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(non i dolci!)

Cari Amici,

la nostra Comunitá (o “Squadra”) dopo essersi un po’sparpagliata per godersi le

meritate ferie, si è di nuovo ritrovata e riunita per continuare il cammino e

riprendere il lavoro della costruzione del Regno di Dio nell’ambiente in cui

viviamo e lavoriamo. Ebbene, la nostra, sia una Comunitá viva, giovane,

rinnovata, dove si respira amore, dove si respira Dio; sia una Comunitá vicina a

tutti, soprattutto vicina a chi è piú svantaggiato di noi; sia una Comunitá o una

“Squadra” che abbia Gesú come Pastore o come “Allenatore” ; sia Gesú la

nostra Guida, la nostra Luce, la nostra Strada; senza di Lui in mezzo a noi, la

nostra Comunitá è soltanto una “Ong”, cioè una “Organizzazione Non

Governativa”.

Questo “anno pastorale” deve essere una “storia d'amore”; la nostra, deve essere

una “Famiglia”, unita, nell’amore, a servizio del Regno di Dio, non un insieme

di persone dove ognuno pensa a sé, dove ognuno pensa a far prevalere le

proprie idee, i propri punti di vista, la propria personalitá; no! È il bene che

deve prevalere, è ció che è giusto in quel momento che deve prevalere. In ció,

Gesú ci deve guidare, il Suo Spirito ci deve prendere per mano e ci deve

accompagnare nel nostro cammino pastorale di quest’anno, come una mamma

prende per mano i suoi figli e li accompagna nel cammino della vita. Perció

come discepoli di Gesú, cerchiamo di essere tutti gioiosi, coraggiosi, forti, anche

nell’andare contro il modo di pensare degli altri che si dicono cristiani ma che

pensano e vivono da pagani. Siamo decisi, non siamo tiepidi: tiepido vuol dire

“né caldo, né freddo”; il Signore, nell’Apocalisse ci avvisa che tutti coloro che

sono “tiepidi” non servono a niente, anzi sono disgustosi ai suoi occhi, per cui

“li vomiterá dalla sua bocca” (Apocalisse: 3, 16). Avere coraggio, essere forti e

gioiosi, invece, avere un fuoco che ci rende “bollenti” e ci fa andare

“controcorrente”, cioè contro il modo di pensare e di vivere della massa, fa bene

al cuore. Viviamo la nostra vita impegnandoci in grandi ideali; il Signore non ci

ha scelti per cosine da niente. In questo anno della Fede, riflettiamo ancora un

po’ sulla fede, per viverla in un modo piú cosciente. La fede non è un qualcosa

di vago o di estraneo alla vita. A volte diciamo che in fondo in fondo crediamo

in Dio; ma in quale Dio? Un Dio diffuso, un Dio-spray, che è un po' dappertutto

ma che non si sa mai cosa sia, una presenza impalpabile, un'essenza che si

spande intorno senza sapere bene cosa sia, senza sapere che profumo abbia. La

fede è avere a che fare con un Dio che è Persona vera, concreta: un Padre e una

Madre! Un Padre e una Madre, molto premuroso; e la fede è un incontro vivo,

vero, reale con Lui, anche se non visibile; incontro che si esprime nella

preghiera. La vera preghiera ci fa uscire da noi stessi, ci fa dimenticare noi

stessi, il nostro egoismo, il nostro orgoglio, la nostra vanità; la vera preghiera

non ci fa sentire noi al primo posto, sempre e con tutti; la vera preghiera ci apre

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al Padre e ai fratelli più bisognosi e ci fa incontrare Lui, quando noi incontriamo

e aiutiamo i fratelli piú svantaggiati di noi.

Ma Dio non solo è un Padre e una Madre premuroso ma è anche misericordioso

perché perdona e accoglie i suoi figli peccatori. Tante volte pensiamo che andare

a confessarci sia come andare in tintoria per pulire la sporcizia sui nostri vestiti.

Ma Gesù nel confessionale non è una tintoria. Confessarsi è un incontro vero,

reale con Dio, con Gesù, anche se non in modo visibile direttamente con Lui, ma

visibile attraverso un’altra persona umana come noi, che è il sacerdote. Nella

confessione Gesú ci aspetta cosí come siamo.

