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Voluntary Disclosure
Le modalità di ricostruzione dei redditi derivanti dalle attività
detenute all’estero
Andrea Tavecchio – Massimo Caldara
Convegno Paradigma – Milano 2 febbraio 2015
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Dottori Commercialisti - Revisori Contabili
Disclaimer
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Dopo la mancata conversione dell’art. 1 del Dl n. 4 del 28 gennaio 2014, la procedura di cd. voluntary
disclosure è stata definitivamente introdotta dalla legge n. 186 del 15 dicembre 2014 (pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 292 del 17 dicembre 2014, e in vigore dal 01.01.2015), con possibilità di attivazione
fino al 30.09.2015 relativamente a violazioni commesse fino al 31.12.2013.
In data 30 gennaio 2015 è stato pubblicato il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n.
2015/13193 unitamente al modello per la richiesta di accesso alla procedura e alle relative istruzioni.
Al momento della stesura della presente relazione, non è stata invece ancora emanata la circolare
dell’Agenzia delle Entrate: le considerazioni espresse nel seguito si basano pertanto sull’esperienza delle
istanze definite in base alla precedente procedura ex art. 1 del Dl n. 4 del 28 gennaio 2014.
2
Indice
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Ricostruzione degli investimenti e delle attività finanziarie estere
Ricostruzione dei redditi derivanti dalle attività estere
Minusvalenze e crediti per imposte pagate all’estero
L’opzione per la determinazione forfettaria dei rendimenti
Le imposte di natura patrimoniale: IVIE e IVAFE
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Premessa
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Secondo il Provvedimento n. 2015/13193, l’istanza di voluntary disclosure è condizionata dalla :
spontanea, consapevole e autonoma istanza del richiedente all’ammissione alla procedura;
completezza di tutti i fatti e di tutti i documenti, per tutti i periodi d’imposta accertabili,
relativamente alla violazione degli obblighi di monitoraggio fiscale e degli obblighi dichiarativi ai
fini delle imposte dirette e dell’Iva , e di quelli previsti a carico dei sostituti d’imposta;
veridicità e tempestività dei documenti e delle dichiarazioni rese dai soggetti interessati.
Visto che la trasmissione ed esibizione di atti o documenti falsi, in tutto o in parte, è punito con
la reclusione da 1 e 6 mesi a 6 anni, è estremamente importante che, prima di iniziare la ricostruzione
dei redditi, il professionista incaricato proceda ad un inventario delle attività estere detenute, direttamente
o indirettamente, dal contribuente.
Una volta individuato il perimetro oggettivo della voluntary disclosure è indispensabile risalire alla genesi del
patrimonio per verificare se ricada in una fattispecie di reddito imponibile in un anno ancora accertabile.
Solo dopo questi due necessari passaggi risulterà utile dedicarsi all’attività di ricostruzione dei redditi
derivanti dalle attività detenute all’estero.
4
Ricostruzione degli investimenti e delle attività finanziarie estere
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Le attività estere comunemente detenute dai contribuenti e che avrebbero dobuto essere indicate nel quadro
RW, sono le seguenti:
Dossier titoli / Conti correnti;
Preziosi conservati in Cassette di sicurezza;
Partecipazioni in società estere;
Immobili;
Piani di Stock Option;
Piani di previdenza.
A tal fine è necessario che il contribuente fornisca al professionista la necessaria documentazione per
procedere alla compilazione della relazione da accompagnare all’istanza, quale, ad esempio:
Documentazione bancaria (estratti conto, situazioni patrimoniali, contabili, certificato di apertura
conto, avente diritto economico, procuratori, etc etc);
Inventari di apertura cassette di sicurezza; elenco accessi;
Documentazione societaria (atto costitutivo, iscrizione a registri imprese, bilanci, etc );
Atti di provenienza degli immobili, contratti di affitto, contratti con agenzie immobiliari, etc;
Regolamenti ed estratti conto di Piani di Stock Option e Piani di previdenza.
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Casi di interposizione
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Le attività estere possono essere state detenute dai contribuenti sia direttamente sia tramite strutture
interposte, le più comuni delle quali sono:
Polizze estere
Trust, Fondazioni ecc.
Società “schermo” (es. panamensi utilizzate per eludere euroritenuta).
Con riferimento a tali circostanze, è opportuno che il professionista acquisisca la documentazione da cui si
evinca che il contribuente è il titolare effettivo delle attività detenute indirettamente.
Mentre nel caso di polizze estere di cui non è riconosciuta la natura di prodotto assicurativo e in quello di
società schermo è consigliabile la rimozione dell’interposizione, il caso di Trust e Fondazioni, o di altri istituti
giuridici esteri che potrebbero consentire un efficace passaggio generazionale o semplicemente una migliore
amministrazione dei beni, andrà valutata caso per caso, non confondendo l’aspetto fiscale (interposizione)
con quello giuridico (segregazione). Da non confondere con l’interposizione fittizia è infine il caso dei Trust
(o entità analoghe) esteri trasparenti per i quali la L. 97/2013 ha introdotto l’obbligo di compilare il quadro
RW in capo ai beneficiari che ne risultino “titolari effettivi” secondo la definizione della Legge antiriciclaggio.
6
Genesi del patrimonio
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Per determinare il costo della Voluntary Disclosure, ma soprattutto al fine di superare la presunzione di
costituzione di attività detenute in Paesi Black List con redditi sottratti a tassazione (art. 12 Dl 78/2009), è
necessario dimostrare le modalità di formazione del patrimonio, la cui origine potrebbe risalire a:
successione e donazione (NB: requisito territorialità);
reddito esente (es. cessione bene immobile dopo cinque anni)
reddito costituito in anni di residenza estera;
attività oggetto di precedenti emersioni (es. scudo fiscale-ter).
Sebbene la norma sulla voluntary disclosure non contempli espressamente le imposte di successione e
donazione, nel primo caso, assai frequente nella pratica, è opportuno verificare se siano spirati i termini di
accertamento in quanto, in caso contrario, l’Ufficio potrebbe procedere ad una liquidazione della relativa
imposta e delle conseguenti sanzioni. Qualora i termini non siano ancora spirati, si dovrà valutare l’ipotesi di
avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso.
Qualora l’attività detenuta all’estero sia stata invece formata con reddito sottratto a tassazione , il costo della
procedura lieviterà in modo consistente a seconda che non siano o siano spirati i termini di accertamento.
