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La nostra scuola
non ha confini
La parte più interessante, e
molte volte divertente, del
lavoro del giornalista è
sicuramente quella di rivol-
gere domande alle persone
più diverse, partecipando
magari a manifestazioni o
congressi. Durante il pro-
getto del Giornalino online
non possiamo dire di non
aver avuto tali opportunità,
anzi abbiamo intervistato
personalità come Salvatore
Calleri o il procuratore
Francesco Sebastio, per
non parlare della nostra
partecipazione alla diretta
di Studio 100 live nella
giornata sulla legalità per
la commemorazione dei
magistrati Falcone e Bor-
sellino. Era da tanto, quin-
di, che progettavamo di
intervistare la nostra Diri-
gente e così non appena
l’abbiamo trovata libera, ne
abbiamo subito approfitta-
to.
Ci accoglie in Presidenza
con la sua consueta corte-
sia e dopo averci fatto ac-
comodare, ci siamo appre-
stati a rivolgerle qualche
domanda sull’anno scola-
stico che sta ormai volgen-
do al termine.
Buongiorno Preside, siamo
ormai arrivati quasi alla
fine di questa avventura
scolastica, ricca di soddi-
sfazioni e di conquiste da
parte di noi alunni, ma an-
che faticosa sotto il profilo
dell’impegno. Dal suo punto
di vista, in qualità di Diri-
gente del nostro Istituto
“Gemelli”, quali sono, inve-
ce, i traguardi raggiunti e
gli ostacoli che la nostra
scuola ha dovuto affronta-
re?
In generale, gli ostacoli che
abbiamo dovuto affrontare
riguardano le strutture. Prati-
camente la scuola è cresciu-
ta, ma l’edificio no. Noi non
siamo attrezzati ancora com-
pitamente con laboratori
adeguati, neanche con suffi-
cienti sussidi, ma pian piano
stiamo provvedendo. Aveva-
mo allestito, nel plesso di
Gandoli, il laboratorio multi-
mediale con nuovi computer,
comprati con il fondo
d’Istituto, e giusto la settima-
na scorsa sono riusciti ad
entrare nella scuola e a ru-
barli. È questo il problema. I
nostri sforzi vengono vanifi-
cati da balordi che non com-
prendono che il danno reale
lo fanno a voi ragazzi perché
vi impediscono di usufruire
delle normali strutture di cui
avete diritto. Questo è
l’ostacolo maggiore, perché
la scuola dovrebbe essere
adeguata ai tempi, mentre
sicuramente a casa voi avete
più di quello che noi possia-
mo offrirvi. La scuola, tutta-
via, è insostituibile perché la
mediazione dell’insegnante
non ha confronti, non ha ri-
vali. Per quanto riguarda
l’apprendimento degli alunni,
invece, stiamo progredendo
con significativi passi in a-
vanti, anche dal punto di
vista dell’educazione inter-
culturale,trasversale e disci-
plinare.
Quali sono invece i progetti
che prevede saranno realiz-
zati il prossimo anno scola-
stico?
Per il prossimo anno partire-
mo con uno slogan:
“L’Inglese dal biberon”. Ini-
zieremo con una sperimenta-
zione dell’insegnamento
dell’Inglese a partire dalla
scuola dell’Infanzia. Paralle-
lamente a questo, avvieremo
un progetto nazionale deno-
minato “Nati per leggere”,
che consisterà in attività di
lettura svolte da voi, ragazzi
della scuola secondaria di
primo grado, ai bambini che
frequentano le sezioni della
Scuola Primavera. Inoltre, a
partire da Settembre, verran-
no avviati dei corsi di recu-
La nostra Redazione incontra la Preside De Punzio
Due chiacchiere con la nostra
Preside: prof.ssa Grazia De Punzio
Gemelli Magazine
Istituto Comprensivo Statale
“Agostino Gemelli” - Leporano (TA)
pero per i ragazzi che
hanno dei debiti formativi,
soprattutto in Italiano,
Matematica e Inglese. E
infine, ci saranno dei pro-
getti per le eccellenze,
così come sono stati rea-
lizzati anche quest’anno.
Invece, quale messaggio
vorreste mandare ai vostri
alunni per la fine
dell’anno scolastico?
Conoscete il discorso del
creatore della Apple, Ste-
ve Jobs? Ecco, non ci so-
no parole migliori di quel-
le contenute in quel di-
scorso: “Siate affamati!
Siate folli!”. È fondamen-
tale essere curiosi verso la
realtà che vi circonda e
fare tesoro di ogni diffi-
coltà che possa capitarvi,
di un insuccesso scolastico
così come di un qualsiasi
altro problema, per poter
imparare dai vostri errori e
riuscire a rialzarvi per
diventare sempre più bravi
e più forti.
