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VOX IUBILAEI Notizie dal Giubileo della Misericordia Numero 4/2016 “Nella debolezza possiamo diventare forti”

VOX IUBILAEI · «Il nostro è un campo estivo itinerante - racconta Costantino Scremin, partecipante al pellegrinaggio e medico di professione -. Le esperienze in bici degli anni

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VOX IUBILAEINotizie dal Giubileo della Misericordia

Numero 4/2016

“Nella debolezza possiamo diventare forti”

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SOMMARIO

EDITORIALE 3

IL PELLEGRINAGGIO ALLA PORTA SANTA DI SAN PIETRO

“Peregrinare” come metafora della vita 5

GIUBILEO A ROMA

Uno “stupore” continuo 8

GRANDI EVENTI

GIUBILEO AMMALATI E DISABILI

Le Catechesi 10

La Festa 13La Santa Messa 17I Punti Salute 22

I PROSSIMI GRANDI EVENTI 24

GIUBILEO NEL MONDO

LE PORTE DELLA MISERICORDIA

La Porta Santa ‘itinerante’ nelle isole Salomone 27

VOCI DAL MONDO

Mongolia: in pellegrinaggio alla Porta Santa di Ulaanbaatar 31

MISSIONARI DELLA MISERICORDIA

Un Missionario sul fronte di guerra 33

GIUBILEO “2.0”

La GMG a portata di un “clic” 35

Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova EvangelizzazioneFoto: Riccardo Rossi

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Accogliere e accettare il “limite”Sono ancora vive le straordinarie immagini delle giornate dedicate al Giubileo degli Ammalati

e Disabili svoltosi dal 10 al 12 giugno scorso, durante le quali i parametri del mondo cosiddetto

“normale” sono stati totalmente rovesciati, il “limite” è diventato punto di forza e la bellezza della

diversità ha “colorato” tutti gli intensi momenti vissuti a San Pietro e dintorni. A cominciare dalle

catechesi realizzate con l’International Sign Linguage (I.S.L.), la Lingua dei Segni Italiana (L.I.S.) e

la Lingua dei Segni tattile alla festa a Castel S. Angelo, “Oltre il limite”, per arrivare alla Messa con

il Papa in Piazza San Pietro durante la quale, per la prima volta, il Vangelo è stato “drammatizzato”

da parte di alcune persone con disabilità intellettive.

«In realtà, tutti prima o poi siamo chiamati a confrontarci, talvolta a scontrarci, con le fragilità

e le malattie nostre e altrui. E quanti volti diversi assumono queste esperienze così tipicamente

e drammaticamente umane! In ogni caso, esse pongono in maniera più acuta e pressante

l’interrogativo sul senso dell’esistenza - ha ricordato Papa Francesco durante l’omelia della Santa

Messa in occasione del Giubileo degli Ammalati e Disabili -. Nel nostro animo può subentrare anche

un atteggiamento cinico, come se tutto si potesse risolvere subendo o contando solo sulle proprie

forze. Altre volte, all’opposto, si ripone tutta la fiducia nelle scoperte della scienza, pensando

che certamente in qualche parte del mondo esiste una medicina in grado di guarire la malattia.

Purtroppo non è così, e anche se quella medicina ci fosse, sarebbe accessibile a pochissime persone».

EDITORIALE

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Accogliere e accettare il limite di una malattia e di una disabilità è la vera sfida lanciata dal Papa: «La

natura umana, ferita dal peccato, porta inscritta in sé la realtà del limite. Conosciamo l’obiezione

che, soprattutto in questi tempi, viene mossa davanti a un’esistenza segnata da forti limitazioni

fisiche. Si ritiene che una persona malata o disabile non possa essere felice, perché incapace di

realizzare lo stile di vita imposto dalla cultura del piacere e del divertimento. Nell’epoca in cui una

certa cura del corpo è divenuta mito di massa e dunque affare economico, ciò che è imperfetto deve

essere oscurato, perché attenta alla felicità e alla serenità dei privilegiati e mette in crisi il modello

dominante. Meglio tenere queste persone separate, in qualche “recinto” – magari dorato – o nelle

“riserve” del pietismo e dell’assistenzialismo, perché non intralcino il ritmo del falso benessere. In

alcuni casi, addirittura, si sostiene che è meglio sbarazzarsene quanto prima, perché diventano un

peso economico insostenibile in un tempo di crisi. Ma, in realtà, quale illusione vive l’uomo di oggi

quando chiude gli occhi davanti alla malattia e alla disabilità! Egli non comprende il vero senso

della vita, che comporta anche l’accettazione della sofferenza e del limite. Il mondo non diventa

migliore perché composto soltanto da persone apparentemente “perfette”, per non dire “truccate”,

ma quando crescono la solidarietà tra gli esseri umani, l’accettazione reciproca e il rispetto. Come

sono vere le parole dell’apostolo: «Quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere

i forti» (1 Cor 1,27)!»

