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Workshop/Cantiere Recuperiamo la fornace 2014

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Ghiare di Berceto (Parma)

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PROGRAMMA28 luglio - 1 agosto 2014

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Lunedì 28 luglio 2014AM9.00 – 9.30Accoglienza / ritrovo partecipanti in Fornace.9.30 – 10.00Presentazione ufficiale Workshop.10.00 – 11.00Visita alla Fornace 11.00 – 12.30Inizio parte teorico-pratica.Organizzazione dei gruppi e informazioni operativeModulo O.1 – La sicurezza e il cantiere.

12.30 – 13.30Pausa pranzoPM13.30 – 14.00Modulo O.2 – Interventi sulle strutture.14.00 – 16.30Fase operativa e di lavorazione.16.30 – 17.00Sistemazione del cantiere e dei luoghi di lavoro. _________

Martedì 29 luglio 2014

AM9.00 – 9.30Organizzazione, logistica, obiettivi.9.30 – 10.00Modulo teorico pratico A – I leganti, le malte e gli aggregati.10.00 – 12.30Fase operativa e di lavorazione.

12.30 – 13.30Pausa pranzo

PM13.30 – 16.30Fase operativa e di lavorazione.

16.30 – 17.00Sistemazione del cantiere e dei luoghi di lavoro.

18.30Conferenza Dott. Archeologo Filippo Olari“Il contributo dell’archeologia al restauro. Contesti urbani ed extraurbani.”Iniziativa aperta al pubblico nell’ambito delle attività organizzate extra workshop in collaborazione l’Amministrazione Comunale e con la Proloco di Ghiare. _________

Mercoledì 30 luglio 2014

AM9.00 – 9.30Organizzazione, logistica, obiettivi.9.30 – 10.00Modulo teorico pratico B – Le ricette per le malte e le analisi10.00 – 12.30Fase operativa e di lavorazione.

12.30 – 13.30Pausa pranzoPM13.30 – 14.00Modulo teorico pratico C – Progettazione e realizzazione percorso espositivo temporaneo.14.00 – 16.30Fase operativa e di lavorazione.16.30 – 17.00Sistemazione del cantiere e dei luoghi di lavoro.

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Giovedì 31 luglio 2014AM9.00 – 9.30Organizzazione, logistica, obiettivi.9.30 – 10.00Modulo teorico pratico C - Storia e struttura della Fornace.10.00 – 12.30Fase operativa e di lavorazione.

12.30 – 13.30Pausa pranzoPM13.30 – 16.00Fase operativa e di lavorazione.16.00 – 16.30Sistemazione del cantiere e dei luoghi di lavoro.

_________

Venerdì 01 agosto 2014

AM9.00 – 9.30Organizzazione, logistica, obiettivi.9.30 – 10.00Modulo teorico pratico D - Diagnostica sulla Fornace10.00 – 12.30Fase operativa e di lavorazione.

12.30 – 13.30Pausa pranzoPM13.30 – 16.00Fase operativa e di lavorazione.16.00 – 16.30Sistemazione del cantiere e dei luoghi di lavoro.16.30 – 17.30Saluto e consegna di attestati di partecipazione.

Coordinamento scientifico: prof. arch. Roberto BruniDocenti: arch. Elisa Adorni, ing. Francesco Fulvi, arch. Giulia D’AmbrosioTecnico di cantiere: geom. Alberto Sterbini

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PROGRAMMA / Moduli

Modulo O.1 – La sicurezza e il cantiereParte teorica e comportamentale nel cantiereNorme di sicurezzaLogistica e strumentazione

Modulo O.2 – Interventi sulle struttureInterventi di demolizione e scarificazione degli intonaciModalità e tecniche di intervento: ad ogni modulo specifico segue una descrizione pratico operativa e le fasi sono seguite e supportate da supervisori e operatori specializzati.

Modulo A - I leganti, le malte e gli aggregatiParte teorica: illustrazione delle tipologie di malte della tradizione, esempi realizzati, problematiche esecutive;Parte teorico-pratica: illustrazione delle proprietà del legante (ciclo della calce), degli aggregati utilizzati: sabbie silicee di differente granulometria, carbonati frantumati, pozzolana, cocciopesto; formulazione e composizione del mix di aggregati per l’impasto;Parte pratica: prove di miscelazione e realizzazione di piccoli campioni (prove in eccesso d’acqua, eccesso di aggregati, rapporti diversi tra legante e aggregato ecc.).

Modulo B - Le ricette per le malte e le analisiParte teorica: scoprire la ricetta originaria di una malta. Le analisi di laboratorio, breve descrizione delle analisi di laboratorio e dei risultati che si possono ottenere;Parte teorico-pratica: esposizione dei risultati delle analisi effettuate su campioni di malta della fornace, realizzazione di una malta simile a quella della fornace;Parte pratica: stesura della malta e stilatura dei giunti.

Modulo C - Progettazione e realizzazione percorso espositivo temporaneoParte teorica: progettazione dei percorsi per la visita e l’accessibilità degli spazi messi in sicurezza per scopi espositivi.Parte pratica: realizzazione di elementi per delimitare gli ambienti e i percorsi.

Modulo D - Diagnostica sulla FornaceParte teorica: le prove svolte sulla fornace Parte pratica: illustrazione con la strumentazione delle verifiche dei modi di vibrare della struttura e delle ciminiere e verifica della compattezza dei pilastri con le prove soniche.

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MODULO Aarch. Giulia D’Ambrosio

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MODULO Barch. Elisa Adorni

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Rilievo materico e analisi diagnostiche

CARATTERISTICHE DEI MATERIALI TRADIZIONALI DA COSTRUZIONE, PROBLEMI DI COMPATIBILITÀ E DI

CONSERVAZIONE

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progetto  di  restauro  e  conservazione  degli  edifici  storici  

supporto  tecnico-­‐scientifico  per  il  riconoscimento  dei  materiali  e  dei  degradi  

corretto  e  compatibile  intervento  di  consolidamento

-­‐utilizzare  materiali  compatibili  per  il  restauro  dei  beni  architettonici  

-­‐  analisi  e  indagini  più  approfondite  dei  materiali  

-­‐identificazione  del  materiale  e  la  valutazione  dello  stato  di  conservazione

percorso  d’indagini  diagnostiche  che  portano  alla  comprensione  delle  cause,  dei  meccanismi  e  dei  processi,  in  atto  e  pregressi

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ANALISI PRELIMINARE

Rilievo materico - patologico!!Campionamento e analisi di laboratorio

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INDAGINI  CONOSCITIVE:  analisi  dei  degradi

Tipi  di  degrado:  !-­‐  Deterioramento  naturale  -­‐   Biodeterioramento   (vegetazione   infestante,  depositi  organici)  -­‐   Depositi   superficiali   (croste   nere,   strati  incoerenti  di  polveri,  concrezioni)  -­‐  Fessurazioni  -­‐  Erosione/Scagliatura  -­‐  Rigonfiamento  -­‐  Esfoliazione  !