Numero unico a.s. 2011/2012
Il progetto "Giornalino della scuola online" nasce come
vetrina delle attività svolte durante l'anno scolastico e
ha come finalità quella di accostare gli alunni ad un uso
didattico e allo stesso tempo creativo del computer, at-
traverso programmi di videoscrittura così come di grafi-
ca. Tuttavia, vuole anche essere un laboratorio di scrit-
tura per potenziare le abilità linguistiche e per svilup-
pare le capacità di sintesi e di elaborazione dei testi in
modo scorrevole e corretto.
La realizzazione del "Giornalino online", quindi, ha pre-
visto la costituzione di una Redazione formata da 12
alunni di 1^ e 2^ Media che per la prima volta si sono
cimentati nella stesura di articoli e
nell’amministrazione di Rubriche (Gemelli Life, Il
Personaggio del giorno, Accadde oggi, Radio Ge-
melli e Con un pizzico di fantasia), lavorando sia
individualmente che in gruppo.
Facendo leva sugli interessi personali e sulle capacità di ciascuno, è stato dato ad ogni alunno una sezione da
curare e il risultato si è via via concretizzato nel presente "contenitore".
Buona lettura…
La referente del Progetto
Pagina 2
La Redazione
Rubrica Gemelli Life
Pagina 3
Bentornati a Scuola!
Festa dell’Accoglienza 2011 di Chiara Di Terlizzi e Marco Maggio 1^C
Ad un mese dall'inizio dell'anno
scolastico, la scuola media
"A.Gemelli" ha organizzato, sabato
15 ottobre, una manifestazione per
dare un caloroso benvenuto alle
prime classi dei tre ordini dell'Isti-
tuto comprensivo.
Il cielo nuvoloso e le temperature
purtroppo non miti non hanno per-
messo la realizzazione dell'entu-
siasmante idea della nostra Diri-
gente Grazia De Punzio: una ciclo-
passeggiata che si sarebbe conclu-
sa con la firma del patto di respon-
sabilità a cui sarebbe seguito un
gustoso buffet offerto da alcune
mamme. E così, dopo aver ringra-
ziato vivamente il tempo
inclemente, tutte le classi
della scuola media e la pri-
ma e la quinta della scuola
primaria si sono ritrovati
nella Sala Cattaneo della
pineta dell'ex batteria per
trascorrere due ore in alle-
gria.
Dopo il messaggio augurale
della Dirigente hanno preso
la parola, o meglio il canto,
le classi II e III C che, gra-
zie alla coinvolgente direzione del
prof. Cosimo Zaccaria, si sono esibite
in coro sulle note de "Il più grande
spettacolo dopo il Big Bang" e
"Tutto l'amore che ho" di
Jovanotti, "I soliti" di Va-
sco Rossi e "Per dimentica-
re" degli Zero assoluto.
La festa è continuata con
la lettura e la firma da
parte di un alunna, di un
genitore e della Dirigente,
del Patto di corresponsabi-
lità, un documento impor-
tantissimo nel quale sono
fissati i doveri che ciascu-
na componente è tenuta
ad osservare affinché il
Chiara Di Terlizzi ha 11 anni e frequenta la 1°C. Le piace molto leggere qual-
siasi tipo di libro e per questo si dedica alla lettura in qualsiasi momento libe-
ro.
Adora anche la musica hip hop e i suoi cantanti preferiti sono: Lady Gaga,
Jennifer Lopez, Madonna e Beyoncè.
Pratica numerosi sport come nuoto, danza ed equitazione ed inoltre parteci-
pa anche a varie attività extracurricolari organizzate dalla sua scuola. Pro-
prio questo l’ha portata a partecipare al giornalino scolastico nel quale si oc-
cupa della Rubrica Gemelli Life, scrivendo articoli di vario genere.
cammino scolastico sia proficuo
e sereno.
A seguire, in un silenzio avvol-
gente e sentito, un'alunna della
III C ha letto la "Preghiera dello
studente" dopo la quale gli alun-
ni di V elementare hanno dona-
to agli alunni di prima, il cap-
pellino dell'Istituto.
Prima di rientrare in classe la
manifestazione si è conclusa con
l'Inno nazionale, cantato da tut-
ti con commossa partecipazione
che si è tramutata in gioia e al-
legria quando sono stati lanciati
in aria i cappellini in segno di
felicità.
“I nostri cani vengono amati e ad-
destrati sin da piccoli”. Queste le
parole del brigadiere capo Fasciullo
dell’Unità Cinofila di Taranto, pro-
nunciate durante il suo intervento
presso la sala Cattaneo, il 28 no-
vembre 2011, e rivolte agli alunni
della scuola media del
p l e s s o d i G a n d o -
li, “Agostino Gemelli”.
