maggiore impiego del cemento armato.

Contemporaneamente vi è da dire che i primi anni del nuovo decennio sono

anni di grande espansione e di una ripresa del confronto sindacale, con

esplicite richieste di aumenti salariali e di modifiche nella stessa struttura della

retribuzione operaia. Richieste che in parte verranno accolte. Ciò avvenne

subito prima che si completasse il lungo ciclo espansivo e si aprisse una nuova

fase inizialmente di tipo recessivo e poi comunque di contenimento produttivo

e di razionalizzazione. I livelli produttivi più bassi che caratterizzeranno quasi

interamente il resto del decennio produssero effetti anche sulla struttura della

mano d’opera e sui “disegni” delle Scuole Edili. In particolare ebbero l’effetto

di bloccare il processo espansivo e l’ampliamento delle strutture formative,

mettendo in crisi il modello di crescita dell’investimento in formazione soprattutto

nelle scuole di maggiore dimensione.

Contemporaneamente questo cambiamento di prospettiva avveniva nel

momento in cui, sotto la spinta dell’accordo sindacale del 1959, le organizzazioni

sindacali avevano aperto il confronto per la nascita di nuove Scuole soprattutto

nelle regioni del Centro – Sud.

Il vero fatto nuovo, però, è l’effetto della crisi del 1964 sull’occupazione del

settore che determina, per la prima volta dal dopoguerra, un arretramento.

Nel biennio 1965-66 il calo occupazionale sfiora l’11%, dagli oltre 2 milioni del

1964 si scende sotto il milione e 900 mila di due anni dopo. (Cipollini, 1980).

Una nuova ripresa si registrerà a partire dal 1968 anche per in virtù di alcune

leggi di incentivazione e di alcuni provvedimenti anticongiunturali. Gli effetti

furono una ripresa delle progettazioni e una nuova crescita della domanda.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Bisogno di mano d’opera: la scelta dei convitti

Per capire quali fossero gli effetti di questi cambiamenti congiunturali sul sistema della

formazione ricorriamo, ancora una volta, ad alcune “storie” territoriali. Torniamo allora a

Milano dove cresceva il ruolo della Scuola Edile di fronte ad una domanda che, proprio

all’inizio degli anni Sessanta, si faceva sempre più ampia.«Prima del 1963 – ricorda

Sergio Baroni, assunto proprio in quell’anno alla Fondazione Convitto Allievi delle Arti

edilizie ed affini della Provincia di Milano – i corsi erano solamente serali. Dal 1963 il

Consiglio di Amministrazione decise di dare un impulso alla formazione professionale

e quindi di andare alla ricerca di ragazzi provenienti soprattutto dal Meridione e da zone

depresse della Lombardia. Così iniziammo questi primi corsi. In seguito iniziammo a

reperire ragazzi in altre regioni dell’Italia per cercare coloro che avevano voglia di venire

a Milano a fare formazione professionale in edilizia. Il convitto serviva per ospitare i

ragazzi provenienti da zone lontane dando così loro un alloggio. Venivano seguiti sia

dal punto di vista scolastico che durante le ore extrascolastiche»30.

Baroni così ricostruisce l’evoluzione della didattica a partire dai primi anni Sessanta:

«inizialmente i corsi duravano tre anni ed erano suddivisi in questo modo: il primo anno

era diurno a tempo pieno, cioè 44 ore a settimana sabato compreso e si facevano

teoria e pratica. Iniziavano i primi di Ottobre e terminavano a metà Giugno con un

piccolo esame, chi lo superava veniva mandato a lavorare presso le imprese. Quindi

a Giugno venivano inseriti nei cantieri per poi rientrare ad Ottobre ai corsi serali. Il

secondo e terzo anno i corsi erano serali perché i ragazzi avevano cominciato a

30 Intervista a Sergio Baroni realizzata a Milano il 18 Maggio 2010.

lavorare. Erano molto motivati, ma anche spaesati quando arrivavano e, attraverso

questo percorso, andavano acquisendo sicurezza ed ovviamente imparavano un

mestiere. C’era chi già dal primo anno si accorgeva che non era portato e poteva

tranquillamente lasciare la Scuola per seguire la propria strada. Non c’era, infatti,

l’obbligo triennale. Avevamo dieci, undici corsi diurni di circa 220/230 allievi e altrettanti

corsi serali. C’era veramente un giro vorticoso di ragazzi che entravano ed uscivano,

seguivano corsi e andavano a lavorare»31. L’attività formativa in questi primi anni

Sessanta si abbina a forme di vera e propria educazione e di insegnamento di base.

Ricorda ancora Baroni come allora accedessero al convitto e alla Scuola «persone

che non sapevano neanche scrivere, tanto che alla fine,oltre ad un lavoro e ad una

qualifica, riuscivamo a dare loro anche un’istruzione»32.

In questi anni l’esperienza milanese del convitto, così come quella di pochi anni dopo

a Torino, vogliono rispondere alla trasformazione del mercato del lavoro segnato da

un importante passaggio generazionale. Cresce l’obiettivo di una formazione che

abbini istruzione, addestramento e formazione professionale.

Come si legge nella scheda illustrativa della storia della Scuola Edile di Torino «negli

anni Sessanta l’evoluzione delle tecniche di costruzione, l’incremento della produzione

edilizia e le caratteristiche del mercato del lavoro hanno posto con vigore l’esigenza di

una profonda innovazione strutturale ed organizzativa dell’attività di formazione. Ma

tale innovazione non poteva essere assolutamente realizzata nella vecchia sede, che

presentava incolmabili carenze di spazio e insuperabili inadeguatezze ambientali»33.

31 Ibidem.32 Ibidem.33 Brano tratto dalla scheda storica fornita dalla Scuola Edile di Torino.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

A Torino la Scuola Edile ha una grane tradizione, padri e figli frequentano spesso

gli stessi corsi, la domanda è in forte aumento. Così come ricorda Marco Giolito –

delegato dal Collegio dei Costruttori edili fin dai primi anni Sessanta a seguire la

formazione professionale – la svolta c’è stata quando sia il Collegio Costruttori che

i sindacati, che in questo terreno sono sempre andati d’accordo, hanno ritenuto

che il numero dei corsi e degli allievi non erano più compatibili con la struttura

che li ospitava. Soprattutto diventava essenziale disporre di locali adatti, di spazi

per le esercitazioni. Ugualmente si riteneva necessario dotarsi di una struttura

edilizia che fosse in grado di ospitare e far crescere i tanti giovani che entravano

nel mondo edile passando per la Scuola. Ciò anche per essere competitivi con la

Scuola della Fiat che ovviamente era particolarmente ambita per chi voleva entrarvi

a lavorare. L’idea era che la Scuola dovesse essere un richiamo anche per altri

giovani che non si dovessero sentire studenti di serie B, ma orgogliosi di far parte

della categoria. Torino ha quindi cominciato a pensare alla costruzione di un vero

e proprio centro di formazione, completo di convitto, di strutture imitative di un

cantiere moderno. In vista della realizzazione, prima di iniziare, abbiamo pensato

di andare a vedere altre realtà per farci un’idea. Abbiamo così visitato le scuole di

Milano, di Belluno, di Venezia e di Ravenna, dove vi era una Scuola molto bella;

ma le dimensioni del Centro che noi avevamo in mente dovevano essere molto più

ampie. Così abbiamo pensato di andare a vedere come si comportavano all’estero.

Tramite l’ANCE abbiamo individuato alcune importanti Scuole in Svizzera e in

Francia e siamo andati a visitarle. Dalla Svizzera ci dissero che secondo loro la

Scuola migliore era in Olanda e quindi siamo andati lì. Ed è ispirandoci a queste

realtà estere che abbiamo costruito il nostro centro, che è diventato poi un punto

di riferimento»34. Mentre a Torino si avviava il progetto del Centro di formazione

con strutture ricettive, a Milano proprio il modello del convitto iniziava ad essere

oggetto di riflessione. La crisi del 1963-64 avviava un processo di rallentamento

della domanda, destinato ad acuirsi negli anni successivi fino all’altra crisi, quella

di inizio degli anni Settanta.

Ricorda Claudio Tombari come negli anni Sessanta ci fosse tantissimo da costruire.

Come abbiamo visto siamo all’apice del ciclo espansivo: crescono gli investimenti,

la produzione registra i livelli massimi mai raggiunti. Di fronte a questa forte domanda

«non c’erano assolutamente operai, ed ecco che allora la scelta è che diventa

essenziale: portare mano d’opera aggiuntiva dalle regioni del Sud. A questo fine la

Fondazione milanese decide di costruire un convitto da 400 posti letto per facilitare

il trasferimento di mano d’opera dall’agricoltura all’edilizia, dal sud al nord.

Viene svolta un’azione di sensibilizzazione: gli insegnanti partivano da Milano alla

volta di piccoli paesi del Sud, offrendo vitto e alloggio ai ragazzi che non avevano

lavoro. All’inizio l’operazione ebbe successo, ma poi progressivamente il modello

non ha funzionato, perché molti di questi ragazzi che si erano trasferiti restavano

magari un anno, ma poi sceglievano altre strade, andavano a fare i pizzaioli o

trovavano lavoro all’Alfa Romeo e finivano a fare i metalmeccanici. Del resto il

lavoro che molti desideravano di venire a fare a Milano non era l’edile; si ambiva al

posto fisso, a fare il metalmeccanico»35.

34 Intervista a Marco Giolito realizzata a Torino il 19 Maggio 2010.35 Intervista a Claudio Tombari, cit.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

La vicenda milanese, che, come vedremo, è destinata a concludersi con una

profonda ristrutturazione organizzativa che coinciderà con l’avvio di una nuova

fase caratterizzata da cambiamenti profondi nelle stesse strategie formative, è

testimonianza di un disagio delle Scuole di fronte a modificazioni rilevanti nel

mercato delle costruzioni che si accompagnano ad un clima di maggiori incertezze,

di variazioni rapide che investono il mercato del lavoro così come la composizione

stessa della mano d’opera. Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni del decennio

successivo si verifica un cambiamento del rapporto tra formazione e mercato che

comporterà una profonda revisione delle modalità stesse di gestire e di organizzare

la formazione professionale. Del resto le costruzioni, come vedremo tra poco, escono

dagli anni Sessanta profondamente cambiate, soprattutto nella struttura dell’offerta,

con una crescita esponenziale del numero delle imprese attive e una riorganizzazione

della composizione professionale a favore di una maggiore qualificazione, con

effetti sul piano del costo del lavoro, ma anche con un allargamento sul piano delle

competenze e quindi in termini di segmentazione delle imprese.

La grande trasformazione

Per capire quale trasformazione sia avvenuta negli anni Sessanta basta confrontare

il numero complessivo delle imprese attive registrate dai censimenti del 1961 e del

1971: erano poco più di 49.000 e diventano 109.400 dieci anni dopo, dunque sono più

che raddoppiate. In dieci anni sono apparse sul mercato oltre 60.000 nuove imprese,

quasi tutte piccolissime imprese con meno di 10 addetti. Questa fascia di impresa,

infatti, nel 1961 era composta da 32.600 aziende, dieci anni dopo il censimento

ne registra circa 92.000, quasi tre volte tanto. Il risultato è una struttura dell’offerta

completamente rivoluzionata con l’84% delle imprese di dimensioni minime. Erano il

66,5% nel 1961. La piccola e piccolissima impresa non è più soltanto la componente

imprenditoriale prevalente, ma assume un peso assolutamente anomalo rispetto alla

struttura di dieci anni prima.

Siamo di fronte ad un fenomeno sconvolgente di frammentazione esponenziale.

Quali sono state le cause di questo processo così straordinario? Sicuramente

una pluralità di fattori. Innanzitutto va considerato il cambiamento rilevante

nell’organizzazione del processo costruttivo. Come abbiamo già evidenziato,

nel corso degli anni Sessanta si afferma definitivamente la soluzione tecnologica

delle costruzioni in cemento armato, con tutte le conseguenze che ciò comporta

in termini di frammentazione delle fasi lavorative a cui corrisponde una sempre più

ampia e diffusa specializzazione non tanto professionale, quanto proprio di impresa.

L’organizzazione del processo costruttivo non è più gestita da una sola impresa, ma si

accentua sempre di più la compresenza di imprese che fanno della specializzazione

la loro caratteristica produttiva.

Il secondo aspetto riguarda l’andamento del mercato delle costruzioni e l’accelerazione

in termini di investimenti e di produzione rilevabile tra la fine degli anni Cinquanta e i

primi tre anni del nuovo decennio: una fase espansiva della domanda che ha attratto

nuovi soggetti imprenditoriali.

Il terzo elemento è legato alla crisi del biennio 1964-65 e alla ripresa di fine decennio.

Come abbiamo visto il calo produttivo e degli investimenti ha determinato una

consistente espulsione di mano d’opera anche qualificata che, a fronte di una

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

situazione di generale difficoltà nel trovare lavoro, in parte è rientrata nel settore

come titolare di impresa, spesso come società individuale.

Così come a metà degli anni Cinquanta nel manifatturiero e successivamente in altre

fasi economiche recessive, anche negli anni Sessanta il sistema produttivo italiano si

caratterizza per trasferimenti dal lavoro dipendente, spesso operaio, ad esperienze

imprenditoriali, sostenendo un modello di sviluppo fondato sempre più sulla piccola

e media impresa.

Dall’analisi dei dati del censimento del 1971, messi a confronto con quelli di dieci

anni prima, emerge l’aumento in valori assoluti delle imprese da 10 a 49 addetti,

circa 2.000, mentre calano le imprese medie da 50 a 99 addetti (da 2.000 a 1.385) e

da 100 a 499 che nel 1961 erano più di 1.000 e nel 1971 sono 689. Calano anche le

grandi imprese: da 73 a 64. Sul piano occupazionale si assiste ad una considerevole

riorganizzazione con circa il 66% della forza lavoro concentrata nelle piccole imprese

con meno di 50 addetti, contro un 51% del 1961.Tutto ciò soprattutto a scapito della

media impresa fino a 500 dipendenti, che nel 1961 assorbiva poco meno del 40% e

ora arriva a mala pena al 26%. Il risultato è una decisa inversione di tendenza rispetto

al decennio 1951 - 1961 con una frammentazione esasperata, con un numero medio

di addetti per impresa pari a meno di 8 contro i 17 del decennio precedente. A

confermare l’importanza della riorganizzazione produttiva in senso specialistico è la

fotografia della composizione dei lavoratori per qualifica. Cresce, infatti, la percentuale

degli operai specializzati e di quelli qualificati che nel 1971 rappresentano oltre il

50% del totale, contro il 39% del 1961. In crescita anche l’incidenza dei manovali

specializzati e degli operai comuni, passati dal 15,7% al 22%, a scapito dei manovali

comuni, unica categoria a registrare un calo in valore assoluto passando da 281.436

a 153.243, con una perdita di oltre 120.000 operai,che in percentuale significa

un deciso ridimensionamento riducendosi dal 40% del 1961 al 23,6%. Si tratta

di un processo che da un lato è collegato a meccanismi del mercato del lavoro

e dell’organizzazione produttiva, come la scomparsa di alcune mansioni previste

dalla qualifica del manovale comune, in parte alla tendenza sindacale a spostare alla

categoria superiore fasce di lavoratori comuni.

In sintesi dunque gli anni Sessanta sono un decennio nel corso del quale si va

definendo quella che sarà sostanzialmente la struttura produttiva dell’industria italiana

A destra:

allievi della Scuola Edile di Bari.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

delle costruzioni negli anni a venire. Un periodo in cui sicuramente si determina una

crescita della qualificazione della mano d’opera in senso decisamente specialistico

contemporaneamente ad una crescita dei livelli medi di inquadramento all’interno

della griglia delle qualifiche definite dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

Gli anni Settanta: lo sviluppo delle Scuole Edili e l’affermarsi di un nuovo

modo di fare formazione

In questo contesto di forte cambiamento il sistema delle Scuole Edili vive una fase

di crescita quantitativa con la nascita tra il 1961 e il 1970 di altre 24 Scuole. Tra

queste, sullo stimolo delle disposizioni contrattuali, nascono Scuole ad Alessandria

e a Cuneo, ad Imperia e a La Spezia, a Parma, a Carrara. Viene costituita la Scuola

di Firenze; le Parti Sociali fondano Enti di formazione a Perugia e a Terni, così come

a Matera. Un’esperienza importante anche per la crescita che essa avrà negli anni

a venire e per le scelte in qualche modo simili a quelle che si andavano facendo al

Nord è la creazione della Scuola Edile di Bari.

Bari: un lungo percorso

Istituita nel 1963 la Scuola di Bari per molti anni vive solo sulla carta, fino al 1970

quando diviene Presidente Michele Matarrese e imprenditori e sindacati decidono di

avviare una valutazione su come sviluppare un progetto di formazione. In un lungo

giro d’Italia le Parti Sociali visitano diverse Scuole e analizzano le varie esperienze.

Così se, prima della partenza, forte era l’intenzione di costruire una struttura dedicata,

un vero centro di formazione sulla scia di quelli visitati al Nord, al ritorno, come

ricorda Matarrese «ci rendemmo conto che la costruzione di un grande centro a Bari

doveva essere subordinato alla presenza dei lavoratori, ovvero che era la Scuola a

dover andare dalle maestranze e non viceversa. Cosi cominciammo ad attivare dei

corsi nei centri urbani dove c’era maggiore presenza di operai edili. E partimmo con

Andria. I primi corsi li facemmo partire appoggiandoci agli istituti industriali»36. Il tour

per l’Italia conduce anche Bari sulla strada della Scuola diffusa. Così le esperienza

accumulate negli anni Cinquanta e Sessanta diventano sapere comune e condiviso

e aiutano le nuove Scuole a scegliere percorsi consolidati.

«In seguito – continua Michele Matarrese, che da allora ha continuato ad essere

Presidente dell’Ente Scuola – affittammo un appartamento vicino all’Associazione

Industriali di Bari e pubblicammo un bando di concorso per la ricerca di un

direttore. Con la presenza di un direttore e con una piccola sede iniziammo i corsi

oltre che ad Andria, anche a Gravina e ad Altamura utilizzando sempre strutture

locali di appoggio e consolidando progressivamente la nostra presenza ad Andria.

Utilizzammo capannoni per fare lavorare sul campo carpentieri, muratori e ferraioli,

cioè le qualifiche professionali allora più richieste. Tutto questo fu fatto in sinergia

con i sindacati. Piano piano arrivarono anche le risorse economiche. Con l’istituzione

della Cassa Edile e del Comitato Paritetico Territoriale, abbiamo individuato dei

meccanismi di finanziamento concordati tra sindacati e datori di lavoro»37. Anche

Bari quindi segue un percorso simile a quello che venti anni prima avevano seguito

le prime Scuole, puntando alla Scuola diffusa sul territorio.

36 Intervista a Michele Matarrese realizzata a Bari il 13 Maggio 2010.37 Ibidem.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

L’esperienza di questi primi anni evidenzia una partecipazione di giovani e

lavoratori con un bassissimo livello di istruzione tanto che buona parte dell’attività di

formazione viene dedicata all’istruzione di base con corsi di italiano e di matematica.

Come ricorda sempre Matarrese «era questa una differenza importante con quanto

avveniva in molte Scuole del Nord come ad esempio a Milano dove era possibile fare

soltanto una formazione veramente professionale. Del resto il problema era che se

non sapevano scrivere o leggere non sarebbero stati neanche in grado di decifrare

un disegno, quindi come facevano ad arrivare ad una formazione professionale

qualificante, se prima non disponevano di un’istruzione di base?»38.

Per oltre vent’anni l’attività di formazione promossa dalla Scuola di Bari procedette

in questo modo arricchendosi di corsi sempre più professionalizzanti fino a quando,

intorno alla metà degli anni Novanta, il vecchio progetto di creare un vero e proprio

centro di formazione prese corpo con l’acquisto di un’area industriale dismessa. «Fu

allora che capimmo che era possibile ed era venuto il momento di portare gli allievi

alla Scuola Edile e non viceversa»39. La costruzione del Centro richiese diversi anni

tanto che dal 2000 al 2003 la Scuola di Bari sospese la propria attività, riprendendola

nella nuova sede nell’ottobre del 2004.

Dai Centri di formazione a nuovi modelli formativi

Superata la crisi di inizio decennio, dalla metà degli anni Settanta cresce la domanda

da parte delle imprese di poter disporre di nuova mano d’opera sempre più

38 Ibidem.39 Ibidem.

specializzata. Così, accanto ai corsi più tradizionali dedicati ai muratori, ai carpentieri

o ai ferraioli se ne aprono di nuovi rivolti a ponteggiatori, posatori, macchinisti.

In molte realtà queste iniziative ebbero un certo successo. Complessivamente le

Scuole iniziarono a diventare un riferimento professionale importante, anche perché,

come si legge in un documento della Scuola di Vicenza, «molti giovani intravedono

in queste specializzazioni la possibilità di lavorare non solo all’interno di una impresa

ma anche individualmente»40.

Sono anni in cui anche la formazione professionale si intreccia sempre di più con

l’evoluzione dei programmi di istruzione e con l’innalzamento dell’obbligo scolastico.

«Negli anni Settanta – ricorda Baroni parlando della realtà milanese – avendo anche

ragazzi che non avevano la licenza media, iniziammo il recupero dell’obbligo

scolastico proprio perché ci accorgemmo che erano ragazzi bravi manualmente,

ovvero sapevano fare il muratore, il carpentiere, il verniciatore, il ferraiolo, ma erano

privi del cosiddetto “pezzo di carta”, cioè della licenza media. Quindi avviammo i

corsi per il recupero dell’obbligo scolastico ed offrimmo ai ragazzi la possibilità di

conseguire il diploma di licenza media. Organizzammo corsi per 50/60 ragazzi per

prepararli successivamente agli esami di licenza media. Cercammo anche insegnanti

di lingua straniera, oltre che di matematica e di altre materie, perché creammo anche

una sezione di francese e una di inglese. Andammo avanti così per circa 12 anni (dal

1975 al 1987) con circa un centinaio di insegnanti»41. Intorno alla metà degli anni

Settanta l’offerta formativa a Milano inizia a cambiare e viene rivisto il progetto basato

40 Scheda storica fornita dalla Scuola Edile di Vicenza, cit.41 Intervista a Sergio Baroni, cit.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

sul convitto e su di una gestione a 360 gradi della formazione delle nuove generazioni.

Ricorda ancora Baroni: «a metà degli anni Settanta le Parti Sociali, l’Associazione

Imprese edili di Milano (Assimpredil) e le componenti sindacali decisero di dividere

la fondazione convitto dal centro formazione edile, che iniziò così l’attività completa

con un suo direttore, un suo Consiglio di Amministrazione e il suo staff»42.

«In quegli anni – aggiunge Claudio Tombari – il sistema basato sul convitto e sul

grande centro di formazione va in crisi, finisce per non funzionare.

A fronte di risultati insoddisfacenti registra costi clamorosi, che diventano insostenibili.

La necessità di alimentare la domanda con nuova mano d’opera aveva spinto la

stessa associazione dei costruttori a trovare un sistema che potesse attirare i giovani

legandoli con un’offerta di servizi e di formazione. Ma il modello si era rivelato

inadeguato, non consono a come si andava strutturando il mercato del lavoro, non

soltanto quello edile, ma più in generale tutto il mercato del lavoro»43. Per Tombari

finiva così «la fase della concezione della Scuola Edile come ruolo di alimentatore

quantitativo del settore, che era l’idea con la quale era nata l’esperienza del convitto

e sulla quale si era basata l’attività della Scuola fino a quel momento»44. Il risultato è

un processo di ripensamento che si risolve in una ristrutturazione lunga e complessa

che porta alla rifondazione del sistema di formazione bilaterale, con la liquidazione

della Fondazione e la cessione della struttura a terzi. Nasce così l’E.S.E.M. (l’Ente

Scuola Edile di Milano).

Come ricorda Franco Gullo, già Vicepresidente della Scuola e della Fondazione «la

42 Ibidem.43 Intervista a Claudio Tombari, cit.44 Ibidem.

Scuola viene rifondata non solo in ragione dei costi di gestione (il convitto viene

chiuso e i locali vengono affittati ad una società para-medica), ma, per volontà delle

parti, nell’immobile sono stati tenuti degli spazi per gli impiegati amministrativi, per

l’attività formativa e per la commissione tecnica della prevenzione degli infortuni»45.

Dalla seconda metà degli anni Settanta l’Ente scuola di Milano si rifonda e

contemporaneamente si apre a nuove soluzioni formative, guarda a nuovi target. È

ancora Baroni a raccontare questa nuova fase.

«Fino al 1975 circa i nostri corsi erano rivolti esclusivamente a ragazzi di età compresa

tra i 14 e i 17 anni, quindi a ragazzi che non erano molto preparati anche dal punto di

vista culturale. Dal 1975 in poi si iniziò invece a pensare di aprire la Scuola anche ad

altre figure professionali, quindi anche a maggiorenni inoccupati e/o disoccupati. I

primi corsi rivolti a questi giovani iniziarono nel 1976 con il corso di operatori macchine

movimento terra. Il problema però non era trovare i maggiorenni, ma i terreni dove

fare i corsi, di trovare le macchine ecc… Quindi partimmo alla ricerca di imprese

disposte ad affidarci terreni, capannoni e macchine. Grazie all’aiuto di ASSIMPREDIL

e di ditte disposte ad aiutarci anche per loro interesse, riuscimmo a far partire il

corso ottenendo ottimi risultati. Successivamente abbiamo fatto corsi per meccanici

elettricisti di cantiere e gruisti rivolti a ragazzi dai 20 anni in su»46. Baroni ricorda come

in quegli anni ci fosse poco lavoro e ai corsi della Scuola iniziarono a partecipare

anche dei laureati, diplomati che speravano, acquisendo una specializzazione, di

riuscire ad entrare nel mondo del lavoro.

45 Intervista a Franco Gullo realizzata a Roma il 13 Aprile 2010.46 Intervista a Sergio Baroni, cit.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Così descrive questo cambiamento Claudio Tombari, anche lui occupato nella Scuola

Edile di Milano. «All’inizio degli anni Settanta si aprì una riflessione in termini di costi e

benefici: il sistema formativo di allora, prevedeva un anno a tempo pieno, poi due anni di

lavoro con i corsi serali. Il risultato era che in media da circa 400 allievi che cominciavano,

ne arrivavano al terzo anno sì e no 60, con uno spreco di risorse spaventoso, facendo sì

che l’esperienza del convitto si restringesse alla sola ospitalità. Il modello era unico, la

Scuola aveva un unico compito: prima formazione di gente che non lavora, che io attiro,

formo e mando a lavorare. La soluzione che avevamo pensato era quella di costruire

un catalogo di attività che rispondesse alle esigenze delle imprese alle quali all’epoca

la Scuola Edile costava l’1% del monte salari, una cifra enorme. Si doveva fare in modo

che ci fosse un ritorno, che la Scuola fosse produttiva sia per le aziende che per i

lavoratori. Le direzioni intraprese sono quindi state due: la formazione continua, cioè

la possibilità di imparare nuove cose per chi già lavorava, e l’attivazione di corsi diversi

in sede di prima formazione, anche in base al fatto che l’edilizia si stava evolvendo.

Così appunto vennero avviati i corsi per conduttori di macchine movimento terra e per

elettromeccanici di cantiere, nuove figure professionali che, tramite un’indagine nelle

imprese edili, avevamo capito potessero essere utili»47.

Gli anni Settanta sono anni di trasformazione del mercato delle costruzioni, del sistema

delle imprese e anche del sistema della formazione. Dopo Milano, anche Genova e

Torino, gli altri due vertici del triangolo industriale, vengono coinvolti in nuovi processi.

A Genova, ricorda Enzo Picollo «a fronte della trasformazione che stava avvenendo

47 Intervista a Claudio Tombari, cit.

nell’organizzazione stessa del lavoro e del cantiere avevamo iniziato a discutere di

come dare una risposta alla crescente richiesta, da parte sia delle imprese che dei

lavoratori, di elevare la formazione professionale e fare qualcosa che servisse ai livelli

più alti del settore; non più, dunque, solo una formazione diretta verso gli operai, ma

anche nei confronti dei tecnici e di altre categorie impiegatizie.

Del resto la cooperativa era uno strumento validissimo dal punto di vista addestrativo

perché i ragazzi, che venivano ai corsi senza avere nessuna nozione del lavoro,

eseguivano delle lavorazioni pratiche corrispondenti a quelle che avrebbero trovato

poi in cantiere facendo un’esperienza estremamente realistica. La cooperativa però

assorbiva una grossa quantità di risorse perché partecipare agli appalti e avere un

numero elevato di apprendisti significava dedicare molto tempo e denaro, che venivano

sottratti alla formazione tradizionale. Inoltre, dopo la grande fase della ricostruzione,

durante la quale c’era lavoro per tutti, la cooperativa inizia a diventare un elemento

concorrenziale verso le altre imprese, soprattutto a fronte di alcuni momenti critici come

i primi anni Settanta. La conseguenza fu la crescita delle perplessità verso la formula

cooperativa. Così ci si orientò verso la costruzione di un centro in grado di simulare

il cantiere, attraverso la costruzione di un edificio piuttosto grande, proprio per dare

una risposta concreta alla forte domanda di addestramento, come ancora si chiamava

allora, e poi alla domanda di formazione professionale. Questa soluzione iniziò ad

entrare in crisi negli anni Ottanta, quando la domanda di mano d’opera si caratterizzò

sempre più sul piano quantitativo (formazione rapida) che su quello qualitativo»48.

48 Intervista a Enzo Picollo, cit.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

A Torino proprio negli anni Settanta si apre una nuova fase, con la costruzione di

un centro di formazione che è diretta eredità delle vecchie scuole operaie e del

meccanismo di finanziamento da parte delle imprese della scuola serale di Via

Gaudenzio Ferrarsi. Come ricorda Alessandro Brasso, direttore attuale del Centro

di formazione, «grazie al contributo delle imprese si iniziò a capitalizzare del denaro

con il quale divenne possibile costruire un vero e proprio Centro di formazione per

l’edilizia. Così tra il 1971e il 1973, quando la quota contributiva contrattuale minima a

Torino era l’1,1% - 1,45% e la massima arrivava anche al 2% - 2,45%, è stato possibile

avviare la costruzione del Centro, diviso in tre parti: una dedicato agli uffici, la seconda

destinata alle aule e la terza al convitto dove, alla fine degli anni Settanta, ospitavamo

circa 200-250 allievi ed avevamo circa 200 richieste di formazione per i ragazzi usciti

dalla terza media. Si trattava di un investimento molto oneroso, perché davamo ai

ragazzi un assegno che era quasi l’equivalente dell’importo di un apprendista, quindi

molto alto per ragazzi di 14 anni, che non pagavano nulla per i corsi e l’ospitalità»49.

Anche a Torino il modello formativo prevedeva un corso triennale per 1.840 ore

all’anno.

Aggiunge Giolito: «il Centro era stato strutturato in modo tale da effettuare anche corsi

diurni, facendo un’azione di promozione attraverso le scuole medie con l’aiuto degli

insegnanti, anche se avevamo mantenuto il corso serale per assistenti edili. Il convitto

doveva servire per prendere ragazzi che venivano da fuori, ma le altre province, con

la paura che Torino si tenesse le maestranze che all’epoca scarseggiavano, fecero

49 Intervista a Claudio Tombari, cit.

resistenza e di fatto boicottarono l’iniziativa. Il convitto ha avuto occupati sino a 5

piani su 7, poi i piani occupati sono diventati 3 più 4 dati all’Università per i progetti

Erasmus. Poi, visti i costi molto elevati, abbiamo deciso di chiuderlo. Il problema è

che questi ragazzi che venivano dalla seconda cintura di Torino, cioè da 35 km da noi

e con un orario che terminava alle 17,30, erano più agevolati nel fermarsi qui. Poco

per volta però l’esigenza si è trasformata anche con l’ingresso di extracomunitari

e con il calo dei giovani interessati e l’aumento delle iscrizioni alle scuole di tipo

tradizionale»50.

Da queste testimonianze emerge con chiarezza come tra la fine degli anni Settanta e

i primi anni Ottanta, sotto la spinta di sensibili cambiamenti del mercato del lavoro in

generale e delle dinamiche proprie del mercato delle costruzioni, sempre più soggetto

a cambiamenti nel processo costruttivo e di gestione del cantiere, si vada affermando

sul piano della formazione edile un’esigenza del tutto nuova: non più una formazione

pluriennale, fondata sull’acquisizione di un numero elevato di giovani da formare

e inserire nel lavoro, ma una formazione più “leggera” funzionale al processo di

frammentazione produttiva e di specializzazione, con un allargamento degli orizzonti

verso segmenti di utenza diversi, non soltanto operai. Finiva il modello del grande

centro residenziale e nasceva un modello nuovo più leggero e flessibile, anche sotto

la spinta di un calo della domanda di figure professionali tradizionali, a vantaggio di

nuove professioni o di una formazione che potremmo definire per segmenti e non più

a 360 gradi, come era stata fino all’inizio del decennio.

50 Intervista a Marco Giolito, cit.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Si tratta di un cambiamento che è alla base di un percorso proseguito per tutti gli

anni Ottanta e che trova forse oggi dopo trent’anni, grazie anche al lungo lavoro

del Formedil, un’attuazione sistematica, un’applicazione organica dove crescita

professionale e fidelizzazione al settore diventano due valori integrati e imprescindibili

al servizio di una visione moderna della formazione professionale. Un percorso che

ben descrive Gian Mario Santini, allievo della Scuola Edile di Milano, poi Segretario

Nazionale della FILLEA CGIL e consigliere di amministrazione del Formedil.

«Io ho vissuto il mio anno di Scuola Edile a Milano in un periodo in cui le Scuole

stavano vivendo una fase di transizione che soltanto nei più avanzati anni Ottanta si

andrà a connotare appropriatamente. Stavamo allora vivendo il graduale superamento

della tradizionale idea di Scuola Edile, che era quella che negli anni Cinquanta si era

strutturata, soprattutto nel Nord Italia, per cercare di fornire manodopera alla grande

crescita delle imprese e dell’occupazione nel settore delle costruzioni, che aveva come

obiettivo prima quello di ricostruire paesi distrutti, poi quello di costruire le periferie

urbane e i quartieri operai per gli emigranti che venivano al nord a lavorare nelle

fabbriche, nonché di proseguire l’opera di industrializzazione nelle aree metropolitane.

Questo aveva significato costruire i convitti, quindi centinaia di posti letto e delle vere

e proprie classi scolastiche in cui si faceva istruzione, alfabetizzazione, integrando

un po’ di formazione professionale con un po’ di istruzione primaria. Con quei corsi

aggiuntivi si creavano i presupposti della nuova idea di formazione professionale.

Quando il ciclo scolastico era terminato c’era bisogno di specializzazioni all’interno

dell’azienda, in quella fase erano specializzazioni ad hoc, quindi molto connotate.

Questa domanda diventava prioritaria. Ciò avveniva alla fine degli ani Settanta. Si

viveva questo cambiamento. Non c’era più bisogno di quel tipo di manodopera

tradizionale ormai inserita nel mercato del lavoro edilizio. Ora si trattava solo di gestire

la mobilità occupazionale da un’azienda ad un’altra e quindi il convitto perdeva di

funzione, di senso e così via via sono stati tutti chiusi. Si avviava un processo che

doveva portare al profilo odierno, ormai maturo, che cominciò a connotarsi a fine

anni Ottanta, rappresentato dalla formazione continua, cioè da una formazione

di accompagnamento per consentire di raggiungere nuove conoscenze, nuove

professionalità, nuove qualifiche, ma soprattutto per aggiornamenti professionali

che accompagnano i percorsi di carriera, spostando l’asse dal lavoro operaio ad

una forte incidenza anche nel lavoro qualificato impiegatizio, spostando l’asse dai

tradizionali corsi annuali ai corsi di breve durata»51.

Ma questa è un’altra storia.

51 Intervista a Gian Mario Santini, realizzata a Roma il 30 Giugno 2010.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La nascita del Sistema bilaterale. Dal dopoguerra alle soglie degli anni Ottanta

Educare, informare e formare. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile in Italia

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«…poi con il Formedil sono nate tante altre iniziative, siamo riusciti a fare alcune cose che una singola Scuola non avrebbe mai potuto realizzare, a livello progettuale, a livello di supporti didattici. Sono tanti mattoncini che si mettono assieme e poi si chiamano Formedil» (Mario Bertoli)

Pensare globale e agire locale

CapitoloTerzo

Il Formedil dal 1980 ad oggi: trent’anni di attività

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

Siamo nella seconda metà degli anni Settanta: le costruzioni stanno assistendo ad una

leggera ripresa dopo la stagione della crisi petrolifera. Il Paese vive uno dei suoi momenti

più bui: l’attacco del terrorismo, una recessione economica che chiede sacrifici un po’

a tutte le classi sociali, un malessere civile diffuso. Il rapimento e l’assassinio di Aldo

Moro sintetizzano la drammaticità del momento. L’unità politica salva il Paese da uno

scontro, le cui conseguenze rimarranno comunque vive nel tempo.

All’interno del mondo delle costruzioni sono anni di riflessione e di confronto tra

le Parti Sociali, in qualche modo riavvicinate proprio dall’esigenza di rispondere

anche in questo ambito ad un contesto sociale “a rischio”, che chiama all’unità e alla

collaborazione. Del resto, a differenza di altri settori produttivi, l’edilizia si caratterizza

da sempre per una maggiore propensione al dialogo, a cui non è estranea l’esperienza

del bilateralismo, che vi riveste un ruolo rilevante.

Come ricorda Stelio Ricciardi «negli anni Sessanta era fortissimo il conflitto sociale;

esso trovava una composizione nella contrattazione collettiva che talvolta, tuttavia,

non era sufficiente ad arginare le spinte dalla prosecuzione del conflitto, anche dopo

la stipula dl contratto, perché c’era una ideologia sindacale che vedeva il contratto

come una chiusura di una vertenza e non come un’apertura. Nel settore edile

tutta questa difficoltà ha trovato un suo maggiore equilibrio proprio grazie alla rete

Pensare globale e agire locale

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

degli organismi paritetici tra i quali le Scuole Edili. Alla gestione del conflitto e alla

soluzione dello stesso con il rinnovo del Contratto Nazionale e poi con i Contratti

Provinciali dell’edilizia, faceva, infatti, seguito una fase di collaborazione partecipativa

all’interno del sistema delle Scuole Edili, delle Casse Edili e dei Comitati Paritetici per

la sicurezza sul lavoro, che costituiva una rete di migliaia di rappresentanti delle due

parti contrapposte chiamati a lavorare insieme per gestire concretamente sul territorio

formazione, previdenza e sicurezza. Potremmo definirla una “rete di protezione

civile”, che si concretizzava in una decisa propensione al dialogo»1.

La costituzione del Formedil tra prescrizioni contrattuali ed esigenze reali

Il percorso iniziato fin dagli anni Cinquanta e – come abbiamo visto – consolidatosi

proprio negli anni duri del conflitto sindacale nel corso del decennio successivo, tende

così a rafforzarsi. Si apre una fase di profonda riflessione. Tra i temi in primo piano

rientrano anche la formazione e la necessità di dotarsi di uno strumento strutturato

di coordinamento delle ormai numerose Suole presenti sul territorio. Un’esigenza da

tempo rilevata, ma che non aveva non ancora trovato attuazione.

Il primo riferimento alla necessità della creazione di un organismo di coordinamento

a livello contrattuale lo ritroviamo nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL)

che entra in vigore il 1° gennaio 1962 dove si legge, in chiusura dell’articolo dedicato

all’addestramento professionale: «le parti convengono di costituire una Commissione

centrale paritetica con funzioni consultive di studio e coordinamento delle iniziative

1 Intervista a Stelio Ricciardi realizzata a Roma il 12 Maggio 2010.

settoriali nel campo dell’istruzione professionale» (CCNL, 1962, art. 62). Negli anni

successivi la formulazione del contratto su questo punto varia leggermente: «le parti

convengono di istituire un organismo paritetico, a livello nazionale, con la funzione di

promuovere e coordinare l’attività addestrativa svolta dagli Enti-Scuola territoriali, di

armonizzare i programmi e gli indirizzi didattici e di assumere in genere ogni idonea

iniziativa atta a favorire l’istruzione professionale nei mestieri dell’edilizia» (CCNL,

3/XXI/1969, art. 59), ma in sostanza l’effettiva creazione dell’organismo resta in

sospeso, almeno fino alla metà degli anni Settanta.

La formula contrattuale, infatti, registra una decisa evoluzione in occasione

della stesura del nuovo CCNL del 1976. La differenza rispetto al passato appare

sostanziale. «È istituito – si legge – un organismo paritetico a livello nazionale, con lo

scopo di attuare, promuovere e coordinare le iniziative di formazione professionale

per i lavoratori dell’edilizia»; a verbale viene fatto mettere anche che «le parti si

riservano altresì di stabilire criteri per la realizzazione del coordinamento a livello

regionale dell’attività svolta dagli Enti-Scuola» (CCNL 15/4/1976, art. 43) quelli che

oggi conosciamo come Formedil regionali.

È sulla scia di questa evoluzione che le Parti Sociali costituiscono un gruppo informale

di lavoro al fine di trasformare l’indirizzo in atti concreti. Anche in questo caso vi sono

un tempo, un luogo e dei protagonisti.

Siamo alla fine degli anni Settanta, in un edificio di Via Guattani 24 a Roma, di

proprietà dell’ANCE. All’ultimo piano c’è una grande stanza, sostanzialmente una

mansarda. Qui, prima della costituzione del Formedil, «quasi come carbonari – come

ricorda Massimo Angeleri, allora responsabile “Rapporti sindacali” dell’Associazione

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

nazionale degli imprenditori edili – ci domandavamo cosa si potesse fare per rendere

più strutturale possibile un processo di formazione inteso principalmente come

strumento di fidelizzazione della mano d’opera al settore»2. In questa mansarda,

per alcuni anni, rappresentanti dell’ANCE e dei sindacati di categoria si ritrovano

a ragionare di evoluzione della formazione in una logica di sistema, elaborando la

soluzione più adeguata a rendere concreta e operativa l’indicazione contrattuale

delle Parti Sociali di costituire quell’ “organismo paritetico a livello nazionale”

di coordinamento. A partecipare agli incontri sicuramente oltre ad Angeleri e a

Stelio Ricciardi, allora vicedirettore dell’ANCE ci sono alcuni imprenditori come

Tullio Monticelli, che sarà poi il primo Presidente dell’Ente, e Diego Pelizza. Tra i

rappresentanti sindacali Angeleri ricorda «Raffaele Grappone, Renato Provenzano e

Riccardo Varanini»3, in rappresentanza della FENEAL UIL, della FILCA CISL e della

FILLEA CGIL.

Al centro della riflessione ci sono soprattutto tre aspetti: la presenza delle Scuole sul

territorio e il conseguente livello di capillarità raggiunto fino ad allora; l’importanza

di sostenere le Scuole stesse sul piano della raccolta dei finanziamenti, soprattutto

per quanto riguarda i contributi a livello di Comunità europea attraverso il Fondo

Sociale Europeo; la necessità di favorire scelte e modelli di gestione della formazione

rispondenti alle esigenze del sistema delle imprese, mettendo a valore e in comune

le esperienze maturate soprattutto dalle Scuole di maggiori dimensioni o con una

storia più lunga.

2 Intervista a Massimo Angeleri, realizzata il 1 Aprile 2010.3 Ibidem.

Sparse sul territorio italiano, nell’anno di costituzione del Formedil nazionale, ci sono

già più di sessanta Scuole Edili. Alcune hanno una tradizione che dura da più di

trenta anni, essendo nate per rispondere alla domanda di maestranze qualificate

sorta nell’immediato dopoguerra. Altre Scuole sono state fondate seguendo le

differenti esigenze che via via si andavano manifestando nei territori di appartenenza.

È proprio sul territorio, infatti, che si trova la radice della vitalità di molte esperienze.

È questo un punto imprescindibile, irrinunciabile che va salvaguardato e anzi

valorizzato. È «dall’autonomia e dal contatto continuo con gli imprenditori e con

gli operai – ricorda ancora Massimo Angeleri – che per le Scuole si genera una

situazione feconda e produttiva. Ciò non toglie che ad un certo punto del proprio

percorso, non si sia visto emergere il bisogno di un indirizzo comune che contenesse

l’eccesso di spinte centrifughe e la conseguente dispersione di molte energie»4. Ad

accelerare la discussione contribuisce anche la sempre più diffusa consapevolezza

che sia necessario individuare degli indirizzi comuni, “una strategia condivisa”, si

potrebbe dire, per far fronte ad una vera e propria emorragia: di personale qualificato

nel caso delle imprese e di personale da qualificare nel caso delle Scuole. Un fattore

che sembra caratterizzare sempre più il mercato del lavoro in edilizia in questo fine

decennio.

L’obiettivo specifico, ovvero come attuare la formazione professionale cogestita

bilateralmente attraverso l’attività delle Scuole Edili, per coloro che si riunivano nella

mansarda di via Guattani 24 è chiaro: «formare in modo proficuo delle persone che

4 Ibidem.

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Pensare globale e agire locale

potessero inserirsi nel settore e che poi rimanessero a lavorarci. Si cercava di far

svolgere un lavoro più edificante, poi la formazione in genere era sempre per muratori.

Una formazione tradizionale, anche lunga che però poi non sempre pagava: era un

arricchimento culturale e creava le premesse perché i lavori formati andassero anche

in altri settori; era una formazione che tendeva a ritorcersi un po’ contro stessa, c’era

questo inconveniente. Poi ci si rendeva conto, anche sulla base di input nazionali,

che in un settore come questo in cui c’era capacità di collaborare anche tra persone

che rappresentavano interessi diversi, bisognava usare questa capacità di trovare

punti di incontro per realizzare qualcosa prima per la formazione nazionale poi nel

campo della sicurezza»5.

È intorno a queste riflessioni che, ormai accettata la ovvia conclusione che fosse

determinate procedere alla nascita di un ente nazionale di coordinamento, si arriva

alla stipula del nuovo CCNL il 22 luglio del 1979 nel quale di fatto si certifica la

nascita del Formedil. Il contratto recita: «è istituito un organismo paritetico a livello

nazionale, con lo scopo di attuare, promuovere e coordinare le iniziative di formazione

professionale per i lavoratori dell’edilizia, nonché di realizzare il coordinamento a

livello regionale dell’attività svolta dagli Enti-Scuola» (CCNL 22/7/1979, art. 43).

Il risultato è la costituzione del Formedil in data 4 Giugno 1980 con la nomina di Tullio

Monticelli come Presidente e di Paolo Caccetta come Vicepresidente. Per tutti gli anni

Ottanta la sede del Formedil resterà la mansarda di Via Guattani 24. Lo ricorda bene

Riccardo Varanini, segretario della Fillea Cgil, entrato nel Consiglio di Amministrazione

5 Ibidem.

dell’Ente pochi anni dopo e Vicepresidente dal 1995 al 2000: «lavoravamo tanto in

una soffitta nel palazzo vicino all’ANCE in Via Guattani e non avevamo personale di

nessun tipo. Facevamo tutto da soli, lavoravamo volontariamente e l’amministrazione

la teneva l’ANCE, cosa che creava qualche difficoltà»6.

Così ricorda i suoi primi giorni da neo presidente Tullio Monticelli, un uomo di

grande esperienza, coriaceo e determinato, con «undici Contratti Collettivi Nazionali

di Lavoro alle spalle» e in quel momento presidente della Scuola Edile di Milano.

6 Intervista a Riccardo Varanini, realizzata a Roma il 13 Aprile 2010.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

“Nel dare l’annuncio della nomina a Presidente del Formedil nazionale fui costretto

ovviamente a rassegnare le dimissioni e a rinunciare alla presidenza dell’E.F.M.E. e

lo feci con una battuta, una frase ad effetto detta al Consiglio di Amministrazione:

“Signori fino ad oggi ho giocato per la squadra di casa ora mi hanno convocato

per la nazionale per cui devo dare le dimissioni”! La creazione di un sistema di

coordinamento – ricorda ancora Monticelli – non è stata certo impresa di poco conto:

è stato necessario superare gelosie, rivalità e pregiudizi, ma certamente la creazione

dell’Ente nazionale fu vissuta come un momento di crescita del sistema»7.

Appena insediato Monticelli decide che per operare bisogna innanzitutto conoscere,

così decide di organizzare una sorta di giro d’Italia presso le diverse Scuole locali.

Ad accompagnarlo è Rossella Martino, da poco funzionaria della direzione sindacale

dell’ANCE impegnata sul tema della formazione e oggi condirettore Formedil. Le

riunioni vengono convocate presso il capoluogo di ogni Regione e mettono intorno

ad un tavolo tutti gli Enti territoriali: sono riunioni spesso vivaci e accese, che in alcuni

casi preluderanno alla creazione dei Formedil regionali.

Durante i primi anni di vita il Formedil di fatto non è ancora una realtà concreta e solo

nel tempo l’attività decollerà in pieno. Questa iniziale fase di ricognizione rappresenta

un momento fondamentale di raccordo e di confronto necessario per gettare le basi

di un lavoro comune. «Nel nostro giro in realtà riscontrammo uno scarso interesse

per la nostra funzione, uno scetticismo che è durato a lungo» ricorda Monticelli «e

sono serviti un bel po’ di tempo e un impegno notevole per cambiare, anche perché

7 Intervista a Tullio Monticelli realizzata a Milano il 18 Maggio 2010.

questa disattenzione risultava spesso complicata, in alcune zone, da gelosie fra le

singole Scuole della stessa regione»8.

Anche Pietro Castelli, imprenditore della storica ditta omonima che fin dagli anni

Trenta era stata in prima fila nel sostenere iniziative e progetti di formazione nonché

interna al Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Bazzi, ricorda la vivacità di quel

periodo a cavallo tra la metà degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. «Al di là degli

scontri sociali furono anche anni di fortissima creatività e la creatività fu in questo

caso bilaterale, nel senso che gli imprenditori percepivano determinate necessità e i

sindacati, insieme agli imprenditori, comprendendo queste necessità, trasformavano

in progetti quel che veniva pensato»9.

Se l’esigenza di coordinamento è sicuramente uno dei primi aspetti che spingono alla

creazione di un Ente nazionale, la partita si gioca anche su altri tavoli come ricorda

Massimo Angeleri. «I primi tempi che stavo all’ANCE, negli anni Settanta, ricevevo i

progetti sulla formazione che le Scuole proponevano; io andavo personalmente al

Ministero del Lavoro perché lì c’era un fondo per la formazione professionale che

finanziava i progetti. L’attività, che non era decentrata a livello regionale, si svolgeva

soprattutto a livello provinciale. Noi cercavamo di supportare tale attività provando

ad ottenere finanziamenti a livello nazionale»10. Demandare completamente allo

spontaneismo territoriale questo tipo di attività progettuale destinata al conferimento

di finanziamenti significava non solo favorire ancora di più le differenze tra le Scuole

più attive e vivaci e quelle più piccole, ma rinunciare anche alla possibilità di costruire

8 Ibidem.9 Intervista a Pietro Castelli realizzata a Milano l’11 Giugno 2010.10 Intervista a Massimo Angeleri, cit.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

un pensiero più articolato e condiviso sui bisogni della formazione professionale

in edilizia. Si era ormai giunti, infatti, ad una situazione in cui era necessario dare

avvio ad un processo di analisi sistematica del mercato del lavoro, ad uno studio

dei fabbisogni delle imprese e dei lavoratori per comprendere quale tipo di offerta

formativa proporre – di lunga durata o breve? per moduli? – e come giocare

la carta dell’apprendistato, quantificando le risorse da investire. Nonostante il

decentramento regionale e il passaggio di sempre più competenze alle Regioni la

formazione professionale necessitava di un indirizzo comune, di un coordinamento

che tenesse conto della capillarità del mercato e del suo frazionamento, elementi

che obbligavano e obbligano ancora le imprese di costruzione a girare il Paese, al

di fuori dei propri confini regionali. La necessità di rendere pienamente funzionante

un ente come il Formedil trovava conferma anche nel ruolo determinante rivestito dai

finanziamenti europei per l’attività formativa delle Scuole; accedere ai finanziamenti ha

rappresentato un elemento determinante nel processo di costituzione del Formedil.

Se, infatti, i rapporti di gemellaggio e gli scambi con altri centri di formazione per

l’edilizia europei erano iniziati già prima della nascita del Formedil, con l’istituzione del

Fondo Sociale Europeo il Formedil diventava il canale indispensabile per supportare

e gestire i rapporti in ambito comunitario. Una questione quella dei rapporti con

l’Unione europea e con i progetti e i programmi comunitari che, come vedremo fra

poco, assorbirà una parte importante del lavoro del Formedil e resterà uno degli

asset strategici dell’Ente fino ad oggi.

Con lo sguardo verso l’Europa

Se con Monticelli si pongono le basi per individuare i filoni e le linee da seguire

è durante la presidenza di Diego Pelizza, a partire dalla metà degli anni Ottanta,

che avviene un giro di boa e che gli uomini che fanno parte del Consiglio di

Amministrazione iniziano a credere pienamente nel progetto dell’Ente. Nel frattempo

l’attività prevalente se non esclusiva del neonato Formedil riguarda il supporto alle

Scuole in materia di Fondo Sociale Europeo.

Ricorda Rossella Martino «era il 1982 e il Formedil doveva seguire in modo particolare

uno dei principali veicoli di finanziamento, le pratiche del Fondo Sociale Europeo, e

doveva rapportarsi con il Ministero del Lavoro per proporre un piano nazionale di

formazione da far finanziare dal Fondo Sociale Europeo. Questo piano era composto

da singoli progetti formativi che venivano dalle singole Scuole Edili e il compito del

Formedil era di mettere insieme e valutare le proposte creando un filo conduttore

per rendere queste proposte trasferibili su un piano nazionale formativo di settore. Si

trattava di seguire la parte relativa ai contenuti del progetto nonché quella burocratica

e amministrativo/contabile. Questo era essenzialmente quello che il Formedil faceva

in quei primi anni»11.

Sono anni in cui è ancora ben presente la discussione tra le Parti Sociali su quale

direzione prendere, salvaguardando soprattutto l’autonomia delle Scuole di maggiori

dimensioni ma allo stesso tempo ricercare soluzioni che consentissero di far crescere

complessivamente la formazione espressa dal sistema bilaterale.

11 Intervista a Rossella Martino, realizzata a Roma il 25 Maggio 2010.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

Con la nuova presidenza di Pelizza si rinnova anche il Consiglio di Amministrazione,

dove entra Giancarlo Gonnet proveniente dalla Scuola Edile di Torino, ingegnere e

imprenditore, destinato a succedere all’inizio degli anni Novanta proprio a Pelizza,

che così ricorda le difficoltà di allora: «tra far nascere l’Ente e farlo funzionare sono

passati un po’ di anni. Non eravamo coerenti, non ci capivamo molto bene, tra le parti

imprenditoriali e quelle sindacali ci sono stati alcuni problemi iniziali: poi, quando

abbiamo cominciato a capirci, siamo stati in grado di creare qualcosa di veramente

utile e serio. Io sono subentrato all’ingegner Pelizza e conoscevo la situazione del

Formedil perché c’ero stato sempre dentro. Abbiamo iniziato a lavorare sia in campo

nazionale, sia a prendere contatti, grazie al dottor Giolito del Collegio dei Costruttori

Edili di Torino, con altri centri europei di formazione e attraverso questi contatti

abbiamo fondato la Rete REFORME. In fondo io ho avuto la fortuna di arrivare alla

presidenza quando ormai erano già stati soddisfatti tutti gli animi e quindi ho potuto

fare un lavoro molto più semplice con persone che già credevano a tutta questa

operazione»12. A questo proposito proprio Giolito ricorda che «appena costituito

il Formedil ci è stato chiesto di partecipare, perché già conoscevamo molto bene

l’estero e potevamo mettere a disposizione delle altre Scuole la nostra esperienza e

conoscenza. Rapidamente abbiamo messo a valore quelli che erano i nostri contatti

stranieri»13. L’esperienza della Scuola di Torino si dimostra una carta vincente nella

costruzione di scambi e di reti a livello internazionale, che contribuiscono anche

a rafforzare il sistema interno.È ancora Giolito a raccontare: «la svolta sono stati i

12 Intervista a Giancarlo Gonnet, realizzata a Torino il 19 maggio 2010. 13 Intervista ad Antonio Giolito realizzata a Torino il 19 Maggio 2010.

gemellaggi con 4/5 Paesi stranieri, gemellaggi che non riguardavano solo gli alunni

ma anche gli insegnanti. Come Scuola di Torino abbiamo stretto un gemellaggio

con Lione, perché era la più vicina a noi, Firenze con Avignone, così che, poco

per volta, c’è stata un’attività di integrazione tra le varie Scuole. La prima grossa

manifestazione di integrazione degli allievi è stata però a Bruxelles, dove c’era una

grande esposizione edilizia che chiamavano “BATI BAU” e dove gli allievi delle Scuole

Edili di Europa erano stati invitati a costruire una stella a 12 punte in muratura. Per

l’Italia il Formedil aveva designato noi, Milano e una Scuola della Sicilia. Quando ci

fu la premiazione finale hanno tutti applaudito i nostri ragazzi che erano i più giovani,

all’incirca 14 anni». È in questo ambito che nasce e si sviluppa una vera e propria

rete a livello europeo, che – ricorda sempre Giolito – contribuimmo a creare con il

Formedil la rete REFORME, Réseau pour la formation en Europe dans le secteur

du bâtiment, un organismo europeo dove c’erano Italia, Francia, Olanda e Spagna,

cioè tutte quelle nazioni che avevano gli Enti paritetici, mentre la Germania che

non aveva un ente paritetico veniva solo a qualche riunione. È stato un progetto

che è cresciuto nel tempo. Poi quando Gonnet è diventato Presidente del Formedil

dopo Pelizza, Torino entrò a far parte di tutti i progetti internazionali del Formedil.

In particolare organizzammo due grandi convegni, uno a Torino nel 1990 e quello

dopo a Barcellona nel 1993 con una partecipazione notevole di Scuole, associazioni

datoriali e dei lavoratori, con la presenza anche di Paesi invitati che non avevano enti

paritetici, ma interessati a questa esperienza»14.

14 Ibidem.

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Pensare globale e agire locale

«La ricchezza di questa rete - sottolinea Riccardo Varanini - era il premio che derivava

dall’esportare ed importare conoscenza, migliorando la formazione e l’insegnamento

dei ragazzi che hanno avuto modo di conoscere altre realtà tipo l’artigianato francese,

l’apprendistato francese, tedesco ed austriaco. Noi davamo agli altri Paesi la fantasia

da mettere all’interno della formazione e loro ci facevano conoscere il loro mondo e

la loro struttura»15.

Questa forte attenzione verso il confronto con altri Paesi è un aspetto costante

dell’attività del Formedil che trae forza proprio dall’attività dei primi anni. «Un altro

compito del Formedil – ricorda Rossella Martino – era di portare l’esperienza delle

Scuole all’interno della riflessione che in quegli anni maturava nelle organizzazioni

di rappresentanza delle Parti Sociali a livello internazionale. Ricordo bene i dibattiti

all’interno della Sottocommissione per la formazione professionale presso la FIEC, la

Federazione europea dei costruttori edili, sulle potenzialità delle Scuole Edili. Perché

va detto chiaramente che allora la formazione professionale, benché gestita dall’ANCE

e dai tre sindacati delle costruzioni, concretamente veniva svolta dalle Scuole, non

c’erano altre strutture. Per cui dovendo l’ANCE rapportarsi a livello europeo con le

altre associazioni nazionali di categoria, facenti parte della federazione europea dei

costruttori, le esperienze che venivano riportare erano quelle concrete delle singole

Scuole Edili. Mi ricordo che uno degli argomenti che venne discusso a livello sia

europeo che italiano era l’alternanza scuola-lavoro, tema su cui svolgemmo uno

studio specifico di grande interesse»16.

15 Intervista a Riccardo Varanini, cit.16 Intervista a Rossella Martino cit.

L’esperienza internazionale del Formedil non solo costituisce un elemento strutturale

del lavoro di questi anni, ma garantisce all’Ente visibilità e riconoscimenti preziosi.

Un primo importante successo il Formedil lo ottiene nel 1987 con l’inserimento di

due progetti nella rete Eurotecnet. «I progetti presentati dal Formedil» scriveva allora

Rossella Martino su «Il nuovo corriere dei costruttori» «riguardano aree nelle quali è

evidente il divario tra le competenze professionali attese dalle aziende e le competenze

fornite dall’attuale sistema di formazione. Si tratta della gestione tecnico-amministrativa

dell’appalto (programma delle fasi produttive, controllo budgettario, procedure di

informazione per la pianificazione ed il controllo, regolamentazione dei rapporti

giuridici) e dei problemi relativi agli interventi sulle costruzioni esistenti (manutenzione,

riqualificazione, restauro)» (Martino, 1987).

L’allora Presidente Pelizza aggiungeva come il riconoscimento fosse «la prova che

stiamo lavorando bene, cogliendo le esigenze di innovazione che si manifestano

anche nel campo della formazione professionale […] una dimostrazione dei positivi

risultati cui può giungere la collaborazione delle Parti Sociali, l’ANCE e la Federazione

lavoratori delle costruzioni» (Martino, 1987). L’iniziativa che il Formedil si propone di

realizzare in collaborazione con le Scuole Edili è senza precedenti in Italia e riguarda

la qualificazione rispondente alle nuove metodologie organizzative e tecnologiche del

settore e la creazione di pacchetti didattici sperimentali da utilizzare poi su larga scala,

permettendo di migliorare le opportunità formative dei tecnici e di acquisire per il settore

edile il know how di altri settori. Un altro tassello di un percorso destinato a proseguire

e a svilupparsi in modo esponenziale negli anni successivi con la partecipazione a

numerosi altri programmi europei e internazionali.

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Pensare globale e agire locale

L’evoluzione dell’attività formativa delle Scuole

Nel 1980 esistono ed operano sul territorio, come abbiamo già detto, almeno 60

Scuole Edili. La formazione edile è però ancora estremamente frammentaria. C’è

bisogno di creare un raccordo tra i diversi Enti, ma anche di imparare ad uscire dal

proprio municipalismo. Con ironia tipicamente toscana Mario Bertoli, ex direttore della

Scuola Edile di Livorno, fa notare come, con la nascita dell’Ente Nazionale «siamo

in presenza di una situazione che è contro la natura: sono nati prima i figlioli – cioè

le Scuole Edili – e poi la mamma»17. Al di là del divertissement il valore dell’iniziativa

viene riconosciuto in pieno «perché il Formedil nasce come un’esigenza, come una

cerniera in grado di abbattere quelle cinte daziarie, quei coni d’ombra del proprio

campanile. Ci ha permesso spaziare e di confrontarci, di aprirci e di non aver paura…

[…] siamo maturati e abbiamo capito che le parti sociali, le imprese, i lavoratori e

anche chi ci guardava, chi ci dava i soldi, volevano qualche cosa di diverso»18. Gli Enti

Scuola comunque continuano a rappresentare l’architrave di un sistema formativo

che è nato “dal basso” e ha sentito l’esigenza di darsi un coordinamento nazionale e

regionale solo in una fase già matura del proprio sviluppo. L’idea di fare sistema ha

giovato a più livelli e ha permesso che la formazione potesse crescere in quantità e

in qualità attraverso progetti e momenti di scambio nazionali ed internazionali.

Come hanno ricordato tutti i testimoni e come ha ribadito anche il direttore della

Scuola Edile di Torino Alessandro Brasso, nei primi anni Ottanta «le maggiori Scuole

Edili hanno contribuito, facendo gruppi di lavoro, a dare una mano al Formedil

17 Intervista a Mario Bertoli, realizzata a Roma il 23 giugno 2010.18 Ibidem.

che in quegli anni non aveva praticamente personale»19. È dalle esperienze delle

singole Scuole che si sviluppano i principali filoni di attività successiva una volta

che il Formedil, come vedremo, si doterà di una propria struttura operativa. «C’era

– ricorda ancora Brasso – chi era già specializzato nella formazione continua, chi

nell’apprendistato e mettevamo insieme le nostre esperienze»20.

«Negli anni 80/81 – ricorda Sergio Baroni, vera e propria memoria storica della Scuola

Edile di Milano – con l’Ente che oramai aveva dato piena attuazione a quanto previsto

dallo Statuto, ci fu un’esplosione dell’attività formativa. Sviluppammo i corsi più

disparati modificandoli di volta in volta. In particolare, in quegli anni la Scuola diede

attuazione ai corsi per apprendisti. Si trattava di trovare le soluzioni più adeguate a

fronte di un’esperienza assolutamente nuova. Quindi facemmo riunioni su riunioni

per decidere come fare. L’accordo provinciale prevedeva che questi ragazzi in tre

anni facessero 624 ore di corso. Già il numero 624 si accordava male con le ore

settimanali, ma questo era l’accordo e dovevamo seguirlo. Iniziammo facendo

delle sperimentazioni con i distacchi settimanali, cioè ogni settimana questi ragazzi

che lavoravano nelle imprese, per 4 ore, il venerdì, si distaccavano dalle imprese e

venivano alla Scuola; però abbiamo capito che non era una formula che funzionava e

quindi abbiamo concentrato le ore per settimana. Anche questa soluzione però non

era ottimale e quindi abbiamo provato a mettere insieme 120 ore, ovvero circa tre

settimane di lezione. Quindi i ragazzi lasciavano il cantiere e venivano alla Scuola e la

19 Intervista ad Alessandro Brasso realizzata a Torino il 19 Maggio 2010.20 Ibidem.

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Pensare globale e agire locale

Scuola rilasciava ai ragazzi una dichiarazione di presenza che giustificava il distacco

dall’impresa, che poteva quindi retribuire il lavoratore-studente. Poi avviammo corsi

solo per donne, finanziati dal Fondo Sociale Europeo per ragazze dai 25 ai 29 anni

circa, disoccupate e/o inoccupate, attivando corsi che potevano andare bene ad

una figura femminile, tipo il corso di verniciatura o quello di decorazione. Negli anni

Novanta avviammo quelli per extracomunitari, iniziando con corsi serali per stranieri

che già lavoravano in campo edile, facendo disegno, tecnologia e antinfortunistica.

