2
02/08/2015 Vuoti e puliti per essere riempiti Past. Rosario Mascari La Parola di Dio deve portare cambiamento, trasformazione nel cuore di chi la ascolta. Quando Gesù predicava, c’era chi, come i Farisei, si incattiviva, irrigidendosi sulle proprie posizioni, e chi, invece, come le masse che lo seguivano, tra le quali il pubblicano Zaccheo, più lo ascoltavano e più venivano trasformati dalla Sua parola. Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l'eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi” (2 Corinzi 4:7). Molto spesso siamo paragonati a dei vasi, contenitori fragili, come fragile è la natura umana. Dobbiamo avere un concetto sobrio di ciò che siamo: vasi di terra, di cui Importante è il contenuto, lo Spirito Santo che Dio stesso soffia in noi; “Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2:7). La parola che fu rivolta a Geremia dall'Eterno, dicendo: «Alzati e scendi alla casa del vasaio, e là ti farò udire le mie parole». Allora io scesi alla casa del vasaio, ed ecco, egli stava facendo un lavoro alla ruota. Ma il vaso che stava facendo con l'argilla si guastò nelle mani del vasaio. Così, cominciando da capo, egli fece con essa un altro vaso, come parve bene agli occhi del vasaio. Allora la parola dell'Eterno mi fu rivolta, dicendo: «O casa d'Israele, non posso io fare con voi come ha fatto questo vasaio?», dice l'Eterno. «Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così siete voi nelle mie mani, o casa d'Israele“ (Geremia 18:1-6). Quando l’argilla si rompe, il Vasaio comincia nuovamente a modellare. La prima cosa che Egli fa è lavare l’argilla al fine di eliminare le impurità, poi la sbatte per fare in modo che le bolle d’aria escano, dopodiché la mette nella ruota, rappresentante la vita, e, attraverso le Sue mani dà all’argilla una forma. Allo stesso modo noi dobbiamo pulirci, svuotarci da tutte le impurità della nostra natura e liberarci dall’orgoglio che molto spesso ci riempie. Solo allora, quando siamo vuoti e puliti, Dio potrà riempirci con il suo Santo Spirito. Se il Vasaio non togliesse le bolle, quando la temperatura del forno si alza, l’argilla si spaccherebbe; similmente, se continuiamo ad essere ripieni del nostro orgoglio, rischiamo di essere distrutti dalla prova e di andare in frantumi durante la stessa. In ultimo, quando il Vasaio cuoce in forno le sue terrecotte, le colloca ben distanti l’una dall’altra, onde evitare che gli effetti delle problematiche relative ad una di esse trascinino anche le altre. Ugualmente, nel cammino del cristiano, le prove vanno affrontate singolarmente con Dio. Una donna, moglie di un discepolo dei profeti, gridò a Eliseo, dicendo: «Il tuo servo, mio marito, è morto, e tu sai che il tuo servo temeva l'Eterno; ora il creditore è venuto a prendersi i miei due figli per farli suoi schiavi». Eliseo le disse: «Che cosa devo fare per te? Dimmi, che cosa hai in casa?». Ella rispose: «La tua serva in casa non ha altro che un vasetto d'olio». Allora egli disse: «Va' e chiedi in prestito a tutti i tuoi vicini dei vasi vuoti; e non chiederne pochi. Quando sei rientrata, chiudi la porta dietro di te e dei tuoi figli, poi versa l'olio in tutti quei vasi mettendoli da parte man mano che saranno pieni». Ella dunque si allontanò da lui e chiuse la porta dietro di sé e dei suoi figli; questi le portavano i vasi ed ella vi versava l'olio. Quando i vasi furono pieni, ella disse a suo figlio: «Portami ancora un vaso». Ma egli le rispose: «Non ci sono più vasi». E l'olio si fermò. Allora essa andò a riferire la cosa all'uomo di DIO, che le disse: «Va' a vendere l'olio e paga il tuo debito; con quel che resta vivrete tu e i tuoi figli»” (1 Re 4:1-7). Riflettendo sull’importanza del contenitore e le forme che esso può assumere, notiamo come a quei tempi i vasi venivano utilizzati per conservare olio, vino, sale, farina, mentre gli otri, più maneggevoli, venivano

Vuoti e puliti per essere riempiti

  • Upload
    dm

  • View
    214

  • Download
    2

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Past. Rosario Mascari

Citation preview

02/08/2015

Vuoti e puliti per essere riempiti

Past. Rosario Mascari

La Parola di Dio deve portare cambiamento, trasformazione nel cuore di chi la ascolta. Quando Gesù

predicava, c’era chi, come i Farisei, si incattiviva, irrigidendosi sulle proprie posizioni, e chi, invece, come le

masse che lo seguivano, tra le quali il pubblicano Zaccheo, più lo ascoltavano e più venivano trasformati

dalla Sua parola.

“Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l'eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da

noi” (2 Corinzi 4:7).

Molto spesso siamo paragonati a dei vasi, contenitori fragili, come fragile è la natura umana. Dobbiamo

avere un concetto sobrio di ciò che siamo: vasi di terra, di cui Importante è il contenuto, lo Spirito Santo

che Dio stesso soffia in noi; “Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle

narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2:7).

“La parola che fu rivolta a Geremia dall'Eterno, dicendo: «Alzati e scendi alla casa del vasaio, e là ti farò

udire le mie parole». Allora io scesi alla casa del vasaio, ed ecco, egli stava facendo un lavoro alla ruota. Ma

il vaso che stava facendo con l'argilla si guastò nelle mani del vasaio. Così, cominciando da capo, egli fece

con essa un altro vaso, come parve bene agli occhi del vasaio. Allora la parola dell'Eterno mi fu rivolta,

dicendo: «O casa d'Israele, non posso io fare con voi come ha fatto questo vasaio?», dice l'Eterno. «Ecco,

come l'argilla è nelle mani del vasaio, così siete voi nelle mie mani, o casa d'Israele“ (Geremia 18:1-6).