7
Genesi del patrimonio – successione (istanza presentata il 02.02.2015)
TAVECCHIO & ASSOCIATI 8
* Il termine di decadenza di 5 anni decorre dalla scadenza della presentazione della dichiarazione, ossia 12 mesi dall’apertura della successione
**Il tema delle sanzioni è oggetto di altri interventi ai quali si rimanda per approfondimenti.
Dichiarazione di
successione
Omessa (*)
Successione
aperta sino al
02.02.2009
Successione aperta dal
03.02.2009
Entro franchigia
1 /0,1 ml
Oltre franchigia
1 /0,1 ml
Nulla dovuto 4%/6%/8%
+ sanzioni **
Infedele/Incompleta
Imposta
pagata entro
02.02.2013
Nulla dovuto
Imposta non
(ancora)
pagata
Pagina
successiva
Successione – termini accertamento infedele dichiarazione
TAVECCHIO & ASSOCIATI 9
Apertura
successione
T0
Presentazione dichiarazione
T1 = T0 + 12 mesi
Liquidazione
imposta
T2 = T1 + 3 anni
Pagamento
imposta
T3 = T2 + 60 giorni
Avviso
rettifica
T4 = T3 + 2 anni
Genesi del patrimonio – donazione (istanza presentata il 02.02.2015)
TAVECCHIO & ASSOCIATI 10
* Per l’accertamento delle liberalità indirette si rinvia all’art. 56-bis del TUS
** Il termine di decadenza di 5 anni decorre dalla scadenza della registrazione dell’atto (trascorsi 30 giorni dalla sua stipula)
*** Il tema delle sanzioni è oggetto di altri interventi ai quali si rimanda per approfondimenti
Donazione /
Liberalità indiretta*
entro il
03.01.2010**
Nulla dovuto
dal 03.01.2010
Entro
franchigia
1 / 0,1 ml
Nulla dovuto
Oltre
franchigia
1 / 0,1 ml
4%/6%/8%
+ sanzioni ***
Genesi del patrimonio: reddito evaso (istanza presentata nel 2015)
TAVECCHIO & ASSOCIATI 11
Per i redditi prodotti all’estero è previsto l’aumento di 1/3 delle sanzioni.
NB: Non è considerato il raddoppio dei termini per il superamento delle soglie penali: si rinvia agli interventi degli altri relatori per maggiori dettagli.
Attività occultate
in Paese estero
White list /
Black List
collaborativo
Ante 2009/2010
(omessa/infedele)
dichiarazione
Nulla dovuto
Dal 2009/2010
(omessa/infedele)
dichiarazione
Tassazione marginale
+ sanzioni
100% /120%
Black List
Ante 2004/2006
(omessa/infedele)
dichiarazione
Nulla dovuto
Dal 2004/2006
(omessa/infedele)
dichiarazione
Tassazione marginale +
sanzioni (100%/120% fino
al 2007; poi 200% / 240% )
Indice
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Ricostruzione degli investimenti e delle attività finanziarie estere
Ricostruzione dei redditi derivanti dalle attività estere
Minusvalenze e crediti per imposte pagate all’estero
L’opzione per la determinazione forfettaria dei rendimenti
Le imposte di natura patrimoniale: IVIE e IVAFE
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Ricostruzione dei redditi derivanti dalle attività estere
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Dalle attività estere oggetto di voluntary disclosure derivano per lo più redditi di natura finanziaria, identificabili
in funzione del tipo di investimento, e classificabili nelle seguenti principali categorie omogenee
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TIPOLOGIE RIFERIMENTI NORMATIVI
TITOLI ATIPICI Art. 5 e ss. Dl. 512 del 1983
AZIONI, QUOTE DI SOCIETA’ E STRUMENTI FINANZIARI
SIMILARI
Art. 44, comma 1, lettera e) e comma 2, lettera a) del Tuir; art. 27,
Dpr. 600/73
CONTI CORRENTI E DEPOSITI E DEPOSITI FIDUCIARI Art. 44, comma 1, lettera a) del Tuir; art. 26, comma 2, Dpr. 600/73
STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI Art. 67, comma 1, lettera c quater) del Tuir
FONDI COMUNI DIVERSI DA QUELLI ISTITUITI NELLA UE O
IN STATI SEE WHITE LIST CON GESTORI VIGILATI
Art. 44, comma 1 lettera g del Tuir e art. 10 ter comma 6 della legge
77 del 1983
METALLI PREZIOSI ALLO STATO GREZZO O MONETATO Art. 67, comma 1, lettera c ter) del Tuir
TITOLI DI STATO ITALIANI O ESTERI E ASSIMILATI;
RELATIVI PCT O PRESTITO TITOLI
Articolo 44, comma 1, lettera b) del Tuir; D. Lgs. 239 del 1996 e
articolo 2, comma 7, Dl.138 del 2011; art. 26, Dpr 600/73
TITOLI OBBLIGAZIONARI E ASSIMILATI DIVERSI DA QUELLI
PUBBLICI; REALTIVI PCT O PRESTITO TITOLI
Art. 44, comma 1, lettera b) del Tuir; D. Lgs. 239 del 1996; art. 26,
Dpr 600/73
Redditi da attività finanziarie estere – Ricostruzione analitica
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Dai suddetti strumenti derivano– come noto – redditi di capitale e redditi diversi.
A differenza di quanto avviene nell'ambito dei redditi diversi, per i redditi di capitale rilevano esclusivamente i
differenziali positivi, senza alcuna deduzione. Ciò significa che eventuali minusvalori delle somme percepite
rispetto ai costi sostenuti non sono deducibili nel periodo d'imposta in cui essi emergono.
Ai sensi dell’art. 18 del TUIR (cd. “tassazione separata”), i redditi di capitale corrisposti da soggetti non
residenti a soggetti residenti nei cui confronti in Italia si applica la ritenuta a titolo di imposta o l'imposta
sostitutiva di cui all'articolo 2, comma 1-bis, del decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239, sono soggetti ad
imposizione sostitutiva delle imposte sui redditi con la stessa aliquota della ritenuta a titolo d'imposta.
Il contribuente ha la facoltà di non avvalersi del regime di imposizione sostitutiva (tranne nel caso di dividendi
da partecipazioni non qualificate - non Black List – e di interessi provenienti da obbligazioni e titoli similari
che rientrano nell’ambito del D.Lgs. 239/1996 per i quali il regime sostitutivo è obbligatorio): in tal caso
compete il credito d'imposta per i redditi prodotti all'estero.
Nella maggior parte dei casi, l’imposizione sostitutiva risulta più favorevole sia per le aliquote inferiori a quelle
progressive IRPEF (cfr. slides successive; dal 01.07.2014 – quindi per il periodo post voluntary disclosure –
l’aliquota del 20% è stata innalzata al 26%) sia per le oggettive incertezze legate alla possibilità di usufruire del
credito per imposte estere in caso di opzione per la tassazione ordinaria (cfr. Slide 21).