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CAMPIONAMENTOPrelievo di un campione e preparazione per l’analisi!

!Sono tecniche ‘invasive’, in quanto esigono l’asporto di una porzione di materiale dal manufatto, per quanto piccola.!!Rispetto al campione, queste indagini possono essere ‘distruttive’, cioè richiederne la distruzione, in fase di esecuzione, oppure ‘non distruttive’, e allora consentono l’esecuzione di più indagini sul medesimo campione.!!L’esecuzione di indagini va attentamente pianificata, sulla base di un programma diagnostico che includa:!!• diverse forme di raccolta delle informazioni (le vicende storiche!dell’edificio, l’osservazione diretta, il dialogo con esperti di altre discipline, ecc.)!!• il tipo e il numero di campioni!!• l’ordine di esecuzione delle indagini

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!Il prelievo dei campioni !!Il prelievo dei campioni deve essere attentamente programmato, in relazione al problema da indagare, alle analisi da eseguire, alle condizioni dell’opera, sulla base di alcuni criteri:!!• numero minimo dei campioni!• riduzione al minimo delle perturbazioni del campione in fase di prelievo e prima dell’esecuzione dell’indagine!• rappresentatività massima del problema oggetto di indagine!• scelta dei punti di prelievo!• dimensioni minime dei campioni

CAMPIONAMENTO

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Il prelievo dei campioni!Esistono diversi modi di prelevare il campione, in base all’indagine che si intende eseguire e al problema che si intende chiarire:!!p. globale, quando si intenda studiare manufatti organizzati per strati (policromie, finiture!superficiali, etc.) o stratificazioni dovute al degrado e consiste nell’asportazione di una porzione continua di materiale che contenga tutti gli ‘strati’ da studiare (carotaggi o microprelievi);!!p. selettivo, consiste nella scelta di un solo ‘strato’ o fase, o tipo di alterazione (usando il!bisturi, piccole lame o scalpelli);!!p. multigraduale, prelievi selettivi in sequenza, condotti a profondità discrete e significative per il tipo di informazioni che si cerca di raccogliere.

CAMPIONAMENTO

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MATERIALI LAPIDEI

!NORMAL 16/84 Caratterizzazione di Materiali Lapidei in Opera e del loro Stato di Conservazione: Sequenza

Analitica

NORMAL 3/80 Materiali Lapidei: Campionamento

NORMAL 8/81 Esame delle Caratteristiche Morfologiche al Microscopio Elettronico a Scansione (SEM)NORMAL 10/82 Descrizione Petrografica dei Materiali Lapidei Naturali NORMAL 14/83 Sezioni Sottili e Lucide di Materiali Lapidei: Tecnica di Allestimento

NORMAL 28/88 Composizione Chimica dei Materiali Lapidei

NORMAL 13/83 Dosaggio dei Sali Solubili

NORMAL 34/91 Analisi di Materiali argillosi mediante XRD

NORMAL 4/80 Distribuzione del Volume dei Pori in Funzione del loro Diametro

NORMAL 7/81 Assorbimento d'Acqua per Immersione Totale - Capacità di Imbibizione

NORMAL 11/85 Assorbimento d'Acqua per Capillarità - Coefficiente di Assorbimento Capillare

NORMAL 21/85 Permeabilità al Vapor d'Acqua

NORMAL 22/86 Misura della Velocità di Propagazione del Suono

NORMAL 29/88 Misura dell'Indice di Asciugamento (Drying Index)

NORMAL 33/89 Misura dell'Angolo di Contatto

NORMAL 43/93 Misure colorimetriche di Superfici opache

NORMAL 44/93 Assorbimento d'Acqua a bassa Pressione

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…. ancora Normative

MATERIALI LITOIDI (LAPIDEI ARTIFICIALI) !NORMAL 23/87 Terminologia Tecnica: Definizione e Descrizione delle Malte

NORMAL 12/83 Aggregati Artificiali di Clasti a Matrice Legante non Argillosa: Schema di Descrizione

NORMAL 15/84 Manufatti e Aggregati a Matrice Argillosa: Schema di Descrizione

NORMAL 27/88 Caratterizzazione di una Malta

NORMAL 32/89 Determinazione Gas volumetrica della CO2

NORMAL 41/93 Misura ponderale dell'Umidità in Superfici murarie

NORMAL 30/89 Metodi di controllo del biodeterioramento

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Campionamento ✦ scelta dei punti di prelievo

✦ numero minimo e dimensioni dei campioni

✦ rappresentatività massima del problema oggetto di indagine

✦ riduzione al minimo delle perturbazioni del campione in fase di prelievo e prima dell’esecuzione dell’indagine

✦ ordine di esecuzione delle indagini

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Carotaggio

Perforazione e prelievo con scalpello

!UNI EN 12504-1/2002 !

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Preparazione campione

!

✦ sezione sottile

✦ sezione lucida

✦ polveri (mortaio di giada)

✦ provino 4x4x16 cm

✦ provino cubico e/o carota

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INDICAZIONE DEL PUNTO DI PRELIEVO

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INDAGINI DIAGNOSTICHE

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MICROSCOPIA OTTICALa microscopia è uno metodo di osservazione diretta di oggetti di dimensioni assai ridotte, che mette in evidenza particolari in genere invisibili ad occhio nudo. !Il microscopio ottico è costituito da sistema di lenti che produce una immagine ingrandita del campione. Per ottenere un alto ingrandimento (~ 1000x) si realizza un doppio sistema di lenti. Nel campo del restauro, risulta molto utile il basso ingrandimento (10-40x) e, in genere, non si va oltre il 500x. Essa utilizza la luce naturale o artificiale incidente sul campione (luce riflessa), o quella emessa o trasmessa dal campione (luce trasmessa). I metodi di illuminazione del campione sono diversi in base alla sostanza da esaminare: !I. a campo chiaro, in luce trasmessa (per oggetti traslucidi)