Quando l’argilla si rompe, il Vasaio comincia nuovamente a modellare. La prima cosa che Egli fa è lavare

l’argilla al fine di eliminare le impurità, poi la sbatte per fare in modo che le bolle d’aria escano, dopodiché

la mette nella ruota, rappresentante la vita, e, attraverso le Sue mani dà all’argilla una forma. Allo stesso

modo noi dobbiamo pulirci, svuotarci da tutte le impurità della nostra natura e liberarci dall’orgoglio che

molto spesso ci riempie. Solo allora, quando siamo vuoti e puliti, Dio potrà riempirci con il suo Santo Spirito.

Se il Vasaio non togliesse le bolle, quando la temperatura del forno si alza, l’argilla si spaccherebbe;

similmente, se continuiamo ad essere ripieni del nostro orgoglio, rischiamo di essere distrutti dalla prova e

di andare in frantumi durante la stessa. In ultimo, quando il Vasaio cuoce in forno le sue terrecotte, le

colloca ben distanti l’una dall’altra, onde evitare che gli effetti delle problematiche relative ad una di esse

trascinino anche le altre. Ugualmente, nel cammino del cristiano, le prove vanno affrontate singolarmente

con Dio.

“Una donna, moglie di un discepolo dei profeti, gridò a Eliseo, dicendo: «Il tuo servo, mio marito, è morto, e

tu sai che il tuo servo temeva l'Eterno; ora il creditore è venuto a prendersi i miei due figli per farli suoi

schiavi». Eliseo le disse: «Che cosa devo fare per te? Dimmi, che cosa hai in casa?». Ella rispose: «La tua

serva in casa non ha altro che un vasetto d'olio». Allora egli disse: «Va' e chiedi in prestito a tutti i tuoi vicini

dei vasi vuoti; e non chiederne pochi. Quando sei rientrata, chiudi la porta dietro di te e dei tuoi figli, poi

versa l'olio in tutti quei vasi mettendoli da parte man mano che saranno pieni». Ella dunque si allontanò da

lui e chiuse la porta dietro di sé e dei suoi figli; questi le portavano i vasi ed ella vi versava l'olio. Quando i

vasi furono pieni, ella disse a suo figlio: «Portami ancora un vaso». Ma egli le rispose: «Non ci sono più

vasi». E l'olio si fermò. Allora essa andò a riferire la cosa all'uomo di DIO, che le disse: «Va' a vendere l'olio e

paga il tuo debito; con quel che resta vivrete tu e i tuoi figli»” (1 Re 4:1-7).

Riflettendo sull’importanza del contenitore e le forme che esso può assumere, notiamo come a quei tempi i

vasi venivano utilizzati per conservare olio, vino, sale, farina, mentre gli otri, più maneggevoli, venivano

adibiti al trasporto. Come letto, si narra la storia della vedova di un servo di Dio, i cui figli stavano per essere

presi come schiavi, a causa dei debiti che non era riuscita e pagare. Anche il quel caso il Signore, per bocca

del Suo profeta, vuol sentire esprimere la natura della richiesta. Egli vuol sentire il nostro cuore rivolgersi a

Lui. Anche Gesù chiese al cieco Bartimeo “cosa vuoi che io ti faccia?” perché Egli vuole sentire dalla nostra

bocca qual è il nostro bisogno, Egli vuole che ci rivolgiamo a Lui mettendo a nudo la nostra condizione, con

totale fiducia. È allora che la grazia scende su di noi in abbondanza, senza limitazione. La grazia di Dio,

infatti, trova un limite solo quando non abbiamo più come contenerla, quando, ad esempio, si esaurirono i

vasi che la vedova aveva chiesto in prestito ai vicini, su consiglio del profeta Eliseo.

Un contenitore, per essere utilizzato, dovrà essere vuoto e pulito; così anche il nostro cuore, al fine di

ricevere l’unzione di Dio. Le vite dei credenti, come oggetto della Sua grazia, sono prede ambite da parte

del nemico; egli cercò di uccidere Gesù, così come il Faraone fece con i neonati al tempo di Mosè e lo stesso

accadde ai tempi di Erode nonché, attualmente, con il tema dell’aborto. Affinché il nostro vaso possa

essere riempito dell’unzione di Dio, è necessario che esso venga svuotato da tutto ciò che è incompatibile

con la stessa. Egli vuole usare ciò che noi abbiamo, il nostro talento. Mosè, per attraversare il Mar Rosso,

alzò il suo bastone; Davide, contro Golia, usò fionda e pietre, le quali erano per lui di uso comune; Gesù, per

sfamare la folla, usò i pani e i pesci che Gli furono presentati. Dobbiamo dare a Dio ciò che abbiamo, con la

certezza che Egli lo moltiplicherà.

“E, dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano radunati tremò; e furono tutti ripieni di Spirito Santo, e

annunziavano la parola di Dio con franchezza” (Atti 4:31). I centoventi discepoli, che aspettavano nell’alto

solaio, furono riempiti di Spirito Santo, e, come conseguenza, si misero a predicare l’evangelo. Il frutto del

Suo Spirito in noi deve essere manifesto.

“Perciò, fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia buona testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di

sapienza, a cui noi affideremo questo compito” (Atti 6:3).

Per servire Dio, occorre una buona testimonianza, essere pieni di Spirito e di sapienza, tanto allora per

servire alla mensa, quanto oggi per offrire a Dio il nostro servizio nella chiesa locale.