Dopo una breve presenta-
zione, è stato proiettato
un video, intitolato “NO
ALLA DROGA”, con cui si
è illustrata una tipica
g iornata lavorat iva
dell’Unità cinofila antidro-
ga e i rischi che si corrono
usando o vendendo la dro-
ga. Successivamente, il brigadiere
Fasciullo si è reso disponibile a
rispondere ad alcune domande e
sono stati molti i quesiti posti da
noi alunni. Ci è stato spiegato, ad
esempio, che i cani antidroga ini-
ziano a lavorare quando hanno
compiuto un anno di vita e fino a
quel momento vengono addestrati
giocando con un manicotto di stoffa
impregnato di droghe sintetiche. Al
ritrovamento dell'oggetto, il cane
viene costantemente premiato e
per lui, quindi, diventa di vitale
importanza ritrovare ciò che gli
permette di soddisfare il suo padro-
ne e ricevere la giusta ricompensa.
Le razze più utilizzate sono i pasto-
ri tedeschi, ma è stato riscontrato
che questo tipo di cane si affeziona-
va molto e così, ultimamente, si è
preferito il pastore olandese, più
costante nell'impegno e assistente
infaticabile.
Infine, è stata grandissima
l’emozione quando, usciti in pineta,
abbiamo potuto ammirare un bel-
lissimo esemplare di pastore tede-
sco, il fedele compagno di lavoro
del brigadiere Fasciullo, con il qua-
le ci ha mostrato passo dopo passo
le fasi dell'addestramento di un
cane antidroga.
Tuttavia, durante la conferenza, la
cosa che mi ha colpito di più è stato
sentire che alcune droghe leggere
vengono usate nei farmaci o altre
vengono bruciate direttamente nei
forni dell’ILVA.
L’Unità cinofila della Guardia di Finanza di Taranto incontra il “Gemelli”
NO alla droga! di Desirèe Guarino 2^C
Pagina 4
Rubrica Gemelli life
Fabiola Miccoli ha 12 anni e frequenta la 2^C .
Le sue passioni sono disegnare, leggere e giocare a pallavolo.
Nel tempo libero, si diverte a pattinare sui roller, oppure trascorre del tempo a scher-
zare con le sue amiche.
È molto socievole e solare, anche se a volte non smette mai di parlare ed è fin troppo
prolissa!
Le piace nuotare, infatti d’estate è sempre a mare o in piscina. Tifa Inter da sempre e
segue tutte le partite della sua squadra del cuore!
Infine, è abile a modificare le immagini al computer e ha imparato a creare collage
utilizzando anche programmi come Photoshop.
Da grande vorrebbe fare la ginecologa o l’architetto.
Mi piace molto anche scrivere, ecco perché sono entrata a far parte del progetto del giornalino online!
Per la mia passione di scrivere, mi occupo della rubrica “Gemelli life”, in cui scrivo e pubblico articoli che ri-
guardano le attività e gli eventi del nostro Istituto.
Scrivere è la mia passione da sem-
pre, così quando la mia scuola ha
indetto il 1° concorso del racconto
natalizio più bello, come tutti i
miei compagni, anche io ho voluto
partecipare e mi sono messa subito
a lavoro. Ho dovuto rinunciare a
molto tempo libero, ma se ci ripen-
so, ne è valsa la pena!
Ho pensato di descrivere la comune
vita di un’adolescente che, grazie
all’aiuto di alcuni bambini meno
fortunati, è riuscito a capire il vero
significato del Natale. Vivere il
giorno più importante dell’anno
non significa certamente
ricevere doni, ma festeg-
giarlo insieme alle persone
più care. Per questo ho inti-
tolato il mio racconto
“Nevicano sorrisi”, e narra
di un ragazzo, di nome Ric-
cardo, che per Natale vole-
va a tutti i costi un video-
gioco, ma dato che i genito-
ri non volevano, lui lo rubò.
L’addetto alla sicurezza del
negozio lo scoprì e chiamò
la madre del ragazzo che,
di concordo con il vigilante,
lo costrinse a trascorrere la
vigilia di Natale facendo
volontariato nel reparto di
oncologia pediatrica, dove fece sor-
ridere tutti i bambini ricoverati. A
fine giornata, quando si ricordò che
era il giorno di Natale non gli im-
portava molto perché lui si sentiva
rinato grazie a ogni sorriso che a-
veva fatto splendere sul viso di tut-
ti quei bambini.
Quando a scuola ci hanno informa-
to che aveva vinto il concorso un
alunno della mia classe, ero molto
curiosa di sapere chi fosse, ma la
professoressa ci comunicò solo
quando sarebbe avvenuta la pre-
miazione.