Poi fu la volta dei geometri e questa fu una bella cosa perché l’Ente capì che la

Scuola Edile a livello operaio non poteva non avere collegamenti con i geometri

Era un corso di durata annuale di oltre 1.000 ore riservato esclusivamente a

geometri chiamato “ATC, Assistente Tecnico di Cantiere”, in collaborazione con l’ITC

per geometri. Questo fu per noi un modo per uscire dall’ambito ristretto e quindi

prendemmo contatti anche con istituti non solo di Milano ma anche della Provincia.

Organizzammo, così, delle settimane dove i ragazzi del quarto e quinto anno

dell’Istituto Tecnico venivano qui a scuola per fare delle attività formative pratiche

in cantiere»21. L’esperienza milanese può essere assunta come riferimento di un

percorso che caratterizza l’evoluzione formativa fino alla fine degli anni Novanta. Al

centro del processo troviamo il superamento progressivo del sistema tradizionale dei

corsi di base verso una sempre maggiore articolazione in direzione di nuovi soggetti,

le donne, i tecnici, con una progressiva sempre maggiore attenzione alle modifiche

nell’organizzazione del lavoro e del cantiere.

21 Intervista a Sergio Baroni, realizzata a Milano il 18 maggio 2010.

Nel tempo infatti le costruzioni diventano un ambito occupazionale fortemente

condizionato dai mutamenti sociali, dalla crescita della società del benessere, dai

nuovi modelli proposti dai media. In particolare si affermano i nuovi valori del così

detto “posto fisso”, della stabilità del lavoro. Cambiano i percorsi occupazionali,

come abbiamo visto cala la disponibilità di mano d’opera a cui si accompagna

una sempre più accentuata parcellizzazione imprenditoriale, restando elevati il turn

over e il passaggio dalla condizione di operaio a quella di piccolo imprenditore.

Un altro aspetto che andrà facendosi particolarmente urgente dagli anni Novanta

riguarderà la centralità di nuove figure con competenze organizzative e gestionali

oltre che tecniche. È in questo contesto, guardando a questi mutamenti che le

Scuole si trasformano, cambiano i propri indirizzi, si evolvono sul piano delle

strutture e dei programmi di formazione. A farlo notare, già nel 1991 in un’intervista

per il «Notiziario della Fondazione Edilscuola», pubblicazione della Scuola Edile di

Verona, è anche l’allora Presidente della Scuola, l’ingegner Giuseppe Voi che così

dichiarava: «Chi frequenta i corsi e impara, porta a casa una ricchezza che nessuno

potrà mai togliergli: il mestiere, la capacità di fare sapendo come e perché si fa. Se è

bravo potrà imparare molto anche in cantiere: certe cose tecniche però le imparerà

solo in Edilscuola. In più frequentando i corsi apprenderà più velocemente e verrà

a contatto con sistemi e tecniche innovative. Questo è importante perché chi ha

venticinque anni oggi dovrà potersi adeguare in fretta a molti cambiamenti negli

anni a venire: solo chi ha la testa allenata a ragionare tecnicamente riuscirà. Voglio

chiarire che ciò che dico non vale solo per il giovane appena entrato in cantiere, vale

anche per l’operaio con anni di esperienza. Peraltro se si esamina con attenzione il

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Pensare globale e agire locale

nostro programma dei corsi ci si accorge che vi sono corsi specifici per i vari livelli

di esperienza e capacità, fino ai capicantiere. […] L’Edilscuola è fatta per quelli che

vogliono andare avanti, non per quelli che vogliono restare dove sono. […] Rispetto

al passato, frequentare i nostri corsi è senz’altro più agevole: alcuni corsi prevedono

oltre a quella serale la frequenza diurna con distacco retribuito dal lavoro, i corsi

di Disegno – Tecnologia si svolgono ormai in altre tre sedi in provincia oltre che a

Verona, l’orario viene concordato tenendo presenti anche le esigenze dei corsisti:

tutte cose impensabili anni fa»22.

Gli anni Ottanta segnano una svolta verso un forte arricchimento e una importante

diversificazione dell’offerta formativa. Lo sottolinea Claudio Tombari, prima (dal 1975

al 1989) responsabile della programmazione didattica presso la Scuola Edile di

Milano (EFMEC e in seguito ESEM) e successivamente (1989-2009) direttore della

Scuola Edile di Verona: «Con un paragone agricolo si può dire che si è gradualmente

passati da una monocoltura (pochi corsi lunghi) ad una pluralità di colture (molti corsi

di vario tipo, per differenti livelli e soggetti, certamente più brevi). Da una Scuola Edile

product oriented (offerta formativa fissa nel tempo) ad un centro di formazione market

oriented, attento ai bisogni del territorio e teso ad ascoltare esigenze e richieste di

imprese e lavoratori e a rispondervi in modo tempestivo»23.

Anche la Scuola Edile di Venezia, per portare un altro esempio, dai pochi corsi

tradizionali di durata rilevante che caratterizzavano ancora fortemente l’attività degli

anni Ottanta, si orienta, nel tempo, verso una nuova impostazione, sotto la spinta di

22 L’intervista, tratta dal «Notiziario della Fondazione Edilscuola» del Settembre 1991, viene citata nel volume Formare per costruire. 1949-1999 cinquantesimo anniversario della Fondazione Edilscuola. 23 Intervista a Caudio Tombari, realizzata a Roma il 24 Maggio 2010.

una domanda imprenditoriale sempre più forte che chiedeva di cambiare approccio,

guardando maggiormente alle esigenze concrete delle imprese.

«Quando sono diventato Presidente della Scuola Edile di Venezia nei primi

anni Ottanta – ricorda Alberto Franchin, imprenditore di seconda generazione,

particolarmente sensibile al tema della qualificazione del lavoro – i corsi che venivano

fatti erano in gran parte per disegnatori; c’era qualche corso di carpenteria e alcuni

corsi per ferraioli. Verificai che i corsi per muratori erano molto poco frequentati e

senza nessun aggancio con le imprese. Allora cambiammo indirizzo e decidemmo

di puntare maggiormente su quelle che potevano essere considerate le arti edili. In

particolare ci sembrava giusto che Venezia avesse una scuola di restauro. Rispetto

agli anni Settanta avevamo ridotto già l’attività nella provincia, ma conservavamo

ancora oltre al centro qui a Mestre le sedi di San Donà e di San Saba, dove attivammo

dei corsi di capo cantiere. Per il corso di restauro ottenemmo dei finanziamenti. La

Scuola si finanziava attraverso le Casse Edili. Fin dal 1952 gli imprenditori davano

un contributo. Nel momento in cui sono nati i Fondi europei abbiamo cercato di

utilizzare anche questo canale»24.

«Sono stati anni – aggiunge Alessandro Niccoletti, a lungo direttore dell’Associazione

dei Costruttori Edili di Venezia – in cui si faceva sempre più pressante la critica da

parte della categoria imprenditoriale che evidenziava come i corsi tradizionali non

portassero linfa nuova. Ci dicevano che preferivano avere corsi di specializzazione

di persone già operanti nel settore. Da questa esigenza nacquero i corsi per capo

24 Intervista ad Alberto Franchin, realizzata a Mestre il 3 Maggio 2010.

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Pensare globale e agire locale

cantiere. I datori di lavoro stessi identificavano dei loro operai affinché da operaio

specializzato facessero poi il vero salto verso la qualifica di capocantiere»25.

Anche a Firenze gli anni Ottanta costituiscono un momento di cambiamento. «Allora

– ricorda Bruno Ferrari, che da poco era stato chiamato alla direzione della Scuola –

c’era un forte calo di partecipazione ai corsi serali e la Scuola Edile stava iniziando

proprio in quel momento la formazione rivolta ai giovani, decidendo di cambiare strada.

Avevamo anche iniziato ad accedere a contributi pubblici, quelli del Fondo Sociale

Europeo. La Scuola Edile di Firenze in quegli anni non aveva una struttura e non aveva

risorse sufficienti per applicare i modelli realizzati a Roma, Torino o Milano così si era

seguito il modello del cantiere scuola. Un modello nel quale il ragazzo si sente motivato,

perché fa un lavoro vivo, un lavoro che non viene distrutto, è responsabile di quello

che fa verso i suoi compagni, è più facile creare un ambiente di solidarietà di gruppo,

è più facile far integrare i ragazzi che hanno delle difficoltà. Il cantiere scuola funziona

prevalentemente con i giovani perché è come un’impresa, i giovani fanno il lavoro di

cantiere ma anche quello di non cantiere, come se fosse un laboratorio»26.

«Questa formazione centrata su cantieri veri – aggiunge Mauro Livi, per anni

Vicepresidente della Scuola e poi nel Consiglio di Amministrazione del Formedil - era

una prerogativa della Scuola Edile di Firenze. Si operava in prevalenza su cantieri

della Pubblica Amministrazione, ricevuti in convenzione e ristrutturati. Quindi una volta

finito il cantiere, si partiva da un edificio che era mal messo, veniva recuperato con

le caratteristiche sia architettoniche che strutturali, seguendo le regole del restauro e

25 Intervista ad Alessandro Niccoletti, realizzata a Mestre il 3 Maggio 2010.26 Intervista a Bruno Ferrari, realizzata il 13 Giugno 2010.

veniva così restituito alla cittadinanza. Erano giovani che avevano da poco terminato la

scuola dell’obbligo e che facevano degli stage di 24 mesi. Lavoravano con la struttura

della Scuola, che era composta sia da tecnici che da operai anziani, la loro formazione

era fatta da lavoro vero su opere vere che sarebbero restate nel tempo, non su manufatti

simulati. Questo è un aspetto importante perché l’allievo, dopo aver partecipato alla

ristrutturazione dell’opera, si identifica con essa e continua a vedere il frutto del suo

operato. Per capire l’importanza di questo lavoro basti pensare che ci fu un periodo

in cui il 10% delle assunzioni che facevano le imprese edili in provincia di Firenze,

uscivano dalla Scuola»27.

«Tutti i programmi – continua Ferrari – erano studiati per integrare il programma del

lavoro (impresa) con il programma della Scuola (apprendimento). Con questo modello

la Scuola si è via via ingrandita, abbiamo sviluppato vari cantieri in provincia: due erano

di restauro e altri di costruzioni ex novo o ristrutturazioni. In particolare questo metodo

ci ha consentito di formare una figura più completa professionalmente, anche più

preparata per il mercato, perché qualsiasi cosa gli chiedessero, il giovane era in grado

di impararla in fretta ed eseguirla. Il nostro obiettivo è stato quello di offrire non solo una

professione, conoscenze tecniche e pratiche ma una cultura. Avevamo l’obiettivo che

la Scuola non dovesse essere quella che prende un immigrato e gli insegna a far girare

una betoniera, ma anche una proposta culturale per il territorio, perché una buona

professionalità tecnica non può essere disgiunta da una buona base culturale»28.

Anche a Roma – conferma Fernando Santucci, l’attuale direttore della Scuola di

27 Intervista a Mauro Livi, realizzata a Roma il 22 Aprile 2010.28 Intervista a Bruno Ferrari, cit.

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Pensare globale e agire locale

Roma con sede a Pomezia – «dai primi anni Ottanta ad oggi si è vista una continua

modifica della formazione. Negli anni Ottanta si sentiva l’esigenza di preparare le

maestranze edili, soprattutto i muratori o i carpentieri. Per fare questo ci volevano

24 mesi, quindi una permanenza nella Scuola di quasi due anni, con tantissima

formazione pratica. Per chi non aveva la possibilità di viaggiare c’era il convitto con

180 posti letto. Il convitto è rimasto aperto fino all’inizio degli anni Novanta, quando è

venuta a mancare la richiesta, soprattutto da parte dei ragazzi, di fare il muratore e di

intraprendere una carriera in edilizia. La mentalità delle famiglie è cambiata: si andava

affermando la ricerca del posto fisso, mentre l’edilizia è esclusivamente collegata alla

durata del cantiere, con una flessibilità che non consente le stesse certezze, anche

se proprio attraverso il sistema bilaterale vi sono molte garanzie»29. Anche a Roma si

è perseguita la strada del cantiere scuola, realizzando diverse opere nei cui cantieri

si sperimentavano concretamente diverse professionalità. «Nel 1987 – continua

Santucci – abbiamo costruito con gli allievi la casa dell’anziano di Pomezia attraverso

una convenzione tra comune ed Ente Scuola. Poi abbiamo continuato fino all’anno

scorso quando siamo andati a Regina Coeli e, con le nostre maestranze attraverso

una convenzione con alcune cave di travertino di Tivoli, abbiamo ristrutturato due

stanze e fatto tutto il lastrico della zona da cui partono tutti i bracci carcerari»30.

«A Salerno – ricorda Orlando Vitolo – nel 1984, quando sono diventato direttore

della Scuola, si faceva la formazione dei giovani disoccupati, senza preoccuparsi

della fine che avrebbero fatto…. Si facevano 700-800 ore di formazione. La Scuola

29 Intervista a Fernando Santucci, realizzata a Pomezia (Roma) il 30 Giugno 2010.30 Ibidem.

era strutturata in modo ancora approssimativo. C’era un eccesso di personale.

D’accordo con le Parti Sociali abbiamo ricominciato da capo. Il problema principale

era la necessità di dimezzare il personale e facemmo un accordo, che tra l’altro in

qualche modo liberò risorse che erano rimaste bloccate. Tra chi è andato via vi sono

persone che hanno trovato una collocazione più adeguata alle loro caratteristiche

e competenze. Basti solo l’esempio di una di queste persone che è diventato uno

dei più bravi cuochi della provincia di Salerno, proprietario di strutture alberghiere.

Sul piano degli obiettivi impostammo tutta l’attività in una logica di servizio che

sintetizzammo nel logo della Scuola, dove abbiamo fatto scrivere: servizi formativi

per il settore delle costruzioni. Tutta l’attività formativa è stata finalizzata a questo:

chi frequenta la Scuola deve pensare di avere impegnato positivamente il suo

tempo e di avere ottenuto un risultato»31. «Per molti anni – sottolinea a sua volta

Giancarlo Lo Curzio, direttore della Scuola Edile di Palermo – dopo la costituzione

della Scuola all’inizio degli anni Ottanta, la nostra attività si è rivolta verso la

qualificazione di disoccupati o di emarginati. Alcune volte lanciammo bandi anche

per invogliare i già qualificati, ma con scarsissimo risultato, tanto che desistemmo.

In generale c’era anche una mancanza di interessamento da parte delle imprese.

Dal 1986 per tutti gli anni Novanta realizzammo un’attività di formazione qualificante

che durava dalle 600 alle 900 ore. Contemporaneamente, dal 1988, iniziammo

ad accedere al Fondo Sociale Europeo, sia attraverso la distribuzione dei fondi

acquisiti dal Formedil con un piano nazionale a pioggia, sia accedendo al FSE

31 Intervista ad Orlando Vitolo, realizzata a Roma il 13 Aprile 2010.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

regionale. Va detto che la qualificazione del personale è stata intesa dai nostri

amministratori in maniera corretta e forte, favorendo così l’accesso al mondo

del lavoro con un forte appoggio da parte delle imprese. Poi è arrivata la crisi

dell’edilizia all’inizio degli anni Novanta e noi ci siamo trovati in difficoltà, perché

non avevamo finanziamenti regionali con la sola eccezione di riuscire ad accedere

al Fondo Sociale regionale che però poi si arenò perché la Regione cambiò il

suo orientamento sulla formazione. Sono stati anni veramente difficili, poi con la

ripresa del settore ritrovammo un nuovo equilibrio»32.

«Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, nel periodo in cui

ero Vicepresidente del Panormedil, Scuola Edile di Palermo» ricorda Giuseppe

Moscuzza che ha ricoperto anche la carica di Vicepresidente Formedil (2008-2009)

«abbiamo avuto la fortuna di trovare degli operai dall’altissima professionalità,

ormai vicini alla pensione, che si sono resi disponibili a trasmettere il mestiere. I

corsi organizzati hanno avuto esito molto positivo: ho avuto modo di incontrare,

anni dopo, alcuni allievi dei nostri corsi che, nel frattempo, erano diventati piccoli

imprenditori. Chi ha seguito con profitto i corsi della Scuola non ha avuto problemi

ad integrarsi nel mondo del lavoro. La Scuola di Palermo ha portato avanti anche

iniziative importanti sul piano sociale: insieme alla Prefettura, in due quartieri

difficili della città, il Cep e lo Zen, abbiamo fatto dei lavori di restauro e di ripristino

con giovani disagiati. È stata un’esperienza bellissima di cui bisogna conservare

la memoria»33.

32 Intervista a Giancarlo Lo Curzio, realizzata a Roma l’8 Aprile 2010.33 Intervista a Giuseppe Moscuzza, realizzata a Roma l’1 Aprile 2010.

La rete delle Scuole e la nascita dell’Osservatorio di Sistema

Quelli raccontati fino ad ora sono processi e percorsi che si assomigliano, ma che

mantengono caratteristiche proprie che debbono misurarsi con realtà territoriali diverse,

con storie e mercati del lavoro, ma anche con strutture imprenditoriali non omogenee:

ecco allora che diventa essenziale conoscere ogni realtà così da poter aiutare,

sostenere, proporre, fare rete. Proprio nell’ottica di portare avanti un ragionamento di

ampio respiro sulla formazione il Formedil, con il contributo del CNR, istituisce, a partire

dal 1987, un osservatorio sul sistema formativo e per il sistema formativo sviluppato

dalle Scuole Edili. L’attività dell’Osservatorio è ambiziosa e non mira solo a definire un

quadro conoscitivo relativo ai rapporti tra domanda e offerta di formazione per il settore,

ma è finalizzata ad essere uno strumento operativo per il Formedil e per le Scuole.

Due sono le principali esigenze che emergono nella prima ricognizione del 1987: in

primis le Scuole Edili «esprimevano con sempre maggiore determinazione l’esigenza

di un confronto e della costruzione di sinergie comuni con le altre strutture operanti

nel Paese», in secondo luogo «il patrimonio di esperienze e di progettualità, costruito

negli anni, poteva ormai considerarsi una fonte di risorse e un punto di riferimento da

mettere a disposizione all’interno di un sistema reticolare di comunicazione in grado

di coprire tutto il territorio nazionale» (Formedil, 1992). La risposta a queste esigenze

è rappresentata da un sistema informativo permanente di cui le Scuole sono al tempo

stesso la fonte generatrice e le destinatarie. Questa strumentazione rappresenta uno

dei tasselli pensati per “fare sistema”: ogni realtà territoriale infatti può avvalersi delle

risorse e delle esperienze maturate in altre parti del Paese e con queste stabilire

opportuni gradi di confronto e scambio.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

La prima sintesi dei dati viene data alle stampe nel volume Formazione professionale

nell’industria delle costruzioni. Rapporto 1992 e contiene l’elaborazione dei dati relativi

all’attività formativa di 74 Scuole Edili (il 90% di quelle che in quell’anno facevano

parte del Sistema).

I dati presentati testimoniano una crescita costante e consistente dell’attività didattica

nel triennio 1988 – 1991 su tutto il territorio: i corsi sono passati da 322 a 473 (+ 46,8%)

gli allievi da 5.643 sono saliti a 7.923. L’offerta di percorsi formativi è abbastanza

diversificata: il 43% dei corsi è destinato alla formazione di figure professionali di

base, il 26% riguarda l’area tecnico-gestionale, l’11% è dedicato a recupero, restauro

e finiture. La sicurezza, infine, si attesta sul 9,5%, un dato ben diverso da quello

maturato negli anni successivi che, come risulta dagli ultimi Rapporti Formedil, è

cresciuto al punto che oggi la sicurezza rappresenta l’ambito di intervento prioritario di

quasi tutte le Scuole Edili. L’elaborazione di un rapporto annuale diventa sistematica

a partire dal 1997 anno in cui il Formedil affida al Cresme il compito di raccogliere

ed analizzare le informazioni provenienti dalle Scuole, attività che prosegue ancora

oggi. Come si sottolinea anche nella premessa del Rapporto Formedil 2010, grazie

alla ricchezza dell’analisi e all’adesione ormai totale delle Scuole, il volume stampato

ogni anno è diventato uno strumento prezioso e imprescindibile per valutare i risultati

raggiunti e condividere le strategie.

Il Rapporto Formedil è uno degli strumenti che hanno fatto sì che si sviluppasse

la circolazione di informazioni all’interno del Sistema, circolazione che ha portato

all’attivazione di un meccanismo virtuoso di influenza reciproca e che ha contribuito

a favorire l’omogeneizzazione dei criteri con cui operano i diversi Enti territoriali. Lo

fa notare anche Raffaele Rizzacasa, segretario nazionale della FENEAL UIL, che ha

fatto parte del Consiglio di Amministrazione del Formedil sin dai primi anni Ottanta

e che ha ricoperto, dalla fine degli anni Ottanta al 1995, la carica di Vicepresidente.

«Con la nascita del Formedil» sottolinea Rizzacasa «c’è stato un ulteriore stimolo

alla nascita degli Enti di formazione, ma soprattutto si è cercato di lavorare per

omogeneizzare i criteri con cui gli Enti dovessero operare. Prima non esisteva un

minimo di coordinamento. C’era l’Ente Scuola che aveva la residenza e spendeva

soldi per mantenere il convitto dei giovani che stava formando e c’era la Scuola che

organizzava solo un paio di corsi l’anno sulla base delle esigenze che si manifestavano

al momento. Il Formedil si è fatto carico di raccogliere e di inviare a Bruxelles tutte le

richieste per i finanziamenti che l’Unione Europea erogava a favore della formazione

professionale. Quindi in prima battuta filtrava i progetti, poi si faceva carico della

richiesta di finanziamento e infine si preoccupava di ridistribuirlo agli Enti Scuola.

Questo ha significato di fatto verificare che il tipo di formazione erogato dalle Scuole

rispondesse a determinati criteri»34.

Negli anni che intercorrono tra la fondazione del Formedil e il suo pieno e fattivo decollo le

condizioni del mercato del lavoro continuano a cambiare. Il vero problema appare sempre

più connesso alla regolarità, ovvero alla persistenza di un ampio mercato irregolare sia

nella gestione imprenditoriale che in quella dei rapporti di lavoro. Nell’Ottobre del 1988

la FILCA CISL di Milano organizza un seminario su Salario, organizzazione del lavoro

34 Intervista a Raffaele Rizzacasa, realizzata a Roma il 13 aprile 2010.

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Pensare globale e agire locale

ed Enti Bilaterali in edilizia. È una delle diverse occasioni in cui le Parti Sociali discutono

dello scenario delle regole in materia di mercato del lavoro, ma anche degli effetti di

un mercato delle costruzioni fortemente condizionato da una crescente presenza

di micro imprese in gran parte non rispettose delle norme e da un elevato numero di

aziende in condizione di evasione contributiva e di mancanza di rispetto delle regole in

materia di rapporti di lavoro. È in questa occasione che Gabriele Romagnoli, professore

dell’Università di Trento, riassume, con pochi tratti, le trasformazioni di un decennio,

individuando nell’assenza di incentivi alla regolarità (sia fiscale che operativa) delle

aziende il nodo da sciogliere. «Dal dualismo “controllato” degli anni Settanta si passa

ad una situazione di oligopolio tendenziale, con poche imprese “regolari”, molte solo

parzialmente regolarizzate, una maggioranza “di rapina”. E cioè (per quanto riguarda

queste ultime): di durata incerta, scarsamente attrezzate sotto il profilo tecnologico,

esasperatamente specializzate. Chi vi lavora sa fare una cosa sola: dunque non ha

alternative occupazionali e, per restare sul mercato, deve lavorare sempre più in fretta,

senza riguardi per la salute o per l’integrità fisica. E deve farlo all’interno di una catena di

subappalti sempre più lunga e sempre meno passibile di essere interrotta» (FILCA CISL

Milano, 1989). A supporto di questa analisi Romagnoli cita un dato: nel 1987 le imprese

edili iscritte alla C.C.I.A.A. di Milano sono 30.181 (24.145 sono quelle di capitale), mentre

in Cassa Edile ne risultano iscritte 12.000. Fatte salve le imprecisioni e qualche possibile

duplicazione, le iscrizioni solo di nome o lo svolgimento di attività diverse, il divario

resta comunque imponente. L’analisi di Romagnoli è chiara: «l’evoluzione del ciclo

produttivo ha incrementato l’area del lavoro (almeno parzialmente) irregolare, elevato

le specializzazioni a scapito della qualificazione, aumentato il numero di chi opera nel

settore “da precario”. […] La polverizzazione iperspecialistica, nonché la scarsa longevità

conseguente delle strutture produttive, incrementa i passaggi al lavoro (formalmente)

autonomo. Questi sono ulteriormente incentivati dagli appalti. Il sistema che ne deriva

non spinge allo sviluppo tecnologico, ma all’utilizzo intensivo di forza lavoro debole,

precaria, soggetta a forti turn-over e, conseguentemente, poco interessata a rivendicare

garanzie normative e professionali» (FILCA CISL Milano, 1989). Lo scenario descritto

dal professore milanese evidenzia l’evoluzione avvenuta nel corso degli anni Ottanta: la

struttura imprenditoriale rafforza le sue caratteristiche di iperspecializzazione e la gestione

del processo produttivo diviene sempre più flessibile, mentre prevale e si afferma, in una

logica di competizione esasperata e senza limiti, la logica generalizzata del “prezzo

più basso”. Quello che Romagnoli non rilevava, ma che sarebbe emerso da lì a pochi

anni era il clima di forte corruzione che in questo contesto si era andato sviluppando

proprio nel corso del decennio, anche sotto la spinta di un maggior protagonismo

dello Stato sul mercato, con una ripresa dei programmi infrastrutturali, maggiori

investimenti e finanziamenti pubblici. Il sistema si avviava verso un piccolo collasso

che, con l’avvento di tangentopoli, avrebbe coinvolto innanzitutto il segmento delle

grandi imprese, con effetti domino su tutto il comparto produttivo. Ugualmente si

sarebbe aperta una nuova stagione nei rapporti tra amministrazione pubblica e

sistema delle imprese private, nella direzione di una più rigida legislazione che se

da una parte ha portato con sé uno spirito più favorevole a una maggiore regolarità,

dall’altra ha contribuito a creare, al contempo, con il passare degli anni, un sistema

troppo rigido e penalizzante per l’attività imprenditoriale. In assenza di un reale ed

efficiente sistema di controllo tale rigidità del sistema ha di fatto creato una situazione

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

nuovamente favorevole a comportamenti illegittimi sia sul fronte privato che su quello

pubblico, finendo nuovamente per penalizzare quella fascia di imprese medio –

piccole rispettose delle regole e attente alla qualità produttiva e del costruire. È in

questo contesto che riprenderà, a partire dalla fine degli anni Novanta, un nuovo

dibattito anche tra le Parti Sociali volto ad individuare nella formazione del sistema

bilaterale uno strumento importante per contrastare, almeno in parte, questa nuova

pericolosa deriva.

Ricorda Varanini come si continuasse a riscontrare «un delta ampio tra quella che era

la realtà del mondo del lavoro edile, con una diffusa mancanza di professionalità e la

voglia di fare formazione per prevenire anche gli incidenti, propria delle Scuole Edili»35.

Per il segretario della FILLEA CGIL le costruzioni sono state caratterizzate da «un

percorso che ha origine all’inizio degli anni Ottanta quando al centro del processo

costruttivo vi era l’operaio polivalente, un lavoratore che sapesse fare più cose e che

avesse più capacità e più responsabilità, che facilitasse non solo il miglioramento delle

condizioni del lavoro ma anche il miglioramento della resa del lavoro indipendentemente

dalla sindacalizzazione o dalla maggiore vicinanza all’azienda o al ruolo. In sintesi un

operaio che fosse in grado di governare un processo produttivo. Questa idea molto

bella diventa in pratica ingestibile perché un operaio edile non manovale ma qualificato

è sì in grado di fare tantissime cose, quindi è un operaio polivalente, ma è altrettanto

vero che questa polivalenza non gli sarà mai riconosciuta, non avrà mai uno sbocco

nella qualificazione contrattuale e quindi anche nel salario e rimarrà qualcosa di latente,

35 Intervista a Riccardo Varanini, cit.

di potenziale. Il risultato era che l’azienda acquistava figure di questo tipo ma poi il

mercato gli imponeva una selezione al contrario, la qualifica talvolta diventava un

handicap, un problema. Con il passare degli anni il modello di qualificazione di fatto

veniva svuotato dalla realtà del mercato. A ciò va fatto risalire anche la bassa incidenza

dell’attività di formazione del sistema Formedil rispetto ai numeri degli occupati e dei

nuovi assunti»36.

«La formazione – aggiunge Giancarlo Gonnet – ha un difetto di base, costa tantissimo e

rende pochissimo. Era così 30 anni fa e quasi sicuramente lo è ancora oggi. I risultati non

sono quelli che si vorrebbero avere sia dal punto di vista imprenditoriale che da parte

dei ragazzi. Perché in realtà la formazione viaggia su schemi che riprendono un po’ gli

schemi della scuola tradizionale pur mettendo la parte pratica all’interno: per formare

un lavoratore decente per l’edilizia ci vogliono circa due anni di formazione e ciò ha un

costo elevato. Dobbiamo aggiungere inoltre che c’è un elevato tasso di dispersione: su

100 allievi alla fine ne inseriamo formati come si deve solo una trentina»37.

L’attività del Formedil negli anni Novanta

È stato solo con il tempo e con l’avvicendarsi di nuove persone all’interno del Consiglio

di Amministrazione che il Formedil è riuscito a dotarsi di una struttura. I primi anni

di vita, in cui ci si occupava quasi esclusivamente delle pratiche del Fondo Sociale

Europeo, sono stati necessari a far sì che maturasse la piena consapevolezza di una

effettiva utilità e potenzialità operativa dell’Ente, che andavano attivate e sviluppate.

36 Ibidem.37 Intervista a Giancarlo Gonnet, cit.

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Pensare globale e agire locale

Passati i primi anni, come ci ha raccontato anche il secondo Presidente del Formedil,

Diego Pelizza, si è generata un’alchimia, una fiducia reciproca all’interno del Sistema

che ha permesso di far decollare, anche a livello internazionale, il Formedil: «il clima

dipende sempre da diversi fattori: prima c’erano componenti sia di parte sindacale

che di parte datoriale che non credevano molto nel Formedil o meglio non credevano

nella possibilità di cooperazione tra parte sindacale e parte datoriale, anche se, ad

esempio, le Casse Edili esistevano già da tempo ed erano gestite pariteticamente.

Poi è cambiata la presidenza, sono cambiati i sindacalisti e si è creata, non so per

quale ragione, un’atmosfera di voler fare qualcosa. Lasciando da parte le origini

datoriali e sindacali, abbiamo deciso che, avendo in mano un Ente con uno scopo ed

un progetto da raggiungere e portare avanti, dovevamo farlo funzionare»38.

L’importanza di una struttura funzionale

A livello pratico mettere in funzione l’Ente significava dotarsi di un personale

stabile e soprattutto di un direttore, ovvero di un responsabile operativo in grado

di dare continuità agli indirizzi della Presidenza e del Consiglio di Amministrazione.

Disponendo di una figura professionale terza sarebbe stato, inoltre, possibile creare

quel polo di riferimento per le strutture e i direttori delle Scuole locali di cui si sentiva

una urgente necessità. È così che a dieci anni dalla formale costituzione dell’Ente

il presidente di allora, Diego Pelizza, firma il contratto di assunzione dell’architetto

Giovanni Carapella, in qualità di primo direttore del Formedil.

38 Intervista a Diego Pelizza, realizzata ad Ancona il 7 maggio 2010.

«Allora – ricorda Carapella – partivamo dall’idea di un ente non piramidale, che

governasse le Scuole, ma secondo una logica di sistema a rete al cui interno il

Formedi nazionale potesse svolgere la funzione di snodo specializzato, di centro

di connettività, di costruzione di link permanenti tra i punti di eccellenza del sistema

a livello territoriale e i punti di debolezza. Ci ponevamo non solo l’obiettivo di

mettere in rete le 30-40-50 Scuole che avevano una consuetudine a lavorare con il

Formedil direttamente nei programmi dei Fondi Strutturali o che comunque avevano

un rapporto di collaborazione, attraverso le Parti Sociali, a livello internazionale,

ma anche una serie di azioni a favore delle Scuole medio-piccole che comunque

esistevano e che erano latenti, non apparivano, di cui conoscevamo poco l’attività.

Piano piano abbiamo iniziato a vedere, a partire dai programmi nazionali, se era

possibile unificare alcune pratiche formative, e indirizzare le attività degli Enti su alcuni

filoni specifici partendo dalle buone pratiche prodotte dal territorio come esempi da

diffondere a livello nazionale e da replicare nei contesti più deboli»39. Questo passo

è stato di fondamentale importanza anche perché, come abbiamo visto esistevano,

“stili formativi” assai diversi nelle varie parti d’Italia.

Del resto, ricorda Rossella Martino «non tutte le Scuole sono “partite” nello stesso

momento. In qualche modo l’attivazione di più di una è stata sostenuta anche dal

centro, tramite il Formedil, che ha fatto un po’ da traino. Progressivamente si sono

coinvolte non solo quelle strutture molto attive ma anche quelle che nel territorio

avevano avuto meno stimoli a svolgere le proprie attività.

39 Intervista Giovanni Carapella, realizzata a Roma il 25 Maggio 2010.

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Pensare globale e agire locale

La crescita in una logica di sistema è stata il frutto di una duplice azione: da una

parte il centro ha sollecitato il territorio, dall’altra le realtà territoriali, in cui nel

frattempo si andavano sviluppando sempre nuove esigenze, hanno messo in moto

autonomamente alcune spinte propulsive. È stato un processo successivo a quella

che possiamo definire la prima fase, nella quale il Formedil si è occupato, quando

ancora non aveva una struttura, prevalentemente di Fondo Sociale Europeo»40.

Sull’importanza del Formedil nel dare impulso al sistema delle Scuole e a favorirne

un equilibrato sviluppo negli anni Novanta vale la pena ascoltare l’opinione di

alcuni direttori che proprio in quegli anni entrano nel sistema bilaterale. Per Mario

Gaiani, direttore della Scuola di Bologna «il poter dire che c’era un Ente nazionale

di coordinamento era un punto forte: comunicavi immediatamente che non eri

una singola e piccola Scuola, ma che facevi parte di un sistema. Ricordo bene le

mie sensazioni in una delle prime riunioni che feci all’inizio degli anni Novanta in

occasione degli incontri per progettare i corsi per extracomunitari, quelli che allora si

chiamavano corsi di “lingua italiana per stranieri”. C’erano i direttori del Sud che si

alzavano in piedi quando parlavano e quelli del Nord che erano stringatissimi nei

loro interventi. C’era la diversità dell’Italia, che si incontrava e si confrontava. Se

io giro le Scuole e prendo informazioni non faccio rete, magari acquisisco delle

conoscenze e ci scambiamo delle esperienze; per fare rete veramente ci vuole un

soggetto che metta tutti in collegamento, che gestisca la rete, che la protegga nel

momento in cui c’è crisi. L’avere una rete unica ci ha permesso di vedere come

40 Intervista a Rossella Martino, cit.

fanno la formazione in Francia o in Germania, ci ha consentito di migliorare,

attraverso il confronto con gli altri»41.

«La nascita del coordinamento nazionale – aggiunge Vito Panzarella, Coordinatore

Regionale della FENEAL Lombardia – fu veramente necessaria, altrimenti saremmo

andati incontro ad un sistema bilaterale anarchico. Tramite l’organismo centrale

siamo riusciti a creare un sistema di rete dove anche le informazioni sui docenti

possono essere portate a conoscenza di tutti. Anche se sono dell’idea che il perno

della formazione debba rimanere territoriale è essenziale trovare comunque un

equilibrio tra l’autonomia della singola Scuola e il sistema di rete»42. Come nota

Antonio Ruda nel volume di Salvo Leonardi Bilateralità e servizi, raggiungere

un’omogeneizzazione, sia dei criteri di accesso al sistema formativo da parte dei

lavoratori, sia dei settori di intervento dell’attività formativa, resta ancora oggi uno

degli scopi del Formedil (Leonardi, 2005). La forte autonomia delle Scuole e la loro

eterogeneità – dovuta anche alle forti diversità territoriali che caratterizzano il Paese

– costituiscono la ricchezza ma anche il potenziale limite di un Ente che ha avuto

bisogno di un tempo abbastanza lungo di gestazione per decollare in pieno.

Progetti commerciali e formazione per la sicurezza

L’assunzione di un direttore costituisce l’inizio di una nuova fase dell’Ente, sempre

più proiettato verso l’Europa, da cui trae non solo le risorse necessarie per sviluppare

progetti, ma anche idee e innovazione, contribuendo ad inserire la rete delle Scuole

41 Intervista a Mario Gaiani, realizzata a Bologna il 28 Maggio 2010.42 Intervista a Vito Panzarella, realizzata a Milano l’11 Giugno 2010.

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Pensare globale e agire locale

Edili in un contesto internazionale con il risultato di far crescere le esperienze fin lì

maturate in una logica finalmente di sistema. Il Formedil, per Giovanni Carapella, è

stato in questo ambito un promotore e ha svolto una proficua azione di “attivatore”.

«Ricordo i primi progetti di scambio con il programma PETRA, fino ai programmi

in materia di mobilità (Leonardo da Vinci, Eurotecnet). Programmi che grazie ai

finanziamenti europei hanno consentito di conoscere realtà di altri Paesi, Centri,

Istituti e reti. Ci sono state iniziative, come i gemellaggi, che hanno consentito di

creare le condizioni per raggiungere quell’obiettivo comunitario che era la mobilità

delle persone sia in contesto lavorativo che di formazione, nonché la mobilità dei

formatori e del management dei Centri e dei dirigenti delle Parti Sociali.

Una serie di progetti che sono stati tra i più importanti della realtà nazionale»43. Il progressivo

rafforzamento strutturale con nuove risorse umane e professionali e soprattutto l’avvio di

una sistematicità nelle relazioni con le Scuole, la messa a regime di strumenti informativi

e conoscitivi, l’avvio di un programma editoriale e di diffusione sistematica di materiali

e prodotti che erano i risultati delle esperienze europee44 portano il Formedil ad

assumere un ruolo centrale di riferimento sul piano delle formazione professionale.

Si avviano così tutta una serie di progetti non solo collegati ai programmi europei,

ma anche attivati da associazioni e settori produttivi delle costruzioni. È sempre

Carapella ad illustrare questo percorso di cui è stato sicuramente uno dei principali

protagonisti. «Sul fronte di quelli che potremmo chiamare progetti commerciali vale

la pena soprattutto ricordare due esperienze nazionali.

43 Intervista Giovanni Carapella, cit.44 Si veda, nelle pagine conclusive del volume, la bibliografia delle opere realizzate dal Formedil in questi anni.

La prima è stata la convenzione, nei primi anni Novanta, con Assopiastrelle per dare

vita a Progetto Posa: un grosso lavoro di collaborazione cofinanziato da Assopiastrelle,

finalizzato ad analizzare e a ricostruire il profilo professionale del posatore di

piastrelle ceramiche, a cui abbiamo collegato un lavoro di produzione di curricula

formativi, di ipotesi di corsi, di materiali didattici. Il risultato è stato la creazione di una

guida per il formatore, più una videocassetta nella quale venivano illustrate – era un

lavoro pionieristico – le tecniche di posa e di manutenzione/lavorazione del prodotto

ceramico, a cui erano collegati tutta una serie di videocorsi. Il progetto non era

finalizzato solo alla prima formazione del posatore, ma prevedeva un aggiornamento

delle competenze di quei posatori che erano entrati nel mercato del lavoro senza

una formazione specifica. Fu in quell’occasione che venne introdotto il libretto del

posatore di piastrelle di ceramica. In questo modo, attraverso uno strumento che

registrava le esperienze formative svolte presso le nostre Scuole, si rendeva noto alle

industrie ceramiche e alle ditte che avevano bisogno di maestranze specializzate, che

c’erano in giro per l’Italia un migliaio di persone che avevano un attestato abilitante

a svolgere quella determinata attività. In sintesi il libretto formativo ne testimoniava la

professionalità: un aspetto per allora assolutamente innovativo e di grande attualità

ancora oggi»45.

Il secondo aspetto su cui si interviene anche con l’apporto di risorse provenienti

dal mercato riguarda la formazione sulla sicurezza. A partire dalla metà degli anni

Novanta sulla scia dell’approvazione della Legge 626 del 1994 e successivamente

45 Intervista Giovanni Carapella, cit.

Copertina del libretto del posatore

di piastrelle di ceramica elaborato

nel corso del Progetto Posa.

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Pensare globale e agire locale

della Legge 494 del 1996 si apre il grande mercato della formazione per la sicurezza

sui luoghi di lavoro. Per quanto riguarda le costruzioni in quegli anni il CCNL introduce

l’obbligo delle 8 ore di formazione alla sicurezza che ha come principale effetto quello

di avviare una collaborazione fra le Scuole Edili e i CPT (Comitati Paritetici Territoriali

per la sicurezza) e parallelamente tra il Formedil e la Commissione Nazionale dei CPT.

Una collaborazione che, come ricorda sempre Carapella, «viene notificata tra le Parti

Sociali e che viene finalizzata ad una grande campagna sulla sicurezza per le 8 ore di

formazione e, in seguito al varo della 494, anche a quella specifica per la formazione

dei preposti, ovvero dei coordinatori in fase di progettazione e di esecuzione»46.

Si tratta in qualche modo di una piccola rivoluzione, sia sul piano dei numeri sia,

soprattutto, sul piano della conoscenza delle Scuole e del Formedil presso una

platea di utenze fino a quel momento estranee, soprattutto tecnici e professionisti.

L’inserimento nella programmazione di un sempre maggior numero di corsi finalizzati

alla sicurezza, sotto la spinta di una domanda reale e sempre più ampia, stante

l’obbligatorietà di legge, ma anche, come ricorda sempre Carapella, per effetto del

fatto che «nella disposizione di legge era stato previsto che le Scuole del nostro

sistema fossero uno degli enti investiti del ruolo di certificatori per la testatura e la

qualità della formazione» ebbe l’effetto di contribuire a modificare la pianificazione

e l’organizzazione stessa di molte Scuole già affermate e strutturate e allo stesso

tempo di offrire l’opportunità di nuove attività anche a quelle di dimensioni minori.

46 Ibidem.

Alfabetizzazione degli immigrati, apprendistato ed edilizia storica

Nella prima metà degli anni Novanta, dietro la spinta molto forte delle Parti Sociali,

viene avviato un altro dei grandi progetti nazionali, quello dedicato all’inserimento

e all’alfabetizzazione dei lavoratori immigrati nel settore delle costruzioni. «Oggi –

sottolinea Carapella – diamo per scontato che si dovesse fare, perché abbiamo

Casse Edili dove la metà dei lavoratori iscritti sono stranieri. Io ricordo che allora,

erano gli anni Novanta, iniziammo con un progetto ad hoc che ci venne finanziato

dal Dicastero del Lavoro. Era ministro Franco Marini. Si trattava di un progetto che

partendo dalla fotografia-monitoraggio della situazione reale – ovvero quanti sono

i lavoratori stranieri, dove sono localizzati, quale formazione fanno e qual è quella

necessaria, quali sono le esigenze di socializzazione, ecc. – arrivava a sviluppare una

serie di modelli di intervento. Il progetto ha trovato un’amplissima sperimentazione

a livello nazionale. Tra l’altro con quel progetto si è messo a fuoco un importante

Una delle questioni

più urgenti che il Sistema

delle Scuole Edili è chiamato ad

affrontare è l’alfabetizzazione dei

lavoratori extracomunitari.

Nella foto a destra

un allievo di un corso della

Scuola Edile di Perugia.

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Pensare globale e agire locale

elemento: in edilizia, esistendo un sistema paritetico strutturato, si era in grado di

offrire sul piano formativo un percorso privilegiato di ingresso che assumeva anche

la funzione di strumento di emersione del lavoro degli immigrati e di ristrutturazione

della manodopera di cantiere. Al centro del nostro prodotto formativo ponemmo

l’alfabetizzazione linguistica e professionale. Grazie al programma europeo Leonardo

da Vinci realizzammo L’ABC dell’edilizia, un prodotto che è stato insignito di un

premio da parte della Comunità Europea per la formazione linguistica. Un prodotto

che, a detta di molti, ancora oggi è di eccellenza.

Uno strumento di grande utilità ancora oggi per colmare quello che è un problema

non solo di comunicazione linguistica ma anche di organizzazione produttiva e di

sicurezza sul lavoro»47.

Un’esperienza rievocata anche da Mauro Miracapillo, che ricorda come, all’inizio

degli anni Novanta, «quando facevo ancora parte del Consiglio di Amministrazione

del Formedil, realizzammo un corso di alfabetizzazione per il lavoratori immigrati: una

cosa bellissima perché cercavamo di rendere chiarissime le parole chiave del settore

soprattutto in materia di sicurezza»48. Uno dei primi corsi venne realizzato dalla Scuola

di Bologna e – come ricorda Mario Gaiani – «venne la RAI a filmare questo corso la cui

importanza e attualità è tale che quando si parla di edilizia ancora fanno passare quel

servizio»49. La presenza dei lavoratori stranieri comporta numerosi e complessi problemi

di gestione e di relazioni che tutte le Scuole si trovano ad affrontare e che sarebbe

troppo lungo raccontare e descrivere. Per tutti abbiamo scelto di inserire soltanto un

47 Ibidem.48 Intervista a Mauro Miracapillo, realizzata a Roma il 29 Aprile 2010.49 Intervista a Mario Gaiani, cit.

episodio raccontato da Gaiani, nel rispetto di quella che sul tema “immigrati” abbiamo

considerato una qualche forma di primogenitura.

«Io ricordo – racconta il direttore della Scuola di Bologna – che a quel primo corso

c’erano due gruppi di lavoratori che prevalevano sugli altri, quello dei Pakistani e il

gruppo dei Nordafricani che comprendeva operai marocchini e tunisini. I primi giorni

il gruppo nordafricano iniziò a contrattare con noi sul valore del buono mensa: era

una questione culturale. I Pakistani che non capivano assolutamente quello che

succedeva, in quanto per loro ogni regola è indiscutibile e va comunque rispettata la

consideravano come un’insubordinazione. Così che quando c’era questa discussione

i Pakistani si posizionavano dietro ai corsisti africani assumendo la funzione di una

specie di “guardia”,con l’obiettivo di vigilare che tutto andasse nel modo corretto»50.

La diffusione su tutto il territorio nazionale di corsi di formazione professionale dedicati

agli extracomunitari viene preceduta da un attento lavoro di studio e ricerca condotto

in collaborazione con le Scuole Edili di Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Livorno,

Milano, Parma, Pavia, Pordenone, Potenza, Ravenna, Rimini, Roma, Torino e Verona

che porta alla stesura di un ricco rapporto (I lavoratori extracomunitari in edilizia. Il ruolo

della formazione professionale. Definizione di tipologie corsuali e modelli metodologici

innovativi per iniziative di formazione rivolte ad extracomunitari da inserire nel settore delle

costruzioni). La ricerca, finanziata dal Ministero del Lavoro, viene presentata a Roma

nel gennaio del 1992 e contiene anche le prime rilevazioni statistiche sulla presenza

dei lavoratori extracomunitari nel comparto, realizzate con il contributo delle Casse

50 Ibidem.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

Edili e degli Enti Scuola territoriali. Nei 32 bacini territoriali presi in considerazione, la

media degli extracomunitari iscritti in Cassa Edile nel 1991 era del 3%, ma toccava già

punte del 10% nelle province di Modena e Parma, oltre l’8% nella provincia di Bologna

e 6,4% in quella di Como. In alcuni territori quindi le Scuole Edili sono state chiamate

a svolgere un ruolo al tempo stesso formativo e sociale e, come sottolineato nella

presentazione stessa della ricerca, le Istituzioni e gli Enti Locali hanno spesso puntato

a coinvolgere le Scuole Edili nell’azione di accoglienza, formazione e inserimento dei

lavoratori immigrati.

Tra i direttori impegnati attivamente nella sperimentazione e nella ricerca va ricordato

sicuramente Claudio Tombari, al tempo direttore della veronese Edilscuola e autore

della parte della ricerca dedicata ai corsi di preentrance, azioni finalizzate a produrre

un efficace inserimento al lavoro di giovani extracomunitari. Un inserimento efficace

nel mondo del lavoro comporta, come nota Tombari, un ritorno in termini di crescita

delle attività formative per le Scuole: tanti infatti erano i giovani extracomunitari

che, dopo il primo inserimento in azienda, tornavano presso la Scuola per i corsi

di perfezionamento serali. Notazione curiosa: in appendice al Rapporto il Formedil

pubblicò il primo Glossario di Cantiere per lavoratori stranieri (all’immagine si

accompagnava il nome in italiano, in dialetto, in inglese e in francese).

Molti dei progetti realizzati dal Formedil vengono inseriti in programmi promossi dalla

Comunità Europea e ottengono il suo supporto finanziario. Carapella ricorda come

«alla fine degli anni Novanta su iniziativa e spinta delle Scuole e sulla base di un

rapporto Reforme, venne stabilito di redigere un rapporto sul tema dei mestieri e delle

professioni del restauro. Molte Scuole, da Venezia a Firenze, da Ferrara alla Sicilia

fino a Cagliari e alla Puglia, proprio per la natura del patrimonio interno, avevano

già sviluppato delle offerte formative in materia, che hanno rappresentato delle

sperimentazioni importantissime. Queste esperienze sono state messe in rete dal

Formedil e sono diventate delle opportunità di eccellenza per i nostri partners europei.

Basti pensare che cosa significhi per gruppo di ragazzi che viene dall’Olanda in Italia,

per fare un’esperienza di formazione di 3 settimane, avere l’opportunità di farlo in un

cantiere in un luogo straordinario come Pestum. È in questo filone di attività che, con

il Consiglio d’Europa, abbiamo sviluppato un progetto con un’ampia partnership di

organismi internazionali dedicato al capocantiere, inteso come colui che è il manager

della gestione del contesto produttivo del cantiere dei beni culturali»51.

«Si trattava di un progetto promosso dalla Fondazione Europea dei Mestieri del

Patrimonio del Consiglio d’Europa che venne introdotto in Italia nel 1997 e finanziato

dal Ministero del Lavoro come progetto sperimentale di formazione continua per i

capocantieri» aggiunge Rossella Martino. «È durato fino al 2000 e poi, un anno e

mezzo fa circa, siamo stati contattati di nuovo dal Ministero del Lavoro, in seguito

alla realizzazione di una sorta di sito sulle buone pratiche, perché voleva riprenderlo

come uno dei progetti di formazione da promuovere on line»52.

Il progetto rendeva disponibili alla rete nazionale delle Scuole Edili Formedil

risorse didattiche e metodologiche per lo sviluppo di una strategia di formazione

continua rivolta ai capicantiere che lavorano nell’ambito del recupero del patrimonio

architettonico. I materiali erano stati elaborati nell’ambito di precedenti progetti

51 Ibidem.52 Intervista a Rossella Martino, cit.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

Leonardo da Vinci, in collaborazione con organismi di formazione di settore di

Francia, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna, con il supporto di alcune Scuole

Edili della rete italiana specializzate nel campo del recupero. Come progetto di

“trasferimento di buone pratiche”, inoltre, ha consentito di introdurre una differente

modalità di approccio alla formazione della figura del capocantiere: una formazione

continua e flessibile, nell’ottica della modularità e della progressione nel tempo,

pur nel rispetto degli obiettivi di apprendimento impostate dai progetti precedenti.

Si proponeva un modo differente di sviluppare la formazione con l’obiettivo di

rispondere alle esigenze tipiche degli occupati, centrato sulla gestione integrata da

parte del centro di formazione di didattica tradizionale e didattica a distanza, con la

possibilità di valorizzare le competenze che ciascun allievo poteva aver capitalizzato

nelle precedenti esperienze di lavoro: una formazione non legata necessariamente

ad un corso, ma ad una serie di interventi formativi sviluppati nel tempo, mirati

al raggiungimento degli obiettivi previsti per la figura di capocantiere. Il progetto

consentì, infine, di realizzare e mettere a disposizione degli utenti e del sistema

formativo griglie metodologiche, materiale didattico strutturato per la formazione a

distanza, un sito web di riferimento per la formazione al recupero, un sistema tutoriale

a distanza di formazione dei coordinatori e dei tutor sul territorio.

Gli aspetti di gestione dell’Ente e la necessità di lavorare per l’omogeneizzazione

dei criteri formativi si incrociano, nel corso degli anni Novanta, con la profonda

trasformazione che sta caratterizzando il mercato delle costruzioni e di riflesso quello

del lavoro, coinvolgendo il ruolo stesso della formazione. Del resto, come abbiamo

visto, ogni scarto, ogni mutamento nei processi di produzione e nelle relazioni tra

domanda ed offerta sul mercato edilizio produce rapidamente delle nuove domande

da parte del sistema delle imprese sul piano dei percorsi e dell’offerta formativa.

«La formazione edile degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta – analizza Carapella –

era indirizzata verso l’alimentazione di nuovi ingressi nel settore, quindi con metodologie

e pedagogie differenti a seconda delle diverse Scuole Edili, avendo come destinatari

i giovanissimi o i disoccupati, con la finalità di alimentare il settore, fenomeno che si

è riproposto in una seconda fase per la formazione d’ingresso per gli immigrati. Nella

seconda metà degli anni Novanta si afferma, invece, una linea di formazione continua,

con sperimentazioni importanti come quella nel campo del restauro o del Progetto Posa

o di altri progetti in collaborazione con altri produttori di materiali. Così come il sistema

di formazione per la sicurezza, in collaborazione con i CPT, apre la strada alle nuove

aree formative cogenti o per norma contrattuale o per norma di legge. Come abbiamo

visto la formazione per la sicurezza viene svolta non solo per maturare un quid formativo

previsto da contratto e da leggi dello Stato, ma è intesa anche come un’opportunità

per far conoscere il sistema ad una platea molto più vasta. A ciò si aggiungono gli

effetti della legge 196 con la quale viene rilanciato l’apprendistato offrendo al Formedil,

grazie alle Parti Sociali nazionali e al Ministero del Lavoro, la chance di essere titolare

di un progetto nazionale sperimentale di formazione per il settore, mirante a formare

circa 2.000 apprendisti in tutta Italia, che si concretizza in più di 50 sperimentazioni

in tutta Italia, migliaia di ragazzi, una banca dati, materiali didattici, un’esperienza di

formazione per i tutor che consente di avere un’offerta unificata, omologata in tutto

il territorio nazionale, garantendo che la Scuola di Catania come quella di Milano

offrano lo stesso prodotto formativo. Questo, per un sistema che era nato molto

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

nel territorio in modo poco unificato, rappresenta un grande salto di qualità di cui

ancora oggi si traggono i frutti, consentendo di applicare un progetto complesso e

innovativo come le 16ore»53.

Il Progetto Sperimentale Formazione per l’Apprendistato a cui fa riferimento Giovanni

Carapella nella sua intervista viene promosso dal Formedil a seguito dell’accordo

sindacale siglato il 20 gennaio 1998 da ANCE, FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA

CGIL e viene finanziato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Come

per il progetto di formazione continua per capocantieri, anche in questa occasione

il progetto offrì la possibilità di mettere a punto un vero e proprio sistema innovativo

di offerta formativa, sfruttando le nuove modalità previste dall’articolo 16 della Legge

Treu per rilanciare l’Istituto dell’Apprendistato. L’azione inoltre puntò a rilanciare anche

presso i giovani un’immagine diversa del lavoro edile come lavoro professionalizzante

e appetibile se scelto attraverso la formazione. Le prime fasi di sviluppo del progetto

sono rievocate anche da Claudio Tombari, allora direttore della Scuola Edile di Verona,

che ebbe un ruolo di primo piano nell’elaborazione iniziale del progetto. Nel volume

redatto nel 2000 dalla Scuola Edile di Verona per il cinquantesimo anniversario della

fondazione, Tombari sottolinea come: «la formazione per l’apprendistato, tra le cose

fatte negli ultimi anni, è forse quella per cui nutriamo più affetto.

Il 12 dicembre 1997, sei mesi dopo la Legge 196/97 che all’art. 16 riformava l’Istituto

dell’Apprendistato, abbiamo organizzato a Verona un convegno “Giovani, Lavoro,

Carriera in edilizia” insieme al nostro Ente di coordinamento nazionale (Formedil) con il

53 Intervista a Giovanni Carapella, cit.

quale da sempre c’è un positivo rapporto, e ai nostri partner francesi, austriaci e svizzeri

del progetto Leonardo da Vinci – EQUIPE (Elevare la Qualità degli Inserimenti Professionali

in Edilizia) progetto di cui siamo coordinatori. In questo convegno abbiamo presentato

un progetto di formazione per gli apprendisti che, fatto proprio da ANCE e sindacato

nazionale FLC, è stato presentato dal Formedil al Ministero del lavoro che l’ha approvato

a luglio ’98. I corsi di formazione per apprendisti edili operai e impiegati sono partiti a

gennaio 1999 e hanno sinora coinvolto in Italia circa mille giovani. Di questi circa cento tra

apprendisti operai e impiegati sono stati formati a Verona tra gennaio e ottobre 1999, e il

nostro architetto Pedrazzoli ha preparato, per il Formedil, il materiale di programmazione

didattica per tutti i corsi a livello nazionale» (Fondazione Edilscuola, 2000). Durante il

convegno di Verona viene presentato un decalogo54 per la formazione dei giovani in

edilizia, dieci regole di buona prassi valide per le attività di prima formazione finalizzate

all’ingresso al lavoro. Ne riportiamo i titoli: 1. formare per la carriera; 2. stimolare la voglia

di progredire; 3. gestire l’inserimento lavorativo; 4. seguire la storia lavorativa dei giovani

formati; 5. costruire un’omogenea e affidabile formazione di base; 6. costruire le basi

per l’utilizzo della formazione continua; 7. assumere la centralità del “costruire a regola

d’arte”; 8. il modello formativo deve essere nazionale ed europeo; 9. il modello formativo

si articola localmente; 10. il modello formativo deve essere multiutenza.

Nel progetto, di durata biennale, vennero coinvolti 1.176 giovani, soprattutto

nell’area operaia del Centro Nord e, in coda al progetto, vennero realizzati prodotti

didattici e informativi per la diffusione delle buone pratiche sperimentate, vennero

54 Il decalogo è riportato nel volume edito dalla Fondazione Edilscuola, Formazione per costruire 1949-1999. Cinquantesimo anni-versario della Fondazione Edilscuola, pp. 66-68.

Opuscolo a fumetti, realizzato dal

Formedil, che illustra le novità del

nuovo contratto di Apprendistato

destinato ai giovani dai 16 ai 24 anni.

In alto il Libretto Personale di

Formazione che veniva rilasciato

ai giovani che seguivano i corsi del

Progetto Sperimentale Formazione

per l’Apprendistato.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

organizzati convegni e seminari e realizzato un sito. Nonostante alcune criticità la

valutazione finale dell’esperienza fu positiva soprattutto per il grande contributo

dato dal progetto nei seguenti ambiti: creazione, nel sistema bilaterale di settore,

di un segmento di offerta formativa specialistico sull’apprendistato; elaborazione,

per le Scuole, di modelli e strumenti per programmare e gestire interventi formativi;

definizione delle linee guida per apprendisti operai, impiegati amministrativi e

tecnici; promozione del sistema bilaterale di formazione professionale di settore

presso le Regioni e il sistema territoriale delle Parti Sociali.

Gli anni Duemila

A partire dall’anno 2000 con la riforma dei meccanismi di accesso ai finanziamenti

europei e in particolare al Fondo Sociale, che passano da una dimensione nazionale

a regionale, il Formedil deve cambiare la propria strategia di finanziamento e, allo

stesso tempo, ripensare anche il sistema di relazioni con le Scuole. Il Formedil deve

aumentare la propria funzione di raccordo, di messa in rete, di supporto, ma anche di

gestione e di orientamento delle politiche promosse dalle Parti Sociali. Venuto meno,

inoltre, il compito di veicolare i progetti delle Scuole a livello nazionale e comunitario,

il Formedil avvia un processo di ridefinizione del proprio ruolo, sostanzialmente

ancora in corso. Un aspetto importante riguarda l’omogeneizzazione del Sistema,

ma anche in qualche modo la sua regolarizzazione.

Una delle priorità della gestione del neo Presidente Gombia, subentrato a Gonnet nel

1999, e perseguita anche dalla gestione della Presidenza Grignolio, riguarda «una

capillare azione di recupero di contributi dalle Scuole che risultavano inadempienti.

Non erano delle grossissime cifre – ricorda Claudio Gombia – ma sicuramente

bisognava fare attenzione affinché non si creassero situazioni di turbamento. Non

si trattava certo di mettere a posto i conti della Banca d’Italia o il bilancio dello Stato,

ma bisognava cercare di rimettere in sesto una situazione che altrimenti rischiava

di peggiorare. Per il resto – continua l’ex Presidente – l’attività dell’Istituto nei miei

due anni di Presidenza è proseguita sulla scia del passato, con l’unica differenza

che comunque il settore, alla fine del 2000, cominciò ad attraversare una fase di

crisi non solo di tipo ciclico, ma anche strutturale per cui riemergeva, come in ogni

fase di crisi, il malumore per i costi della formazione; anche in quella occasione,

però, abbiamo lavorato per contrare tale malumore, nella convinzione che il nostro

sistema rappresenti un’eccellenza e sia assolutamente utile al settore»55.

In qualche modo possiamo dire che, con il nuovo secolo, il Formedil si accinge ad

una forma di rinascita, confermata dalla decisione del Presidente Grignolio di aprire la

sua Presidenza, nel 2002, con un tour sul territorio che ricorda per molti aspetti quello

realizzato da Monticelli all’inizio degli anni Ottanta in occasione della costituzione del

Formedil. «Forse perché mi piace stare in mezzo alla gente – ricorda Luigi Grignolio

– ho cercato di girare tutto il territorio per andare “dentro” la gente, come dicono in

politichese, ed ho imparato, ho capito moltissimo. Ho ascoltato le necessità di tutte le

Scuole facendo sentire anche la presenza del Formedil. Questo mi è servito per capire

dove si stava sbagliando e dove potevo migliorare e far conoscere il Formedil. Tra le

55 Intervista a Claudio Gombia, realizzata a Torino il 19 Maggio 2010.

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Pensare globale e agire locale

priorità del mio mandato vi è stato sicuramente il tema dell’omogeneità dei bilanci

delle Scuole anche se non abbiamo ottenuto i risultati che auspicavamo, perché

c’era chi non aveva problemi a farti vedere i conti e chi invece pensava che volessimo

controllargli le tasche»56.

Le attività svolte dal Formedil fino alle soglie del nuovo secolo sono state molte e

hanno seguito e talvolta anticipato l’evoluzione dei progetti e programmi formativi delle

singole Scuole, dai corsi in materia di restauro, alle iniziative mirate all’inserimento

di personale femminile a quelli dedicati a singole categorie professionali. Tra questi

ve n’è uno che assume una rilevanza particolare in quanto rivolto agli amministratori

delle Scuole, ai rappresentanti delle Parti Sociali impegnati nella gestione degli Enti di

formazione del sistema bilaterale. Tale attività si è innestata, come ricorda Carapella, su

un progetto finalizzato a «creare un dialogo tra i direttori, tra i coordinatori degli Enti

Scuola, facilitato un po’ dalla nascita dei Formedil regionali e un po’ dal fatto che con

i finanziamenti regionali viene attivata una grande opportunità per le Scuole su base

regionale, ma anche con la messa in pratica dall’inizio anni Novanta di gruppi di lavoro

nazionale a livello di Formedil, che consentivano su base volontaria di dare una mano

su terreni quali la formazione continua, la formazione dei formatori, la formazione per

la sicurezza e così via. Su questo terreno le Parti Sociali, con i contratti, hanno cercato

di dare una mano molto forte alla costruzione del sistema, sulla base di una spinta che

veniva sostanzialmente dalle presidenze degli Enti e che si è basata sull’unificazione

degli statuti, sul controllo dei bilanci, sulla redazione dei piani formativi. Il progetto

56 Intervista a Luigi Grignolio, realizzata a Torino il 19 Maggio 2010.

che definimmo di dialogo sociale nel settore delle costruzioni, venne sviluppato in

collaborazione con il Ministero del Lavoro ed è consistito in 3 corsi, uno al Nord, uno

al Centro e uno al Sud, con la partecipazione di oltre 250 persone. In questo modo

abbiamo voluto creare una base comune di riferimento e una piattaforma di discussione

condivisa per i vertici degli Enti: Presidenti, Vicepresidenti e Consiglieri»57.

Durante la presidenza di Luigi Grignolio, quindi, il Formedil dà vita ad un’importante

iniziativa, la creazione dei gruppi di lavoro: «erano formati da direttori “eletti” e suddivisi

in tre segmenti – ricorda Grignolio – in questi gruppi c’erano le eccellenze, gente che

sapeva, era informata, voleva lavorare e produrre»58.

L’11 dicembre del 2003 il Consiglio di Amministrazione del Formedil organizza a Roma,

presso l’ANCE, l’incontro Più Sistema per la Formazione Edile. Riunione Nazionale delle

Scuole Edili. La riunione, nella quale i tre gruppi di lavoro presentano un resoconto della

propria attività, viene promossa al termine di una serie di quattro incontri interregionali

svoltisi nei mesi precedenti a Venezia, Napoli, Firenze e Torino. Gli incontri interregionali

avevano consentito di monitorare le attività nei singoli contesti territoriali e rilevare, in un

confronto diretto con Scuole Edili e Formedil regionali, i problemi presenti localmente,

alla luce delle politiche regionali in materia di istruzione, formazione e mercato del

lavoro. Obiettivo della riunione nazionale – rivolta a Presidenze, amministratori e

direttori delle Scuole e alle Presidenze dei Formedil regionali – era fare il punto sulle

regole condivise e sulle azioni comuni da sviluppare per rendere l’insieme degli enti di

formazione edile di derivazione contrattuale sempre più un sistema.