II. in luce polarizzata trasmessa, per osservazioni mineralogiche, petrografiche,

cristallografiche

III. in luce polarizzata riflessa.

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MICROSCOPIA ELETTRONICA

Si tratta di un metodo di osservazione indiretto, applicato ad oggetti molto ridotti e con il quale si possono raggiungere ingrandimenti estremamente elevati. !Esistono due tipi di microscopia elettronica: in trasmissione (TEM) (fino a 1.000.000x) a scansione (SEM) (fino a 100.000x) !L’esame SEM si basa sul principio per cui il campione bombardato da un fascio di elettroni ad alta energia può essere retroriflesso dalla superficie analizzata. !Il pennello di elettroni scandisce sistematicamente in senso orizzontale e verticale il campione, ricoprendolo interamente. L’immagine percepibile costituisce una ricostruzione elettronica del campione, basata sul modo diverso di riflettere il fascio da parte del campione, dovuto alla sua natura e geometria, e non un suo ingrandimento diretto.

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DIFFRATTOMETRIA AI RAGGI X

Indagine distruttiva, applicata a campioni ridotti in polvere. Essa sfrutta la capacità dei raggi X di attraversare corpi opachi e di rivelarne le caratteristiche interne. Si basa sulla proprietà per cui gli atomi di una sostanza attraversata dai raggi X agiscono come ostacoli diffrangenti. Se gli atomi o le molecole sono disposti in modo disordinato si avrà diffusione (fenomeno per cui un fascio luminoso viene riflesso in tutte le direzioni) del fascio di raggi, se invece sono ordinati, si avrà diffrazione (fenomeni di propagazione delle onde elettromagnetiche che non si accordano con la legge di propagazione rettilinea delle onde nei mezzi omogenei). !Studiando le modalità di diffrazione del fascio di raggi, è possibile risalire alla caratterizzazione microstrutturale di una sostanza. La diffrattometria è impiegata per l’individuazione di sostanze cristalline (ad. es. per l’analisi petrografica o la determinazione di sali).

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LE ANALISI CHIMICHE

Le analisi chimiche comprendono un insieme esteso di metodi, sia qualitativi sia quantitativi, che consentono di stabilire la presenza e il tenore di un determinato elemento all’interno di un campione. !Esse, in genere, sono distruttive, in quanto prevedono la trasformazione del campione in altre sostanze, o la sua scomposizione (analisi) negli elementi componenti. !Possibile metodo da utilizzare: Spettroscopia ICP- AES

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ESEMPIO DI RELAZIONE

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Plinio Secondo (I sec. d.C) - Storia naturale

Libro XXXVI

MALTA CON LATTE E ZAFFERANO

Questa ricetta si riferisce probabilmente a un intonaco colorato in pasta con il giallo ricavato dai fiori di zafferano.Il latte era spesso utilizzato per diluire i colori da applicare sull’intonaco, an-che nell’ottocento se ne consigliava l’uso per rendere il colore più consistente e facilitarne l’assorbimento da parte della muratura.Questa ricetta rimase immutata nel ‘500 e ripresa anche da Baldassarre Peruzzi.

MALTA (o MALTHA) CON CALCE SPENTA NEL VINO

La malta si fa con calce fresca (viva). Si spegne un pezzo di calce nel vino, e poi lo si pesta con grasso suino e fichi, entrambi agenti che ammorbidiscono. Il risultato è il materiale più saldo di tutti, superiore in durezza alla pietra. La superficie da trattare con la malta va prima unta accuratamente con olio.Questa ricetta rimase immutata nel ‘500 e ripresa anche da Baldassarre Pe-ruzzi e nel seicento da Francesco Milizia.La calce spenta nel vino veniva pestata nel mortaio insieme al grasso ani-male e ai fichi.Una ricetta simile, denominata sempre Maltha, è citata dall’agronomo Palla-dius nel De re rustica come malta da rivestimento per le vasche e proposta in due versioni:calce viva spenta nel vino + sale ammoniaco, fichi, stoppa e pece liquida pestati nel mortaio;

calce viva + olio, sangue di toro, fichi, pece dura e pezzi di ostriche.

La consistenza dell’impasto doveva risultare più simile a un bitume che ad una vera e propria malta.

Una curiosità: il latticello di fico era utilizzato nell’antichità e anche nel medio-evo come additivo per la pittura a tempera. Questo succo contiene in emul-sione cere, gomme ed enzimi che conferiscono alla tempera alcune partico-lari proprietà, la principale era quella di ritardare l’essiccazione dei colori. Si può supporre che il suo impiego nell’intonaco avesse il medesimo scopo.Ancora è ignota la funzione del vino che sembra non dare particolari caratter-istiche positive alla malta.

Curiose ricette antiche

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MODULO Cing. FRANCESCO FULVI

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Comune di Berceto Workshop-Cantiere di Ricostruzione e Restauro:

RECUPERIAMO LA FORNACEGhiare di Berceto 28 luglio-1 agosto 2014

Storia e strutturaIng. Francesco Fulvi

31 luglio 2014

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Francesco FulviStoria e Struttura

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MODULO Dgeol. Giovanni Michiara

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DIAGNOSIIndividuazione delle cause che concorrono a determinare un fenomeno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

La diagnosi (dal greco dià, attraverso e gnosis, conoscenza) è la procedura di ricondurre un fenomeno (o un gruppo di fenomeni), dopo averne considerato ogni aspetto, a una categoria. Anche il risultato di una tale classificazione si chiama diagnosi.Il termine è frequentemente usato in medicina. Serve a riconoscere una malattia in base a dei sintomi o dei "segni" (fenomeni), i primi manifestazioni soggettive presenti nel paziente, i secondi evidenti anche al medico. L'insieme dei metodi di diagnosi si chiama diagnostica

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...del restauro e dell'ed

ilizia storica

MONITORAGGIOControllo dell'andamento di un fenomeno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il termine monitoraggio deriva dal latino monitor – oris, derivato di monere, con il significato di ammonire, avvisare, informare, consigliare.Il termine ha origine in ambiente industriale, per indicare la vigilanza continua di una macchina in funzione, mediante appositi strumenti che ne misurano le grandezze caratteristiche (velocità, consumo, produzione, ecc.).Il significato originario si è ampliato: dalla macchina all'intero processo, a tutta una struttura operativa, includendo in essa anche le risorse umane.Nel contempo il suo uso si è diffuso in tutte le discipline, sia tecniche che sociali, sempre con il significato generale di rilevazione di dati significativi sul contesto interessato.