Su un altro punto dobbiamo riflettere, per poter iniziare bene, col piede giusto,

con disposizione corretta questo nuovo anno pastorale: su che cosa? Sulle

“chiacchiere”. Papa Francesco in una delle sue riflessioni quotidiane con le

persone che partecipano alla sua Messa ha puntato il dito

contro le “chiacchiere”, cioè contro l’abitudine di dire soltanto “la metá delle cose”, la metá della veritá, cioè quella che ci conviene; ha puntato il dito contro l’abitudine di dire cose che “si sono sentite da altri”, i quali le hanno sentite da altri e questi le hanno sentite da altri ancora, e alla fine si scopre che non sono vere. Con le chiacchiere si ammazza il fratello. Ma come si esprime la “chiacchiera”? In genere, attraverso le chiacchiere, dice Papa Francesco, noi facciamo tre cose: 1) Facciamo la disinformazione, quando diciamo soltanto la metà che ci conviene e non l'altra metà; l'altra metà non la diciamo perché non è conveniente per noi. 2) Facciamo la diffamazione, quando mettiamo in piazza un difetto vero di una persona, che conosciamo soltanto noi, quando raccontiamo in giro qualcosa “di grosso” che ha fatto una persona e che conosciamo soltanto noi; in poche parole, facciamo il giornalista o la giornalista...; e la fama o il buon nome di quella persona è rovinata. 3) La terza cosa che facciamo è la calunnia: noi calunniamo quando diciamo di una persona cose che non sono vere. Questo è proprio ammazzare il fratello! Tutte e tre le cose che facciamo con la “chiacchiera” (cioé la disinformazione, la diffamazione e la calunnia) sono peccato! Questo è peccato! Questo è dare uno schiaffo a Gesù nella persona dei suoi figli, dei suoi fratelli. Fin qui, Papa Francesco. Ebbene chiediamo al Signore Gesù che non solo durante questo anno pastorale

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ma sempre, ci dia la grazia di non immischiarci mai nella vita degli altri, di non essere cristiani che pregano e vanno a Messa, ma che poi hanno le cattive abitudini di “chiacchierare troppo”, di disinformare, di diffamare e di calunniare. Nella vita degli altri dobbiamo intervenire solo per aiutare; e ció quando il nostro aiuto è desiderato. Come vedete dal Calendario pastorale che avete appeso in cucina o piegato nella borsetta, il lavoro da fare è molto; ma tutto il nostro lavoro esterno non serve a niente se non facciamo un altro lavoro, molto piú importante, un lavoro interno a noi, un lavoro di autocontrollo, un lavoro di “non dire chiacchiere in giro”. Degli altri, o parlare bene o stare zitti, diceva Don Bosco. Chi non è proprio capace di pensare bene e di parlare bene di tutti, almeno stia zitto. Mai come in queste circostanze il silenzio è oro. Un caro saluto

Quest’anno siamo partiti in tanti. I due piccoli gruppi del 2011 sono cresciuti ed è stato necessario partire in Bus. Una flotta di volontari per “servire” a Lourdes. Perché a Lourdes? Cosa cerchiamo a Lourdes? Cerchiamo Maria, la madre di Gesú! E attraverso lei, cerchiamo Gesú stesso, in tutti i pellegrini, ma specialmente negli ammalati. Attorno alla grotta di Massabielle, l'apparizione dell'Immacolata, la si può sperimentare ancora oggi, attraverso gli occhi lucidi dei pellegrini e sui visi luminosi degli ammalati, pieni di speranza, che noi abbiamo accolto con amore: “Amatevi gli uni gli altri”. Maria disse: “Fate tutto ció che Egli vi dirá”. E noi l’abbiamo fatto. Gesú ci ha detto di servirlo negli ammalati: “Ero malato e voi mi avete assistito”. E noi lo abbiamo “visto” e servito. Da molti di loro abbiamo sentito queste parole: “Che Dio vi benedica per

Gesú disse: “Vi dó un comandamento nuovo:

che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi

gli uni gli altri.