57 Intervista a Giovanni Carapella, cit.58 Ibidem.

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Pensare globale e agire locale

Il primo dei tre gruppi di lavoro – Le Scuole Edili e le riforme dell’istruzione, della formazione

e del mercato del lavoro – aveva come obiettivi l’analisi delle modifiche introdotte dalle

recenti riforme dell’istruzione e della formazione, la valutazione delle sperimentazioni in

corso nei differenti ambiti regionali e la proposizione di idee progettuali.

Il secondo gruppo di lavoro – La formazione professionale continua. Un progetto di

settore – in considerazione del peso che la formazione continua ha nell’attività delle

Scuole e in conseguenza all’istituzione di Fondimpresa si era proposto di: individuare

un’idea guida per un sistema di formazione continua a regime per l’intero settore;

stabilire le modalità operative e di gestione; valutare le potenzialità e la trasferibilità in

un tale progetto nazionale delle sperimentazioni più significative già in atto.

Il terzo gruppo – I lavoratori stranieri in edilizia – si proponeva, anche alla luce della

ricca esperienza maturata su questo tema dal Formedil di: individuare percorsi

formativi standard sia per il primo inserimento che per la formazione continua dei

lavoratori stranieri; individuare moduli di formazione per l’alfabetizzazione linguistica

e l’orientamento professionale di lavoratori selezionati nei Paesi d’origine; individuare

modalità per sviluppare un’offerta formativa per i lavoratori stranieri da svolgere nel

loro Paese d’origine. A circa un anno di distanza dalla riunione nazionale del 2003, l’1

e il 2 dicembre del 2004, il Formedil organizza a Roma una nuova riunione nazionale

delle Scuole Edili: La formazione per l’edilizia. Verso un sistema integrato. Oltre alla

presentazione dei nuovi resoconti dei gruppi di lavoro, il Formedil punta a sfruttare la

riunione nazionale per riflettere, alla luce del rinnovo contrattuale del 2004, sulle strategie

da porre in essere per costruire un sistema integrato di formazione di settore.

L’esperienza dei gruppi e delle riunioni nazionali porta con sé diversi frutti: da un lato

si sperimenta la validità della formula del gruppo di lavoro che, mutate le tematiche,

sopravvive ancora oggi, dall’altra si gettano le basi per l’inserimento nel Contratto

Collettivo Nazionale di Lavoro delle Giornate della Formazione, fondamentale

momento di incontro per tutto il Sistema. Grazie all’azione delle Parti Sociali, infatti, dal

2008 il Contratto Collettivo prevede l’organizzazione di una Giornata Nazionale della

Formazione nelle Costruzioni (art. 91).

Le nuove frontiere del sistema formativo

Oggi le nuove frontiere per il sistema formativo che fa capo al Formedil sono

rappresentate dall’apprendistato (istituto da ricostituire radicalmente) e dalla

volontà di personalizzare fortemente la formazione continua con percorsi individuali

certificati (il progetto PSP – Piani di Sviluppo Professionale). A ciò si aggiunge

l’evoluzione della cosiddetta formazione per la sicurezza (che Formedil intende

in realtà come formazione professionale capace di costruire una professionalità

che ovviamente comprenda la capacità di lavorare in sicurezza) a cui si collegano

anche le 16ore citate da Carapella: un’innovazione contrattuale inserita nel CCNL

del 2008 e la cui fase di sperimentazione ha avuto avvio all’inizio del 2009 ed è

ancora in corso. Con le 16ore diventa obbligatorio per ciascun nuovo assunto prima

di accedere al cantiere svolgere una formazione di mestiere e per la sicurezza.

Come sottolinea Rossella Martino, si tratta di punti di arrivo di un percorso che

ha le sue origini proprio nel passaggio da una formazione lunga e destinata a

professionalità tradizionali volte ad alimentare con nuova mano d’opera il settore,

a forme articolate e sistematiche di formazione continua.

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Pensare globale e agire locale

Corsi 16ore prima

Nelle due pagine alcuni momenti

dei corsi 16ore, che le Scuole

hanno iniziato ad erogare in via

sperimentale all’inizio del 2009.

In alto e a sinistra alcuni scatti

degli allievi della Scuola Edile di

Chieti. Nella pagina a fianco i corsi

16ore della Scuola di Caltanissetta.

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Pensare globale e agire locale

«Le Scuole Edili – ricorda Martino, integrando l’analisi di Carapella – sono nate

essenzialmente per la formazione dei giovani che volevano entrare in edilizia. La

formazione aveva una durata più lunga per consentire anche una sorta di recupero

scolastico.

La Scuola Edile dava non solo una professione, ma recuperava anche tutta una parte

di cultura che veniva persa nel periodo scolastico, perché i ragazzi abbandonavano

presto gli studi. Si trattava di corsi di 2.400 ore, che consentivano di tenere i ragazzi

a scuola fino a 15-16 anni, l’età giusta per entrare poi in cantiere. Nel corso degli

anni Novanta abbiamo fatto un’indagine di mercato sui fabbisogni e abbiamo capito

che le aziende avevano necessità di una formazione più breve.

Siamo così passati a moduli di formazione di 300/800 ore, verificando che la

cosa funzionava abbastanza ed era in linea con le realtà di altri Paesi con cui ci

confrontavamo e con l’evoluzione del mercato.

Oltre che come risposta ad una domanda delle imprese siamo arrivati alla formazione

continua anche sulla spinta dell’evoluzione delle normative nazionali e dalle leggi

europee e per effetto del confronto con altri Paesi. È in questo ambito che dobbiamo

collocare ad esempio la nascita dei fondi interprofessionali»59.

Nel 2005, in occasione di un bando promosso da Fondimpresa, nasce, per volontà

delle Parti Sociali, il Progetto sicurezza e interculturalità, progetto multiregionale di

settore dedicato alla formazione continua dei dipendenti delle imprese di costruzione

59 Intervista a Rossella Martino, cit.

da erogarsi attraverso il sistema paritetico di formazione di settore. Si vuole così

rispondere a due degli assi strategici del protocollo di intesa sulla formazione: da un

lato l’occupabilità e l’adattabilità nell’ambito dell’area formativa dedicata, dall’altro la

cosiddetta “Formazione per la progressione professionale”. I risultati del progetto,

illustrati nel volume Il Rapporto Formedil sul progetto sicurezza e interculturalità.

Un’esperienza di formazione continua, vengono presentati in un convegno

organizzato, con il supporto di Fondimpresa, il 16 e 17 novembre 2006 dal titolo La

formazione continua e le prospettive di sviluppo. L’esperienza della bilateralità nel

settore delle costruzioni. Nell’ambito dello stesso progetto, anche grazie al contributo

del Gruppo Nazionale di Lavoro Formedil della Formazione Continua, prende forma,

con il coordinamento di Rossella Martino, il lavoro della Banca Dati. La tracciabilità

della crescita professionale del lavoratore, è assegnata al Sistema Formedil che

tramite la Banca Dati, agganciata alle banche dati contrattuali (CNCE e CNCPT),

punta a registrare la formazione dei lavoratori con elementi omogenei, comparabili e

misurabili. Il Libretto Personale di Formazione Professionale Edile , previsto dal CCNL

del 1995, resta l’output di sistema, ma la sua forma viene completamente rivista.

Gli anni Duemila sono stati fortemente caratterizzati per il Formedil dalla ridefinizione

dei propri progetti e del proprio ruolo e anche da una serie di vicende organizzative

e logistiche quali il cambio di sede e l’avvicendarsi di nuovi direttori. Nel luglio del

2005, infatti, Giovanni Carapella lascia temporaneamente la direzione del Formedil

perché viene chiamato a far parte del Consiglio della Regione Lazio. La direzione

viene assunta da Rossella Martino come facente funzione. Nell’ottobre del 2005

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Pensare globale e agire locale

viene assunta in qualità di direttore Francesca Gioffrè, ricercatrice presso l’Università

di Roma Tre, che ricoprirà l’incarico solo per alcuni mesi. Nel 2006 le Parti Sociali

introducono nell’organico Formedil la figura del condirettore, ruolo che viene assegnato

a Rossella Martino mentre, dal primo aprile 2006, viene chiamato a ricoprire la carica di

direttore Daniele Verdesca. Come ricorda lui stesso «il mio è stato un percorso un po’

anomalo rispetto a quelli tradizionali che caratterizzano il sistema. Prima di accettare

quest’incarico ero ricercatore all’università di Siena nel dipartimento di economia

politica, dove tuttavia ho avuto più volte occasione di lavorare sia con l’associazione

dei costruttori sia con le associazioni sindacali. Così quando mi è stato proposto di

diventare direttore del Formedil ho messo a disposizione la mia conoscenza tecnica e

la mia esperienza soprattutto nel campo della sicurezza e della relativa formazione»60.

Nel 2007 avviene anche un cambiamento di Presidenza che porta al vertice del Formedil

Massimo Calzoni, già Presidente della Scuola Edile di Perugia. Alla vicepresidenza

troviamo Mauro Macchiesi segretario nazionale della FILLEA CGIL, a cui succederà nel

2007 Pino Virgilio, segretario generale aggiunto della FILCA CISL, due sindacalisti di

grande esperienza e da tempo impegnati all’interno del sistema bilaterale. L’approccio

della nuova Presidenza è decisamente più orientato verso l’individuazione dei bisogni

concreti da parte del mercato e per un’impostazione maggiormente legata alle

esigenze del settore, e mira soprattutto a rendere strutturale una serie di progetti che

sono sostanzialmente quelli richiamati da Giovanni Carapella e da Rossella Martino in

termini di formazione continua.

60 Intervista a Daniele Verdesca, realizzata a Roma il 16 Giugno 2010.

L’esperienza come Presidente della Scuola Edile di Perugia ha forgiato Calzoni

convincendolo che si debba fare di tutto per utilizzare il sistema bilaterale della

formazione per contribuire a cambiare un sistema delle costruzioni che è quello già

descritto da altri protagonisti di questa storia come Varanini o Gonnet e sul quale

le Scuole incidono troppo poco. Il punto di partenza della nuova presidenza è la

consapevolezza che si debba fare i conti con un “materiale umano” totalmente

diverso da quello che caratterizzava il cantiere precedentemente.

«Abbiamo assistito – commenta Calzoni – ad una grossa rivoluzione, non solo nel

nostro settore, ma nella società civile: l’immissione improvvisa negli ultimi sette-otto

anni di un grande quantitativo di persone provenienti da altri Paesi ha di fatto cambiato

il volto del nostro mondo produttivo. Ci sono stati inserimenti di centinaia di migliaia

di lavoratori provenienti dall’estero, da Paesi extracomunitari e non. Ciò ha costituito

l’opportunità di un rimpiazzo concreto e reale della mano d’opera tradizionale italiana,

ma ha comportato anche una serie di problemi: di lingua, di ingresso nel mondo del

lavoro in maniera corretta, di ricongiungimento familiare, di stabilizzazione in una casa,

di inserimento sociale. È con questo mondo che dobbiamo confrontarci. Perché il

ruolo della formazione non è solo quello di formare un bravo lavoratore, ma anche di

creare un lavoratore consapevole dei pericoli e del suo ruolo all’interno di una squadra

che lavora insieme»61. Tra le prime iniziative della presidenza Calzoni c’è la stesura

di un documento programmatico, riportato integralmente nella sezione Documenti in

appendice al volume, che partendo da un’analisi critica dei risultati dell’attività svolta

61 Intervista a Massimo Calzoni, realizzata a Roma il 16 Giugno 2010.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

dal Formedil negli anni precedenti, mira ad «individuare un complesso di azioni

che consentano di attuare una formazione edile utile ed efficace per il settore»62.

Analizzate le trasformazioni del mercato e prima di procedere nell’enunciazione degli

intenti programmatici, il documento ribadisce l’importanza strategica del Formedil e

del suo ruolo: «si sente l’assoluta necessità di passare da un sistema policentrico

su più strati con collegamenti molto blandi a un vero sistema unitario, compatto e

ben connesso, che muova in maniera coordinata (seppure autonoma sul territorio),

incisiva (e quindi tempestiva e su numeri significativi). Pertanto dobbiamo mettere

in campo un complesso di azioni finalizzate all’utilità e all’incisività, altrimenti si

tratterebbe di puro monitoraggio ritardato di ciò che è accaduto in precedenza e che

non abbiamo potuto ben gestire. Detto complesso di azioni tra di loro interdipendenti

devono essere coordinate e governate dal Formedil non per semplice desiderio di

centralismo, ma per una sana aspirazione di canalizzare l’attività verso obiettivi di

omogeneità, di serietà, di regolarità, ma anche di utilità e incisività»63. Sinteticamente

le attività sulle quali il Formedil intendeva impegnarsi erano così individuate: stabilire

un sistema di rapporti stabili e continui con CNCE e CNCPT e i loro organismi

territoriali; stabilire un sistema di rapporti stabili e continui con le Scuole Edili, con la

messa in rete dei progetti formativi, con il coinvolgimento dei gruppi di lavoro, con il

report annuale tempestivo e con almeno un’altra occasione convegnistica annuale

per coinvolgimento e condivisione; interconnessione in rete in tempo reale di tutti i

dati in possesso di ciascun attore del sistema (Portale del Sistema); ottimizzazione

62 Documento programmatico Formedil (2007). Il Documento è riportato integralmente in appendice al volume.63 Ibidem.

dell’organizzazione (Formedil Regionali); armonizzazione di statuti, bilanci, ingresso

organizzazioni, nomi, sistemi di verifica e lettura sia dei modi che dei tempi; eventuali

resistenze o anomalie dovrebbero essere sanzionate. Una seconda fase dell’attività,

inoltre, doveva essere costituita da: controllo e certificazione della correttezza di

accessi e spostamenti dei lavoratori in connessione con i Centri Per l’impiego e con

le Casse Edili e CPT attraverso uno strumento di gestione del mercato del lavoro e

della formazione che potrebbe denominarsi SULF (Sportello unico del Lavoro e della

Formazione); controllo delle competenze e del percorso formativo dei lavoratori

attraverso l’adozione del Libretto personale di formazione, con il rilancio strategico dei

progetti relativi (fidelizzazione giovani; formazione continua; formazione degli stranieri;

formazione dei formatori).

Guardando ancora al futuro del Formedil è essenziale fare una riflessione su un altro

interessante cambiamento che lo ha riguardato nel corso degli anni: il progressivo

aumento della presenza femminile al suo interno. A precorrere i tempi, quando

ancora la presenza delle donne nel settore era fatto sporadico ed eccezionale, è

stata senza dubbio Rossella Martino, presente e attiva nel Formedil sin dall’inizio.

Oggi però non è più sola perché sono sempre di più le donne chiamate a ricoprire

ruoli chiave all’interno delle Scuole Edili e nel Consiglio di Amministrazione dell’Ente

nazionale. Tra queste ultime ricordiamo due imprenditrici, Valentina Bianchi, che ha

fatto parte del CdA Formedil nella seconda metà degli anni Novanta, e Silvia Petagna,

attualmente consigliera. Tra le tante donne, circa venti, che ricoprono ruoli di dirigenza

sul territorio, abbiamo raccolto le testimonianze di Annarita Negroni – coordinatrice del

Formedil Emilia Romagna – e Paola Cambiago – direttrice della Scuola Edile di Como.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

Raccontando la propria esperienza entrambe hanno messo in luce come ci siano dei

settori, specificatamente il restauro, che si stanno progressivamente femminilizzando

mentre rimane abbastanza sporadica la presenza di donne nei corsi di base. È proprio

con Annarita Negroni che abbiamo affrontato il tema del ruolo dei Formedil regionali:

«Il contratto nazionale dice con chiarezza cosa deve fare il Formedil Nazionale, quello

regionale e cosa devono fare le Scuole Edili. Noi spesso cerchiamo di dare il nostro

contributo fornendo una sintesi delle istanze territoriali, ad esempio ultimamente si sta

richiedendo, da parte della dimensione nazionale, un interlocutore regionale. È diverso

fare un incontro con 105 persone piuttosto che farlo con 20. Quindi noi ci poniamo

nella direzione di fornire una sintesi delle istanze territoriali ed in questo riusciamo

con una certa tranquillità; ciò rende alcuni passaggi più semplici e diretti»64.

Nonostante, come ribadito da Negroni, i Formedil regionali esistano per dettato

contrattuale, la loro diffusione sul territorio nazionale è ancora disomogenea e in

alcuni, alla costituzione nominale dell’Ente, non è seguita un’effettiva attivazione

operativa.

Anche Cambiago, nella sua riflessione, tocca il nodo dell’articolazione del sistema:

«Io credo molto negli enti di coordinamento, nonostante il nostro sia un Paese in

cui tante situazioni sono fisiologicamente diverse: vi sono diversità non solo fra le

regioni ma anche all’interno delle singole regioni. Non è facile quindi darsi degli

obiettivi chiari. I Formedil regionali dovrebbero creare l’anello di congiunzione fra le

Regioni e le Scuole e di conseguenza essere a metà fra il Formedil nazionale e le

singole Scuole; il Formedil nazionale dovrebbe interagire con il Ministero e con i livelli

istituzionali nazionali. Il ruolo del Formedil è fondamentale nel rapportarsi con Enti

come Fondimpresa e non vedrei un altro modo per procede. Deve dare sistematicità

a tutte le differenze, è un ruolo difficile da gestire, bisognerebbe trovare quelle che

sono le linee da seguire o i temi da trattare che rendono possibile questo. C’è stata

tanta buona volontà per aprire molti fronti, forse ora bisognerebbe valutare se sono

tutti fronti da proseguire, bisognerebbe identificare su quali lavorare anche perché

sono tutti dispendiosi dal punto di vista delle energie. Sono tutti importanti ma è

essenziale ritrovare un minimo di coordinamento con i nodi regionali e capire cosa

fare e cosa ha senso che i diversi attori facciano. L’architettura del sistema deve essere

64 Intervista ad Annarita Negroni, realizzata a Bologna il 9 Aprile 2010.

La presenza di allieve all’interno

dei corsi di base è ancora

abbastanza limitata, mentre

decisamente più consistente è la

presenza femminile all’interno dei

corsi dedicati al restauro.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Pensare globale e agire locale

chiara: tutti i nodi ed i temi dove le decisioni sono a livello nazionale devono essere

presidiate dal Formedil nazionale, non avrebbe senso che fosse altrimenti»65.

D’altro canto, come abbiamo già avuto modo di osservare, nel Documento

programmatico stilato dal Formedil nazionale all’inizio della Presidenza Calzoni tra i

punti programmatici figura anche l’ottimizzazione dei Formedil regionali.

Le nuove domande del mercato: uno sguardo verso il futuro

Per arrivare a guardare al futuro della formazione siamo partiti da molto lontano,

dalle antiche corporazioni e dal senso delle parole, da quello che la loro etimologia

ci racconta. Abbiamo raccolto le storie degli uomini (e delle donne) che hanno

contribuito a costruire la vita delle Scuole Edili e del Formedil, ci siamo fatti raccontare

pezzi di biografia personale e di storia. Tra le ultime voci che abbiamo raccolto c’è

quella dell’attuale Presidente Massimo Calzoni. Con lui il ciclo delle interviste si è

chiuso, ma gli scenari tratteggiati, prendendo l’abbrivio dall’analisi di quello che è

successo negli ultimi quindici anni, sono tutti proiettati verso il futuro, un futuro fatto

di idee e di progetti che corrispondono ad azioni concrete, a bisogni reali. Un futuro

che vuole però essere consapevole del proprio passato e della propria storia e per

questo vuole fare tesoro delle esperienze vissute.

Le trasformazioni socio economiche che hanno investito il nostro Paese dal

dopoguerra ad oggi hanno portato, già da diversi anni, al palesarsi di una serie

di contraddizioni: dopo aver attinto a piene mani al serbatoio dell’agricoltura, sul

65 Intervista a Paola Cambiago, realizzata a Roma il 13 Aprile 2010.

finire degli anni Novanta l’edilizia sembra aver esaurito la sua spinta e diviene

evidente che esiste una difficoltà nel reperimento delle risorse umane da formare.

Non solo le imprese non trovano ricambi adeguati, ma anche le Scuole spesso

non hanno discenti. Facendo riferimento alla propria esperienza come Presidente

della Scuola Edile di Perugia Massimo Calzoni ricorda come «la formazione si

faceva, tranne che in rarissimi casi, su una risorsa umana residuale, di qualità

molto modesta: ci si rivolgeva prevalentemente a ragazzi un po’ sbandati che non

trovavano una loro collocazione.

Accanto a questo c’erano anche azioni di aggiornamento per il personale esistente

nel mondo dell’edilizia che erano di tipo spontaneo, elettivo: erano gli operai

stessi che sentivano il bisogno di migliorare la propria capacità operativa e magari

cogliere anche l’opportunità di miglioramento di categoria, di inquadramento, e

quindi, con sacrificio, la sera dopo il lavoro, oppure il sabato mattina, venivano a

fare il loro aggiornamento presso la Scuola Edile. Però erano numeri bassi, notai

subito che il problema era che non c’era un incidenza reale sul mondo produttivo

con un’aliquota significativa, quindi mi parve che l’elemento fosse di così grande

importanza che non si poteva non porci mano in qualche maniera»66.

«All’epoca – aggiunge il direttore di Torino Alessandro Brasso - avevamo un modo

diverso di muoverci perché sul territorio le Scuole avevano come riferimento una

struttura piramidale dell’offerta: ovvero almeno un’impresa che a Torino superava

66 Intervista a Massimo Calzoni, cit.

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Pensare globale e agire locale

i 250 dipendenti, 4 o 5 che ne superavano 100 e talvolta arrivavano anche a 150

dipendenti, una quindicina che stava tra i 50 e 100 e uno zoccolo duro di imprese

che andavano dai 15 ai 30 dipendenti e tutto il resto era frazionato, ma erano tutte

imprese con una certa storia. Lo zoccolo duro era quello che affiancava gli studenti.

Ora l’affiancamento non c’è più perché non c’è più tempo non ci sono più le persone.

Era quello zoccolo che sosteneva il sistema. Poco per volta le imprese si sono

destrutturate, tanto che oggi a Torino abbiamo una sola impresa che non supera

neanche i 150 dipendenti, abbiamo l’85% di imprese che sono sotto i 5 – 7 dipendenti

ed abbiamo un nucleo abbastanza vasto di imprese tra 15 e i 35 dipendenti che

cambiano nome quasi ogni anno, una pletora di imprese che non hanno neanche

un dipendente e che hanno uno o due cantieri aperti. È evidente che quindi il nostro

ruolo è venuto a cambiare completamente, venendo a mancare questo riferimento

certo di 350 – 360 aziende, sulle quali fino alla fine degli anni Ottanta abbiamo basato

la nostra attività attraverso un collegamento costante tra imprese e Scuola.

Oggi, invece, non è più possibile perché non ci sono imprese costanti e continue.

I titolari sono stranieri, il personale è straniero ma i capi cantiere italiani. Le ditte

straniere crescono soprattutto nei lavori di specializzazione. Le ditte di montaggio

sono quasi tutte egiziane o marocchine, i posatori sono albanesi o cinesi, mentre

una volta quelli che facevano gli intonaci erano per lo più calabresi.

Adesso facciamo tanti corsi diversi. In qualche modo siamo più vicini alle imprese

rispetto al passato»67.

67 Intervista ad Alessandro Brasso, cit.

Oggi appare sempre più evidente che per uscire da una situazione in molti casi

di impasse, è necessario essere in grado di intercettare una domanda reale e le

Scuole devono rappresentare uno strumento utile per il sistema produttivo. Anche

l’immissione di una cospicua componente di lavoratori immigrati cambia il volto

produttivo del nostro Paese e obbliga chi si occupa di formazione a fare i conti

con problemi concreti, lavorando con il materiale umano che si ha davanti e con

le problematiche che esso porta con sé. Una delle risposte possibili per risolvere

queste problematiche ed intercettare i nuovi lavoratori che entrano nel settore è

rappresentata, come sottolinea Giuseppe Moscuzza, dalle 16ore che «rappresentano

il modo per entrare nel settore dalla porta principale. Le Scuole possono svolgere

un ruolo importante nella gestione dell’incontro della domanda e dell’offerta, nella

gestione del mercato del lavoro del settore: possono dare un grande contributo nella

lotta al lavoro nero, al lavoro irregolare, al caporalato e all’intermediazione passiva

della criminalità organizzata. Ciò porta vantaggi sia alle imprese che ai lavoratori. In

questo momento ci stiamo lavorando a livello di elaborazione contrattuale»68.

«Una politica vera della valorizzazione della risorsa umana negli ultimi decenni non è

stata fatta», riflette ancora Calzoni, «le imprese hanno dovuto badare spesso alla propria

sopravvivenza e ad orientarsi verso le indicazioni reali del mercato possibile; si sono

alleggerite (spesso appesantendosi da un punto di vista burocratico) di manodopera

qualificata alle proprie dipendenze dirette, e per garantirsi un risultato economico

68 Intervista a Giuseppe Moscuzza, cit.

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certo si sono rivolte in maniera sempre crescente al sub-appalto che garantiva prezzi

certi e i più bassi possibili, perché fatte da specialisti le opere riescono a costare

un po’ di meno. La valorizzazione delle risorse interne, d’altro canto, è un processo

lungo, difficile, che deve essere realizzato per contagio e per contatto con persone

più capaci, ed è sempre meno adoperata negli ultimi anni e va scomparendo»69.

Gli fa eco Mauro Macchiesi: «oggi il Formedil ha la necessità essenzialmente di

essere e creare sistema fra le varie Scuole, di elaborare proposte sulla formazione

continua e sugli strumenti che servono per realizzarla, lavorando più sull’individuo

che sull’impresa.

Del resto l’attuale struttura imprenditoriale del nostro Paese è caratterizzata da una

pletora di aziende. Siamo tornati ad avere 54.000 imprese qualificate dalle SOA

quando in occasione della chiusura del vecchio Albo nel 2000 ve ne erano 50.000.

Se pensiamo che negli altri Paesi europei il numero di imprese qualificate si aggira

dalle 3000 alle 6000 è evidente che c’è un’inflazione del numero delle imprese

attestato anche dalle 740.000 imprese registrate presso le Camere di commercio

a fronte delle 250 mila della Germania. È evidente che fare formazione in questo

contesto è assai complicato. Del resto se andiamo a vedere i bilanci delle maggiori

società, le risorse destinate alla formazione sono una frazione di punto e l’unica

formazione che si fa è quella sulla sicurezza»70. In questo quadro portare avanti

un’attenta analisi del contesto socio economico e di mercato è un tema centrale,

potremmo dire strategico. Prestare la massima attenzione a quanto avviene nel

69 Massimo Calzoni, cit.70 Intervista a Mauro Macchiesi, cit.

mercato locale delle costruzioni costituisce un’azione propedeutica per essere

efficaci e per rispondere in modo tempestivo alle esigenze formative che via via

emergono. Ciò non solo nell’interesse delle imprese, ma anche del lavoratore, in

quanto una delle “missioni” che oggi caratterizzano le Scuole Edili e il sistema

bilaterale che fa capo al Formedil è quello di assicurare un’assistenza continua e

permanente al lavoratore con l’obiettivo innanzitutto di intercettarne l’ingresso e

poi di accompagnarlo in una logica di formazione continua per l’intero percorso

lavorativo e professionale.

«La formazione professionale oggi – sottolinea Daniele Verdesca – richiede uno

sforzo, una capacità di mappare dove sia il lavoratore in un determinato momento,

così da seguirlo nella sua evoluzione. Questo approccio richiede un sistema non

massificante della formazione e tagliato invece a misura della persona. Un approccio

che richiede uno sforzo davvero eccezionale. Fino ad oggi ci si è concentrati molto

sulla trasmissione meccanica del sapere professionale, ad esempio su come si

realizza un muro. In questa fase di crisi, di fronte a un mercato del lavoro che cambia,

la sfera umana della persona è sottovalutata, in quanto il solo trasferimento delle

conoscenze potrebbe non essere sufficiente. Ecco che allora diventa fondamentale

seguire la persona per tutto il suo percorso, fare molta attenzione alla formazione

professionale, ma legarla anche alla crescita umana e sociale del lavoratore»71.

Per il Presidente Calzoni in questo momento la formazione deve fare un salto

qualitativo: «bisogna partire dalla consapevolezza che ci dobbiamo rivolgere al

71 Intervista a Daniele Verdesca, cit.

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Pensare globale e agire locale

mercato che c’è, intercettando con le 16ore la domanda potenziale, riuscendo così a

conoscere prima quelli che stanno per entrare nel settore e far loro una formazione

minima d’ingresso. In sintesi si tratta di operare al servizio del settore che c’è, evitando

di fare una formazione autoreferenziale. Ne consegue che il formatore si trasforma

in un assistente allo sviluppo professionale, cioè una persona che è in grado di

recepire stimoli, metabolizzarli, un risolutore di criticità, in grado di orientare nel

mondo dell’edilizia lavoratori che spesso non sanno esattamente che cosa devono

fare, per poi accompagnarli nel loro sviluppo, con dei metodi e dei criteri che siano

unici per tutto il Paese: i format della formazione»72.

Per il Presidente del Formedil essere capaci di proporre un modello condiviso e

riconosciuto a livello nazionale è un elemento esenziale in questa fase: «le proposte

formative devono essere ben chiare e univoche, in modo tale da conferire alla

formazione un valore di universalità e di riconoscibilità. Dobbiamo creare un sistema

di strumenti che siano in grado di attestare la formazione in maniera univoca. A

questa esigenza risponde ad esempio il Libretto Formativo la Banca Dati Formazione

Costruzioni che stiamo realizzando. Universalità, riconoscibilità e certificazione

presuppongono un comune riferimento in termini di competenze da certificare:

Formedil ha prodotto a questo riguardo il Repertorio delle Competenze del settore

delle costruzioni, con un lavoro lungo e molto impegnativo. Claudio Cigarini, direttore

della Scuola Edile di Reggio Emilia se ne è occupato in modo competente e serio nel

corso dell’ultimo lustro, a partire dai primi progetti Fondimpresa.

72 Intervista a Massimo Calzoni, cit.

Si predisporranno per tutti i mestieri dei moduli formativi elementari di breve durata, in

grado di essere composti fra di loro; questi consentiranno di spezzare la formazione

in vari tempi e in vari modi, risolvendo un’altra criticità propria di questa fase del

mercato delle costruzioni, ovvero la necessità di non tenere i lavoratori troppo tempo

lontani dall’attività produttiva»73.

L’elaborazione su quali debbano essere i terreni da privilegiare da parte del Formedil

e dal sistema territoriale delle Scuole Edili appare ormai completata. Da un lato

le indicazioni offerte dalle Parti Sociali che, soprattutto negli ultimi due Contratti

Collettivi Nazionali di Lavoro, hanno fissato le nuove frontiere, dando concretezza

alla formazione continua, coerentemente con l’evoluzione normativa nazionale ed

europea, creando con le 16ore uno strumento essenziale di intercettazione dei nuovi

ingressi, nella logica di un rafforzamento del controllo legale sul mercato del lavoro e

assicurando una politica di formazione alla sicurezza fortemente integrata con quella

di base e di mestiere, avviando con la sperimentazione della Borsa lavoro una nuova

fase dove il sistema bilaterale accresce il suo ruolo da protagonista nella qualificazione

del mercato del lavoro. Dall’altro lato si è dato avvio ad una vera e propria rifondazione

del sistema della formazione intorno a quattro progetti strategici che sono diretta

conseguenza delle linee di orientamento indicate dalle Parti Sociali.

«L’impianto di questa riforma – sottolinea il Presidente Calzoni – è basato su quattro

progetti strutturali cardine. Il primo è rappresentato da quello che noi abbiamo chiamato

16ore MICS, dove MICS sta per integrazione tra la formazione di ingresso e la formazione

73 Ibidem.

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Pensare globale e agire locale

per la sicurezza. Il secondo progetto riguarda l’apprendistato e offre a chi entra come

apprendista nel nostro settore una formazione omogenea e uniforme, concretamente

espletata all’interno delle Scuole Edili anche in una logica di accompagnamento e di

assistenza tecnica e professionale, riconoscendo in parte anche la formazione che si

fa in cantiere presso l’impresa. In questo modo si va incontro alle esigenze produttive

e si contengono i costi, ottenendo il risultato di ampliare notevolmente l’utenza. Il terzo

pilastro delle riforma è rappresentato dal PSP, ovvero il Piano di Sviluppo Professionale

individuale. Con questo progetto diamo concretezza ad un vero e proprio sistema di

formazione continua, attraverso la costruzione di percorsi individuali personalizzati per

ciascun utente. Un progetto che nasce dalla consapevolezza che nello svolgimento del

lavoro, nei rapporti con le imprese e con la propria attività professionale ognuno si rapporta

in modo diverso, ha difficoltà e ambizioni differenti e quindi diventa importante assistere

ciascuno in modo personalizzato, pur nell’ambito di quella modularità che schematizza

la formazione per tutti i diversi mestieri e specializzazioni. Il quarto progetto riguarda

la Borsa lavoro, da diversi anni prevista nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, ma

mai applicata. Ora d’accordo con le Parti Sociali partiamo con una sperimentazione che

ritengo ormai matura e che riguarderà inizialmente una sola Regione, attraverso un’attività

di servizio a sportello, di assistenza iniziale nei confronti di chi rimane senza lavoro o

che vuole entrare nell’edilizia. Maurizio Fanzini, direttore della Scuola Edile di Parma,

ha elaborato un organico progetto a tale riguardo. L’obiettivo finale resta comunque la

creazione di un sistema che garantisca un matching automatico domanda-offerta tra

imprenditori e lavoratori. Come sistema abbiamo l’obbligo, il dovere, di garantire un

servizio utile alle imprese e ai lavoratori. Questi quattro progetti strutturali sono il telaio

su cui innestare tutta l’attività presente e futura»74. La riforma si colloca all’interno di un

disegno più ampio, quello che Pino Virgilio, prematuramente scomparso, chiamava

“gestione ottimale del fattore umano”, ovvero «offrire un efficiente sistema di garanzie di

base e di opportunità di sviluppo, anche al fine di rendere il settore più motivato e attrattivo

e contrastare i fenomeni degenerativi sul versante della trasparenza e delle regolarità»75.

Secondo Virgilio ogni lavoratore che accede al sistema dovrebbe poter contare «sul

proprio territorio, su un’interlocuzione amichevole e costruttiva con gli Enti Paritetici: una

buona accoglienza iniziale, un costante accesso alle informazioni, un orientamento e

un aiuto per il miglioramento professionale, sostegni efficaci nelle congiunture critiche.

In particolare, in un disegno e attraverso un’attività integrata di sistema, dell’intero

sistema bilaterale, è essenziale essere in grado in ogni territorio di informare in merito

alle positività e ai vantaggi del lavoro dipendente regolare e tutelato presso un’impresa

iscritta alla Cassa Edile; mostrare e chiarire il sistema dei sostegni e delle provvidenze

finalizzato a non “lasciare solo” il lavoratore nei momenti critici; far vedere le positività che

sono proprie della progressione professionale in edilizia: dal raggiungimento di soglie

di autonomia professionale, alle soddisfazioni personali connesse al lavoro qualificato

e creativo, al piacere per il proprio lavoro “fatto bene e a regola d’arte”, alla capacità di

organizzare le misure di prevenzione utili a lavorare in modo sereno e sicuro»76.

74 Ibidem.75 Nella redazione del volume si è tenuto conto anche delle occasioni di incontro che gli autori hanno avuto con Pino Virgilio, se-gretario nazionale della Filca Cisl, a lungo nel CdA del Formedil, oltre che della CNCE e del CPT e Vicepresidente del Formedil nella seconda metà degli anni Duemila fino alla sua morte avvenuta nell’Autunno del 2008. Di lui sono stati utilizzati alcuni scritti. Qui si cita uno dei contributi offerti da Virgilio alla redazione del documento interno a cura del Formedil, Buona occupazione e settore delle costruzioni: idee forza, sostegni strumentali, ipotesi di percorso, Roma Settembre 2008. 76 Ibidem.

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Pensare globale e agire locale

Corsi funi e ponteggi

Abbiamo selezionato alcuni

scatti particolarmente suggestivi

dei corsi funi e dei corsi per

ponteggiatori.

In questa pagina foto della Scuola

Edile di Cosenza; a fianco un allievo

della Scuola Edile di Livorno.

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Pensare globale e agire locale

Nella pagina precedente un corso

della Scuola Edile di Torino;

in queste pagine esercitazioni

sui ponteggi per gli allievi

della Scuola Edile di Catania.

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Pensare globale e agire locale

Uno dei principali ambiti di

intervento formativo delle Scuole

Edili riguarda l’utilizzo delle

macchine movimento terra e delle

macchine complesse.

Corsi macchine

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Le Scuole Edili si raccontano

Un viaggio nel tempo e nello spazio nel quale le Scuole raccontano la loro storia e il lavoro che svolgono ogni giorno sul territorio, una panoramica e una galleria di immagini del cuore del Sistema Formedil, una storia condivisa lunga più di sessant’anni...

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Le Scuole Edili si raccontano

La Scuola Edile di L’Aquila viene fondata nel 1972, in attuazione alle decisioni codificate nel CCNL. Nono-stante alcune iniziali difficoltà nell’avvio delle attività formative, progressivamente la Scuola è riuscita ad affermare il proprio ruolo strategico nel settore delle costruzioni ed è stata riconosciuta anche istituzio-nalmente la validità delle attività formative erogate. Nel tempo infatti è stata attivata una rete di rapporti con le Istituzioni Pubbliche e con gli organismi sco-lastici insieme ai quali sono stati realizzati vari pro-getti.Da una prevalente attività di qualificazione e riqua-lificazione professionale, l’offerta formativa della Scuola si è via via arricchita estendendosi alle tema-

tiche della sicurezza anche per la grande richiesta delle imprese e delle associazioni imprenditoriali e sindacali e organizzan-do corsi per la professionalizzazione di alcune specifiche figure strategiche nella organizzazione operativa dei cantieri.Negli anni sono state apportati migliorie ed ampliamenti alla sede della Scuola e al momento è in fase di perfezionamento l’iter burocratico per consentire la realizzazione della nuova struttura che, per tipologia di offerta formativa, rappresenterà un’esperienza unica in Abruzzo perché assumerà il ruolo di Centro di Eccellenza per la Formazione professionale dell’in-tera Regione. È previsto un investimento di circa quattro milioni di euro parte dei quali a carico della Regione Abruzzo (circa il 50%). All’iniziativa partecipano, con risorse immateriali, il Comune di L’Aquila e l’Amministrazione Provinciale, e con contribuzione diretta il CPT e la società Formed Srl uni personale partecipata al 100 % dalla Scuola Edile. Dal 2003 la Scuola Edile di L’Aquila è accreditata presso la Regione Abruzzo per la gran parte delle tipologie formative ed è in possesso della certificazione di qualità.

Ente Scuola Edile / CPT della Provincia di ChietiVia Aterno, 187 – Località Brecciarola – 66100 Chieti

Ente Scuola Edile della Provincia di L’AquilaS.S. 80 km 9 n. 61 – Località San Vittorino – 67100 L’Aquila

La Scuola è stata istituita nel 1981 e nel 2003 si è unita al CPT costituendo l’Ente Scuola Edile / CPT della Provincia di Chieti. Fin dalla sua istituzione, la Scuola è divenuta un importante punto di riferimento per il settore edile del territorio. L’offerta formativa si è aggiornata negli anni e presenta un ventaglio di proposte formative; l’Ente offre, tra gli altri, corsi per l’acqui-sizione della qualifica di muratore e di carpentiere / ferraiolo, corsi di formazione professionale per diplomati geometri e per soggetti svantaggiati. Organizza formazione specifica ed integrata per la sicurezza e, grazie ai protocolli d’intesa siglati con gli ordini professionali, attua tutti i corsi di aggiornamento richiesti dalla normativa vigente. L’Ente organizza attività di forma-zione per addetti alla conduzione di macchine operatrici e addetti ai mezzi di sollevamento – gru. In ottemperanza alle dispo-sizioni del CCNL, al protocollo di intesa tra l’AIF e il Formedil nazionale e su richiesta delle imprese, da settembre 2009 l’Ente organizza corsi per il rilascio del patentino per operatori macchine complesse di piccolo e grande diametro. Nell’anno 2009, l’Ente si è aggiudicato, con altri partners, il finanziamento S.E.L.F. (Sicurezza in edilizia: Lavoratori in Formazione) promosso da Fondimpresa. Tale progetto ha previsto la possibilità di usufruire gratuitamente di corsi di formazione e sulla sicurezza per le imprese iscritte a Fondimpresa. Nel corso dei suoi trenta anni di attività formativa, l’Ente ha raccolto consensi non soltanto nel settore specificamente edile, ma si è distinto anche per il suo impegno sociale: la collaborazione con il Centro Territoriale Perma-nente per l’Educazione degli Adulti che ha permesso alla Scuola di partecipare, per ben quattro anni consecutivi, ad un progetto rivolto ai ristretti della Casa circondariale di Chieti e che prevedeva la loro accoglienza nel Centro di Formazione Professionale della Scuola per un periodo di stage sulla muratura; la collaborazione con il Comune di Chieti per la realizzazione di una scala in cemento armato nei pressi della Villa Comunale cittadina; l’allestimento di una mostra di oggetti in ceramica realizzati dagli alunni di un corso attuato dalla Scuola e rivolto a soggetti svantaggiati.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2004 capofila del progetto Leonardo Da Vinci European network of Technological Yards - Eu.Te.Ya – la Tecnologia del Patri-monio Artistico. Un approccio innovativo per la salvaguardia ed il recupero archeologico. Una rete di Cantieri Tecnologici.2005 capofila di un progetto Equal: Recuperare lo Sviluppo – RELOS; tale progetto è stato parte del programma di cooperazione transnazionale Costruire Ensemble – un nouveau parcours contre les discriminations e il cui risultato è stato l’elaborazione di tre guide: Guida di sensibilizzazione alle pari oppor-tunità; Analisi delle Pari Opportunità nelle imprese; Guida metodologica per la formazione e l’inserimento delle donne nei lavori del settore edilizio.2009 partner progetto Leonardo Da Vinci, POSSIBLE CONSTRUCTIVE DIALOGUE.

BIBLIOGRAFIA: 1981 – 2001 Ventennale Fondazione Ente Scuola Edile di Chieti (2001).

Un allievo all’opera con il frullino.

La sede della Scuola Edile.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Progetto Equal per la formazione professionale degli ospiti del penitenziario di Sulmona; progetti con INAIL regionale e Amministrazione Provinciale.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Formedil Pescara Strada Prati, 29 – 64124 Pescara

Il Formedil Pescara ha avviato la sua attività nel 1982 come Ente Scuola Edile Pescara, iniziando a promuovere i primi corsi di for-mazione e aggiornamento professionale nel settore dell’edilizia. Il primo passo è stato quello di stringere una proficua collaborazione con la Regione Abruzzo per l’attivazione di corsi di formazione fi-nanziati, cosa che ha permesso all’Ente di crescere e di porsi come punto di riferimento sul territorio per la formazione professionale nel settore edile. Nel 2004 è avvenuta la fusione con il CPT Pescara. Dal gennaio 2009, la necessità di essere ancora più vicini alle esigenze delle imprese e di fornire risposte ancora più concrete a chi fa vita di cantiere, ha portato ad un rinnovamento strutturale dell’Ente e ad una crescita della struttura interna, sintetizzata in un nuovo nome: Formedil Pescara. Nel corso degli anni è progressivamente diminuita la domanda per i corsi di formazione dedicati alle maestranze, così l’offerta della Scuola, complice l’entrata in vigore della Legge 626 e il successivo Decreto Legislativo 81/2008, è stata ampliata con un ventaglio completo di corsi per la sicurezza sul lavoro nei cantieri edili. Oggi l’obiettivo principale del Formedil Pescara è di innalzare la qualità delle figure professionali operanti nel settore delle costruzioni. L’at-tività formativa si divide in: corsi di qualificazione e riqualificazione professionale e corsi sulla sicurezza. L’attività formativa è in continuo fermento: si organizzano corsi di guida alla realizzazione di una muratura antisimica o seminari e workshop di approfondimento come quello sulla gestione dei rifiuti nei cantieri edili. Formedil Pescara aderisce a Fondi interprofessionale Fondimpresa e ha realizzato, tramite Fondimpresa 2, progetti sul tema della sicurezza e della tutela dei lavoratori nei luoghi di lavoro, coinvolgendo circa 200 imprese del suo territorio. Il Formedil Pescara è accreditato dalla Regione Abruzzo e si avvale della certificazione RINA Iso 9001. La Scuola ha inoltre realizzato uno spot per contribuire alla diffusione di una cultura della sicurezza (“Agganciati alla vita”), organizza una confe-renza stampa annuale per rendere pubblici i risultati ottenuti dall’Ente (nel 2009 ha raggiunto i 565 sopralluoghi nei cantieri edili della provincia di Pescara) e partecipa a Cementiamo la solidarietà, il programma di formazione professionale per il reinserimento lavorativo dei detenuti.

PRINCIPALI PARTENARIATI: INAIL; Università D’Annunzio (Ditac); Casa circondariale di Pescara.

Manifesti delle iniziative organizzate annualmente dalla Scuola nell’ambito della settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro.

E.F.S.E. – Ente Paritetico Unificato per la Formazione e la Sicurezza per l’industria edilizia ed affini della Provincia di Teramo

Via Gabriele D’Annunzio, 28 – 64100 Teramo

PRINCIPALI PARTENARIATI: INAIL Regione Abruzzo.

BIBLIOGRAFIA: La sicurezza del lavoro nel settore edile teramano (2010).

L’Ente Scuola Edile della Provincia di Teramo è stato costituito il 27 luglio 1990; in data 12 giugno 2006, è stato costituito l’Ente Paritetico Territoriale Unificato per la Formazione e la Sicurezza per l’industria edilizia ed affini della provincia di Teramo E.F.S.E. e la Scuola è confluita in detto Ente. La Scuola Edile è stata costituita dalle Parti Sociali territoriali come risposta alle esigenze formative ed occupazionali che negli anni Novanta caratterizzavano di nuovo fortemente il comparto. La Scuola si è subito connotata come strumento necessario per inserire i giovani nel settore offrendo dunque prevalentemente una formazione di ingresso. Date queste finalità, l’Ente è riuscito a coinvolgere nella propria attività le imprese e le istituzioni locali che hanno collaborato attivamente affinché l’attività formativa potesse svolgersi nel modo più incisivo. Nel corso degli anni la Scuola ha svolto una attività formativa via via più ampia per le figure professionali del settore, usufruendo anche di

contributi europei. Dopo un periodo di inattività in questo settore, l’Ente è ora in procinto di riavviarla. L’E.F.S.E. svolge inoltre correntemente la formazione sulla sicurezza, così come stabilito dalle norme legislative e contrattuali.La sede della Scuola, al momento, si trova nel centro di Teramo, ma si sta valutando la possibilità di reperire una nuova sede.All’interno del Protocollo d’intesa in tema di prevenzione infortuni e igiene del lavoro stipulato con la Direzione Regionale INAIL per l’Abruzzo, la Scuola ha realizzato il Progetto L.E.S.I.R. (Lavoro Edile Sicuro e Imprese Regolari) che punta a raccogliere e diffondere informazioni in materia di rischi e danni da lavoro, realizzando azioni di tipo formativo ed informati-vo per la diffusione di buone pratiche di sicurezza.

Corso perforatori piccolo diametro.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

E.S.E.Ma. – Ente Scuola Edile della Provincia di MateraViale delle Nazioni Unite, 43 – 75100 Matera

E.F.M.E.A. – Ente per la formazione professionale delle maestranze edili ed affini della Provincia di PotenzaVia dell’edilizia, s.n. – 85100 Potenza

L’E.S.E.Ma., Ente di formazione accreditato presso la Regione Basilicata, è stato fondato nel 1962 per rispondere all’esigenza di strutturare la formazione delle maestranze edili, che nella provincia erano già molto qualificate e il cui aggiornamento si rendeva necessario vista l’evoluzione dei materiali e delle attrezzature. Matera è sede di molte azien-de produttrici di laterizi che costituisco par te essenziale del tessuto produttivo locale: conseguentemente, il settore edile è stato ed è ancora il comparto trainante dell’intera economia provinciale. In vir tù di ciò la Scuola è al centro di un sempre crescente livello di relazioni con il territorio: amministrazioni pubbliche locali, tecnici e professionisti, Istituti per Geometri e Professionali. L’Ente rappresenta un sistema formativo aper to e flessibile, in grado di recepire le diverse esigenze che provengono dal territorio, sia per l’av-viamento al lavoro, sia per la riqualificazione professionale di chi già lavora. L’evoluzione e il cambiamento nell’ambito della formazione professionale hanno indirizzato le attività dell’Ente verso domande formative nuove, imponendo rilevanti investi-menti nell’aggiornamento tecnico-didattico degli insegnanti, nell’assunzione di nuovi collaboratori e nell’applicazione di tec-nologie e metodologie nuove. L’offer ta formativa della Scuola è molto cambiata nel tempo: par tendo da corsi puramente pratici nel primo decennio (carpenteria, muratura, lavorazione del tufo), si è passati a corsi più specifici sia per operai sia per operatori del settore (capocantiere, assistente tecnico, responsabile della sicurezza).Si sono sviluppati corsi di informatica: dall’E.C.D.L. ai corsi di autocad / archicad e modellazione tridimensionali. Di rilievo an-che l’esperienza nell’organizzazione dei corsi sulla sicurezza nei cantieri in collaborazione con il CPT. Una par ticolare attenzione viene rivolta ai corsi sull’apprendistato: l’E.S.E.Ma. ha par teci-pato alle sperimentazioni del Formedil e della Regione Basilicata e fornisce supporto alle imprese edili formando sia apprendisti, che tutor aziendali. Come ultima esperienza di rilievo si ricorda la formazione per perforatori di piccolo e grande diametro per il conseguimento del patentino di abilitazione. Nel 1998 le Par ti Sociali territoriali hanno deciso di accentrare le sedi di Cassa Edile, E.S.E.Ma. e CPT in un’unica struttura.

L’E.F.M.E.A. è stato costituito nel 1978 come struttura di tipo convittuale. L’Ente, nel primo decennio di vita, si è concentrato prevalentemente sulla formazione di figure professionali tradizionali quali carpentieri, muratori, conduttori gru e macchine movimento terra. Successivamente ci si è indirizzati anche verso la formazione di figure professionali altamente qualificate e specializzate. Tra le esperienze significative vanno ricordati un corso per saldatori certificati (1999), realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano della Saldatura di Genova e il corso per Addetti al rilievo aerofotogrammetrico (2000) realizzato in collaborazioni con il CNR. Mol-te sono le risorse dedicate al settore del restauro. L’E.F.M.E.A. dispone di un attrezzato laboratorio chimico dotato di microscopi e sofisticate strumentazioni oltre ad un ampio ambiente attrezzato per svolgere le attività pratiche. È stata avviata una proficua collaborazione con l’Istituto Centrale del Restauro di Roma, che ha fornito consulenza, docenti ed assistenti tecnici per vari corsi di formazione. Tra gli altri si segnalano: corsi per addetti al restauro della pietra con annessi stage per il restau-ro del portale della cappella del Castello di Lagopesole (1995) e per il restauro del tempietto di S. Gerardo a Potenza (1996); corso per addetti al restauro archeologico (1997) e corso per addetti al restauro degli

intonaci (1998) con stage di restauro degli altari della Chiesa di S. Rocco di Pignola e restauro del Portale della chiesa di S. Maria Nova di Melfi. La Scuola inoltre porta avanti progetti internazionali di restauro in collaborazione con gli Enti di formazione edile de La Coruña (Spagna) e di Lisbona (Portogallo). I numerosi obblighi di legge in materia di sicurezza, inoltre, hanno spinto l’Ente ad ampliare la propria offerta formativa con corsi per coordinatori della sicurezza, RSPP, RLS, ponteggiatori, addetti al primo soccorso e addetti al servizio antincendio.La Scuola, infine, ha ricevuto una menzione speciale sulla «Rivista Italiana del restauro» per gli interventi effettuati sul portale della cappella gentilizia del Castello di Lagopesole e una menzione sulla «Rivista Italiana della Saldatura», per i corsi di saldatori certificati secondo le norme UNI-EN.

Un momento del corso Perforatori grandi diametro.

L’Ente è fornito di un laboratorio attrezzato con numerosi macchinari.

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Le Scuole Edili si raccontano

L’Ente, istituito nel 1959 come Servizio addestramento professionale lavoratori, nel 1963 modifica la denominazione in Ente Scuola Edile. Fino al 1987 l’attività è caratterizzata prevalentemente dall’organizzazione di una formazione rivolta a figure quali muratori, carpentieri, ferraioli, cementisti, idraulici-tubisti. Nel 1987 l’Ente – ospitato sino ad allora nella sede della associa-zione degli industriali – si dota di una sede propria. Altra tappa importante è l’istituzione, nel 1997, del CPT che si avvale della sede e della struttura professionale della Scuola. L’implementazione del disegno organizzativo ha portato ad una struttura capace di porsi quale riferimento importante, in ambito non solo provinciale, per tutte le questioni inerenti lo sviluppo delle risorse professionali e la tutela della sicurezza in edilizia. Nel 2005 la struttura formativa viene certificata secondo la norma ISO 9001:2005, con successiva verifica e certificazione, nell’ottobre 2009, secondo la norma UNI EN ISO 9001:2008. Con l’acquisizione in affitto di una sede formativa (2009) nella zona industriale dell’area urbana, l’E.S.E.C. è divenuta struttura ac-creditata per la progettazione e l’erogazione di formazione continua, secondo quanto stabilito dalla legge regionale. Nell’offerta

formativa della Scuola spiccano le due edizioni residenziali del corso per addetti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi, organizzato a Diamante. Le intese interistituzionali per promuovere la cultura della sicu-rezza rappresentano un altro ambito di valore; con la Provincia di Cosenza e l’INAIL Calabria si è dato vita, tra gli altri, al progetto La sicurezza va a scuo-la, il primo importante intervento in Calabria di formazione alla sicurezza sul lavoro, destinato a giovani in procinto di uscire dal ciclo di studi della scuola secondaria superiore. Un’altra iniziativa per la promozione della sicurezza nei cantieri promossa insieme all’INAIL Calabria è In camper: ingegneri e medici hanno raggiunto in camper 30 cantieri e circa 600 edili. Nell’ultimo semestre del 2010, in collaborazione con l’AIF, sono state organizzate 2 edizioni del corso per perforatori piccolo diametro, dando una risposta di qualità alle esigenze delle imprese locali. Sempre nell’ambito delle intese interistituzionali per il progetto 16ore, l’Ente ha sottoscritto, primo in Italia, un accordo con l’ordine professionale dei Consulenti del lavoro per favorire la diffusione e l’applicazione della norma e la partecipazione ai corsi. Da settembre 2009 l’ente è tra i soggetti attuatori del progetto Fondimpresa – Formedil, soggetto proponente – Per un futuro oltre la crisi: la formazione continua nel settore delle costruzioni, destinato ai lavoratori in mobilità del ex Consorzio Scilla. Un’esperienza che per le caratteristiche dell’utenza rap-presenta una occasione di crescita della struttura, dovendosi misurare con problematiche mai affrontate prima.

Un momento di uno dei corsi per addetti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi giudicati da Stefano Cesari «i migliori corso-funi, per qualità organizzativa, assistenza didattica e dunque risultati conseguiti, della mia esperienza di docente in tutt’Italia».

Ente Scuola per le Industrie Edilizia ed Affini delle Province di Catanzaro Crotone e Vibo ValentiaCaffara di Catanzaro – Località Profeta – 88050 Catanzaro

La Scuola Edile per le Province di Catanza-ro, Crotone e Vibo Valentia viene istituita nel 1980 con l’obiettivo di contribuire alla qua-lificazione delle maestranze del settore edile e di migliorare la competitività delle imprese operanti nel settore. Fin dall’inizio, nono-stante le difficoltà del territorio, le proposte formative della Scuola sono state guardate con interesse e curiosità, ma sono state so-prattutto le nuove normative vigenti in mate-ria di sicurezza, di igiene, di qualificazione e professionalizzazione che hanno consentito un’intensificazione e specializzazione delle attività formative. L’analisi del mutevole fab-bisogno formativo del settore e del territo-rio in cui la Scuola opera ha suggerito, nel

tempo, alcuni cambiamenti nell’offerta formativa. Inizialmente i principali destinatari della formazione attuata sono stati i disoccupati quindi la Scuola ha istituito tantissimi corsi specifici per profili professionali operanti nel settore edilizio quali mu-ratori, restauratori, assistenti tecnici di cantieri, carpentieri e ferraioli. Oggi invece, in un’ottica di sviluppo e miglioramento delle capacità professionali e culturali degli addetti al settore, la Scuola punta sulla formazione continua, la qualificazione, la specializzazione e l’aggiornamento di operai, impiegati amministrativi e tecnici, con particolare attenzione a tutti gli aspetti relativi all’infortunistica, all’igiene e alla sicurezza sul lavoro. La Scuola programma periodicamente corsi destinati a lavora-tori occupati che intendono ricoprire, all’interno dell’azienda per cui lavorano, dei ruoli di responsabilità soprattutto in materia di sicurezza (RLS, RSPP, Coordinatori della sicurezza). Con l’obiettivo di adeguare le capacità tecniche delle maestranze alle nuove tecnologie costruttive, la Scuola è stata tra le prime ad attivare i corsi di abilitazione per operatori di macchine complesse (in particolare perforatori di piccolo e grande diametro).Dal 2000 la Scuola svolge la sua attività in una nuova sede, progettata per rispondere in modo ottimale alle esigenze di con-testuale acquisizione di conoscenze teoriche e abilità operative, dotata pertanto di aule più grandi, di laboratori specialistici e cantieri di simulazione e di un ampio spazio esterno utilizzabile per le esercitazioni pratiche.

E.S.E.C. – Ente Scuola Edile Cosenza Via Gugliemo Tocci, 4 – 87100 Cosenza

L’interno della nuova sede della Scuola.

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E.S.E.F.S. – Ente Scuola Edile per la Formazione e la Sicurezza della Provincia di Reggio CalabriaVia Vecchia San Sperato, 2/A – 89133 Reggio Calabria

L’E.S.E.F.S., istituito il 28 ottobre 2002, rappresenta la continuazione di due organismi: l’Ente Scuola Edile dell’Industria Edilizia ed Affini della provincia di Reggio Calabria, fondato nel 1960 con lo scopo di svolgere il compito di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale del settore, e il CPT di Reggio Calabria e provincia, fondato nel 1998. Du-rante i 50 anni di attività l’Ente ha formato e qualificato maestranze e tecnici di cantiere, responsabili del servizio di pre-venzione e protezione e rappresentanti dei lavoratori, coordinatori per la sicurezza. Nel tempo l’E.S.E.F.S. ha subito diversi cambiamenti: l’attività era iniziata con corsi rivolti agli operai svolti direttamente nei luoghi di residenza. Successivamente le parti sociali hanno valutato positivamente l’operato dell’Ente ed hanno deciso di costruire uno stabile per permettere a tutte le imprese e ai lavoratori di poter accedere all’aggiornamento e alla qualificazione. L’offerta formativa si è nel tempo trasformata passando dal tradizionale addestramento per lo più di operai edili a veri e propri percorsi formativi. L’E.S.E.F.S. dal 1990 ha sede in uno stabile di proprietà, dotato di un impianto fotovoltaico per il risparmio energetico, e di un impianto per la raccolta dell’acqua piovana ad uso irriguo. L’Ente ha partecipato nel 2000 a due Programmi Leonardo da Vinci: Transformity, per l’individuazione di un percorso di formazione degli addetti dell’industria edile e di sensibiliz-

zazione delle imprese in materia di rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e di demolizione e Safety per l’acquisizione di nuove competenze nella prevenzione e primo intervento in caso di eventi calamitosi. Nel 2005 ha partecipato al Programma Leonardo da Vinci II 2000/06: Progetto pilota - Sviluppo e promozione di metodologie comuni per il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali nel settore dell’edilizia, all’in-terno del processo di modularizzazione della formazione continua (SWAP). Dal 2002 l’Ente ha ottenuto la Certificazione di Qualità dalla SICIV per “Progettazione, gestione ed erogazione formazione, obbligo formativo, formazione obbligatoria per i contratti a causa mista (apprendistato e contratti d’inserimento), orientamento e attività ad esse propedeutiche, con particolare riferimento all’edilizia e alla sicurezza sul lavoro”; dal 2007, inoltre, l’Ente è accreditato dalla Regione Calabria.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2004 Protocollo d’intesa con INAIL Direzione Regionale Calabria; Università Mediterranea di Reggio Calabria - Progetto ICARO PON ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e alta formazione 2000-2006 – L’Incubatore Universitario d’Impresa; progetto UnImpresa II in collaborazione con l’Università Mediterranea. 2007 Protocolli d’intesa con la Provincia di Reggio Calabria – Settore Ambiente ed Energia; ISPSEL; INAIL – Progetto Camperando. 2009 Protocolli d’intesa con: Università per Stranieri “Dante Alighieri” – Reggio Calabria; CGIL di Reggio Calabria – Locri; INAIL direzione regionale Calabria; Direzione Regionale del Lavoro Calabria e CPT provincia di Cosenza.

La Scuola Edile è stata fondata nel 1978 per supportare le aziende ed i lavoratori nei processi di crescita profes-sionale. Attraverso percorsi formativi specifici, già dal-la sua fondazione, la Scuola ha svolto una funzione di orientamento al settore delle costruzioni per i giovani in cerca di opportunità lavorative. Anche la riqualificazio-ne professionale ha storicamente impegnato la struttura, consentendo ai lavoratori di accrescere le proprie com-petenze migliorando le prestazioni lavorative. Nel conte-sto provinciale, sin dalla sua fondazione, la Scuola Edile ha stabilito importanti rapporti di collaborazione con le istituzioni, svolgendo un ruolo rilevante nel settore delle costruzioni, con numerose azioni formative, utilmente in-serite nel comparto produttivo. L’offerta formativa segue le richieste e gli orientamenti

del settore, in piena aderenza con le indicazioni del Formedil nazionale che, recentemente, ha anche definito nel PSP le modalità di realizzazione dei percorsi formativi per singole esigenze. Nella definizione dell’offerta formativa, resta prio-ritaria la programmazione di corsi per le figure professionali tradizionali dell’edilizia: muratore, carpentiere e addetto alle macchine per movimento terra, anche se per singole unità di competenze. Anche i corsi sulle tematiche del risparmio energetico, del rumore, delle vibrazioni e dell’ingegneria naturalistica, sono stabilmente inseriti nell’offerta formativa riscuotendo un crescente interesse. Il corso 16ore, destinato ai neo assunti del settore, fa registrare un ottimo livello di soddisfazione tra gli allievi e le imprese che ricevono il lavoratore formato. La Scuola Edile è regolarmente accreditata presso la Regione Campania e ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001:2008 EA 37.

Foto ricordo dell’inaugurazione della Scuola Edile.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Dal 2009 la Scuola aderisce alla rete REFORME.

C.F.S. – Centro per la Formazione e la Sicurezza in Edilizia della Provincia di AvellinoVia San Lorenzo, 1 - 83042 Atripalda (AV)

La sede della Scuola Edile.

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Le Scuole Edili si raccontano

CE.F.M.E. – Centro Formazione Maestranze Edili della Provincia di BeneventoVia Maria Pacifico, s.n. – 82100 Benevento

La Scuola Edile di Benevento è stata costi-tuita nel 1982, ma ha iniziato la sua attività nel 1990. La conoscenza puntuale dei vinco-li e delle risorse che attualmente connotano l’evoluzione delle imprese edili nel contesto meridionale, ha consentito alla Scuola di pre-disporre percorsi professionalizzanti coerenti con i fabbisogni rilevati. Notevole impulso è stato dato alle attività di aggiornamento e riqualificazione professionale. La realizza-zione degli interventi progettati dalla Scuola nell’ambito della formazione continua ha ri-chiesto un forte impegno iniziale nell’analisi della domanda formativa che il settore espri-meva, con una valutazione articolata secondo variabili territoriali. La Scuola ha iniziato la propria attività con un corso rivolto a neo diplomati geometri per assistente tecnico di cantiere e uno di lettura del disegno per operai; sono seguiti i corsi per contabile edile, e nel 1995 un corso Auto-Cad. Tra il 1997 e il 2004 sono stati realizzati corsi di coordinatore per la sicurezza rivolti a tecnici del settore; il successo di questa proposta formativa ha sancito il riconoscimento della fiducia nella qualità dei servizi formativi della Scuola. Negli ultimi anni (2002-2006) si sono realizzati corsi di apprendistato, per assicuratore e valutatore interno alla qualità e corsi autofinanziati sulla sicurezza sul lavoro (riconosciuti dalla Regione Campania). Nel tempo l’Ente ha raggiunto positivi risultati ed è in grado di garantire qualità nella gestione dei processi formativi e nei rapporti con i suoi interlocutori istituzionali. I risultati emersi dalle indagini e dagli interventi svolti a favore delle imprese, hanno rappresentato un beneficio aggiuntivo e significativo in un contesto, quale quello meridionale, nel quale la carenza di informazioni limita la possibilità di cogliere opportunità di mercato, di innovazione e di cooperazione all’interno del processo economico. Tra il 1990 e il 2004 il FSE ha finanziato varie attività formative della Scuola; tra il 2006 e il 2009 si sono svolti vari corsi finanziati FSE Regione Campania PIT Città capoluogo. Per il 2010 il CE.F.M.E. ha in programma, tra gli altri, corsi autofinanziati riconosciuti dalla Regione Campania per addetto alla rimozione e smaltimento di materiali contenenti amianto. La qualità delle maestranze formate dalla Scuola ha avuto una conferma con gli ottimi risultati ottenuti nella finale nazionale di Ediltrophy 2009 dove la squadra del CE.F.M.E. si è classificata seconda.Nell’anno 2007 la Scuola si è trasferita nella nuova sede dove sono raccolti tutti gli Enti Bilaterali della Provincia ed è ora in atto l’allestimento di un cantiere scuola per le attività relative ai nuovi ingressi in edilizia.