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IL PELLEGRINAGGIO ALLA PORTA SANTA DI SAN PIETRO

“Peregrinare” come metafora della vitaA piedi, in bici o a cavallo l’importante è “peregrinare”. E sono molte le realtà associative, i movimenti,

le parrocchie ma anche i gruppetti sparsi che, complice l’arrivo della bella stagione, hanno deciso

di raggiungere Roma in questo Anno Giubilare incamminandosi lungo gli antichi percorsi dei

pellegrini. Quella di intraprendere questi cammini a piedi, in bici o a cavallo, sembra ormai essere

una “tendenza” sempre più diffusa non solo tra i giovanissimi, grazie al “famoso” Cammino di

Santiago de Compostela, ma anche tra gli adulti e le persone più avanti in età. Di fatto un’esperienza

del genere ripropone la possibilità di vivere l’essenza più vera e profonda del pellegrinaggio, che

da sempre viene intrapreso per motivi devozionali, cui nel medioevo si aggiunsero anche motivi

espiatori, ma che oggi più che mai è vissuta come una possibilità di “trovare” o “ridare” un senso al

proprio frenetico e caotico andare. A metà tra l’azione e la contemplazione il pellegrinaggio, come

metafora della vita, attrae tantissimi che da ogni parte del mondo s’incamminano verso la mèta.

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Tra i tanti che sono giunti e stanno giungendo a Roma abbiamo incontrato un gruppo di oltre 50

pellegrini in arrivo da Campodarsego in provincia di Padova. Tra i partecipanti, guidati dal parroco,

Don Leopoldo Voltan, e da Don Gianluigi Buischio, parroco di Cavino di San Giorgio delle Pertiche,

anche il sindaco, Mirko Patron.

«Il nostro è un campo estivo itinerante - racconta Costantino Scremin, partecipante al pellegrinaggio

e medico di professione -. Le esperienze in bici degli anni passati sono state a Santiago di

Compostela nel 2012, a Cracovia, Wadowice e Auschwitz nel 2013, Parigi, Loira e Orléans nel

2014, Medjugorje, Mostar e Sarajevo nel 2015. Quest’anno non potevamo che scegliere Roma

visto l’Anno Giubilare».

Partiti da Padova il 25 giugno i 50 pellegrini, insieme ad una staff che li ha seguiti con dei furgoni di

supporto, sono passati per Comacchio, Bagno di Romagna, Gubbio, Assisi, Terni, Contigliano, Rieti

e sono giunti a Roma il 1° luglio. «Il nostro - conclude Costantino Scremin - è stato un cammino in

bici, con le mète della misericordia e dell’amicizia, percorrendo per un tratto anche le vie di San

Francesco d’Assisi».

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Altra esperienza molto significativa l’hanno realizzata i partecipanti al “Viaggio della Misericordia

a cavallo attraverso l’Europa” (https://viadellamisericordiaacavallo.org/). Un’esperienza

davvero unica che ha visto il suo avvio il 9 marzo da Cracovia, e precisamente, dal Santuario della

Divina Misericordia e l’arrivo a Roma domenica 3 luglio.

Il viaggio, organizzato da FITETREC-ANTE “Federazione Italiana Turismo Equestre” in

collaborazione con FITE “Federazione Internazionale di Turismo Equestre”, in occasione del

Giubileo della Misericordia, ha attraversato Polonia, Slovacchia, Austria e Slovenia fino ad arrivare

in Italia. La tratta di ogni Stato è stata gestita da guide equestri autoctone, con al seguito amazzoni

e cavalieri di quella zona. Al passaggio di ogni confine il gruppo ha passato il testimone, virtuale, a

coloro che hanno compiuto il cammino attraverso un altro Stato. In Italia i pellegrini a cavallo sono

passati attraverso Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana ed Umbria. Il “Viaggio

della Misericordia a cavallo” si è concluso, in concomitanza del 45°Equiraduno nazionale Fitetrec-

Ante, il grande evento della Federazione dedicato al turismo equestre. Grande è stata l’emozione per

il saluto da parte di Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 3 luglio alla Federazione Italiana

Turismo Equestre. «Il mondo ha bisogno di Misericordia, come ci insegna papa Francesco, - si

legge sul sito - e i cavalieri di Equiturismo desiderano dare il loro contributo affinché questa non sia

solo una parola ma possa diventare un valore sentito e vissuto, a cominciare da un più profondo

contatto con Dio nella Natura».