14
Redditi di capitale – azioni (dividendi)
TAVECCHIO & ASSOCIATI 15
TIPOLOGIE Aliquota vigente fino al
31.12.2011
Aliquota vigente dal
01.01.2012 al 30.06.2014
Azioni (e Quote) relative a partecipazioni non qualificate
NO paradisi fiscali
12,5%
20%
Azioni (e Quote) relative a partecipazioni qualificate emesse
NO paradisi fiscali
49,72% per aliquota
marginale IRPEF
49,72% per aliquota
marginale IRPEF
Azioni estere relative a partecipazioni non qualificate
QUOTATE in mercati regolamentati => paradisi fiscali
12,5%
20%
Azioni estere relative a partecipazioni qualificate o non
qualificate NON QUOTATE in mercati regolamentati =>
paradisi fiscali
100% per aliquota marginale
IRPEF
100% per aliquota marginale
IRPEF
Redditi di capitale – obbligazioni e titoli similari (interessi)
TAVECCHIO & ASSOCIATI 16
TIPOLOGIE Aliquota vigente fino al 31.12.2011 Aliquota vigente dal 01.01.2012 al 30.06.2014
Titoli pubblici italiani ed equiparati 12,50% se durata > 18 mesi
27% se durata inferiore
12,50%
Titoli pubblici emessi da Stati white list 12,50% se durata > 18 mesi
27% se durata inferiore
12,50%
Titoli di stato emessi da soggetti diversi
dai precedenti
12,50% se durata > 18 mesi
27% se durata inferiore
20%
Obbligazioni estere 12,50% se durata > 18 mesi
27% se durata inferiore
20%
Obbligazioni di banche e di società
residenti quotate
12,50% se durata > 18 mesi
27% se durata inferiore
20%
Obbligazioni di società residenti non
quotate > 18 mesi
12,50% in mercati regolamentati degli
Stati UE e dello Spazio Economico
Europeo (SEE) inclusi nella c.d. White
List
20% in mercati regolamentati degli Stati
UE e dello Spazio Economico Europeo
(SEE) inclusi nella c.d. White List
Obbligazioni di società residenti non
quotate < 18 mesi
27%
20%
Redditi di capitale – fondi e altri strumenti (proventi e interessi)
TAVECCHIO & ASSOCIATI 17
TIPOLOGIE Aliquota vigente fino al 31.12.2011 Aliquota vigente dal 01.01.2012 al
30.06.2014
OICR italiani (diversi dagli immobiliari)
12,50%
20%
OICVM comunitari armonizzati e non
armonizzati equiparati
12,50%
20%
Altri OICR esteri
100% per aliquota marginale IRPEF
100% per aliquota marginale IRPEF
Fondi immobiliari italiani (eccezione:
tassazione per trasparenza per investitori
qualificati non istituzionali)
12,50%
20% per fondi a ristretta base
partecipativa
20%
Polizze vita e di capitalizzazione
12,50%
20%
Pronti contro termine 12,50% 20%
Conti correnti, depositi vincolati e
certificati di deposito, titoli atipici
27% 20%
Derivati
12,50%
20%
Redditi diversi (capital gain)
TAVECCHIO & ASSOCIATI 18
TIPOLOGIE Aliquota vigente fino al 31.12.2011 Aliquota vigente dal 01.01.2012 al
30.06.2014
Partecipazioni qualificate o non
qualificate da paesi Black List
100% per aliquota marginale IRPEF
100% per aliquota marginale IRPEF
Partecipazioni non qualificate
12,5%
20%
Partecipazioni qualificate
49,72% per aliquota marginale IRPEF
49,72% per aliquota marginale IRPEF
Titoli di Stato Italia e White List
12,50%
12,50%
Titoli di Stato diversi dai precedenti 12,50% 20%
Obbligazioni
12,50%
20%
Derivati
12,50%
20%
Valute (se la giacenza ha superato €
51.645,69 per almeno 7 gg consecutivi)
12,50%
20%
Redditi da attività finanziarie estere – punti aperti
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Non essendo possibile in questa sede affrontare , uno per uno, il trattamento dei singoli investimenti in
precedenza elencati, ci si limita a segnalare alcuni aspetti ad oggi di incerta applicazione, che si auspica
possano trovare chiarimento nella prossima circolare dell’ Agenzia delle Entrate,.
A titolo esemplificativo:
• calcolo del capital gain con metodo LIFO e metodo del costo medio ponderato;
• possibilità di portare in compensazione le minusvalenze realizzate nel corso di un anno con le
plusvalenze realizzate negli esercizi successivi (cfr slide 22);
• consolidamento di più relazioni bancarie e possibilità di compensare capital gain e capital loss;
• tassazione al lordo o al netto dell'eventuale ritenuta estera subita per i redditi di capitale (interessi e
dividendi) percepiti all'estero senza il tramite di un intermediario residente;
• utilizzo di crediti d’imposta esteri;
• disciplina applicabile ai fondi comuni d’investimento alla luce delle modifiche attuate nel corso del
2011 e del 2014;
• determinazione del costo iniziale dei titoli e tasso di cambio da utilizzare in caso di titoli in valuta
estera;
• calcolo del capital gain per le valute estere.
19
Redditi da attività finanziarie estere – il binomio società-soci
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Oltre al frequente caso di portafogli finanziari detenuti presso intermediari esteri, occorre considerare il
non meno frequente caso di persone fisiche che siano anche soci di veicoli societari.
Sanare la sola posizione delle persone fisiche tout-court non basta: i conti vanno fatti considerando anche i
veicoli societari esteri che spesso comportano profili di criticità maggiori rispetto alle società domestiche,
tipici dei fenomeni di interposizione ovvero di esterovestizione societaria.
Con riferimento all’interposizione occorre stabilire se, in chiave fiscale, si versi nell’ambito
dell’interposizione fittizia (con l’effetto di ricondurre in capo ai soggetti interponenti sia il patrimonio che i
redditi), ovvero reale, da determinare valutando, caso per caso, le dinamiche gestionali nonché le funzioni
svolte in concreto da ciascuna società interessata.
Qualora la residenza ricorra in un Paese Black List, diviene altresì necessario procedere alla verifica delle
quote societarie detenute da ciascun socio, direttamente e/o indirettamente. Potrà perciò trovare
applicazione , al ricorre delle condizioni, quanto disposto dall’art. 167 o 168 del TUIR (cd. disciplina cfc)
con l’effetto conseguente di imputare i correlati redditi per trasparenza ai soci residenti, pro quota.
20
Indice
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Ricostruzione degli investimenti e delle attività finanziarie estere
Ricostruzione dei redditi derivanti dalle attività estere
Minusvalenze e crediti per imposte pagate all’estero
L’opzione per la determinazione forfettaria dei rendimenti
Le imposte di natura patrimoniale: IVIE e IVAFE
21
Minusvalenze
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Uno dei principali dubbi nella attività di ricostruzione in forma analitica dei redditi derivanti dalle attività
estere riguarda la possibilità di compensare eventuali minusvalenze generate in un esercizio con le
plusvalenze prodotte negli esercizi successivi, fino al quarto, visto che l’art. 68 comma 5 del TUIR pone
la condizione che l’eccedenza “sia indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel quale le
minusvalenze e le perdite sono state realizzate”.