Il Centro, nato nel 1953, cura l’aggiornamento, la qualificazione e la riqualificazione degli addetti delle imprese di costruzioni nonché la formazione di quanti intendono rivolgere l’attività lavorativa verso questo settore, inserendo nell’attività didattica tecno-pratica l’utilizzo dei nuovi materiali da costruzione e le nuove tecnologie. L’Ente collabora attivamente con le scuole di istruzione e con l’Università per favorire il diffondere della cultura professionale edile proponendo ed attuando attività a sostegno ed integrazione dei curricula scolastici. Il Formedil Caserta pone particolare attenzione nella proposizione di attività formative ed informative legate al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro realizzando attività a sostegno delle imprese e dei lavoratori con percorsi formativi rivolti ai datori di lavoro, ai lavoratori addetti alle emergenze, ai coordinatori per alla sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, RSPP, RLS. Inoltre è operativo uno sportello informativo, in collaborazione con il CPT, per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro e per le problematiche inerenti all’applicazione delle normative sulla sicurezza. Le attività formative vengono svolte secondo le più aggiornate metodologie didattiche che prevedono il coinvolgimento attivo dei partecipanti mediante esercitazioni pratiche supportate dalle lezioni in aula e il percorso formativo si conclude con un periodo di affiancamento in azienda, in cui gli allievi si confrontano con la realtà lavorativa. Il Centro svolge l’attività formativa diretta utilizzando i fondi contrattuali o le occasioni finanziarie proposte dall’Unione Europea (FSE) Nazionali e Regionali,

organizzando tra gli altri corsi per idraulico impiantista, operatore macchine movimento terra e per restauratore pulitore. Numerosi an-che i corsi autofinanziati. Attualmente l’Ente è impegnato nella formazione periodica sulla sicurezza, apprendistato e 16ore.Il Centro ha svolto, inoltre, una ricerca fi-nanziata dal FSE – Regione Campania dal Titolo Censimento delle Professioni a ri-schio di estinzione in collaborazione con la B.A.A.A.S., l’ANCE, la Camera di Commer-cio e la Cassa Edile.La sede della Scuola dispone, oltre che di aule e laboratori, di uno spazio esterno di 33.000 mq per le esercitazioni pratiche e di spazi attrezzati per le attività ricreative.

BIBLIOGRAFIA: Censimento delle professioni a rischio di estinzione. Il Centro ha pubblicato inoltre un opuscolo sulla sicurezza in applicazione dell’art. 21 Titolo 1 – capo VI del D.Lgs. 626/94.

Formedil Scuola Edile di CasertaVia Provinciale – 81047 Macerata Campania (CE)

La sala conferenze della Scuola Edile.

L’esterno della Scuola Edile.

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Le Scuole Edili si raccontano

C.F.M.E. Centro per la Formazione delle Maestranze Edili di Napoli e provinciaVia Leonardo Bianchi, 36/40 – 80131 Napoli

Si deve alla lungimiranza delle parti sociali se a Napoli, nel 1953, si è costituito il primo Centro di Formazione delle Maestranze Edili del Meridione concepito come mezzo essenziale per affinare e perfezionare le capacità tecniche delle maestranze e miglio-rare e accentuare il loro rendimento nella produzione. L’attività del Centro ebbe inizio nel 1955 con la progettazione di due corsi, uno per assistenti edili, l’altro per muratori. Nello stesso anno, la sede di via Leonardo Bianchi fu riconosciuta dal Ministero del Lavoro come Centro di Addestramento Professionale per Lavoratori; in seguito furono considerate idonee al conseguimento delle finalità istituzionali anche le sezioni staccate di San Sebastiano al Vesuvio, di Giugliano in Campania, di Boscoreale. Negli anni Sessanta sono stati inseriti nel programma corsi di prevenzione infortuni in cooperazione con l’E.N.P.I. e con l’Ispettorato del Lavoro. Nel 1989 viene inaugurata la nuova sede e l’attività riprende valutando anche le possibilità offerte dalla Comunità Europea in ambito di finanziamenti pubblici. Le competenze ed il know how accumulati dall’Ente durante la sua lunga attività, gli hanno per-messo di mantenere una posizione di primo piano nel settore, soprattutto per quanto concerne le tematiche inerenti la sicurezza nei cantieri edili, le tecniche di costruzione, il disegno tecnico, l’organizzazione dei cantieri edili per specializzazioni esecutive, il recupero edilizio e la contabilizzazione delle opere edili.Nel tempo l’Ente ha instaurato una serie di relazioni: proponendo attività integrative di concerto con le scuole secondarie, parte-cipando alla progettazione di percorsi IFTS con l’Università e con la progettazione ed esecuzione di moduli formativi nell’ambito dei tirocini aziendali. L’Ente collabora attivamente con il mondo delle imprese che forniscono assistenza progettuale, ospitano

gli allievi per periodi di stage e per visite di studio.Il C.F.M.E. ha ottenuto l’accreditamento presso la Regione Campania per la formazione iniziale, continua e superiore ed è in pos-sesso della Certificazione di Qualità ISO 2001. L’attuale sede, inaugurata nel 1989, è stata concepita con tutti i moderni criteri tipici del “polo funzionale”: si tratta di un’opera progettata dall’architetto Arrigo Marsiglia, che ha saputo combinare e fondere insieme funzionalità, arte e gusto del moderno. La sede storica è ancora in uso e ospita il CPT di Napoli e provincia.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Il C.F.M.E. ha in essere, per erogazione di attività formative, convenzioni con l’Università, Scuole ed Imprese.

La Scuola Edile di Salerno è nata nel 1981. Dalla costituzione l’impegno è stato rivolto alla definizione di percorsi di sviluppo, differenziati in base alle esigenze manifestate dalle imprese ed alle specificità settoriali o tipologiche. La Scuo-la si è caratterizzata come una struttura capace di rispondere, da una parte, ai bisogni imposti dal mercato del lavoro, dal rinnovamento tecnologico, dalla nuova organizzazione produttiva delle imprese e, dall’altra, alla domanda di qua-lificazione ed aggiornamento professionale proveniente dai giovani e dagli stessi lavoratori del settore.Nel rispetto di quanto stabilito nelle norme che regolamentano i contratti e gli accordi collettivi della categoria, la missione dell’Ente è quella di dare impulso alla istruzione professionale come mezzo essenziale per la formazione delle ma-estranze edili della provincia di Salerno ed in generale in tutti i comparti produttivi attraverso la promozione, organizzazione ed attuazione in ambito territoriale, di iniziative formative rivolte a giovani che si affacciano per la prima volta al mondo delle professioni edili; la qualificazione, la riqualificazione nonché la specializza-zione e l’aggiornamento di operatori, tecnici ed imprenditori del settore per far fronte alle innovazioni ed alle emergenze che provengono dal mercato del lavoro; la realizzazione di corsi di formazione per giovani assunti con contratti a causa mista (formazione-lavoro, apprendistato, contratti d’inserimento); la partecipa-

zione attiva all’organizzazione di convegni, incontri ed iniziative culturali volte all’innalzamento degli standard qualitativi dei servizi offerti dalle imprese e la promozione di metodologie innovative di intervento. Gli aspetti più importanti dell’offerta formativa oggi sono rappresentati dalla formazione per l’apprendistato e dalle iniziative di formazione continua.La sede della Scuola è in un edificio del Comune di Salerno, precedentemente adibito a scuola elementare. Restaurato a cura della Scuola, edile da dieci anni viene utilizzato come sede per gli uffici e le attività in aula. I laboratori sono situati a circa un chilometro dalle sede.La Scuola viene considerata dal sistema delle imprese e dall’ANCE di Salerno un valido strumento per il miglioramento delle competenze degli addetti e per la possibilità di assumere giovani con una buona formazione di base.

Ente Scuola Edile Salerno Via Cerzone – 84129 Brignano (SA)

PRINCIPALI PARTENARIATI: La scuola fa parte della rete REFORME dalla sua costituzione. Negli anni ha svolto azioni di scambio di allievi e docenti con scuole della Francia, della Spagna e della Germania.

Un’allieva della Scuola Edile.

L’aula magna del C.F.M.E. Un momento dell’attività formativa.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

La Scuola Professionale Edile viene fondata nel 1953, per volere contrattuale delle associazioni industriali edili e dei sin-dacati dei lavoratori edili e si concretizza nella forma attuale nel 1988, fondendo in un unico strumento di formazione le volontà e capacità delle Associazioni Edili Industriali, Cooperative, Artigiane e dei Sindacati dei Lavoratori edili. L’E.U.S.P.E. (Ente Unitario Scuola Professionale Edile) è un Ente che ha lo scopo di provvedere alla formazione, al miglioramento ed al perfezionamento delle capacità tecniche ed operative degli addetti che già hanno indirizzato o intendono indirizzare la loro attività nel campo edile e del restauro architettonico. Assolve inoltre a compiti di orientamento e qualificazione dei giovani, dei tecnici e degli imprenditori. Tra le principali attività formative realizzate figurano: corsi per tecnici del restauro, corsi di qualifica e specializzazione per capocantiere, edilizia storica, operatore edile e caposquadra, corsi di aggiornamento come lettura del disegno, muratore in laterizio faccia a vista, pavimentista, posatore, carpentiere ferraiolo, operatori del restauro, gruista, conduttore macchine movimento terra, apprendistato, collaborazioni per master post laurea, tirocini formativi con la facoltà di architettura / ARDSU, corsi obbligatori per ponteggiatori, L. 235, convenzione con l’Università di Ferrara. L’Ente

ha ottenuto l’accreditamento regiona-le dal 1988 per: formazione sul lavoro, formazione superiore, apprendistato, formazione a distanza, formazione per ambiti speciali ed è in posses-so della certificazione di qualità ISO 9001 dall’anno 2000. L’E.U.S.P.E. è stata inserita nel repertorio europeo dei centri di formazione di eccellenza per i mestieri del patrimonio culturale dal Consiglio d’Europa.

I.I.P.L.E. – Ente Scuola Edile di BolognaVia del Gomito, 7 – 40127 Bologna

L’Ente viene fondato nel 1947 con lo scopo di affinare e per-fezionare le capacità tecniche e culturali delle maestranze edili e di migliorare ed aumentare il loro rendimento nella produzione. Già nella delibera di fondazione venne autoriz-zato il Direttore a noleggiare una motocicletta allo scopo di recarsi nelle località della Provincia ove si riteneva neces-sario istituire dei corsi. Vennero attivati corsi per muratori, occupati e disoccupati, e per imbianchini in tutti i comuni della Provincia e vennero organizzate visite a cantieri scuola di altre città tra cui Genova.Da un’offerta che era dedicata prevalentemente a muratori e imbianchini, attualmente si è passati all’organizzazione di corsi dedicati a tutte le figure operaie e impiegatizie delle aziende nonché a imprenditori e professionisti. Numerose attività formative vengono realizzate in collaborazione con gli Istituti Tecnici e l’Università. Varie attività corsuali sulle tematiche della sicurezza si realizzano presso i cantieri. Il corso più importante è da alcuni anni quello per tecnico superiore (IFTS) che si realizza anche con periodi formativi all’estero. L’Ente ha realizzato diversi cantieri Scuola tra cui si ricordano quelli presso l’Antoniano di Bologna e presso il Collegio di Spagna a Bologna.La Scuola ha una sede centrale a Bologna e una distaccata a Imola. La nuova sede di Imola è stata inaugurata nel 1996, mentre la sede di Bologna è stata oggetto di ampliamenti nel 2006 e nel 2008 è stata dotata di un impianto fotovoltaico all’avanguardia.Numerosi i riconoscimenti ottenuti: Premio speciale della giuria 4ª Rassegna - Concorso dei materiali per l’educazione alla salute e sicurezza sul lavoro (2004 Regione Emilia Romagna);Premio Lavoratori stranieri 5ª Rassegna – Concorso (2006 Regione Emilia Romagna); Premio Alberto Manzi (2009 Regione Emilia Romagna). Nel 2008 e nel 2009 la squadra della Scuola si è classificata prima nella gara di arte muraria Ediltrophy. La Scuola realizza ogni settimana la trasmissione Edilizia Sicura dedicata al tema della sicurezza sul lavoro nel settore edile.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Formedil Regionale; Rete degli Istituti tecnici per Geometri provincia di Bologna; Università di Bologna; Enti di formazione della Provincia di Bologna e di altre province della Regione.

BIBLIOGRAFIA: Indagine conoscitiva sui lavoratori immigrati del settore edile in provincia di Bologna (2007); la Scuola pubblica regolar-mente il periodico «Notiziario dell’Istituto Professionale Edile di Bologna e provincia» e gli atti del Convegno annuale IIPLE-CPTO sui dati della sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e Provincia. Numerosi anche i prodotti multimediali: Presentazione su VHS dell’Istituto - anno 1996/1997; Lavorare in sicurezza: il cantiere edile, DVD formativo per lavoratori in lingua italiana, araba, albanese, rumena; La sicurezza sul lavoro e…personaggi dello spettacolo, DVD per la formazione alla sicurezza nelle scuole superiori.

Nel 2008 la Scuola si è dotata di un sistema di pannelli fotovoltaici.

Dettaglio di alcuni interventi di restauro.

E.U.S.P.E. – Ente Unitario Scuola Professionale Edile di FerraraVia Giovanni XXIII, 56 – 44100 Ferrara

PRINCIPALI PARTENARIATI: Comitato Patrimonio Culturale del Consiglio d’Europa.

BIBLIOGRAFIA: Antichi mestieri della tradizione edilizia ferrarese (2006).La Scuola ha partecipato alle seguenti pubblicazioni del Formedil: Abc dell’Edilizia; Atlante del lavoro in edilizia; Piattaforma fad-capo-cantiere dell’edilizia storica.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

Nuova Scuola Edile della Provincia di Forlì-CesenaVia Campolongo, 69 – 47032 Panighina di Bertinoro (FC)

La Nuova Scuola Edile della Provincia di Forlì Cesena viene costituita nel 1985. Con il declino del tradizionale apprendi-stato di cantiere si è ritenuto di dare vita a una tipologia di formazione professionale in grado di proporre, sia ai giovani sia alle maestranze già occupate, corsi legati alle tecniche tradizionali e alle modalità di intervento più avanzate. Fin dall’inizio si è tenuto un rapporto diretto con le imprese presenti nella Provincia, rispondendo alle esigenze pervenute e, soprattutto, promuovendo iniziative formative volte a una migliore qualificazione del personale occupato. L’offer ta formativa nel corso dei primi anni, si è incentrata soprattutto sulla preparazione delle maestranze già occupate in corsi brevi e modulari sulle tecniche tradizionali di muratura, carpenteria, pavimentazioni, intonaci, coperture in legno. Successivamente si è operato anche in collaborazione con il Formedil e nell’ambito del progetto europeo REFORME, sulle pratiche del restauro edilizio con l’utilizzo dei materiali storici: legno, pietra, laterizio, calce. Oggi la scuola intervie-ne a 360 gradi su tutte le tipologie formative con particolare riferimento all’utilizzo in sicurezza delle moderne tecnologie di cantiere. Negli ultimi dieci anni l’impegno più oneroso ha riguardato l’obbligo formativo, con corsi biennali per giovani dai 15 ai 18 anni da immettere nel mondo del lavoro.La sede si trova a Panighina di Bertinoro ed è in atto, inoltre, un ampliamento che moltiplicherà di tre volte gli spazi attuali.Negli anni la Scuola ha ottenuto numerosi riconoscimenti nell’ambito degli scambi internazionali. L’Ente, infine, è dotato di tutti gli accreditamenti per accedere ai finanziamenti euro-pei, regionali e provinciali.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Negli anni Novanta è stata svolta un’attività di partenariato con la Scuola Edile di Kassel in Germania. Scambi internazionali sono stati inoltre effettuati con le Scuole Edili di Den Haag (Olanda), Barcellona e Valladolid (Spagna).La Scuola fa parte del Formedil Emilia Romagna.

Allievi in un cantiere di opere stradali.

La Scuola Edile della Provincia di Modena è stata costituita nel 1956. Le esigenze a cui l’Ente ha voluto rispondere sono state quelle previste dalla contrattazione nazionale e cioè operare per una qualificazione professionale delle maestranze edili e promuovere il lavoro edile sul territorio.Inizialmente la Scuola si è concentrata sui giovani, promuovendo l’at-tività formativa professionale sia tra i ragazzi che avessero assolto all’obbligo scolastico (allora III media) sia tra gli studenti degli istituti per geometri della provincia.L’offerta formativa è oggi ampia e diversificata. Riassumendo si può affermare che il 40% dell’attività svolta è professionalizzante e il 60%, invece, è dedicato alla prevenzione e sicurezza sul lavoro. I corsi serali professionalizzanti al mestiere (muratore, posatore, lettura del disegno,

macchine movimento terra, gruista) permangono storicamente come il fiore all’occhiello della Scuola. La sede della Scuola è dotata di cinque aule, una biblioteca, un’aula magna, due laboratori, un cantiere scuola e una palestra per i lavori in quota. Negli anni gli ambienti sono stati modificati ed ampliati sulla base delle esigenze della richiesta e dell’offerta formativa. Nel tempo la Scuola ha ottenuto diversi riconoscimenti: nel 2007 ha ricevuto il Premio Awards della Sicurezza Fiera Ambiente Lavoro Bologna e il Premio speciale per la diffusione della cultura della sicurezza assegnato al periodico bimestrale «Progetto sicu-rezza in edilizia» edito dalla Scuola.Nel 2008 ha ottenuto di nuovo il Premio Awards della Sicurezza Salone della Sicurezza negli Ambienti di Lavoro Modena e il Premio per la progettazione dei Corsi per addetti e preposti al montaggio e smontaggio dei ponteggi; nel 2009 ha ricevuto di nuovo il Premio Awards della Sicurezza Fiera Ambiente Lavoro Bologna e il Premio per la progettazione per corso di alfa-betizzazione alla lingua italiana tecnica con didattica innovativa.

Scuola Edile della Provincia di ModenaVia dei Tipografi, 24 – 41122 Modena

PRINCIPALI PARTENARIATI: La Scuola fa parte del Formedil Emilia Romagna.

Esterno della Scuola con attrezzature per corso gruisti.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

C.S.E. – Centro Servizi Edili Formazione e Sicurezza ParmaVia Nobel, 13/A – 43100 Parma

L’Ente viene fondato nel 1962 e nei primi anni si occupa di formare gli operai del settore con corsi serali sulla lettura del disegno. I corsi erano sviluppati su calendari di tre mesi con 2 incontri settimanali di 3 ore cadauno che si svolgevano anche in sedi distaccate nella provincia.Dal 1978 l’attività cambia e viene incentrata prevalentemente sulla formazione biennale dei giovani usciti dalla scuola media. Dal 1987 alla formazione dei giovani minorenni si sono aggiunti i corsi post diploma per geometri, finalizzati alla loro qualifica-zione come tecnici di cantiere. Dal 2000 la Scuola opera sulla formazione continua per personale occupato e sulla formazione specifica per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Alcune conven-zioni con gli ordini professionali consentono al C.S.E. di gestire tutta la formazione della sicurezza per i liberi professionisti del settore. Sono attivi ogni anno i corsi post diploma per geometri e il percorso IFTS per diplomati e laureati.Ad oggi l’attività prevalente è la formazione continua per gli operai e la certificazione delle competenze all’uso delle macchine. Accordi provinciali con i CPI, infine, permettono la collaborazione per l’avviamento al lavoro dei disoccupati. La Scuola si occupa anche della stesura dei bilanci di competenza, orientamento al settore e analisi della offerta di as-sunzione per migliorare il rapporto tra domanda e offerta.La Scuola ha organizzato anche alcuni corsi per l’inserimento nel mondo del lavoro di persone immigrate con scarse opportunità: in 3 anni sono stati formati circa 220 lavoratori extracomunitari, dedicando ampio spazio alla formazione linguistica dei partecipanti. Tutti i corsi si sono svolti con il contributo del FSE e delle Imprese Edili della Provincia e tutti gli allievi sono stati inseriti in imprese edili della provincia per completare, con stage, la qualifica maturata durante il corso di formazione.Nel 2003, inoltre, è stato approvato dalla Provincia di Parma anche un corso integrato rivolto alle ragazze dell’Istituto Rondani con l’obiettivo di sensibilizzare l’utenza alle problematiche di genere del settore edile che spesso tende ad esclu-dere le donne da mansioni legate alle attività di cantiere. Il C.S.E. ha ottenuto l’accreditamento per la formazione di base, continua, superiore, orientamento e FAD dalla Regione Emilia Romagna e ha instaurato nel tempo proficui rapporti di collaborazione con la Facoltà di Ingegneria di Parma.

PRINCIPALI PARTENARIATI: La Scuola ha diversi partenariati europei: due Progetti Equal con Spagna, Francia, Portogallo, Norvegia; tre Pro-getti Leonardo con Francia, Belgio, Inghilterra e due Leonardo con Francia e Germania. La Scuola fa parte del Formedil Emilia Romagna.

Un momento di un corso sulla sicurezza.

L’Ente Scuola viene fondato in forza delle disposizioni contenute nell’art. 8 del “Verbale di ricognizione e norme integrative del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro 24 luglio 1959, per gli operai addetti alle Industrie dell’Edilizia ed affini della provincia di Piacenza”, stipulato in data 2 ottobre 1959 tra le Organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori.Statutariamente è compito della Scuola erogare formazione per i lavoratori del settore delle costruzioni. Inizialmente venivano svolti corsi per operai polivalenti.Oggi la Scuola eroga numerosi corsi per tecnici del settore e per operatori con varie specializzazioni: corsi per l’appren-distato, per operatore edile alle strutture e alle infrastrutture, per tecnico di cantiere, per aggiornamento progettazione in zona sismica, corsi per ponteggiatorii, numerosi corsi per la sicurezza e sull’utilizzo delle macchine di cantiere e macchine complesse, corsi per addetti e tecnici alle bonifiche dell’amianto, corsi per responsabile tecnico gestione rifiuti contenenti amianto e corsi per certifica-tori energetici in edilizia. L’attuale sede della Scuola è a Piacenza ed è operativa dall’Ottobre del 1998; è composta da due palazzine, di cui una uso ufficio e l’altra ad uso formativo con aula magna, aula informatica e laboratorio. La Scuola ha ottenuto numerosi riconoscimenti dal-le Amministrazioni locali per i propri cantieri scuola, grazie ai quali ha donato opere alla città ed alle scuole del territorio.

Ente Scuola Edile di Piacenza Via Caorsana, 127 - Località Le Mose – 29100 Piacenza

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2005 Progetto Creare lavori, far crescere lavoro in collaborazione con la Confederazione Sindacati di Zenica/ Doboj (Bosnia) e ISCOS-CISL Emilia-Romagna. 2009 Programma di azione comunitaria: Scambio Leonardo da Vinci Mobilità Europea per i giovani Francia/Italia. 2010 Progetto Leonardo Da Vinci Promoting Sustainable Development in Construction Sector, Lituania.

Allievo di un corso della Scuola.

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Le Scuole Edili si raccontano

I.S.P.E.R. – Istituto Scuola Provinciale Edili – CPT RavennaVia Sant’Alberto,123 – 48100 Ravenna

L’I.S.P.E.R. fu costituito nel 1949 per ricostituire e mante-nere il patrimonio di conoscenze ed esperienze che le vi-cende della guerra avevano disperso, ma anche per creare uno strumento permanente e qualificato di formazione al servizio dei lavoratori e delle imprese. La Scuola, grazie all’esperienza maturata e al diretto col-legamento con il mondo del lavoro, è in grado di offrire ai giovani in cerca di prima occupazione corsi che consen-tono di apprendere i primi elementi dell’arte muraria e di inserirsi proficuamente nelle imprese. Da alcuni anni, la Scuola propone corsi integrativi per allievi delle classi IV e V dell’Istituto Tecnico per Geometri, per facilitarne l’in-serimento nel mondo del lavoro. L’attività di formazione di personale delle imprese di costruzioni prevede anzitutto corsi di base e di qualificazione per muratori e carpentieri e corsi di specializzazione per capisquadra e capocantiere. Con il contributo della Provincia, ed in collaborazione con le Amministrazioni Comunali, sono stati svolti anche corsi di recupero edilizio con esercitazioni pratiche in edifici messi a di-sposizione dalle Pubbliche Amministrazioni. Poiché leggi nazionali e direttive europee avevano posto alle Imprese del settore il tema dell’introduzione del Sistema della Qualità come condizione per la penetrazione nel mercato europeo, la Scuola, fin dal 1993, ha avviato una specifica attività formativa con un corso diretto al Top Management delle Imprese. La Scuola svolge laboratori di orientamento assieme alle scuole medie, corsi sulla sicurezza e post diploma con Istituti per geometri, collabora al master della Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara in recupero ambientale e svolge attività di laboratorio per studenti universitari.Nel corso del 2001 è avvenuta la fusione della Scuola con il CPT: le politiche di sicurezza e prevenzione sono così state valorizzate grazie alle attività di formazione della Scuola. Il comitato ha inoltre promosso la realizzazione di un progetto pilota per l’azione di prevenzione nei cantieri da parte dei rappresentanti sindacali dei lavoratori. Grazie alla metodologia applicata le parti sociali hanno costituito, presso la Scuola Edile, un presidio permanente di monitoraggio delle azioni di prevenzione e cultura della sicurezza nei cantieri del territorio.La Scuola è accreditata presso la Regione Emilia Romagna.

BIBLIOGRAFIA: VII Rapporto annuale su Salute e Sicurezza in Emilia-Romagna (2008). Dal 2003 pubblica «La GRU» periodico curato insieme alla Cassa Edile e al CPT.

La Scuola è stata costituita nel 1984 e resa operativa dal 1985. La Scuola è intervenuta nei campi della formazione di base e soprattutto nell’aggiornamento degli occupati di imprese edili, fissando la propria mission sulla formazione/informazione delle fasce operative del settore. Inizialmente, la preoccupazione fu soprattutto quella di coinvolgere le imprese; dal 1989 sono state attivate inoltre iniziative di formazione per l’inserimento al lavoro di immigrati di provenienza extracomunitaria, in collaborazione con la Provincia di Reggio Emilia. Successivamente a questa prima esperienza, la collaborazione con la Pro-vincia si è sviluppata fino a sfociare nell’accreditamento Regionale. Allo stesso modo, la Scuola nel tempo si è confrontata con le altre realtà formative presenti sul territorio in particolare con l’Ente di formazione professionale edile. Le attività prin-cipali svolte riguardano: formazione per l’apprendistato; formazione operativa ai mestieri tradizionali dell’edilizia, rivolta alle maestranze del settore; formazione continua di aggiornamento alle tecniche e alle pratiche specialistiche del settore, rivolto a tecnici, imprenditori e maestranze edili (risparmio energetico, fotovoltaico, demolizione controllata...); tecniche di gestione del cantiere; formazione alla sicurezza; formazione delle figure professionali introdotte dalle normative in tema di sicurezza e ambiente, sviluppata in collaborazione con i Collegi e gli Ordini professionali della provincia di Reggio Emilia.

Inoltre l’Ente si è interessato allo sviluppo di progetti di ri-cerca su didattica e tematiche tecnologiche. La Scuola tra le molte attività ha ritenuto strategico individuare due am-biti prioritari di intervento: bioedilizia, risparmio energetico e qualità del costruire da una parte, e sicurezza nei can-tieri, con particolare attenzione al primo ingresso, dall’al-tra. L’Ente si è anche trasferito a inizio 2007 nella nuova sede Reggioedili, che ospita oltre alla Scuola Edile anche la Cassa Edile e L’Associazione per la Sicurezza in edilizia. Le caratteristiche della nuova struttura sono fortemente orientate alla tecnologia, a partire dall’involucro esterno, costituito da una facciata ventilata con rivestimento in al-luminio. L’edificio, teleriscaldato, rispetta la normativa si-smica ed ha una dotazione impiantistica all’avanguardia. L’Ente è accreditato per i seguenti ambiti: apprendistato, formazione continua e permanente.

Scuola Edile di Reggio EmiliaVia del Chionso, 22/A – 42100 Reggio Emilia

PRINCIPALI PARTENARIATI: Rete REFORME; E.F.P.E. - Ente di Formazione Professionale Edile. La Scuola collabora in modo continua-tivo con Collegi e Ordini Professionali della provincia di Reggio Emilia, e ha il patrocinio dell’Ordine degli Architetti sulle attività rivolte al Restauro e al recupero dei materiali della tradizione costruttiva.

La sede della Scuola.

Un momento del corso macchine.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

La Scuola Professionale Edile di Rimini, istituita nel 1959, ha come fine istituzionale la formazione professionale, la qualifica-zione e la specializzazione delle maestranze e dei tecnici nel comparto delle costruzioni. La Scuola ha svolto nel corso degli anni una significativa attività formativa, soprattutto dal punto di vista qualitativo. Negli anni Sessanta e Settanta, il suo impe-gno è stato orientato sul fronte della professionalizzazione e della riqualificazione di maestranze già occupate nelle imprese del settore. Nel corso degli anni Ottanta l’attività è stata rivolta principalmente alla preparazione di giovani disoccupati dotati di licenza media, mediante la realizzazione di corsi biennali di base per la qualifica di muratore polivalente, riconosciuta ed attestata dalla Regione Emilia Romagna. La Scuola ha rappresentato lo strumento operativo per l’applicazione delle norme contrattuali e legislative inerenti a specifiche figure professionali (apprendisti e nuovi assunti nel comparto) e ha assunto il ruolo di Ente promotore della formazione e dell’addestramento dei lavoratori occupati nel settore e per quanti sono interes-sati a questo lavoro. In quest’ultimo caso, nell’ultimo decennio, questa attività è stata destinata a cittadini stranieri in generale, con particolare attenzione ai cittadini di provenienza extra U.E. L’attività formativa realizzata è costituita da: interventi di formazione di base per disoccupati; interventi di prima formazione per cittadini stranieri disoccupati; interventi di formazione per la specializza-zione e la qualificazione delle maestranze e dei tecnici già occupati presso le aziende; interventi in materia di sicurezza sul lavoro nei cantieri edili; interventi in materia di sicurezza sul lavoro rivolti a personale dell’area tecnico-gestionale delle imprese edili ed ai nuovi assunti in edilizia. Tra le esperienze della Scuola si ricordano il corso di restauro e recupero edilizio mediante tecniche tradizionali organizzato nel 2000, e i corsi destinati alla formazione della figura di operatore edile polivalente (destinato a cittadini extra U.E. in stato di disoccupazione) e della figura di capo cantiere edile. Il successo ottenuto anche sotto il profilo dell’inserimento lavorativo da questi corsi “lunghi”, della durata rispettivamente di 320 e 300 ore, costituisce la conferma dell’interesse da parte delle imprese a poter disporre di manodopera formata e qualificata, nonché la sollecitazione a riproporre annualmente tali percorsi di formazione.

L’Ente Scuola è stato costituito il 9 ottobre 1962 e l’attivi-tà è partita immediatamente con l’istituzione di un corso di formazione per muratori. Fu subito evidente che le ri-dotte dimensioni della provincia e il conseguente esiguo numero di allievi avrebbero costituito un limite per l’Ente. I primi corsi sono stati dedicati alla formazione dei giovani muratori. Con l’apporto dell’iscrizione delle imprese arti-giane, negli anni Settanta, l’attività della Scuola ricevette un impulso che portò all’allestimento di un capannone prefabbricato e all’acquisto delle attrezzature indispensa-bili. Purtroppo negli anni Ottanta l’attività della Scuola subì un forte rallentamento, a causa della assoluta mancanza di allievi. Grazie alla decisiva collaborazione con il Comune e al determinante contributo della Camera di Commercio, nel

settembre del 1990 fu inaugurata, in località Straccis, la nuova sede della Scuola che finalmente poté contare su ampi spazi operativi. Negli anni seguenti fu incrementata l’attività formativa rivolta a sviluppare le conoscenze tecniche di chi già operava nel settore ed fu avviata una interessante forma di collaborazione con la Slovenia: vennero formati una cinquantina di giovani sloveni, in gran parte assunti dalle imprese della provincia. Nonostante il bacino d’utenza della Scuola sia abbastanza ristretto e la mancanza di allievi abbia impedito di programmare un’attività formativa continua nel tempo, l’Ente è riuscito, specialmente nell’ultimo decennio, a proporre una gamma di corsi piuttosto articolata e indirizzata a diverse figure professionali: si sono sviluppati corsi brevi per disoccupati e corsi di aggiornamento per lavoratori occupati, per apprendisti e tecnici. Grande attenzione è stata dedicata ai corsi per la sicurezza. Da ultimo si segnala l’attività indirizzata ai lavoratori in fase di assunzione con l’avvio non solo dei corsi delle 16ore, ormai consolidati e apprezzati dalle imprese, ma anche di brevi corsi mirati alla diffusione del concetto di lavoro sicuro.Nel secondo semestre del 2010 si inizierà ad operare nella nuova sede; con il trasferimento si potrà ampliare l’offerta for-mativa, con i corsi professionalizzanti e quelli rivolti ai tecnici di settore. Grazie ad una convenzione con Edilmaster di Trieste si potranno erogare anche corsi per apprendisti del settore legno e si inizieranno ad offrire corsi “a catalogo” soggetti a sovvenzione regionale.

La sede della Scuola Edile.

Ente Scuola Edile di Gorizia Via Montesanto – 34170 Gorizia

Scuola Professionale Edile di Rimini Via Islanda, 3 – 47900 Rimini

Una lezione teorica in aula.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

E.S.M.E.P.S. – Ente Scuola Maestranze Edili Prevenzione e Sicurezza di Pordenone Largo San Giorgio 10 – 33170 Pordenone

Con la fondazione della Scuola Edile di Pordenone, nel 1978, si è voluto ri-spondere ad una domanda di qualificazione e riqualificazione dei lavoratori che proveniva sia da uno sviluppo tecnologico del settore edile, che era in atto in quel momento in Italia, sia soprattutto dalla richiesta pressante del mondo produttivo e sociale che doveva rispondere in tempi brevi alle emergenze createsi a seguito del sisma del maggio 1976. La mancanza di manodopera qualificata ha portato allo sviluppo dell’organizzazione della prima formazione dei giovani, in collaborazione con l’IRFOP (Istituto di Formazione Professionale), di emanazione regionale. Tale collaborazione è cessata nel 2001 a causa della soppressione dell’IRFOP.Bisogna ricordare che la Scuola Edile, accorpata al CPT in un unico Ente nel 2003, l’E.S.M.E.P.S., è diventata pienamente autonoma ed operativa alla fine dello stesso anno. Da un’impostazione iniziale prettamente di col-laborazione con altri Enti, si è passati alla gestione diretta ed autonoma degli interventi didattici, privilegiando gli aspetti informativi e formativi le-gati alla sicurezza in cantiere, adeguandosi alle nuove normative in fatto di prevenzione e protezione nel settore edile. Nell’offerta formativa della Scuola si segnalano: corsi 16ore, RLS, RSPP datori di lavoro e non, corsi di primo soccorso, corsi antincendio, corsi di aggiornamento, corsi per ponteggiatori, corsi per operatori macchine movimento terra, corsi di di-segno, corsi di informatica di base ed avanzata, corsi per apprendisti. Il corso più importante, come impegno economico e di risorse umane, è quello relativo ai ponteggiatori; anche i corsi tecnico-professionali per apprendisti, come ad esempio quelli per decoratori edili, sono di elevata qualità.La Scuola è strettamente legata al territorio da vincoli di collaborazione con le istituzioni ufficiali.Oltre alla storica sede di largo San Giorgio, rinnovata nel 2004, la Scuola ha anche una sede operativa in zona Industriale Paradiso, via Roveredo 1/A, a Pordenone, acquistata all’inizio del 2007 per poter realizzare attività prettamente operative e pra-tiche. A breve verrà posizionata nella sede operativa una gru, da utilizzare per i corsi specifici per gruisti e per i corsi 16ore.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2009 Convenzione con l’ASS n° 6 “Friuli Occidentale”, che ha permesso a operatori qualificati della stessa di effettuare docenze presso le strutture della Scuola.

L’Edilmaster, prima denominata Scuola di qualificazione operai edili, è stata fondata nel 1960 con lo scopo primario di formare i ragazzi attraverso i percorsi di prima formazione. In una prima fase questa attività, finanziata dalla Regione, ha rappresentato l’unico ambito di azione dell’Ente. Successivamente la Scuola, per adeguare la formazione dei lavoratori alle normative in materia di ambiente e di sicurezza nei luoghi di lavoro, ha ampliato l’offerta, diventando un punto di riferimento per le imprese edili del territorio avviando anche i percorsi per i liberi professionisti iscritti agli Ordini e ai Collegi collegati al settore. Per soddisfare gli obblighi formativi normativi e contrattuali del settore, la struttura da due dipendenti (Direttore, addetta all’ufficio

di segreteria) è passata in pochi anni a 10 dipendenti.La Scuola si è specializzata in diverse tipologie di formazione. Attualmente l’attività consolidata è costituita da: corsi di prima formazione per gli under 18, inserimento lavorativo (16ore), formazione per gli apprendisti, formazione per professionisti sui temi della sicurezza (ad esempio coordinatori per la sicurezza nei cantieri), formazio-ne continua, con particolare riguardo alla formazione degli addetti e dei responsabili delle imprese in relazione all’ambiente e bonifica amianto e rifiuti. Dall’anno formativo in corso l’Edilmaster si occupa anche della formazione permanente. Infine, essendo il territorio di pertinenza della Scuola, posto al confine con l’ex Yugoslavia, all’inter-no dei percorsi formativi vengono previste anche specifiche docenze con insegnanti mediatori culturali.La Scuola ha ottenuto l’accreditamento regionale nelle macrotipologie A, C e Cs. L’En-te risulta inoltre accreditato come laboratorio per i corsi per lo smaltimento dell’amian-to, ha l’accreditamento per l’attestazione dell’ECDL e la Certificazione della Qualità ISO 9001/2008. L’Ente ha sede, insieme alla Cassa Edile e al CPT, nella “Cittadelledilizia”, nella zona industriale di Trieste.

PRINCIPALI PARTENARIATI: L’Ente è in Associazione Temporanea d’Impresa con IAL-FVG e IRES-FVG per la formazione apprendisti; fa parte dell’ATI EFFE.PI composta da altri 13 enti formativi per la prima formazione dei ragazzi under 18. Inoltre, è presente in diverse ATI specifiche per percorsi di formazione su tematiche sulla sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. Partecipa al Progetto Serbia finanziato dal Ministero del Welfare, Politiche Sociali e Regione Friuli-Venezia Giulia e al progetto L’Aquis 2.

Via dei Cosulich, 10 – 34136 Trieste Edilmaster – Ente Scuola Edile di Trieste

Un mosaico che si trova all’interno della sede della Scuola.

Interno della sede storica Barcola.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

C.E.F.S. – Centro Edile Per la Formazione e la Sicurezza (Udine)Via Bison, 67 – 33100 Udine

Nel luglio 1949 viene costituita ad Udine la Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza; tra gli scopi statutari dell’Ente rientrava anche l’istruzione professionale delle maestranze edili che venne allora affidata ad un settore della Cassa, appunto la Scuola Maestranze Edili, che godeva di un’informale autonomia, ristretta alla sola gestione degli interventi formativi. Nel corso degli anni, dapprima con il contributo del Ministero del Lavoro e quindi della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Scuola ha svolto, con successo, attività formativa a livello di qualificazione di base e di aggiornamento per dipendenti di imprese edili. Nel 1983, le Parti Sociali hanno riconosciuto la necessità di dare ai problemi della formazione professionale un ruolo centrale e svincolato rispetto ai compiti istituzionali della Cassa: viene così costituita l’ESMEA – Ente Scuola Maestranze Edili ed Affini della Provincia di Udine. Dopo 25 anni di riconoscibilità con questa sigla, l’ESMEA si è integrata con il Comitato Paritetico per

la Prevenzione degli Infortuni e ha cambia-to la propria sigla in C.E.F.S. – Centro Edile per la Formazione e la Sicurezza.Negli anni l’Ente ha ottenuto dalla Regio-ne Friuli Venezia Giulia il riconoscimento come riferimento provinciale per l’istituzio-ne di corsi abilitanti per addetti e responsa-bili della bonifica dell’amianto e, quale ente convenzionato, è stato autorizzato dalla Regione all’accesso ai contributi. Il Sistema di Gestione della Qualità adotta-to originariamente da ESMEA è conforme alla norma UNI EN ISO 9001:1994 con la visita ispettiva del 2 Ottobre 2003 è stato esteso alla norma UNI EN ISO 9001:2000; è in corso l’adeguamento alla nuova revi-sione della norma UNI EN ISO 9001:2008.

PRINCIPALI PARTENARIATI: ATI APPRENDISTI@formazione1; ATS EFFE.PI – Formazione Professionale Giovani; Università degli Studi di Udine; SPRINT – Centro Studi e Ricerche. Partner nel programma Leonardo da Vinci – Progetto EQUIPE; partecipa alle azioni di mobilità del Progetto Leonardo da Vinci A.F.A. finalizzato a stimolare la cooperazione per lo scambio di esperienze tra formatori ed a sviluppare la qualificazione delle risorse umane nel settore dell’edilizia; Progetto SmartTeach Metodologie e risorse per la lavagna interattiva.

L’Ente viene fondato nel 1987 e nei primi anni di attività grande impe-gno è speso nell’allacciare relazioni stabili con le istituzioni del terri-torio per affinare le convergenze progettuali socio-economiche e con le scuole medie dove intercettare nuove risorse umane che in primo luogo dovevano essere informate sulle potenzialità professionali del settore edile e in seguito adeguatamente formate. Dalla fine degli anni Ottanta la generazione degli edili del dopoguerra iniziò ad avviarsi al pensionamento; occorreva quindi lavorare per il turn-over generazio-nale realizzando corsi di prima formazione per giovani. In tali corsi fu necessario affiancare alla formazione tecnica, elementi educativi più generali per completare la formazione umana e culturale.

Ai corsi di tipo pratico e teorico-amministrativo (muratore, carpentiere, intonacatore / stuccatore, conduttore di Mac-chine movimento terra, operatori gru a torre, assistente tecnico di cantiere edile, contabilità di cantiere…) negli anni si sono aggiunti corsi adeguati alla diffusione dell’informatica applicata al comparto edile, all’adeguamento normativo sulla prevenzione e sicurezza nei cantieri, al rispetto dell’ambiente e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili tra cui: addetti all’attività di trattamento, rimozione e smaltimento dell’amianto, gestione dei rifiuti nel cantiere, ponteggiatori, specialista nella redazione del DUVR e DUVRI. Rivestono particolare importanza i corsi per tecnico bioedile, tecnico specialista della certificazione ambientale, installatore e manutentore di impianti solari, IFTS – tecnico superiore per l’ambiente, l’energia e la sicurezza in azienda, IFTS – tecnico superiore per la conduzione del cantiere edile.La Scuola ha ottenuto l’accreditamento definitivo della Regione per la formazione continua, la formazione superiore e l’orientamento, è sede annualmente di una manifestazione promossa dal FSE nella Settimana della Sicurezza e del Co-mitato Locale EDA impegnato nella educazione scolastica degli adulti.L’Ente organizza ogni anno un Concorso Provinciale di Arte Muraria, partecipa dal 2001 al Concorso Internazionale Biennale di Arte Muraria di Barcellona (vinto per la sezione “Scuole Professionali Edili” nel 2003 e 2009) e ha vinto nelle categorie Junior e Senior le selezioni regionali di Ediltrophy 2009.

PRINCIPALI PARTENARIATI: CENFIC di Lisbona – Portogallo; Institut Gaudì de la Construcciò di Barcellona – Spagna; Les Compagnons du Tour de France di Limoges – Francia. Partner del Polo IFTS “Energia & Ambiente” del Lazio.

Via Romana Selva, km 4+400 – 03039 Sora (FR)E.S.E.F. – Ente Scuola Edile di Frosinone

La sede della Scuola Edile.

Un camper adibito ad aula mobile.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

E.S.E.L. – Ente Scuola Edile di LatinaCorso della Repubblica, 189 – 4100 Latina

Considerando il numero degli addetti iscritti alla Cassa Edile, il 12 febbraio 1993 è stato costituito un Ente unico Scuola e CTP, che ha iniziato ad operare dal 9 Maggio 1995 con un solo dipendente (un impiegato tecnico), organizzando i primi corsi sulla sicurezza ed effettuando le visite mediche obbligatorie presso la sede della Scuola mentre ci si spostava sul territorio della Provincia per effettuare corsi o visite mediche nelle sedi delle imprese edili che ne facevano richiesta.Negli anni le imprese edili hanno iniziato ad apprezzare e riconoscere l’importanza dell’Ente Unificato che offre un buon livello di servizi ed assistenza tecnica in materia di sicurezza.Nel tempo l’offerta formativa è stata perfezionata: sono stati organizzati corsi di formazione sulla sicurezza con la collabora-zione del CPT di Roma, altri con il contributo dei partecipanti organizzati direttamente dall’Edilformazione di Rieti.Attualmente l’Ente offre corsi di formazione come richiesto dalle nuove normative. Negli ultimi anni, in collaborazione con il

Formedil Regionale del Lazio, costituendo un ATS con altre Scuole della Regione, sono stati realizzati dei corsi di apprendistato professionalizzan-te per muratori, altri corsi professionali finanziati con Voucher della Pro-vincia di Rieti sono in fase di avvio. Sicuramente il corso più interessante avviato è stato quello per apprendisti muratori (anno 2007/08) di 120 ore di formazione. Altri corsi di particolare interesse sono i corsi 16ore. La Scuola ha ottenuto l’accreditamento dalla Regione Lazio per la for-mazione continua e superiore, presso la scuola dei Geometri di Rieti. Manca ancora una sede di proprietà dove svolgere le lezioni pratiche con attrezzature e laboratori. Come CTP l’Ente effettua visite mediche e sorveglianza sanitaria gratuita presso la propria sede con un laboratorio attrezzato e nelle sedi aziendali delle imprese su loro richiesta. Ogni anno si effettuano in media 800/1.000 visite mediche ai lavoratori.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2006 ATS con il Formedil Regionale Lazio e le altre Scuole della Regione. 2009 Protocollo con gli altri CPT del Lazio di coordinamento Regionale per organizzare iniziative comuni in tema di sicurezza.

Via Salaria per L’Aquila, 44 – 2100 Rieti EDILFORMAZIONE – Ente Scuola Edile di Rieti

L’E.S.E.L. nasce nel 1962. Dalla sua costituzione fino al 1990 i corsi hanno avuto carattere sporadico. Nei primi anni la Scuola si è dedicata prevalentemente alla formazione di figure tradizionali del cantiere quali muratori, carpentieri, fer-raioli e gruisti (questi ultimi qualificano ancora oggi l’offerta formativa della Scuola). Nel 1981 è stato avviato un primo corso per assistenti di cantiere rivolto a capisquadra, a cui ne sono seguiti altri dal 1991. I corsi si svolgono fuori dal normale orario di lavoro del cantiere, in fascia oraria serale o il Sabato, proprio per la presenza di lavoratori occupati. La sede dei corsi è a Latina ma una parte dell’attività formativa è svolta anche a Formia per agevolare la partecipazione ai corsi anche dei lavoratori residenti nella zona sud della pro-vincia. Dal 1997 una serie di progetti di formazione presentati dall’E.S.E.L. hanno avuto il sostegno del FSE. Negli anni ad una formazione professionale che qualificava maggiormente i dipendenti in attività si è aggiunta una formazione a largo raggio, sensibile ai cambiamenti, alle innovazioni tecnologiche del settore e alle esigenze del mercato del lavoro. Più di recente l’E.S.E.L. ha raccolto la sfida di misurarsi con le nuove regole dettate dalla riforma della formazione professionale, acquisendo la certificazione di qualità Iso 9000 -2001 e, nel 2003, l’accreditamento presso la Regione Lazio, ristrutturando le sue sedi per renderle più accoglienti, funzionali e adeguate alle innovazioni didattiche. Pertanto ai corsi finalizzati alla qualificazione o all’aggiornamento degli operai, a quelli destinati ai comparti più specifici come il restauro e recupero ar-chitettonico, macchine e mezzi di cantiere, bonifiche e ripristini, se ne stanno aggiungendo altri legati all’applicazione della tecnologia informatica e delle normative sulla sicurezza ambientale e la sostenibilità. A questo proposito l’Ente ha ottenuto dal FSE Leonardo da Vinci un finanziamento per il progetto di trasferimento dell’innovazione Possible Constructive Dialo-gue. Tra le altre esperienze della Scuola si ricordano: due esperienze di piccoli cantieri scuola, a Priverno e a Roccagorga (1996-97), la sperimentazione, unica Scuola nel Lazio, della Formazione Individualizzata (dal 1999), la realizzazione di corsi di autplacement definiti Help per lavoratori in mobilità (2000-2001) e la realizzazione di un progetto per formazione per diplomati e laureandi.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Istituto Gaudì di Barcellona; Boverket di Stoccolma; Deamaltea Bulgaria.Progetto Leonardo Da Vinci-TOI 2009: Possible Constructive Dialogue.

Un momento di un corso.

L’esterno della sede della Scuola presso la Cassa Edile.

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Le Scuole Edili si raccontano

C.E.F.M.E. – Ente Scuola Edile di RomaVia F. Fiorentini, 7 – 00159 Roma

Il C.E.F.M.E. è stato costituito il 25 maggio 1953 con la finalità di acquisi-re giovani lavoratori e riqualificare quelli già inseriti nel settore, di provve-dere alla formazione e all’aggiornamento delle maestranze, adeguando le loro capacità tecniche alle esigenze di professionalità relative all’uso delle nuove tecnologie costruttive. L’offerta formativa si è modificata negli anni, adeguandosi alle novità ed ai cambiamenti nel mercato del lavoro. Dagli anni Cinquanta alla metà degli anni Ottanta è stata di tipo tradizionale e l’Ente ha risposto alle richieste fondamentali della struttura produttiva industriale del settore edile. Negli anni è stato fatto decollare un progetto di formazione, che potesse soddisfare il sistema di investimento del capitale umano posseduto dai nostri giovani e offrisse una risposta alle esigenze del settore contrassegnato da una evoluzione lenta, ma tecnologicamente avanzata. Il Centro negli anni ha realizzato significativi progetti di formazione. Alcuni sono stati finalizzati alla qualificazione e/o riqualificazione di operai giovani, adulti ed extracomunitari, che avevano esperienze generiche in campo edile; altri corsi sono stati destinati ai comparti del restauro archeologico e monumentale. Le altre attività corsuali hanno riguardato i campi della manutenzione ordinaria, delle modificazioni ambientali, della sicurezza sul lavoro e della vivibilità ecologica. La sede istituzionale del C.E.F.M.E. a Pomezia è stata aperta nel 1980 e si sviluppa su un’area di 50.000 mq. L’Ente ha sede legale a Roma ed è proprietario di un’area in località San Basilio. La struttura di Pomezia è sede del Polo Formativo Regionale dei Beni e Attività Culturali e del costituente Centro di Ricerca per il Settore dell’Ambiente. Nel 1986 il C.E.F.M.E. ha ricevuto il premio David d’oro per la professionalità e la serietà con cui si opera nella formazione dei lavoratori nel settore edile. Dal 1987 l’Ente è iscritto all’Anagrafe Nazionale Enti di Ricerca. La Scuola è accreditata presso la Regione Lazio nell’ambito dell’orientamento e della formazione per le macrotipologie formazione superiore e continua; per i settori ISFOL/ORFEO: Edilizia; Beni Culturali; Ecologia e Ambiente e per tutte quelle attività specifiche in cui l’Ente svolge corsi di formazione legati al settore delle costruzioni. Dal 2004 si è dotato di un innovativo impianto fotovoltaico composto da 36 pannelli solari che ruotano all’unisono mediante un sistema computerizzato. Il tetto fotovoltaico si costituisce anche come area didattica per le lezioni teorico/pratiche relative ai corsi sulla bioedilizia e sugli impianti solari.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Fa parte della rete REFORME. Ha organizzato progetti internazionali e relativi partenariati con: Repubblica Popolare Cinese, Polonia, Romania, Francia, Belgio, Germania, Danimarca, Portogallo. Partenariati su progetti transnazionali Force – Petra - Youthstart. Partenariato in progetti di ricerca per le tecniche di intervento nel trattamento delle acque inquinate con il Ministerul Educatiei Nationale Universitatea de Stiinte Agricole si de Medicina Veterinara “Ion Ionescu de la Brad” – Iasi (Romania). Progetto transazionale Cardul European al Constructorului. Progetti di ricerca sulle bonifiche dei suoli, trattamento e gestione dei rifiuti, marketing delle materie prime - seconde con: Unit of Enviromental of studies.

BIBLIOGRAFIA: Manuale Pratico per operatori edili, Sapere 2000 (1989). Quarant’Anni del C.E.F.M.E. I giorni del sole. La settimana europea all’insegna delle energie rinnovabili e del risparmio energetico DVD (2009).

La Scuola Edile di Viterbo nasce nel 1978 quando, oltre ad un rafforzamento delle prestazioni e della capacità della Cassa Edile – operativa da oltre un decennio – hanno voluto affrontare la questione della formazione di maestranze specializzate. Nei primi anni la Scuola si è concentrata nel promuovere corsi rivolti a giovani disoccupati, orientati a fornire competenze nelle qualifiche tradizionali di settore. Poi l’offerta si è diversificata e la Scuola ha promosso corsi per operai specializzati in impiantistica civile e ha sperimentato corsi nel recupero ed aggiornamento di antichi mestieri, come lo scalpellino per la lavorazione del peperino viterbese. Sullo stesso filone l’Ente ha promosso e realizzato corsi per geometri, proponendo progetti di interesse pubblico aderenti al contesto urbanistico ed al patrimonio edilizio dei centri storici. La Scuola è stata poi interessata anche dalla presenza della Centrale Elettronucleare di Montalto, impegnata quindi in corsi di riconversione professionale dei lavoratori edili verso professionalità del settore metalmeccanico (corsi coibentatori). Recentemente la Scuola si è orientata verso corsi per tecnici /amministrativi dell’impresa edile alle prese con le nuove tecnologie informatiche (corsi AutoCAD – ECDL – applicativi nell’ambito amministrativo, di gestione ed amministrazione del cantiere e della impresa di costruzioni). Infine la Scuola ha avviato un intenso impegno per la formazione sulla sicurezza. La Scuola è impegnata sistematicamente nei corsi di formazione esterna per l’apprendistato professionalizzante e ha in progetto di sperimentarsi in azioni formative nella filiera delle nuove tecnologie di processo e di prodotto che stanno interessando il settore (bioedilizia, certificazione energetica). La Scuola opera – nell’ambito di un progetto sostenuto da Finanziamento Regione – come Spor-tello Territoriale Edilizia con attività di orientamento, consulenza, assistenza, informazione a lavoratori in genere, imprese del settore ed operatori (professionisti tecnici ed amministrativi), enti pubblici in materia di sicurezza, creazione e gestione d’impresa, orientamento professionale e formativo, mediazione culturale, aggiornamento normativo. La Scuola è accreditata in via definitiva per formazione continua, orientamento, alta formazione con la Regione Lazio.

PRINCIPALI PARTENARIATI: La scuola fa parte del Polo Formativo Beni ed Attività Culturali. Collabora con l’Associazione CEIS S.Crispino – Ente ausiliario Regione Lazio per il recupero ed il reinserimento sociale di giovani tossicodipendenti.

Via Alessandro Polidori, 40 – 01100 Viterbo Ente Scuola Industria Edilizia e Affini di Viterbo

Foto di gruppo del 1980.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

Ente Scuola Edile di GenovaVia Borzoli, 61/A – 16153 Genova

L’Ente Scuola Edile Genovese nasce nel 1946 a seguito di un accordo tra i rappresentanti dell’Associazione Imprenditoriale e delle Organizzazioni Sinda-cali di categoria, che stabilì la creazione e il finanziamento di una scuola pro-fessionale per l’aggiornamento e la formazione delle maestranze del settore. Sono gli anni del dopoguerra e l’industria edile è impegnata nella ricostruzione di parti consistenti della città e necessita di numerosi lavoratori tecnicamen-te e professionalmente preparati. Dall’anno di costituzione fino alla fine degli anni Settanta le numerose iniziative formative sono realizzate direttamente nei cantieri produttivi, dove gli allievi, sotto la guida di istruttori, acquisiscono le conoscenze e le competenze tecniche professionali attraverso la realizzazione di vere proprie opere edili. Con gli anni Ottanta avviene il passaggio ad Ente

Formativo, come punto di riferimento centrale e strategico di tutta la formazione professionale in edilizia della Provincia di Genova. La Scuola Edile Genovese oggi lavora per: riqualificare il settore edile e le aziende ad esso assimilate, pianificare la crescita professionale dei lavoratori e delle imprese, superare la barriera scuola-lavoro, far maturare la coscienza del lavorare sicuri in ambienti sani e protetti, aumentare la stabilità lavorativa attraverso la crescita professionale. La mission istituzionale è la creazione di un punto di collegamento tra mondo scolastico e mondo lavorativo, fornendo una soluzione a un duplice ordine di problemi: per le persone disoccupate, il trasferimento di competenze tecniche professionali volte a migliorare le possibilità di inserimento lavorativo; per le aziende, la formazione di figure professionalmente preparate da in-serire efficacemente nel ciclo produttivo. La Scuola adotta specifiche metodologie didattiche che prevedono una formazione teorica ispirata al sapere tecnico, una formazione pratica sviluppata in laboratori attrezzati e in cantieri esterni di Project Work, in lezioni in situazione presso cantieri produttivi delle imprese di costruzioni, in affiancamento a tecnici e maestranze esperte durante periodi di stage aziendali. La nuova sede, costruita nel 1981, dispone di 10.000 mq di superficie coperta ed è costruita su una area di 25.000 mq. La struttura è stata realizzata in modo da soddisfare tutte le esigenze professionali legate alla formazione. Gli ampi spazi a disposizione costituiscono un requisito unico in zona per l’allestimento dei laboratori formativi per gli studenti in cui è possibile simulare in tutto e per tutto il lavoro in cantiere.

BIBLIOGRAFIA: 1946 – 2006 60° (2006).

La Scuola Edile, fondata nel 1961, è stata voluta dai lavoratori del settore edile per migliorare le condizioni sociali, culturali e professionali della categoria. Come Ente paritetico, la Scuola ha potuto rappresentare un punto di riferimento per il mondo del lavoro attraverso la sua azione per la formazione, aggiornamento e riqualificazione delle maestranze, anche se ha risen-tito inizialmente della scarsa considerazione sociale che caratterizzava i lavoratori dell’edilizia. Negli anni l’offerta formativa della Scuola ha saputo adattarsi alle introduzioni nel settore di nuove tecnologie relative alla costruzione, ai materiale e alle

attrezzature; grande importanza ha assunto negli anni l’azione per la prevenzione degli infortuni che ha visto interessati tutti gli operatori del settore (imprenditori, tecnici, maestranze e studenti).La sede della Scuola è la stessa dalla fondazione ed è stata adeguata e migliorata con la predisposizione di aule tecnologiche, informatiche e multimediali in regola con le più recenti normative e rispettose dell’abbattimento delle barriere architettoniche. La Scuola ha ottenuto il pieno accreditamento dalla Regione Liguria per le seguenti macrotipologie: attività riferita all’obbligo formativo, formazione superiore, formazione continua e permanente, formazione per disoccupati e occupati area dello svantaggio e fasce deboli. Dal 2001 è certificata UNI EN ISO 9001:2000 dal RINA. Ha anche altri accreditamenti regionali per la realizzazione di corsi di formazione per l’iscrizione all’elenco dei professionisti abilitati al rilascio della certificazione energetica; per lo svolgimento di attività formative destinate alle figure professionali di RSPP e ASPP, per le attività di istruzione e formazione professionale rivolte ai giovani di età inferiore ai 18 anni come operatori edili, installatori e manutentori di impianti termo-idraulici, installatori e manutentori di impianti elettrici, operatori dell’autoriparazione, operatore amministrativo segretariale.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Associazioni di categoria (Unione industriali, Confartigianato, C.N.A., A.N.A.C.I. etc.); Istituzioni scolastiche (Università degli studi di Genova – Facoltà di Ingegneria e Facoltà di Architettura, numerosi Istituti Tecnici e Scuole Medie della provin-cia, Centro Provinciale di Formazione Professionale “G. Pastore” di Imperia, Centro di Formazione Circolo Parasio, Adfor, Ecipa, Iscot, Isfoorcoop, CGF Scarl, Cescot, Cnos fap, Ial, Scuola Edile di Herzberg in Germania etc.); Ordini professionali; Enti (Sopraintendenza per i Beni ambientali e architettonici della Liguria, Soprintendenza per il patrimonio Storico, artistico e demoetnoantropologico della Liguria, Soprintendenza archeologica della Liguria, Museo Archeologico di Chiavari, numerose Amministrazioni comunali, Centro per l’impiego e Ufficio Orientamento Professionale della Provincia di Imperia, di Sanremo e di Ventimiglia, Casa Circondariale di Imperia, I.S.A.H. Imperia, Spes Auser Ventimiglia).

Via Privata Gazzano, 24 – 18100 ImperiaEnte Scuola Edile di Imperia

Cartello di inizio lavori della costruzione della nuova sede della Scuola negli anni Settanta.

La facciata della Chiesa di N.S. di Loreto (Ge) du-rante i lavori del Modulo di Project work del corso decoratore di facciate.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

S.E. – Ente Scuola Edile SpezzinaVia Pianagrande, 18 – 19123 La Spezia

La Scuola Edile Spezzina è stata fondata il 10 gennaio 1961 e fu costituita, sin dall’origine, nella forma di Ente non com-merciale senza scopo di lucro avente per oggetto la formazione, l’affinamento e il perfezionamento delle conoscenze e delle capacità tecniche degli addetti del settore edile. Per circa un trentennio l’attività didattica della Scuola è stata quasi esclusivamente rivolta alla formazione di soggetti al primo impiego nel settore edile e, in misura meno frequente, ad addetti del settore da perfezionare e riqualificare. Il graduale allargamento del bacino di utenza, le mutate condizioni del mercato del lavoro e la conseguente evoluzione delle attività formative, la nascita di nuove figure professionali, la continua crescita dei soggetti diplomati o laureati da inserire nel mondo del lavoro, hanno portato all’organizzazione di attività formative rivolte ad un crescente e variegato numero di soggetti. Dal 1989 la Scuola ha iniziato a realizzare interventi formativi finanziati dalla Regione Liguria prima, e in seguito dall’Amministrazione Provinciale della Spezia (cofinanziati dal FSE), gestendo parte delle proprie attività didattiche in convenzione con gli Enti stessi. Nell’ultimo decennio la Scuola Edile ha affiancato ai tradizionali corsi rivolti alle maestranze del settore, corsi specifici per la qualificazione dei giovani in ingresso nel mondo del lavo-ro, dei lavoratori in mobilità, dei disoccupati di lunga durata, degli immigrati extracomunitari, delle donne, dei diplomati e laureati, nonché corsi di aggiornamento per chi già opera nel settore, dipendenti di imprese edili, imprenditori, liberi pro-fessionisti. È stato inoltre consolidato un rapporto continua-tivo con le aziende, i professionisti e i lavoratori operanti nel settore verso i quali la struttura si è impegnata in uno sforzo di sensibilizzazione sulle problematiche dell’aggiornamento e della riqualificazione. L’Ente ha ottenuto con delibera della Re-gione Liguria nel 2004 il pieno accreditamento per le 4 tipologie formative (obbligo formativo, formazione superiore, formazio-ne continua, formazione per disoccupati e occupati dell’area dello svantaggio e fasce deboli).

L’Ente Scuola Edile della Provincia di Savona, è stato costituito nel 1967, al fine di creare un punto di riferimento centrale e strategico di tutta la forma-zione professionale in edilizia sul territorio provinciale. Nella sua attività di formazione l’Ente Scuola Edile si pone importanti obiet-tivi: dare impulso alla formazione professionale dei lavoratori dell’edilizia; offrire una nuova immagine del settore, volta alla sua valorizzazione, of-frendo una visione realistica e stimolante delle opportunità professionali attuali ed emergenti; contribuire a migliorare nel comparto edile la quali-tà del lavoro e le capacità tecnico produttive delle imprese; offrire servizi adeguati alle imprese del settore al passo con i cambiamenti tecnologici e organizzativi; promuovere iniziative culturali settoriali.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Comune di Balestrino; Comune di Sassello; Collegi e Ordini professionali della Provincia; Facoltà di Archi-tettura dell’Università di Genova; Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova; Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Genova; Provincia di Savona; Regione Liguria; Opere Sociali Ns. Signora di Misericordia.

BIBLIOGRAFIA: Cronaca di 40 anni di attività (2005).

Via Al Molinero – 17100 Savona Ente Scuola Edile di Savona

La sede della Scuola Edile.

