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Yunlong Wang: «Non importa da dove vieni, ma accanto a chi vivi» Raccolti fondi e gesti di geneoristà da parte della comunità di origine straniera per combatter il Covid19 PERIODICO DI INFORMAZIONE MULTICULTURALE a cura di Associazione Onnivoro in collaborazione con il Comune di Ravenna 2 / VOCI RAVENNA&DINTORNI 2-8 aprile 2020 «Perché siamo tutti uguali davanti ad una catastrofe naturale, siamo i compagni della stessa trincea e abbiamo lo stesso nemico difronte! Mi au- guro di vedere la fine di questa battaglia il più presto possibile e allora in- vito a tutti a brindare la vittoria dell'Umanità!». Non sono grandi imprenditori, ma piccoli commercianti che si sono messi assieme e hanno acquistato 5mila mascherine per la Croce Rossa di Ravenna. Uno ha il kebab in via Faentina, altri fanno il mercato in piazza con bancarelle di vesti- ti, altri hanno negozi e ristoranti a Ravenna. L’idea è nata spontanea- mente, come ci racconta Yunlong Wang, respon- sabile del centro cultu- rale cinese a Ravenna e insegnante di lingua ci- nese. «La cosa che im- porta non è da dove vie- ni, ma accanto a chi vivi. Io vivo accanto agli altri ravennati e anche io so- no ravennate». Il gruppo, originario dello Stato dove è parti- to il coronavirus ma or- mai da tempo residente in Italia, ha anche vis- suto sulla propria pelle momenti di difficoltà con gesti di discrimina- zione. Dopo aver pensa- to a una raccolta in de- naro si è sparsa la noti- zia delle difficoltà di ap- provvigionamento per i presidi di sicurezza e al- lora si è passati al piano B con le mascherine. «Non siamo italiani, ma l’Italia è il paese in cui abbiamo scelto di vivere e dove sono nati i nostri figli, è la nostra seconda casa. Non siamo venuti per fare affari, ma per costruire qui la no- stra vita e ci sentiamo parte di Ravenna. Nella buona e nella cattiva sor- te». Wang racconta anche di come oggi in diversi posti, come alle Mauri- tius, i ristoranti italiani stiano pagando caro il virus in Italia. Il pregiudi- zio è una piaga che non risparmia nessuno. Come in Italia le persone evi- tavano senza motivo i ristoranti cinesi il mese scorso ora tocca ai molti ita- liani che vivono all’estero pagare le conseguenze. Siamo tutti insieme, non ha senso guardarsi con sospetto gli uni con gli altri, ma dobbiamo ca- pire come collaborare tutti assieme. A queste si sono aggiunte in Emilia-Romagna a 220 mila mascherine provenienti dalla Cina. «Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino». Questo il messaggio che accompagna il carico di 200 mila mascherine chirurgiche arrivate questa mattina per iniziativa del governatore della Provincia cinese del Guangdong, Ma Xin- grui, territorio gemellato con la Regione Emilia-Romagna dal 2015, e che saranno subito consegnate al magazzino farmaceutico centralizzato di Reggio Emilia per essere distribuiti in tutte le province. Tra le tantissime donazioni registrate in questo periodo nella nostra provincia a favore del sistema sanitario in questa emergenza, il sindaco di Fusignano Nicola Pasi ha tra gli altri ringraziato anche Hamel Reduoane, cittadino marocchino che vive in Italia da molti anni e a Fusignano ha aperto e gestisce un negozio multietnico. «Un gesto generoso – commenta il sindaco – effettuato da una persona che stimo molto e che ci dimostra come l’attaccamento e l’affetto per la nostra comunità ani- mi profondamente an- che il cuore di chi a Fusignano ci è venuto a vivere e non solo di chi ci è nato». L’imprenditore ha donato 5mila euro al- l’ospedale di Lugo per affrontare l’emergenza Covid-19. «Con la con- sapevolezza dell’impor- tanza di essere tutti uni- ti nella la lotta alla pan- demia in corso – ha commentato su Face- book – e convinto che in questo momento dram- matico è più che fonda- mentale agire con sen- so civico e spirito di cit- tadinanza attiva ho de- ciso di contribuire con la mia donazione desti- nata all’ospedale Um- berto di Lugo una som- ma di 5.000 euro». «Come lui – è un commento postato su Facebook invece dal- l’avvocato Lina Tad- dei, eletta in consiglio comunale con il Pd al- le ultime amministra- tive e ora nel consiglio d’amministrazione di Acer, esperta sul tema immigrazione – anche altri mi hanno contattata con lo stesso spirito, lo stesso che ha mosso e muove molti cittadini anche di origine straniera a compiere gesti di solidarietà e di amore verso questa terra, cittadini attivi parte di un tutto. Uno scrittore diceva che casa non è dove sei nato, ma dove ti senti a casa. Per ora, non posso che ringraziarli. Quando sarà tutto finito, continueremo a condividere questa casa». E tra le raccolte fondi da segnalare in questo senso anche quella lancia- ta dalle comunità islamiche di Fusignano, Lugo, Bagnacavallo, Conselice, Massalombarda, Cotignola, Lavezzola, Russi, Alfonsine «perché ci sentia- mo parte integrante delle nostre città e del nostro paese. Il nostro – si leg- ge su Facebook – è un gesto doveroso in questa emergenza che si ripercuo- te su tutti noi. Vorremmo dare il nostro supporto ai medici, agli infermie- ri, agli operatori sanitari e ai volontari che stanno mettendo a rischio la lo- ro vita per difendere tutti noi. Tutto il fondo raccolta verrà donato all’O- spedale di Lugo, che sia di aiuto ad affrontare questa difficile emergenza generata dal Covid19. È l’occasione di poter dare un vero contribuito a questa terra che tanto ha dato a noi». «Non siamo italiani, ma l’Italia è il paese in cui abbiamo scelto di vivere, dove sono nati i nostri figli. È la nostra seconda casa. Non siamo venuti qui per fare affari, ma per costruire la nostra vita» xxx