Finalmente, dopo tanto tempo, sco-
prii che il mio racconto aveva vinto
il primo premio e così il 12 febbraio
mi recai nell’Aula Magna della se-
de centrale di Leporano, insieme
agli altri miei compagni premiati.
Ad accoglierci, c’erano la nostra
Dirigente, la prof.ssa Grazia De
Punzio, i due giudici, il prof. Sar-
diello e il prof. Santoiemma, e an-
che il nostro professore di musica,
Cosimo Zaccaria, e la professoressa
d’Italiano, Paola Diliberto.
Prima della premiazione, i giudici
hanno confessato quanto sia stato
difficile scegliere i racconti miglio-
ri, dato che quasi tutti erano da
premiare. Successivamente si è
passati a premiare gli alunni, e
oltre al mio racconto, sono state
premiate Di Pietro Federica e
Sportelli Stefania, che sono arriva-
te rispettivamente al secondo e
terzo posto, con i loro racconti
“Whisky e il suo padroncino” e
“Missione Natale”. Whisky è un
cagnolino che un giorno, mentre
stava facendo una passeggiata con
il suo padrone, si perse. Cercò il
suo padrone dappertutto, ma non
lo trovò e quindi passò la notte sot-
to un albero. Quando si svegliò era
Natale e vide che tutt’attorno era
pieno di neve e quindi iniziò a gio-
care. Scivolava da una parte
all’altra, finché si ritrovò in una
villa bellissima, dove venne accolto
da una famiglia. Lui, però, sapeva
che non era lì il suo posto e conti-
nuò a cercare la sua casa fino a
quando non la trovò e appena vide
il suo padrone lo riempì di coccole.
L’amore e la magia del Natale ave-
va trionfato!
“Missione Natale”, invece, narra la
storia di un vecchietto che viveva a
nord del circolo polare artico e si
chiamava Natale. Amava vestirsi
di rosso ed essere generoso con tut-
ti! Pensando che fosse poco ciò che
faceva, decise che nella notte di
Natale sarebbe andato
in giro per il mondo a
regalare doni con la
sua slitta e le sue ren-
ne.
Partì e, man mano che
percorreva il cielo, la-
sciava i doni sotto
l’albero di ogni casa,
anche ai bambini me-
no fortunati come
quelli dell’orfanotrofio,
che sognavano di rice-
vere anche loro un
regalo. Quasi al termi-
ne del suo “giro di re-
gali”, Babbo Natale
vide dei giovani che
stavano fumando e, capendo che
era una cosa sbagliata, li convinse
a seguirlo per tutta la notte e ad
aiutarlo a consegnare i doni rima-
nenti, apprezzando lo spirito del
Natale: compiere gesti d’amore!
Che dire, veramente dei racconti
stupendi, così come gli altri due,
che si sono classificati al quarto e
al quinto posto, scritti dai miei
compagni di classe Barbi Serena e
Loconsole Davide.
Ogni alunno premiato ha ricevuto
un attestato di merito, mentre ai
primi tre classificati la Dirigente
ha consegnato anche un vocabola-
rio di Spagnolo.
Rubrica Gemelli life
Piccoli scrittori al Gemelli
I edizione del concorso “Scrivi un racconto” di Fabiola Miccoli 2^C
Pagina 5
la sua superficie, con l’esplosione,
diventano dei veri e propri proietti-
li. Ci è stato spiegato, inoltre, che
la polvere che vediamo spesso nelle
bombette che scoppiamo a Capo-
danno, ha molecole a forma di stel-
la, i cui angoli, se strofinati, creano
incandescenza, provocando scintille
che scoppiano all’improvviso. An-
che le bombe artigianali come le
bombe carta, sono estremamente
pericolose, perché la polvere da
sparo non è stata miscelata con le
giuste dosi e quindi potrebbero
causare un’enorme esplosione. Ciò
è capitato nel quartiere Paolo VI, ci
ha riferito il comandante Romual-
do, dove alcuni abitanti avevano
udito un enorme boato e di conse-
guenza avev ano r i ch ie s to
l’intervento della sua squadra. Al
suo arrivo, il capitano trovò quasi
intatti solo i pilastri del terzo piano
dove viveva un costruttore di bom-
be artigianali. Il pavimento
dell’abitazione era così impregnato
di polvere da sparo, che evidente-
mente il solo attrito della sua suola
mentre camminava, aveva smosso
le molecole a stella e provocato una
scintilla e quindi l’esplosione. E
che dire delle minicicciole? Sem-
brano innocue, ma anch’esse posso-
no diventare una Km2 perché scop-
piando, fanno saltare la plastica
che le ricopre in mille pezzi, spar-
gendo così frammenti ovunque.