L’esterno della Scuola Edile.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

Scuola Edile di BergamoVia Locatelli, 15 – 24068 Bergamo

Lo Statuto che vede l’istituzione dell’Ente è stato fir-mato nel 1979, ma l’operatività della Scuola risale al 1983. Sin dalla fine del 1800 nella provincia di Ber-gamo operava la Scuola d’Arte Andrea Fantoni che formava anche capomastri. Tale Ente ha proseguito il suo intervento fino alla fine degli anni Settanta con il sostegno delle Parti Sociali territoriali. La Scuola Edile è subentrata sia nei locali sia nelle attività dell’Ente pre-cedente anche se nei primi anni (1983/87) la gestione è rimasta in capo alla Scuola Fantoni. Nel 1983 erano in atto solo 4 corsi (due serali e due di sabato mattina) rivolti alla fascia operaia. Nel 1984 è stato avviato il primo corso triennale a tempo pieno e nel 1985 sono iniziate le proposte formative sulla sicurezza. Nel 1987 sono state avviate le attività ricorrenti di formazione continua, aggiornamento e convegnistica. L’offerta si è poi estesa anche a corsi seminariali per gli imprenditori. Oggi l’offerta formativa va dai giovani in obbligo formativo (Diritto Dovere di Istruzione e Formazione), alla formazione obbli-gatoria per l’apprendistato, alla formazione continua per operai comuni, qualificati, specializzati e geometri, alla formazione per professionisti. Dal 2007 è stato costituito il Dipartimento Formazione alla Sicurezza Integrata, composto da CPT e Scuola Edile, che si interessa di tutta la formazione obbligatoria e di quella inerente l’uso di attrezzature di sollevamento e macchine movimento terra. Il “punto forte” dell’offerta formativa è rappresentato dai corsi sulle tecnologie orientate al risparmio energe-tico e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. La Scuola, dal 2003, ha ottenuto un finanziamento per il progetto sperimentale P.R.I.S.M.A. (Promozione Ricerca Innovazione di Sistema e Metodologie Avanzate) per l’edilizia sostenibile. La Scuola è certificata in Qualità sin dal 2000 ed è accreditata dalla Regione Lombardia in fascia A. Nella valutazione di rating 2009 della stessa Regione è stata classificata 2a assoluta tra gli oltre 300 Enti accreditati nell’ambito della formazione. Tra i tanti riconoscimenti ottenuti si segnalano: la qualifica di socio onorario da parte di ANIT; la vittoria delle Olimpiadi del Basso Reno in Francia (1996) e della sfida Francia – Italia all’interno del Campionato Regionale della Borgogna (Digione). Infine la Scuola è sede costante dei corsi di Certificatori Energetici con l’Università di Bergamo; di sperimentazione di prototipi di diverse aziende ed è interlocutrice privilegiata per la Provincia per iniziative di sperimentazione nell’ambito di corsi (apprendistato ed altro).

PRINCIPALI PARTENARIATI: È partner di altri Enti di formazione che operano nell’ambito della formazione per tecnici Fonti Energie Rinnovabili. La Scuola è gemellata con CFA BTP di Digione. Ha partecipato al progetto Transform con il CENFIC di Lisbona e a progetti sulla sicurezza con la Scuola di Aix en Provence. La Scuola Edile ha sostenuto un progetto di avvio di una Scuola per l’Edilizia a Dakar in Senegal e di una in Malawi, ospitando formatori africani e mandando i propri istruttori per l’avvio delle attività. Ha in atto un protocollo di collaborazione con la Scuola Edile di Tuzla (Bosnia).

La fondazione della Scuola risale al 1946 e nello stesso anno nasce anche la Cassa Assistenziale Paritetica Edile. Anche se formalmente di appartenenza imprenditoriale, fin dalla sua costituzione l’Ente ebbe un’anima bilaterale, con una rappresen-tanza dei lavoratori nel Consiglio di Amministrazione. L’attività di formazione prende avvio sin dal 1946 con 280 allievi. La formazione erogata consisteva principalmente nell’addestramento al lavoro e veniva svolta esclusivamente nelle giornate di sabato e domenica. Negli anni Cinquanta, l’Ente ampliò la sua attività e la sua presenza sul territorio, con l’apertura di numerose sedi dislocate nella provincia di Brescia. Alla metà degli anni Sessanta i miglioramenti delle pratiche costruttive e della qualità dei materiali richiedevano un innalzamento della capacità professionale delle maestranze impiegate: la S.E.B. interpretò tale tendenza ed iniziò a proporre una formazione nuova. Nacquero in quegli anni i primi corsi di specializzazione per carpentieri, ferraioli, conduttori di macchine operatrici e muratori specializzati. È negli anni Settanta che si assiste alla svolta definitiva verso una formazione più ampia e diversificata: si sviluppa la formazione di base che si va ad aggiungere alla formazione delle maestranze già impiegate nel settore. Alla fine degli anni Settanta iniziano i corsi cosiddetti “a tempo pieno” per ragazzi in uscita dalla terza media che hanno dato l’avvio alla stagione della formazione professionale di base ri-conosciuta dalla Regione Lombardia. Gli anni Novanta sono stati un periodo di autentica rivoluzione con un incremento della necessità formativa in materia di sicurezza, sospinta dalle prescrizioni legislative. Le proposte di formazione si articolano oggi in diverse macroaree: formazione di base, formazione continua, formazione superiore e formazione per la sicurezza. Fondamentale a latere di ogni progetto formativo, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ecco perché la S.E.B., insieme a

tutto il comparto edilizia di Brescia ed alle rappresentanze sindacali, ha siglato un protocollo di intesa con Provincia di Brescia, INAIL Regionale e Università degli Studi – Facoltà di Ingegneria, per la diffusione di una reale cultura della prevenzione, attraverso lo sviluppo nel triennio 2008/2011 di una serie di in-terventi formativi sull’intero territorio. La Scuola ha sede su un’area di quindicimila metri quadrati nella città di Bre-scia e conta dal 1996 una seconda sede nel comune di Breno.Tra i riconoscimenti ottenuti si ricordano: il 1° Premio Ediltrophy nazionale 2009 Junior e il 1° Premio Eccellenze per competere: formare professionisti per Expo 2015.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Comune di Balestrino; Comune di Sassello; Collegi e Ordini professionali della Provincia; Facoltà di Archi-tettura dell’Università di Genova; Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova; Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Genova; Provincia di Savona; Regione Liguria; Opere Sociali Ns. Signora di Misericordia.

BIBLIOGRAFIA: Scuola edile bresciana 1947 – 1982 (1982).

Via della Garzetta, 51 – 25133 BresciaS.E.B. – Scuola Edile Bresciana

Laboratorio tecnologico: efficienza energetica degli edifici.

La sede unica di Scuola Edile, CPT e R.L.S.T.

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E.S.P.E. – Ente Scuola Professionale Edile della Provincia di Como Via del Lavoro, 21 – 22100 Como

L’E.S.P.E., fondato nel 1981, ha raccolto e affinato una serie di esperienze precedenti, impostate dalla Commissione pariteti-ca per la formazione già attiva a Como dal 1977. Le relazioni con il territorio nella fase iniziale sono state improntate alla promozione della formazione professionale edile coinvolgen-do i giovani tra i 15 e i 18 anni iscritti alla Cassa Edile di Como e gli alunni del terzo anno delle scuole medie della provincia di Como. Fondamentale la scelta iniziale di convenzionarsi con strutture già storicamente presenti sul territorio comasco in grado di erogare la formazione iniziale a giovani e lavoratori (dai corsi serali e festivi ai corsi diurni per minorenni) avendo sempre l’obiettivo di avvicinare la formazione al lavoratore e non il contrario. I buoni risultati delle attività realizzate hanno portato le parti sociali alla successiva decisione di istituire una sede propria per la Scuola. Ai suoi esordi l’offerta formativa dell’Ente riguardava in massima parte percorsi in ambito di qualifica e specializzazione rivolti a muratori e carpentieri e l’erogazione di corsi specifici “su richiesta” anche attivati una sola volta in risposta ad esigenze precise. L’evoluzione della normativa riguardante la formazione professionale regionale ha portato l’Ente a erogare corsi di prima formazione anche per minorenni e per apprendisti, implementando considerevolmente la platea degli utenti.Relativamente all’offerta formativa attuale il percorso di qualifica triennale in DDIF, che vede l’erogazione di circa 3.000 ore/anno per circa 60 allievi, risulta essere uno degli elementi qualificanti dell’offerta formativa. Negli ultimi anni la formazione continua sta diventando un ulteriore punto di forza dell’Ente che vede, oltre ai corsi 16ore attivi dal 2009, corsi per ponteggiatori, corsi per addetti alla manovra di apparecchi di sollevamento normalmente in uso nei cantieri edili, corsi per operatore macchine movimento terra, corsi per operatori addetti alla rimozione e allo smaltimento dell’amianto, corsi per addetti al primo soc-corso, corsi per addetti alla prevenzione incendi, RLS, RSPP, corsi per apprendisti.La Scuola ha ottenuto dalla Regione Lombardia l’iscrizione alla sezione A dell’albo degli operatori accreditati e la Certifica-zione Sistema Qualità ISO 9001 con certificazione CSQ.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Progetto Valid.O. Validare l’occupabilità – Programma operativo di cooperazione transfrontaliera Italia/Svizzera 2007/2013; Progetto Interreg. Cogito Competenze Gestione Integrata Transfrontaliera Organizzata; Progetto Tra-sfobuilding 2007/2013.

Un momento del corso triennale per operatore edile.

L’Ente è stato istituito nel 1951 come Scuola Domenicale per Muratori e ha gestito per circa trenta anni in tutto il territorio provinciale corsi prefestivi, festivi e serali di disegno edile e di tecnologia per le maestranze del settore. Nel 1980 l’Ente è stato trasformato radicalmente, orientando i propri obiettivi soprattutto verso le giovani leve in uscita dalla scuola media, da inserire nel settore dopo un biennio di qualificazione riconosciuto dalla Regione Lombardia. Sempre nel 1980 l’Ente formativo cambiò nome assumendo quello di Scuola Professionale Edile Cremonese. L’ultima trasformazione è avvenuta nel 1997, quando la Scuola ha aperto i propri orizzonti verso tutte le figure del settore, compresi gli stessi istruttori. Nel maggio del 2002 è stata aperta, anche grazie agli sforzi di molte imprese edili del bacino cremasco, una sede decentrata nel centro di Crema.L’azione dell’Ente si sviluppa attualmente lungo i tre assi tradizionali: la formazione corsuale, l’informazione di settore a livello divulgativo, il supporto di servizio e di sussidiarietà nell’approccio tra domanda e offerta di lavoro in edilizia. La Scuola è atti-va nell’ambito di: formazione di base per l’inserimento lavorativo con l’istituzione del corso triennale di qualificazione profes-sionale regionale di operatore edile; formazione per i lavoratori assunti con contratto di apprendistato (sia livelli operativi che tecnici e amministrativi); formazione per la sicurezza; formazione all’uso di attrezzature e macchine di cantiere; formazione per lavoratori in difficoltà occupazionale (doti regionali per ammortizzatori sociali in deroga); formazioni in collaborazione con gli Istituti Tecnici per Geometri di tutta la provincia sui temi del-la pratica di cantiere e sulla sicurezza nei cantieri (in collaborazione con INAIL, CPT e ANCE Cremona); formazione per operatori della sicurezza e per gli organi ispettivi (ispettori della Direzione Provin-ciale del Lavoro e del nucleo ispettivo dei Carabinieri, tecnici della sicurezza); formazione per il reinserimento sociale e professionale (formazione di base per manovale nell’ambito della Casa Circon-dariale di Cremona). Da luglio 2010 la storica sede di Cremona si trasferirà, insieme al CPT e alla Cassa Edile, in nuova costruzione che ospiterà il “Polo dell’Edilizia” della Provincia di Cremona. Lo stabile principale risponde ai moderni criteri del risparmio energeti-co: infatti è costruito in classe A e dotato di pannelli solari e termici nonché dell’adeguato isolamento termo-acustico.

PRINCIPALI PARTENARIATI: INAIL della Provincia di Cremona; Direzione Provinciale del Lavoro; PSALL dell’Asl Cremona; SERT dell’ASL Cremona; Prefettura di Cremona; Comune di Cremona; Comune di Crema; Comune di Casalmaggiore; alcuni ITG; Ordine dei Geometri e Geometri laureati della Provincia di Cremona.

Via delle Vigne, 184 – 26100 CremonaScuola Edile Cremonese

Un momento del corso triennale di Crema

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E.S.P.E. – LeccoVia Achille Grandi, 15 – 23900 Lecco

L’atto costitutivo e lo statuto della Scuo-la risalgono al 1983, anche se le attivi-tà formative erano già state avviate nel 1978. L’esigenza principale per cui si è data origine alla Scuola è stata la neces-sità di fornire alle imprese del territorio giovani muratori ben preparati.Le relazioni più significative inizialmen-te sono state instaurate con il sistema delle imprese edili locali. In seguito si è sviluppato un positivo rapporto anche con le Istituzioni locali. L’offerta formativa è sempre stata im-perniata sulla formazione base, alla quale nel tempo si sono aggiunte anche la formazione continua e la formazione

specifica per la sicurezza, dal momento che si proceduto, nel 2002, all’unificazione tra Scuola Edile e CPT. Inizialmente le attività si svolgevano in una sede provvisoria, mentre dal 1982 si svolgono nell’attuale sede che, all’inizio, era costituita da un capannone prefabbricato a cui si è affiancata in seguito (1983-84), anche con l’opera degli allievi allora frequen-tanti, una palazzina con nuove aule e uffici.La Scuola è in possesso della certificazione ISO 9001 e s.m.i. e ha ottenuto l’accreditamento Regionale per i servizi formativi (sez A dell’albo).

PRINCIPALI PARTENARIATI: Partner nei progetti Interreg. Cogito e Valido e nel progetto Leonardo da Vinci Transfobuilding.

Giovani alunni della Scuola in laboratorio.

La Scuola Edile di Mantova viene fondata nel 1949. Agli inizi l’attività si svolgeva in maniera itinerante, grazie all’ospitalità delle parrocchie, nelle zone della provincia dove erano maggiori la presenza di cantieri e la domanda di maestranze. Succes-sivamente è stata costruita una sede stabile che ha permesso di offrire ai lavoratori e alle imprese delle opportunità formative sempre più differenziate e specializzate. Le attività didattiche inizialmente prevedevano una frequenza serale due volte a setti-mana ed una frequenza diurna il sabato; il diploma si conseguiva dopo tre anni. Nel 1951, all’avvio del nuovo anno scolastico, la Scuola vantava già un’attività dislocata in 7 comuni. Visti i risultati e le richieste, il consiglio di amministrazione deliberò all’unanimità di istituire un biennio di specializzazione. Nel 1952 l’Istituto Prevenzione Infortuni e la Scuola Edili realizzarono i primi corsi di antinfortunistica. Nell’anno scolastico 1955/56 gli allievi stabilmente iscritti ai corsi toccavano le 400 unità

e l’anno successivo la Scuola istituì un biennio di specializzazione per assistenti edili – o capimastri. Nel 1962/63, per incentivare la partecipazione, venne deciso di corrispondere a tutti gli allievi dei corsi serali un’indennità di presenza. Proprio in questi anni iniziò l’industrializzazione nella provincia e cominciano a sorgere grandi fabbriche: molti lavoratori edili si trasferirono dunque in questi nuovi contesti produttivi. La conseguenza fu la riduzione del numero di allievi, divenuta ancor più tangibile a seguito della congiuntura eco-nomica negativa degli anni Ottanta. Tuttavia la Scuola ha proseguito con impegno il suo mandato operando assieme all’amministrazione provinciale e agli altri centri di formazione e specializzando l’offerta formativa con corsi per il personale tecnico e per gli imprenditori. L’offerta formativa oggi spazia dai corsi per l’informatizzazione in azienda, al miglioramento della gestione aziendale. A ciò si aggiun-gono anche seminari nell’ambito dei materiali innovativi e i corsi sulla sicurezza previsti dalla legge. I punti di forza della proposta formativa dell’Ente sono oggi le 16ore e un progetto di formazione sull’utilizzo delle macchine di cantiere. L’Ente ha ottenuto la certifica-zione di qualità e l’accreditamento presso la Regione Lombardia. Nel 2007 è iniziata la costruzione della “casa dell’edilizia mantovana” che sarà sede dei tre Enti paritetici del settore.

PRINCIPALI PARTENARIATI:Partenariato con l’istituto Tecnico per Geometri Carlo D’Arco di Mantova per un progetto di continuità scuola lavoro che prosegue dal 2006. Collaborazione con il Politecnico di Milano - sede di Mantova - per l’accoglienza da parte della S.P.A.E. di stagisti.

Strada Circonvallazione Sud, 68/A – 46100 Mantova S.P.A.E. – Scuola Provinciale Apprendisti Edili Mantova

I corsi per l’utilizzo delle macchine di cantiere sono un punto di forza della Scuola.

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E.S.E.M. – Ente Scuola Edile di Milano Via Isacco Newton, 1/3 – 20148 Milano

La Fondazione Convitto Allievi delle Arti Edilizia ed Affini viene istituita nel dicembre del 1954 e viene avviata la costruzione di un complesso con una residenza di 400 posti letto, una struttura ricreativa di soggiorno, una mensa, aule didattiche e cantieri per esercitazioni pratiche. L’inaugu-razione avviene nel novembre 1958. Con il trascorrere degli anni, l’Ente cambia denominazione e nel maggio 1987 viene costituito l’E.S.E.M. - Ente Scuola Edile Milanese. Con la costituzione della Scuola gli operai, impegnati nei numerosissimi cantieri di Milano e hinterland, trovano non solo ospitalità in una sorta di “college” operaio, ma anche l’opportunità di seguire corsi di formazione per i profili più tradizionali. Per i primi cin-que anni la Fondazione Convitto attiva la scuola serale con corsi destinati agli edili già inseriti nel settore. Nel 1963 si dà avvio alle attività diurne (tempo pieno per 9 mesi) rivolte ai giovani dai 14 ai 17 anni. A metà degli anni Settanta l’offerta formativa viene ampliata al settore meccanico/elettrico con un periodo di tirocinio gratuito in impresa prima dell’inserimento lavorativo. A metà degli anni Ottanta vengono introdotti, tra gli altri, anche i corsi per apprendisti. Gli anni Novanta vedono l’ampliamento dell’offerta formativa, articolata in moduli brevi sia per operai che per tecnici. In questi ultimi anni l’attività di E.S.E.M. si è rivolta quasi esclusivamente ai lavoratori già occupati (sono stati sospesi i corsi di primo inserimento per figure operaie e vengono attuati due soli corsi post diploma), avendo rinunciato all’accreditamento regionale per la formazione dei giovani di età inferiore ai 18 anni. Nella formazione degli occupati, grande rilevanza assumono le attività formative obbligatorie per legge o per contratto, quelle per l’utilizzo delle macchine di cantiere e quelle rivolte ad operai edili svolte in orario extra lavorativo. Dalla metà degli anni Novanta, il Convitto è stato dato in affitto ad una società esterna e non fa più parte dell’Ente. Tra i vari riconoscimenti ottenuti si ricordano: la certificazione di qualità (2003) in base alla norma UNI EN ISO 9001/2000; l’Accreditamento Regionale, e la formazione su commesse con attività formative attuate su richiesta di enti pubblici, aziende pubbliche, imprese edili. Vanno infine segnalate le numerosissime visite di delegazioni delle Scuole Edili di tutte le regioni italiane, così come significativi e gratificanti sono stati gli incontri con le delegazioni stranieri di Cina, Germania, Francia, Brasile, Croazia, Mozambico.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Tra i tanti si ricordano: Progetto Dialogo Sociale; Seminario conclusivo del Progetto Equipe;Progetto Leonardo, coordinato dalla scuola edile di Amburgo; Progetto Leonardo in partenariato con la Scuola di Siviglia. Numerosissime sono state le collaborazioni con enti, istituzioni, università, imprese: Soprintendenza ai monumenti, Asl di Milano, Provincia di Milano, Politec-nico di Milano, Formaper, ente di formazione della Camera di Commercio di Milano, Consorzio CEPAV, impegnato nella costruzione ferroviaria Alta Velocità Milano / Bologna.

BIBLIOGRAFIA: 50° ESEM una storia lunga diecimilioni di ore (2005).

Un momento del corso per ponteggiatori.

Nei primi anni l’Ente, costituito nel 1972, ha finalizzato la quasi totalità dei suoi interventi alla costruzione della figura professio-nale del muratore qualificato. A questo profilo professionale sono riferiti sia i corsi diurni per giovani in uscita dalla scuola media inferiore, sia i corsi serali per operai tra i 18 e i 35 anni, già occupati in imprese edili della provincia. Sul territorio si sviluppano fin dal primo momento relazioni con le imprese, con gli istituti scolastici e i Comuni, che mettevano a disposizione aule nelle quali si tenevano le lezioni teoriche, con l’Amministrazione provinciale, con il Collegio Geometri, con l’Università e con altri centri di formazione professionale per le realizzazione di progetti formativi speciali (es. tecniche decorative murarie per donne detenute). Grazie ad alcune convenzioni con i Comuni, inoltre, gli allievi dei corsi venivano impegnati, con simulazione di cantiere reale, in lavori di manutenzione di particolari edifici pubblici. L’attività dell’Ente nei primi quindici anni è stata quasi totalmente autofinanziata; successivamente l’Ente ha avuto accesso a fondi pubblici erogati dall’Amministrazione Provinciale (Regione e FSE).In anni più recenti l’attività formativa si è concentrata sulla salute e sicurezza sul lavoro realizzando corsi in collaborazione con il CPT Pavia (che non dispone di una struttura formativa propria). Vengono svolti anche corsi per addetti al montaggi/smontaggio ponteggi, corsi per apprendisti e tutor aziendali, corsi per preposto, corsi per conduttori di macchine. Nell’ultimo anno sono state

introdotte anche le 16ore. Attualmente l’ESEDIL dispone di due sedi operati-ve accreditate. L’Ente ha offerto nel tempo agli allievi anche una formazione pratica in cantieri reali; si ricordano il recupero della cascina Samperone a Certosa, dell’oratorio di Mirabello e al Broletto, di Villa Tartara e l’accordo con il Comune di Vigevano e la Soprintendenza per lavori in un fabbricato all’in-terno del Castello. La realizzazione di un progetto sulla preparazione di figure professionali addette alla gestione e promozione dei Beni Culturali e un corso sulla progettazione formativa costituiscono ulteriori esperienze qualificanti di questo periodo. Per ridurre i rischi di disaffezione e abbandono nei corsi per adolescenti in obbligo formativo l’ESEDIL ha messo in atto azioni di motiva-zione alla frequenza (assistenza di co-docenti e tutor esperti ed erogazione di un assegno di studio per gli allievi con frequenza assidua).

PRINCIPALI PARTENARIATI: Sono attivi vari protocolli: con i servizi per l’impiego, con l’ASL Pavia; rete CAMPUS/Rete territoriale C2; Pat-to di Governance Provincia-Istituti Scolastici Superiori – Centri di Formazione Accreditati; Protocollo Enti Bilaterali /ASL/ DPL; Documento d’Intenti Esedil/CPT – INAIL; ATS - Apprendistato professionalizzante provincia di Pavia; ATS – Polo Pavese dell’ICT per la Logistica (1); ATS - Polo (2) – Formazione Superiore; Convenzione Le Vele per doti edilizia; Convenzione Santachiara per doti Edilizia.

BIBLIOGRAFIA: ESEDIL ha sviluppato un’intensa attività di produzione di materiali didattici, quali dispense su materiali e lavorazioni tipiche dell’edilizia, schede per esercitazioni formative, un audiovisivo che documenta le fasi di restauro di S.Maria Gualtieri, e uno che illustra l’esecuzione di opere in cemento armato. Sono stati elaborati anche una progettazione formativa per moduli e un documento di proposte formative su restauro e ristrutturazione edile.

Via Damiano Chiesa, 25 – 27100 Pavia ESEDIL – Ente Scuola Edile della Provincia di Pavia

Lezione pratica all’interno della Scuola.

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La Scuola Convitto per Muratori è stata realizzata nel 1955 per iniziativa della Sezione Costruttori Edili dell’Unione In-dustriali di Sondrio e delle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori del Settore Edile, con la disponibilità del Co-mune di Ponte in Valtellina, che ha messo a disposizione le proprie strutture. In un primo tempo la Scuola è stata allestita nel fabbricato dell’ex convento di Madonna di Campagna per poi essere trasferita, negli anni Settanta, all’interno di una specifica struttura situata nel centro del borgo storico di Ponte in Valtellina. Attualmente le lezioni di teoria sono effettuate a Sondrio presso le aule del Cen-tro di Formazione Professionale della Provincia mentre le esercitazioni pratiche si svolgono tutt’ora presso lo stori-co laboratorio di Ponte in Valtellina.La Scuola è didatticamente gestita dal Centro di Forma-zione Professionale della Provincia di Sondrio, che rila-

scia un diploma di qualifica professionale dopo le prove di esame sostenute dagli allievi al termine del triennio scolastico.L’E.S.F.E., nato dall’accorpamento dei preesistenti Comitato Paritetico Territoriale e Istruzione Professionale, partecipa ancora oggi attivamente alla gestione del triennio attraverso un fattivo coinvolgimento nell’organizzazione dei percorsi didattici e degli stages. Inoltre sostiene i costi di vitto e alloggio degli allievi.Con la costituzione dell’E.S.F.E. l’offerta formativa si è orientata soprattutto verso la formazione per i giovani che entrano per la prima volta nel settore edile e verso iniziative di promozione della sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare si possono individuare i seguenti ambiti formativi: formazione di base, formazione figure della sicurezza, formazione e addestramento rischi specifici, formazione e addestramento attrezzature da cantiere, organizzazione e gestione della sicurezza.Grandi risorse sono state spese sulla formazione in materia di cadute dall’alto e sugli apparecchi di sollevamento.Attualmente l’E.S.F.E. svolge le attività di formazione sull’intero territorio attraverso partenariati con altre strutture pubbliche e private. Recentemente l’E.S.F.E. e Cassa Edile Sondrio hanno acquisito a Sondrio, in una area strategicamente rilevante, circa undicimila metri quadri di superficie sulla quale sorgerà la nuova sede direzionale ed operativa degli Enti paritetici dell’edilizia.

E.S.F.E. – Ente Paritetico per la Sicurezza e la Formazione dell’ediliziaVia Donatori di sangue, 15 – 23100 Sondrio

La Scuola Professionale Edile di Varese è stata costituita nel 1973. L’obiettivo formativo della Scuola, dalla sua fondazione e per tutti gli anni successivi, è stato quello di aggiornare e specializzare le maestranze edili operanti nella provincia ed elevarne il profilo culturale. La S.P.E.V., sin dai primi anni della sua costituzione, si diffonde sull’intero territorio provinciale attivando corsi di qualifica per muratori e di specializzazione per capi-muratori in 6 centri periferici oltre alla sede principale, e raggiungendo negli anni Novanta la partecipazione di oltre 200 allievi. Questi corsi ottengono il riconoscimento della Regione Lombardia e dell’Amministrazione Provinciale che consente alla fine di ogni percorso formativo il rilascio di un attestato Regionale. In questi anni sono state attivate anche una serie di collabora-zioni con alcuni Comuni e diversi settori della Provincia, con i quali si sono studiati ed organizzati corsi e laboratori pratici. La S.P.E.V. è attenta ai mutamenti del mercato del lavoro e, dopo una serie di monitoraggi, nel Duemila, è stato deciso che i corsi fossero brevi e mirati, con un calendario che prevedesse lo svolgimento dell’attività formativa in orario serale, il sabato e anche un intero giorno lavorativo, mediante l’istituto del distacco retribuito. Le azioni formative sono distribuite in diverse aree professionali, con più livelli di competenza per i diversi profili. Al termine di ogni azione formativa viene rilasciata una cer tificazione con l’acquisizione di un credito formativo spendibile nel sistema edile. Tutte queste azioni formative sono principalmente rivolte a dipendenti di imprese iscritte in Cassa Edile e sono registrate in un apposito libretto personale che contiene la storia professionale del lavoratore e la sua formazione professionale. L’offer ta for-mativa prevede corsi di carpenteria, muratura, intonacatura, imbiancatura / verniciatura, a più livelli di competenza, a carattere modulare e con un’impostazione metodologica che privilegia l’attività pratica, integrata con la formazione teorica; l’Ente ha avviato anche attività formative nell’area macchine e precisamente (operatore macchine movimento terra e conduzione gru). La S.P.E.V. è dotata di un laboratorio informatica attrezzato con PC e software dedicati per il disegno tecnico architettonico e per la contabilità di cantiere. Altre iniziative formative interesseranno l’area del disegno tecnico e dell’alfabetizzazione lin-guistica - tecnica per lavoratori stranieri. Nel corso degli ultimi anni sono state progettate e realizzate at-tività formative finanziate dal FSE nell’ambito del post diploma (corso per assistente tecnico di cantiere edi-le) e attività formative integrate con Istituti Scolastici per Geometri. La Scuola Edile di Varese è accreditata presso la Regione Lombardia e cer tificata secondo gli standard qualitativi norma UNI EN ISO 9001:2000 per la progettazione ed erogazione di servizi formativi e di orientamento.

Via Cairoli, 5 – 21100 Varese S.P.E.V. – Scuola Professionale Edile della Provincia di Varese

Allievi del corso funi.

Corso macchine movimento terra.

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ASSISTEDIL Ancona – Ente per la formazione degli edili della Provincia di AnconaVia Filonzi, 9 (zona Baraccola est) – 60029 Ancona

La Scuola viene fondata sulla carta nel 1968 per rispondere alle esigenze formative di settore del territorio e per incentivare i giovani al mestiere dell’operaio edile. Fu inizialmente denominata di “Jesi” perché è in quella città, a 30 Km da Ancona, che è stata costruita la prima grande struttura della Scuola Edile. L’attività di formazione vera e propria però prende avvio nel 1976 con i corsi di primo ingresso nel settore rivolti ai giovani, corsi che da allora si sono ripetuti ogni anno e rappresentano la tradizione dell’offerta formativa della Scuola Edile. L’attività di formazione esterna rivolta agli apprendisti, invece, è stata avviata nel 1999: ogni anno si svolgono 6-10 corsi con una media di 150 allievi all’anno. Grande spazio viene dato alla for-mazione obbligatoria per la sicurezza che si svolge con la compartecipazione del CPT. Saltuariamente vengono svolti anche corsi differenti quali quelli di informatizzazione e gestione aziendale.La sede storica di Jesi è ora di proprietà dell’amministrazione provinciale con la Scuola media superiore ITASS (istituto tecni-co femminile); il Comitato di gestione dell’ASSISTEDIL ha infatti deliberato che Cassa e Scuola Edile confluissero in un’unica nuova struttura, che dal 1995 ha sede presso la zona Baraccola, ad Ancona. A Jesi rimane un fabbricato di proprietà della Scuola Edile dove vengono svolti corsi periferici per aziende e soggetti dell’entroterra. Tra le offerte formative della Scuola si segnala l’esistenza di un corso per i giovani disoccupati che desiderano entrare nel settore delle costruzioni edili con un pre-

mio presenza di circa € 500 al mese, di cui una parte elargita in corso, come rimborso spese mensile e con aggancio alle pre-senze e un’altra accantonata mensilmente come premio di permanenza nel settore ed elargita a fine anno solare, alla condizione di aver terminato il corso e essere iscritto come operaio in Cassa Edile ASSISTEDIL per almeno 6 mesi.La Scuola Edile è un Ente formativo ac-creditato presso la Regione Marche per l’esercizio delle attività di orientamento e formazione professionale inerenti l’obbligo formativo, la formazione continua e la for-mazione superiore.

PRINCIPALI PARTENARIATI: L’ASSISTEDIL ha partecipato al progetto FONDIMPRESA.

L’Ente Scuola Edile è stato fondato il 30 settembre 1959 per rispondere soprattutto alle esigenze formative delle imprese, che cercavano giovani professionalmente preparati. Nel corso degli anni la Scuola ha instaurato rapporti con l’Ammini-strazione Provinciale, con i Centri per l’impiego e la formazione professionale del territorio, con l’INAIL, con la Facoltà di Architettura, con il Comune di Ascoli Piceno e con l’Istituto per Geometri della città. Inoltre la Scuola è accreditata presso la Regione Marche.L’offerta formativa è rimasta sempre costante nel corso degli anni, in particolar modo quella biennale destinata ai giovani da inserire nel settore, che ha dato sempre buoni risultati. Nel 2004 la Scuola ha svolto un importante percorso di forma-zione finalizzato al restauro del Chiostro del Convento di San Tommaso, con la ricostruzione di alcune volte a crociera in

muratura di mattoni. Infine, da alcuni anni, avendo assorbito il CTP, la Scuola svolge anche formazio-ne per la sicurezza. Nel corso del tempo la sede è cambiata diverse volte, ma da circa vent’anni l’En-te ha acquistato una struttura che ha provveduto a ristrutturare, con circa 4.000 metri quadrati a di-sposizione per le esercitazione pratiche. Nel 2010 la Scuola avvierà un bando per la costruzione di un nuovo centro di servizi per l’edilizia congiuntamen-te alla Cassa Edile di Ascoli Piceno.

Zona Industriale Campolungo – 63100 Ascoli PicenoEnte Scuola Edile Ascoli Piceno

Operai a lavoro durante il Restauro del Chiostro del Convento di San Tommaso.

Corso macchine movimento terra.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

Il Centro per la Formazione delle maestranze edili di Pesaro e provincia denominato “Scuole Edili di Pesaro e Provincia” viene fondato nel 1958 e, come suggerisce anche il nome, è nato per operare con diverse sedi su tutto il territorio provinciale. Spe-cie nel primo ventennio di attività ciò è stato realizzato con l’istituzione di 8 centri periferici presso i comuni dell’entroterra pe-sarese che mettevano a diposizione aule per la teoria e locali coperti per la pratica nei quali spesso venivano realizzate opere di manutenzione e ripristini a beneficio della comunità. I corsi erano pomeridiani e serali. La sede di Pesaro, oltre alla normale attività, svolgeva anche un ruolo di coordinamento. Dall’iniziale attività prevalentemente serale indirizzata anche al recupero culturale delle maestranze, si è passati, dal 1978, con la legge quadro sulle qualifiche, ai corsi di qualifica, riservando l’in-

tera attività ai minori. Attualmente, per problematiche connesse con l’erogazione dei finanziamenti da parte delle regione Marche e per la mancanza d’iniziative nazionali in merito al ruolo delle Scuole Edili nel settore dell’obbligo formativo, quello che era il fiore all’occhiello delle attività formative di base, con circa 50 allievi minori all’anno, si è totalmente esaurito. Così è successo anche all’apprendistato, soverchiato, nell’ac-cesso ai finanziamenti, dalla concorrenza di enti formatori anche estranei al settore. I corsi più importanti sono ora nel campo della formazione sulla sicurezza (RSPP, RLS, 16ore…). Nella provincia di Pesaro la Scuola ha effettuato oltre 35 corsi per montag-gio / smontaggio ponteggi, formando circa 900 addetti in due anni. In crescita i corsi per l’alfabetizzazione tecnica dei lavoratori stranieri.La sede di Pesaro è in via Toscana dalla fine degli anni Ottanta quando si decise di abbandonare la storica sede cittadina a favore di un centro nuovo e moderno con laboratorio e otto aule di teoria. Da alcuni anni è stata portata a termine e attivata anche la moderna sede periferica di Fermignano, vicino Urbino, che si vuole dedicare ai corsi nel campo del restauro. È in questo campo, infatti, che la Scuola ha ottenuto riconoscimenti pubblici per il lavoro fatto sullo Scalone del Vanvitelli a Pesaro e sui Giardini pensili di Saltara (PU).

PRINCIPALI PARTENARIATI: Forme di collaborazione con Associazioni e Scuole Edili di Brasile e Norvegia.

BIBLIOGRAFIA: Manuale per operai edili (1975); Appunti di Tecnologia I e II volume (1980 e 1990); Storia dell’arte e tecnica del restau-ro nella Provincia di Pesaro Urbino (1985); Aritmetica – Geometria – Fisica Tecnica per edili (1989); Il primo mattone (1995). Tutti i testi sono stati redatti dal coordinatore didattico Ing. Franco Rossi.

Via Toscana, 113 – 61100 PesaroScuole Edili di Pesaro e ProvinciaComitato Paritetico Territoriale per la Sicurezza e la Formazione in Edilizia Ente Scuola Edile di Macerata

Contrada Chienti, 4/A – 62100 Sforzacosta (MC)

Il CPT / Ente Scuola di Macerata nasce il 20 ot-tobre 1997 come ente unico al fine di promuo-vere la prevenzione degli infortuni, la sicurezza nel lavoro e la formazione professionale per i giovani che entrano nel settore delle costru-zioni, per le maestranze, per i tecnici e per i datori di lavoro. Nasce nel 1997 sulla carta, ma diviene operativo dopo circa tre anni.L’offerta formativa è stata orientata quasi esclusivamente e fin da subito sulla formazione continua con corsi di formazione, qualificazio-ne, specializzazione e aggiornamento in preva-lenza per occupati. L’obiettivo primario è stato quello di supportare le imprese nell’adempi-mento degli obblighi formativi imposti dalla normativa vigente per poi arrivare, attraverso un rapporto di fiducia e di fidelizzazione, ad un sistema di confronto, consulenza, sviluppo e

crescita professionale. La Scuola ha avuto fin dalla sua fondazione una sede legale – amministrativa in comune con la Cassa Edile. La sede operativa veniva di volta in volta individuata attraverso un sistema di cantieri scuola didattici messi a disposizione dalle imprese iscritte. A partire dal 2007 l’Ente dispone di una propria sede legale e operativa pensata e voluta in funzione dei nuovi obiettivi, dei nuovi e sempre crescenti fabbisogni formativi espressi dalle imprese e dalla realtà locale. Nel tempo dunque l’Ente è cresciuto e si sono consolidati i rapporti con il territorio e con le istituzioni con una conseguente crescita dell’offerta formativa e del numero dei soggetti formati. L’Ente è accreditato come struttura formativa.

PRINCIPALI PARTENARIATI: L’Ente ha siglato partenariati con l’INAIL e con la Regione Marche costituendo tavoli tecnici. Ha colla-borato con il mondo della scuola avviando percorsi di integrazione scuola-mondo del lavoro attraverso concorsi con assegnazione di borse di studio.

Un manufatto realizzato dagli allievi di un corso.

Allievi del corso 16ore.

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Le Scuole Edili si raccontano

Ente Scuola Edile del MoliseContrada San Giovanni in Golfo, 205/e – 86100 Campobasso

Solo nel 1994 è stato possibile nel Molise procedere alla co-stituzione dell’Ente Scuola che, a differenza della generalità degli organismi analoghi distribuiti sul territorio nazionale, ha valenza regionale e non provinciale. Ciò a causa dei li-miti demografici del territorio (il Molise conta in tutto poco più di 300.000 abitanti, evidentemente meno di un quartiere di Roma) e della scarsità delle risorse disponibili. Obiettivo dell’ANCE e dei sindacati Feneal, Filca e Fillea con la costi-tuzione della Scuola è stato quello di munire il settore di uno strumento valido e moderno per far crescere la manodopera e l’imprenditoria locale, dotate entrambe di grandi tradizioni, ma bisognose di uno sviluppo che le rendesse competitive nei confronti della concorrenza proveniente da fuori regione e nelle sfide per la modernizzazione del comparto. La Scuola Edile del Molise, a cui le parti sociali hanno affidato anche le funzioni di CPT Regionale, ha indirizzato la sua azione a sostegno del sistema delle imprese locali facendo emergere le esigenze formative delle stesse con la periodica somministrazione di questionari sui “bisogni formativi”. Una particolare attenzione è stata sempre dedicata alla materia della sicurezza sui luoghi di lavoro con la effettuazione di corsi per datori di lavoro e lavoratori.Dal 2005 la Scuola Edile del Molise dispone di una nuova sede, prestigiosa e funzionale, con una superficie di quasi 1.500 mq, con uffici, aule, laboratori e auditorium, tutti dotati delle più aggiornate attrezzature tecnologiche, informatiche e multimediali.

La sala conferenze della Scuola.

La Scuola Edile, fondata nel 1969, è un’agenzia formativa accredita dalla Regione Piemonte dal 2003 che cura la prima formazione dei giovani che vogliono inserirsi nel settore, riqualifica i lavoratori occupati, realizza corsi di aggiornamento per titolari o soci d’impresa, promuove iniziative per diffondere la conoscenza delle nuove tecnologie e nuovi materiali, unita-mente al recupero delle antiche arti del costruire. Le attività della Scuola hanno avuto inizio nel 1979 con il primo corso post diploma per geometri da Assistente Edile. Nel 1982 si è dato avvio ai primi corsi per muratori, carpentieri, ferraioli nel nuovo complesso scolastico e si è incrementata l’attività con corsi per occupati e titolari d’impresa e con corsi di aggiornamento su nuove tecnologie e materiali da costruzione. All’inizio degli anni Novanta (1992) la Scuola ha impiantato l’Osservatorio sul mercato del lavoro e ha dato vita ad un gemellaggio con la Scuola Edile di Bourg en Bresse. Nel 1994 ha attivato una collaborazione con le Università di Genova, Milano e Torino sullo studio delle case in terra cruda del basso Piemonte e si è proceduto con la costruzione di una casa in pisè. Con il 1996 sono iniziati i primi corsi per addetti e tecnici rimozione bonifica, smaltimento rifiuti contenenti amianto e i primi corsi sulla sicurezza e salute sul lavoro. L’anno successivo l’attività della Scuola si è estesa dando il via a corsi per donne sul restauro architettonico e archeologico. Gli anni Novanta si chiudono con il via ai corsi per l’apprendistato. Negli anni 2000 la Scuola continua a crescere con corsi per migranti di area balcanica (2001), corsi di architettura bioecologica, con il primo Master per laureati in “Gestione d’impresa edile” (2004) e con la formazione formatori. Vanno segnalati anche il primo corso da operatore edile destinato ai detenuti (2006), la predisposizione del catalogo 100 proposte formative (2008), il primo corso IFTS “Tecnico superiore per la conduzione del cantiere – Riqualificazione energetica edilizia storica” e la partecipazione ad un gemellaggio Italia-Romania.A breve la Scuola si trasferirà nel nuovo “Palazzo dell’edilizia” in costruzione alle porte della città. L’edificio, realizzato secondo le moderne tecniche eco-sosteni-bili, in grado di dare elevato comfort abitativo a zero consumo, è stato progettato dall’architetto Daniel Libeskind.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2001 Iniziativa Comunitaria OCCUPAZIONE – Volet Integra – Progetto quadro di orientamento, formazione professionale e consulenza a favore di migranti e profughi della regione balcanica. 2002 Progetto Equal Al V.I.A. Villaggio per l’integra-zione e l’adattabilità. 2005 Progetto DO.R.A.T.E. – Donne che rivalutano e arricchiscono la tradizione edile.2006 Programma Leonardo da Vinci - Progetto di scambio internazionale Restaurare in Europa. 2009 Programma LLP – Leonardo da Vinci – Mobilità – Progetto Restaurare II. 2010 Programma Leonardo da Vinci TOI (Transfer of Innovation).

Viale dell’Industria, 56 - 15100 AlessandriaScuola Edile Alessandria

Un momento del corso per tecnico decorazione e stucchi.

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Le Scuole Edili si raccontano

I corsi dell’Ente Scuola hanno rappresentato un utile supporto all’industria edile locale e sono stati frequentati sia da chi intendeva inserirsi nel settore, che da chi voleva aggiornare la propria formazione. Nel territorio l’esigenza primaria da soddisfare era la necessità di inserire nuove forze qualificate vista l’età media degli addetti piuttosto elevata. Le principali relazioni istituite nel territorio hanno portato alla partecipazione attiva dei rappresentanti dei datori di lavoro, tramite le associazioni di appartenenza Industriali ed Artigiane dell’Edilizia, dei rappresentanti delle parti sindacali per i lavoratori e degli istituti Tecnici scolastici della zona.L’offerta formativa ha subito l’influenza delle molteplici normative che col tempo hanno regolamentato nel settore edile la gestione della sicurezza: partita come formazione di qualifica professionale si è poi sviluppata nella formazione sulla sicurezza nei cantieri. L’offerta formativa della scuola oggi è formata da: corsi 16ore; primo soccorso; antincendio; pon-teggiatori; RSPP; RLS. Di grande rilievo anche i corsi per la formazione degli apprendisti che sono sviluppati sull’offerta formativa del bando Provinciale. Tali corsi presentano come criticità l’abbandono del progetto formativo da parte di alcuni degli allievi, il che comporta per l’Ente la perdita di risorse finanziare. Il corso ponteggiatori è il più strutturato dell’Ente e ha contribuito a far diventare la Scuola un punto di riferimento. L’iniziale sede della Scuola era all’interno dell’Unione Industriale di Biella; successivamente per l’aggregazione al Sistema Edile è stata trasferita nei locali della Cassa Edile. Per ottimizzare l’organizzazione la Scuola ha anche una sede, con annessa segreteria, dove si svolgono le attività formative.

Via Giovanni Battista Botalla, 3 – 13900 BiellaEnte Scuola per l’Industria Edilizia ed affini della Provincia di Biella Ente Scuola Edilizia della Provincia di Asti

Via Marchese Luigi Borsarelli di Rifreddo, 19 – 14100 Asti

L’Ente Scuola per le Industrie Edilizia e Affini della Provincia di Asti è stato costituito il 23 marzo 1978. Avuta l’operatività ufficiale, l’Ente si è attivato nei primi tempi sia al reperimento di nuove leve professionali per il settore, in col-laborazione con le Scuole Edili di Alessandria e Torino, sia ad ap-prontare i primi corsi sulla sicu-rezza con la partecipazione di Asl e Spresal. L’evoluzione nel tempo dell’offerta formativa è andata di pari passo con il quadro legislati-vo che ha sempre più blindato gli adempimenti formativi delle im-prese edili trovando le dovute ri-sposte. Il corso istituzionalmente più rilevante ed ormai storicizzato

è quello per apprendisti, che, dal 2002 ad oggi, si è realizzato in 31 edizioni con più di 410 allievi formati. Nei due ultimi decenni l’attività formativa si è intensificata di anno in anno passando dalla media annua sotto la decina di corsi con un centinaio di partecipanti, alle cifre importanti dell’ultimo anno. Le tipologie di corso, oltre al già citato apprendistato, sono le 8 e 16 ore di primo ingresso, corso ponteggiatori, RLS, RSPP, antincendio, primo soccorso, macchine movimento terra. Rilevante, in riferimento ai corsi sulla sicurezza, la stretta e fattiva collaborazione con il CPT di Asti, che dura da oltre 15 anni. La Scuola Edile di Asti si fregia dell’accreditamento previsto dalla Regione Piemonte e partecipa al progetto del Comune di Asti (al centro fra Alessandria e Cuneo) a capitale del Piemonte meridionale grazie anche al proprio ricco patrimonio storico in edilizia. Si sono già attivate visite alle più significative Scuole del settore in paesi europei come Polonia, Germania, Francia e Spagna nell’intento di concretizzare al più presto tale significativo progetto.La sede della Scuola è sempre coincisa, come ancora oggi, con quella della locale Cassa Edile.

La sede della Scuola presso gli edifici della Cassa Edile.

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Le Scuole Edili si raccontano

Dall’anno della fondazione, nel 1973, al 1990 la Scuola Edile Novarese non ha avviato alcuna azio-ne significativa. Nel 1990, in collaborazione con la Scuola Edile di Pavia, ha attivato, presso le imprese della Provincia di Novara, un’indagine sui fabbisogni formativi che ha supportato tutta la prima fase di av-vio. Nel 1994, sulla scor ta delle esigenze generate dalle innovazioni legislative introdotte, le par ti sociali hanno deciso di dare impulso alle attività formative sulla sicurezza.Negli anni immediatamente successivi sono state formalizzate delle collaborazioni con i soggetti istitu-zionali edili (scuole per geometri, ordini professiona-li) che hanno por tato all’avvio di un nutrito catalogo di iniziative formative volte a soddisfare le esigenze di tutto il settore edile tanto che la Scuola Edile Nova-rese costituisce ormai un punto di riferimento a livello territoriale per la formazione del settore edile. Dall’anno 2003 la Scuola è accreditata dalla Regione Piemonte. Il sistema di gestione della qualità è cer tificato da DNV-SINCERT secon-do la normativa UNI EN ISO 9001:2000. L’accreditamento ha consentito da un lato di migliorare la qualità dell’offer ta formativa, dall’altro di implementare le risorse economiche destinate alla formazione edile.L’offer ta formativa della Scuola Edile Novarese è orientata su tre obiettivi: formazione per l’impiegabilità, formazione per la progettazione professionale, formazione per la sicurezza.I tre obiettivi si realizzano attraverso iniziative di prima formazione per i giovani che entrano nel settore edile, iniziative di formazione continua per i lavoratori dell’edilizia, qualificazione, specializzazione ed aggiornamento per operai, im-piegati amministrativi, tecnici, quadri, imprenditori e liberi professionisti, operando di concer to con il CTP nell’ambito dei corsi sulla sicurezza.

Viale Manzoni, 18 – 28100 NovaraS.E.N. - Scuola Edile Novarese Ente Scuola Edile di Cuneo

Corso Francia, 14/c – 12100 Cuneo

Il fondo per l’Addestramento Professionale Edile viene istituito il 4 gennaio 1962. I primi corsi di formazione di disegno tecni-co sono serali e vengono organizzati in collaborazione e nei locali della scuola comunale Renato Lattes. Dopo la prima fase di avvio, gestita dall’Unione Industriale, nel 1973, viene costituito l’Ente Scuola Edile, con la nomina del Consiglio di Ammini-strazione. La storia della Scuola può essere divisa in tre fasi. In un primo periodo, dal 1969 al 1988, l’attività è caratterizzata da corsi rivolti a manodopera operaia occupata, con l’obiettivo di fornire agli allievi nozioni di disegno e matematica e la conoscenza dei materiali da costruzione. Con il contratto Integrativo Provinciale del luglio 1986 vengono avviati i primi corsi rivolti a giovani disoccupati nella fascia di età tra i 15 ed i 29 anni, della durata di 9 mesi di cui 3 di stage presso imprese.Nella seconda fase, dal 1988 al 1998, si sperimentano forme di incontro domanda / offerta di lavoro e si comincia a prefi-gurare il passaggio da Ente Scuola per l’Addestramento ad “agenzia formativa”. Si cominciano a proporre corsi specialistici e settoriali: recupero edilizio in ambiente montano, conduttori macchine movimento terra, introduzione all’edilizia per ex-tracomunitari, contabilità cantieri. Nello stesso periodo vengono avviati anche i primi corsi sulla sicurezza. Nel 1997 viene costituito il primo gruppo di lavoro sulla sicurezza formato dall’Ente Scuola Edile e il CPT con la Direzione Provinciale del Lavoro, le ASL, gli ordini professionali, le associazioni provinciali ed i R.L.S.T. Dal 1998 l’attività della Scuola è caratterizzata dalla ricerca di maggiori legami con il territorio, in particolare con le scuole geometri. L’Ente, che non aveva locali dove sviluppare la propria iniziativa formativa, con la convenzione con gli Istituti per geometri della provincia, comincia ad articolarsi sul territorio e comincia a trasformar-si concretamente in agenzia formativa. Si avviano i primi corsi per la formazione della figura del tecnico di impresa edile, l’apprendistato, la formazione sulla sicurezza nelle quarte e quinte geometri, i percorsi inte-grati, i corsi per operatore edile polivalente e i laboratori orientativi con le classi prima seconda e terza geometri. Negli ultimi anni, un’esperienza di particolare interesse è l’attività formativa per i corsi ponteggi, gestita in rete con un gruppo tecnico composto da Ente Scuola Edile – CPT, ASL, D.P.L., Vigili del fuoco e guide alpine, associazioni imprenditoriali.

BIBLIOGRAFIA: Nel 1987 viene pubblicato il primo numero del giornale periodico degli Enti Scuola e CPT «Formazione & Sicurezza» che viene spedito in oltre 10.000 copie a imprese, lavoratori e consulenti.

Premiazione venticinquennale con ex direttori, presidenti e vicepresidenti.

Un allievo della Scuola durante le esercitazioni con macchine movimento terra.

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Le Scuole Edili si raccontano

La costruzione del C.I.P.E.-T., Centro Istruzione Professionale Edile – To-rino, iniziò nel 1974 raccogliendo la significativa eredità di esperienze di formazione professionale in edilizia iniziate a Torino già nel XIX secolo. Le aule didattiche, i laboratori e i servizi generali entrarono in funzione nel gennaio 1978. L’inizio di attività del C.I.P.E.-T. ha segnato una svolta fondamentale nel campo della formazione territoriale. I tradizionali corsi serali sono stati anticipati ad un orario preserale e le esercitazioni prati-che degli allievi hanno potuto svolgersi in ambienti spaziosi e attrezzati per una vasta gamma di specializzazioni produttive.Le innovazioni più significative sul piano della politica di formazione sono state: i Corsi a Distacco per lavoratori occupati (Accordi Pro-vinciali 1988/1996), che hanno anticipato i concetti della Formazione Permanente e del Fondo Interprofessionale; l’avvio di corsi diurni per giovani usciti dalla scuola dell’obbligo (1978), per i quali è stato messo a punto un apposito addestramento professionale teorico e pratico con un anno di scuola a tempo pieno presso il C.I.P.E.-T. e un periodo di tirocinio pratico in cantiere presso un’impresa di costruzioni con esame finale per il conseguimento dell’attestato di qualifica. Si ricordano inoltre i Corsi Post Diploma per Tecnici di Impresa (dal 1980), i Bienni Integrati ed i Percorsi IFTS e la grande mole di attività informativa e formativa in area Sicurezza sul Lavoro dal 1988. Infatti, l’attività di corsi diurni non ha riguardato solo la prima formazione, ma si è estesa ad altre tipologie di formazione. Si è trattato e si tratta di corsi diversificati per durata e per orari di svolgimento che spaziano da quelli per tecnici di impresa edile, riservati a geometri neo-diplomati, a quelli per la sicurezza, da quelli per il restauro a quelli di informatica, ai corsi per apprendisti, ai corsi IFTS, ai corsi MDL, FCI e Piani Formativi d’Area, ai percorsi Master in collaborazione con le Facoltà universitarie. La Scuola è in possesso dell’accredita-mento regionale e della certificazione di qualità.L’impronta europea del Centro ha trovato riscontro sia nelle caratteristiche strutturali del complesso, che nei programmi didattici adottati, in linea con i più avanzati centri di formazione europei. Con tali centri il C.I.P.E.-T. ha svolto un’intensa e sistematica politica di relazioni, basate su frequenti scambi di visite, volte tra l’altro anche alla ricerca di una possibile armo-nizzazione dei programmi formativi.

CIPE-T Ente Scuola Edile di TorinoVia Quarello, 19 – 10135 Torino

Vista dall’alto di uno dei laboratori della Scuola.

L’Ente Scuola viene fondato nel 1988. Inizialmente venivano organizzati solo corsi obbligatori legati all’approvazione delle leggi e che raramente venivano riproposti negli anni successivi.Tra il 1999 e il 2001 sono stati erogati dei corsi per apprendisti, poi non riproposti. Dall’aprile 2007, con l’assunzione di un Direttore, l’architetto Marco Porini (prima di allora ci si avvaleva solo di un consulente tecnico esterno) si è dato inizio ad una programmazione continua dell’attività basata su un catalogo formativo e su una calendarizzazione periodica dei corsi. Ai corsi obbligatori sulla sicurezza oggi si sono aggiunti anche corsi riguardanti l’area tecnica delle costruzioni. Per quanto riguarda l’apprendistato invece è stata fatta richiesta alla Provincia di essere inseriti nel Catalogo provinciale alla fine del 2008, ma ad oggi non è stata ancora data risposta positiva. Dal settembre 2007 al settembre 2010 l’Ente Scuola ha attivato una protocollo d’intesa con la Scuola Edile Novarese per poter avviare l’attività basandosi sul know how e sull’esperienza

della Scuola di Novara. Nell’ottobre 2008 la Scuola ha ottenuto dalla Regione Piemonte l’accreditamento regionale per la macro-tipologia di Formazione C, tipologia AP e AD e nel gennaio 2010 l’accreditamento regionale per le macroaree di Orientamento MIO, MFO, MCO e MIL. Dal 2005 a dicembre 2009 i corsi della Scuola si sono svolti pres-so i locali del Tecnoparco del VCO che erano stati presi in affitto per avere spazi adeguati ed un laboratorio. Da luglio 2010 l’Ente si è trasferito nella nuova sede di sua proprietà, che si trova in zona adiacente al Tecnoparco. Qui uffici amministrativi, aula e labora-torio troveranno i loro spazi in un unico edificio organico e c’è la volontà di implementare l’accreditamento per le macrotipologie di Formazione A e B, e con la Certificazione di Qualità DNV.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2010 Capofila in ATS con VCO Formazione l’Ente si è aggiudicato il Bando di gara con procedura aperta, per affidamento per il periodo aprile 2010-dicembre 2010 di servizi di consulenza al centro per l’impiego per sostenere l’incrocio domanda /offerta nel settore edile e garantire alle imprese edili del territorio un’offerta di lavoro maggiormente qualificata attraverso il potenziamento di azioni di rilevazione di bilancio delle competenze e dei fabbisogni formativi rilevati sul territorio provinciale rivolti ad utenti disoccupati, cassa integrati e migranti nel settore edile ed attraverso azioni di informazione e sensibilizzazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Via dell’Informatica, 26 – 28294 Fondotoce di Verbania (VB)Ente Scuola Edili del V.C.O.

La sede della Scuola.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Rete REFORME – Il 3° European Forum on Vocational Training in the Construction Industry (1990) si è svolto presso il C.I.P.E.-T. Gemellaggio tra il C.I.P.E.-T. e il centro addestramento edile (C.F.A. B.T.P.) di Lione.

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Sorta nel 1963 con la denominazione di Ce.F.M.E.A (Centro per la Formazio-ne delle Maestranze Edili ed affini della Provincia di Bari) la Scuola Edile della Provincia di Bari ha svolto per oltre trent’anni la sua attività di formazione in appositi centri di addestramento professionale dislocati in alcuni comuni del-la provincia (Andria, Gravina, Altamura, Noci, Santeramo in Colle, Modugno, Trani). Nei primi decenni di vita la scelta fu di dislocare la formazione nel ter-ritorio, proprio per essere vicini, anche fisicamente, al fabbisogno formativo delle maestranze edili, storicamente concentrate nei comuni. Nel corso degli anni alla formazione di base per operaio edile (che rappresenta comunque, ancora oggi, il fiore all’occhiello dell’Ente, per la qualità della docenza e degli istruttori pratici e perché la sede si presta in maniera ottimale) il catalogo

dell’offerta si è andato arricchendo di nuovi percorsi formativi con particolare attenzione alle tematiche della sostenibilità e del risparmio energetico. Negli anni Novanta la Scuola ha assunto la denominazione di Formedil Bari ed è stata avviata la costruzione di un campus, dove attualmente è ubicata la sede dell’Ente. Dopo un periodo di assestamento, nel 2004 la Scuola ha ripreso le attività nella nuova sede, progettata come un moderno ed efficiente centro erogatore di formazione e servizi; oltre agli uffici comprende: sei aule, un laboratorio al coperto, un cantiere scuola all’aperto e uno ospitato sotto una tettoia dotata di un impianto fotovoltaico, un campo prove per le macchine movimento terra, un centro congressi attrezzato per video-conferenze e trasmissioni in streaming, wi-fi area). Dal 2004 la sede è accreditata presso la Regione Puglia ed è certificata in qualità da DNV secondo le norme UNI EN ISO 9001/2000.La Scuola collabora stabilmente con il Politecnico di Bari: ha realizzato un corso di alta formazione per la B.B.S. (Behaviour-Based Safety), stage presso Construction Skill in Gran Bretagna un’esperienza di formazione pratica rivolta agli allievi della facoltà di Architettura, in cui gli studenti hanno preso dimestichezza con la realtà del cantiere edile e hanno imparato a co-struire muri, casseformi e archi a volta.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Collaborazione con l’Università di Bari per una ricerca storica sulle relazioni sindacali e industriali nel settore edile in provincia di Bari; con il Ministero della Difesa – Ufficio Esecuzione Penale Esterna per il recupero sociale e il reinserimento lavo-rativo di persone in misure alternative alla detenzione; con Onlus del territorio per la formazione di minorenni richiedenti asilo politico.

BIBLIOGRAFIA: La nuova edilizia a Bari. Gli esordi nel 900, vol. 1 (2006); La nuova edilizia a Bari. Architettura tra le guerre, vol. 2 (2007); La nuova edilizia a Bari. Il dopoguerra e la città trasformata, vol. 3 (2008); La nuova edilizia a Bari. Oltre il cerchio di ferro (2009).I quattro volumi sono a cura di illustri esponenti del mondo accademico pugliese.Dal novembre 2009 pubblica la rivista bimestrale «INF-Infòrmedil» e realizza altre iniziative editoriali, anche a carattere multimediale.

Traversa al numero 364 di via Napoli n. 2 – 70123 BariFormedil Bari – Ente Scuola Provinciale per la Formazione Professionale in Edilizia

La sede della Scuola.

Ente Scuola Edile del Vercellese e della Valsesia Via Marsala, 23 – 13100 Vercelli

L’Ente Scuola del Vercellese e della Valsesia nasce il 26 gennaio 1972 per dare impulso all’istruzione professionale delle mae-stranze edili, per inserirle nel settore delle costruzioni e per migliorare e affinare le loro qualità. L’Ente, altresì, è nato per seguire la formazione degli assistenti tecnici edili al fine di supportare e aumentare le loro capacità professionali tecniche ed organiz-zative. Nell’ultimo lustro, l’Ente ha mostrato un sempre maggior interesse nei confronti della formazione professionale per la sicurezza in ambienti lavorativi permettendo ad imprese e lavoratori di adempiere agli obblighi di legge imposti, senza però dimenticare il vero scopo per cui la Scuola è nata: formare le giovani maestranze all’inserimento nel settore. Negli anni sono stati molteplici i corsi svolti a favore di operai e tecnici edili assunti con contratto di apprendistato. Il corso più importante per la Scuola Edile negli ultimi anni è stato sicuramente quello rivolto ad addetti e preposti al montaggio smontaggio e trasforma-zione ponteggi che è stato erogato per 32 volte negli ultimi 4 anni con quasi 800 allievi formati. I corsi sulla Sicurezza spaziano invece dal RSPP al RSL, dall’addetto alla prevenzione incendi all’addetto al primo soccorso in cantiere; dai corsi per dirigenti e preposti ai corsi per neoassunti delle 16ore. Infine, così come per gli apprendisti, l’Ente si rivolge anche ai tecnici erogando proposte formative legate alla redazione dei piani opera-tivi di sicurezza o al piano uso montaggio e smontaggio ponteggi (PiMUS). I corsi svolti presso la sede di Vercelli, con l’eccezione di quelli delle 16ore, vengono svolti an-che a Borgosesia per favorire logisticamente le imprese e i lavoratori valsesiani. I corsi vengono tenuti anche nelle sedute di Trino e di Varallo Sesia. Oltre ai progetti forma-tivi in senso stretto l’Ente Scuola del Vercellese e della Valsesia ha sempre offerto altre proposte di informazione / formazione rivolte non solo ad imprese e lavoratori. Nel 2006 ha effettuato una serie di incontri dedicati a: gestio-ne separata dei subordinati, cassa integrazione guadagni, risoluzione del contratto di lavoro, decreto Visco – Ber-sani. L’Ente ha il bilancio certificato dal 2005 dalla Baker Tilly Consulaudit.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2007 Protocollo d’intesa con e la Provincia di Vercelli per la gestione telematica di una Rete per il Lavoro con lo scopo di monitorare l’elenco dei lavoratori sparso sul territorio provinciale aggiornandolo e ampliandolo al fine di ridurre la distanza tra domanda e offerta di lavoro. La Scuola è capofila dell’esperimento.

Laboratorio della Scuola.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

E.S.E.B. - Ente Scuola Edili della Provincia di BrindisiVia Pace Brindisina, 65 – 72100 Brindisi

L’alfabetizzazione del lavoratore edile è stata la spinta iniziale che, nel 1973, ha suggerito alle parti sociali di costituire e gestire l’Ente Scuola Edili della Provincia di Brindisi. Il settore delle costruzioni, sotto la spinta dell’industrializzazione dell’area e a contatto con la gran-de impresa impegnata a realizzare le imponenti strutture del Petrolchimico e di altre industrie, sentì forte l’obbligo morale di emancipazione delle maestranze provenien-ti, per lo più, dall’agricoltura. L’attività dell’Ente, quindi, svolse inizialmente la funzione di una scuola d’obbligo di settore, rivolta sia agli adulti che avevano già un’espe-rienza lavorativa pratica, sia ai giovani che intendevano indirizzarsi verso il settore edile. Le imprese, ristruttu-ratesi in funzione delle specifiche tecniche costruttive necessarie per la realizzazione delle grandi opere della centrale termoelettrica di Brindisi, richiedevano figure profes-sionali specializzate ed addetti alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Nel tempo l’offerta formativa della Scuola si è ampliata e diversificata. Oggi, tra i numerosi obiettivi dell’Ente, c’è la volontà di offrire una formazione altamente qualificata e certificata a diversi livelli di carriera, degli operatori di base fino ai manager. C’è inoltre la volontà di comprendere ed anticipare i bisogni formativi delle imprese e concretizzarli in proposte che soddisfino tali richieste per riuscire a coniugare formazione e reddi-tività per questo la Scuola promuove l’istituzione di un Osservatorio Permanente per la rilevazione dei fabbisogni formativi e l’analisi della domanda di formazione delle imprese del territorio, d’accordo con gli organismi operanti nel settore, anche attraverso l’utilizzo di strumenti già predisposti allo scopo (ad esempio Fondimpresa). La Scuola ha inoltre individuato come linee di sviluppo per il futuro il restauro e lo studio delle tecniche costruttive ad impatto ambientale zero.Nella erogazione e gestione di attività formative ed istituzionali l’Ente utilizza prevalentemente fondi pubblici (FSE – UE, Mi-nistero del Lavoro, Regione Puglia, Autonomie locali) e privati (garantiti dal CCNL).L’Ente, per poter soddisfare alla normativa regionale sulla formazione professionale e ottenere l’accreditamento, ha realizzato nel 2004 una propria sede operativa, accreditata per la realizzazione di attività formative finanziate con fondi pubblici negli ambiti dell’obbligo formativo, formazione continua area dello svantaggio.

PRINCIPALI PARTENARIATI: La Scuola Edile di Brindisi ha stabilito partnerships con Enti pubblici e privati, organismi di formazione, imprese, centri studi, università e scuola, ordini professionali. In ambito europeo ha partecipato al Programma Leonardo da Vinci Mobilità – Europass Reforme svolto presso il Centro Formativo BZB di KREFELD (Germania), al Programma Leonardo da Vinci AFA – Agent pour la facilitation à l’apprentissage svolto ad ANTIBES (Francia nell’anno 2003) e al progetto Cooperare con i Balcani.