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Uno “stupore” continuo «Sto ricevendo molto più di quello che sto dando, nessun lavoro, nessuno stipendio mi avrebbero

potuto dare tanto quanto ho avuto in questi mesi». É una delle molte frasi, piene di gratitudine e di

entusiasmo, con cui Katarína Dubecká, slovacca, volontaria da marzo al Giubileo della Misericordia,

racconta la sua esperienza. Nelle sue parole traspira uno sguardo profondo e attento, pronto a

cogliere quello che questi mesi a Roma da volontaria le stanno donando. Katarína ha 21 anni, viene

da Levoča, ultima di sei figli, studia scienze infermieristiche ed è stata costretta lo scorso anno ad

interrompere i suoi studi a causa di un serio problema alla schiena che le ha impedito di potersi

dedicare, come da programma, al praticantato. É stato però proprio questo “incidente di percorso”

che le ha permesso di intraprendere l’esperienza di volontaria al Giubileo e, nel frattempo, di curarsi

tra la Slovacchia e Roma.

«Il mio è un servizio di accoglienza e di aiuto all’organizzazione logistica. Durante le udienze

aiutiamo i pellegrini nella fase dei controlli della sicurezza ed inoltre quello che solitamente mi

trovo a fare è accogliere i pellegrini sul sagrato della Basilica Vaticana, dopo che hanno percorso

a piedi via della Conciliazione con la Croce, ed assisterli nella fase più importante, quello del

Passaggio della Porta Santa, facendo sì che possano raccogliersi in preghiera e, successivamente,

concludere il pellegrinaggio alla Tomba di San Pietro con una sosta spirituale».

GIUBILEO A ROMA

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Tra le immagini che rimangono scolpite in Katarína c’è sicuramente quella di un gruppo di peruviani

visibilmente emozionati che ha pregato in ginocchio per molto tempo davanti alla Tomba di San

Pietro, trattenendo a stento le lacrime. «Di fronte ad una tale reazione, mi sono sentita ancora

più fortunata ad essere lì ogni giorno; c’è chi davvero farebbe sacrifici di ogni genere per venire

a Roma a pregare sulla Tomba di San Pietro ed io ho ed ho avuto la fortuna di poterci stare tutti i

giorni» commenta Katarína che di tutti gli eventi giubilari menziona con particolare coinvolgimento

quello dei malati e disabili.

«La cosa che mi ha davvero sconvolta è stato sentirmi chiedere più volte “come stai” da chi tra

di loro era in carrozzella ed ha atteso sotto il sole, pazientemente, e sempre con il sorriso, per

partecipare alla Santa Messa con il Papa - spiega la nostra volontaria -. Si preoccupavano per noi

e ci chiedevano se avevamo sete. Ecco questo è stato per me, tra i tanti, motivo di stupore».

Inoltre il giorno prima del concerto svoltosi a Castel S. Angelo sempre in occasione di questo evento

giubilare, Katarína, in servizio durante le prove, conosce dei ragazzi disabili membri di un coro e

tra loro uno in particolare la colpisce molto, perché è una persona con un grave ritardo mentale.

«Sembrava non rendersi conto di chi gli stesse accanto e di cosa stesse accadendo - racconta -

Ebbene l’indomani durante il concerto, mentre prestavo servizio sul palco, mi sono sentita afferrare

per un braccio proprio da lui, che mi ha chiesto: “Tu ieri eri qua, vero?” In quel momento mi sono

sentita “piccola” per essermi fermata alla superficie, per aver emesso un giudizio senza andare

oltre i miei occhi».