Insomma, in un periodo di crisi
come questo che stiamo attraver-
sando, in cui i soldi sono veramen-
te cari, sarebbe meglio acquistare
cose ben più utili, piuttosto che
rischiare di perdere la vita o rovi-
narla a causa di un’accensione e un
utilizzo maldestro di queste
“bombe” in miniatura, ed è questo
quello che ci ha consigliato anche il
comandante Romualdo.
Festeggiamo, quindi, il Nuovo An-
no con tanta allegria e con il calore
della nostra famiglia riunita, che
fa più luce di qualsiasi fuoco
d’artificio...
Capodanno è ormai vicino e tutti
in iz iano a prepararsi per
quest’evento comprando fuochi
d’artificio; essi però, possono causa-
re gravissimi danni alle persone e
agli animali. Per questo, l’Istituto
“A. Gemelli” ha organizzato un inte-
ressante incontro con gli artificieri
della polizia di Taranto nella “Sala
Cattaneo”, per gli alunni della scuo-
la secondaria di primo grado.
Il comandante Romualdo, insieme
ad alcuni suoi collaboratori, ha spie-
gato la pericolosità dei fuochi piro-
tecnici, delle bombe e dei giochi stu-
pidi che molti ragazzi effettuano in
casa, spesso senza la presenza di
adulti. I vari tipi di fuochi d’artificio
di manifattura non italiana sono
estremamente pericolosi perché non
sono indicate correttamente le av-
vertenze, obbligatorie in Italia per
tutti gli esplosivi. Pericolosissima è
sicuramente la Km2, la famosa
bomba a mano che spesso nei film fa
strage di uomini in poco tempo, per-
ché quei quadretti che vediamo sul-
Consigli per i botti di fine anno
Gli artificieri nella nostra scuola! di Desirèe Guarino 2^C
Pagina 6
Rubrica Gemelli life
Quest’anno le classi della Scuola Secondaria di Pri-
mo Grado di Gandoli hanno avuto l’onore di orga-
nizzare e portare in scena la rappresentazione di
Natale presso la sala Cattaneo dell’omonima Ex
Batteria.
Guidati dalla versatile prof.ssa Di Mitri e
dall’impagabile prof. Zaccaria, noi alunni della se-
zione C abbiamo accolto con euforia ed entusiasmo
questa occasione, offertaci dalla nostra Dirigente,
prof.ssa Grazia De Punzio.
La drammatizzazione doveva ricordare gli eventi
della nascita di Gesù e, dopo aver individuato i pro-
tagonisti e organizzato le scene, il lavoro è stato
suddiviso nelle tre classi affidando alla 1^C la reci-
tazione e la drammatizzazione, mentre la 2^ e la 3^
Stare insieme: il regalo più bello
Natale al Gemelli di Chiara Di Terlizzi 1^C
Rubrica Gemelli life
Pagina 7
Le nostre tradizioni: la poesia in vernacolo
Incontro con il poeta tarantino Giovanni Vellucci di Desirèe Guarino 2^C
Nel mese di Dicembre la scuola
“Agostino Gemelli” di Leporano ha
coinvolto le classi della scuola me-
dia in un incontro con Giovanni
Vellucci, autore di numerosi libri di
poesie in vernacolo tarantino.
Il poeta racconta di essere rimasto
solo all’età di tre anni a causa della
morte della madre e di essere stato
adottato dalla zia: alcune poesie,
infatti, sono dedicate proprio a que-
ste due importanti figure.
Ognuno, afferma il poeta, ha un
proprio modo di guardare la vita e
questo modo di descrivere la pro-
pria realtà si può fare solo attra-
verso la propria lingua e il proprio
dialetto, che non deve essere mai
dimenticato, ma valorizzato nel
tempo come un bene prezioso. An-
che Giovanni Peluso, pietra miliare
della cultura tarantina, diceva che
se si perde il dialetto si perde una
parte di sé.
Se, per esempio, Dante non avesse
scritto La Divina Commedia in
toscano, non sarebbe riuscito a fare
quel capolavoro che tutti oggi am-
miriamo, perché ciascuno conosce
le proprie tradizioni e i modi di vi-
vere della propria terra, ed è solo
attraverso il proprio dialetto che
tutto questo riesce ad emergere in
maniera naturale, senza forzature.