L’Ente Scuola viene fondato nel 1960. Inizialmente si occupava prevalentemente della formazione di manovalanza da im-piegare nel settore, mentre dal 1994 ha assunto un ruolo dominante nell’attività della Scuola la formazione per la sicurezza rivolta alle imprese, che dovevano adeguarsi alla nuova normativa. Oggi è in corso un cambio di tendenza ed un ritorno alla formazione pratica degli addetti del settore; il mercato del lavoro, infatti, si è trasformato e, oltre ad una richiesta di maggiore specializzazione, c’è la necessità di formare nuove classi operaie, composte in numero sempre maggiore di extracomunitari. Anche lo sviluppo dei temi legati all’ambiente e alle nuove tecniche costruttive ha fatto sì che l’offerta formativa compren-

desse anche corsi di bioarchitettura, bioedilizia, risparmio energetico, impiego di tecnologie legate al solare e al fotovoltaico e certificazione energetica degli edifici e certificazione edilizia sostenibile.Attualmente nel catalogo formativo della Scuola figurano corsi finanziati dalla Re-gione Puglia (FSE, POR 2007/2013) e da fondi interprofessionali (FONDIMPRESA) nonché un’ampia gamma di corsi tra cui: 16ore, RSPP / ASPP, RLS, addetti al Primo soccorso, ponteggiatori, coordinatori in fase di progettazione ed esecuzione lavori. E ancora: corsi per la formazione di immigrati, corsi di AutoCAD e ArchiCAD, progettazione e analisi economica degli impianti fotovoltaici, corsi professionali per operatori macchine movimento terra, elettricisti, gruisti, posatori di pavimenti e rivestimenti, restauratori, ed infine l’apprendistato professionalizzante per operaio edile polivalente, tecnico di cantiere, assistente amministrativo contabile e addetto di segreteria. I corsi attualmente più frequentati sono quelli per ponteggiatori, per gruisti e la formazione preingresso (16ore). La Scuola è in possesso della certificazione di Qualità ISO 9001:2008 – Ente certi-ficatore TUV e dell’accreditamento della Regione Puglia alle macrotipologie forma-tive formazione superiore e formazione continua.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Foggia, Ordine degli Inge-gneri della Provincia di Foggia, CE.SA.N Confcommercio, C.A.T. Confesercenti, AFORIS Impresa Sociale, SMILE Puglia, ENFAP Puglia, IAL Puglia, ASL e Ispesl della Provincia di Foggia.

Via Napoli km 3,800 – 71100 FoggiaFormedil Foggia Ente Scuola

L’interno della Scuola Edile.

Il Vescovo in visita alla Scuola Edile.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

Scuola Edile della Provincia di LecceViale Belgio (Area arancione) – Zona industriale – 73100 Lecce

La Scuola Edile fin dalla sua costituzione, nel 1986, ha perseguito l’obiet-tivo di contribuire a rilanciare l’attività di formazione nel settore edile del-la provincia di Lecce ed in generale in tutti i comparti produttivi anche attraverso apposite pubblicazioni, incontri, convegni, attività seminariali ed azioni formative. Nei primi anni sono stati formati soprattutto i lavora-tori e i disoccupati nei mestieri tradizionali locali (scalpellino della pietra leccese, operatore per la costruzione di volte a stella) e nell’ambito della sicurezza in generale. Poco alla volta, l’offerta formativa è stata ampliata puntando anche al restauro di materiali lapidei, del mosaico e alle temati-che dell’ambiente, come la bonifica dei siti contenenti amianto. Dai primi anni 2000 vi è stata una vera e propria esplosione sia in termini di quantità sia di qualità dell’offerta formativa. Si è passati da una media di 5 corsi annuali, agli attuali 60/70. Negli ultimi anni l’Ente ha svolto numerosi corsi per la formazione continua (Progetti Fondimpresa) e dal 2005 sono iniziati i corsi finanziati dal POR PUGLIA.Nel 2010 sono stati finanziati tre corsi dalla Regione Puglia: per esperto del restauro di manufatti in mosaico e pietra leccese, per impiegata amministrativa e per segretaria d’azienda riservati a donne disoccupate e con l’impegno all’assunzione da parte delle imprese che ospiteranno in stage le allieve. I corsi che costituiscono il “biglietto da visita” dell’Ente sono quelli riservati al restauro della pietra leccese e del mosaico, alla costruzione delle volte a stella in pietra leccese e dei muretti a secco, tutte attività patrimonio del Salento. Oltre alla sede di Lecce, dal 2009 è stata aperta una nuova sede a Casarano per rispondere alle esigenze di formazione del basso Salento. L’Ente è accreditato presso la Regione Puglia per obbligo forma-tivo, formazione superiore, formazione continua, area svantaggio. Ha la certificazione qualità dal 2003 per progettazione ed erogazione di servizi formativi ed informativi. Ogni due anni la Scuola adotta un monumento da restaurare, per completare le attività formative dei corsi per il restauro della pietra leccese e mosaico con stage pratici.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Partner nei progetti: Formare costruendo – Azioni di sistema per il miglioramento delle perfomance azien-dali e professionali nel Settore Edile in Argentina; Progetto Cooperare con i Balcani; Formare Costruendo – Azioni di sistema per il miglioramento delle perfomances aziendali e professionali nel Settore Edile in Uruguay; For.i.S.ed. – Formazione degli Italiani in Svizzera nel settore Edile; Lifelong Learning Programme – Leonardo da Vinci rete REFORME - Multilateral projects for Development of innovation; FOCUS Formation in construction by use of new technologies.

BIBLIOGRAFIA: Ha contribuito alla realizzazione del portale CRISED per il Servizio Reale alle Imprese e ha curato la pubblicazione di una collana editoriale composta da 5 volumi nell’ambito del progetto, ognuno dei quali affronta un argomento specifico che riguarda l’ambito della sicurezza e dell’edilizia in generale. In particolar modo, collaboratori della Scuola si sono occupati del volume che riguarda il re-stauro dei beni architettonici. Docenti della Scuola hanno pubblicato un volume riportando le esperienze di stage di un corso di restauro urbano. Riqualificazione urbanistica ed arredo urbano di Piazza San Pietro a Zollino. Un’esperienza di formazione (2009).

L’Ente viene fondato nel 1995. Le attività di formazione sono rivolte in particolare a giovani inoccupati o disoccupati da avviare al lavoro nel settore, ivi compresi i lavoratori extracomunitari, giovani neo-diplomati e neo-laureati, giovani titolari di contratti di apprendistato (istruzioni complementare) o formazione-lavoro (formazione teorica), personale (operai im-piegati tecnici e quadri) dipendente da imprese, manodopera femminile di cui facilitare l’inserimento nel settore, lavoratori in mobilità. La Scuola ha un’ampia offerta formativa con numerosi corsi gratuiti di aggiornamento: lettura del disegno edile, capo-squadra, posatore, operaio polivalente. Per i lavoratori stranieri l’Ente organizza corsi di italiano, di cultura e organizzazione del lavoro, di sicurezza sul lavoro e nei cantieri edili raggruppando gli allievi secondo la lingua madre. Si segnalano anche

i laboratori di mosaico, pietra e tufo, i numerosi corsi per la sicurezza sui luoghi di lavoro, la formazione per ingegneria strutturale (cemento armato, sismica, muratura, acciaio) e quella relativa al campo dell’ener-gia, dell’edilizia sostenibile e dell’acustica (tecnico per la progettazione ed installazione impianti fotovoltaici, tecnico competente in acustica, tecnico fonti energetiche rinnovabili, certificazione edilizia sostenibile, certificazione energetica, energy management).Nel corso del 2009 è stato costruito un distaccamento della Scuola in Via Amendola al Quartiere Paolo VI.Nel 2009 l’Ente si è aggiudicato il secondo posto assoluto del premio nazionale “Fibonacci” per la formazione di informatica ECDL tra gli Enti accreditati AICA.

BIBLIOGRAFIA: Materiali innovativi strutturali per l’edilizia (2008), Bioedilizia e certificazione energetica (2008), Qualità nelle imprese di costruzioni (2008), Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro (2008), Restauro conservativo e architettonico (2008), Organizzazione e gestione dell’impresa delle costruzioni (2008), L’ambiente e la sua salvaguardia (2008).

Via Sorcinelli, 21 – 74100 TarantoEnte Scuola Edile di Taranto

Una classe durante un corso.

La nuova sede della Scuola Edile.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

L’Ente, fondato nel 1979, nasce con l’obiettivo di favorire la promozione, l’organizzazione, l’attuazione nel proprio ambito territoriale di iniziative di prima formazione per i giovani che entrano nel settore, iniziative di formazione continua, qualificazione, riqualificazione, specializzazione ed aggiornamento per operai, impiegati amministrativi, tecnici e quadri con particolare attenzione a tutti gli aspetti relativi all’infortunistica e all’igiene

del lavoro. L’offerta formativa negli anni ha risposto alle trasformazioni in atto con una serie di cambiamenti sia a livello di strumenti didattici sia a livello di programmazione, promuovendo la collaborazione con il sistema delle imprese, attivando protocolli con la Regione Autonoma della Sardegna, con le Amministrazioni Locali e con l’Università. Nel 2002 ha Scuola ha avuto il riconoscimento come centro ATC (Autodesk Training Center) che consente il rilascio di qualifiche professionali Autodesk riconosciute a livello Europeo. Le attività principali svolte attualmente dall’Ente riguardano: iniziative di prima formazione per i giovani che entrano nel settore; formazione continua; qualificazione, riqualificazione, specializzazione ed aggiornamento per operai, impiegati ammi-nistrativi, tecnici e quadri; formazione per l’apprendistato; formazione operativa ai mestieri tradizionali dell’edilizia; tecniche di gestione del cantiere rivolto a imprenditori, tecnici, capocantiere e operatori edili. Punto di forza dell’offerta formativa è l’attenzione rivolta agli aspetti inerenti la sicurezza e la qualità che si concretizzano nella realizzazione di corsi di alta forma-zione volti a sviluppare profili specialistici e nella diffusione della cultura del risparmio energetico e della bioedilizia attraverso la promozione di corsi e seminari focalizzati su prodotti e tecnologie innovative.

PRINCIPALI PARTENARIATI: La Scuola è in partenariato con diverse Amministrazioni Locali, con la Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Cagliari e fa parte della Rete REFORME.

BIBLIOGRAFIA: Per le antiche sale. Il restauro e la manutenzione dei manti ceramici (1994). La pubblicazione fa parte dei Quaderni di Progetto POSA (Assopiastrelle e FORMEDIL).

Circonvallazione Quadrifoglio Innesto, S.S. 554 c.p. 116 – 09047 Selargius (CA) E.S.I.E.A. – Ente Scuola per le Industrie Edilizie ed Affini per la provincia di Cagliari E.S.E.N. – Ente Scuola Edile Nuorese

Via Donatore del Sangue, 6/8 – 8100 Nuoro

L’Ente viene fondato nel 1990 e sin dalla sua costituzione si è adoperato per individuare i fabbisogni formativi del territorio co-struendo relazioni con le scuole, i Centri Territoriali Permanenti per l’educazione degli adulti e gli Enti Locali. Sono state attivate forme di collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni culturali per i Beni Architettonici Artistici e Storici, con l’Ispettorato del Lavoro e con la Provincia. Negli anni la rete di relazioni con Enti, Università e Comuni si è ampliata con l’attivazione di tirocini pratici e corsi I.F.T.S. che prevedono una gestione congiunta tra Ente di formazione, azienda, Università e scuola superiore.L’attività formativa della Scuola ha avuto inizio nel 1992 e fino al 2000 l’attività ha riguardato la formazione di tecnici sulle proble-matiche relative alla sicurezza, sulla gestione del cantiere e sul recupero dell’edilizia storica, di titolari di impresa sulla normati-

va sugli appalti pubblici e dei lavoratori sui temi della sicurezza nei cantieri, la formazione di operatori per macchine di cantiere e corsi di progettazione su CAD e CAD avanzato. A questo tipo di corsi si sono poi aggiunti quelli dell’obbligo formativo (di durata triennale). Negli ultimi anni si sono tenuti diversi corsi sul recupero dell’edilizia storica con l’utilizzo delle tecnologie G:I:S: e, nel 2009, corsi per la formazione della figura del tecnico di cantiere, del tecnico in bioedilizia e certificazione ener-getica, muratore e marmista. Sono stati svolti anche alcuni corsi sull’apprendistato professionalizzante (di prima e seconda annualità) per muratori, carpentieri, piastrellisti e posatori di infissi. L’Ente ha avuto negli anni altre tre sedi formative, oggi chiuse, regolarmente accreditate dalla Regione, una nel capoluogo della nuova provincia dell’Ogliastra (Tortolì) e due (Maco-mer e Siniscola) in aree particolarmente importanti del territorio (Marghine e Baronia). La Scuola è accreditata come Agenzia Formativa abilitata ad erogare interventi formativi per percorso formativo sperimentale della formazione professionale triennale, formazione post-obbligo e formazione superiore, formazione continua e permanente. Fa parte del sistema di accreditamento regionale delle Agenzie e delle sedi formative. Ha inoltre il riconoscimento a operare nell’area della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ha partecipato a diversi convegni nazionali ed internazionali, fra questi quello di Tilburg in Olanda e quello di Lisbona in Portogallo organizzato dal CENFIC.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Per diversi anni la scuola ha fatto parte della rete REFORME.

Lavori di costruzione della nuova sede (primo modulo) a Prato Sardo.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

L’E.S.E.P. è l’Agenzia Formativa per l’edilizia delle province di Sassari e Olbia Tempio, associazione senza finalità di lucro, nata nel maggio del 1984.Gli interventi formativi sono finanziati oltre che con i fondi propri derivanti dal sistema di autofinanziamento previsto dagli accordi territoriali fra le Parti Sociali anche con fondi pubblici regionali, nazionali e comunitari. L’attività della Scuola, iniziata nell’anno 1987, è rivolta ai disoccupati in cerca di formazione e ai lavoratori che intendono migliorare la propria professionalità ed aggiornare le proprie conoscenze. Si fa interprete delle mutazioni del settore edile, attraverso la realizzazione di percorsi forma-tivi progettati e realizzati in collaborazione con le imprese, le scuole secondarie superiori e le Pubbliche Amministrazioni. La Scuola attiva corsi di formazione in convenzione con il Ministero del Lavoro, si occupa della formazione a carattere europeo attraverso progetti finanziati dal Programma Leonardo da Vinci e attiva processi di mobilità degli operatori del settore edile con finanziamenti della Comunità Europea.L’Ente Scuola Edile Province Nord Sardegna ha in catalogo 64 tipologie di corsi di formazione pertinenti a sei aree programmati-che: sicurezza sul lavoro, qualifiche in edilizia, apprendistato professionalizzante, formazione continua, alta formazione, 16ore.L’ambito più importante dell’offerta formativa attuale della Scuola riguarda la salute, l’igiene e la sicurezza nell’ambiente di lavoro. La Scuola si è trasferita nella sede attuale, dotata di un Campo Scuola di circa 6.000 mq, nel 2007.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 1999 Youthstart Started Multiskills, corso per selciatore lastricatore, in accordo con il Comune di Sassari per il recupero della piazza di Largo Sisini, riservato ai giovani sprovvisti di qualifica professionale. 2009 Agenda 21 Comune di Sas-sari 2009/2010 – Sassari Energeticamente Sostenibile. Nuove Tecnologie per il Risparmio Energetico in Edilizia. 2009 Leonardo da Vinci: Scambio Tecnici presso Istituto Gaudi – Barcellona. 2010 Programma di cooperazione transfrontaliera Italia – Francia Marittimo 2007/2013 – Case Mediterranee – Promozione del recupero sostenibile dei borghi storici mediterranei, utilizzando materiali e tecnologie costruttive ad alto rendimento energetico e moderne tecnologie energetiche derivanti da fonti rinnovabili.

Zona industriale Predda Niedda Strade, 1/34 – 7100 Sassari E.S.E.P. – Ente Scuola Edile Province Nord Sardegna

All’atto della fondazione, nel 1983, le parti sociali hanno convenuto di dotare la provincia di Agrigento di una struttura che nasceva sì a servizio delle imprese edili e dei lavoratori, ma che avrebbe potuto contribuire anche alla crescita culturale e for-mativa delle nuove generazioni. Sin dalla fondazione la Scuola ha avuto grande evidenza nel panorama degli enti di formazione tradizionali territoriali. A suo favore hanno giocato l’imponenza della struttura (attrezzata con numerose aule, laboratori, aule da disegno, cantieri esterni, biblioteca e con uno splendido e funzionale auditorium da 450 posti) e il sistema relazionale di interscambi che la Scuola ha intessuto con l’ANCE, con i Sindacati dei lavoratori, con gli Ordini Professionali e con gli organi territoriali della Regione.L’offerta formativa della Scuola Edile si è plasmata negli anni in funzione delle esigenze del mondo del lavoro, delle imprese edili, artigiane ed affini, rispondendo inoltre ai bisogni dei disoccupati di breve e lunga durata, bassamente scolarizzati, ma anche alle necessità formative di diplomati e laureati. Un passaggio epocale è stato rappresentato dalla volontà di ANCE Sezione Edili e dei tre sindacati dei lavoratori del settore di dare vita alla fusione tra la Scuola Edile e il CPT, dando vita in data 13 luglio 2005 ad un Ente unico. La sede della Scuola Edile, di proprietà della Cassa Edile, la quale ha ceduto in comodato d’uso l’immobile, si trova

nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento. È stata notevolmente migliorata nel tempo; sono state realizzate tutte quelle migliorie necessarie per accreditare la Scuola Edile presso la Regione Sicilia – Assessorato Regionale alla Formazione Professionale (codice: AH 1221_1), e per otte-nere anche la certificazione di Qualità. La Regione Sicilia - Assessorato al Lavoro ha riconosciuto la Scuola Edile di Agrigento, con le altre del contesto siciliano, in quanto aderenti al Formedil Sicilia, quale Ente unico abilitato ad erogare la formazione 16ore a tutte le maestran-ze che saranno avviate nei cantieri di lavoro atti-vati dai comuni della provincia di Agrigento.

BIBLIOGRAFIA: INAIL – Progetto INAIL 2009\2010; Curia Vescovile: Protocollo Adottiamo un bene ecclesiastico; Accademia Di Belle Arti Michelangelo (AG); Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento; Prefettura di Agrigento.

Via Parco del Mediterraneo – 92100 Villaseta (AG) E.S.I.E.A. – Ente Formazione e Sicurezza per l’Industria, Edilizia ed Affini

La sede della Scuola.

Sede della Scuola e della Cassa Edile.

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Le Scuole Edili si raccontano

Alla fine degli anni Settanta Catania ha vissuto una fase di inurbamento di grandi proporzioni che ha originato una for-tissima richiesta di nuovi alloggi economici e di servizi connessi che ha comportato forte richiesta di manodopera nel settore edile. L’Ente Scuola Edile Catania è nato nel 1978 con il chiaro intento di dare risposta a questa richiesta e di contribuire allo sviluppo del settore edile e della vita economica e sociale della città. I primi corsi attivati sono stati quelli di riqualificazione del personale edile (carpentiere, ferraiolo, muratore, montatore di strutture tubolari e carpenteria me-tallica, gruista, conduttore di macchine movimento terra, caposquadra e capocantiere). Verso la metà degli anni Ottanta, anche a causa del progressivo invecchiamento della manodopera qualificata, la Scuola inizia a realizzare corsi di prima formazione e per giovani tecnici diplomati e/o laureati. L’Ente realizza inoltre, sotto la spinta del mercato del restauro e del riutilizzo del patrimonio edilizio esistente, corsi per recupero edilizio e per la sicurezza sul lavoro. Negli ultimi anni, anche a causa delle continue e ripetute crisi del settore, è diminuita la domanda di manodopera qualificata e si è consolidata la richiesta di una maggiore specializzazione nelle tecnologie avanzate, nell’uso di nuovi materiali e di procedimenti di posa. La Scuola, adeguandosi alle richieste del mercato del lavoro, propone numerosi corsi di formazione continua tra i quali: gruista, conduttore macchine movimento terra, ponteggiatore, montaggio smontaggio ed uso di scale e trabattelli, apprendista operaio edile, operatore di macchine complesse, perforatore di piccolo e di grande diametro, telescopico ed autogru, conduttore escavatore pala minipala terna, condut-tore gru autocarrate e piattaforme aeree. L’ente realizza anche stage formativi di 30 ore in collaborazio-ne con degli istituti scolastici statali per geometri e periti edili. Il corso di maggior peso, sia in termini di partecipanti che di numero di corsi realizzati, è quello delle 16ore. La sede storica dell’Ente è un Centro di formazione professio-nale, di proprietà comunale, di circa 1.800. mq con 8.000 mq esterni completi di cantieri simulati e attrezzature. La Scuola, infine, ha ottenuto un riconoscimento dall’INARCH, Istituto Nazionale di Architettura per l’attività formativa svolta.

E.N.S.E. – Ente Nisseno Scuola Edile CaltanissettaVia Xiboli, 367 – 93100 Villaggio Santa Barbara (CL)

Le attività formative hanno iniziato ad essere espletate nel 1962 dall’Ente Nisseno Cassa e Scuola Edile che, unifi-cando le funzioni assistenziali e formative, svolgeva tali compiti sotto una unica denominazione. Il 1 Giugno 1985, in considerazione della esigenza di diversificare le attività istituzionali dei due Enti, le parti sociali hanno proceduto allo scorporo delle attività, con la contestuale costituzione formale e statuaria dell’Ente Nisseno Scuola Edile.La Scuola, attraverso le molteplici attività svolte negli anni, ha inteso sempre migliorare la professionalizzazione del lavoratore edile nel mercato del lavoro, proponendo corsi di prima formazione e di qualificazione rivolgendo la pro-pria attenzione ai giovani disoccupati, inoccupati e ai lavo-ratori edili privi di adeguata qualificazione nonché a tecnici e titolari di piccole imprese. Inizialmente le attività corsuali erano rivolte a muratori, carpentieri e ferraioli, con l’obiettivo di migliorare e valorizzare le tecniche e le esperienze maturate negli anni. La Scuola ha con il tempo ampliato l’offerta attivando corsi di formazione per tecnici ed assistenti di cantiere. Supportato da ausili informatici e strumentazioni topografiche di altissima innovazione, l’Ente ha iniziato a formare quadri tecnici/amministrativi di impresa per la gestione informatizzata della contabilizzazione, la progettazione grafica e il rilievo. L’Ente ha inoltre rivolto la sua attenzione a settori che, seppure collate-rali al mondo delle costruzioni, risultano fortemente collegati, come quello termo/idraulico. Forte di questa esperienza, nel 1993, l’Ente ha promosso il primo Convegno Regionale sulla Formazione Professionale Edile nel settore Termo/Tecnico. La Scuola, in attuazione alle disposizioni in materia di sicurezza, promuove una politica attiva nel settore delle costruzioni per diffondere la cultura della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro. Nel 1997, infatti, l’Ente è stato promotore, con altre Scuole Edili, di alcune iniziative formative sulla sicurezza, destinate sia ai titolari di piccole e medie imprese che ai lavoratori edili dipendenti, e ha attivato anche un corso sperimentale, con l’utilizzo di sistemi multimediali, rivolto alla formazione di un tecnico della sicurezza nei cantieri edili. L’Ente è accreditato con riconoscimento della Regione Siciliana ed è in possesso della certificazione di qualità ISO 9001 2000.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2002 Gemellaggio con Bildungszentren Des Baugerbes e.V. 2004 Protocollo d’intesa e di collaborazione con la ASL n° 2 di Caltanissetta SER.T. (Servizio Tossicodipendenza). Protocollo d’intesa e di collaborazione con Anfe, Enaip e Cipa di Caltanissetta (progetto formativo e socio riabilitativo riservato a soggetti svantaggiati). 2005 Protocollo d’intesa e di collaborazione con Ente Scuola Edile di Siena, di Livorno e di Lucca.

Un allievo del corso 16ore.

Un momento del corso per ponteggiatori.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Ha partecipato ai programmi comunitari: Leonardo da Vinci con l’effettuazione di scambi di allievi in Francia presso il CFBTP di Bordeaux e Youthstart con stage formativo di 2 settimane in Spagna presso la Fundacion Laboral de la construccion del Principado de Asturias ad Oviedo. Ha realizzato uno stage su lavorazione, manutenzione e restauro della pietra in collaborazione con le Scuole Edili CFBTP di Bordeaux-Blanquefort (Francia) e CSDM Ecole De Metiers de la Construction di Montreal (Canada).

Strada Boschetto Plaja, 2 – 95121 CataniaEnte Scuola Edile Catania

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Le Scuole Edili si raccontano

La Scuola Edile di Messina, fondata nel 1986, da oltre vent’anni è un riferimento, nel suo territorio, per la formazione professionale nel settore delle costruzioni. L’Ente, senza scopo di lucro, è dotato di personale altamente qualificato, di certi-ficazione di qualità, di accreditamento regionale presso l’Assessorato al Lavoro, di locali adeguati e di attrezzature sempre all’avanguardia. Nel tempo la Scuola si è dimostrata sempre pronta a rispondere con rapidità alle innovazioni continue del settore. Gli obiettivi principali sono quelli di assicurare i mezzi ed i valori necessari per l’in-serimento nel mondo del lavoro e l’aggiornamento professionale per il personale già occupato.Gli aspetti fondamentali dell’attività dell’Ente sono: promozione, organizzazione ed attuazione in ambito territoriale di iniziative formative rivolte a tutti coloro che si af-facciano per la prima volta nel mondo delle professioni edili; qualificazione, riqua-lificazione, specializzazione ed aggiornamento di operatori, tecnici ed imprenditori del settore; partecipazione attiva e organizzazione di convegni, seminari, incontri ed iniziative culturali volte all’innalzamento degli standard qualitativi e alla promo-zione di metodologie innovative.

M.A.F.EN. – Ente Cassa Scuola Edile C.P.T. di EnnaContrada Misericordia, Km 104-400 S.S. 121 – 94100 Enna

La Scuola Edile viene fondata nel 1989 perché i cambiamenti tecnologici e produttivi, le innovazioni normative e gli obbli-ghi di qualificazione delle imprese avevano reso indispensabile la costituzione di un Ente specializzato nell’erogazione di servizi formativi mirati al settore edile. A questa prioritaria domanda di formazione, nello specifico del nostro territorio, se ne è aggiunta un’altra proveniente dagli altri soggetti pubblici e privati (stazioni appaltanti, ordini professionali etc.) che si rivolgevano all’Ente come riferimento privilegiato e specialistico per le esigenze e gli obblighi formativi e di aggiornamento legati allo svolgimento dei propri compiti istituzionali e/o discendenti da obblighi di legge. Dopo la costituzione, nel corso dei primi anni di attività, la Scuola ha organizzato prevalentemente corsi rivolti a maestranze e tecnici del settore edile. Sono stati eseguiti, sia con fondi propri e che con finanziamento pubblico (Ministero e FSE) corsi per: muratore polivalente, as-sistente di cantiere, contabilità dei lavori, carpentiere, datori di lavoro/RSPP, tecnico per la gestione della commessa edile e corsi sulla qualità in edilizia. Nel 2003 sono stati avviati, con il contributo del FSE, i corsi per addetto alla manutenzione del servizio idrico, assistente di cantiere e scalpellino. In partenariato con l’Università di Catania e diversi Istituti tecnici per geometri, tra il 2004 e il 2006 sono stati realizzati corsi per Building manager in edilizia. Con l’introduzione delle direttive

europee, la Scuola ha articolato la propria offerta formativa proponendo, a partire dal 1996, corsi per: addetti e responsa-bili del servizio prevenzione e protezione, primo soccorso in azienda, addetti antincendio e gestione delle emergenze, RLS, corsi per ponteggiatori, coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e in fase di esecuzione dei lavori. Dal gennaio del 2009 è iniziata la formazione 16ore. Da aprile del 2000 la Scuola si è dotata di una sede di proprietà con ampi laboratori per le attività pratiche, dotati di attrezzature e macchine per le esercitazioni e con ampi spazi all’aperto per le simulazioni di attività di cantiere. La Scuola ha un sistema certificato secon-do gli standard della Iso 2000 già dal 2003. È sede accreditata presso la Regione Sicilia per lo svolgimento di attività formati-ve in ambito FOP, Formazione continua e per l’orientamento.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Scuole, EE.LL., imprese, ANCE, Facoltà di Ingegneria di Catania. Di recente sono stati siglati degli ac-cordi di partenariato con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Enna e con l’Università Kore di Enna.

BIBLIOGRAFIA: La Sicurezza in edilizia; La qualità in edilizia; La sorveglianza sanitaria.

Un’allieva di un corso.

E.S.E.Me.P. – Ente Scuola Edile di MessinaVia Giuseppe La Farina, 261 – 98124 Messina

Scorcio di un cantiere.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

PANORMEDIL Ente Scuola Edile di PalermoVia G. Borremans, 17 – 90145 Palermo

La Scuola Edile di Palermo, PANORMEDIL, è stata costituita nel luglio1983. L’apertura effettiva però ha avuto luogo il 1° settembre 1986. Per rispondere in modo appropriato alle esigenze del territorio la Scuola effettuò un’analisi preliminare dei dati anagrafici degli operai iscritti presso la Cassa Edile. Emerse, in modo manifesto, una sottoqualificazione numericamente consistente dei giovani fino a 25 anni di età, per la professionalizzazione dei quali furono banditi corsi specifici. L’attività formativa ha preso avvio nel febbraio 1987, concentrandosi su tre obbiettivi: qualificazione nei mestieri del recupero e del restauro; qualificazione in mansioni operative complesse; qualificazione in mansioni usuali (carpentieri, ferraioli, ecc.). Tra il 1993 e il 2001 l’impegno della Scuola si è espanso sia territorialmente che socialmente comprendendo la formazione dei giovani a rischio e quella del quadro di livello alto dell’azienda. Nel 1993 è stato siglato un accordo interistituzionale con Prefettura di Palermo, Comune di Paler-mo, Provveditorato agli Studi (coinvolto nel “progetto APE - Area Penale Esterna”), Centro per la Giustizia Minorile della Sicilia ed associazioni culturali e sportive per aprire e rendere operativo il Centro Giovani Borgo Nuovo, sede di attività integrate per sostenere minori a rischio, in una logica di prevenzione primaria. Sono seguite le iniziative di recupero nel quartiere Zen 2 e il progetto VESPA - Valorizzazione Espe-rienziale Soggetti Potenzialmente Autonomizzabili, formando sia giovani a rischio di interruzione del percorso scolastico, che adulti a bassa qualificazione professionale con l’intento di realizzare landmark urbani nel quartiere Albergheria del centro storico di Palermo. In collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo l’Ente partecipa all’organizzazione del master di 2° livello per Tecnico del Recupe-ro Edilizio. Nel 2007, con la formazione obbligatoria dei pontisti, l’Ente ha vissuto un’impennata esponenziale della quantità di formazione alla sicurezza, ulteriormente corroborata dall’introduzione delle 16ore.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 1997 Due progetti Youthstart - Occupazione: Started Multiskills, e “Davide contro Golia” (volto alla for-mazione ed al successivo accompagnamento professionale di giovani provenienti da quartieri urbani degradati o in condizioni di bassa scolarità). 1998 Entra nella rete formativa europea EBSA - European Building Sites Association. 1999 Il Comune di Palermo delega l’Ente per l’attuazione della parte formativa del progetto Europeo URBAN. 2002 - 2006 Progetto Pilota Leonardo da Vinci BASICON; Progetto Pilota Leonardo da Vinci ECOES-A; progetto LIFE / Ambiente Sun & wind; progetto INFORMCATALOG per il rilievo, la cataloga-zione e la valorizzazione dei beni culturali, in partenariato con il Consiglio nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali. 2008 Progetto di cooperazione internazionale in partenariato con SPEF, il Centro per la Progettazione ed il Restauro della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università Europea dei Mestieri e delle Arti, di Livorno e di Lucca.

Allievi del corso scalpellini presso il chiostro Sant’An-na a Lattarini.

La Scuola Edile di Ragusa nasce nel 1981, come attività del-la Cassa Edile, per rispondere alla domanda di formazione degli operai edili, ma anche per la crescente richiesta, da parte delle imprese, di manodopera specializzata a fronte di una forte innovazione di carattere tecnologico e organizzati-vo che, in quegli anni, vedeva la piccola impresa artigiana e familiare trasformarsi in impresa industriale. La Scuola, dun-que, segnava un nuovo livello di confronto tra le parti sinda-cali, in una provincia, come quella iblea, non estranea alle sperimentazioni sociali e alla ricerca di spazi di confronto. Coniugare tradizione e modernità è stato un impegno costan-te di tutti gli amministratori che si sono susseguiti negli anni nella gestione della Cassa Edile che, proprio nel momento in cui si accingeva a svolgere l’attività di formazione, ha cam-biato la propria denominazione in Ente Cassa e Scuola Edile.

I primi corsi sono stati orientati alla formazione di gruisti, muratori, carpentieri e sono stati istituiti a Ragusa, Modica e Comi-so. Agli inizi degli anni Novanta, nuovi processi di ristrutturazione e riorganizzazione hanno interessato il settore edile ibleo e la Scuola si è posta l’obiettivo di promuovere iniziative formative coerenti con tali processi. La Scuola si è fatta carico di pro-muovere nuovi corsi orientati alla formazione di capocantieri, tecnici e operatori amministrativi innovando la didattica e fa-cendo largo uso di strumenti elettronici e programmi informatici. La valorizzazione del centro storico, il recupero e il restauro dei monumenti entrano nella cultura della Scuola Edile con la realizzazione di corsi orientati alla formazione di scalpellini fino al corso restauro e manutenzione della pietra, che ha costituito l’impegno qualitativamente più significativo dell’attività della Scuola. Successivamente si è svolta solo attività autofinanziata e oggi la scuola si occupa solo dei corsi 16ore.

Restauro e manutenzione della pietra sono gli aspetti formativi di punta della Scuola.

BIBLIOGRAFIA: Scultura come terapia. Metamorfosi (2009), volume edito da un ex allievo del corso di Scalpellino, organizzato in colla-borazione con il Sert di Ragusa e rivolto a giovani tossicodipendenti.

Contrada Mugno – 97100 Ragusa E.C.S.E. – Ente Cassa e Scuola Edile di Ragusa

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

L’E.S.P.E.T., Ente Scuola Professionale Edile Trapanese, dopo la stesura e la approvazione dello statuto e dell’atto costi-tutivo, sottoscritto il 24/11/74, mosse i primi passi mettendo in cantiere il suo primo corso di formazione per carpentieri in legno e ferraioli, nel comune di Santa Ninfa. Tutto ciò avvenne negli anni immediatamente successivi al terremoto della Valle del Belice, in piena fase di ricostruzione dei paesi terremotati. Nel tempo la Scuola ha monitorato la situazione occu-pazionale del settore attraverso contatti con la Cassa Edile, gli Uffici di Collocamento e l’Associazione delle Imprese Edili della Provincia e ha avviato corsi per muratori polivalenti, piastrellisti e gruisti. Con l’evolversi delle tecnologie, l’Ente ha diversificato i propri interventi formativi dando rilievo a nuove specializzazioni quali tecnici di contabilità nel settore delle costruzioni stradali, con adeguate applicazioni di programmi software. In considerazione della continua evoluzione delle macchine movimento terra, vengono espletati corsi per operatori di dette macchine in diversi Comuni della provincia. Anche il settore archeologico riceve attenzione con corsi per addetto allo scavo, restauro e manutenzione archeologica. Oltre all’attività formativa rivolta alle qualifiche professionali, a partire dal 1997, l’Ente ha destinato molte energie alla formazione sulla sicurezza.Fra le iniziative che hanno rappresentato un momento qualificante e di comunicazione con le forze produttive del territorio, si ricordano due convegni organizzati dall’E.S.P.E.T.: il primo, nel 1996, sul tema della sicurezza; il secondo sulla Formazione professionale nel settore delle costruzioni - sviluppo e occupazione, svoltosi nel 1997 e rivolto a sen-sibilizzare le parti sociali e gli operatori del settore.Successivamente, nel 2003, sono stati avviati i corsi con finanziamento del FSE per assistente di cantiere, scalpellino e per addetto alla manu-tenzione delle reti idriche e nello stesso hanno la Scuola ha partecipato al progetto EX.TRA., rivolto ad extracomunitari e finalizzato all’acquisi-zione delle qualifiche di pavimentatore e di intonacatore.

E.S.E.S. – Ente Scuola Edile Siracusana Viale Emocrate, 6 – 96100 Siracusa

L’esigenza primaria che l’Ente Scuola Edile Siracusana, fondata nel 1960, si è posta all’atto della sua fondazione è stata quella di offrire risposte formative ad una manovalanza abbastanza diffusa e poco scolarizzata. Si trattava di lavoratori che, a seconda delle esigenze contingenti, lavo-ravano come braccianti in agricoltura o come manovali in edilizia. La prima offerta formativa messa a punto per questa categoria è stata un insieme di percorsi, generalmente serali, finalizzati all’approfondimento della lettura del disegno architettonico e del calcolo matematico. Tale attività veniva realizzata, in genere, in aule messe a disposizione dalle scuole pubbliche del territorio. Con il tempo ha preso il via la realiz-zazione di corsi di qualificazione, generalmente diurni, per muratore, carpentiere, ferraiolo, gessista-muratore, offerta formativa che l’Ente

ha continuato a proporre fino al 1980 circa. Fino a questa data i principali fruitori della formazione sono stati inoccupati o disoccupati che intendevano inserirsi in edilizia, e la formazione realizzata è stata sostanzialmente autofinanziata. I primi finanziamenti pubblici sono pervenuti all’Ente nel corso degli anni Ottanta, tramite la Regione e il Ministero del Lavoro, a se-guito di progetti cofinanziati dal FSE. L’offerta formativa ha iniziato ad arricchirsi di nuovi percorsi formativi: per intonacatori, conduttori di macchine movimento terra e scalpellini restauratori. L’Ente ha poi iniziato a rivolgersi ai giovani diplomati propo-nendo percorsi specifici di qualificazione e specializzazione post diploma. Così, facendo delle nuove tecnologie informatiche un punto di forza della proposta complessiva, sono stati realizzati corsi per assistente di cantiere, addetto alla contabilità industriale edile con sistemi informatizzati, tecnico per la manutenzione di reti idriche, tecnico per il recupero dell’edilizia storica in zona sismica. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta ha preso il via anche la formazione continua rivolta ad operai, impiegati e tecnici. L’offerta si è poi ampliata ai temi della sicurezza con la realizzazione dei corsi base. A partire dal 2008 l’Ente ha iniziato a svolgere anche attività formativa per apprendisti e, dal 2009, la formazione per le 16ore. Punti di forza dell’offerta formativa dell’Ente sono stati i percorsi sui temi della lavorazione, manutenzione e restauro della pietra e quelli sul recupero dell’edilizia storica in zona sismica.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 1998 Con il Programma Leonardo da Vinci PI.RA.MI.DE. un gruppo di allievi di un corso per la manu-tenzione e il restauro della pietra, realizzato dall’Ente e cofinanziato dal FSE, ha svolto un tirocinio formativo presso la Scuola Edile francese C.F.B. di Pont à Mousson.

Un allievo di un corso di manutenzione e restauro della pietra.

L’interno della nuova sede.

Via Federico De Roberto – 91100 Trapani E.S.P.E.T. – Ente Scuola Professionale Edile Trapanese

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Le Scuole Edili si raccontano

La Scuola viene fondata nel 1957 con lo scopo statutario di formare lavoratori e fu-turi lavoratori del settore delle costruzioni. La Scuola Edile e la Cassa Edile di Arezzo sono nate più o meno in contemporanea e quindi da subito le parti sociali hanno in-dividuato tutto il territorio della provincia come ambito di azione della Scuola e han-no preso come riferimento tutte le imprese del settore.Fino agli anni Novanta la scuola edile ha svolto corsi professionalizzanti per murato-ri e carpentieri. Tra il 1990 e i primi anni del 2000 c’è stata una virata brusca sui corsi sulla sicurezza (RSPP, Pronto soccorso, Antincendio, RLS). In particolare dal 2007 ad oggi sono stati formati circa 2.000 lavo-ratori sul montaggio / smontaggio e trasformazione dei ponteggi. Negli ultimi anni, in particolare dal 2009, la Scuola è torna-ta a svolgere corsi professionalizzanti sia per occupati che per disoccupati, in particolare sul recupero edilizio. Attualmente sono in corso di svolgimento corsi per soli impresari, corsi di specializzazione per dipendenti e due corsi per disoccupati, tutti sul tema del recupero edilizio. Oggi le imprese fanno alla Scuola richieste molto specifiche in particolare puntando sulla richiesta di formazione sulle nuove tecnologie: a breve, dunque, partirà un corso per 56 aziende e con 92 dipendenti iscritti, per la realizzazione di un edificio a risparmio energetico.La Scuola Edile, grazie ad accordi con i Comuni di Arezzo e Cortona, attiverà nella seconda parte del 2010 anche due im-portanti cantieri scuola.La sede attuale della Scuola è stata realizzata a partire dal maggio 1959, data della concessione edilizia, e ha subito nel tempo ampliamenti e miglioramenti.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2008 Socio fondatore della SEUM (Scuola Europea dei Mestieri) con FSF, i Comuni di Arezzo, Anghiari e Rapolano Terme, la Sovrintendenza di Arezzo, l’Istituto d’Arte e l’Ordine degli Architetti.2010 Fa parte di un progetto presentato per un bando Leonardo per la figura del formatore per la formazione nella sicurezza dei cantieri edili con partner la Provincia di Arezzo (capogruppo), Regione Toscana, DPL, INPS, INAIL, Asl, Belgio, Spagna, Germania, Francia, Polonia e Svizzera.

Via P. Da Palestrina, 8 – 52100 Arezzo C.F.S.E. – Centro per la Formazione e la Sicurezza in Edilizia Arezzo

Corso 16ore - Primo ingresso 2009.

CORSI 16 ORE—Primo Ingresso 2009

S.P.E.F. – Scuola Professionale Edile di Firenze Via Lorenzo il Magnifico, 8 – 50121 Firenze

La Scuola, nata nel 1962, ha integrato e sviluppato le attività didattiche con il restauro dei beni artistici e del paesaggio. Le relazioni con il territorio sono state rafforzate tramite convenzioni con Enti Pubblici, Comuni, Provincia e Soprintendenza fi-nalizzate alla creazione di cantieri scuola, punto cardine di una metodologia innovativa in cui la didattica si fonde con il lavoro pratico. L’offerta formativa si è trasformata col passare del tempo: nel 1963 sono stati istituiti i primi corsi serali per operai, dal 1980 i corsi biennali per i giovani da inserire nel settore e dal 1990 i corsi annuali per muratori, carpentieri, macchine movimento terra etc. Dal 1995 sono partiti anche corsi per assistenti e direttori di cantiere, project manager e manutenzione dei giardini storici. Negli ultimi anni la Scuola ha dato vita al Centro Europeo del Restauro (CER) occupandosi della conser-vazione e del restauro del patrimonio architettonico, artistico e del paesaggio, proponendo un’ampia scelta formativa che va dai corsi brevi, fino ai corsi biennali e triennali nei settori del restauro di arredi lignei e sculture policrome, restauro di dipinti, tecniche dell’intarsio, della decorazione, della doratura e dell’intaglio. Un notevole incremento c’è stato anche nella forma-zione gratuita per i lavoratori dipendenti delle imprese iscritte alla Cassa Edile, vista la maggiore attenzione che la normativa vigente pone nei confronti della sicurezza sul lavoro. Oltre alla sede della Scuola, l’Ente ha gestito nel tempo una serie di cantieri scuola il primo dei quali venne allestito presso il Casone di Sorgane. Dal 1987 ad oggi vari cantieri scuola sono stati

allestiti, in convenzione con la Provincia, nel cinquecentesco Parco di Villa Demidoff a Pratolino. Con il lavoro di centinaia di allievi, il CER ha restaurato importanti opere ed edifici sto-rici presenti al suo interno tra cui: la Vasca dell’Appennino, la Locanda o “Vecchia Posta”, le Scuderie e la Grotta di Cupido, la Cappella, le Vasche delle Gamberaie e la Grande Voliera, il giardino tra la Villetta e la Fagianeria, il Viale degli Zampilli, il salone della Ex Piaggeria, la Fattoria Nuova e i Padiglioni della Fagianeria e della Limonaia. Tra gli ultimi lavori eseguiti si ricordano il restauro degli affreschi delle stanze di Bianca Cappello nella Villa Medicea di Poggio a Caiano (XVI sec.) e gli affreschi della Chiesa di Santa Maria in Campo a Firenze (prima metà del XVII secolo).

PRINCIPALI PARTENARIATI: Rete REFORME; UNI.EMA Université Européenne des métiers et des arts; Progetti Leonardo: la Scuola parteci-pa da anni a svariati progetti sia come capofila sia come partner nell’ambito dei programmi europei Leonardo da Vinci e Leonardo Mobilità.

Sede storica “Cantiere Scuola di Villa Demidoff”.

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Le Scuole Edili si raccontano

La Scuola Edile Grossetana, fondata nel 1982, è nata per promuovere, con fondi propri e contributi pubblici, corsi di qualifi-cazione per inoccupati / disoccupati e di aggiornamento professionale per occupati del settore, adempiendo in sostanza al duplice compito di formare maestranze qualificate ed affrontare il problema della disoccupazione giovanile, così accentuato nell’ambito locale. Particolare rilevanza è stata posta anche sui rapporti con gli Ordini e Collegi Professionali, con gli istituti scolastici (soprat-tutto l’I.T.G. Manetti) e con l’Università, tanto più che la Scuola è uno dei soci fondatori del Polo Universitario Grossetano.L’offerta formativa dei primi anni di attività della Scuola, era incentrata soprattutto su corsi di qualificazione biennali per muratori e carpentieri, rivolti a giovani inoccupati / disoccupati. Questi corsi hanno permesso di ovviare, seppur in minima parte, alla mancanza di manodopera qualificata del settore. Negli anni, per stare al passo con le tra-sformazioni strutturali, organizzative e tecnologiche del settore, anche l’offerta formativa della Scuola è mutata e si è soprattutto differenziata. Ad oggi il catalogo formativo è così composto: corsi 16ore, formazione apprendistato; formazione sicurezza: R.S.P.P., R.L.S., ponteggi, addetti pronto soccorso, addetti antincendio; formazione tecnico-professio-nale; formazione amministrativa / gestionale.Dal 1982 a tutt’oggi, la sede della Scuola Edile Grossetana è ubicata nello stesso stabile che ospita anche i locali della Cassa Edile. La Scuola ha ot-tenuto l’accreditamento della Regione Toscana e la certificazione ISO 9001:2008 rilasciata da IMQ.

Via Monte Rosa, 196 – 58100 GrossetoScuola Edile Grossetana E.L.S.E. – Ente Livornese Scuola Edile

Via Piemonte, 62/B – 57124 Livorno

Nell’aprile del 1978, la comune volontà degli imprenditori edili e delle organizzazioni sindacali di categoria di contribuire in modo determinante a superare i condizionamenti che colpivano dura-mente il settore edile del territorio, il progressivo invecchiamento dei lavoratori e la difficoltà nel reperire nuove forze lavoro, si concretizzò nella piena autonomia amministrativa ed operativa della Scuola. L’esperienza dei corsi di qualificazione professionale, avviata nel 1975, e protrattasi nei tre anni successivi, giustamente rivisitata, consentì al primo CdA dell’Ente di predisporre un concreto piano di formazione professionale, che venne portato a conoscenza sia delle istituzioni sia delle forze politiche e sindacali. A partire dalla metà degli anni Ottanta la Scuola ha sviluppato una particolare attenzione alle problematiche della prevenzione, realizzando corsi in materia di sicurezza e producendo materiale informativo e formativo. Con l’entrata in vigore del Dec. Lgs. 626/94

l’Ente ha potenziato il servizio formativo per tutte quelle figure che sono chiamate a costruire la “cultura della sicurezza” e recentemente è stato realizzato, presso il Cen-tro di Livorno, un laboratorio per le attività formative per gli addetti allo smaltimento, rimozione e bonifica dell’amianto, che si aggiunge ai due cantieri scuola permanenti per gli operatori addetti al montaggio-smontaggio e trasformazione di ponteggi.Oggi le attività della Scuola si rivolgono ai lavoratori che desiderano migliorare le proprie conoscenze, ai cassaintegrati di altri settori che cercano nell’edilizia una nuo-va collocazione, ai lavoratori che necessitano di una riqualificazione, ai tecnici di cantiere, a coloro che entrano nel settore per la prima volta, agli studenti delle ultime due classi degli Istituti Tecnici per Geometri, ai neo diplomati e laureati in discipline inerenti il comparto, ai cittadini stranieri, ai reclusi delle Case Circondariali. La Scuola nel corso del tempo ha ottenuto per le tematiche sulla sicurezza il Premio delle buone pratiche dall’Amministrazione Provinciale, il Premio per l’ambiente Ulisse dal Comune di Livorno e la certificazione di qualità.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Progetto Interreg 2; Progetto Interreg 3; Youthstar; Lingua; Comenius; Petra.

BIBLIOGRAFIA: Il materiale lapideo in edilizia. Album di disegno tecnico. (2000)

Un giovane allievo durante il corso pontisti.

La sede della Scuola Edile.

Un’aula della Scuola.

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Le Scuole Edili si raccontano

La Scuola Edile Lucchese è stata fondata il 6 dicembre del 1985 e ha iniziato l’attività nel 1986 con l’attivazione di cor-si di formazione professionale rivolti a giovani disoccupati / inoccupati in uscita dalla scuola dell’obbligo e dalle scuole superiori. Prima della nascita della S.E.L., dal 1978 al 1985, l’attività formativa era svolta dall’Ente Lucchese Scuola e Cassa Edile con l’attivazione di corsi di qualifica, attingen-do a finanziamenti dal FSE. Le relazioni sul territorio si sono sviluppate in tre direzioni: con le imprese, per rispondere alle loro esigenze professionali e con la collaborazione per l’effettuazione degli stage; con le comunità locali, alle quali sono state fornite occasioni di riqualificazione di strutture pubbliche grazie ai cantieri scuola; con le Scuole Medie, attraverso interventi per pubblicizzare e indirizzare verso il settore delle costruzioni i giovani in uscita dalla scuola dell’obbligo. La S.E.L. ha inoltre svolto attività di interazione scuola-lavoro con gli istituti tecnici per geometri. Rispetto ai primi anni l’attività è stata incrementata con: corsi di formazione a distanza FAD sulla sicurezza, corsi di progettazione, nei quali sono stati realizzati progetti di recupero di una chiesa sconsacrata a Lucca adibita ad auditorium dell’Istituto Musicale Boccherini, corsi di bioedili-zia rivolti a geometri per la progettazione e il recupero di una chiesa del comune di Barga. Oggi la Scuola punta molto sulle varie tecniche di restauro e recupero edilizio. Un’altra attività qualificante per l’Ente è stata la realizzazione di un corso di formazione per manager d’impresa rivolto a laureati e diplomati. Alla fine degli anni Novanta, la Scuola ha cominciato a lavorare anche su progetti transazionali. La prima sede della S.E.L. si trovava nel centro storico di Lucca; nel 1996 per necessità di spazio e per facilitare l’accesso agli utenti l’Ente si era trasferito prima nell’immediata periferia e poi, dal 1998 al 2005, a Castelnuovo Garfagnana perché il bacino di utenza più interessato era ubicato nella media Valle del Serchio e nell’alta Garfagnana. Nel 2005, visto il maggiore afflusso di lavoratori stranieri residenti in maggioranza nella Piana di Lucca, la sede è stata spostata di nuovo nel capoluogo. La S.E.L. ha ottenuto la certificazione di qualità Det Norske Veritas e altri riconoscimenti per gli interventi di recupero realizzati con i propri cantieri.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Progetto Edilfuturo (Marocco) insieme a Scuola Edile Livorno, Scuola Edile Siena. Progetto Youth Start con scambio di allievi con Krefeld (Germania). Progetto Formare costruendo (Argentina) insieme a Kantea e Scuola Edile Lecce. Progetto Formare costruendo (Uruguay) insieme a Kantea, Scuola Edile Lecce, Taranto, Siena. Collaborazione con la Scuola Edile di Point Saint Mairie (Francia) con stagisti francesi a Lucca.

BIBLIOGRAFIA: Formare costruendo. Azione di sistema per il miglioramento delle performance aziendali e professionali nel settore edile in Argen-tina (volume in spagnolo e italiano). Indagine sui fabbisogni professionali e formativi nel settore delle costruzioni della provincia di Lucca (2009).

Via delle Fornacette, 458 – 55100 Lucca S.E.L – Scuola Edile Lucchese S.F.S. – Scuola per la Formazione e Sicurezza in Edilizia della Provincia di Massa Carrara

Via Pelliccia, 5/B – 54033 Carrara (MS)

L’Ente Cassa e Scuola Edile della Provincia di Massa Carrara viene fondato nel 1962, nel 1975 diviene Ente Scuola Edile della Provincia di Massa Carrara e dal primo giugno 2004 Scuola per la Formazione e Sicurezza in Edilizia della Provincia di Mas-sa Carrara (S.F.S.). Con la fondazione della Scuola si sono volute unificare in un unico organismo le funzioni di formazione, prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, per rendere più funzionale l’attività dell’Ente rispetto alle esigenze delle imprese e realizzare una riduzione dei costi. Le relazioni con il territorio sono molto modeste per due ordini di motivi: in primis la con-correnza di Organizzazioni Datoriali fortemente politicizzate limita la autonomia decisionale delle Amministrazioni Pubbliche; in secondo luogo c’è un sostanziale disinteresse delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori rispetto alla concorrenza che orga-

nismi riconducibili alle organizzazioni predette, esercitano nei confronti delle attività istituzionali della S.F.S.Ad un’iniziale attività di corsi prettamente finanziati dal FSE, si sono aggiunti, nel tempo, i numerosi corsi a pagamento dell’area sicurezza e, da ultimo, i corsi 16ore. I corsi di pun-ta dell’offerta formativa della S.F.S. sono quelli rivolti agli apprendisti e ai ponteggiatori.La sede della S.F.S. Massa Carrara è ubicata in un palazzo storico del centro cittadino, condiviso, fin dalla sua ristrut-turazione, con l’Ente Cassa Edile della Provincia di Massa Carrara. La Scuola ha anche una sede didattica distaccata in Lunigiana, a Filetto di Villafranca Lunigiana, nello storico Convento Fatebenefratelli nell’omonima Piazza.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Collaborazione con Scuola Edile di Freistadt – Linz – Austria.

BIBLIOGRAFIA: Tecniche di posa del marmo (2001).

Un’aula della Scuola.

Foto ricordo del gruppo apprendisti del cantiere Limonaie.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Le Scuole Edili si raccontano

L’Ente Pisano Cassa e Scuola Edile nasce nel 1960. Nel 1982, per migliorare le principali funzioni operative avviene la scissione in due Enti: l’Ente Pisano Cassa Edile e l’Ente Pisano Scuola Edile. La Scuola ha il compito di sviluppare corsi di formazione per rispondere alle esigenze di professionalità del settore, spaziando dalla realizzazione di corsi specifici per determinate figure di operatori, a corsi volti all’accrescimento di conoscenze tecniche dei lavoratori, compresa l’acquisizione delle più recenti normative di prevenzione e protezione per la sicurezza nei cantieri. Inizialmente l’attività formativa della Scuola era orientata all’inserimento delle nuove maestranze nel settore edile attraverso l’attivazione di corsi destinati a disoccupati/inoccupati, di concerto con l’Amministrazione Provinciale. Contemporaneamente si tenevano corsi mirati alla crescita professionale degli occupati nel settore, volti ad implementare le conoscenze della lettura dei disegni tecnici, le normative sulla sicurezza, il primo intervento in caso di incendi e di infortunio. Elementi qualificanti dell’Ente anche i corsi che hanno portato alla realizzazione di opere, rimaste poi all’utilizzo cittadino, gestiti a volte in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale. Tra queste le più importanti sono state: le opere di urbanizzazione primaria nel Comune di Calci (1984-6); il recupero della Chiesa romanica di S. Pierino, con annessa struttura, a Cisanello (1988-94); la realizzazione e ricostruzione del porticato e lastricato piazzetta

della Chiesa di S. Giovanni Battista, a Ghezzano (1995); recupero strutturale e funzionale della Chiesa di S. Vito a Pisa (1999); recupero strutturale della Chiesa di Limiti, Comune di S. Giuliano Terme, Pisa (2006-8). All’attività di base della Scuola (apprendistato, 16ore, formazione sulla sicurezza) si affiancano i progetti finanziati dal FSE o dai Fondi Interprofessionali, che, soprattutto negli ultimi anni, hanno contribuito a formare personale su specifiche tema-tiche relative al mondo delle costruzioni come la bioedilizia e i sistemi di sicurezza e qualità applicati all’edilizia. Dal 2001 l’Ente è riconosciuto dalla Regione Toscana, quale Agenzia Formativa accreditata, e può accedere a finanzia-menti pubblici. Dal 2004 l’Ente ha ottenuto la Certificazione del Sistema Qualità per conformità alle norme di Garanzia di Qualità ISO 9001:2000.

PRINCIPALI PARTENARIATI: 2006 Cesvip Firenze e Pegaso Lavoro Pisa. 2007 Comune di Pisa.

Via 24 Maggio, 8 – 56123 PisaEnte Pisano Scuola Edile Ente Scuola Edile di Pistoia

Piazza Garibaldi, 4 – 51100 Pistoia

La fondazione della Scuola, avvenuta nel 1962, ha voluto imprimere una regola di evoluzione sia tecnica che culturale nell’ambito delle maestranze edili. Nel corso degli anni la preparazione ha sempre seguito l’evolversi delle tecniche più innovative. La Scuola si è sempre relazionata positiva-mente con il territorio promovendo corsi sia nella zona di Pistoia che della Val di Nievole e della Montagna Pistoiese.L’offerta formativa si è evoluta seguendo le modifiche nor-mative e l’evoluzione delle tecnologie nel settore edile e oggi la Scuola svolge tutti i compiti a lei attribuiti dal Con-tratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Il maggior impegno è sul fronte della preparazione di Coordinatori alla Sicurezza.La scuola è riconosciuta quale agenzia formativa dalla Re-gione Toscana.La sala riunioni della Scuola Edile.

Simulazione di cantiere.

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Le Scuole Edili si raccontano

Il fondo contrattuale per l’addestramento professionale della provincia di Prato viene istituito nel settembre del 1967 e in data 28 novembre 1967 viene costituita ufficialmente la Scuola Edile di Prato con la prima riunione del suo CdA. Inizialmente la Scuola viene ospitata presso i locali della Cassa Edile di Prato e per alcuni corsi rivolti ai lavoratori vengono trovate sedi didattiche temporanee in collaborazione con le Istituzioni cittadine. Nel tempo la Scuola ha ampliato la propria offerta formativa dotandosi di una sede propria presso un’area concessa in comodato dall’Amministrazione Comunale. Dal 2003 la Scuola si è dotata di una nuova sede. I primi corsi erano normalmente svolti la sera, erano di breve durata ed indi-rizzati alla riqualificazione e al perfezionamento professionale dei lavoratori: disegno, materiali e tecnologia delle costruzioni, nozioni di carpenteria, antinfortunistica. Dal 1983 si è pensato di affiancare, ai corsi per i lavoratori, i corsi di prima forma-zione rivolti ai giovani. Tale tipologia corsuale, svolta ininterrottamente per oltre 25 anni, ha caratterizzato in parte l’attività ed il ruolo della Scuola negli anni Ottanta e Novanta. Questi corsi, mediamente da 1.800 ore, prevedevano moduli teorici e laboratori pratici, condotti anche per mezzo della metodologia didattica del cantiere-scuola, in convenzione con le Istituzioni locali o in collaborazione con Enti sul territorio nazionale e comunitario.Oltre alla formazione dei lavoratori delle aziende e dei giovani disoccupati / inoccupati, altre esperienze formative hanno interessato nel tempo diverse tipologie di utenti: studenti delle Scuole Superiori, tecnici dipendenti o liberi professionisti, ap-prendisti, Vigili del Fuoco, stranieri. Negli ultimi anni la formazione continua degli addetti è stata caratterizzata dai percorsi in tema di sicurezza. Altre tematiche di recente sviluppo riguardano il costruire sostenibile, l’uso delle macchine e attrezzature di cantiere, il recupero e consolida-mento edilizio.La Scuola Edile di Prato è un Organismo Forma-tivo accreditato dalla Regione Toscana ed ha un suo sistema di gestione della qualità certificato dall’ente di certificazione DNV.

PRINCIPALI PARTENARIATI: La Scuola collabora attivamente con le Istituzioni locali (Azienda USL n.4 di Prato, Istituti scolastici ecc.) e par tecipa a vari gruppi di lavoro e tavoli tecnici (locali, regionali e nazionali) con par ticolare riferimento al tema della sicurezza sul lavoro.

Via Beniamino Gigli, 3 – 59100 Prato Scuola Professionale Edile di Prato Ente Senese Scuola Edile

Via Rinaldi Franci, 18 – 53100 Siena

L’Ente Senese Scuola Edile nasce nel 1991. Dal 1992 ha iniziato ad attivare i primi cantieri-scuola, un’esperienza didattica di grande rilievo nazionale. Il primo cantiere scuola è stato dedicato ad un intervento di restauro delle Fonti di Fonte Nuova; lo stesso logo della Scuola, in ricordo di questo primo lavoro, rappresenta la fonte restaurata. Il target di riferimento della Scuola in materia di occupazione è costituito da giovani inoccupati / disoccupati da avviare al lavoro edile, giovani neo diplomati e neo laureati; giovani titolari di contratti di apprendistato (formazione esterna), o formazione-lavoro (formazione teorica); personale dipendente da imprese (operai, impiegati, tecnici e quadri); manodopera femminile; lavo-ratori in mobilità. C’è inoltre la possibilità, da parte delle imprese, di avvalersi della Scuola per l’istituzione di corsi per la formazione di specifiche professionalità, anche a livello aziendale. La Scuola, per tutti gli iscritti e frequentatori, dei corsi garantisce il rimborso delle spese di viaggio per frequentare il cantiere-scuola, buoni pasto, borse di studio ed un premio in denaro al termine del percorso formativo. Numerose le opere di restauro e recupero realizzate dagli allievi della Scuola sul territorio senese: Fonti di Fontebranda, Fonte delle Monache, Eremo di S. Antonio al Bosco, Vasca Bastione di S. Filippo, Fortezza Medicea, pavimentazione del Duomo di Siena, restauro della Cimase Fortezza Medicea, sotterranei del Duomo di Siena, anfiteatro San Domenico, stratigrafia S. Maria della Scala, abbattimento Barriere Architettoniche, Oliviera Contrada Valdimontone.L’Ente è accreditato dalla Regione Toscana per i seguenti ambiti: Formazione dell’obbligo – Post Obbligo / Superiore Formazio-ne Continua – Orientamento; lavora in qualità applicando le procedure previste dalla norma UNI EN ISO 9001-2000.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Progetto Edilfuturo gemellaggio tra la Regione Toscana e quella di Rabat (Marocco) per la formazione in loco di personale. Partner dell’Amministrazione Provinciale e della ASL in progetti per la diffusione delle buone pratiche in materia di sicurezza; organizza la for-mazione delle maestranze edili nei progetti finanziati dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e nelle opere appaltate dal Comune di Siena.Convenzione con Microcredito di Solidarietà S.p.A. per la concessione di prestiti a “tasso zero”.

BIBLIOGRAFIA: DVD Progetto Costruire sicuro. Non spezzare il cerchio della vita. Lavora protetto.

Fonti di Fontebranda, luogo di un cantiere di restauro e recupero della Scuola.

È in programma la costruzione di una nuova sede che ospiterà i tre Enti: Cassa Edile, Scuola Edile e CPT.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Il Centro di formazione professionale e prevenzione infor-tunistica dell’edilizia della Provincia Autonoma di Trento rappresenta la continuazione di due organismi che hanno fatto la storia dell’edilizia in Trentino: il primo è la Scuo-la Edile, fondata nel 1949 (ma esistono testimonianze che collocano l’inizio dell’attività formativa nell’inverno 1947-48, negli scantinati dell’Istituto tecnico Fontana a Rovereto) e il secondo è il CPT, costituito nel 1987. I corsi professionali per operai edili furono divisi in due sezioni, una a Trento e una a Rovereto con sistemazioni provvisorie. La scelta degli allievi da ammettere ai corsi veniva operata da una commissione in cui le parti erano tutte rappresentate; spettava però alle aziende proporre i nominativi degli operai meritevoli, scelti fra i dipendenti

più capaci. Essi avevano la possibilità di frequentare i corsi nei mesi invernali, nel periodo di fermata dei cantieri per la sosta invernale; i corsi si svolgevano nel periodo compreso fra la metà di novembre e la metà di marzo e prevedevano sia una parte teorica che una pratica. Alla fine del 1958, si manifestò la necessità per la Scuola di contare su una propria sede. A Trento tali esigenze furono soddisfatte e grazie al moderno edificio in cui la Scuola era alloggiata veniva garantito agli allievi un servizio di assistenza completo. La Scuola funzionava infatti come un vero e proprio college fornendo agli allievi prove-nienti dalle località più disagiate anche la possibilità di soggiorno. A seguito di varie vicessitudini nel settembre del 1975 fu raggiunto un accordo con la Provincia che sancì la fine dell’attività della Scuola presso la sede di Trento e l’attività venne di conseguenza concentrata presso la sede di Rovereto. Per decisione delle Parti Sociali dal 1999 la Scuola Edile ed il CPT sono confluiti nell’unico ed autonomo Ente CENTROFOR. Nell’area Scuola, CENTROFOR ha oggi il compito di promuovere, organizzare e attuare iniziative di prima formazione, di formazione continua, qualificazione, riqualificazione ed aggiornamen-to per i lavoratori. I corsi di specializzazione, rivolti a muratori, gruisti, operatori movimento terra, capo squadra ecc., vengono ancora tradizionalmente svolti nel periodo di sospensione invernale. L’Ente organizza inoltre corsi per lavoratori che entrano per la prima volta nel settore (16ore) e corsi di insegnamento complementare di 120 ore per apprendisti in base alla normativa di legge. Tutte le attività formative vengono oggi effettuate presso la sede di Trento.