Tra gli aspetti preziosi di questa intensa esperienza c’è senz’altro il rapporto con i volontari giunti

da tutto il mondo: «Singapore, Colombia, Spagna, Messico, Polonia, Australia sono solo alcuni

tra i paesi di provenienza dei volontari che ho conosciuto in questo periodo. Con alcuni di loro

abbiamo anche portato avanti un’esperienza nell’esperienza che ci ha unito ancora di più: una

volta a settimana, di sera, portiamo un pasto caldo ai poveri nelle stazioni Termini e Tiburtina».

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GIUBILEO AMMALATI E DISABILI

Le Catechesi

Il grande evento giubilare dedicato agli ammalati e ai disabili ha avuto inizio venerdì 10 giugno con

un momento di catechesi davvero coinvolgente e rivolto a tutti, e in particolare alle persone sorde

e non vedenti, tenuta da Padre Ciryl Axelrod, redentorista, sordo-cieco, la cui catechesi è stata resa

accessibile in International Sign Linguage (I.S.L.), nella Lingua dei Segni Italiana (L.I.S.) e nella

Lingua dei Segni tattile. Padre Axelrod è un sacerdote conosciuto in tutto il mondo, soprattutto in

Cina, Regno Unito e Sud Africa, per il suo totale impegno nei confronti della disabilità. Intervistato

da Stefania Careddu per ‘Avvenire’ ha raccontato: «La mia vocazione è aiutare tutti a vedere quanto

è potente il Signore nelle nostre vite. La catechesi non è solo parole, parole, parole. Bisogna capire

quali sono le possibilità che il disabile ha di comprendere e quale è il modo migliore per aiutare

tutti, anche i bambini, a ricevere Gesù, a sperimentare la sua gioia. La lingua dei segni, la lingua

dei segni tattile, il braille sono doni dello Spirito e io sono stato chiamato da Dio a dare la buona

notizia a tutte le persone, ai poveri, per rendere liberi i prigionieri, ridare la vista ai ciechi e l’udito

ai sordi». “La misericordia fonte di gioia” è stato invece il filo conduttore della catechesi di sabato

11 giugno che si è svolta presso alcune chiese del centro storico in diverse lingue e secondo modalità

differenti, come ad esempio la drammatizzazione del brano del vangelo ed alcuni gesti semplici che

hanno accompagnato la preghiera.

GRANDI EVENTI

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La Festa

Gioia, entusiasmo ed un'allegria contagiosa hanno caratterizzato la Festa “Oltre il limite” che si è

svolta sabato 11 giugno. Nelle “Tende della Misericordia” che hanno popolato i Giardini di Castel S.

Angelo è stato possibile entrare in contatto con alcune associazioni e organizzazioni che operano a

favore del mondo degli ammalati e delle persone disabili, mentre la Festa che ha visto la partecipazione

straordinaria dell'Arma dei Carabinieri è stata presentata dal conduttore televisivo e radiofonico

Rudy Zerbi e dalla cantante non vedente Annalisa Minetti. Esibizioni artistiche, che hanno spaziato

dal canto alla danza fino ai giochi di prestigio, hanno coinvolto ed intrattenuto la platea dei Giardini

di Castel S. Angelo. Protagonisti dello spettacolo sono stati proprio i malati e i disabili che insieme a

cantanti, ballerini, prestigiatori tra cui Alessandra Amoroso, Silvan, Simona Atzori, Bebe Vio, Nicole

Orlando e Stefano Oradei, hanno dato vita ad uno spettacolo straordinariamente emozionante.

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La Santa Messa

«La felicità che ognuno desidera, d’altronde, può esprimersi in tanti modi e può essere raggiunta

solo se siamo capaci di amare. Questa è la strada. E’ sempre una questione di amore, non c’è

un’altra strada - ha detto Papa Francesco nell’omelia di domenica 12 giugno - La vera sfida è quella

di chi ama di più. Quante persone disabili e sofferenti si riaprono alla vita appena scoprono di

essere amate! E quanto amore può sgorgare da un cuore anche solo per un sorriso! La terapia

del sorriso». Un’esortazione ad amare, a non “mettere da parte” i malati e i disabili quella che

Papa Francesco ha enunciato nel corso dell’omelia della Celebrazione Eucaristica, preceduta da

un momento di preghiera e testimonianze “Quando sono debole sono forte”. In occasione della

Santa Messa, seguita in diretta mondiale, tradotta nella lingua dei segni, in streaming sul sito del