Il disconoscimento delle minusvalenze non indicate in dichiarazione rappresenta di fatto una sanzione
indiretta, visto che nessuna imposta risulta di fatto evasa nell’esercizio di riferimento e non
risulterebbero pertanto applicabili le sanzioni proporzionali previste in caso di omessa o infedele
dichiarazione.
Tenuto conto delle eccezionali circostanze che caratterizzano la voluntary disclosure è auspicabile che
l’amministrazione finanziaria, nell’ambito della discrezionalità accordatale dall’art. 7 del D.Lgs. 472 del
1997, non applichi alla lettera la disposizione sopra citata e consenta così di ricalcolare i redditi
compensando eventuali minusvalenze generate in un esercizio con le plusvalenze prodotte negli esercizi
successivi.
22
Credito per imposte pagate all’estero: l’art. 165 TUIR
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Il tema del riconoscimento del credito d’imposta per le imposte assolte all’estero è un altro dei tanti aspetti
in attesa di chiarimenti da parte dell’agenzia delle entrate.
Ai sensi dell’art. 165 del TUIR, il credito d’imposta spetta fino a concorrenza della quota d’imposta
corrispondente al rapporto tra i redditi prodotti all’estero ed il reddito complessivo.
In caso di redditi assoggettati a imposta sostitutiva, conseguentemente, non spetta il credito d’imposta, ma si
pone il diverso problema della determinazione della base imponibile, cd “netto-frontiera” o “lordo-
frontiera”.
Per quanto riguarda invece i redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo, il
riconoscimento del credito d’imposta trova un limite nel disposto normativo dell’art. 165, comma 8 del
TUIR, secondo cui “La detrazione non spetta in caso di omessa presentazione della dichiarazione o di omessa indicazione
dei redditi prodotti all'estero nella dichiarazione presentata”.
Benchè con la voluntary disclosure il contribuente proceda a correggere sia l’ omessa che l’infedele
dichiarazione dei redditi, la prassi dell’agenzia delle entrate sembra quella di considerare tale correzione non
efficace ai fini del riconoscimento del credito.
23
Credito per imposte pagate all’estero: l’art. 165 TUIR
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Le principali obiezioni sollevate dalla dottrina, che si auspica vengano accolte in sede di circolare da parte
dell’Agenzia, sono le seguenti:
• nella prassi dei procedimenti di adesione, seguendo un approccio più sostanzialistico, il
riconoscimento di tale credito è subordinato alla circostanza che il contribuente dia la prova della
definitività e non ripetibilità dell’imposta estera;
• l’art. 75, D.P.R. n. 600/1973 prevede, in via generale, che nell’applicazione delle disposizioni
concernenti le imposte sui redditi siano fatti salvi gli accordi internazionali e quindi, in primis, le
Convenzioni contro le doppie imposizioni (norme di rango superiore che prevalgono sulle norme
interne).
Un caso particolare e frequente di credito d’imposta è quello della cd. Euroritenuta.
Un altro caso particolare, che esula dalla presente relazione, riguarda le società cd “estero-vestite” (cfr.
CM 28/2006 par. 8.2) per le quali si rinvia agli approfondimenti in tema di cd. “voluntary domestica”
affidati agli altri relatori.
24
Credito per imposte pagate all’estero: l’Euroritenuta
TAVECCHIO & ASSOCIATI
L’Euroritenuta è stata introdotta dalla Direttiva Europea n. 2003/48 (recepito in Italia con D.Lgs. Del
18 aprile 2005, n. 84) col duplice obiettivo di:
• aumentare la trasparenza fiscale tra i paesi membri, mediante scambi di informazioni tra i Paesi
membri, con oggetto i redditi di capitale;
• per alcuni Paesi che prevedono il “segreto bancario”, trasferire al Paese di residenza di colui che
percepisce in forma anonima i redditi di capitale il 75% della ritenuta operata dall’ agente pagatore
residente nell’altro paese membro.
Il regime del “segreto bancario” è stato adottato da Belgio, Lussemburgo, Austria, oltre che da Svizzera,
Liechtenstein, San Marino, Monaco e Andorra, con applicazione, in via transitoria, di una ritenuta del:
• 15% per il periodo 2005-2007;
• 20% per il periodo 2008-2010;
• 35% a decorrere dal 2011.
Tale regime – come detto transitorio – si concluderà quando i singoli Paesi garantiranno uno scambio
effettivo e completo di informazioni.
25
Credito per imposte pagate all’estero: l’Euroritenuta
TAVECCHIO & ASSOCIATI
L’Euroritenuta si applica agli interessi derivanti da:
• mutui, depositi, conti correnti;
• titoli del debito pubblico, obbligazioni e titoli similari;
• OICR/OICVM che investono parte del loro patrimonio (almeno il 25%) in crediti di cui sopra.
Risultano invece esclusi – a titolo di esempio – altri redditi di capitale quali:
• interessi moratori;
• redditi derivanti dal possesso di partecipazioni sociali (es. dividendi);
• proventi di natura finanziaria derivanti da prestazioni pensionistiche complementari, comprese
quelle erogate in forma assicurativa;
• proventi derivanti da contratti di riporto e di pronti contro termine su titoli e valute;
• redditi compresi nei capitali corrisposti in dipendenza di contratti di assicurazione sulla vita e di
capitalizzazione.
I soggetti che subiscono l’euroritenuta sono le persone fisiche che rivestono la qualifica di “beneficiario
effettivo” (l’interposizione di entità giuridiche ha permesso di fatto una vasta elusione).
26
Credito per imposte pagate all’estero: l’Euroritenuta
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Il beneficiario effettivo residente in Italia che riceve interessi da Paesi che hanno optato per il regime
dell’euroritenuta può richiedere all’Agenzia delle entrate la non applicazione della ritenuta rilasciando un
certificato che indichi i propri dati e quelli dell’intermediario tenuto all’applicazione della ritenuta, nonché il
numero di conto.
In mancanza della suddetta autorizzazione è concesso al soggetto percettore un credito d’imposta accordato
dallo stato membro di residenza fiscale: nel caso dell’Italia secondo le modalità previste dall’art. 165 TUIR.
In caso di impossibilità di applicare l’art. 165 del TUIR il beneficiario effettivo può:
• chiedere a rimborso interamente o per l’eccedenza rispetto a quanto dovuto in Italia, l’imposta versata;
• procedere alla compensazione ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241.
Anche in questo caso, con riferimento alla voluntary disclosure, l’atteggiamento di chiusura manifestato
dall’agenzia sembra escludere tali modalità di recupero del credito, che risulterà definitivamente perso.
Non si può escludere, in conclusione, che in presenza di interessi pagati da soggetti residenti in
Paesi che prevedono una ritenuta in uscita sugli interessi, incassati per il tramite di intermediari
residenti in Paesi che hanno optato per l’euroritenuta, il contribuente che aderirà alla voluntary disclosure sarà soggetto non ad una doppia, bensì ad una tripla imposizione.