Accanto al valore del dialetto, inol-
tre, Giovanni Vellucci aggiunge
quello delle vecchie tradizioni. Egli,
infatti, si racconta come una perso-
na che crede fortemente nei valori
e nelle cose di una volta, come
quella del presepe: - Non facevamo
l’albero di Natale, ma il presepe che
non doveva mancare mai, magari
con i personaggi di creta che aveva-
no le gambe storpie e le lucine spac-
cate sulle montagne di carta, ma
quella era una tradizione che mi
rendeva felice al solo sguardo che
gli rivolgevo. Tutti i suoi libri, in-
fatti, si basano su queste tradizioni
e ci ha raccontato che quando ha
pubblicato la sua prima opera, pen-
sava che l’avrebbe apprezzata sol-
tanto un pubblico di persone già
mature, che conoscevano la vita di
una volta. Invece, si è dovuto ricre-
dere dopo aver presentato il suo
libro in alcune scuole e aver visto
che gli alunni si interessavano alle
cose che aveva da dire, dato che
si sono occupate dell’accompagnamento musi-
cale attraverso canti e sottofondi, come ad e-
sempio: Este es el Dìa del Senor, I Re Magi,
Happy day, Feliz Navidad, I pastori alla ca-
panna, Gesù Cristo piccirillo, The Virgin Mary,
In questa notte splendida, Astro del ciel e Dico
sì.
Le scene sono state realizzate con molta cura
nei particolari, con costumi realizzati dai geni-
tori, altrettanto entusiasti quanto i propri figli
di dar vita a questa atmosfera natalizia.
Il lavoro comprendeva cinque scene. La prima
riguardava l’annunciazione dell’arcangelo Ga-
briele, la seconda, il sogno di Giuseppe in cui
l’angelo preannuncia il lieto evento; la terza
era la visita a Elisabetta; la quarta scena ricre-
ava il censimento e, infine, la scena più impor-
tante, ovvero la nascita del Salvatore, imperso-
nato da un bambino di pochi mesi, fratellino di
un nostro compagno, che a quanto pare deve
aver gradito la sua partecipazione perché è
stato tranquillo per tutto il tempo.
L’impegno richiesto a tutti noi è stato notevole,
ma ne valeva sicuramente la pena perché ci
siamo divertiti molto e siamo stati veramente
soddisfatti del risultato.
Desirèe Guarino ha 13 anni
e frequenta la 2^C. Il suo
hobby è suonare la chitar-
ra. La musica è la sua pas-
sione da quando aveva sette
anni, specialmente il can-
to. Il suo cantante preferito
è Bruno Mars: le piace così
tanto che ha un cuscino sul
letto con il suo ritratto, una
marea di sue canzoni nel suo
Ipod ed è iscritta al suo fan-
club originale. Le piacciono
le sue canzoni perché sono pop, lo stile che insieme all’hip-
hop adora di più.
Ama i gatti, la Matematica e l’Italiano.
Adora la sua città natale, Taranto, ma sa che arriverà il mo-
mento che dovrà andarsene per continuare gli studi e la
cosa l’addolora molto.
Da grande vorrebbe diventare una cantante, oppure una
giornalista o ancora una pediatra. Insomma, non ha ancora
le idee ben chiare ma tanto ce n’è del tempo per decidere!
Ha accettato di partecipare al “Giornalino dell’Istituto” pro-
prio perché le piace molto scrivere, soprattutto articoli di
cronaca, infatti si occupo della rubrica “Gemelli life”, dove
vere l’attestato di merito.
Quel giorno ero emozionatissimo
perché era la prima volta che mi
classificavo in un concorso scolasti-
co.
Dopo il saluto della Dirigente, i
premiati sono stati chiamati uno
alla volta e hanno ricevuto
l’attestato e la motivazione del pre-
mio.
Al primo posto si è classificata Ma-
ria Antonietta Camassa della 3^C
con un disegno che ritraeva un pre-
sepio, realizzato con vari materiali.
La fantasia della mia compagna si
è così sbizzarrita che ha utilizzato
delle bottiglie di plastica a forma di
cono, ricoperte di stucco, con le
quali ha costruito capanne e caset-
te; invece con la carta e la colla ha
realizzato le rocce, le barche e il
mare; con la lana ha formato delle
pecore; con i rami, i semi di mais e
Con l’avvento del Natale l’Istituto
Gemelli ha indetto un interessante
concorso rivolto alle classi quarte e
quinte della Scuola primaria e alle
tre classi della Scuola Secondaria
di I grado, per la realizzazione di
un disegno natalizio.
Nell’atmosfera di euforia, propria
del Natale, guidati dalle insegnanti
di Arte, abbiamo incominciato a
preparare il lavoro su fogli di varie
dimensioni e di diversi materiali.
I soggetti prescelti erano svariati:
angeli, Babbo Natale, decorazioni
natalizie, presepi e personaggi del-
la natività.
Anche io ho partecipato con molto
impegno a questo concorso e ho
disegnato la natività su un foglio di
plexiglass. Con mio grande stupo-
re, sono stato premiato realizzando
il quarto posto e così, il 28 gennaio,
mi sono recato a Leporano per rice-
i fiori di feltro ha ottenuto gli albe-
ri; con dei chicchi di orzo ha realiz-
zato la stella cometa; infine con il
das ha sagomato le statuette di
Maria e San Giuseppe mentre i i
Re Magi con la carta.