Giubileo, il servizio liturgico e le letture hanno avuto come protagonisti le persone disabili, così

come la lettura del Vangelo che per la prima volta in Piazza San Pietro è stata drammatizzata in

modo da permettere ai pellegrini con disabilità mentale di comprendere il testo. «Il modo in cui

viviamo la malattia e la disabilità è indice dell’amore che siamo disposti a offrire. Il modo in cui

affrontiamo la sofferenza e il limite è criterio della nostra libertà di dare senso alle esperienze

della vita, anche quando ci appaiono assurde e non meritate. - ha concluso il Santo Padre -. Non

lasciamoci turbare, pertanto, da queste tribolazioni (cfr 1 Ts 3,3). Sappiamo che nella debolezza

possiamo diventare forti (cfr 2 Cor 12,10), e ricevere la grazia di completare ciò che manca in

noi delle sofferenze di Cristo, a favore della Chiesa suo corpo (cfr Col 1,24); un corpo che, ad

immagine di quello del Signore risorto, conserva le piaghe, segno della dura lotta, ma sono piaghe

trasfigurate per sempre dall’amore».

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I Punti Salute

In occasione di questo grande evento giubilare è stata realizzata un’iniziativa a favore della salute

sponsorizzata della Fondazione Med Tag. In queste tre intense giornate, nei pressi delle quattro

basiliche papali sono infatti stati posizionati dei “Punti Salute” (Health Points) che hanno offerto

gratuitamente, soprattutto ai numerosi senza tetto presenti in città, un’assistenza sanitaria

specialistica: medici e personale sanitario sono stati a disposizione per medicina generale,

dermatologia, senologia, pediatria e ginecologia.

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Venerdì, 2 settembre

Dalle ore 14.00 alle 17.00Nelle chiese giubilari: Adorazione EucaristicaSacramento della riconciliazionePellegrinaggio verso la Porta Santa

Dalle ore 14.00 alle ore 20.00

Possibilità del percorso “Sulle orme dei Santi e Beati della misericordia”

Sabato, 3 Settembre

Ore 8.30 Momento di preparazione alla CatechesiOre 10.00 Catechesi del Santo Padre in Piazza San Pietro

Dalle ore 14.00Nelle chiese giubilari: Adorazione EucaristicaSacramento della riconciliazionePellegrinaggio verso la Porta Santa

Ore 20.00 Momento di festa comunitario

Domenica, 4 Settembre

Ore 10.00 Santa Messa presieduta da Papa Francesco in Piazza San Pietro e canonizzazione della beata Madre Teresa di Calcutta

Dalle ore 14.00 alle ore 20.00

nei Giardini di Castel S. Angelo possibilità di vistare gli stand di alcune associazioni di operatori e volontari di misericordia

Dalle ore 14.00 alle ore 20.00

Nei Giardini di Castel S. Angelo possibilità di vistare gli standdi alcune associazioni di operatori e volontari di misericordia

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GIUBILEO DEI CATECHISTI23 - 25 settembre 2016

Venerdì, 23 settembre

Dalle ore 18.00Introduzione al Giubileo “Contemplare la Misericordia” per gruppi linguistici su “Miserando atque eligendo” “Contemplare la Misericordia”, a partire dall’opera del Caravaggio La Vocazione di San Matteo(Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi dei Francesi).

La catechesi in lingua italiana se terrà il sabato 24 alle ore 16:00 nella Basilica di San Paolo fuori le Mura

Sabato, 24 settembre

Dalle ore 9.00Nelle chiese giubilari:Adorazione EucaristicaSacramento della riconciliazionePellegrinaggio verso la Porta Santa

Ore 18.00Vespri e testimonianze

Domenica, 25 settembre

Ore 10.30Santa Messa presieduta da Papa Francesco in Piazza San Pietro

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La Porta Santa ‘itinerante’ nelle isole Salomone

“Il Giubileo sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della

comunione di tutta la Chiesa” (Misericordiae Vultus). Monsignor Luciano Capelli, presule salesiano

alle Isole Salomone, in Oceania, ha preso alla lettera il desiderio del Santo Padre di rendere questo

Giubileo straordinario “diffuso” e ha reso la Porta della diocesi di Gizo itinerante: “Se la popolazione

isolata non può raggiungere, a causa della lontananza, la Porta Santa nella cattedrale, sarà la