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...del restauro e dell'ed

ilizia storica

DIAGNOSTICA E MONITORAGGIO STRUMENTALE

Studio delle cause che concorrono a determinare un fenomenoe controllo dell'andamento del fenomeno utilizzando strumentazione dedicata

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...del restauro e dell'ed

ilizia storica

DIAGNOSTICA E MONITORAGGIO STRUMENTALEA SERVIZIO DELL’ARCHITETTURA E

DELL’INGEGNERIA

Aldilà degli ambiti industriali dove sono largamente diffuse tali attività si sono principalmente evolute nel settore delle grandi opere (esempio opere in sotterranea quali gallerie oppure viadotti di grosse dimensioni), nel settore industriale (industria meccanica in genere, industria petrolifera) , e nel settore del restauro dei beni artistici. Si è pertanto sviluppato in quei settori, o dove l’entità dell’investimento è molto elevato e il “conoscere e controllare”, anche se oneroso, si trasforma in successivo e consistente risparmio economico, oppure dove il valore artistico e unicità dell’opera presume controlli adeguati e accurati, in quanto un errore comporterebbe un danneggiamento irreversibile con conseguente danno economico elevato.

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ilizia storica

La Manutenzione predittiva è un tipo di manutenzione preventiva che viene effettuata a seguito dell'individuazione di uno o più parametri che vengono misurati ed estrapolati utilizzando appropriati modelli matematici allo scopo di individuare il tempo residuo prima del guasto. A tale fine si utilizzano svariate metodologie (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

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ilizia storica

Diagnostica applicata ai beni storico architettonici

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ilizia storica

Diagnostica StrutturaleLe “novità” introdotte dalla 3274/03

Circolare 2/02/2009 n.617 C.S.LL.PP.Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le

costruzioni” di cui a D.M. 14/01/2008Valutazione della sicurezza di

EDIFICI in MURATURAEDIFICI in MURATURA

DATI NECESSARI E IDENTIFICAZIONE DATI NECESSARI E IDENTIFICAZIONE DEL LIVELLO DI CONOSCENZADEL LIVELLO DI CONOSCENZA

La conoscenza dell’edificio sarà conseguita con diversi livelli di approfondimento in funzione dell’accuratezza: delle operazioni di rilievo delle ricerche storiche delle indagini sperimentali

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ilizia storica

DATI NECESSARIDATI NECESSARI: GEOMETRIA DELL’EDIFICIO

Geometria (rilievo dell’edificio):

Rilievo di tutti gli elementi in muratura e di nicchie-cavità-canne fumarie

Rilievo delle volte, dei solai, della copertura, delle scale Individuazione dei carichi gravanti su ogni elemento di

parete Tipologia di fondazioni Quadro fessurativo e deformativo

Sempre richiestaSempre richiesta

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ilizia storica

Proprietà dei materiali:

QUALITA’ MURARIAQUALITA’ MURARIA: per valutare se la muratura in esame è capace di un comportamento strutturale idoneo a sostenere le azioni statiche e dinamiche prevedibili per l’edificio in oggetto

la presenza di elementi di collegamenti trasversalicollegamenti trasversali, la forma, la tipologia e dimensioni degli elementi, la tessitura, l’orizzontalità delle strutturel’orizzontalità delle strutture, il regolare sfalsamento dei giuntisfalsamento dei giunti, la qualità e la consistenza della maltamalta

CARATTERIZZAZIONE DELLE MALTECARATTERIZZAZIONE DELLE MALTE (tipo di legante, di aggregato, rapporto legante/aggregato, livello di carbonatazione), e DI PIETRE E/O MATTONIDI PIETRE E/O MATTONI (caratteristiche fisiche e meccaniche) mediante prove sperimentali.

DATI NECESSARIDATI NECESSARI: PROPRIETA’ DEI MATERIALI

si distinguono:si distinguono: Indagini in situ LIMITATEIndagini in situ LIMITATE Indagini in situ ESTESEIndagini in situ ESTESE Indagini in situ ESAUSTIVEIndagini in situ ESAUSTIVE

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ilizia storica

DATI NECESSARI: PROPRIETA’ DEI MATERIALIINDAGINI IN SITU ESTESEINDAGINI IN SITU ESTESE

INDAGINI come al punto precedente, ma condotte in maniera estesa e sistematica, con saggi superficiali ed interni

PROVE CON MARTINETTO DOPPIO PROVE DI CARATTERIZZAZIONE DELLA MALTA ed

eventualmente di pietre e/o mattoniE’ richiesta una prova per ogni tipo di muratura presente

A complemento: metodi di prova non distruttivi (soniche, sclerometriche, penetrometriche per la malta…)

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DATI NECESSARI:PROPRIETA’ DEI MATERIALIINDAGINI IN SITU ESAUSTIVEINDAGINI IN SITU ESAUSTIVE:Oltre a quanto richiesto ai punti precedenti:

Una serie di PROVE SPERIMENTALI per valutare le caratteristiche meccaniche della muratura; prove in situ o

in laboratorio su elementi non disturbati dell’edificio.

Le prove possono comprendere: PROVE DI COMPRESSIONE DIAGONALE PROVE COMBINATE DI COMPRESSIONE VERTICALE E

TAGLIO

Prove non distruttive: possono essere condotte in combinazione alle precedenti NON in sostituzione

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PROVE SPERIMENTALIpreviste dalla normativa

Martinetti piattiCaratterizzazione MalteProve di taglio

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ovvero:

LIVELLI DI CONOSCENZA

LC1

LC2

LC3

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MARTINETTI PIATTIPROVA CON MARTINETTO SINGOLO

(non obbligatoria da normativa)

PROVA CON MARTINETTO DOPPIO consentono la caratterizzazione meccanica dei

materiali costituenti la muratura, fornendo un utile supporto progettuale negli interventi di consolidamento statico. In particolare, i dati che si possono acquisire sono:

stato di sollecitazione esistente nella muratura modulo di deformabilità resistenza a compressione  

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Il principio è l’inserimento nei giunti di malta (dove possibile) di un martinetto idraulico collegato ad una pompa oleodinamica

Prima di fare il taglio nel caso del martinetto singolo è necessario mettere i capisaldi di misura ed effettuare la misura, si da poi pressione al martinetto fino al ripristino della misura originaria

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Capisaldi di misura per deformometro

Martinetti inseriti in muratura in pietra e in laterizio

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Il taglio può essere eseguito in vari modi ma….