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Yunlong Wang: «Non importa da dove vieni, ma accanto a chi vivi»

Raccolti fondi e gesti di geneoristà da parte della comunità di origine straniera per combatter il Covid19

PERIODICO DI INFORMAZIONE MULTICULTURALEa cura di Associazione Onnivoro in collaborazione con il Comune di Ravenna

2 / VOCI RAVENNA&DINTORNI2-8 aprile 2020

«Perché siamo tutti uguali davanti ad una catastrofe naturale, siamo icompagni della stessa trincea e abbiamo lo stesso nemico difronte! Mi au-guro di vedere la fine di questa battaglia il più presto possibile e allora in-vito a tutti a brindare la vittoria dell'Umanità!».Non sono grandi imprenditori, ma piccoli commercianti che si sono

messi assieme e hanno acquistato 5mila mascherine per la Croce Rossa diRavenna. Uno ha il kebab in via Faentina, altri fanno il mercato in piazzacon bancarelle di vesti-ti, altri hanno negozi eristoranti a Ravenna.L’idea è nata spontanea-mente, come ci raccontaYunlong Wang, respon-sabile del centro cultu-rale cinese a Ravenna einsegnante di lingua ci-nese. «La cosa che im-porta non è da dove vie-ni, ma accanto a chi vivi.Io vivo accanto agli altriravennati e anche io so-no ravennate». Il gruppo, originario

dello Stato dove è parti-to il coronavirus ma or-mai da tempo residentein Italia, ha anche vis-suto sulla propria pellemomenti di difficoltàcon gesti di discrimina-zione. Dopo aver pensa-to a una raccolta in de-naro si è sparsa la noti-zia delle difficoltà di ap-provvigionamento per ipresidi di sicurezza e al-lora si è passati al pianoB con le mascherine. «Non siamo italiani,