Porta Santa che farà il giro delle parrocchie e dei villaggi per raggiungere la gente isolata”. Il

segno del Giubileo si è fatto dunque mobile. La Porta della Misericordia, trasportata in barca da

un’isola all’altra, ha così potuto raggiungere gli isolotti e villaggi più sperduti della diocesi. “In

ognuna delle 14 stazioni visitate c’è stata una partecipazione liturgica mai vista prima – ha

raccontato Monsignor Capelli –. In due mesi di “staffetta” da un villaggio all’altro la popolazione

ha vissuto l’esperienza molto seriamente. Un’esperienza che ha rafforzato il senso della comunione

GIUBILEO NEL MONDO

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e della comunità tra le varie tribù, creando unità e solidarietà”. Ogni arrivo della Porta è stato

accolto da una vera e propria cerimonia folcloristica. I ‘Guerrieri del villaggio’, nei loro costumi

tipici, hanno accolto i visitatori come fossero ospiti d’onore, con danze e canti tipici della zona.

Sono seguite, in diverse giornate, le celebrazioni della Liturgia della Parola, la Riconciliazione e

l’Eucaristia. Le diverse comunità si sono preparate adeguatamente alla venuta della Porta Santa.

Un team della Diocesi ha fatto il giro delle parrocchie spiegando il significato profondo di questa

esperienza. Questa della Porta itinerante è solo una delle tante iniziative che il Vescovo, sbarcato

nel Sud Pacifico 16 anni fa, ha realizzato in questa terra colpita più volte da terremoti e tsunami.

Conosciuto come “Vescovo volante” - dovendosi spostare da un villaggio all’altro della sua diocesi

a bordo di un ultraleggero che è lui stesso a guidare -, Monsignor Capelli ha costruito con l’aiuto di

volontari diverse strutture come chiese, ospedali e scuole. Tra questi anche alcuni italiani come, ad

esempio, Carlo Naso Onofrio della provincia di Varese, felicemente sposato con Anna e nonno di

ben cinque nipoti, il cui rapporto con il volontariato alle Isole Salomone è iniziato nel 2007: “Siamo

un bel gruppo – racconta Carlo -. Ci spinge l’amore verso gli altri, lontani da noi ma sempre vicini

nei nostri cuori. Ripartiamo da quelle lontane terre con il ricordo dei loro sorrisi e della loro

amicizia. Ciò ci appaga dei sacrifici e dalla lontananza delle nostre famiglie. Le difficoltà sono

molte, le malattie e le infezioni sono all’ordine del giorno, ma nonostante ciò ripartiamo sempre

per aiutare la popolazione Salomonese ed il nostro Monsignor Luciano Capelli, che ogni anno

prevede nuovi progetti. Lo spirito del volontario vive nei nostri cuori, e speriamo di poterlo fare

ancora per molto tempo”.

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Monsignor Capelli non è stato l’unico ad avere avuto l’idea di una Porta della Misericordia mobile.

Monsignor Peter Brignall, Vescovo di Wrexham nel Galles settentrionale, ha fatto realizzare una

porta di legno richiudibile, in grado di essere trasportata su un piccolo carrello. La struttura,

composta da un semplice architrave bianco con la scritta “Mercy”, ha così viaggiato per tutta la

Quaresima di decanato in decanato permettendo ai fedeli della Diocesi, in particolare anziani e

ammalati, di vivere appieno questo Giubileo e di “ricevere la misericordia del Padre”.

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VOCI DAL MONDO

Mongolia: in pellegrinaggio alla Porta Santa di Ulaanbaatar

Abbiamo ricevuto e trasmettiamo integralmente la testimonianza di Padre Giorgio Marengo,

missionario della Consolata, che vive e opera in Mongolia e precisamente nella comunità cristiana

di Arvaiheer. Si tratta di una comunità che conta 24 battezzati e la cui missione-parrocchia si

trova a 430 km dalla capitale e che festeggerà il prossimo 28 agosto il primo sacerdote cattolico

nativo della Mongolia indipendente: parliamo di don Joseph Enkhee-Baatar che verrà ordinato

sacerdote nella Cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Paolo ad Ulaanbaatar. Di seguito leggiamo

la recente esperienza di pellegrinaggio di questa comunità alla Porta Santa di Ulaanbaatar in

occasione dell’Anno Giubilare della Misericordia.