27
Indice
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Ricostruzione degli investimenti e delle attività finanziarie estere
Ricostruzione dei redditi derivanti dalle attività estere
Minusvalenze e crediti per imposte pagate all’estero
L’opzione per la determinazione forfettaria dei rendimenti
Le imposte di natura patrimoniale: IVIE e IVAFE
28
Opzione per la ricostruzione dei rendimenti cd. “forfait”
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Su istanza del contribuente, da formulare nella richiesta di cui all’articolo 5-quater, comma 1, lettera a),
l’ufficio, in luogo della determinazione analitica dei rendimenti, calcola gli stessi applicando la misura
percentuale del 5% al valore complessivo della loro consistenza alla fine dell’anno e determina
l’ammontare corrispondente all’imposta da versare utilizzando l’aliquota del 27%.
Tale istanza può essere presentata solo nei casi in cui la media delle consistenze di tali attività
finanziarie risultanti al termine di ciascun periodo d’imposta oggetto della collaborazione volontaria
non ecceda il valore di 2 milioni di euro (NB: ai sensi dell’art. 5-quinquies del Dl 167/1990, comma
9, “ai soli fini della procedura di collaborazione volontaria, la disponibilità delle attività finanziarie e
patrimoniali oggetto di emersione si considera, salvo prova contraria, ripartita, per ciascun periodo
d’imposta, in quote uguali tra tutti coloro che al termine degli stessi ne avevano la
disponibilità”).
L’opzione per il calcolo cd. “forfait” consente di semplificare e accelerare la procedura e ridurre i costi
professionali; tuttavia potrebbe risultare in molti casi meno conveniente della ricostruzione analitica dei
rendimenti.
La semplificazione derivante dal calcolo forfettario dei rendimenti non dovrebbe avere alcun impatto
sulla relazione da allegare all’istanza e in particolare sulle informazioni da fornire all’agenzia circa:
formazione del patrimonio, apporti, prelievi, procure, etc etc…
29
Opzione per ricostruzione dei rendimenti “forfait”
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Ipotizzando un capitale stabile, il costo in percentuale dell’opzione “forfait” può essere così quantificato:
Da valutare, nel caso del “forfait”, le indicazioni dell’agenzia delle entrate sul costo da utilizzare per i
titoli indicati nella dichiarazione dell’anno 2014 ai fini del calcolo del capital gain (step-up?).
30
Black List Infedele
Dichiarazione
Omessa
Dichiarazione
Numero anni accertabili 8 10
Rendimento totale (5% annuo) 40% 50%
Imposta (Aliquota media 27%) 10,8% 13,5%
Sanzioni (dal 2008 raddoppiate) 3,2% 3,6%
Interessi (3,5% annuo su imposta) 1,7% 2,6%
Totale costo 15,7% 19,7%
White List / Black List "collaborativo" Infedele
Dichiarazione
Omessa
Dichiarazione
Numero anni accertabili 4 5
Rendimento totale (5% annuo) 20% 25%
Imposta (Aliquota media 27%) 5,4% 6,8%
Sanzioni 0,9% 1,1%
Interessi (3,5% annuo su imposta) 0,5% 0,7%
Totale costo 6,8% 8,6%
Opzione per ricostruzione dei rendimenti “forfait”
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Ipotizzando un esempio “reale”, per semplicità riferito al solo caso dell’infedele dichiarazione, e relativo
ad un patrimonio di poco inferiore ai 2 ml di euro, si può meglio evidenziare la frequente convenienza
del calcolo “analitico”
31
Black List Forfait Analitico Delta
Numero anni accertabili 8 8 0
Rendimento totale 2006/2013 42,0% 6,4% 35,6%
Imposta (Aliquota 27% vs aliquote specifiche) 11,3% 3,6% 7,7%
Sanzioni (dal 2008 raddoppiate) 3,3% 1,0% 2,3%
Interessi (3,5% annuo su imposta) 1,8% 0,6% 1,2%
Totale costo 16,4% 5,2% 11,2%
Totale costo Euro 292.909 92.428 200.481
White List / Black List "collaborativo" Forfait Analitico Delta
Numero anni accertabili 4 4 0
Rendimento totale 2010/2013 21,2% 3,3% 17,9%
Imposta (Aliquota 27% vs aliquote specifiche) 5,7% 1,9% 3,9%
Sanzioni (dal 2008 raddoppiate) 1,0% 0,3% 0,6%
Interessi (3,5% annuo su imposta) 0,5% 0,2% 0,3%
Totale costo % 7,2% 2,3% 4,9%
Totale costo Euro 128.101 41.389 86.712
Confronto ricostruzione analitica vs “forfait”: dettaglio esempio
TAVECCHIO & ASSOCIATI 32
Parte I - Imposte sanzioni e interessi per redditi e Iva non dichiarati
Periodi accertabili 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Totale
Patrimonio non dichiarato 1.878.545 1.840.402 1.860.088 1.856.788 1.833.564 1.857.911 1.886.357 1.962.420 1.932.596 1.782.318
Redditi di natura finanziaria
PLUSVALENZE E MINUSVALENZE SU TITOLI PUBBLICI 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
MINUSVALENZE SU FONDI UE ED EXTRAUE 0,0 -99.834,4 0,0 0,0 0,0 0,0 -36.603,6 0,0
ALTRE PLUSVALENZE E MINUSVALENZE NON QUALIFICATE -4.708,8 12.240,2 -63.124,6 89,0 6.971,1 46.965,9 -4.282,0 -111.616,3
C/C E DEPOSITI FIDUCIARI E TITOLI ATIPICI (interessi) 5.617,6 13.247,1 11.352,3 2.732,5 724,6 277,1 0,0 0,0
AZIONI (Dividendi) 23.362,6 50.473,0 40.068,3 31.583,5 28.866,7 41.466,3 34.565,3 28.840,7
FONDO EXTRAUE (proventi, non compensabili con perdite) 202,6 38,0 0,0 0,0 115,0 0,0 222,1 0,0
FONDO UE (proventi, non compensabili con perdite) 0,0 30.116,8 0,0 698,9 229,4 2.410,0 17.919,4 2.603,4
OBBLIGAZIONI PRIVATE (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
TITOLI PUBBLICI (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Redditi non finanziari prodotti all'estero (senza Iva)
Redditi non rilevanti ai fini Iva e Irap prodotti in Italia
Redditi non imponibili o esenti da Iva prodotti in Italia
Redditi soggetti ad Iva prodotti in Italia
Totale redditi 24.474,0 6.280,7 -11.704,0 35.103,9 36.906,9 91.119,3 11.821,1 -80.172,2 Redditi 113.829,6
Imposte sui redditi finanziari prodotti all'estero
PLUSVALENZE E MINUSVALENZE SU TITOLI PUBBLICI 0,0 0,0 0,0 0,0
MINUSVALENZE SU FONDI UE ED EXTRAUE 0,0 0,0 -7.320,7 0,0
ALTRE PLUSVALENZE E MINUSVALENZE NON QUALIFICATE 871,4 5.870,7 -856,4 -22.323,3
C/C E DEPOSITI FIDUCIARI E TITOLI ATIPICI (interessi) 195,6 74,8 0,0 0,0
AZIONI (Dividendi) 3.608,3 5.183,3 6.913,1 5.768,1
FONDO EXTRAUE (proventi, non compensabili con perdite) 49,5 0,0 95,5 0,0