Al secondo posto, si è classificata
Federica Giulia Franchini, una
bambina di 4^A della Scuola Pri-
maria di Leporano, che ha disegna-
to un presepe incidendolo su una
foglia tonda di rame.
Al terzo posto, Bellomo Dalila, del-
la 3^B della Scuola Secondaria di I
grado di Leporano con una natività
colorata su vetro.
Infine sul quinto posto grava anco-
ra un mistero perché, nonostante
una ricerca spasmodica in tutto
l’Istituto, non si è arrivati a cono-
scere il nome dell’autore di un pre-
sepe realizzato in una scatola.
Rubrica Gemelli life
Coloriamo il nostro Natale
Concorso di disegno: Il mio presepe di Francesco Iannibelli 2^C
Pagina 8
alcune poesie erano anche molto
divertenti.
Ed è diventata questa ormai la sua
“missione”, incontrare i lettori e
far sentire le sue poesie col cuore e
l’anima, facendo trapelare i suoi
sentimenti.
Quando si riesce in questa
“missione”, si è davvero un poeta.
Francesco Iannibelli ha 12 anni e frequento la 2^C . È simpatico, diver-
tente, e a volte, quando non ha voglia di fare niente, da del filo da torcere
a chi gli sta intorno riuscendo a far divertire i suoi amici quando li vede
tristi.
Adora il calcio, infatti, ogni domenica è sempre in casa di amici per orga-
nizzare partite. Tifa Inter praticamente da quando è nato.
Adora molto il gelato e non c’è pioggia o freddo che gli impedisca di deli-
ziarsi con un bel cono. Da grande vuole fare il dottore, precisamente il
ginecologo o il chirurgo plastico.
Il suo ruolo al giornalino, è quello di scrivere articoli di vario genere, ma
anche impaginarli e gestire la parte tecnica della Giornalino sul sito della
scuola.
Nell’ambito del progetto regionale
Ciclo@ttivi a scuola l’Istituto com-
prensivo “A.Gemelli” di Leporano
ha voluto organizzare due percorsi
formativi i cui protagonisti sono
stati gli alunni della nostra scuola.
Il primo è stato chiamato
”Pedibus”, conclusosi con la mani-
festazione-corteo di sabato 26 no-
vembre 2011; il secondo “Bicibus”
che ha già avuto la sua fase di svi-
luppo, ma che vedrà la sua conclu-
sione in primavera.
Ma andiamo con ordine. Alcuni
alunni delle quarte classi della
scuola primaria di Leporano, gui-
dati dall’insegnante Maggi, si sono
incontrati nei locali della nostra
scuola per affrontare le problemati-
che riguardanti l’inquinamento
ambientale, la tutela della salute,
il comportamento in strada da par-
te dei pedoni… insomma argomen-
ti abbastanza importanti e di at-
tualità. Gli incontri sono stati dav-
vero interessanti, dal momento che
i protagonisti sono stati propri i
ragazzi, investiti in prima persona
di una nuova responsabilità. Dalle
prime conversazioni è infatti scatu-
rita la necessità e l’importanza di
recarsi a piedi a scuola, ma di farlo
in modo divertente.
Ecco nascere il PEDIBUS:
l’autobus che cammina a piedi.
Il suo percorso prevede un capoli-
nea e delle fermate intermedie,
opportunamente indicate da cartel-
li costruiti dagli stessi bambini.
Individuate le
fermate con una
bella passeggia-
ta nel paese,
ecco scoprire
luoghi particola-
ri della nostra
Leporano, piaz-
za del Plato,
largo Vittorio
Veneto, la Chiesa Madre e la tanto
amata Villetta Comunale, sicura-
mente il luogo più frequentato da
noi ragazzi.
Poi tutti all’opera! Disegnato il logo
del nostro PEDIBUS e i luoghi del-
le fermate, ecco approntati i cartel-
li. E poi ci si è divertiti a inventare
acrostici e mesostici con la parola
PEDIBUS, davvero una sorta di
gara a chi ne scriveva di più origi-
nali!!!! Così come è stato interes-
sante conoscere la “Carta europea
dei diritti del pedone”, carta appro-
vata dal Parlamento Europeo già il
12 ottobre 1988, la quale dice, ap-
punto, che esiste il diritto del pedo-
ne: quello per esempio di vivere in
un ambiente sano e di godere libe-
ramente dello spazio pubblico se-
condo le necessarie condizioni di
sicurezza per la pro-
pria salute sia fisica
che psicologica.