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quello che fate”. È bello essere benedetti da qualcuno; piú bello ancora è essere benedetti dagli ammalati che sono i prediletti di Dio. Puó esistere un GRAZIE piú grande? Possiamo desiderare un “grazie” piú gratificante? Lourdes è uno dei Doni “di un Dio generoso che, pur avendoci concesso tutto ciò che dovrebbe bastarci per riconoscerne l’esistenza, aggiunge anche questo aiuto” e conforto alla nostra incredulità e ai dubbi che spesso ci assalgono. Siamo stati parte di un “fiume”, di volontari e di fedeli. Un “fiume” che nasce da ogni parte del mondo e che, da quasi due secoli, raggiunge la vallata di Lourdes. Come negli anni precedenti, anche quest’anno, con altri volontari si sono legate nuove amicizie; non solo, ma si sono rinsaldati i rapporti fraterni anche con coloro che giá avevamo conosciuto e con i quali avevamo fatto servizio insieme. Siamo stati bene, insieme, noi del nostro grande gruppo, con la voglia di ritornarci il prossimo anno, sperando che, coloro che non hanno potuto venire quest’anno, il prossimo anno saranno con noi. Sono state giornate piene di pioggia, ma dentro di noi splendeva un sole stupendo, quello dell’amore. L’ entusiasmo si leggeva sui nostri volti. E adesso? Siamo tornati a casa, riprende la vita di sempre. Riusciremo a portare lo spirito di Lourdes anche nelle nostre case, nelle nostre comunitá e nei rapporti con le persone che incontreremo? Ricorderemo le parole di Maria: “Fate tutto quello che Egli vi dirá”? Saremo capaci di vedere in ogni altro fratello il volto di Gesú? Riusciremo a far splendere quel sole dell’amore ovunque ci troveremo? Non dobbiamo vergognarci di dare AMORE e di farlo in nome di chi è morto per noi, per AMORE. Il nostro “VOLONTARIATO” nasce ed è radicalmente fondato sull’esempio di Gesú, il quale “VOLONTARIAMENTE” amó, serví e perdonó tutti, senza mai tirarsi indietro, neppure davanti alle incomprensioni, alle critiche, alle difficoltà, alle offese, alla sofferenza e alla morte in croce. Caliamoci profondamente nella Misericordia di Gesú e nell’abbraccio rassicurante di Sua Madre e chiediamo Loro di aiutarci a dare amore, servizi e perdono a tutti, sempre. Il “Volontariato” deve continuare anche nella nostra vita quotidiana. Facciamo nostre le parole di Papa Francesco: "Voglio chiedervi un favore: camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri, prendetevi cura tra di voi, non facciamoci del male, curiamo la vita, curiamo la famiglia, curiamo la natura, curiamo i bambini, curiamo gli anziani". ( Salvina Liberti)

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Cos’é il matrimonio?

Il matrimonio é innanzitutto un rapporto speciale in cui un uomo e una donna si

impegnano vicendevolmente e per tutta la vita a

REALIZZARE UN PROGETTO.

Come cristiani, noi dobbiamo tenere presente il desiderio e il progetto di Dio. E

qual’è il desiderio e il progetto di Dio? È che i due diventino una sola persona.

Quindi al centro del matrimonio c’è l’idea della UNITÀ.

Del resto è ció che avete voluto voi quando vi siete sposati: VIVERE * PER

SEMPRE *

UNITI * NELL’AMORE. Questo progetto è l’opposto della SOLITUDINE,

cioè dell’essere soli.

Nell’intimo dell’uomo esiste un profondo desiderio di vivere in armonia con

una donna; e la donna prova un analogo desiderio di intimitá con un uomo: il

matrimonio è appunto ció che soddisfa questa profonda ricerca di intimitá. Il

matrimonio, quindi, non è un semplice rapporto tra due persone, ma è un

rapporto caratterizzato da INITIMITÀ che riguarda tutti gli aspetti della vita, a

livello

emozionale, sociale, spirituale e corporeo.

Nel matrimonio, marito e moglie condividono la loro vita nel modo piú

profondo possibile;

non sono 2 individui qualsiasi a cui capita di vivere per caso a stretto contatto,

come succede sul lavoro. Dato che il desiderio di intimità è nel cuore del

matrimonio, i coniugi si preoccupano quando il loro rapporto non riesce a

raggiungere questa intimitá. Il matrimonio è anche un rapporto tra due persone,

orientato ad un fine. Quale fine? Generare figli!

Il matrimonio caratterizzato da INITIMITÀ è il modo piú sicuro ed efficace per

allevare figli. Ma la PROCREAZIONE non è l’unico fine del matrimonio.

Marito e moglie sono fatti per completarsi l’un l’altro (Qoelet 4, 9: “Due sono

meglio di uno…; se uno cade, l’altro l’aiuta a rialzarsi. Ma guai all’uomo che

cade e non ha nessuno che l’aiuti a rialzarsi”).

La vita è piú facile, quando 2 cuori e 2 intelligenze si impegnano insieme per

affrontare le sfide e i problemi di ogni giorno.

Voi che progetti avete realizzato da quando vi siete sposati? Questi progetti che

avete realizzati, li avreste potuto realizzare senza l’incoraggiamento e l’aiuto

della moglie o del marito? È motivo di soddisfazione questo aiuto reciproco?