«Come piccola comunità cristiana di Arvaiheer abbiamo vissuto il nostro momento di pellegrinaggio

giubilare in Mongolia. L’attesa si è fatta vibrante, dopo l’annuncio che saremmo andati anche

noi alla porta santa di Ulaanbaatar, presso la cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Nella

tradizione religiosa mongola esiste la pratica del pellegrinaggio, desunta dall’esperienza tibetana

di avvicinamento alla città santa di Lhasa. E’ nota anche l’itineranza ascetica di monaci buddhisti

del secolo scorso, prima che fossero vietate dal regime comunista, che intendeva porre fine (anche

con la violenza) a qualsiasi espressione religiosa. Partendo da questi presupposti e contando

sull’entusiasmo da subito manifestato dalla gente, la preparazione che ha preceduto l’evento si è

concentrata soprattutto sul significato cristiano del pellegrinaggio e del varcare la porta santa; è stata

così un’ottima occasione per approfondire il senso del perdono e della riconciliazione e condividere

esperienze personali. L’incontro col Dio misericordioso rivelato in Cristo è davvero la buona notizia

che entra nella vita delle persone, risollevandole da pesi e paure ed aprendo orizzonti nuovi. Anche il

concetto di indulgenza è facilmente comprensibile, viste alcune similitudini con una pratica analoga

esistente nel Buddhismo mongolo (il zasal) ed è stato per noi missionari e missionarie una positiva

riscoperta, mentre lo spiegavamo alla gente.

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Eccoci pronti a partire. I 430 km che separano Arvaiheer dalla capitale li percorriamo su un piccolo

pullman, affittato per l’occasione. Il clima è festoso; si sa che viaggiare insieme è sempre occasione

di fraternità ed è molto sentito qui in Mongolia. Arrivati ad Ulaanbaatar riprendiamo i temi del

pellegrinaggio e celebriamo l’eucaristia nel nostro alloggio, come le prime comunità cristiane che si

radunavano nelle case dei fedeli. Poi il grande giorno: tutti con il deel, l’abito tradizionale mongolo,

arriviamo in cattedrale dove una catechista dà il benvenuto, mostrando i vari ambienti del complesso.

Poi il momento solenne della Porta Santa: nessuna fila, meglio che a S. Pietro, ci siamo solo noi!

Solo il rumore del traffico cittadino in sottofondo. All’interno, tempo per adorazione eucaristica

e confessioni, poi la Messa. Sui volti si accende un sorriso genuino, un senso di soddisfazione e

di pace. Nel pomeriggio ci aspetta il Vescovo, ma prima mangiamo un panino nel grande parco

cittadino. Mons. Padilla è contento di incontrare tutta la comunità cristiana di Arvaiheer; chiede

impressioni e condivide le sue, insistendo sulla bellezza di essere il primo gruppo di credenti della

regione di Uvurkhangai. E’ un dono e una responsabilità; adesso che si è creata questa comunità

di adulti la fede si può gradualmente trasmettere in famiglia, coinvolgendo giovani e bambini. Una

foto di gruppo e poi si riparte. Ancora la messa domenicale nella parrocchia di Khan Uul, dove siamo

abbastanza di casa. Poi ripartiamo ed è di nuovo festa, mentre si chiacchiera sul pullman ricordando

i momenti più emozionanti del pellegrinaggio. E’ stata per tutti un’esperienza di fede e di fraternità

molto profonda. Ha lasciato un segno nella vita di questa piccola comunità, chiamata a vivere e

testimoniare in un contesto spesso ostile. Siamo però sicuri che la pace e la gioia che abbiamo visto

sui volti dei pochi cattolici di Arvaiheer sarà il segno più eloquente anche per tutti gli altri di una

fede che fa fiorire il meglio racchiuso in ognuno di noi».

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MISSIONARI DELLA MISERICORDIA

Un Missionario sul fronte di guerra

“In questo giorno, che è come il cuore dell’Anno Santo della Misericordia, il mio pensiero va a tutte

le popolazioni che più hanno sete di riconciliazione e di pace. Penso, in particolare, qui in Europa,

al dramma di chi patisce le conseguenze della violenza in Ucraina: di quanti rimangono nelle

terre sconvolte dalle ostilità che hanno causato già varie migliaia di morti, e di quanti – più di un

milione – sono stati spinti a lasciarle dalla grave situazione che perdura. Ad essere coinvolti sono

soprattutto anziani e bambini”. Queste le parole pronunciate da Papa Francesco nel Regina Coeli

recitato al termine della Santa Messa lo scorso 3 aprile. E dall’Ucraina, che “soffre da tempo per le

conseguenze di un conflitto armato, dimenticato da tanti” (Udienza Generale del 20 aprile), arriva

la testimonianza di Padre Leonid Hryhorenko, redentorista dell’esarcato Arcivescovile di Lutsk,

che, dal mese di febbraio, porta in questi luoghi martoriati il suo supporto spirituale ed umano

come Missionario della Misericordia. Molte delle missioni affrontate nei mesi scorsi sono state di

sostegno alla popolazione, nella speranza di portare un po’ di sollievo a quanti vivono nelle regioni

colpite dalla guerra.