BIBLIOGRAFIA: 25 anni di mutualità nell’edilizia trentina (1963-1988).

Via Ragazzi del 99, 29 – 38123 TrentoCENTROFOR – Centro di Formazione professionale e prevenzione infortunistica dell’edilizia della provincia Autonoma di Trento

La sede della Scuola.

Corso macchine movimento terra 2010

SeP – Scuola Edile di PerugiaVia del Granoturco, 8 - Zona Industriale Madonna del Piano – 06135 Balanzano (PG)

La Scuola Edile di Perugia viene fondata nel 1961 e ha per fini istituzionali la promozione, l’organizzazione e l’attuazione, nel proprio ambito territoriale, di iniziative formative per la qualificazione, l’aggiornamento e la specializzazione degli operatori del settore edile.Gli interventi formativi sono finanziati con fondi pubblici nazionali e comunitari, oltre a quelli derivanti dal versamento dei contributi a carico delle imprese e dei lavoratori edili stabiliti dal contratto nazionale del lavoro. Nel corso del tempo l’offerta formativa è cambiata: per mancanza di allievi sono diminuiti fino a scomparire i lunghi corsi di qualifica (spesso anche pluriennali) mentre sono aumentati i corsi di sicurezza. Oggi la Scuola (in collaborazione con il CPT) realizza moltissimi corsi obbligatori per la sicurezza, corsi di aggiornamento professionale per operai e tecnici e percorsi per l’apprendistato. I corsi finanziati, oltre a quest’ultimo, sono perlopiù di restauro e alta formazione per laureati.Ad oggi i corsi più importanti sono il corso 16ore e l’apprendistato professionalizzante, realizzato dal 2009 sulla base di un progetto innovativo che prevede la realizzazione delle unità formative tecnico-professionali in azienda, monitorate dalla Scuola, con verifica finale delle competenze acquisite. Nel tempo l’Ente ha realizzato alcuni cantieri scuola presso il Castello di Pieve del Vescovo a Corciano (affidato in comodato d’uso alla Scuola), il Castello di Popola vicino Foligno, la Chiesa di Santa Croce a Perugia e la Rocca Maggiore di Assisi. Quest’ultimo si è svolto in collaborazione con il Formedil ed altre Scuole Edili italiane ed europee che fanno parte della rete REFORME. La sede storica della Scuola è stata demolita recentemente; nello stesso luogo sorgerà a breve la nuova sede unica degli Enti bilaterali di Perugia (Scuola, Cassa Edile e CPT). Attualmente la Scuola ha sede provvisoria in un capannone affittato.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Capofila del Programma Leonardo da Vinci – Progetto Q-Case: la qualità nei cantieri scuola europei.

BIBLIOGRAFIA: Una pieve tra i monti. Itinerario artistico del Castello di Pieve del Vescovo (2001); Pieve del Vescovo. Una residenza fortificata nel territorio di Perugia (2003); L’architettura del cimitero tra memoria e invenzione (2005); Manuale di antinfortunistica per operatori e tecnici di cantiere (2006); Il rischio elettrico nel settore delle costruzioni (2006); Ponteggi guida operativa per gli addetti al montaggio, smontaggio e trasformazione (2006); Manuale di antinfortunistica per operatori e tecnici di cantiere. Ponteggi e altre opere provvisoriali (2006), Adempimenti per la gestione del cantiere (2006). Nella collana dei Quaderni per l’edilizia: Prevenzione degli infortuni nei cantieri edili (2001 e 2007); Tecnologia dei materiali da costru-zione naturali (2003); Decreto legislativo 626/94 (2003); Tecnologia delle costruzioni (2004); La sicurezza nei cantieri (2006, volume in quattro lingue); Guida alla sicurezza in edilizia (2001).

Allievi durante un’esercitazione.

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La Scuola per l’Istruzione Professionale dei Lavoratori Edili della Provincia di Terni viene costituita nel 1962 e ha per fini istituzionali la promozione, l’organizzazione, l’attuazione nel proprio ambito territoriale, anche mediante collaborazione e scambi con altri enti o imprese o gruppi di imprese nazio-nali ed esteri, di: iniziative di prima formazione per i giovani che entrano nel settore, iniziative di formazione continua, qualificazione, specializzazione ed aggiornamento per ope-rai, impiegati amministrativi, tecnici, quadri ed imprenditori, con particolare attenzione a tutti gli aspetti relativi all’infor-tunistica e all’igiene del lavoro, dispositivi di formazione a distanza, dispositivi di formazione per la riconversione, di-spositivi di formazione per il recupero degli svantaggi.Nell’ambito della formazione iniziale la Scuola svolge corsi di base con percorsi formativi di circa 400 ore; agli allievi viene offerto vitto, alloggio (per gli allievi non residenti o immigrati) e un’indennità oraria pari a € 2,60 oltre alle attrezzature individuali, gli indumenti e le attrezzature antinfortunistiche. Nell’ambito della formazione continua si segnalano percorsi formativi per il conseguimento della patente C – gestione e trasporto dei rifiuti edili, per conduttori macchine movimento terra e manovratori di gru, per il conseguimento del patentino per operatori macchine complesse. Le attività sono svolte presso la sede della Scuola Edile di Terni, in ore pomeridiane, attraverso i bonus individuali riconosciuti dalla Provincia di Terni. Importanti anche l’offerta formativa in materia di sicurezza, svolta in collaborazione con la ASL 4 di Terni, e l’apprendistato con attestazione dell’effettuazione della fase formativa e registrazione della stessa nel libretto individuale di formazione valevole ai fini della formazione continua. La Scuola ha ottenuto l’accreditamento al sistema forma-tivo regionale e il riconoscimento come sistema qualità ISO 9001 certificato DNV Italia. Attualmente è in corso di completamento la nuova sede che avrà anche 6 appartamenti autonomi da destinare agli allievi / lavoratori provenienti da fuori Comune / Regione partecipanti alle varie attività formative.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Collabora fattivamente con alcuni centri di formazione in Germania e in Grecia in progetti di scambi e collocamenti dei programmi Leonardo da Vinci e in campo Nazionale con altre Scuole edili in Italia. L’Ente negli anni passati è stato promotore di progetti Adapt, Youthstart e Leonardo da Vinci.

BIBLIOGRAFIA: 1962-2007 La Scuola Edile di Terni: 45 anni di cultura del fare.

Zona Fiori, 116/L – 05100 Terni Scuola per l’Istruzione Professionale dei Lavoratori Edili della Provincia di Terni

Un’allieva di uno dei corsi di restauro.

Ente Scuola Edile Valle d’Aosta Via Chambéry, 36 – 11100 Aosta

L’Ente Scuola, istituito nell’ottobre 1986, ha per fini istituzionali la promozione, l’organizzazione, l’attuazione, nel proprio ambito territoriale, di iniziative di prima formazione per i giovani che entrano nel settore, iniziative di formazio-ne continua, qualificazione, riqualificazione, specializzazione ed aggiornamento per operai, impiegati amministrativi, tecnici e quadri secondo le esigenze del mercato del lavoro con par ticolare attenzione a tutti gli aspetti relativi all’in-for tunistica e all’igiene del lavoro.L’offerta della Scuola Edile si è nel tempo sempre più orientata alla sicurezza. L’offerta attuale, dunque, è principalmente orientata agli obblighi di legge e prevede: formazione di primo livello sulla sicurezza per lavoratori neo-assunti; RLS; RSPP; corso addetti alla prevenzione incendi; corso addetti al pronto soccorso con aggiornamenti; corso ponteggiatori con aggiornamento; corso addetti e preposti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi; corso di formazione preposti in cantiere; corso di formazione addetti all’uso e movimentazione gru. A questi si aggiunge poi il corso 16ore. Agli obblighi di legge si affianca poi un’offerta formativa di carattere meramente culturale, che prevede aggiornamenti e approfondimenti quali: gestione e conoscenza dei vari documenti previsti dalle normative sulla sicurezza; informatica di

base e avanzata; internet; gestione della contabilità generale per addetti all’amministrazione; contabilità di cantiere; formazione di secondo livello in cantiere, mediante l’utilizzo dell’unità mobile.Ad oggi, l’aspetto forte dell’offerta formativa dell’Ente è senza dubbio rappresentato dal corso addetti e preposti al montaggio e smontaggio dei ponteggi e dal corso addetti e preposti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi.La sede amministrativa della Scuola è all’interno dell’immobile che ospita i nuovi uffici della Cassa Edile e la sede del CPT. La sede formativa è distaccata in un immobile in locazione con an-nesso un capannone per la pratica.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Amministrazione Regionale della Valle d’Aosta; Projet Formation; CTI – Consorzio per le Tecnologie e l’In-novazione; Istituto Tecnico per Geometri di Aosta; Società Cooperativa Interguide (Guide di Montagna Valle d’Aosta).

Un manufatto del corso pietra.

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La Scuola è stata fondata nel dicembre del 1947 e ha per fini istituzionali la promozione, l’organizzazione e l’attua-zione, nel proprio ambito territoriale di iniziative di prima formazione per i giovani che entrano nel settore, iniziative di formazione continua, qualificazione, riqualificazione, specializzazione ed aggiornamento per operai, impiegati amministrativi, tecnici e quadri secondo le esigenze del mercato del lavoro con particolare attenzione a tutti gli aspetti relativi all’infortunistica e all’igiene del lavoro. Le attività di formazione sono rivolte a inoccupati o disoc-cupati da avviare al lavoro nel settore, diplomati e laure-ati, giovani titolari di contratti di apprendistato (istruzione

complementare) o formazione lavoro (formazione teorica), personale dipendente da imprese, manodopera femminile e lavoratori in mobilità. L’Ente, in collaborazione con i Comitati territoriali per la prevenzione infortuni, organizza attività di formazione specifi-ca ed integrata per la sicurezza. Conformemente alle tipologie di accreditamento l’offerta formativa si rivolge a varie tipologie di utenza: minori in uscita dalla scuola media inferiore (triennio di qualifica per operatore edile); diplomati / laureati principalmente disoccupati (triennio di qualifica per collaboratore restauratore dei Beni Culturali); lavoratori occupati (corsi di 32 ore a vari livelli per: opera di finitura, opere strutturali in muratura, opere in cemento armato, opere in legno, guida e operazioni con macchine movimento terra e gru anche semoventi e autocarrate); apprendisti; lavoratori in fase di assunzione: (16ore); dipendenti di im-prese edili (lavoratori, tecnici, imprenditori); Istituti Superiori per Geometri della provincia (percorsi integrati per le classi quarte e quinte). Sono in programmazione corsi per tecnici di impresa, progettisti e maestranze in materia di progettazione, costruzione e messa in opera di edifici in classe A e più in generale corsi in materia di risparmio energetico, bioedilizia, riciclaggio materiali di risulta dei processi di produzione edile. La Scuola ha ottenuto l’accreditamento regionale per: obbligo formativo, formazione continua e formazione superiore. Oltre alla sede di Padova la Scuola ne ha una distaccata a Stanghella. La vecchia sede, costruita dagli allievi della scuola dal 1946 al 1952, è ancora perfettamente funzionante e ospita un istituto professionale di Stato.

Il C.F.P.M.E. nasce nel 1947 con l’attivazione, in alcuni comuni della provincia, dei corsi serali di addestramento per muratori. Con la collaborazione del Ministero del Lavoro e dell’amministrazione comunale di Trichiana, nel 1952 viene realizzato il primo fabbricato concepito per la Scuola di Maestranze Edili. Negli anni successivi le sedi si moltiplicano: Rocca Pietore, Ponte nelle Alpi, Alano di Piave, Arsiè, Comelico Superiore, Santa Giustina, Lamon e Mel e l’attività cresce esponenzialmente. Negli anni Ses-santa l’innalzamento dell’obbligo scolastico, la revisione dei profili professionali, il decentramento delle funzioni di addestramento alle Regioni e motivazioni socioeconomiche legate agli utenti impongono un ridimensionamento del numero delle sedi ed una specializzazione dei corsi. Durante gli anni l’Ente ha organizzato corsi per perforatori/sondatori, saldatori condotte, conduttori/ma-nutentori macchine movimento terra, restauro ambientale per tecnici e per operatori edili, capisquadra e innumerevoli corsi brevi di formazione continua a vario contenuto tecnologico. Dall’anno formativo 2003-2004 è stato attivato il primo corso triennale per operatori edili, un percorso formativo di 3.200 ore rivolto ad allievi in possesso di licenza media, di età compresa tra i 14 e i 18 anni che scelgono di assolvere con questa formula all’obbligo di istruzione. Per la formazione superiore il C.F.P.M.E. propone corsi rivolti a giovani oltre i 18 anni, già in possesso di qualifica o diploma: meccanico escavatorista, addetto al recupero ed al restauro edile, caposquadra, perforatore / sondatore, operatore addetto al montaggio della carpenteria in legno e al costruire innovativo nella montagna dolomitica. Nell’ambito della formazione continua l’Ente propone: attività obbligatoria per apprendisti, aggiornamento e perfezionamento dei lavoratori su argomenti specifici quali il disegno edile livello base ed avanzato, aggiornamento macchine movimento terra, muratura base, progettazione restauro edile, formazione sulla sicurezza, patentini per perforatori.Oltre alla sede principale di Mel sono operative quella di Ponte nelle Alpi e Soverzene; è in costruzione la nuova sede del Centro nel comu-ne di Sedico. È attivo un servizio di convitto in convenzione.Il C.F.P.M.E. è un Ente accreditato dalla Regione Veneto negli ambiti dell’obbligo formativo, formazione superiore, formazione continua, orientamento, servizi al lavoro. Dal 2006 l’Ente è certificato ISO 9001.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Il C.F.P.M.E. è attivo in ambito FSE con partenariati operativi a carattere regionale. Inoltre è storicamente capofila di un progetto di orientamento per allievi in obbligo formativo nel distretto di Agordo (BL). È in rete con le scuole della provincia per attività di orientamento, passaggi tra sistemi, attività per soggetti svantaggiati.

Via Tempietto, 8 – 32260 Mel (BL) C.F.P.M.E. – Centro di Formazione Professionale Maestranze Edili della Provincia di Belluno

Una vecchia foto del cantiere di Trichiana.

Costruzione opere murarie, 1951.

C.P.I.P.E. – Centro Provinciale di Istruzione Professionale EdileVia Basilicata, 10 – 35127 Camin (PD)

PRINCIPALI PARTENARIATI: Culture 2000 – European Commission - CLT2000/A1/IT-444 Laser Technology for Art Craft Conserva-tion – 2000-1071; Prog. 0796/E2/Y/R “OPERA” Asse “A1 A2 A3” Regione Veneto – Youthstart; Socrates - Grundtvig 2 Partenariati di apprendimento 2006 - Eco Attitude; Socrates - Grundtvig 2 Partenariati di apprendimento 2008 – Eco Attitude; Leonardo da Vinci / Mobility measures - Programme for Lifelong Learning 2007 – 2013 - (European Technologies and Traditions in Preservation of Historic Buildings).Partenariati con istituti di formazione di: Francia, Spagna, Scozia, Grecia, Germania, Svezia, Norvegia, Olanda.

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L’ASSISTEDIL Rovigo viene costituito nell’ottobre 2002 per svolgere attività in ambito di formazione professiona-le, di prevenzione infortuni, igiene e sicurezza negli am-bienti di lavoro del settore edile ed affini della Provincia di Rovigo e ha come scopo Statutario: la promozione, l’organizzazione e l’attuazione, di iniziative di prima for-mazione per i giovani che entrano nel settore delle co-struzioni di qualsiasi nazionalità, iniziative di formazione continua; qualificazione, riqualificazione, specializzazione ed aggiornamento per operai, impiegati amministrativi tecnici e quadri secondo le esigenze del mercato del la-voro. Dall’anno scolastico 2009/2010 gestisce il corso professionale triennale per la qualifica di operatore edile. L’Ente ha svolto attività nell’ambito della formazione conti-nua fin dalla sua costituzione in parternariato e dal 2006 è accreditato per la formazione continua. ASSISTEDIL è strutturato in due Aree: l’E.S.E.R. Ente Scuola Edile Rovigo che si occupa della formazione e il C.P.T. Comitato Paritetico Territoriale che si occupa della consulenza tecnica in materia di sicurezza. ASSISTEDIL è accreditato dalla Regione Veneto negli ambiti della formazione continua e dell’obbligo formativo. Nel febbraio del 2006 ASSISTEDIL ha ottenuto la certificazione del sistema qualità ai sensi delle norme UNI EN ISO 9001/2000 dall’Ente di certificazione CERTIQUALITY.

Viale Porta Po, 87 – 45100 Rovigo ASSISTEDIL – Ente Paritetico Territoriale e di Formazione Maestranze Edili

Gli allievi del triennio A.S. 2009/2010.

La Scuola viene istituita nel 1949 di comune accordo tra Associazione Costruttori Edili della provincia di Treviso e Federa-zione Provinciale edili ed Affini della provincia di Treviso, proponendosi «di contribuire tecnicamente al potenziamento delle iniziative e delle attività tendenti alla formazione ed al perfezionamento delle masse qualificate nel campo edile, nonché di or-ganizzare e gestire direttamente corsi di istruzione professionale per maestranze edili» (dall’Atto costitutivo del 26/11/1949). A metà degli anni Sessanta, la Scuola ha attivato più sedi in provincia: proprio la capillare presenza ha consentito relazioni di assoluto rilievo con il territorio e le sue Istituzioni. L’attività formativa si è rapidamente sviluppata negli anni. Sono stati attivati fin da subito corsi preparatori comuni, corsi di qualifica per apprendisti e corsi di perfezionamento e specializzazione per operai qualificati. In particolare l’attività formativa rivolta agli apprendisti ha avuto un notevole sviluppo. Ancora oggi ricordano di aver frequentato i corsi negli anni Cinquanta giovani neo-assunti e apprendisti, diventati poi titolari di imprese edili che ancora operano con successo nel panorama economico trevigiano. Il libretto formativo personale predisposto sin dagli anni Cinquanta dalla Scuola testimonia la frequenza dei percorsi formativi.Dopo un periodo di sospensione l’attività è ripresa nella seconda metà degli anni Novanta e si è gradualmente riconsolidata. Oggi la Scuola è un Ente formativo accreditato nell’ambito formazione continua e dell’obbligo formativo. Nell’ambito

della formazione continua par ticolare attenzione viene rivolta agli aspetti relativi alla sicurezza ed infor tunistica e all’igiene del lavoro.Da sei anni è attivo il percorso formativo trienna-le a qualifica per operatore edile. Il percorso, riconosciuto e co-finanziato dalla Regione Veneto è utile ai fini dell’assolvimen-to dell’obbligo di istruzione e dell’esercizio del diritto-dovere a conseguire una qualifica profes-sionale triennale. La Scuola ha attualmente 3 sedi operative: due a Treviso e una a Villorba (Campus Scolastico di Lancenigo). Sulla base di un progetto innovativo e di assoluto rilievo, nel giugno 2010, si è dato av-vio ai lavori per la costruzione della nuova sede. Rendering della futura sede della Scuola.

Scuola Edile della Provincia di TrevisoVia della Repubblica, 233 – 31100 Treviso

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Le Scuole Edili si raccontano

Il Centro Formazione Maestranze Edili ed Affini di Venezia e Provincia opera dal 1952. Lo scopo dell’Ente è quello di provvedere alla formazione, al miglioramento ed al perfezionamento delle capacità tecniche delle maestranze che hanno indirizzato la loro attività nelle varie branche dell’industria edilizia e del restauro. A tal fine ha organizzato, dalla sua costituzione ad oggi, corsi propedeutici all’ingresso nel settore rivolti essenzialmente ai giovani inoccupati o in cerca di occupazione, corsi di specializ-zazione e qualificazione rivolti ai lavoratori già inseriti nel mondo del lavoro, corsi diretti a formare nuove figure professionali. Costante è stata la collaborazione con la Regione, alla quale sono sempre state presentate le attività di formazione effettuate, a prescindere dalle possibilità di riconoscimento e/o finanziamento. L’esperienza formativa degli ultimi anni del Centro riguarda soprattutto corsi a qualifica e specializzazione a finanziamento regionale o finanziati FSE, corsi in attività libera riconosciuti ma non finanziati, corsi per apprendisti fuori obbligo formativo, corsi di formazione continua per gruisti e per operatori macchine movimento terra, corsi per addetti alle emergenze, corsi 16ore primo ingresso in edilizia.Particolare importanza viene data alla formazione nell’ambito del restauro e della conservazione dei Beni Culturali. La ric-chezza del patrimonio artistico presente nel territorio della Regione Veneto porta come immediata conseguenza la necessità di un continuo lavoro di tutela a cui va strettamente connessa la conservazione dello stesso affidandolo a personale che necessi-ta di preparazione specifica e altamente qualificata nel settore del restauro dei beni culturali ed in particolare dei manufatti lapidei, dipinti murali, stucchi e affreschi. Il Centro dispone di una sede a Mestre-Venezia, dotata di aule per le lezioni di teoria, laboratorio di informatica e laboratori attrezzati per le esercitazioni pratiche e uno spazio didattico/campo prove pratiche a San Donà di Piave (VE).Il Centro Maestranze è un organismo di formazione accreditato dal-la Regione nell’ambito della formazione superiore e continua.Il C.F.M.E.A. presenta al suo interno oltre alle funzioni di direzione, coordinamento, amministrazione, contabilità anche le funzioni di tutoraggio e orientamento.

PRINCIPALI PARTENARIATI: Nell’ambito dei progetti vengono attivati partenariati operativi con soggetti particolarmente qualificati sia sotto l’aspetto tecnico che di rappresentatività socioeconomica: Scuola Grande Arciconfraternita di San rocco – Venezia (partenariato attuato per corsi area restauro); UNESCO; Università IUAV di Venezia; Istituti per geometri e periti edili della provincia di Venezia; ANCE Venezia; Associazioni Sindacali dei Lavoratori (FILCA-CISL, FILLEA-CGIL, FeNEAL-UIL).

Via Adige, 2 – 30174 Mestre (VE)C.F.M.E.A. – Centro Formazione Maestranze Edili ed Affini di Venezia e Provincia

Un restauratore al lavoro.

E.S.E.V. – Ente Scuola Edile Veronese Via Zeviani, 8 – 37131 Verona

BIBLIOGRAFIA: Formare per costruire 1949-1999. Cinquantesimo anniversario della fondazione Edilscuola (2000).

Nell’autunno del 1949 un gruppo di operatori dell’edilizia deci-de di fondare una Scuola per i “mestieri dell’edilizia”; tra i padri fondatori va sicuramente ricordato l’ingegner Giuseppe Voi. Nei primi tempi l’insegnamento si svolgeva presso l’ex Campo Fiera o Campo Marzio: le lezioni si tenevano all’aperto e si proseguì in questo modo finché un accordo tra imprenditori e sindacati rese possibile la messa a disposizione di un complesso di fabbricati. Nei primi anni, fino al 1965, molti allievi abbandonavano i corsi prima della fine, ingrossando le fila della manovalanza generica oppure, soprattutto quelli provenienti dalle zone di montagna e dai paesi della bassa, sospendevano i corsi per alcune settimane in primavera e in autunno per seguire i lavori nei campi. La risposta

della Scuola fu quella di stabilire un corrispettivo economico giornaliero. Nel 1950, intanto, viene fondata la Cooperativa Edilscuola, evento che segna anche il passaggio ad una fase di cantieri scuola; l’amministrazione comunale di Verona cede un’area di 7.400 mq sulla quale poi gli allievi stessi edificano i fabbricati della Scuola. Con l’evoluzione tecnologica del settore la Scuola dà avvio alla formazione per gruisti e auto gruisti, macchine movimento terra e betonieristi. Con gli anni Sessanta si dà avvio anche alla formazione post diploma per i geometri che comprende anche nozioni sull’esecuzione di opere pubbliche, gli appalti e la contabilità dei lavori. Nel 1974 la Scuola avvia un’ampia campagna antinfortunistica; seguono, alla fine degli anni Settanta i corsi di restauro architettonico. Con gli anni Ottanta la direzione della Scuola decide di puntare sulla formazione di base, tornando ad una formula che prevede corsi di 1.300 ore destinati ai giovani usciti dalle scuole medie e finanziati dalla Regione.Nel 1996, nell’ambito della Fondazione Edilscuola, viene creato il servizio S.P.I.C. (Seganalazione del Personale per le Im-prese di Costruzione) in collaborazione con la Cassa Edile e l’Ufficio Provinciale del Lavoro: si tratta di una banca dati dei lavoratori in cerca di occupazione nel settore edile. Sempre al 1996 risale la nascita dell’E.S.E.V. che ha lo stesso consiglio di amministrazione della Fondazione Edilscuola ed è gestito e promosso pariteticamente. Tra le iniziative della Scuola di ricorda, nel dicembre del 1997, la presentazione di un decalogo per la formazione dei giovani in edilizia, promosso dal Formedil e dalla Fondazione Edilscuola.

Vista dall’alto dello spazio per l’esercitazioni pratiche.

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

Per volontà concorde tra associazioni di categoria, organi sindaca-li e funzionari scolastici nel gennaio 1948 viene istituita la Scuola Professionale Edile, intitolata ad Andrea Palladio. Si cominciò atti-vando corsi di insegnamento serali tenuti da docenti che, frequen-tando quotidianamente i cantieri, erano in grado di impartire lezioni di teoria abbinate a poche ma essenziali ed efficaci applicazioni pratiche. La Scuola si occupava di fornire agli allievi anche del materiale didattico (strumenti per disegnare, abbigliamento da la-voro, dispositivi individuali di protezione e attrezzature di cantiere). I primi corsi di formazione ebbero la durata di un solo anno; poi, per un certo periodo, si passò a due anni e infine si consolidarono solo corsi a carattere triennale. Dall’altipiano di Asiago al com-prensorio del basso vicentino, da Recoaro a Bassano, non c’è comune o frazione che non abbia gestito in questi decenni uno o più corsi per gli edili. A metà degli anni Settanta vengono attivati altri corsi di specializzazione: per carpentieri, ferra-ioli, ponteggiatori e posatori. I giovani intravedendo in queste specializzazioni la possibilità di lavorare non solo all’interno di una impresa, ma anche individualmente, e frequentano i corsi in gran numero. Alla fine degli anni Ottanta gli impresari edili vicentini avvertono l’obbligo morale di far lavorare in sicurezza, per cui, anticipando i tempi della normativa nazionale, s’impegnano ad organizzare i primi corsi di antinfortunistica. Oggi tra le proposte formative svolte dalla Scuola, si evidenzia il corso triennale per la qualifica di operatore edile polivalente; importante anche il corso di formazione per caposquadra. L’Ente realizza anche numerosi corsi sulla sicurezza nei cantieri in collaborazione con il CPT e lo SPISAL di Vicenza. A completamento dell’attività, la Scuola ha consolidato i rapporti con altri enti di formazione come ad esempio “Risorse in Crescita” al fine di allargare l’offerta e migliorare nella sua totalità le capacità didattiche completando percorsi formativi che investono altri campi nella gestione di azienda. Nel 2008 dalla Regione Veneto sono stati confermati gli accreditamenti nell’ambito della formazione continua, formazione superiore e obbligo formativo; l’Ente è inoltre certificato come organizzazione con sistema di gestione per la qualità conforme alla ISO 9001:2008.

Via Torino, 10 – 36100 Vicenza Centro Edile Andrea Palladio per la Formazione Professionale delle Maestranze Edili della Provincia di Vicenza

PRINCIPALI PARTENARIATI: Progetto Transnazionale FSE per il settore delle costruzioni (partner coinvolti nel progetto: Italia, Ger-mania, Spagna, Polonia, Romania, Bulgaria); Progetto Vo.ten. per la mobilità dei lavoratori (partner coinvolti nel progetto: Italia, Germania, Spagna, Polonia, Romania); Progetto Leonardo Da Vinci con la scuola professionale edile BZB di Krefeld (Germania); Progetto Leonardo da Vinci con la scuola professionale edile Fundacion Laboral de la Construccion di Madrid (Spagna); Progetto con la scuola professionale edile di Halmstad (Svezia).

Allievi all’opera all’esterno della Scuola.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

Appendice

> Documenti

> Cronologia sinottica

> Bibliografia generale

> Bibliografia Formedil

> Profili biografici degli intervistati

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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L’analisi che segue non vuole essere un dato incontrovertibile, ma si propone di riassumere e riordinare elementi ed argomenti noti a tutti che sono utili per individuare una prima ipotesi di programma per l’attività del Formedil nel prossimo triennio.Se il nostro scopo è quello di individuare un complesso di azioni che consentano di attuare una formazione edile utile ed efficace per il settore, occorre esaminare con attenzione la sua storia recente, gli elementi che vi influiscono, il mercato e i suoi attori, i vincoli, le risorse disponibili.Nell’elaborare un programma di attività futura non possiamo attuare una cesura netta con il passato, ma dobbiamo partire dall’attività svolta in precedenza e dall’esame critico dei risultati da essa prodotti per domandarci se e cosa è necessario correggere, adeguare, annullare, introdurre al fine di conseguire i migliori risultati possibili. In sostanza dobbiamo attivare un esame critico, sereno e costruttivo, prendendo in attenta considerazione tutto ciò che è stato definito e realizzato, ma anche mettendolo in discussione senza pregiudizi di sorta e dare pratica attuazione di quanto previsto dall’art. 110 del CCNL.

Partiamo dalla considerazione di fondo che la formazione edile non è attuata direttamente dal Formedil, ma attraverso le Scuole Edili sparse su tutto il territorio nazionale, ognuna con la sua storia, il suo modo autonomo di affrontare i problemi, legato alla diversità delle situazioni, ma anche delle persone che vi operano, delle linee di indirizzo impartite dai singoli Consigli di Amministrazione in base a quanto previsto dal CIP delle parti socialiCiò rappresenta una ricchezza, ma anche una complessità: il Formedil non può elaborare un programma teoricamente perfetto, ma deve indirizzare la sua azione in modo da essere incisivo sulla complessità variegata che ha di fronte e quindi l’attività del Formedil dovrà essere capace di recepire la diversità delle singole situazioni, di proporre soluzioni ed iniziative compatibili con esse, di essere tempestiva, di governare i processi ed offrire alle parti sociali indicazione da trasformare in azioni pattizie.In relazione a ciò, si avverte la sensazione che le Scuole desiderano un coordinamento, ma attualmente considerano il Formedil un po’ lontano dall’efficacia che sarebbe necessaria per affrontare al meglio i problemi che esse si trovano a fronteggiare.D’altra parte il Formedil, pur cercando di fare del suo meglio, avverte una qualche sua perdita di ruolo e di peso.

L’impresa e il mercatoElemento fondamentale da tenere ben presente nel nostro ragionamento è costituito dal dinamismo delle trasformazioni in atto nel nostro lavoro, dovute sia a motivi organizzativi tecnico-economici delle imprese, sia, anche e soprattutto, ai fenomeni sociali che stanno avvenendo.Senza soffermarsi in modo particolareggiato sui singoli fenomeni, possiamo sinteticamente affermare che in pochi anni si stanno modificando radicalmente una serie di esigenze, di costumi, di comportamenti ed in conseguenza di ciò si sta modificando la struttura della committenza, la struttura del finanziamento, la complessità dei progetti, la metodologie di affidamento, l’organizzazione del lavoro.

Documento programmatico Formedil La forte competizione tra le imprese produce di conseguenza una evoluzione del modello organizzativo, per cui troviamo sul mercato una grande varietà di soggetti imprenditoriali (promotori, finanziatori, imprese generali, consorzi stabili e temporanei, imprese specialistiche, microimprese per monoattività, lavoratori autonomi) nonché una grande varietà di ruoli interni ed esterni alle imprese.La precarietà del lavoro e la difficoltà di reperimento di risorse umane della quantità e qualità di volta in volta richiesta, fa sì che le imprese tendano, anche per motivi di contenimento dei costi, ad avvalersi sempre più di prestazioni in outsourcing, con forniture in opera di semilavorati e subappalti specifici, prestazioni che hanno il pregio di avere un costo certo e il più contenuto possibile e che possono essere utilizzate solo quando serve e nella misura necessaria, generando un mercato del lavoro fuori controllo. Quindi, non solo le imprese sono di struttura molto variegata e con fabbisogni poco decifrabili, ma in genere tendono a non attuare una politica di valorizzazione delle risorse umane nel lungo periodo per problemi prevalentemente di carattere economico.Quelle che dispongono di personale in misura significativa, salvo i casi prescritti da normative cogenti, sono contrarie a praticare azioni formative corpose, per evitare di distogliere personale dalla produzione. Risorse umane disponibiliInutile sottolineare che l’appeal esercitato dal nostro settore sui nostri connazionali è molto diminuito negli anni per le note situazioni di disagio connesse con la nostra attività.Finito da tempo il serbatoio dell’agricoltura, ridotto sensibilmente il fenomeno della migrazione interna, restano spazi ristretti per attività di nicchia (restauro, operatori di macchine, lavori innovativi).Oggi la maggior parte di nuove risorse umane disponibili proviene da altri paesi, portandosi una nuova complessità di rapporti, legati ai permessi di soggiorno, all’abitazione, al ricongiungimento familiare, all’inserimento sociale. Ne nasce un tourn over molto dinamico sia dei singoli che dei paesi di provenienza, anche in connessione con i fenomeni di integrazione nella comunità europea il settore diventa sempre più un settore di passaggio.La necessità di certificazione delle competenze e di formazione sarebbe elevata, ma si scontra con la necessità opposta di reddito immediato e consistente, che produce una diaspora continua.

Le Scuole Ognuna ha la sua storia: nomi, statuti, bilanci, soci diversi.Da tempo tutte si sono accorte che la formazione tradizionale iniziale di lungo periodo è mal tollerata da tutti.La complessità e dinamicità del mercato è stata approcciata in vari modi:

molte scuole hanno sviluppato dal ’97 in poi l’apprendistato;•molte la formazione continua;•molte hanno sviluppato la formazione di ruoli intermedi anche in collaborazione con il mondo •dell’Istruzione;molte hanno sviluppato argomenti specifici suggestivi (restauro) o innovativi con tecniche e materiali •nuovi;molte hanno inserito la formazione a catalogo per venire incontro a esigenze specifiche del mercato;•alcune privilegiano scambi e rapporti internazionali (Reforme);•alcune hanno sviluppato la formazione per figure nuove di alto profilo (Project manager);•alcune preferiscono seguire le linee di finanziamento regionali e provinciali senza preoccuparsi troppo •dell’utilità;altre fanno poco e si preoccupano prevalentemente di far rendere i contributi che introitano.•

In generale possiamo dire che ci sono ampi margini di miglioramento, poichè, stando alle cifre, l’impatto positivo

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sul sistema produttivo è scarso. Infatti, contro un numero di addetti di 1 milione duecentomila più seicentomila autonomi, la formazione agisce annualmente su poco più di trentamila unità; considerato che circa metà riguardano la sicurezza, la formazione per l’incremento della professionalità riguarda circa l’1% degli addetti, una cifra troppo bassa per giudicarla significativa: è evidente la contraddizione fra l’esigenza formativa del settore e il risultato che riusciamo a ottenere.Molto ci sarebbe anche da dire sulla utilità e sulla permanenza nel tempo nel settore.Occorre notare, che mentre per la sicurezza ci sono leggi che impongono i corsi, per il resto della formazione tutto è legato a scelte e incentivi.D’altra parte, il modello produttivo basato sull’incontro domanda-offerta di lavoro su canali diretti impresa-subappaltatore-lavoratore scavalca sia i Centri per l’Impiego che le Scuole e non è facilmente intercettabile.Emerge chiara la necessità di gestire la formazione in collegamento con il mercato del lavoro, che di fatto è comunque ricco e dinamico, nonostante le imperfezioni.Basti pensare che entrano nel settore almeno centomila giovani sotto i 24 anni ogni anno: è una ricchezza che non andrebbe dissipata e per la quale si auspica un serio progetto di fidelizzazione, visto che nell’arco di tre anni le permanenze si azzerano quasi.

Il FormedilPartendo dal CCNL del 2004 che individua ruolo e obiettivi, il Formedil ha recepito il tutto con un piano/programma di lavoro che dispone di molti spunti interessanti ed ha una articolazione di sicuro interesse, ma, ciononostante, avverte una perdita di ruolo che si può schematizzare così: non riusciamo a governare in anticipo i processi, ma siamo scavalcati dalle singole scuole, che a loro volta sono scavalcate dal dinamismo del mercato.

Il sistemaHa risorse importanti che vanno meglio utilizzate. L’importanza del sistema Casse Edili viene accresciuto significativamente dall’inserimento del DURC, che ne fa un perno ineludibile per legge.Dispone di una banca dati degli iscritti che in tempo reale monitora ingressi e spostamenti e che è destinata a implementarsi fortemente nel tempo.Ciò aggrava le imprese dal punto di vista burocratico, ma è destinato progressivamente a ridurre la concorrenza sleale e quindi va sostenuto e migliorato nella scorrevolezza.Il sistema dei cartellini di cantiere con le informazioni base sui lavoratori potrebbe essere implementato.Il sistema premiale INAIL fa riferimento solo alle azioni svolte specificatamente per la sicurezza (CTP), ma potrebbe prendere in considerazione anche la formazione, visto che in tutti i sensi, ma anche specificatamente per la sicurezza, il miglioramento della consapevolezza e della conoscenza, ognuno per il proprio ruolo, costituisce un elemento determinante al buon andamento dell’attività.Intanto è stata fatta una sede unica; ora occorrerà implementare le intersezioni in tutte le direzioni.

In considerazione di quanto sinteticamente rappresentato qui sopra, si sente l’assoluta necessità di passare da un sistema policentrico su più strati con collegamenti molto blandi a un vero sistema unitario, compatto e ben connesso, che muova in maniera coordinata (seppure autonoma sul territorio), incisiva (e quindi tempestiva e su numeri significativi). Pertanto dobbiamo mettere in campo un complesso di azioni finalizzate all’utilità e all’incisività, altrimenti si tratterebbe di puro monitoraggio ritardato di ciò che è accaduto in precedenza e che non abbiamo potuto ben gestire.Detto complesso di azioni tra di loro interdipendenti devono essere coordinate e governate dal Formedil non per semplice desiderio di centralismo, ma per una sana aspirazione di canalizzare l’attività verso obiettivi di omogeneità, di serietà, di regolarità, ma anche di utilità e incisività.

Prima ipotesi di programmaCon l’ottica di cui abbiamo parlato ed in prosecuzione e completamento dell’attività attualmente in corso, occorrerebbe in tempi brevi attuare una prima fase, che dovrebbe comprendere le seguenti attività:

stabilire un sistema di rapporti stabili e continui con CNCE e CNCPT e i loro organismi •territoriali;stabilire un sistema di rapporti stabili e continui con le Scuole Edili, con la messa in rete dei •progetti formativi, con il coinvolgimento dei gruppi di lavoro, con il report annuale tempestivo e con almeno un’altra occasione convegnistica annuale per coinvolgimento e condivisione;interconnessione in rete in tempo reale di tutti i dati in possesso di ciascun attore del sistema •(PORTALE DEL SISTEMA);ottimizzazione dell’organizzazione (Formedil Regionali) senza sovrastrutture inutili che •potrebbero complicare anzichè facilitare l’attuazione del programma;armonizzazione di statuti, bilanci, ingresso organizzazioni, nomi, sistemi di verifica e lettura •sia dei modi che dei tempi; eventuali resistenze o anomalie dovrebbero essere sanzionate;

Subito dopo, ma preparando da ora il terreno e studiando contestualmente le modalità attuative del sistema realizzare una seconda fase costituita da:

controllo e certificazione della correttezza di accessi e spostamenti dei lavoratori in •connessione con i Centri Per l’impiego e con le Casse Edili e CTP attraverso uno strumento di gestione del mercato del lavoro e della formazione che potrebbe denominarsi SULF (Sportello unico del Lavoro e della Formazione). L’azione potrebbe essere sostenuta anche con incentivi da corrispondere dalla Casse o dall’Inail attraverso la riduzione di parte dell’ 11,50%.controllo delle competenze e del percorso formativo dei lavoratori attraverso l’adozione •del Libretto personale di formazione, che dovrebbe accompagnare l’intera vita lavorativa di ciascuno. Le informazioni principali potrebbero essere riportate nel cartellino di cantiere.

In connessione con questo ultimo punto si potrebbero lanciare fin da subito alcuni progetti strategici relativi:

Fidelizzazione giovani;•Formazione continua;•Stranieri (anche in patria);•Formazione dei formatori (FAD).•

Per attuare il programma occorre raggiungere una convergenza forte delle volontà, per poi poter procedere senza tentennamenti agli adempimenti necessari, non esclusi rapporti con il Governo, adozione di norme specifiche, inserimento nel CCNL.Occorre orientare sempre più l’attività della struttura Formedil allontanandola dall’aspetto amministrativo-burocratico e indirizzandolo verso una gestione più tecnico-formativa.Allo scopo occorre verificare se disponiamo già di risorse professionali sufficienti o invece è necessaria una integrazione, anche allo scopo di contenere la durata delle azioni prospettate in tempi accettabili.

Il presente programma potrà ragionevolmente essere completato entro il 2008.

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PSP - Progetti di Sviluppo ProfessionaleSottoprogetto a carattere sperimentale nel quadro del progetto Sportello Unitario Lavoro e Formazione SULF

0. Premessa

PSP (Progetti di Sviluppo Professionale) è un’azione di sistema che intende sperimentare una definita serie di interventi e buone pratiche in tema di formazione per lo sviluppo professionale nel settore delle costruzioni. PSP rappresenta un sottoprogetto del progetto SULF (Sportello Unitario Lavoro e Formazione), del quale intende mettere in pratica e verificare, in via preliminare, alcune ipotesi e al quale è direttamente funzionale. PSP ha carattere sperimentale. Intende pertanto esplorare nuovi modi di operare e nuovi stili di lavoro, verificarne la praticabilità e l’efficacia, condividere i risultati tra i soggetti partecipanti valorizzandone gli aspetti positivi.

È doveroso esplicitare che gli esiti e i risultati del presente progetto sono destinati a esser riversati su un programma di riconversione del Sistema Formedil di respiro più ampio e di carattere strutturale. Tale progetto/programma (SULF) mira a ridefinire in modo assai radicale l’ambito di attività del Sistema Formedil nei termini di “gestione e sviluppo qualitativo delle risorse umane e del mercato del lavoro nel settore delle costruzioni tramite l’istituzione di una Borsa Lavoro Nazionale di settore”. L’avvio di SULF prevede:

la costruzione di una serie di condizioni quadro che saranno prodotte da un’attività di concertazione e •accordo sindacale promossa e gestita dalle parti sociali del settoreuna forte azione di dinamizzazione culturale ed elaborazione collettiva presso tutte le Scuole Edili al fine di •rendere consapevolmente condivise le nuove scelte e i nuovi indirizzila definizione e l’attuazione del processo di riconversione (ovvero riorganizzazione secondo le nuove •finalità) del Sistema Formedil

L’obiettivo di fondo è di dare rilevanza strutturale ed economica (il fattore lavoro è un fattore economico della produzione e la sua qualità determina il suo valore) ed utilità effettiva e percepibile e non marginale alle attività del Sistema Formedil, superando logiche autoreferenziali e autoriproduttive. Il SF dovrà essere caratterizzato da un forte radicamento nel settore delle costruzioni, dalla capacità di coglierne in presa diretta esigenze e richieste, da un atteggiamento fortemente ‘market oriented’ e dalla tendenza a produrre e verificare l’effettiva soddisfazione da parte degli utilizzatori. In questo quadro la Borsa Lavoro nazionale assume un ruolo di perno centrale. La Borsa Lavoro comprende una completa banca dati dei lavoratori e delle imprese in grado di registrare tutti le azioni (formazione e altro), di permettere di seguire e gestire carriere professionali, di connettere domanda e offerta di lavoro vari livelli e con diverse modalità. Nello stesso momento in cui riconosciamo l’importanza centrale della Borsa Lavoro, riteniamo però che se il Sistema Formedil vuole utilizzarne realmente tutte le potenzialità, deve iniziare sin da subito ad avviare e mettere a punto un sistema di procedure, servizi e “stili di lavoro” che costituiscono la sostanza qualitativa che implementa e assicura il successo della Borsa Lavoro stessa. Il presente progetto PSP è mirato appunto a questo.

1. Contesto e motivazione

Quanto segue è stato elaborato a partire da alcune idee-forza che riportiamo di seguito in modo sintetico.

A. La risorsa formazione intende essere funzionale a:

a. prima priorità:

•l’avviodipercorsidiprimaprofessionalizzazioneneilavoratorinonqualificati,direcenteingressonelsettore•losviluppodicompetenzeeprogressioniprofessionalineilavoratorigiàinseriti•l’acquisizionedicapacitàtecnico-organizzativeneilavoratoriprofessionalizzati

b. seconda priorità:

•l’inserimentoregolaredipersoneincercadioccupazioneinedilizia(inoccupatiedisoccupati).

B. Le attività previste intendono mettere a punto modelli e procedure utili a:

•favorire,consolidare,migliorarel’impiegabilità dei lavoratori,

•sostenereequalificarelecarriere professionali degli addetti

•gestireipercorsi individuali necessari per raggiungere gli obiettivi

•implementareattività di servizio usufruibili durante la vita professionale con attenzione ad alcuni snodi critici (non lavoro, reinserimenti)

C. L’intendimento è di strumentare e favorire la ridefinizione della mission delle Scuole Edili, a partire dall’assunzione di un nuovo punto di vista e di nuove priorità:

Dall’attività di erogazione,in via prevalente e quasi esclusiva, di corsi di formazione professionale

alla costruzione individualizzata di carriere professionali con l’utilizzo funzionaledella risorsa formazione

Dall’orientamento al corso all’orientamento alla singola persona e alla sua crescita professionale

Dal corso al percorso

Dal prodotto al committente

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In questo contesto l’attività di formazione corsuale si qualifica quale uno tra i vari strumenti, seppur certamente importante, all’interno di un progetto-processo di crescita professionale che la Scuola Edile, con riferimento al singolo individuo, propone, avvia e sostiene.

Tale nuovo quadro di riferimento richiede che il Sistema Formedil si doti di nuove pratiche di lavoro, nuove figure professionali e nuovi strumenti: la gestione di attività a sportello e la disponibilità verso il cliente, la figura del gestore di attività di consulenza indivdualizzata e di promozione di percorsi di formazione formale e non, l’attivazione i banche dati e la gestione di servizi di raccordo quantitativo e qualitativo tra domanda e offerta di lavoro.

2. Obiettivi

1. Messa a punto di procedure affidabili per la promozione e gestione di:

a. interventi di primo inserimento qualificato in edilizia, ove con il termine “qualificato” si intende “con un progetto strumentato di sviluppo professionale”,

b. interventi di promozione e accompagnamento con riguardo alla carriera professionale di lavoratori a bassa qualificazione

2. Elaborazione, sperimentazione e validazione di:

a. modelli di bilancio delle competenze e predisposizione di percorsi formativi individualizzati,

b. nuovi modelli formativi basati sull’interazione di formazione formale (presso la Scuola Edile) e acquisizioni formativi in contesto non formale (sul luogo di lavoro con sostegni che conferiscano consapevoli significati alle esperienze di lavoro).

3. Formazione, all’interno del personale delle Scuole Edili, di nuove competenze per un nuovo ruolo professionale che prevede un grappolo di competenze: promotore-gestore di carriere professionali, orientatore in grado di interagire positivamente con il soggetto in formazione e con l’impresa, facilitatore e negoziatore di eventuali punti critici e conflitti.

4. Innesto graduale, nel tradizionale modo di operare delle Scuole Edili:

a.di un crescente orientamento alla singola persona/lavoratore/carriera piuttosto che alla erogazione corsuale. Dal corso standard per tutti, al percorso su misura del singolob.di un’abitudine a seguire carriere individuali nel corso di un arco di vita professionale, avvalendosi di strumenti (di utilizzo locale ma in rete con l’intero sistema Formedil) di archivio e gestione del “portafogli clienti”, offrendosi quali riferimento per il lavoratore anche in periodi di non lavoro e di ricerca di nuova occupazione.

5. Sperimentazione di un servizio di Borsa Lavoro di settore che, in collaborazione con i Centri per l’Impiego, conferisca qualità e coerenza con le esigenze del nostro settore al servizio pubblico, permetta di migliorare la trasparenza e l’efficienza del mercato del lavoro, raccordi per ogni individuo l’ingresso al lavoro, l’idea di uno sviluppo professionale e l’utilizzo finalizzato dei servizi formativi della Scuola Edile.

3. Organizzazione e svolgimento del progetto

PSP prende avvio in modo contemporaneo in undici Scuole Edili da individuare con i seguenti criteri:

•distribuzionegeografica(quattroalnord,trealcentro,quattroalsud)•esperienzainattivitàdiformazionecontinua•esperienzainattivitàdiformazioneperl’apprendistato In un secondo momento, in base alla valutazione degli esiti del progetto, potrebbero essere coinvolte altre undici scuole individuate con i medesimi criteri di cui sopra.

Ogni Scuola Edile partecipante si impegna a realizzare il progetto e a partecipare alle attività di:

•definizionefinaledelprogettoeattivitàpreparatorieperl’avvio•riunioniperiodichedimonitoraggioevalutazione•valutazionefinaleerevisionedelmodello

Attuatore Attività Risultati Attesi Impatto

Formedil – comitato di progetto

Proposta Progettuale

Progetto per il rilancio dell’attività di formazione continua e primo ingresso del sistema formativo bilaterale

Condivisione Parti Sociali

Formedil – comitato di progetto

Presentazione Coinvolgimento di scuole prescelte 11 scuole campione uniformemente distribuite sul territorio nazionale con esperienza di formazione primo ingresso e continua

Formedil – comitato di progetto

Predisposizione format

Modello unico di pubblicizzazione, scheda di valutazione in ingresso, bozza convenzione per borsa lavoro, schema di patto sviluppo carriera, repertorio competenze

Rendere sistema anche nelle forme

11 Scuole Attivazione sperimentazione

Avvio pubblicità, raccolta adesioni , selezione, individuazione aziende per assunzioni, patti di sviluppo coi partecipanti, accordi con le imprese

99 nuovi ingressi,198 lavoratori con bassa professionalità 272 imprese

11 scuole Inizio percorso Attivazione momenti formativi, tutoring, incontri in azienda, rientri in scuola

12 mesi di rapporti costanti

Formedil – comitato di progetto

Monitoraggio Raccolta informazioni, testaggio iniziativa, riprogrammazione, e ripartenza con una seconda esperienza

Altre 11 scuole

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4. Impatto e ricadute sul nostro sistema formativo

1. Produrre nel tempo una tendenza all’incremento della quota di formazione continua (con priorità per lo sviluppo professionale degli operai) sul totale della formazione erogata dalle Scuole Edili. In questo quadro ci si propone di:

a. rendere evidente e chiaramente percepibile sia dai lavoratori, sia dai nuovi ingressi, la disponibilità nel settore delle costruzioni di un servizio efficiente, praticabile, amichevole e di qualità, che:

I. sa ascoltare, rilevare e rispondere velocemente alle esigenze e alle aspirazioni di crescita umana e professionale dei lavoratori,II. sa rilevare le esigenze di adeguamento e sviluppo professionale del personale espresse dalle aziende, predisporre ed attuare le risposte formative efficaci III. offre l’opportunità di accelerare lo sviluppo di carriera attraverso attività, quanto più possibile individualizzate, di formazione e accompagnamento,IV. favorisce, nel caso di persone in cerca di occupazione, un inserimento al lavoro nella fascia del lavoro tutelato e garantito del settore delle costruzioni, quale momento iniziale di un condiviso percorso di sviluppo professionale,V. si qualifica quale specifica caratteristica positiva (e vantaggio competitivo) che distingue il settore delle costruzioni.

b. strumentare le Scuole Edili di competenze, esperienze, strumenti e buone pratiche che favoriscano l’avvio graduale di nuovi modi di operare (cfr prec. p. 2.4.): dal corso al percorso, dalla formazione come fine alla formazione come mezzo.

2. Stimolare momenti di dibattito e confronto sulla necessità che il sistema delle Scuole Edili diventi effettivamente un strumento di politica attiva del lavoro e che le sue attività abbiano un impatto reale e verificabile, con riguardo particolare a:

a. stabilizzazione nel settore dei nuovi ingressi trattati con progetti/percorsi di sviluppo professionale b. produzione di carriere professionali

che dovrebbero essere assunti quali indicatori di efficienza/efficacia dell’operato della Scuola Edile.

3. Promuovere attività di interscambio e collaborazione con l’impresa edile favorendo il suo esplicito entrare in gioco nel Patto di Sviluppo Professionale, qual partner fondamentale e importante. Il ruolo dell’impresa che collabora alla buona riuscita dei percorsi formativi va riconosciuto formalmente (costituzione di un Albo Nazionale delle Imprese Formative).

4.Intraprendere rapporti di collaborazione con le Amministrazioni Provinciali al fine dar vita a Convenzioni finalizzate alla gestione di attività di Borsa Lavoro di settore, che integrino e qualifichino i servizi erogati dai Centri per l’Impiego. Il contributo della Scuola Edile per produrre regolari inserimenti al lavoro rappresenta il primo passo di un arco di attività che prosegue con la formazione e l’accompagnamento allo sviluppo professionale.

5.Elaborare e formalizzare, discutere insieme, condividere e socializzare, omogeneizzare e tendere a standardizzare. Tutto ciò con riferimento ad una serie di buone pratiche messe a punto all’interno di PSP. La ricaduta che ci si aspetta sulla rete Formedil è l‘inizio di un cammino – o di un circolo virtuoso - che nei fatti dovrà costruire il nostro “essere sistema”, attraverso un processo di omogeneizzazione dei format di attività e degli stili di lavoro.

5. Articolazione delle attività

Caratteristica principale è la massima standardizzazione delle attività erogate nelle varie realtà territoriali. Pur tenendo in considerazioni possibili accentuazioni e declinazioni locali, le attività di progetto dovranno risultare essere “format replicabili” in modo sostanzialmente standard e omogeneo. Tale condizione è requisito indispensabile per dare significato alla sperimentazione.

In ogni realtà territoriale le attività di progetto si articolano in due interventi autonomi:

•PSPjuniorrivoltoagiovani(aldisottoi29anni)incercadiinserimentonelsettoredellecostruzioni

•PSPseniorrivoltoalavoratorigiàinseritiinimpresaediledietàcompresatra21e36anni,preferibilmentenon in possesso di qualifica contrattuale.

5.1.PSP junior

a. La Scuola Edile attiva un’azione di promozione pubblica nel proprio territorio (inserzioni, manifesti ecc.): nove posti disponibili per giovani inferiori a 29 anni: si offre un regolare inserimento in impresa di costruzioni con breve formazione iniziale e accompagnamento alla carriera (tutoraggio e ulteriore formazione) per 12 mesi. È importante presentare la proposta non tanto e non solo come “un posto di lavoro”, ma come una concreta possibilità di “uscire da gruppo” ed emergere raggiungendo un significativo traguardo professionale in tempi rapidi. Nel contempo la SE si sarà attivata per reperire nove imprese disponibili ad assumere i giovani selezionati e a collaborare al progetto. Tali imprese sottoscriveranno la parte ad esse riservata nel patto di sviluppo professionale (PSP), accettando le relative condizioni.

b. Colloqui con i candidati, illustrazione dell’iniziativa e delle sue finalità, recepimento delle aspettative dei singoli. Trasmissione di tutte le informazioni necessarie per un corretto orientamento e una consapevole scelta. Selezione dei candidati, individuazione dei partecipanti e sottoscrizione della parte riservata al giovane nel patto di sviluppo professionale.

c. Formazione Iniziale. Corso di 40 ore da erogare prima dell’inserimento lavorativo, finalizzato a trasferire le conoscenze e competenze di base indispensabili per l’inserimento in impresa.

d. Inserimento in impresa. L’impresa si impegna ad affiancare il giovane ad un operaio di mestiere (tutor aziendale) e a garantire una significativa rotazione di mansioni nel corso dei quattro trimestri. Il tutor aziendale rappresenterà l’interlocutore del tutor formativo (incaricato dalla Scuola Edile) e collaborerà, per la sua parte, alla compilazione del Diario di Lavoro e Formazione (DLF). Durante il primo trimestre (13 settimane) sono previste 24 ore di formazione in SE collocate dalle ore 16 alle ore 20 del venerdì (una volta ogni due settimane). Di decisiva importanza, in questa fase, l’attività del tutor formativo che dovrà individuare e risolvere eventuali criticità e governare al meglio il processo mantenendo sempre attivo il dialogo a tre (trialogo): Impresa, Lavoratore, Scuola edile.

e. Nei successivi tre trimestri il rientro in formazione (4 ore il venerdì pomeriggio) è previsto ogni quattro settimane per complessive ulteriori 36 ore. Nei dodici mesi di lavoro il monte ore formativo assommerà pertanto a 60 ore

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

(che si aggiungono alle 40 di formazione iniziale per un totale di 100 ore). I rientri in formazione avranno due finalità: costruzione sistematica di nuove competenze tecniche ed esame collettivo dei DLF al fine di evidenziare punti critici e temi da approfondire. In occasione dei rientri formativi verrà inoltre effettuato, individualmente e privatamente con ciascun giovane, il bilancio dello stato di avanzamento del PSP.

f. Il resoconto (da pubblicare sul giornale locale) dell’esperienza di sviluppo professionale dei nove giovani concluderà il progetto e pubblicizzerà la seconda edizione di PSP junior.

5.2.PSP senior

a. La Scuola Edile attiva un’azione di promozione tra i lavoratori con bassa professionalità e di età compresa tra i 21 e 36 anni presenti sul suo territorio per 18 posti disponibili: si offre una possibile progressione di carriera con piena consapevolezza del ruolo. È importante presentare la proposta non tanto e non solo come possibile avanzamento contrattuale, ma come una concreta possibilità di “uscire dal gruppo” ed emergere raggiungendo un significativo traguardo professionale in tempi rapidi. Nel contempo la SE si sarà attivata con le imprese che hanno in forza i partecipanti per assicurarsi la loro collaborazione. Tali imprese sottoscriveranno la parte ad esse riservata nel patto di sviluppo professionale (PSP).

b. Bilancio delle competenze d’ingresso dei candidati, individuazione dei partecipanti , definizione degli obbiettivi personali per la definizione di percorsi individualizzati e sottoscrizione della parte riservata al lavoratore nel patto di sviluppo professionale.

c. Formazione Iniziale. Corso di 24 ore dalle ore 17 alle ore 21 da erogare alla partenza finalizzato a trasferire conoscenze e competenze di base indispensabili per il raggiungimento degli obbiettivi fissati.

d. L’impresa si impegna ad affiancare il lavoratore ad un operaio di mestiere (tutor aziendale) e a garantire una significativa rotazione di mansioni nel corso dei quattro trimestri. Il tutor aziendale rappresenterà l’interlocutore del tutor formativo (incaricato dalla Scuola Edile) e collaborerà, per la sua parte, alla compilazione del Diario di Lavoro e Formazione (DLF). Durante il primo trimestre (13 settimane) sono previste 24 ore di formazione in SE collocate dalle ore 16 alle ore 20 del venerdì (una volta ogni due settimane). Di decisiva importanza, in questa fase, l’attività del tutor formativo che dovrà individuare e risolvere eventuali criticità e governare al meglio il processo mantenendo sempre attivo il dialogo a tre (trialogo): Impresa, Lavoratore, Scuola edile.

e. Nei successivi tre trimestri il rientro in formazione è previsto in tre moduli, 16 ore il primo, 16 ore il secondo e 20 ore il terzo di cui 4 ore saranno utilizzate al termine dei 12 mesi, uno a trimestre per complessive ulteriori 52 ore. Nei dodici mesi di lavoro il monte ore formativo assommerà pertanto a 100 ore. I rientri in formazione avranno due finalità: costruzione sistematica di nuove competenze tecniche ed esame collettivo dei DLF al fine di evidenziare punti critici e temi da approfondire. In occasione dei rientri formativi verrà inoltre effettuato, individualmente e privatamente con ciascun lavoratore, il bilancio dello stato di avanzamento del PSP.

f.Il resoconto (da pubblicare sul giornale locale e con iniziativa seminariale locale) dell’esperienza di sviluppo professionale dei 18 lavoratori concluderà il progetto e pubblicizzerà la seconda edizione di PSP junior.

Pino Virgilio, segretario nazionale Filca-Cisl e vicepresidente del Formedil, ci ha lasciato il 10 ottobre 2008. Il suo contributo alla ridefinizione del ruolo del Formedil e all’elaborazione delle linee strategiche finalizzate a svolgere appieno la mission del nostro Ente Bilaterale è stato per tutti noi rilevante e decisivo. Ne siamo sempre più consapevoli, mese dopo mese. Personalmente inoltre mi mancano davvero tanto la sua disponibilità, il suo affetto, la sua complicità, il suo cuore e la sua intelligenza. Mi sembra doveroso – e mi fa piacere – in un momento in cui, seppur con fatica, certi propositi stanno forse diventando realtà, divulgare questo scritto da lui suggerito nei concetti fondamentali, e successivamente discusso e rivisto nel testo, in modo appassionato e sottile. Pino ci credeva e ci teneva molto.

16 dicembre 2009 Massimo Calzoni, Presidente Formedil

Premessa

Nel settore delle costruzioni il fattore umano riveste certamente un’importanza centrale e strategica. In particolare rappresenta per l’impresa un patrimonio qualitativo e un fattore competitivo. Per comprendere l’affermazione si pensi al settore degli interventi sul già costruito (“restauro” & co.), ma non solo. Va comunque rilevato che nel confronto con gli altri paesi europei, i livelli di capacità professionali dei lavoratori delle costruzioni in Italia restano, nonostante tutto, di livello senz’altro rispettabile. La qualità del fattore umano resta pertanto un patrimonio da preservare e sviluppare.

Ciò detto, vanno però individuate alcune criticità e alcuni seri rischi per il futuro:

Le posizioni professionali che rientrano nell’ambito dei “preposti di cantiere, capocantiere, tecnici operativi •di cantiere” presentano seri problemi. I fenomeni di “rottura delle carriere professionali operaie in impresa” a seguito dei processi di parcellizzazione specializzata ed esternalizzazione delle fasi operative hanno reso critiche le progressioni professionali polivalenti e di qualità, base necessaria per l’assunzione di ruoli di coordinamento operativo di cantiere. A livello di queste figure l’impresa lamenta da tempo una crisi sia quantitativa, sia (i due aspetti sono collegati) qualitativa. Le richieste qualitative dell’impresa sono tendenzialmente rivolte verso figure che sappiano innestare su una buona conoscenza dei mestieri del costruire derivata da significative esperienze di lavoro, il padroneggiamento di linguaggi formali (disegno, computi, tecnologie) e le competenze di coordinamento gestionale e controllo delle lavorazioni.

L’ingresso nel mercato del lavoro del settore delle costruzioni di quote crescenti di manodopera straniera (ormai •oltre il 50% di presenza nelle Casse Edili) richiede risposte articolate ed efficaci al fine di accelerare i processi di crescita e di integrazione professionale. Diviene necessario ed urgente, all’atto dell’ingresso in cantiere, trasferire le “maestrie di base”, intese come un alfabeto professionale in grado di favorire l’apprendimento dal lavoro e di promuovere comportamenti operativi corretti e razionali, e pertanto sicuri. È di fondamentale importanza mettere a disposizione dei nuovi lavoratori stranieri una serie di risorse, sostegni e opportunità al fine di favorire auspicabili sviluppi professionali.

Buona occupazione e settore delle costruzioniIdee forza, sostegni strumentali, ipotesi di percorso

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

La Buona Occupazione

In grande sintesi possiamo affermare che il Sistema degli Enti Paritetici (SEP) del settore delle costruzioni ha come “mission” la gestione ottimale del fattore umano. Possiamo anche aggiungere che sarebbe auspicabile che al fattore umano il SEP sia in grado di offrire un efficiente sistema di Garanzie di base e Opportunità di sviluppo.

Concludiamo lo schematico ragionamento rilevando che la disponibilità, l’efficienza e la praticabilità di tale sistema di Garanzie e Opportunità potrebbe rappresentare un importante fattore di stabilizzazione e motivazione a progredire (per chi è già nel settore) e di attrattività e richiamo (per chi non è ancora nel settore). Oltre che un prezioso elemento di contrasto dei fenomeni degenerativi sul versante della trasparenza del mercato del lavoro nel settore delle costruzioni.

A. Garanzie di base.

a. La garanzia di poter disporre sul proprio territorio di un servizio di segnalazione di opportunità lavorative, orientamento e counseling individualizzati.

b. La garanzia che prima dell’ingresso al lavoro ogni lavoratore verrà formato in merito alle operazioni-base dei mestieri dell’edilizia e alle connesse competenze di prevenzione e sicurezza.

c. La garanzia di poter concordare con la Scuola Edile uno specifico Piano di Sviluppo Professionale finalizzato al raggiungimento di condivisi obiettivi di progressione professionale, ottenendone l’assistenza e le risorse formative necessarie.

d. La garanzia che in caso di perdita del lavoro il SEP si attiverà al fine di favorire la riacquisizione del lavoro, attraverso una strategia di miglioramento dell’occupabilità del lavoratore e di ricerca attiva del lavoro.

e. In definitiva: la garanzia di poter contare, sul proprio territorio, su un’interlocuzione amichevole e costruttiva con gli Enti Paritetici: una buona accoglienza iniziale, un costante accesso alle informazioni, un orientamento a un aiuto per il miglioramento professionale, sostegni efficaci nelle congiunture critiche.