FONDO UE (proventi, non compensabili con perdite) 28,7 301,2 3.583,9 520,7
OBBLIGAZIONI PRIVATE (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0
TITOLI PUBBLICI (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0
Imposte sui redditi non finanziari prodotti all'estero
0,0 0,0 0,0 0,0
Imposte sui redditi prodotti in Italia 43,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Irap su redditi prodotti in Italia 0,0 0,0 0,0 0,0
Iva 0,0 0,0 0,0 0,0
Totale imposte 4.753,5 11.430,1 10.592,4 6.288,8 Imposte 33.064,9 1,9%
Sanzioni su redditi prodotti all'estero
Sanzione minima (senza VD) fino al 2007 133,3%
Sanzione minima (senza VD) dal 2008 (circ. 11/E 2010) 133,0% 6.322,2 15.202,0 14.087,9 8.364,1
Sanzioni su redditi prodotti in Italia (imposte personali e Irap)
Sanzione minima 100,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Sanzioni su Iva per operazioni imponibili
Sanzione minima 100,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Aumento (art. 12, commi 1 e 2, D Lgs. 472/97) 25,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Sanzioni su Iva per operazioni esenti o non imponibli
Sanzione minima art. 6, co 2, D Lgs 471/97 5,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Totale sanzioni minime 6.322,2 15.202,0 14.087,9 8.364,1
Riduzione VD 25,0% -1.580,5 -3.800,5 -3.522,0 -2.091,0
Sanzione ridotta 4.741,6 11.401,5 10.565,9 6.273,1
Totale sanzioni ridotte ad 1/6 per adesione all'invito 790,3 1.900,3 1.761,0 1.045,5 Sanzioni 5.497,0 0,3%
Interessi 3,5% 665,5 1.200,2 741,5 220,1 Interessi 2.827,2 0,2%
Totale importo da versare Parte I 6.209,3 14.530,5 13.094,9 7.554,5 Tot. Parte I 41.389,1 2,3%
Caso:
• Attività finanziarie
detenute in Paese
Black List
“collaborativo”
• Calcolo analitico
Confronto ricostruzione analitica vs “forfait”: dettaglio esempio
TAVECCHIO & ASSOCIATI 33
Caso:
• Attività finanziarie
detenute in Paese
Black List
“collaborativo”
• Calcolo forfait
Parte I - Imposte sanzioni e interessi per redditi e Iva non dichiarati
Periodi accertabili 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Totale
Patrimonio non dichiarato 1.878.545 1.840.402 1.860.088 1.856.788 1.833.564 1.857.911 1.886.357 1.962.420 1.932.596 1.782.318
Redditi di natura finanziaria
PLUSVALENZE E MINUSVALENZE SU TITOLI PUBBLICI 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
MINUSVALENZE SU FONDI UE ED EXTRAUE 0,0 -99.834,4 0,0 0,0 0,0 0,0 -36.603,6 0,0
ALTRE PLUSVALENZE E MINUSVALENZE NON QUALIFICATE -4.708,8 12.240,2 -63.124,6 89,0 6.971,1 46.965,9 -4.282,0 -111.616,3
C/C E DEPOSITI FIDUCIARI E TITOLI ATIPICI (interessi) 5.617,6 13.247,1 11.352,3 2.732,5 724,6 277,1 0,0 0,0
AZIONI (Dividendi) 23.362,6 50.473,0 40.068,3 31.583,5 28.866,7 41.466,3 34.565,3 28.840,7
FONDO EXTRAUE (proventi, non compensabili con perdite) 202,6 38,0 0,0 0,0 115,0 0,0 222,1 0,0
FONDO UE (proventi, non compensabili con perdite) 0,0 30.116,8 0,0 698,9 229,4 2.410,0 17.919,4 2.603,4
OBBLIGAZIONI PRIVATE (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
TITOLI PUBBLICI (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Redditi non finanziari prodotti all'estero (senza Iva)
Redditi non rilevanti ai fini Iva e Irap prodotti in Italia
Redditi non imponibili o esenti da Iva prodotti in Italia
Redditi soggetti ad Iva prodotti in Italia
Totale redditi 93.004,4 92.839,4 91.678,2 92.895,6 94.317,8 98.121,0 96.629,8 89.115,9 Redditi 113.829,6
Imposte sui redditi finanziari prodotti all'estero
PLUSVALENZE E MINUSVALENZE SU TITOLI PUBBLICI 0,0 0,0 0,0 0,0
MINUSVALENZE SU FONDI UE ED EXTRAUE 0,0 0,0 -7.320,7 0,0
ALTRE PLUSVALENZE E MINUSVALENZE NON QUALIFICATE 871,4 5.870,7 -856,4 -22.323,3
C/C E DEPOSITI FIDUCIARI E TITOLI ATIPICI (interessi) 195,6 74,8 0,0 0,0
AZIONI (Dividendi) 3.608,3 5.183,3 6.913,1 5.768,1
FONDO EXTRAUE (proventi, non compensabili con perdite) 49,5 0,0 95,5 0,0
FONDO UE (proventi, non compensabili con perdite) 28,7 301,2 3.583,9 520,7
OBBLIGAZIONI PRIVATE (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0
TITOLI PUBBLICI (interessi) 0,0 0,0 0,0 0,0
Imposte sui redditi non finanziari prodotti all'estero
0,0 0,0 0,0 0,0
Imposte sui redditi prodotti in Italia 43,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Irap su redditi prodotti in Italia 0,0 0,0 0,0 0,0
Iva 0,0 0,0 0,0 0,0
Totale imposte 25.465,8 26.492,7 26.090,0 24.061,3 Imposte 102.109,8 5,7%
Sanzioni su redditi prodotti all'estero
Sanzione minima (senza VD) fino al 2007 133,3%
Sanzione minima (senza VD) dal 2008 (circ. 11/E 2010) 133,0% 33.869,5 35.235,2 34.699,8 32.001,5
Sanzioni su redditi prodotti in Italia (imposte personali e Irap)
Sanzione minima 100,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Sanzioni su Iva per operazioni imponibili
Sanzione minima 100,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Aumento (art. 12, commi 1 e 2, D Lgs. 472/97) 25,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Sanzioni su Iva per operazioni esenti o non imponibli
Sanzione minima art. 6, co 2, D Lgs 471/97 5,0% 0,0 0,0 0,0 0,0
Totale sanzioni minime 33.869,5 35.235,2 34.699,8 32.001,5
Riduzione VD 25,0% -8.467,4 -8.808,8 -8.674,9 -8.000,4
Sanzione ridotta 25.402,2 26.426,4 26.024,8 24.001,1
Totale sanzioni ridotte ad 1/6 per adesione all'invito 4.233,7 4.404,4 4.337,5 4.000,2 Sanzioni 16.975,8 1,0%
Interessi 3,5% 3.565,2 2.781,7 1.826,3 842,1 Interessi 9.015,4 0,5%
Totale importo da versare Parte I 33.264,7 33.678,8 32.253,8 28.903,6 Tot. Parte I 128.101,0 7,2%
Delta: + 4,9%
(+ 86.712 euro)
Indice
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Ricostruzione degli investimenti e delle attività finanziarie estere
Ricostruzione dei redditi derivanti dalle attività estere
Minusvalenze e crediti per imposte pagate all’estero
L’opzione per la determinazione forfettaria dei rendimenti
Le imposte di natura patrimoniale: IVIE e IVAFE
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IVIE e IVAFE – Voluntary Disclosure o Ravvedimento operoso?