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Durante una di queste missioni nell’Est del Paese Padre Leonid ha avuto l’opportunità di incontrare

alcuni profughi, tra cui molte madri e bambini, e di fare visita ad alcuni battaglioni di soldati. “Nessuno

è al corrente di quello che succederà. Le persone pregano molto e i cappellani cercano la possibilità

di confessare e portare la Comunione. Alcuni militari si sono accostati a questi sacramenti per

la prima volta. Riuscire a confessare e a comunicare decine di soldati è sorprendente. Non tutti

infatti sono credenti o educati nello spirito del cristianesimo”, spiega Padre Leonid, che continua

raccontando un episodio che ha visto coinvolto Padre Michele, suo superiore.

“Un anno e mezzo fa, durante un suo viaggio insieme ad alcuni volontari, il suo battaglione fu

completamente raso al suolo dalle bombe. Tutte le tende e tutte le macchine andarono distrutte

ma i soldati miracolosamente rimasero vivi. Dopo essersi ripresi videro la Croce di legno fissata

in mezzo all’accampamento. Non ebbero dubbi: la Croce li aveva salvati”.

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GIUBILEO “2.0”

La GMG a portata di un “clic”“Quella di Cracovia sarà una GMG social. Aspettiamo due milioni di giovani. E se ognuno di loro

ha almeno 500 amicizie social, ecco che arrivare a toccare un miliardo di persone non è un’utopia.

Centinaia di milioni di persone potrebbero essere raggiunte dal messaggio di misericordia lanciato

dalla Polonia”. Ne è convinto don Pawel Rytel Adrianik, portavoce della Conferenza Episcopale

Polacca, parlando della 31ª Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Cracovia dal 26 al 31

luglio. La presenza dei social media svolgerà un importante ruolo di diffusione e sensibilizzazione in

questo grande evento dove arriveranno per la prima volta anche giovani dallo Stato della Palestina,

dal Sud Sudan e dal Kosovo e dove le catechesi si terranno, sempre per la prima volta, in lingua

armena e cambogiana. Nella terra di San Giovanni Paolo II la GMG confermerà la sua vocazione

social con risultati ancora più sorprendenti rispetto a Madrid e a Rio de Janeiro, dove si sono tenuti

gli ultimi due appuntamenti. La pagina Facebook ha raggiunto già 1 milione e mezzo di fans da tutto

il mondo ed è tradotta in 20 lingue. Sono invece 13 le lingue disponibili su Twitter dove si contano

in totale 218.500 followers. L’hashtag per seguire l’evento è #KRAKOW2016. Il videoclip con

l’inno ufficiale dell’evento è stato già visualizzato sul canale YouTube 3,2 milioni di volte. Numeri

importanti dunque che siamo sicuri continueranno a crescere grazie anche ai volontari per i social

media - presenti in ben 31 Paesi -, impegnati per arrivare a portare il messaggio della GMG dovunque

e coprire ogni fuso orario. E non è finita qui. La GMG è anche su Instagram, Snapchat, Pinterest,

Flickr e su altri social network minori. Inoltre, per permettere ai partecipanti di avere a portata di

smartphone informazioni utili durante la loro permanenza in terra polacca, è stata progettata una

applicazione gratuita, disponibile in nove lingue, che svolge le funzioni di guida mobile, mappa,

informatore appunto e può essere personalizzata da ciascun utente.

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Per segnalare un’iniziativa vai sul sito www.im.va nella sezione

Segnala Iniziativa

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Signore Gesù Cristo,

tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,

e ci hai detto che chi vede te vede Lui.

Mostraci il tuo volto e saremo salvi.

Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;

l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;

fece piangere Pietro dopo il tradimento,

e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.

Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana:

Se tu conoscessi il dono di Dio!

Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,

del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia:

fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria.

Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza

per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore:

fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.

Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione

perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore

e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio

proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà

e ai ciechi restituire la vista.

Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia

a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Amen

PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

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