B) Adattarsi al cambiamento

La vita è piena di cambiamenti: come si reagisce? Anche il matrimonio è un

rapporto interpersonale in continuo cambiamento: cambia la conoscenza

reciproca, cambiano gli atteggiamenti, cambiano le emozioni, cambiano le

situazioni...

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Ecco alcuni esempi di CAMBIAMENTI:

La nascita di un bambino

La morte di una persona cara

Una malattia

La presenza di parenti acquisiti

Un nuovo incarico

La perdita del posto di lavoro

I viaggi continui per lavoro

Le vacanze

Un aumento o una perdita di peso

Un trasferimento

La depressione

I disaccordi

La scoperta che il figlio si droga

Uno dei due coniugi non si adatta a vive-

re in Germania

Gli sbalzi di umore

I figli adolescenti

La figlia che si è fatta il ragazzo

Il corpo che invecchia

I genitori che diventano anziani

Delusione nei riguardi del coniuge

Il sesso e i rapporti sessuali

L’impotenza o la frigidità

L’infedeltá o il tradimento

Sono esempi o circostanze che creano in noi emozioni, stati d’animo e

atteggiamenti e che mettono il matrimonio sotto pressione e che richiedono una

risposta. Da come si risponde ai cambiamenti dipende la salvezza o la rovina, il

miglioramento o il peggioramento di un matrimonio. La reazione o risposta ad

ogni cambiamento deve essere sottoposta all’esame della ragione prima di

passare all’azione.

Oggi si esalta molto l’EMOZIONE ed essa diventa la GUIDA che determina le

nostre

AZIONI. Tanti coniugi prendono delle decisioni (cioè passano subito all’azione)

in base alle EMOZIONI che hanno: questo é

SBAGLIATO. Certo le EMOZIONI sono importanti; esse ci dicono che

qualcosa va bene o va male all’interno di un rapporto interpersonale; ma le

EMOZIONI devono essere sottoposte al vaglio della RAGIONE, prima di

trasformarsi in AZIONI (cioé prima di prendere delle decisioni); la ragione, poi,

non deve essere guidata dall’egoismo, dall’orgoglio o dalla vanità; essa deve

essere guidata dalla

VERITÀ, se vogliamo fare delle azioni

COSTRUTTIVE. Non bisogna affrettare il processo e passare subito dalla

EMOZIONI, dagli stati d’animo, dagli atteggiamenti, alle AZIONI, senza il

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beneficio della RAGIONE. Ecco, allora: bisogna affrontare i cambiamenti nella

vita matrimoniale rispettando il passaggio EMOZIONE-RAGIONE-AZIONE.

Tutti i cambiamenti influenzano il rapporto tra i coniugi; il modo con cui la

coppia affronta i cambiamenti, puó rovinare o salvare, peggiorare o migliorare il

loro matrimonio.

Come é lo stato attuale del vostro matrimonio?

Guai a

voi, se vi

separate!

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Il nostro cervello si adatta ai numeri e principalmente si adatta ai primi numeri che trova. Se il primo numero (o la prima cifra o il primo prezzo) è molto alto, il nostro cervello decide che quel numero alto è il prezzo o il costo giusto. Per esempio, se va in un negozio e vede un bel pullover che costa 80 €, il cervello (e la persona) si forma subito un’idea che i pullover costano 80 €. Gli sembrerà troppo, magari sará indeciso se comprarlo o meno e alla fine va a finire che non lo compra. Se, girando per lo stesso negozio o in altri negozi, vede un altro pullover, piú o meno uguale nel colore e nello stile con un prezzo piú alto, per es. 120 €, allora il pullover precedente di 80 € (che prima gli sembrava alto), apparirà come un grande affare, e lo va a comprare subito (mentre prima era incerto!). La stessa cosa è capitata a Silvia, una signora di mia conoscenza. Silvia ha acquistato un pullover di cachemire per 300 €, felicissima di aver fatto un affare. Secondo me 300 € sono molti soldi. Ma a lei era stato mostrato, prima, un pullover di Gucci che di Euro ne costava 900. Ora, è evidente che quel venditore conosceva molto bene, il funzionamento della mente umana e l’effetto psicologico sulle persone. I venditori cominciano con un prodotto che costa di piú, per poi ripiegare su un prodotto piú o meno uguale ma con un prezzo sempre alto, ma leggermente inferiore e il cliente ci casca e...lo compra! La gente si lascia abbindolare molto facilmente. Gli scienziati sanno che nel cervello delle persone si creano dei cosiddetti 'modelli’. Per esempio la gente vede in un negozio il prezzo di un iPad: 500 €. Cosí come aveva pensato per il pullover, anche ora pensa che gli iPad costino tutti 500, €. Ci riflette, non sa decidersi: le sembra un po’ caro! Poi va in un altro negozio e il negoziante mostra un modello di iPad “ugualissimo” per 800 €: ha piú o meno le stesse funzioni dell’altro. Il cervello del cliente pensa subito ai 500 € che ha in testa: di fronte al nuovo prezzo, quello dei 500 € gli sembra improvvisamente vantaggioso. Anche se è sempre caro, ora scompare ogni indecisione, e va subito a comprarlo! La maggioranza delle persone non ha nessuna idea dei prezzi. I prezzi sul mercato li fanno i professionisti e sono sempre relativi, essi non hanno nulla a che fare con i costi di produzione. I negozi sono molto furbi. Prima ti mostrano un prodotto con il prezzo massimo, magari esageratamente alto. Poi, a tua insaputa, senza che tu lo riconosci, ti mostra lo stesso prodotto con qualche insignificante cambiamento, a un prezzo sempre alto, ma inferiore al primo. Tu lo trovi un affare e lo compri! L’azienda ha un successo commerciale proprio giocando sui numeri, sulla psicologia del cliente e sul funzionamento del cervello umano. Qual è il segreto per sfuggire dalla trappola dei prodotti più invitanti ma sempre cari? Bisogna stare attenti allo shopping spontaneo, non necessario, cioè a quello non dettato da esigenze, ma da una momentanea emozione d’animo, allegra o triste che siano: questo tipo di shopping, è il più