ma l’Italia è il paese incui abbiamo scelto divivere e dove sono nati inostri figli, è la nostraseconda casa. Non siamo venuti per fare affari, ma per costruire qui la no-stra vita e ci sentiamo parte di Ravenna. Nella buona e nella cattiva sor-te». Wang racconta anche di come oggi in diversi posti, come alle Mauri-tius, i ristoranti italiani stiano pagando caro il virus in Italia. Il pregiudi-zio è una piaga che non risparmia nessuno. Come in Italia le persone evi-tavano senza motivo i ristoranti cinesi il mese scorso ora tocca ai molti ita-liani che vivono all’estero pagare le conseguenze. Siamo tutti insieme,non ha senso guardarsi con sospetto gli uni con gli altri, ma dobbiamo ca-pire come collaborare tutti assieme. A queste si sono aggiunte in Emilia-Romagna a 220 mila mascherine

provenienti dalla Cina. «Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stessoalbero, fiori dello stesso giardino». Questo il messaggio che accompagna ilcarico di 200 mila mascherine chirurgiche arrivate questa mattina periniziativa del governatore della Provincia cinese del Guangdong, Ma Xin-grui, territorio gemellato con la Regione Emilia-Romagna dal 2015, e chesaranno subito consegnate al magazzino farmaceutico centralizzato diReggio Emilia per essere distribuiti in tutte le province.

Tra le tantissime donazioni registrate in questo periodo nella nostraprovincia a favore del sistema sanitario in questa emergenza, il sindaco diFusignano Nicola Pasi ha tra gli altri ringraziato anche Hamel Reduoane,cittadino marocchino che vive in Italia da molti anni e a Fusignano haaperto e gestisce un negozio multietnico.«Un gesto generoso – commenta il sindaco – effettuato da una persona

che stimo molto e che ci dimostra come l’attaccamento e l’affetto per lanostra comunità ani-mi profondamente an-che il cuore di chi aFusignano ci è venutoa vivere e non solo dichi ci è nato».L’imprenditore ha

donato 5mila euro al-l’ospedale di Lugo peraffrontare l’emergenzaCovid-19. «Con la con-sapevolezza dell’impor-tanza di essere tutti uni-ti nella la lotta alla pan-demia in corso – hacommentato su Face-book – e convinto che inquesto momento dram-matico è più che fonda-mentale agire con sen-so civico e spirito di cit-tadinanza attiva ho de-ciso di contribuire conla mia donazione desti-nata all’ospedale Um-berto di Lugo una som-ma di 5.000 euro».«Come lui – è un

commento postato suFacebook invece dal-l’avvocato Lina Tad-dei, eletta in consigliocomunale con il Pd al-le ultime amministra-tive e ora nel consigliod’amministrazione di

Acer, esperta sul tema immigrazione – anche altri mi hanno contattatacon lo stesso spirito, lo stesso che ha mosso e muove molti cittadini anchedi origine straniera a compiere gesti di solidarietà e di amore verso questaterra, cittadini attivi parte di un tutto. Uno scrittore diceva che casa non èdove sei nato, ma dove ti senti a casa. Per ora, non posso che ringraziarli.Quando sarà tutto finito, continueremo a condividere questa casa».E tra le raccolte fondi da segnalare in questo senso anche quella lancia-

ta dalle comunità islamiche di Fusignano, Lugo, Bagnacavallo, Conselice,Massalombarda, Cotignola, Lavezzola, Russi, Alfonsine «perché ci sentia-mo parte integrante delle nostre città e del nostro paese. Il nostro – si leg-ge su Facebook – è un gesto doveroso in questa emergenza che si ripercuo-te su tutti noi. Vorremmo dare il nostro supporto ai medici, agli infermie-ri, agli operatori sanitari e ai volontari che stanno mettendo a rischio la lo-ro vita per difendere tutti noi. Tutto il fondo raccolta verrà donato all’O-spedale di Lugo, che sia di aiuto ad affrontare questa difficile emergenzagenerata dal Covid19. È l’occasione di poter dare un vero contribuito aquesta terra che tanto ha dato a noi».

«Non siamo italiani, ma l’Italia è il paese in cui abbiamoscelto di vivere, dove sono nati i nostri figli.

È la nostra seconda casa. Non siamo venuti quiper fare affari, ma per costruire la nostra vita»

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