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L’uso di una troncatrice apposita è a nostro parere consigliato

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I due principali tipi di martinetti

I tagli devono essere uguali alla forma del martinetto , tranne in casi «sperimentali»

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Prova del martinetto singolo (non obbligatoria secondo NTC……)

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Sistema «particolare« di misura

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a. eccentricità del carico verso il lato del taglio (pari ad 1/6 dello spessore della parete), b. carico centrato a metà della parete, c. eccentricità del carico verso il lato opposto al taglio (pari ad 1/6 dello spessore della parete).

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MARTINETTO DOPPIO (obbligatorio per LC2 e LC3)

Il principio è l’inserimento di 2 martinetti nella muratura per effettuare una «prova di compressione monoassiale»

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L’ideale è portare il «provino» a rottura»

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Misure effettuate con deformometro

E con sensori elettronici

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Le prove dei martinetti sono chiaramente un po’ invasive

E’ anche possibile però effettuarle in ambienti «delicati»

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CARATTERIZZAZIONE MALTEOsservazioni al microscopio petrografico e SEM+EDS dei campioni di malta per determinare:

Tipo di leganteTipo di aggregatoRapporto legante/aggregato

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Alternative per testare la malta

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prova con martinetto singolo (ASTM c 1196-09)prova con martinetto doppio (ASTM c1197-09 e RILEM TC 177 MDT

NORME

Certificazioni: UNI EN ISO9712:2012 (certificazione degli operatori, non delle «ditte»)

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PROVE DI TAGLIOVALUTAZIONE DELLA RESISTENZA AL

TAGLIO La prova di taglio si esegue facendo slittare

orizzontalmente un elemento di laterizio isolato lateralmente dal resto della muratura

Si procede per incrementi progressivi della pressione del martinetto, registrando la deformazione

Quando si raggiunge la rottura del legame tra l’unità esaminata e il giunto di malta, si ha uno spostamento continuo del mattone con un carico orizzontale costante

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Prova combinata taglio compressione

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E oltre a quelle richieste per normativa?

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PROVE SONICHE sfrutta la velocità di propagazione delle

onde soniche emesse da una sorgente di impulsi, all'interno delle strutture

tale velocità, influenzata da caratteristiche intrinseche del materiale

la velocità ricavata è direttamente proporzionale alla resistenza e al modulo elastico della muratura

ms-2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8

V

-2,0

-1,6

-1,2

-0,8

-0,4

0,0

0,4

0,8

1,2

1,6

2,0mV

-50

-40

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

50x=0mV

20Dic2006 15:30

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PROVE SU CATENE

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INDAGINI TERMOGRAFICHE

La termografia sfrutta l'energia infrarossa emessa spontaneamente da qualsiasi corpo od oggetto

L’utilizzo della termografia può essere esteso all'osservazione dei materiali costituenti i paramenti murari, alla loro struttura interna (tamponamenti, distacchi, riempimenti..) e alle discontinuità presenti 

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Termografia previo riscaldamento

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INDAGINI ENDOSCOPICHE

Le endoscopie realizzate in fori di diametri anche limitati (10-12 mm), consentono di acquisire dati fondamentali sulla effettiva effettiva geometria e sullo stato di geometria e sullo stato di conservazione di luoghi non conservazione di luoghi non ispezionabili direttamenteispezionabili direttamente

In questo modo è possibile ricostruire nei particolari la stratigrafia dei paramenti murari, conoscerne la tecnica costruttiva e valutare qualitativamente lo stato valutare qualitativamente lo stato fisico in cui versafisico in cui versa

STRATIGRAFIA0 cm 10 cm 20 cm 30 cm 40 cm

LEGENDA Superficie affrescata

Paramento laterizio Muratura in pietra

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UMIDITA’

E altri parametri ambientali

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Monitoraggi strutturali

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APPROFONDIMENTO:ARCHEOLOGIA

archeologo Filippo Olari

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Castello di Montemiscoso

Ramiseto (RE)

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Castello di Bosco

Corniglio (PR)

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Riqualificazione di Piazza Sant'Antonino (PC)

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Castione Marchesi (PR)

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I DOCENTI

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ing. FRANCESCO FULVILaureato in Ingegneria Edile, nel 2000, presso l’Università di Bologna e inScienze dell’Architettura presso l’Università di Parma nel 2005.Ha lavorato per tre anni in Francia, a Parigi, presso gli studi di Jean-Pierre Buffi, Architecture-Studio e nello studio dell’architetto Aymeric Zublena (SCAU) con un contratto a tempo indeterminato con la qualifica di “progettista composi-tore”, per lo stesso ha seguito, come Responsabile di progetto, la progettazione definitiva ed esecutiva del Nuovo Ospedale di Bergamo oltre che il progettoesecutivo dell’Ospedale di Alba-Bra.In Italia, a Parma, lavorando tre anni presso lo Studio dell’architetto Guido Canali ha sviluppato, tra gli altri, il progetto residenziale Nuova Portello a Mila-no; a Bologna ha collaborato dal 2005 al 2006 con l’architetto Mario Cucinellalavorando come Responsabile a vari progetti tra i quali 4 Ospedali in Toscana e Laboratori a Ningbo (Cina) realizzati con criteri di sostenibilità energeticamente autonomi in collaborazione con l’università di Nottingham.Professore a contratto di Architettura Tecnica nel corso di Laurea in Ingneriaambientale, presso l’Università degli Studi di Parma per gli anni accademici2011-2013.Docente presso l’ente di formazione FORMA FUTURO per il corso: Tecnologie Innovative dell’involucro per comlessive 43 ore.Dottorando di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura presso l’università deglistudi di Parma. Professore a contratto del Laboratorio Progettuale di Architettura e Compo-sizione Architettonica III, presso l’Università degli Studi di Bologna per gli anni accademici 2009-2011.Collaboratore didattico nel corso di Architettura e Composizione ArchitettonicaIII, presso l’Università degli Studi di Bologna per gli anni accademici 2011-2013.Tutor didattico (a contratto) del Laboratorio Progettuale di Architettura eComposizione Architettonica l, presso l’Università degli Studi di Bologna per gli anni accademici 2011-2013.Dal 2001 collabora con il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Terri-toriale presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna, laurea in ingegneria Edile/Architettura

