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Orientamenti metodologici e buone pratiche M. Renzi Zagarolo 06/10/2014

Zagarolo06/10/2014 M. Renzi · 2020. 8. 29. · Zagarolo06/10/2014 M. Renzi. Vi sono didattiche che si adattano pi ù di altre ... Lascia il tempo per riflettere. Coglie gli aspetti

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  • Orientamenti metodologici e buone pratiche

    M. RenziZagarolo 06/10/2014

  • Vi sono didattiche che si adattano più di altre alla creazione di un ambiente inclusivo?

    1 Aprire una finestra sulla realtà

    2 Far leva sulle aspettative

    3 Far percepire utile ciò che si fa

    4 Personalizzare

  • Stili cognitivi e stili di apprendimento:

    La girandola delle diversità

  • Dagli stili cognitiviagli stili di apprendimento

  • 1 L’ insegnante spiega in modo strutturato2 Incoraggia il ragionamento e utilizza tempi distesi3 Dedica spazio alla discussione in classe e alla cooperazione4 Aiuta l’ alunno a riflettere sulle proprie strategie di pensiero5 Fornisce feedback costruttivi sugli apprendimenti6 I tempi di lavoro sono modulabili sulle esigenze del gruppo7 Armonia tra una attività e l’ altra

    La ricerca Invalsi

    7 Armonia tra una attività e l’ altra8 Promuove regole di comportamento9 L’ ambiente di lavoro è ricco di elaborati degli alunni10 Differenziazione delle attività

    11 Valorizza i progressi degli alunni12 Adatta compiti per alunni con BES13 Coinvolge costantemente gli alunni con BES

  • Gli alunni, fin da subito, sono messi al corrente degli obiettivi della lezione. I contenuti hanno una sequenza logica e sono chiari. Si usano strumenti per organizzare i contenuti. Sono chiare le competenze sulle quali si sta lavorando

    QUANDO SPIEGO

    Obiettivi della lezione poco chiari. Passaggio senza logica da un argomento all’altro

    QUANDO SPIEGO

  • Le attività sono ben strutturate, hanno fasi chiare. Tutti sono coinvolti ed è facilitata una rielaborazione personale

    QUANDO PROPONGO

    Le attività non sono ben strutturate. C’è improvvisazione

    QUANDO PROPONGO

    ATTIVITA’ STRUTTURATE

  • QUANDO INTERROGO

    L’insegnante fa domande che stimolano il ragionamento. Lascia il tempo per riflettere. Coglie gli aspettiPositivi di ciò che dicono gli alunni

    QUANDO INTERROGO

    L’insegnante fa domande retoriche che non stimolano il ragionamento

  • L’insegnante facilita la discussione. Assume ilruolo di moderatore. C’è larga partecipazione.Valorizza gli interventi e prende spunti perrilanciare. E’ in fieri una autonoma autoregolazionedella conversazione

    DISCUTIAMO?

    Non si discute e non si lascia spazio agliAlunni perché esprimano il loro punto di vista

  • SOSTENIAMO L’APPRENDIMENTO?

    Metodi e procedure chiare e utili.Gli alunni riescono a fare da soli. Sono postiin essere sistemi di problem solving e di mutuosoccorso tra studenti (apprendimento cooperativo)

    SOSTENIAMO L’APPRENDIMENTO?

    COME?

    Metodi e procedure per svolgere uncompito non chiari. Oppurele indicazioni non utili.

  • L’insegnante controlla la comprensione e illavoro svolto. Non tralascia di sostare tra i banchi.Annota la comprensione con griglie, agende o ilRegistro personale

    Gli alunni lavorano. L’insegnante che fa?Non controlla i lavori svolti, non chiede,Non verifica la comprensione, non gira tra i banchi

    CONTROLLO

    QUELLO CHE FANNO?

  • Vi sono feedback costruttivi che consentonoAll’alunno di capire come ha svolto il lavoro eCome può migliorare

    Non vi sono feedback su compiti e interrogazioni.Si esprimono giudizi sulla persona

    ALUNNI INCORAGGIATI?

  • L’insegnante indica precisi riferimenti temporali.Controlla che tutto si svolga senza perdite di tempoE le attività sono gestite con flessibilità e adattamento

    Non vi sono indicazioni sui tempi delleAttività proposte. Tutto è approssimativo

    TEMPI

  • Vi sono automatismi nel passaggio daUn’attività all’altra. Non si perde tempo. Gli Alunni sanno cosa devono fare

    DA UN’ATTIVITA’ ALL’ALTRA

    Vi sono tempi nei quali gli alunni sono lasciatiad aspettare. Non c’è gestione dei momenti dipassaggio. Caos

  • REGOLE

    Vi sono regole condivise. Non c’è la necessitàdi richiamare gli alunni. Sono valorizzati icomportamenti positivi.