TAVECCHIO & ASSOCIATI
L’art. 19 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201 ha introdotto due nuove imposte, l’IVIE - imposta sul valore degli
immobili situati all’estero - e l’IVAFE - imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero .
L’attuale procedura di collaborazione volontaria non indica espressamente né l’IVIE nè l’IVAFE tra i tributi
oggetto di regolarizzazione.
Tuttavia, benché tecnicamente si tratti di imposte “patrimoniali”, si segnala che nelle istanze liquidate in
vigenza del Dl n. 4/2014 l’Agenzia delle Entrate ha ricompreso l’IVAFE tra le “imposte sostitutive”
includendola nell’avviso di accertamento emesso ai fini dei redditi per l’anno 2012.
Qualora la circolare dell’Agenzia non dovesse confermare tale comportamento, si renderà necessario ricorrere
all’istituto del “ravvedimento operoso” di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.
NB: anche con riferimento ad IVIE e IVAFE si pone il problema della recuperabilità delle eventuali imposte
versate all’estero.
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IVIE
TAVECCHIO & ASSOCIATI
L’art. 19, comma 13 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201 ha introdotto un’ imposta sul valore degli immobili
situati all’estero individuando quali soggetti passivi le persone fisiche residenti nel territorio dello Stato.
La disciplina è stata soggetta a successive modifiche introdotte con il D.L. 16/2012 e la Legge di Stabilità
2013.
L’imposta è dovuta in proporzione alla quota ed ai mesi dell’anno di possesso: il possesso del bene per
almeno 15 giorni qualifica il periodo come mensile.
Ai fini del possesso, occorre tener conto anche dei casi di interposizione( es. fondazioni, trust, fiduciaria)
nei quali l’effettiva disponibilità degli immobili sia da attribuire a persone fisiche residenti.
L’aliquota applicata è pari allo 0,76% (0,4% in caso di immobile adibito ad abitazione principale) con una
franchigia di 200 €.
La base imponibile dipende dalla provenienza dell’immobile (acquisto, costruzione, successione,
donazione) e dal Paese in cui esso è situato.
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IVIE – Base imponibile
TAVECCHIO & ASSOCIATI
La base imponibile è determinata in primis dalla provenienza del bene immobile:
Acquisto:
a) costo d’acquisto;
b) valore di mercato;
Successione/donazione:
a) valore dichiarato;
b) costo d’acquisto/costruzione del de cuius;
c) valore di mercato dell’immobile.
Costruzione:
a) costo di costruzione.
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IVIE – Base imponibile paesi White List
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Nel caso di paesi White List, per i beni immobili acquistati o pervenuti da successione e/o donazione il
criterio principale è derogato a favore dell’utilizzo, ove è possibile, dei più favorevoli criteri catastali (tra i
Paesi della UE e dello SEE solamente quattro non prevedono un valore catastale: Belgio, Francia, Irlanda
e Malta.)
Il valore catastale deve essere determinato e rivalutato nel Paese in cui l’immobile è situato ai fini
dell’assolvimento di imposte di natura patrimoniale o reddituale; più precisamente:
a) nel caso in cui ad uno stesso immobile siano attribuiti diversi valori catastali deve essere preso in
considerazione il valore catastale utilizzabile ai fini delle imposte patrimoniali, ovvero
b) il reddito medio ordinario dell’immobile (RMO), se la legislazione locale prevede l’applicazione
di meccanismi di moltiplicazione e rivalutazione analoghi a quelli previsti dalla legislazione
italiana.
c) in assenza di tali moltiplicatori, si deve avere riguardo al RMO moltiplicato per i coefficienti
IMU.
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IVIE – Credito d’imposta
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Dall’imposta patrimoniale si detrae, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d'imposta pari
all'ammontare dell'eventuale imposta patrimoniale versata nello Stato estero in cui è situato l'immobile.
Per gli immobili situati in Paesi appartenenti alla Unione europea o in Paesi aderenti allo Spazio economico
europeo che garantiscono un adeguato scambio di informazioni, dalla predetta imposta si deduce un credito
d'imposta pari alle eventuali imposte di natura patrimoniale e reddituale gravanti sullo stesso immobile, non
già detratte ai sensi dell'articolo 165 de Tuir.
In sostanza, dall'imposta dovuta in Italia si detrae prioritariamente l'imposta patrimoniale versata nel Paese in
cui sono situati gli immobili nell’anno di riferimento. Inoltre, qualora sussista un'eccedenza di imposta
reddituale estera gravante sugli stessi immobili non utilizzata (art. 165, TUIR) dall'imposta dovuta in Italia si
detrae, fino a concorrenza del suo ammontare, anche un ulteriore credito d'imposta derivante da tale
eccedenza.
Nella C.M. 28/E/2012 si fa un elenco delle imposte di natura patrimoniale che danno diritto allo scomputo
dell’IVIE, riferito ai Paesi della Ue, alla Norvegia e all’Islanda e ad alcuni paesi extra – UE (Stati Uniti,
Argentina, Svizzera, Russia).
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IVIE – esempi
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Immobile in Francia
• il valore dell'immobile può, ma non deve, essere calcolato utilizzando il valore locativo abbattuto
del 50% valido ai fini dell'applicazione della Tax foncière, moltiplicato per i coefficienti (160 per le
abitazioni) validi ai fini Imu. Se inferiore, si può però utilizzare il costo risultante dall'atto d'acquisto
o in mancanza il valore di mercato rilevabile al termine di ciascun anno solare (o alla data di
alienazione dell'immobile se avvenuta in corso d'anno). Tale valore può essere desunto in base alla
media dei valori risultanti dai listini elaborati da organismi, enti o società operanti nel settore
immobiliare locale
• È previsto un credito d’imposta di quanto versato per la Tax Foncière e per l’Impòt de Solidariète
sur la Fortune, in proporzione a quanto dovuto in relazione all’immobile. Se residua Ivie si possono
scomputare anche le imposte sui redditi pagate in Francia eccedenti rispetto al credito d'imposta
calcolato nel quadro CR della dichiarazione
Immobile in Inghilterra
Risoluzione 6 novembre 2013 75/E Agenzia delle Entrate
• La base imponibile dell'Ivie per un immobile in Inghilterra, posseduto in regime di leasehold, è il
"valore medio" (tra quelli indicati come valore massimo e valore minimo) nella fascia di valore cui
l'immobile in questione appartiene al fine del pagamento della Council tax, e cioè dell'imposta
municipale sui servizi comunali che in Inghilterra si paga a determinate autorità locali.