corso di Architettura e Composizione Architettonica III tenuto dal prof. Ing.Giorgio Praderio. All’interno dello stesso tiene lezioni, segue studenti e lau-reandi nel loro lavoro. Ha creato rapporti istituzionali tra le amministrazioni di Parma (progetti nel quadrante Nord Ovest di Parma), Lodz (Polonia) (progetti di riqualificazione urbana nel centro città), Wroclaw (Polonia) (progetti diriqualificazione urbana nel centro città), Parigi e Bordeaux. Ideatore con ungruppo di docenti dell’Università degli studi di Bologna del sito di ricercawww.architettureinviaggio.itE’ Consulente Energetico CasaClima di Bolzano, membro del consiglio diret-tivo, socio fondatore del Network CasaClima Emilia Romagna e membro della stessa Commissione Formazione.Membro della Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio dei Comuni di Solignano e di FontevivoMembro della Commissione Sostenibilità dell’Ordine degli Ingegneri della Pro-vincia di Parma.Ha partecipato a numerosi corsi di formazione CasaClima: Corso Costruire inLegno, Corso Appunti di Cantiere, Corso Luce Naturale e Impianti.Attualmente si occupa di progetti urbani e architettonici riservando una partico-lare attenzione alla salvaguardia del patrimonio esistente e alla ricerca di forme energetiche alternative e rinnovabili, tenendo conto delle nuove normativesull’efficienza energetica.E’ membro del gruppo di lavoro “giardini condivisi Parma”E’ stato membro operativo di ANPID, associazione di professionisti che sioccupa di Domotica.Certificatore Energetico Accreditato presso la REGIONE EMILIA-ROMAGNA n. 04167, ERMESENERGIA.

E-mail: [email protected]: www.francescofulvi.itTelefono: + 39 349 4942157 + 0521 233621Indirizzo: Borgo Riccio da Parma, 29 - Parma

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arch. ELISA ADORNI

Architetto, è Docente di restauro architettonico presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Parma.Nata a Parma il 21.01.1981, nel 2006 si laurea con lode in Architettura presso l’Università di Parma e si iscrive all’Ordine degli Architetti di Parma (n. 893). Nel 2010 consegue il Dottorato di Ricerca in Forme e Strutture dell’Architettura, ap-profondendo lo studio delle malte antiche e il loro impiego nella conservazione dei monumenti storici.In collaborazione con il gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Ambiente, del Territorio e Architettura dell’Università di Parma, si è occu-pata degli studi sul degrado dei materiali e la conservazione di diversi monu-menti, tra cui: le chiese di Santa Maria della Steccata a Parma, il sito archeo-logico di Nisa in Turkmenistan, il Panthéon di Parigi, la cittadella di Damasco in Siria, la chiesa di San Liborio a Colorno (PR), la chiesa di Santa Maria del Quartiere a Parma, il Chiostro dei Ss. Quattro Coronati a Roma il campanile del Duomo di Parma.Attualmente sta portando avanti una campagna di indagini e studi finalizzati alla realizzazione di un censimento e di linee guida di intervento per la conser-vazione e il recupero di manufatti rurali e storici delle Valli del Taro e del Ceno, nell’Appennino Parmense.É autrice di pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali.

E-mail: [email protected]: (+39) 389 6750711

arch. ROBERTO BRUNISi laurea nel 1987 con lode al Politecnico di Milano con una tesi di progettazione sull’area dell’anfiteatro romano a Milano (relatori E. Battisti e MG Folli) che viene es-posta in Triennale e alla Hochschule der Künste Berlin - BDR – Dipartimento di in-gegneria, pubblicata a cura del Dipartimento di Progettazione del Politecnico. Prec-edentemente si è occupato di teatro e scenografia, ha collaborato dal 1977 al 1983 con lo scenografo Carlo Savi, già direttore scenografico alla Scala di Milano, a diversi allestimenti teatrali e operistici (teatro a Martina Franca TA; Emiciclo a Gibellina con lo scultore Arnaldo Pomodoro; rappresentazione dell’Aida a Seul; rappresentazione del Barbiere di Siviglia a Parma; rappresentazione della Thais a Parma; Esposizione grafica e di modelli alla mostra per il Bicentenario della Scala a Milano), e nel 1981 collabora alla progettazione e all’allestimento del Rigoletto all’arena di Verona con lo scenografo Vittorio Rossi allora direttore scenografico dell’Arena. Dal 1986 al 1988 collabora con il gruppo editoriale Fabbri Bombiani Sonzogno a Milano come grafico e disegnatore, e in particolare cura la parte grafica e di geometria di volumi di disegno e storia dell’arte (“Corso di Disegno e di Storia dell’Arte”, Bompiani, Milano, per scuole superiori e licei scientifici, uscito in diverse edizioni dal 1987 al 1995).Dal 1987 al 1990 svolge attività didattica al Politecnico di Milano come assistente alla didattica ai corsi di Composizione Architettonica tenuti dal Prof. Emilio Battisti. Nel 1988 è stato assistente del prof. Franco Purini e organizza un ciclo di conferenze sui temi del progetto (gli incontri: M. Botta “Prima e dopo il progetto”; G. Grassi “Il disegno nel mestiere di architetto”; P. Nicolin “Si comincia con uno schizzo”; D. Libeskind “Linea di Fuoco”, E. Battisti “Prima e dopo il progetto”). Nel 1992-1993 partecipa al lavoro di ricerca MPI “Architettura Milanese 1920/40”, edito “Tra Novecento e Razionalismo” a cura di MG Folli e F Purini. Dal 1990 al 1994 svolge attività didattica nel Laboratorio di Composizione Architettonica tenuto dalla Prof. MG Folli, occupandosi di temi di ric-erca: La condizione del progetto contemporaneo; Spazio, paesaggio, città; Geometria e proporzioni. Sino al 2003 svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Progettazione, laboratorio di Composizione Architettonica, Politecnico di Milano, Bo-visa. Si occupa di analisi dei problemi dell’architettura dell’abitare contemporaneo e di sperimentazione del progetto in un percorso di approccio ai temi della composizione tipologica e strutturale dell’abitazione. È stato correlatore di tesi di laurea.Dal 2003 al 2005 è partecipe al corso di Dottorato di Ricerca in Architettura, Urban-istica, Conservazione dei Luoghi dell’Abitare e del Paesaggio XIX ciclo, Politecnico di Milano. In quest’ambito sviluppa alcuni lavori lavoro di ricerca tra cui: “Periferie e nuove urbanità. Le forme del mutamento a Milano: ipotesi progettuali per il Naviglio Grande.” Si occupa dell’elaborazione di alcuni impianti tipologici per i principi abitativi