    REGOLE

    Non ci sono regole condivise. L’insegnante nonmantiene l’ordine (dondolamenti sulle sedie, glialunni parlano tra di loro, c’è confusione)

  • L’AMBIENTE

    L’ambiente è sicuro, funzionale, ben curato.La classe è ricca di materiali prodotti dagli alunni.Sono presenti spazi attrezzati: angolo biblioteca,angolo per le scienze, per i materiali didattici…)

    L’AMBIENTE

    L’ambiente non è sicuro. Non sono esposti o Vi sono pochi materiali prodotti dagli alunni

  • INCLUSIONE

    L’insegnante differenzia le attività in basealle abilità. C’è attenzione per le diversità,le attitudini, le tipologie di intelligenza

    INCLUSIONE

    PERSONALIZZAZIONE

    Tutta la classe svolge le medesime attività

  • LE EMOZIONI

    L’insegnante interviene quando gli alunniSono stanchi o cercano conforto. Gli interventiprovocano fiducia e si offrono apprezzamenti

    LE EMOZIONI

    La stanchezza e l’emotività non sono prese inconsiderazione dall’insegnante

  • BES E COMPITI ADATTATI

    Gli studenti con BES hanno compiti adattati.Sono presenti mediatori didattici. L’insegnantedi sostegno, se presente, si coordina conl’insegnante di classe

    BES E COMPITI ADATTATI

    Le attività non prevedono adattamenti verso glialunni con BES. Il docente non prende inconsiderazione le difficoltà

  • ATTENZIONE VERSO I BES

    L’insegnante valorizza gli alunni con BES. Siavvicina a loro e li coinvolge nelle attività.C’è interazione tra alunni con BES e gli altri

    ATTENZIONE VERSO I BES

    Non c’è attenzione verso gli alunni con BESche sono costantemente rimproverati

  • IMPEGNO

    Gli alunni partecipano, fanno domande echiedono approfondimenti. Non c’è distrazione.C’è collaborazione e aiuto reciproco

    IMPEGNO

    C’è distrazione e gli alunni non svolgono i compiti assegnati. Fanno altre cose

  • PARTECIPAZIONE

    Gli alunni con BES partecipano e hanno uncomportamento adeguato. Fanno domande einteragiscono con l’insegnante e col gruppo

    PARTECIPAZIONE

    ALUNNI CON BES

    Gli alunni con BES non partecipano alle attività.Sono distratti e/o disturbano

  • Scambi comunicativi positivi. Gli alunni sirivolgono con serenità al docente anche se noninterpellati. L’insegnante favorisce la creazionedi un ambiente sereno

    RAPPORTI POSITIVI

    Gli alunni sono distanti e/o temono l’insegnante.Gesti di insofferenza quando gli alunni intervengono

  • Come si adatta il lavoro in classe alle diversità degli stili di apprendimento?

    Materiali didattici

    Modalità diverse di lavoroModalità diverse di lavoro

    Apprendimento cooperativo

    Didattica laboratoriale

  • Materiali didattici: ad esempio il testo, analisi operativa

    Gli elementi già conosciuti

    Gli aspetti interessantiGli aspetti interessanti

    Le parti difficili

    I concetti chiave

    L’idea principale del testo

  • Da Sofia Cramerotti e Dario Ianes“Alunni con BES”

  • Seconda fase: adattare il testo

    Completare e integrare

    Approfondire

    Evidenziare

    Schematizzare

    Riscrivere

    Glossario

  • Terza fase: laboratoria-mente (Storia)

    Il conoscitore riflessivo: lo studente propone un viaggio nelPeriodo storico affrontato, con brevi testi da completare cogliendo parole da unElenco prestabilito

    Il ricercatore di reperti e documenti: Il ricercatore di reperti e documenti: si parte da una serieDi parole chiave e lo studente, utilizzando più strumenti, costruirà brevi testi

    L’esperto in soluzione di problemi: si forniscono informazioniDi partenza e situazioni problematiche e gli studenti, sulla base delle proprie conoscenze, Ricostruiscono cause ed effetti. Ad esempio: quali effetti provocò, nella popolazione e nell’esercitoItaliano, l’Armistizio dell’8 settembre 1943?

    Il creativo: giochi ed enigmistica

  • Cooperare facilita gli apprendimenti di tutti e sviluppa la prosocialità

  • Cooperative learning

    Metodo di conduzione della classe

    Gli alunni cooperano emettono in comune ciò che sanno

  • Learning together (D.W. Johnsone e R.T. Johnson)

    Elementi essenziali

    Interdipendenza positiva

    Responsabilità individuale e di gruppo

    Interazione promozionale faccia a faccia

    Abilità sociali

    La valutazione individuale e di gruppo

  • L’ apprendimento cooperativo…in pratica

    Interdipendenza positiva

    Uno per tutti e tutti per uno

  • Come si raggiunge l’ interdipendenza positiva?

    Obiettivo o scopo (raggiungo l’ obiettivo se lo raggiunge il gruppo, solo se c’è cooperazione: interdipendenza di compito, di ruolo, di informazioni e materiali)

    Valutazione, né totalmente individuale né totalmente di gruppo

    ricompensa di gruppo

    potenziare e individuare ruoli funzionali

  • Competizione

    Quanto ha preso Ivo!!?

  • Interazione promozionale

    Aiuto reciprocoScambio di informazioniScambio di informazioniFeedbackFiducia reciprocaMotivazione al bene comune

  • Competenze sociali

    ComunicazioneComunicazioneLeadershipConflittiProblem solvingDecision making

  • REGOLEREGOLE

    Cose da dire Cose da fare

  • Responsabilità individuale

    Sono responsabile di ciò che porto all’ interno del gruppoSono responsabile di ciò che porto all’ interno del gruppoE ciò che porto è verificabile

  • Revisione

    Riflessione sui nodi critici e i puntidi forza del gruppodi forza del gruppo

    Autovalutazione

  • Abilità del docente

    No tempi morti Ruoli e leadershipintercambiabili

  • La base operativa per il cooperative learning

    1 dissodare il terreno e impostare il “ clima”1 dissodare il terreno e impostare il “ clima”giusto

    2 attività cooperative brevi a sostegno della lezione frontale

    3 attività cooperative complesse

  • Come si affrontano i problemi e gli imprevisti?

    Facile, coi cappelli!

  • E. De Bono