• La natura di tale imposta non consente il riconoscimento di un credito d’imposta ai fini IVIE.
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IVIE – esempi
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Immobile in Svizzera
• Ai fini IVIE, la base imponibile deve essere determinata sulla base del costo di
acquisto/costruzione o, in mancanza, sulla base del valore di mercato, in quanto la Svizzera non fa
parte né dei Paesi membri della UE né dello Spazio Economico Europeo.
• L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che dall’IVIE è possibile scomputare le seguenti imposte
elvetiche:
- imposta sulla sostanza delle persone fisiche;
- imposta patrimoniale.
• L’immobile sconta in Svizzera anche un’imposta di tipo reddituale che può essere applicata sia a
livello federale sia a livello cantonale e comunale; in via generale, il tributo colpisce un valore
determinato come reddito ipotetico da locazione: tale imposta non è detraibile dall’IVIE italiana.
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IVIE e Irpef
TAVECCHIO & ASSOCIATI
La disciplina dell’IVIE deve essere coordinata con le regole ai fini Irpef. Nel caso di immobili tenuti a
disposizione infatti l’assoggettamento ad IVIE determina l’esenzione ai fini Irpef.
Nel caso di immobili locati invece oltre all’IVIE è dovuta l’Irpef secondo le disposizioni dell’art. 70, comma 2
TUIR:
• se l’immobile non è tassato nello Stato estero, è soggetto a tassazione in Italia in relazione al canone
pattuito ridotto del 15% a titolo di deduzione forfettaria delle spese.
• se l’immobile è locato e tassato nello stato estero, è tassato in Italia sulla base del reddito dichiarato nello
Stato estero, al netto delle spese riconosciute ivi riconosciute.
Per quanto riguarda invece i redditi derivanti dalla cessione dell’immobile:
• Plusvalenze da cessione: vige l’art. 67 TUIR in relazione alle plusvalenze immobiliari, in caso di
successione o donazione si fa riferimento al costo sostenuto dal de cuius o dal donante.
• E’ riconosciuto un credito d’imposta per le imposte versate all’estero ai sensi dell’art. 165 TUIR.
42
IVAFE
TAVECCHIO & ASSOCIATI
L’art. 19, commi da 18 a 23 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201 ha introdotto un’ imposta sul valore delle
attività finanziarie detenute all’estero individuando quali soggetti passivi le persone fisiche residenti nel
territorio dello Stato.
La legge europea 2013-bis (legge 161/2014) ha modificato, dal 2014, l'ambito oggettivo di applicazione
dell‘IVAFE limitandone gli effetti ai soli prodotti finanziari (e ai conti correnti e libretti di risparmio), ed
eliminando il precedente richiamo alla più ampia categoria delle attività finanziarie estere.
La modifica normativa trae origine dalla procedura EU Pilot 5095/13/TAXU con cui la Commissione
europea ha rilevato la potenziale incompatibilità con il diritto europeo della vecchia Ivafe. Un esempio di
trattamento “discriminatorio” era rappresentato dal possesso di metalli preziosi che per la prassi
amministrativa (si veda la circolare 28/E del 2012) avrebbe dovuto scontare Ivafe e non anche l'imposta
di bollo qualora i metalli preziosi fossero stati detenuti in Italia.
Un altro esempio di trattamento discriminatorio era quello delle quote di Srl estere e dei relativi
finanziamenti soci. E’ auspicabile che queste modifiche siano confermate, anche con effetto retroattivo
per gli anni 2012 e 2013.
A questi fini appare utile ricordare che una definizione di prodotti finanziari è mutuabile dal Testo unico
della finanza (Dlgs 58 del 1998) che all'articolo 1, comma 1 lettera u), li individua negli «Strumenti
finanziari e ogni altra forma di investimento di natura finanziaria».
In base al comma 2, sono strumenti finanziari, i valori mobiliari, gli strumenti del mercato monetario, le
quote di Oicr, i contratti di opzione, i future, gli swap, i forward eccetera.
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IVAFE
TAVECCHIO & ASSOCIATI
L’imposta è dovuta in proporzione alla quota ed ai mesi dell’anno di possesso.
Ai fini del possesso, occorre tener conto anche dei casi di interposizione( es. fondazioni, trust, fiduciaria)
nei quali l’effettiva disponibilità degli asset sia da attribuire a persone fisiche residenti.
L’aliquota applicata – ora dello 0,2% - era pari allo 0,1% nel 2012 e allo 0,15% nel 2013.
L’imposta si applica in misura fissa (34, 20 Euro) con riferimento a ciascun conto corrente o libretto di
risparmio detenuti all'estero dal contribuente (con una franchigia di 5.000 euro relativa a tutti i conti
presso lo stesso intermediario).
La base imponibile dipende dalla tipologia di attività:
• per i titoli quotati occorre fare riferimento al valore di quotazione, anche utilizzando la
documentazione dell’intermediario estero di riferimento;
• per i titoli non quotati occorre fare riferimento al valore nominale, in assenza al valore di rimborso
ed in assenza di entrambi al costo di acquisto dei titoli.
La valorizzazione dei titoli avviene con metodo LIFO sulla base dei prezzi di cessione , per i titoli ceduti,
o di fine anno, per i titoli ancora in portafoglio.
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IVAFE – credito d’imposta
TAVECCHIO & ASSOCIATI
Dall‘IVAFE si detrae, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito di imposta pari all'ammontare
dell'eventuale imposta patrimoniale versata nello Stato in cui sono detenute le attività finanziarie;
Il credito di imposta non può in ogni caso superare l'imposta dovuta in Italia; qualora con il Paese nel quale è
detenuta l'attività finanziaria sia in vigore una convenzione per evitare le doppie imposizioni riguardante
anche le imposte di natura patrimoniale che preveda, per tale attività, l'imposizione esclusiva nel Paese di
residenza del possessore, non spetta alcun credito di imposta per le imposte patrimoniali eventualmente
pagate all'estero.
In tali casi, per queste ultime può essere chiesto il rimborso all'Amministrazione fiscale del Paese in cui le
suddette imposte sono state applicate nonostante le disposizioni convenzionali (cfr. Circ. 28/E 2013).
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