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nella periferia, per il progetto della qualità urbana milanese. I progetti sono poi es-posti alla Triennale di Milano e pubblicati in “Periferie e nuove urbanità”- documenti di architettura, 2003, Mondadori Electa. Svolge attività di ricerca afferente al settore disciplinare ICAR 14, DPA Politecnico di Milano. Nel 2002-2003 è invitato dal Prof. Pasquale Culotta (responsabile dell’Unità di Ricerca dell’Università degli Studi di Pal-ermo) alla progettazione per gli archivi di urbanistica, architettura e design per il Cen-tro di coordinamento e documentazione degli archivi dell’architettura del XX secolo in Sicilia: spazi, organizzazione, gestione. Progetto inserito nel programma di Ricerca Nazionale – MIUR 2002.Dal 2002 al 2004 è stato docente Incaricato della Cattedra di “Design e rappresentazi-one grafica” Istituto BAUER. MILANO.Ha curato seminari e workshop di progettazione (di recente UNIPR nel corso di Ar-chitettura Tecnica 2 - prof. Marco Bennicelli) e ha tenuto invitato lectio magistralis in diverse università italiane. Ha partecipato a diversi concorsi di progettazione, tra cui: 1989 . Progetto concorso per la Sistemazione di Piazza Fontana, Milano. Progetto di sistemazione urbana con la realizzazione di un albergo, un teatro, un padiglione espositivo, riordino dell’assetto viario e la realizzazione di un parcheggio sotterraneo per Piazza Fontana a Milano - Premiato e pubblicato in “Milano, architetture per la città 1980-1990”, Editoriale Domus. 1995-2001 Progetto di recupero e realizzazione di un centro multimediale di accoglienza e documentazione nel Castello Visconteo di Vogogna per il territorio dell’alta Valle Ossola e per il Parco Nazionale della Val Grande (VCO) . Piemonte Concorso 1° classificato – Realizzato. L’intervento è stato inserito nel sistema del Parco Scientifico Tecnologico della Valle Ossola inferiore. Dal 1989 esercita la libera professione in campo architettonico e urbanistico, ha redatto come incaricato e responsabile scientifico il Piano Territoriale Regionale Parco dei Boschi di Carrega, le analisi preliminari per il Parco di Crinale tra Emilia e Toscana, indagini preliminari in attuazione della L.R. 6/89 su insediamenti di particolare valore storico ambientale ed aree urbane a forte degrado, gli strumenti urbanistici di comuni della provincia di Parma, ha redatto valutazioni di impatto ambientale per la Provincia di Parma su infrastrutture di nuova realizzazione. È stato membro di commissioni edilizie e urbanistiche (dal 2001 al 2005 del comune di Parma). È stato consulente incaricato per l’attività urbanistica dell’API - Associazione Piccole e Medie Imprese di Parma e ha partecipato direttamente alle valutazioni preliminari di intervento e strategiche per le imprese del Gruppo. Ha sviluppato per la società GESIN PROGES studi preliminari per la realizzazione di RSA (Residenze Sanitarie Assistite) in equipe interdisciplinari per la valutazione delle implicazioni sanitarie, psicologiche, psicomotorie e tecnolog-iche. Ha progettato e diretto la realizzazione strutture scolastiche e infrastrutture per enti pubblici. Ha recentemente svolto attività di ricerca storica in particolare su: Ottica e percezione visiva: la trasformazione del concetto di “percezione della realtà”- da una

serie di riflessioni sull’opera di Pavel Florenskij; Geometria: trattati e diffusione scien-tifica tra costruzione, composizione e simbolismo nel medioevo; La figura di Gerbert D’Aurillac (Papa Silvestro II) e la diffusione delle conoscenze geometriche dal X al XII sec; Teorie della luce e della visione ottica dal IX al XIV secolo; La Via dei Lombardi – vie di comunicazione e pellegrinaggio dalle Alpi al Mare Nostrum (in corso con prof. G. Bottazzi).Attualmente si occupa ed è impegnato nella ricerca, nell’interpretazione, nella rappre-sentazione e progettazione dei luoghi e delle forme dell’abitare contemporaneo, nello studio della loro morfologia e delle sue implicazioni semantiche, con attenzione alla trasformazione e all’evoluzione dei linguaggi compositivi nelle forme dell’architettura. Si occupa di urbanistica con particolare attenzione alle trasformazioni socio-economi-che e alle implicazioni etiche nella contemporaneità. Di recente, in collaborazione con l’Università di Parma si è occupato di emissioni di CO2 in atmosfera, di un loro controllo nei processi produttivi, dell’integrazione e uso di nuove tecnologie di produzione ener-getica con i temi della città e del paesaggio (Convegno CO2 Zero Emissioni . Medesa-no PR – Organizzato con il Patrocinio della Repubblica, Comunità Europea, Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno). È stato ed è consulente in organismi pubblici e privati. E’ membro attivo del CSAS Centro Studi Appennino Settentrionale. E’ docente di Tecnologia e Storia dell’Arte. Svolge attività progettazione con particolare attenzione all’analisi dei problemi sociali e tecnologici dell’architettura nell’abitare contemporaneo e alla sperimentazione tipologica e strutturale dell’abitazione. È partecipe di gruppi di studio per analisi e monitoraggio dei sistemi bionomici sul territorio dell’Appennino, per una loro consapevole traduzione negli strumenti di pianificazione e un conseguente migliore ricaduta sull’ecosistema e sul paesaggio.