Questo sistema di Garanzie di base deve poter essere disponibile e usufruibile in modo capillare in tutto il territorio e deve essere dinamicamente orientato a promuovere Opportunità di sviluppo e di crescita professionale in quote auspicabilmente importanti di lavoratori. Sul territorio, il SEP, e in particolare la Scuola Edile, dovrà condurre un’azione costante e mirata di informazione e promozione di alcune idee-forza:

Informare in merito alle positività e ai vantaggi del lavoro dipendente regolare e tutelato presso un’impresa •iscriva alla Cassa Edile.

Mostrare e chiarire il sistema dei sostegni e delle provvidenze finalizzato a non “lasciare solo” il lavoratore nei •momenti critici.

Sottolineare in modo chiaro e convincente i punti di forza dei mestieri dell’edilizia e il salto di qualità che avviene, •nel vissuto dei lavoratori, con il raggiungimento di una soglia di vera qualificazione professionale.

Far vedere le positività che sono proprie della progressione professionale in edilizia: dal raggiungimento di •soglie di autonomia professionale, alle soddisfazioni personali connesse al lavoro qualificato e creativo, al piacere per il proprio lavoro “fatto bene e a regola d’arte”, alla capacità di organizzarsi le misure di prevenzione utili a lavorare in modo sereno e sicuro.

B. Opportunità di sviluppo

La qualità e l’articolazione delle competenze professionali in possesso dell’individuo rappresentano il fattore decisivo per la progressione professionale, unitamente alla motivazione ad apprendere, a guardare più lontano del proprio ambito ristretto, a voler provare esperienze nuove, a costruire e perseguire progetti personali di miglioramento professionale.

Il nuovo lavoratore delle costruzioni dovrà far propria sempre di più l’idea – peraltro non nuova – che “nei mestieri delle costruzioni non si finisce mai di imparare” (sintomo chiaro della ricchezza professionale del lavoro edile) e pensare la propria storia lavorativa come un lungo e articolato percorso di formazione: di formazione sul lavoro intrecciata, integrata e sostenuta da esperienze di formazione continua in situazione formale.

a. In questo quadro il Libretto Personale di Formazione Professionale (che il nostro settore per primo adottò nel 1995 e che va rivisto in relazione all’introduzione, con la Legge Biagi, del Libretto del Cittadino) rappresenta uno strumento fondamentale e un testimone che registra tutti gli step dello sviluppo professionale.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

b. Il Libretto Personale (pur erogato e personalizzato dalla Scuola Edile territoriale) è registrato, in tutti i suoi dati, in un’anagrafica nazionale presso SEP. Di necessità deve poter far riferimento ad un unico quadro di competenze professionali, pena il non funzionamento del sistema. Di qui la necessità di disporre di un Repertorio Nazionale delle Competenze, riferimento univoco per tutte le Scuole Edili per quanto attiene standard minimi e traguardi formativi. Pur considerando realisticamente che il processo di omogeneizzazione delle tipologie formative sarà né breve, né semplice, disporre sin d’ora di un unico quadro in termini di competenze (traguardi formativi) appare senz’altro positivo.

c. Libretto e Repertorio, strettamente collegati tra loro, sono strumenti (indicatori, riferimenti, registratori) rispetto ad un’idea-forza: lo Sviluppo Professionale, l’idea che si lavora per imparare a lavorare meglio, per andare avanti, per migliorare. Lo sviluppo professionale ha bisogno di una strategia. La strategia prevede di definire obiettivi e tappe e di utilizzare risorse al fine di raggiungerli. Frequentare attività di formazione è una importante risorsa per sostenere e strumentare una strategia. Le Scuole Edili Territoriali assumono pertanto quale mission principale quella di costruire, insieme con il singolo lavoratore e di concerto con l’impresa, Piani di Sviluppo Professionale (PSP). Un indicatore di produttività di una Scuola Edile diviene pertanto il rapporto tra numero di PSP in corso e numero totale degli addetti. Il PSP è un’attività e un dialogo a tre: Lavoratore, Impresa, e Scuola Edile, che prevede la progettazione condivisa e il perseguimento di un Piano (o Progetto) di sviluppo professionale, fissandone obiettivi e durata. Nasce quale patto (o contratto) nel quale ciascuna parte si impegna a dare e ricevere. La Scuola Edile ricopre il ruolo di cabina di regia, svolgendo le funzioni di assistenza, facilitazione delle relazioni, formazione a misura dei bisogni, monitoraggio e valutazione. Il PSP può attivarsi per qualunque lavoratore interessato in qualunque momento della sua carriera professionale: può essere avviato contestualmente allo stabilirsi di un rapporto di lavoro (in linea teorica sarebbe auspicabile che tutti i nuovi ingressi in edilizia prevedessero un contestuale PSP), o può riguardare un capocantiere operaio motivato a padroneggiare sistemi avanzati di gestione del cantiere. È comunque plausibile ritenere prioritari i PSP riguardanti le fasce d’età più giovani e le persone senza qualifica professionale. PSP, nell’effettuare il bilancio delle competenze in ingresso e nel certificare le acquisizioni formative finali, utilizza gli strumenti di rilevazione e certificazione messi a punti all’interno del Repertorio delle Competenze. La Giornata Nazionale della Formazione nelle Costruzioni (ultima settimana di settembre di ogni anno), importante momento di incontro tra scuole edili, lavoratori e imprese, rappresenta l’occasione per proporre e avviare nuovi PSP.

d. Sviluppare Buona Occupazione presuppone la necessità di gestire in modo ottimale il primo contatto del nuovo lavoratore con il settore delle costruzioni. L’accoglienza deve trasmettere in modo chiaro e completo i vantaggi e le opportunità che il lavoro regolato e tutelato può offrire. E insieme deve trasferire la cultura del lavoro professionale e pertanto di qualità. Lavorare bene e lavorare in sicurezza devono coincidere sin da subito nel vissuto del nuovo lavoratore. In questo quadro si colloca la Formazione d’ingresso prima dell’inizio del lavoro (16 ore). Oltre a fornire le basi professionali del lavoro in cantiere e i principali comportamenti di prevenzione, la formazione d’ingresso offre l’occasione per un colloquio con il nuovo lavoratore utile a porre le basi per un PSP e a fargli percepire la presenza di un SEP erogatore di servizi utili alla sua vita professionale.

e. Le attività sin qui descritte rappresentano strumenti e opportunità di sviluppo professionale che presentano evidenti relazioni reciproche, ma nel contempo richiedono la disponibilità di un archivio nazionale presso il SEP, strumento indispensabile per gestire al meglio attività di servizio alla persona, per seguire in modo preciso le singole storie professionali, per intervenire e proporre in modo mirato e adeguato. Tutto ciò richiede che il SEP sia parte attiva in quel momento decisivo ed essenziale che è rappresentato dalla ricerca e dal reperimento del posto di lavoro e anche della ricerca di un nuovo posto di lavoro a seguito della perdita del precedente. Un servizio di collegamento domanda-offerta di lavoro gestito territorialmente dalle Scuole Edili e confluente in una Borsa Lavoro nazionale del settore delle costruzioni.

Il servizio di Borsa Lavoro è di centrale importanza in quanto:

a.presidia un momento topico e significativo qual è l’ingresso (o il rientro) al lavoro

b.sorregge e conferisce strumenti e significati alle attività precedentemente descritte

c.offre un vero e percepibile valore aggiunto rispetto allo scenario del lavoro irregolare, migliorando la trasparenza del mercato del lavoro.

Art. 114 CCNL 18.06.2008 (stralcio)

Un servizio di gestione del rapporto domanda-offerta di lavoro coinvolge aspetti quantitativi e qualitativi. Per quanto attiene i primi il nostro settore ha la fortuna di disporre di un ottimo patrimonio di esperienze, competenze e archivi informatici: resta da compiere un’attività di integrazione, omogeneizzazione e finalizzazione rispetto alle funzioni di Borsa Lavoro.

Per quanto attiene i secondi (gli aspetti qualitativi) riteniamo che rappresentino fattori chiave per il successo e l’efficienza complessiva della Borsa Lavoro. Sarà il buon funzionamento delle attività descritte ai precedenti punti a), b), c), d), a implementare qualitativamente il servizio di Borsa Lavoro. In particolare per quanto attiene le attività di potenziamento delle chances di impiegabilità, che svolgono il ruolo di “ascensore” dal non-lavoro al lavoro.

25 agosto 2008

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

1957 - 1967

Evoluzione economicosociale del paese

Mercato e industria delle costruzioni

Sistema bilateraledella formazionein edilizia

1947 Ammissionedell’ItaliaalFondoMonetario InternazionaleeallaBancaMondiale• Misure restrittive sull’attività creditizia di Luigi Einaudi, ministro del Bilancio: abolizione dei prezzi politici, aumento delle imposte, contenimento del credito bancario, controllo della circolazione monetaria. La spirale inflazionistica si arresta, ma si contrae la produzione industriale | 1948 I disoc-cupatiammontanoaduemilioni• Ilgradodiutilizzazionedell’apparatoindustrialesiattestasul50%• Varo del piano Marshall: l’Italia beneficia, tra 1948 e 1952, di 1.470 milioni di dollari (pari all’11% dell’European Recovery Program) | 1950 Varo della Ri-formaagrariaSegni•IstituzionedellaCassaperilMezzogiorno•ProgettoLaMalfaperlariorganizzazionedellepartecipazionieconomichepubblicheecreazionedell’EnteNazionaleIdrocarburi(ENI)•L’aumentoannuodelProdottoInternoLordoiniziaadattestarsi al 6,7%, con un ritmo invariato fino al 1961 | 1951 Riforma Tributaria Vanoni (obbligo della dichiarazione annuale dei redditiesoppressionedeiConsiglitributarilocali)•Varodeltrattato istitutivo della Comunità europea del Carbone e dell’acciaio (CECA) | 1953 Giunge a termine l’abolizione delle restrizioni alle importazioni dai paesi dell’Oece, iniziata nel 1949, per i prodotti agricoli, le materie prime, i manufatti e i semilavorati.

1948 Con il Convegno per la casa del lavoratore i sindacati rivendicano il varo di un piano poliennale per la casa | 1951 La quota degli investimenti pubblici sugli investimenti in abitazioni tocca il picco del 25,7% | 1953 4 milioni di famiglie vivono in tuguri: viene costituito un comitato di iniziativa per la casa e per l’eliminazione del tugurio | 1956 Posa della prima pietra per la costruzione dell’Autostrada del Sole; il primo tratto (Milano – Parma) viene inaugurato nel 1958.

Evoluzione economicosociale del paese

1946 Genova | 1947 Belluno, Bologna, Brescia, Padova | 1948 Vicenza | 1949 Vicenza

1957 Istituzione del Mercato Comune Europeo e dell’Euratom che prevede la riduzione delle barriere doganali, il libero movimen-to dei lavoratori e dei capitali, l’armonizzazione delle politiche economiche, il divieto di pratiche commerciali discriminatorie e l’eliminazionedisovvenzionistataliprivilegiate•Riorganizzazionedelcomplessodelleaziendeapartecipazionestataleeraffor-zamento dell’Iri | 1959 Labilanciadeipagamentimigliorasensibilmente,registrandounavanzodi745milioni•Leesportazionicrescono del 16,1%, con un trend che dura fino al 1961 | 1961 Isalarisonocresciutidel46,9%,laproduttivitàdell’84%•Ladi-soccupazioneèal7,3%dellaforzalavoro•Ilredditolordoècresciutodel78,3%rispettoal1950,lacrescitadeiconsumièfermaal59,8%•LaFiatquadruplicalaproduzione,attestandosialverticedell’industriaitaliana•Aumentalaproduzionedell’acciaiodel 170% rispetto al 1951, grazie all’ingresso nella CECA degli investimenti della Finsider | 1963 Gli investimenti nell’industria manifatturieraarrivanoal6,3%conunvaloreaggiuntodel27,6%•Fortedeclinodegliaddettiall’agricoltura(-13%rispettoal1950),checreaperlaprimavoltaunaflessionedell’occupazione•Avviodellacrisidelmercatoborsistico.

Norme, regole e contratti

1946 Nel mese di dicembre viene firmato il Contratto Nazionale di Categoria per i dipendenti delle imprese edili ed affini che entra in vigore il 1° gennaio 1947 | 1949 Legge Tupini per un maggiore intervento dello Stato a sostegno delle opere pubbliche dei Comuni•PianoFanfaniperlecaseailavoratori(legge43)| 1950 Rinnovo del CCNL di settore. La Legge Aldisio n. 715 istituisce un fondo per l’incremento edilizio (FIE) | 1952 Rinnovo del CCNL di settore (firmato nel mese di dicembre) | 1954 Rinnovo del CCNL di settore (firmato nel mese di dicembre, in vigore dal 1° gennaio 1955) | 1955 D.P.R. 547 “Norme per la prevenzione degli infortunisullavoro”•Lalegge25disciplinal’apprendistatointroducendoimportantisgravifiscaliafavoredeldatoredilavoro.1956 D.P.R.303“Normegeneraliperl’igienedellavoro”• D.P.R. 164 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni”.

Mercato e industria delle costruzioni

1961 Trail1951eil1961l’occupazioneinediliziahaavutounincrementodel64,11%(datiIstat)•L’estrazionedimetanoarrivaa7 miliardi di metri cubi, contribuendo, con la sostituzione degli impianti a carbone, a un aumento della produttività | 1963 Il valore delle aree fabbricabili nei grandi centri urbani del Nord è cresciuto con una media del 300% dal 1955, e continua l’aumento dei canoni d’affitto, com’è dimostrato dal perdurante fenomeno della coabitazione e dalla media di occupanti per abitazione (3,88%) •Ilmercatoimmobiliaresitrasformainforzadell’ascesadeititoliaredditofisso•Lamanodoperaèsalitadel100%neiservizicommerciali e dell’84% nell’edilizia rispetto al 1951 | 1964 Il 4 ottobre Antonio Segni inaugura l’Autostrada del Sole. Per comple-tarla sono state necessarie complessivamente 15 milioni di giornate lavorative e 16 milioni di metri quadri di pavimentazione.

1953 Vengono istituite le prime Scuole Edile del Centro-Sud: Roma, Napoli e Caserta | 1958 Il 13 Dicembre si svolge a Reggio Emilia il convegno nazionale promosso dalla FILLEA CGIL su Scuole e addestramento professionale in edilizia•LaScuolaEdiledi Milano inizia a modificare la tipologia della formazione erogata e crea la Fondazione Convitto | 1960 Nel CCNL le Scuole Edili vengono riconosciute istituzionalmente come Enti paritetici, anche se una diffusa e stretta collaborazione tra le Parti Sociali era già la loro cifra distintiva | 1962 Per la prima volta nel CCNL di settore le Parti Sociali «convengono di costituire una commissione centrale paritetica».

1946 Il 20 settembre viene fondata a Genova la prima Scuola Edile d’Italia gestita pariteticamente che inizia l’attività il 5 marzo dell’anno successivo | 1947 Nell’immediato dopoguerra sorgono numerose Scuole Edili, tutte nel Nord Italia, per fare fronte al bisogno di manodopera legato alla ricostruzione. Vengono fondate le Scuole Edili di: Belluno, Bologna, Brescia, Padova (1947); Vicenza (1948); Mantova, Ravenna, Trento, Treviso e Verona (1949).

Norme, regole e contratti

1957 Rinnovo del CCNL di settore | 1960 La Legge 1369 sancisce il divieto di intermediazione ed interposizione nelle prestazioni di lavoro e disciplina l’impiego di manodopera negli appalti di opere e servizi | 1961 Rinnovo del CCNL di settore (firmato nel luglio del 1961 in vigore dal 1° gennaio 1962) | 1962 Approzione della Legge 167 per l’edilizia economica e popolare “Disposi-zioni per favorire l’acquisizione di aree fabbricabili per l’edilizia economica e popolare” (modificata e integrata dalla legge 904/65 e successivamente dalla 865/71) | 1963 Rinnovo del CCNL di settore (firmato nel dicembre del 1963 in vigore dal 1° gennaio 1964) | 1965 Approvata la Legge 575 “Disposizioni contro la mafia” | 1966 Rinnovo del CCNL di settore | 1967 Viene varata la “Legge-ponte per lo sviluppo urbanistico” in attesa del progetto di legge atto al disciplinamento dello sfruttamento dei suoli e a porreunfrenoallaspeculazioneurbanistica,chenonandràinporto•Varodiunnuovoprogrammadiediliziapopolaredirettodall’agenzia Gescal.

Sistema bilateraledella formazionein edilizia

Cronologia dal 1946 al 1956

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

1968-1978 1979-1989

1946 Genova | 1947 Belluno, Bologna, Brescia, Padova | 1948 Vicenza | 1949 Vicenza

Evoluzione economicosociale del paese

Mercato e industria delle costruzioni

1969 Il Paese vive un momento di intenso scontro sociale: alla fine dell’anno si contano 302 milioni di ore lavorative perdute e 7,5 milionidiscioperanti•Iniziaunciclodiinversionenellapoliticadeiredditi:isalariaumentanoinmediadel6%controunacrescitadiproduttivitàdelsettoremanifatturierodel5%•ApprovazionedellaRiformadelsistemapensionistico:introduzionedellepen-sioni sociali e del sistema retributivo a ripartizione | 1971Crisidelsistemamonetariointernazionale•InItalialasituazioneecono-mica si aggrava: si registrano il minimo tasso di aumento del Pil rispetto al 1950 (1,8%), una contrazione dell’occupazione e della produzione industriale, una crescita della spesa pubblica e del rapporto debito / Pil, che inizia procedere speditamente (arriverà al 60,3% nel 1975) | 1974 Inizio della fase di stagflazione (riduzione della crescita economica, aumento della disoccupazione, ascesadell’inflazione)chedureràfinoal1977(conunacrescitamediadell’inflazionedel16,5%)•VarodellaRiformaFiscale,cheintroduceIva,IrpefeIrpegeistituiscel’anagrafedeicontribuenti•Crisipetrolifera•GianniAgnellièPresidentediConfindustria| 1975 L’economia italiana entra in una fase di recessione: il Pil per la prima volta arretra (-2,7%), gli investimenti sia privati sia pubblici crollano (-13%), diminuisce la produzione industriale | 1977 La crisi monetaria è superata, per lo meno nella sua fase più acuta e il governo si impegna a una politica di maggior rigore finanziario | 1978 Istituzione della legge finanziaria come strumento digovernodellaspesapubblica•Rallentamentodell’inflazione,crescitadelPil(3,6%)edellaproduzioneindustriale•Riformasanitaria e istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.

1969 L’intervento pubblico nell’edilizia abitativa scende al 5% del totale degli investimenti nel settore. La Gescal ha speso appena 144 dei 1.350 miliardi disponibili | 1971 Liquidazione del fondo Gescal e riforma della politica per l’edilizia popolare, caratterizzata daunapoliticadidecentramentorivoltaaiComuniealleRegioni•Nelleimpresecomincianoaprenderepiedeformedidecen-tramentoproduttivo,esternalizzazioneeinvestimentinell’automazione• Rispetto al censimento precedente ci sono circa 60.000 imprese in più, quasi tutte di piccole dimensioni | 1974 nel mese di maggio sciopero di 24 ore degli edili contro la recessione, l’inflazione e l’irrigidimento dell’ANCE che stenta a riconoscere la disciplina sul salario annuo garantito | 1975 grazie ad alcuni provvedimenti congiunturali riprendono gli investimenti pubblici in edilizia.

Norme, regole e contratti

1969 Rinnovo del CCNL di settore (firmato nel dicembre del 1969, in vigore dal 1° gennaio 1970) | 1970 Approvazione dello Statu-todeilavoratori•VieneavviatoilprocessodiattuazionedelleRegioniaStatutoOrdinario,chesicompletanel1972,assegnandoalle Istituzioni Regionali un ruolo di integrazione della programmazione economica nazionale | 1971 22 ottobre legge 865 “Norme sull’espropriazione per pubblica utilità, modifiche ed interpretazioni della legge 18 aprile 1962, n. 167, ed autorizzazione spesa per interventi straordinari nel settore dell’edilizia residenziale agevolata e convenzionata” | 1973 Rinnovo del CCNL di settore | 1974 Il Consiglio dei Ministri approva un D. L. per accelerare i programmi di edilizia residenziale attraverso il ritocco di alcuni articoli della leg-ge 865 | 1975 Il Governo vara: la Legge 166 che stanzia 1.062 miliardi per l’edilizia sovvenzionata e ne prevede altri 560 per l’edilizia convenzionata ed agevolata; Legge 412 per l’edilizia scolastica che prevede una spesa di 1.850 miliardi in sei anni; legge 492 che finanzia alcune opere pubbliche e aggiunge altri 600 miliardi ai programmi previsti dalla legge 166 dello stesso anno | 1976 Rinnovo del CCNL di settore | 1977Approvatail28gennaiolaLegge10“Normeperlaedificabilitàdeisuoli”•Varodellalegge675(abolitanel 1988) che istituisce il Cipi (Comitato interministeriale per la politica industriale) e il Fondo per la ristrutturazione e riconversione, cheelargiscecreditiagevolatiafavorediimpresecheintraprendonopianidiristrutturazione•Legge285conprovvedimentiperladisoccupazione giovanile | 1978Leggesull’equocanone(cheproduceuncontrollosulmercatodegliaffittiresidenziali)•VarodiunPianodecennaleperl’ediliziapopolare•Leggequadro845inmateriadiformazioneprofessionale.

Evoluzione economicosociale del paese

1980 Inizio di un nuovo periodo di recessione che caratterizza le economie occidentali: la crescita non supera l’1% e torna ad aumentareiltassodiinflazione•LaduravertenzadellaFiatsiconcludeconlamessaincassaintegrazioneazerooredi23.000dipendenti, dando inizio a un processo di forte diminuzione della manodopera nei settori industriali | 1982 Con la nomina di Prodiall’IriediReviglioall’Enisiavviailprocessodirisanamentodellepartecipazionistatali•Leggeperl’innovazionetecnolo-gicachepermettel’introduzionedisistemidiautomazionenellaproduzioneindustriale•LaConfindustriadiFrancescoMerlonidisdice unilateralmente l’accordo sulla scala mobile (1975), abbandonando la politica di collaborazione coi sindacati | 1984 Inizia unciclodicrescitaeconomica•Siconcludel’attivitàdellaCassadelMezzogiornochevienesostituitadall’Agensud,AgenziaperlapromozionedellosviluppodelMezzogiorno•DecretosullaScalaMobile(predeterminazionedegliscattidiindennitàdicontingenza) | 1986 L’Atto unico europeo sostituisce il Trattato di Roma del 1957, programmando il completamento dell’unio-neeconomicaemonetariaentroil1992•Crollodeiprezzidelpetrolio•Laforteriduzionedeldisavanzoprimariopermettelacontrazionedeldeficitpubblicoa110milamiliardi•Toccal’apicelacapitalizzazionediBorsa(195milamiliardi)| 1988 Direttiva dellaComunitàEuropeasullaliberalizzazionedeimovimentidicapitale•PrivatizzazionediMediobanca•Riformeriguardantilacontabilità dello Stato e le procedure di approvazione della finanziaria, in direzione di un più efficace contenimento del disavanzo e del debito pubblico.

Mercato e industria delle costruzioni

1981 In seguito allo shock e al contro shock petrolifero crolla anche il mercato delle costruzioni | 1984 dall’inizio del de-cennio gli investimenti nella costruzione di nuove opere private sono calati del 18,8% | 1986Riparteilcicloimmobiliare•I motori della generale ripresa del settore delle costruzioni sono rappresentati dalla terziarizzazione delle città e dalla mole di lavori che vengono messi in cantiere alla fine degli anni Ottanta in vista dei Mondiali di Italia 90 (strade, stadi, stazioni ferroviarie…).

Norme, regole e contratti

1979 Rinnovo del CCNL di settore | 1982 Legge 94 “Norme per l’edilizia residenziale e provvidenze in materia di sfratti” 1983 Rinnovo del CCNL di settore | 1985 con la Legge 47 “Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie” viene sancito il primo condono edilizio |1989 Legge 122 “Disposizioni in materia di par-cheggi, programma triennale per le aree urbane maggiormente popolate nonché modificazioni di alcune norme del testo unico sulla disciplina della circolazione stradale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, n. 393”.

1980 Indata4giugnovieneformalmentecostituitoilFormedil,TullioMonticelliè ilprimoPresidentedell’Ente•Sivaaf-fermando l’esigenza di una formazione funzionale al processo di frammentazione produttiva e di specializzazione, con un allargamento degli orizzonti verso segmenti di utenza diversi | 1986 Viene fondata la rete REFORME, un organismo europeo formato inizialmente da Italia, Francia, Olanda e Spagna | 1987 Inclusione di due progetti del Formedil nell’Eurotecnet. In-sieme alla Cassa e alla Scuola Edile di Firenze il Formedil promuove il convegno Formazione professionale e recupero del patrimonio edilizio•IlFormedil,conilcontributodelCNR,istituisceunosservatoriosulsistemaformativodelleScuoleEdili1988 Nell’Ottobre la FILCA CISL di Milano organizza un seminario su Salario, organizzazione del lavoro ed Enti Bilaterali in edilizia per discutere dello scenario delle regole in materia di mercato del lavoro.

Sistema bilateraledella formazionein edilizia

Sistema bilateraledella formazionein edilizia

1971-1973 La quota contributiva contrattuale minima a Torino era l’1,1% - 1,45% e la massima arrivava anche al 2% - 2,45%; ciò rende possibile avviare la costruzione del Centro | 1975 Nel corso degli anni Settanta la formazione professionale si intreccia sempre di più con l’evoluzione dei programmi di istruzione e con l’innalzamento dell’obbligo scolastico. Alcune Scuole, come quella di Milano, iniziano il recupero dell’obbligo scolastico | 1976 Con il nuovo CCNL «è istituito un organismo paritetico a livello nazionale, con lo scopo di attuare, promuovere e coordinare le iniziative di formazione professionale per i lavoratori dell’edilizia»; sulla scia di questa evoluzione le Parti Sociali costituiscono un primo gruppo informale di lavoro al fine di trasformare l’indirizzo in atti concreti alcune Scuole iniziano ad organizzare corsi per operatori macchine movimento terra.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

1990 - 2000 2001 - 2010

Evoluzione economicosociale del paese

Mercato e industria delle costruzioni

1990 Inizio di una fase di recessione: il Pil si arresta sotto il 2%, l’inflazione cresce del 6%, per la prima volta il debito pubblico supera ilPil•LaLeggeAntitrustistituiscel’AutoritàGarantedelmercatoedellaconcorrenza,richiamandosialregolamentoCeesulcontrollodelle concentrazioni tra imprese di dimensioni comunitarie | 1992 Viene firmato il Trattato di Maastricht per la creazione della moneta unica europea e di una banca comune. Varo di una manovra finanziaria di emergenza da 30mila miliardi, che permetterà un risparmio dioltreil6%delPil.VarodiunpianodiprivatizzazionichetrasformaIri,Eni,InaedEnelinsocietàperazionicontrollatedalTesoro•In un biennio si perdono più di un milione di posti di lavoro | 1994 In seguito alle misure di risanamento avviate dal Governo Ciampi, tornaacrescereilPil(2,2%),siripristinalanormalitàinambitofinanziarioecominciaacrescereladomandainterna•Ildebitopub-blicocontinuaacrescere(125%delPil)mentreildeficitscendea167milamiliardi•Approvazionedellaleggesulleprivatizzazioni,che stabilisce le procedure per la cessione delle partecipazioni pubbliche | 1995 Creazione del WTO (World Trade Organization)•Riforma Dini del sistema pensionistico (aumento dell’età pensionabile e ritorno al sistema contributivo) | 1997 Crisi delle monete e dell’economiadeipaesiasiatici•TrattatodiAmsterdam(pattodistabilitàtraipaesidell’Euro-zonaedentrataincircolazionedellamonetaunicaal1°gennaio2002)•Laproduzioneindustrialecrescedel2,8%;aumentaladisoccupazione(12,3%dellaforzalavoro) 1998Ufficializzazionedell’elencodegli11paesicheadotterannol’Euroapartiredal1999•ApprovazionediDPEF(Documentodiprogrammazioneeconomicaefinanziaria)dimedio-termine(1999-2001)cheprevedeunpianodiriduzionedeldebitopubblico•Liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni.

1992 Scoppia la bolla immobiliare e nel biennio successivo il settore arretra e cala la produzione edilizia | 1994 Alla crisi edilizia si somma un arresto della domanda dei lavori pubblici in seguito alla crisi scatenata da Tangentopoli, che fa sì che le stazioni ap-paltanti rimandino l’attribuzione degli appalti. L’attribuzione riprenderà in modo regolare dopo l’approvazione della Legge Merloni 1997 Si avvia un nuovo ciclo espansivo, il più lungo dopo quello del dopoguerra.

1991 Nasce il Progetto POSA in collaborazione con Assopiastrelle | 1992 A gennaio viene presentata a Roma la ricerca I lavoratori extracomunitari in edilizia. Il ruolo della formazione professionale. Definizione di tipologie corsuali e modelli metodologici innovativi per iniziative di formazione rivolte ad extracomunitari da inserire nel settore delle costruzioni •Parteil“ProgettoRisorseUmane”(azionidiformazioneperdirettoridiScuoleEdili,formatori,impiegatitecnicieamministrativi)•VienestampatoilvolumeFormazione professionale nell’industria delle costruzioni. Rapporto 1992, frutto dell’attività dell’osservatorio di Sistema | 1993 Insieme alla Scuola Edile di Firenze il Formedil organizza il convegno Restauro dell’architettura e formazione professionale | 1997 Il Formedil aderisce ad un progetto sperimentale di formazione continua per i capocantieri promosso dalla Fondazione Europea dei Mestieri del Patrimonio delConsigliod’EuropaefinanziatodalMinisterodelLavoro•Il12dicembreilFormedilelaFondazioneEdilscuolaVeronaorganiz-zano il convegno Giovani, lavoro, carriere in edilizia e presentano un “decalogo” per la formazione dei giovani in edilizia.

Norme, regole e contratti

1991 Rinnovo del CCNL di settore | 1992 approvata a Febbraio la Legge n. 179 “Norme per l’edilizia residenziale pubblica” 1993 La CEE emana alcune direttive di coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici | 1994 Approvata laLegge626perlasicurezzasulluogodilavoro•ApprovatalaLeggeMerloni(n.109),leggequadroinmateriadilavoripubblici.Taleleggevieneabrogatanel2006esostituitadalD.L.163/2006•nelDicembrevieneapprovatalaLegge724Misuredirazio-nalizzazione della finanza pubblica | 1995 Legge Tremonti per le agevolazioni fiscali alle imprese | 1996 Approvato il Decreto guida D. Lgs. 494 in attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili | 1997 Approvazione del pacchetto Treu sull’occupazione: creazione delle agenzie private di collocamentoe introduzionedinuoveregole flessibilisulmercatodel lavoro•ApprovazionedellaLeggeDelegaalGovernoper il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la sem-plificazione amministrativa; nel marzo dell’anno successivo D. lgs. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali” | 1998Abolizionedellaleggesull’equocanone•ApprovazionedellaLegge431,“Disciplinadelle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo” | 1999 La Legge n. 144, art. 68 introduce l’obbligo formativo, il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione fino al compimento del diciottesimo anno d’età.

Evoluzione economicosociale del paese

2001 Viene approvata la Legge Costituzionale 3, che modifica il titolo V della seconda parte della Costituzione | 2002 Entra in circolazione l’Euro, la lira circola fino al 28 febbraio • Secondo i dati Istat il rapporto deficit-Pil (il Pil è al 1,8%) è all’1,4%, lo 0,3% in più dell’1,1% concordato con l’UE • Imponenti manifestazioni animate dalla Cgil contro l’abolizione dell’articolo 18 e la rifor-ma del mercato del lavoro (punte di adesione agli scioperi del 90%); in luglio, il tasso di disoccupazione scende all’ 8,7%, il più basso da 10 anni | 2003 Presentazione del Libro Bianco sul lavoro e del ddl di riforma del mercato del Lavoro • Esplode il caso Parmalat • Varo della Legge Biagi (legge 30), che aumenta e disciplina la flessibilità nell’utilizzazione della forza-lavoro | 2006 Nel settore occupazionale dipendente i contratti a termine sfiorano il 10% degli occupati | 2007 Con la legge finanziaria approvata il 24 dicembre vengono stabiliti i vincoli del Patto di Stabilità per gli anni 2008-2010 per le Province e i Comuni con più di 5.000 abitanti | 2008 Riforma Prodi delle pensioni (aumento graduale dell’età pensionabile) | 2010 Varo, in diversi paesi dell’Eurozona, di finanziarie di risparmio per porre freno alla crisi economica.

Mercato e industria delle costruzioni

2005 Il settore delle costruzione raggiunge la cifra record di 1.944.000 addetti e il saldo delle imprese attive classificate nel settore è pari a 771.432 | 2007 nuova inversione del ciclo, l’edilizia si avvia ad una fase recessiva | 2008 Dagli Stati Uniti si sviluppa una grave crisi economica a livello mondiale, iniziata con una crisi del credito legata alla bolla speculativa immobiliare, che ha condotto alla bancarotta di varie società finanziarie (Lehman Brothers, Aig etc.) e ha prodotto un’immediata contrazione della produzione nelle economie dell’Eurozona e una serie di crisi nazionali a catena (a partire dalla crisi greca).

Norme, regole e contratti

2000 Rinnovo del CCNL di settore | 2001 La Legge 443, conosciuta anche come Legge Obiettivo stabilisce procedure e modalità difinanziamentoperlarealizzazionedellegrandiinfrastrutturestrategicheperildecenniodal2002al2013•ApprovazioneTestoUnico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (D.P.R. n. 380) e del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità (D.P.R. 327) | 2002 Decreto Legislativo 20 agosto 2002, n. 190 - Attuazione della Legge 21 dicembre 2001, n. 443 per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale | 2003 Decreto legislativo n. 276 di attuazione delle deleghe in materia occupazione e mercato del lavoro di cui alla Legge 14 febbraio 2003, n. 30 | 2004 Rinnovo del CCNL di settore | 2006 La Legge 296 stabilisce l’obbligo scolastico fino alraggiungimentodelsedicesimoanno,assolvibileanchefrequentandopercorsidiistruzioneoformazioneprofessionale•Rin-novo del CCNL di settore | 2007 Legge 247 recante “norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale”2008Approvato ilTestoUnicosullasicurezzasul lavoroD.Lgs.81/2008•ApprovazionedelD.Lgs25giugno2008,n.112,Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazionetributaria•RinnovodelCCNLdisettore| 2009 Approvato il D. Lgs. “Piano Casa”: ciascuna Regione ha legiferato in tempi e modi diversi sulla sua applicazione | 2010 Rinnovo del CCNL di settore.

Sistema bilateraledella formazionein edilizia

Sistema bilateraledella formazionein edilizia

2003 L’11 dicembre il Formedil organizza a Roma, l’incontro Più Sistema per la Formazione Edile. Riunione Nazionale delle Scuole Edili | 2004 L’1 e il 2 dicembre il Formedil organizza a Roma una nuova riunione nazionale delle Scuole Edili: La formazione per l’edilizia. Verso un sistema integrato | 2005 Nasce il Progetto sicurezza e interculturalità, progetto multiregionale di settore dedica-to alla formazione continua dei dipendenti delle imprese di costruzione. I risultati vengono presentati a Roma nel 2006. Nell’am-bito dello stesso progetto prende forma il lavoro della Banca Dati | 2007 Con l’inizio della Presidenza Calzoni viene redatto un documento programmatico dell’Ente ed inizia l’elaborazione del SULF (Sportello unico del Lavoro e della Formazione) | 2009 Le Scuole Edili, facendo seguito ad un’innovazione del CCNL 2008, iniziano ad erogare i corsi delle 16ore • Il Formedil elabora un Piano di Riconversione basato su quattro progetti strutturali: 16ore MICS, Apprendistato, PSP e Borsa Lavoro.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Albo dei partecipanti e dei vincitori Ediltrophy 2009 “Gara di arte muraria”, 2009.Realizzato in collaborazione con Strategie & Comunicazione. Con DVD.

Eccelse – Eccellenza nelle Scuole Edili, 2001. Progetto Edilforma – Formedil –Afm Ance – finanziato dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica attraverso le risorse della legge n.64 del 1986 e azione organica n.2.

Edilizia in sicurezza. Guida informativa ai decreti legislativi 626/94 e 494/96 (aggiornata D. Lgs. 528/99), Sapere 2000 edizioni multimediali, 2003. A cura di G. Di Camillo, Raffaele Rizzacasa, Giovanni Carapella.

Eserciz…iando. L’ABC dell’Edilizia. Corso di lingua italiana tecnica per lavoratori stranieri. Libro degli esercizi, Sapere 2000 edizioni multimediali, s.a. A cura di Ambra Stefanini, Monica Fedeli, Andrea Pizzirani. Il volume è un prodotto multimediale di formazione linguistica realizzato nell’ambito del Programma Leonardo da Vinci II da una rete di partenariato composta da: Formedil, LID Editorial Empresarial SL, Mitteldeutsche Akademie für Marketing und Kommunikation, Instytut Archeologii UJ – Uniwersytet Krakov, Centro Multimediale di Terni SpA, Linguadue Sas, Pragma Media Srl, Scuola per l’Istruzione dei Lavoratori Edili della Provincia di Terni. Il volume è disponibile su supporto multimediale in inglese, italiano, tedesco, spagnolo e polacco. La versione francese è stata realizzata da CCCA-BTP nell’ambito dell’attività della rete europea REFORME.Il volume è stato realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Evoluzione professionale e industria delle costruzioni. Indagini sul sistema delle Scuole Edili in Italia 2002-2003. Rapporto FORMEDIL 2003, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2004.

Formazione per l’apprendistato. Materiali didattici per apprendisti operai. Formazione per l’apprendistato Progetto Sperimentale per l’Industria delle costruzioni Vol. I moduli 1-3, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2000.Il progetto sperimentale “Formazione per l’Apprendistato per l’Industria delle costruzioni” è stato realizzato dal FORMEDIL in collaborazione con le Scuole Edili territoriali. Il progetto sperimentale è finanziato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con il sostegno del Fondo Sociale Europeo P.O.M. 940029 I 3 e P.O.M. 940026 I 1 – MLPS DD 221/III 98 e DD 246/III/98.Progettazione dei materiali didattici e redazione dei testi: Alberto PedrazzoliCoordinamento editoriale: Giovanni Carapella, Alberto Pedrazzoli, Rossella Martino.

Formazione per l’apprendistato. Materiali didattici per apprendisti operai. Formazione per l’apprendistato Progetto Sperimentale per l’Industria delle costruzioni Vol. II moduli 4-6, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2000.

Bibliografia Formedil

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

Il progetto sperimentale “Formazione per l’Apprendistato per l’Industria delle costruzioni” è stato realizzato dal FORMEDIL in collaborazione con le Scuole Edili territoriali. Il progetto sperimentale è finanziato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con il sostegno del Fondo Sociale Europeo P.O.M. 940029 I 3 e P.O.M. 940026 I 1 – MLPS DD 221/III 98 e DD 246/III/98.Progettazione dei materiali didattici e redazione dei testi: Alberto Pedrazzoli.Coordinamento editoriale: Giovanni Carapella, Alberto Pedrazzoli, Rossella Martino.

Formazione per l’apprendistato. Materiali didattici per apprendisti operai. Formazione per l’apprendistato Progetto Sperimentale per l’Industria delle costruzioni Vol. III moduli 1-3, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2001 Materiali per il secondo anno.Il progetto sperimentale “Formazione per l’Apprendistato per l’Industria delle costruzioni” è stato realizzato dal FORMEDIL in collaborazione con le Scuole Edili territoriali. Il progetto sperimentale è finanziato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con il sostegno del Fondo Sociale Europeo P.O.M. 940029 I 3 e P.O.M. 940026 I 1 – MLPS DD 221/III 98 e DD 246/III/98.Progettazione dei materiali didattici e redazione dei testi: Alberto Pedrazzoli.Coordinamento editoriale: Giovanni Carapella, Alberto Pedrazzoli, Rossella Martino.

Formazione per l’apprendistato. Materiali didattici per apprendisti operai. Formazione per l’apprendistato Progetto Sperimentale per l’Industria delle costruzioni Vol. IV moduli 4-6, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2001. Materiali per il secondo anno.Il progetto sperimentale “Formazione per l’Apprendistato per l’Industria delle costruzioni” è stato realizzato dal FORMEDIL in collaborazione con le Scuole Edili territoriali. Il progetto sperimentale è finanziato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con il sostegno del Fondo Sociale Europeo P.O.M. 940029 I 3 e P.O.M. 940026 I 1 – MLPS DD 221/III 98 e DD 246/III/98.Progettazione dei materiali didattici e redazione dei testi: Alberto Pedrazzoli.Coordinamento editoriale: Giovanni Carapella, Alberto Pedrazzoli, Rossella Martino.Tutti i materiali didattici per operai e impiegati sono stati raccolti anche in CD-ROM.

Formazione per l’apprendistato. Progetto sperimentale per l’industria delle costruzioni. Materiali, Sapere 2000 edizioni multimediali, 1998.Il progetto sperimentale di Formazione per l’Apprendistato è stato elaborato dal FORMEDIL a partire dalle ricerche sviluppate nell’ambito del progetto pilota Leonardo da Vinci n. 1/96/1/15/PI/I.1.1.a/FPI, E.QU.I.P.E., Elevare la qualità degli inserimenti professionali in edilizia. Al progetto E.QU.I.P.E. partecipano le Scuole Edili Fondazione Edilscuola Verona, ESEM Milano, Esmea Udine, la Provincia autonoma di Bolzano, il CCCA-BTP (F) e la LEHRBAUHO (A).Il volume è stato redatto a cura di Giovanni Carapella, Rossella Martino, Alberto Pedrazzoli, Claudio Tombari.

Formazione professionale nell’industria delle costruzioni. Rapporto 1992, Sapere 2000, 1993. Realizzato dal FORMEDIL con la collaborazione della Soc. ECOSFERA, con il contributo del Progetto Finalizzato Edilizia CNR – sottoprogetto 3.

Guida Scambi e Gemellaggi / Guia Intercambios y Hermanamientos / Giude Echanges et Jumelages / Gids uitwisseling en Jumelages, Sapere 2000, 1996. A cura di Giovanni Carapella, Mario Giolito, Rossella Martino. Guida per gli scambi e per i gemellaggi che contiene le schede di tutti i centri di formazione interessati e disponibili a tale attività. Partecipano FORMEDIL, Institut Gaudí de la Construcció, CCCA-BTP, Stichting Vakopleiding Bouwbedrijf.

I giovani e l’edilizia. Il progetto sperimentale di formazione per l’apprendistato. Atti del seminario di Bologna – SAIE 2000, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2001. A cura di Giovanni Carapella.Volume realizzato con il finanziamento del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e con il contributo del Fondo Sociale Europeo.

I giovani e l’edilizia. Scelte e comportamenti nell’ambito dell’apprendistato, Edilstampa, 2001.A cura di Alfredo Martini e Rossella Martino.Volume realizzato con il finanziamento del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale.

Il Dialogo Sociale nel Settore delle Costruzioni e la Formazione Professionale Continua. Materiali per la formazione continua, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2002. A cura di Giovanni Carapella e Rossella Martino. Volume realizzato con il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.Al progetto hanno partecipato: E.S.E.M. Ente Scuola Edile Milanese, CEFME Centro di Formazione delle Maestranze Edili di Roma, PANORMEDIL Ente Scuola Edile della Provincia di Palermo.

Il materiale lapideo in edilizia. Album di disegno tecnico. Guida alla lettura, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2000. Materiale didattico realizzato da E.L.S.E. – Ente Livornese Scuola Edile in collaborazione con FORMEDIL nell’ambito del progetto Youthstart n. 1163/E’’/Y/M – Start.Ed Multiskills II. Testi e disegni di Fabrizio Leoncini.

Il posatore di piastrelle di ceramica; evoluzione professionale e formazione continua, Sapere 2000, 1993.Con Assopiastrelle. La ricerca è stata realizzata dal Consorzio PROGETTO POSA nell’ambito del programma comunitario FORCE, Formazione continua in Europa. All’attività di ricerca hanno preso parte in qualità di partner l’E.U.F (Federazione europea delle associazioni dei posatori) e le Scuole Edili di Cagliari (E.S.I.E.A.), Modena (I.I.P.L.E.), Roma (CE.F.M.E.), Torino (C.I.P.E.-T.).

Il rapporto Formedil sul progetto sicurezza ed interculturalità. Un’esperienza di Formazione continua, 2006. Volume realizzato con il contributo di Fondimpresa. Il rapporto è stato redatto da Maria Grazia Accorsi,Claudio Cigarini, Maurizio Fanzini, Marco Golato, Giusi Miccoli e Rossella Martino (referente di programma).

Informazione e formazione per la sicurezza in edilizia. Linee guida, 1995. Pubblicazione realizzata con il contributo dell’Anno Europeo della sicurezza, dell’igiene e della salute sul luogo di lavoro.

L’ABC dell’edilizia. Corso di lingua italiana per i lavoratori stranieri del settore delle costruzioni, Sapere 2000, s.a. A cura di Paola Iannucci e Lucia Livatino. Il volume è un sussidio didattico per l’alfabetizzazione linguistico tecnica dei lavoratori stranieri, realizzato dal FORMEDIL a partire da prototipi prodotti nell’ambito del progetto di ricerca e sperimentazione “Predisposizione di percorsi formativi, materiali e iniziative di formazione rivolte a lavoratori extracomunitari da inserire nel settore delle costruzioni” finanziata dal Ministero del Lavoro, ai sensi sella Legge 21/12/1978 n. 845 art. 8 lett. F, DM 32/91.Il progetto di ricerca ha esaminato i fabbisogni di formazione linguistica dei lavoratori stranieri nel settore edile

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

sulla base di un’analisi di un campione reale di utenti, e di concrete esperienze corsuali realizzate dalle Scuole Edili di: Ancona, Bergamo, Bologna, Como, Cuneo, Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Lecco, Livorno, Modena, Milano, Parma, Pavia, Perugia, Pordenone, Potenza, Ravenna, Roma, Rimini, Torino, Verona. Il progetto di ricerca è stato condotto da un gruppo di lavoro composto da: Giovanni Carapella (coordinatore), Luisa Benati, Sergio Bonetti, Riccardo Girardi, Paolo Iannucci, Lucia Livatino, Claudio Tombari, Maurizio Zerbini. Il volume è completato da una Guida per i docenti.

La formation et les entreprises de la construction. Reussir la Formation en Situation de Travail. VIIéme Rencontres de RE.FORM.E. Lisboa – 26-27 septembre 2003, s.i.t. Il progetto è stato finanziato con il sostegno della Comunità Europea. Programma Leonardo da Vinci. FORMEDIL, CCCA-BTP, BZB, Fundacion Laboral de la Construction, Istitute Gaudí de la construcció, Formation PME, Cenfic, FLC, Les Compagnons du Tour de France.

La formazione in edilizia e i cambiamenti del mercato del lavoro. Rapporto FORMEDIL 2004, Sapere 2000 Edizioni multimediali, 2006.

La formazione professionale in edilizia. Rapporto Formedil 2002, Sapere 2000 Edizioni multimediali, 2003.In appendice: Scenari e prospettive dell’industria delle costruzioni: mercati, occupazione e formazione. Un contributo di analisi sul settore a cura di CRESME.

La posa di qualità. Materiali per la formazione continua dei posatori di piastrelle di ceramica, Sapere 2000, 1995. Con Assopiastrelle. I materiali didattici sono stati realizzati nell’ambito del Programma FORCE progetto pilota n. 1/92/1,2/1082/P-FPC. A cura di Giovanni Carapella, Alberto Sassetti, Giorgio Timellini. Ideazione del prototipo ed elaborazione dei contenuti tematici: Giovanni Carapella, Bruno Florio, Giorgio Marini, Alberto Pedrazzoli, Alberto Sassetti, Giorgio Timellini.

L’atlante dell’edilizia, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2006. I sussidi didattici per l’alfabetizzazione linguistico tecnica dei lavoratori stranieri sono stati realizzati dal FORMEDIL a partire da prototipi prodotti nell’ambito del progetto di ricerca e sperimentazione “Predisposizione di percorsi formativi, materiali e iniziative di formazione rivolte a lavoratori extracomunitari da inserire nel settore delle costruzioni” finanziata dal Ministero del Lavoro, ai sensi sella Legge 21/12/1978 n. 845 art. 8 lett. F, DM 32/91. Il progetto di ricerca ha esaminato i fabbisogni di formazione linguistica dei lavoratori stranieri nel settore edile sulla base di un’analisi di un campione reale di utenti, e di concrete esperienze corsuali realizzate dalle Scuole Edili di: Ancona, Bergamo, Bologna, Como, Cuneo, Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Lecco, Livorno, Modena, Milano, Parma, Pavia, Perugia, Pordenone, Potenza, Ravenna, Roma, Rimini, Torino, Verona.Il progetto di ricerca è stato condotto da un gruppo di lavoro composto da: Giovanni Carapella (coordinatore), Luisa Benati, Sergio Bonetti, Riccardo Girardi, Paolo Iannucci, Lucia Livatino, Claudio Tombari, Maurizio Zerbini. Il volume è stato redatto a cura di Luisa Benati.

Lavorare in sicurezza. Materiali per la formazione continua in edilizia, Sapere 2000 edizioni multimediali, s.a. Con sussidi audiovisivi.Materiale didattico realizzato nell’ambito del programma FORCE progetto pilota n. 1/91/12/260/P-FPC. La pubblicazione è stata prodotta a cura del C.T.P. di Roma e provincia. Testi e fotografie: R. Anerdi, A. Pedrazzoli, D. Tognon, C. Tombari.

Le strade del costruireLibretto realizzato dal Formedil nell’ambito del progetto F.S.E. “Percorsi formativi per favorire l’ingresso dei giovani in edilizia” indirizzato agli studenti della scuola media inferiore.

L’industria delle costruzioni. Materiali per l’orientamento Guida al settore delle costruzioni elaborata da Formedil in collaborazione con l’ISFOL e il Ministero del Lavoro nell’ambito del programma comunitario PETRA, progetto Orientamento e Professioni. Promotori: Isfol, Ministero del lavoro, Ministero della Pubblica Istruzione, Coordinamento delle Regioni, Confindustria, Cgil-Cisl-Uil, Formedil.Partners internazionali di Belgio, Francia, Spagna, Portogallo.

Patentino per perforatore – kit della formazione per operatori di macchine complesse – Grande e piccolo diametro, 2009 Curato da Formedil e Aif – Rossella Martino, Daniele Verdesca , Alberto Pedrazzoli e supporto delle Scuole Edili di Belluno e Parma. Con Dvd video – La Pouce – Grafica Meacom.

Piastrelle di ceramica. Tecniche di posa a regola d’arte, Sapere 2000, 1993. Con Assopiastrelle. Il manuale è stato redatto da un gruppo di lavoro formato da ECO CONSULT Srl di Roma e coordinato da Alfredo Martini e Alberto Sassetti. Il volume nasce nell’ambito del Progetto POSA. Il Progetto, nato nel 1991 dalla collaborazione tra Assopiastrelle e Formedil, promuove la formazione di giovani in cerca di prima occupazione e la riqualificazione di maestranze già attive in edilizia per la posa di piastrelle in ceramica. Il Progetto opera tramite le Scuole Edili, rete consolidata di strutture didattiche distribuite in modo capillare su tutto il territorio nazionale.

Più Sistema per la Formazione Edile. Riunione nazionale delle Scuole Edili. Roma 11 dicembre 2003, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2004.

Rapporto FORMEDIL 2005-2006. Analisi delle attività formative realizzate dalle Scuole Edili, Il Sole 24 ore, 2007. Redatto da Rossella Martino e Daniele Verdesca; hanno collaborato alla stesura Germana Cristiano, Marco Golato, Antonella Linari.

Rapporto FORMEDIL 2005-2006. Sintesi dell’indagine sul sistema delle Scuole Edili in Italia, 2007. Redatto da Rossella Martino e Daniele Verdesca; hanno collaborato alla stesura Germana Cristiano, Marco Golato, Antonella Linari.

Rapporto FORMEDIL 2009. Analisi attività formative del sistema Formedil del 2008, Maggioli Editore, 2009.A cura di Daniele Verdesca con la collaborazione di Stretegie & Comunicazione, Sicurezza in edilizia. Guida informativa al decreto legislativo 626/94 (aggiornata al 31 gennaio 2003), Sapere 2000 edizioni multimediali, 2003.A cura di G. Di Camillo, Raffaele Rizzacasa, Giovanni Carapella.

Sicurezza nei cantieri edili. Guida informativa ai decreti legislativi 494/96 e 528/99, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2004. A cura di G. Di Camillo, Raffaele Rizzacasa, Giovanni Carapella.

Sicurezza in edilizia. Guida informativa al decreto legislativo 626/94 (aggiornata al 31 gennaio 2003), Sapere 2000 edizioni multimediali, 2003. Con CD-ROM. A cura di G. Di Camillo, Raffaele Rizzacasa, Giovanni Carapella.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

Sicurezza nei cantieri edili. Guida informativa ai decreti legislativi 494/96 e 528/99, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2004. Con CD-ROM.A cura di G. Di Camillo, Raffaele Rizzacasa, Giovanni Carapella.

Tecniche di posa del marmo, Sapere 2000 edizioni multimediali, 2001. Con CD-ROMRealizzato insieme alla Scuola Edile di Massa Carrara. A cura di Michele Di Sivo. In collaborazione con Commissione Europea Direzione Generale dell’Occupazione delle Relazioni Industriali e degli Affari Sociali, Ministero del Welfare, Lavoro e Politiche Sociali, Youthstart n. 1163/E2/Y/M, START.ED. multiskill.

Vademecum del tutor aziendale nel settore dell’edilizia. Guida pratica, Sapere 2000 edizioni multimediali, s.a. Coordinamento redazionale Giovanni Carapella e Mario Bertoli; testi a cura di Maria Giovanna Papucci e Maria Giuliana Pimpiani, Gruppo Progetto Ente Scuola Edile Livornese),

Massimo Angeleri, già responsabile della linea “Rapporti sindacali” dell’ANCE, è stato per molti anni consigliere di amministrazione del Formedil. Oggi è consulente della Commissione Nazionale Casse Edili (CNCE). Intervistato a Roma il 1 Aprile 2010.

Luigi Aprile è l’attuale direttore della Scuola Edile di Bari. Intervistato a Bari il 13 Maggio 2010.

Sergio Baroni è stato direttore didattico della Scuola Edile di Milano. Intervistato a Milano il 18 Maggio 2010.

Mario Bertoli ha diretto a lungo la Scuola Edile di Livorno. Oggi collabora con l’ANCE Livorno. Intervistato a Roma il 23 Giugno 2010.

Luigi Bindi è stato il primo direttore della Scuola Edile di Bari. Intervistato a Bari il 13 Maggio 2010.

Raffaello Borghi, architetto di formazione e costruttore edile di mestiere è attualmente docente di Sicurezza sul luogo di lavoro presso il Politecnico di Milano e Presidente dell’Istituto Tecnico Industriale Edile Carlo Bazzi di Milano. Ha costituito il primo CPT milanese e lo ha diretto per 20 anni. Intervistato a Milano il 20 Aprile 2010.

Alessandro Brasso è l’attuale direttore della Scuola Edile di Torino. Intervistato a Torino il 19 Maggio 2010.

Vittorio Bussi è attualmente Preside dell’Istituto Tecnico Industriale Edile Carlo Bazzi di Milano. Intervistato a Milano il 20 Aprile 2010.

Massimo Calzoni è l’attuale Presidente del Formedil. Intervistato a Roma il 16 giugno 2010.

Paola Cambiago è l’attuale direttore della Scuola Edile di Como. Intervistata a Roma il 13 Aprile 2010.

Giovanni Carapella architetto è stato direttore del Formedil dal 1990 al 2005. Dal 2005 al 2010 è stato prima Consigliere del Comune di Roma e poi della Regione Lazio. Intervistato a Roma il 25 Maggio 2010.

Pietro Castelli imprenditore edile, è stato consigliere di amministrazione del Formedil negli anni Ottanta. Intervistato a Milano l’11 Giugno 2010.

Agatino Costantino ha ricoperto dal 1983 al 1998 l’incarico di Presidente della Scuola Edile di Catania. Consigliere di amministrazione del Formedil negli anni Novanta. Intervistato a Roma il 27 Maggio 2010.

Diego Cuzzani, imprenditore edile, è stato per molti anni Presidente del Collegio Costruttori di Bologna, e poi

Profili biografici degli intervistati

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La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Appendice

dell’Associazione Industriali. Dal 1993 al 2008 è stato Presidente della Scuola Edile di Bologna. Intervistato a Bologna il 28 Maggio 2010.

Franco Donati è l’attuale Presidente del Formedil Lombardia. Già Presidente della Scuola Edile di Brescia. Intervistato a Milano il 20 Aprile 2010.

Bruno Ferrari è stato direttore della Scuola Edile di Firenze dal 1981 alla metà degli anni Duemila. Intervistato a Roma il 13 Giugno 2010.

Alberto Franchin è stato Presidente della Scuola Edile di Venezia negli anni Ottanta. Intervistato a Mestre il 3 Maggio 2010.

Mario Gaiani è l’attuale direttore della Scuola Edile di Bologna. Intervistato a Bologna il 28 Maggio 2010.

Marco Giolito è stato dal 1960 fino al pensionamento funzionario e poi dirigente del Collegio costruttori di Torino, per molti anni si è occupato anche di formazione professionale seguendo la nascita e la crescita dell’Ente bilaterale. Intervistato a Torino il 19 Maggio 2010.

Claudio Gombia è stato Presidente del Formedil dal 1999 al 2002. Intervistato a Torino il 19 Maggio 2010.

Giancarlo Gonnet è stato Presidente del Formedil dal 1992 al 1999. Intervistato a Torino il 19 Maggio 2010.

Luigi Grignolio è stato Presidente del Formedil dal 2002 al 2007. Intervistato a Torino il 19 Maggio 2010.

Franco Gullo, Segretario della FENEAL UIL, è attualmente Vicepresidente del Formedil, secondo mandato dopo quello ricoperto nel 2003 – 2004. Già nel CdA della Scuola Edile di Milano e poi del Formedil nazionale, della CNCE e del CPT di cui è stato anche Vicepresidente. Intervistato a Roma il 13 Aprile 2010.

Giuliano Licini è stato direttore della Scuola Edile di Belluno dalla metà degli anni Cinquanta fino all’inizio degli anni Ottanta. Intervistato a Belluno il 4 Maggio 2010.

Mauro Livi già nel CdA della Cassa Edile di Firenze, ha ricoperto la carica di Vicepresidente Formedil Nazionale nei primi anni Duemila. Intervistato a Roma il 22 Aprile 2010.

Giancarlo Lo Curzio, è l’attuale direttore della Scuola Edile di Palermo. Intervistato a Roma l’8 Aprile 2010.

Mauro Macchiesi, Segretario nazionale della FILLEA CGIL, è stato a lungo nel consiglio di amministrazione del Formedil, rivestendovi la carica di Vicepresidente tra il 2007 e il 2008. Intervistato a Roma il 13 Aprile 2010.

Rossella Martino, già funzionaria ANCE con l’incarico specifico di seguire la formazione professionale, dal 2005 ricopre il ruolo di Condirettore del Formedil. Intervistata a Roma il 25 Maggio 2010.

Michele Matarrese, imprenditore edile, è fin dalla fondazione Presidente della Scuola Edile di Bari. Intervistato a Bari il 13 Maggio 2010.

Emilio Melgara è Presidente della Scuola Edile di Torino. Intervistato a Torino il 19 Maggio 2010.

Mauro Miracapillo già Segretario nazionale della FILCA CISL, ha fatto parte del CdA Formedil tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Attualmente è direttore della CNCE. Intervistato a Roma il 29 Aprile 2010.

Tullio Monticelli, già Presidente della Scuola Edile di Milano, è stato Presidente del Formedil dal 1980 al 1984. Intervistato a Milano il 18 Maggio 2010.

Giuseppe Moscuzza, già Vicepresidente della Scuola Edile di Palermo e poi segretario nazionale della FILCA CISL, è stato Vicepresidente del Formedil nel biennio 2008 – 2009. Intervistato a Roma il 1 Aprile 2010.

Annarita Negroni è l’attuale direttore del FORMEDIL Emilia Romagna. Intervistata a Bologna il 9 Aprile 2010.

Alessandro Nicoletti è stato direttore dell’Associazione dei Costruttori edili di Venezia da metà degli anni Sessanta agli anni Novanta. Intervistato a Venezia il 3 Maggio 2010.

Vito Panzarella è Segretario nazionale della FENEAL UIL, già Vicepresidente della Scuola Edile di Milano. Intervistato a Milano l’11 Giugno 2010.

Giuseppe Patrone dagli anni Sessanta fino al pensionamento ha svolto attività di istruttore presso la Scuola Edile di Genova. Ha ottenuto l’onorificenza di Maestro del Lavoro. Intervistato a Genova il 20 Maggio 2010.

Diego Pelizza è stato Presidente del Formedil Nazionale dal 1984 al 1992. Intervistato ad Ancona il 7 Maggio 2010.

Enzo Picollo, è stato direttore della Scuola Edile di Genova dal 1979 al 1999. Intervistato a Genova il 20 Maggio 2010.

Stelio Ricciardi già direttore generale dell’ANCE nella prima metà degli anni Ottanta, poi vicedirettore con delega ai Rapporti Sindacali. Per lungo tempo è stato consigliere di amministrazione del Formedil. Intervistato a Roma il 12 Maggio 2010.

Raffaele Rizzacasa, segretario nazionale della FENEAL UIL, è stato Vicepresidente del Formedil dal 1989 al 1995. Intervistato a Roma il 13 Aprile 2010.

Gian Mario Santini, allievo della Scuola Edile di Milano, segretario regionale della FILLEA CGIL Lombardia e componente del CdA del Formedil nel corso degli anni Ottanta. Intervistato a Roma il 30 Giugno 2010.

Fernando Santucci è l’attuale direttore della Scuola Edile di Roma. Intervistato a Pomezia (Rm) il 27 Maggio 2010.

Claudio Tombari già operatore della Scuola Edile di Milano, dal 1989 al 2008 è stato direttore della Scuola Edile di Verona. Attualmente è consulente Formedil. Intervistato a Roma il 24 Maggio 2010.

Riccardo Varanini, già segretario nazionale della FILLEA CGIL, per lungo tempo consigliere di amministrazione del Formedil, ne è stato il Vicepresidente dal 1995 al 2000. Intervistato a Roma il 13 Aprile 2010.

Daniele Verdesca è stato direttore del Formedil dal 2005 al 2010. Intervistato a Roma il 16 Giugno 2010.

Orlando Vitolo è l’attuale direttore della Scuola Edile di Salerno. Intervistato a Roma il 13 Aprile 2010.

La chiave di volta. Lavoro, imprese e professionalità. Per una storia del sistema bilaterale della formazione edile

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Credits fotografici

Credits fotografici

Le foto inserite in questo volume ci sono state fornite dal Formedil e dalle Scuole Edili che fanno parte del Sistema che ad esso fa capo. Nella sezione Le Scuole Edili si raccontano, ciascuna scheda è accompagnata da una foto della Scuola a cui è dedicata. Le riproduzioni dei disegni, delle tavole e degli strumenti di lavoro dell’Istituto Bazzi sono state realizzate da Federico Ambrosi (pp. 17, 22, 23, 24, 25, 28, 29, 31). Giuseppe Patrone ha fornito la foto di pagina 68 e Enzo Picollo quella di pag. 54. Per tutte le altre foto inserite nel volume ringraziamo in particolare:

Formedil: pp. 117, 149, 158, 159.

Scuola Edile di Alessandria: p. 8.

Scuola Edile di Bari: p. 91.

Scuola Edile di Belluno: pp. 64, 72, 78, 79, 83.

Scuola Edile di Bergamo: pp. 160-161.

Scuola Edile di Bologna: pp. 10-11, 76, 77, 104-105, 109.

Scuola Edile di Caltanissetta: p. 169.

Scuola Edile di Catania: pp. 192, 193.

Scuola Edile di Chieti: p. 168.

Scuola Edile di Cosenza: p. 188.

Scuola Edile di Genova: pp. 42-43, 54.

Scuola Edile di Livorno: p. 189.

Scuola Edile di Mantova: pp. 60, 194, 197.

Scuola Edile di Padova: pp. 45, 106-107.

Scuola Edile di Perugia: pp. 151, 176.

Scuola Edile di Pescara: pp. 296-297.

Scuola Edile di Pistoia: pp. 40-41.

Scuola Edile di Terni: pp. 34, 38, 39.

Scuola Edile di Torino: pp. 190-191.

Scuola Edile di Vercelli: p. 195.

In conclusione di questo volume vorremmo ringraziare tutti i direttori delle Scuole Edili e tutti i funzionari che ci hanno messo a disposizione i loro preziosi materiali documentari e fotografici. Un ringraziamento particolare per la disponibilità e la generosità va a tutti gli intervistati che hanno condiviso con noi ricordi, riflessioni ed analisi, che hanno dato linfa a questo lavoro. Un grazie sincero anche a quanti hanno, a vario titolo, messo a nostra

disposizione le proprie competenze e conoscenze: Pino Acquafredda, Federico Ambrosi, Lorenzo Bellicini, Vittorio Bussi, Marcello Cruciani, Antonio Montefusco, Emanuela Oldani, Gianni Senatore, Nicola Sette, Claudio Tombari. Un ringraziamento va anche alle collaboratrici di Strategie & Comunicazione che ci hanno supportato nel lavoro e alla grafica Aurora Milazzo. Infine, ma non da ultimo, un ringraziamento sincero ai direttori, al condirettore e a tutto il personale del Formedil per la continuità con cui hanno supportato il nostro lavoro

I curatori Alfredo Martini e Federica Paoli

Finito di stampare nel mese di Settembre 2010