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pericoloso. Ci fa spendere soldi per comprare cose, anche costose, che magari poi non mettiamo mai o non usiamo mai. Un consiglio buono da seguire è quello di fissare per iscritto degli obiettivi d’acquisto; fare cioé la famosa “lista della spesa”. Uno deve uscire di casa sapendo chiaramente ció di cui ha bisogno e che deve comprare, senza lasciarsi distrarre da cose che in quel momento non erano in programma di comprare. In questo modo la decisione di acquistare qualcosa che non si trova sulla lista è un processo faticoso che deve essere elaborato dal cervello. E molto spesso il cervello, per pigrizia (questa volta positiva!) ci rinuncia e noi evitiamo di comprare cose inutili e magari costose. Diciamo che con la lista della spesa, guadagniamo tempo e facciamo riposare il cervello.

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*) La bevanda più amata dagli italiani è il caffè. Consumando 3-4 tazzine al

giorno, una persona sana può godere del piacere, senza temere per la propria

salute. La caffeina della tazzina di caffè diminuisce il senso di fatica, fa stare piú

svegli e attenti e migliora il lavoro dell’intestino. Inoltre la caffeina, a dosi

giuste, ha effetto antidolorifico. Ma il caffè non contiene soltanto caffeina,

contiene anche altri buoni elementi, fra cui i polifenoli. Questi altri elementi del

caffè allontanano non solo le malattie cardiovascolari, ma anche il tumore della

gola, il tumore del fegato, la cirrosi epatica, e forse anche il tumore del colon-

retto. Da uno studio recente si viene a sapere che il caffè, preso in dose giuste,

sembra… allontanare il piú possibile la morte.

*) Consumare bibite gassate in grandi quantità (3-4 bicchieri al giorno), anche in

versione "diet" o “light” aumenta il rischio di depressione dal 30 al 38 per cento.

Il consumo di caffè, invece abbassa tale rischio del 10 per cento.

*) L’ictus è la seconda causa di morte e la prima di disabilità; ebbene, i

pomodori, ingredienti principali della nostra alimentazione, fanno scendere del

50% le probabilità di avere un ictus. Non è necessario rimpinzarsi di insalate

capresi e di spaghetti al sugo per avere lo stesso beneficio: bastano 50 grammi

di pomodori al giorno per proteggersi dall’ictus. Ma anche un buon consumo di

frutta e verdura fa diminuire il rischio di avere l’ictus.

*) Bere mezzo bicchiere di succo di limone al giorno è il rimedio naturale per

combattere calcoli renali e coliche. Ogni chilo di limone contiene 43 grammi di

citrato, cioè cinque volte superiore rispetto all’arancia. Quindi è sufficiente la

spremuta di 3 o 4 limoni per ottenere lo stesso risultato ottenuto da una medicina

chimica a base di citrato di potassio, senza peraltro eventuali effetti collaterali

che hanno tutte le medicine.

Servizio Pastorale

a cura della

Missione Cattolica Italiana

Villingen

n. 37 * Settembre 2013

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