Indirizzo: via Combattenti 19 - 43044, Collecchio (PR)Telefono: +(39) 346 2435773E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] (PEC)

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arch. GIULIA D’AMBROSIO

Si laurea in Scienze dell’Architettura nel 2006 a Parma, con una tesi dal titolo :” La Medina di Azemmour in Marocco. Rilievo, analisi critica, progetto di riqualificzione di place Moulnis”. Dopo l’abilitazione professionale, lavora presso lo Studio dell’ architetto Guido Canali avvicinandosi alla professione attraverso i plastici di studio e il disegno di dettagli esecuitivi per il progetto del Portello a Milano.. Si traferisce poi a New York dove lavora per circa un anno presso lo studio “Umberto Squarcia Designs” con il ruolo di project manager. Qui sviluppa progetti sia di edilizia residenziale che di design di interni per abitazioni e negozi.Tornata in Italia collabora con diversi studi come progettista di unità abitative.E’ sociofondatore nel 2009 e membro fino al 2012 di STUDIOAFA con cui si cimenta in installazioni artistiche, concorsi architettonici e progetti soprattutto di tipologia residenziale.Nel 2012 iniza ad approfondire le tematiche della sostenibilità sui sistemi ed ecosistemi che ci circondano attraverso studi pratici e teorici di permacultura, materiali naturali (paglia, legno, bamboo, calce, terra cruda), tecniche antiche, contemporanee e di sinergie tra le parti.Fondatrice del gruppo “giardini condivisi parma” si interessa in modo curioso alle dinamiche attraverso cui la società agisce in modo più o meno consapevole sugli spazi abbandonati: in particolare sugli spazi verdi come luogo di relazioni.Attratta dal colore, lo studia e sperimenta come strumento fondamentale della progettazione architettonica e non, come una delle variabili che alterano la percezione dell’oggetto nei diversi contesti.Attualmente vive a Parma e qui lavora come libera ricercatrice e professionista.

CONCORSI

_EUROPAN 10. HEIDELBERG: riqualificazione del lungofiume, del buolevard del campus universitario e disegno del nuovo zoo._UNA TORRE PER MESTRE: riqualificazione della piazza prospicente la torre e dis-egno della scala di accesso alla torre stessa._BEIRUT: idea di progetto per un nuovo museo e centro congressi nel cuore della città antica.

ESPERIENZE CREATIVE

marzo 2013: MUSIC: committente privato. installazioni di luci• gennaio 2013: FESTIVAL JAZZ : CALAMITA,Cavriago, Reggio Emilia. installazione • di lucidicembre 2012: DIRTY HANDS FESTIVAL, Stu Pasubio (Parma). installazioni di • lucisettembre 2010: Installazione a Sant’Andrea in Quirinale (Roma). Titolo: pupazzi • (collaborazione con studioafa)maggio 2010: Istallazione in via Bixio, Parma . Titolo : l’albero (collaborazione con • studioafa)novembre 2009: Video - Installazione: Titolo: Spazio AR18 (Firenze) (collaborazione • con studioafa)settembre 2009: Installazione artistica sul muro , via Bixio Parma. Titolo: 090909 • (collaborazione con studioafa)

Indirizzo: Via Pomponio Torelli n° 55, 43121 ParmaTelefono: +(39) 0521 460326Cellulare: +(39) 339 8885101e-mail: [email protected]

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archeologo FILIPPO OLARI

Archeologo specializzato nella ricerca sul campo, nelle survey, nella ricerca in zone montane, nella redazione distudi preliminari e carte del potenziale ar-cheologico..Vanta esperienza pluriennale come coordinatore e direttore di scavi di ambito universitario e di emergenza.Ha una laurea in Conservazione dei Beni Culturali (Curriculum Archeologico), E’ stato socio fondatore del SAAG, Socio fondatore della Società Cooperativa Acmé, membro dell’Aps Acmé, collabora con l’associazione VHN Italia, Asso-ciazione Borghi Autentici d’Italia, Università degli Studi di Parma.

SpecializzazioniScavi e ricognizioni archeologiche – Archeologia Preventiva – Rilievo Topogra-fico e fotogrammetrico dell’architettura antica – Comunicazione del patrimonio culturale tramite nuove tecnologie digitali, didattica dell’archeologia, proget-tazione, ricerca e scavo in siti d’altura di epoca medievale.

FormazioneUniversità degli Studi di ParmaUniversitat de Barcelona

E-mail: [email protected]: (+39) 347 9246681

geologo GIOVANNI MICHIARAInizia l’attività professionale nel 1993 fondando con altri soci la società GEODE scrl presso la quale ha ricoperto il ruolo di amministratore e ha svolto attività di libero pro-fessionista fino al 2008 occupandosi di diagnostica e geognostica applicata al costruito con particolare riferimento ai beni storico architettonici.Nel 2005 entra a far parte di RECUPERANDO (ora Disvelarte), gruppo informale inter-disciplinare (www.disvelarte.net) formato da operatori nel campo del restauro (Architet-ti, Ingegneri, Storici dell’Arte, Restauratori) nato per offrire un approccio integrato al recupero dell’edilizia storica di culto in seguito al sisma di Salò (BS) del 2005; l’attività del gruppo è tuttora in corso.Nel 2008 si dimette da socio e da amministratore dalla società Geode scrl continuando la medesima attività come studio “geofaber” insieme alla dott.ssa Pezzani (anch’essa contestualmente uscita da Geode scrl). Attualmente collaborano con lo studio Laura Cagni (laurea in tecnologia per i beni culturali) e Matteo Batelli (Architetto).L’attività professionale è stata sempre affiancata da attività di ricerca svolta sia in forma autonoma sia in ambito di specifiche convenzioni o gruppi di ricerca con dipartimenti universitari.Lo studio si caratterizza per l’elevata fornitura strumentale di monitoraggio e controlli non distruttivi nonché per le certificazioni ottenute nel campo delle prove non distrut-tive.

PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITA’Prove strutturali per lo studio di vulnerabilità sismica delle struttureDiagnosi strumentale strutturale sul patrimonio edilizio storico e contemporaneoDiagnosi materica di laboratorio sui materiali lapidei naturali e artificiali (malte, intonaci, cls etc) dell’edilizia storica e contemporanea e diagnosi in sito del degrado.Analisi delle finiture cromatiche nel restauro architettonico (pitture parietali, affreschi, apparati decorativi, facciate storiche etc)Diagnosi energetica in sito.Simulazioni bioclimatiche e modellazione dei flussi termici nei materialiMonitoraggi strutturali e climatico ambientaliConsulenze geologiche e ambientali

Indirizzo: Strada Langhirano 9, 43125 Parmatelefono: 0521/302142 fax 05211917545 cell 3355217461 E-mail: [email protected] (SITO: www.geofaber.it) [email protected] (PEC)

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SPONSOR e COLLABORATORI

Per Informazioni:ing. Francesco Fulvi: [email protected]

0521.233621 - cell.349.4942157Pagina Facebook: https://www.facebook.com/groups/131198610267687/

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WORKSHOP / CANTIERE 2014