Quindi, finalmente è
arrivato il 26 novem-
bre. Tutti gli alunni
della scuola primaria
e secondaria di Lepora-
no si sono fatti trovare
alla fermata più vicina
alla loro casa, dove ad attenderli
c’erano un docente, un genitore ed
un volontario della protezione civi-
le.
Ciascun gruppo è poi convogliato
presso l’ultima fermata, la Villetta,
per percorrere tutti insieme
l’ultimo tratto verso la nostra scuo-
la. Davvero entusiasmante il colpo
d’occhio di questo corteo infram-
mezzato dai cartelli delle quattro
fermate!!!
C’erano anche i quattro cartelli dei
ragazzi della scuola media di Lepo-
rano che, in parallelo, insieme ai
compagni del plesso di Gandoli,
guidati dalle professoresse Blandi-
no e Dellisanti, hanno effettuato
un percorso simile, ma puntando
a d a n d a r e a s c u o l a
in…BICIBUS…. ma di questo, ne
parleremo in seguito.
Per essere Ciclo@ttivi a scuola
Tutti a... "Pedibus" dell'Insegnante Pia Maggi e impaginato da Francesco Iannibelli 2^C
Pagina 9
Rubrica Gemelli life
Che agitazione la mattina del 16 Aprile! Avevamo
atteso con ansia che arrivasse il fatidico giorno e
finalmente eravamo pronti per partire con la nostra
scuola alla volta dell’Emilia-Romagna e più precisa-
mente di Gatteo a mare. E così è stato! Alle 6.00 di
mattina, ancora mezzi addormentati, tutti riuniti
nei luoghi convenuti, siamo saliti sul nostro auto-
bus e abbiamo salutato i nostri genitori rassicuran-
doli che ci saremmo sentiti presto per cellulare: dire-
zione nord, autostrada A14, verso Ravenna.
Dopo un primo mo-
m e n t o d e d i c a t o
all’organizzazione dei
posti, all’accensione
di Ipod, invio di mes-
saggini ai compagni
lasciati a casa, che
dormivano beati nei
loro letti, il percorso
fino alla nostra prima
tappa è stato tran-
quillo e in men che
non si dica, dopo una
breve sosta per il no-
stro meritato pranzo
a sacco, siamo arriva-
ti a S.Leo attraverso
una strada tagliata
nella roccia. Nono-
stante il maltempo
che ci ha costretto ad
una rapida occhiata, abbiamo potuto osservare la
fortezza di San Leo, situata a una trentina di km.
da Rimini, su un enorme masso roccioso invalicabile,
protagonista di numerosi avvenimenti e battaglie
storiche, contesa nei secoli tra lo Stato della Chiesa
e la famiglia Montefeltro che nel XV secolo lo rima-
neggiò per renderlo più militarmente competitivo.
La giornata si è conclusa con l’arrivo all’albergo di
Gatteo a mare, e con la consueta sistemazione nelle
camere, forse, anzi sicuramente, il momento più di-
vertente di tutta la gita: condividere le stanze con i
nostri compagni di scuola!
Il giorno successivo, dopo un abbondante colazione ci
siamo recati a Ferrara, dove abbiamo potuto visitare
la Biblioteca Comunale Ariostea, nota soprattut-
to perché all'interno vi è situata la tomba di Ludovi-
co Ariosto, ma abbiamo visto anche il Palazzo dei
Diamanti, uno dei monumenti rinascimentali più
celebri di Ferrara, se non proprio del mondo, così
denominato grazie alla particolarissima forma, si-
mile al taglio di un diamante, degli oltre 8.500
blocchi di marmo che compongono le sue mura. Il
Comune lo ha fatto diventare un museo che ospita
al suo interno importanti esposizioni temporanee e
collezioni di inestimabile valore storico e artistico.
Nel pomeriggio, invece, ci siamo diretti verso Cese-
na per visitare la Biblioteca Malatestiana, di
particolare importanza storica perché è stata la
prima biblioteca
civica d'Italia e
d'Europa, oltre ad
essere l'unico e-
sempio di bibliote-
ca monastica u-
manistica giunta
fino a noi perfet-
tamente conser-
vata nell'edificio,
negli arredi e nel-
la dotazione libra-
ria. Per questo
l'Unesco l’ha inse-
rita nel Registro
della Memoria del
Mondo e persino
le Poste Italiane,
il 19 settembre
2008 hanno emes-
so un francobollo
dedicato alla biblioteca. Ci è stato detto che qui vi
sono conservati quasi 250 000 volumi, tra cui ma-
noscritti, lettere e incunaboli di grande valore risa-
lenti all’epoca compresa tra il XVI e il XIX secolo.
Ci siamo dedicati anche ad un giro culturale nel
centro di Cesena. Il Duomo di San Giovanni,
Fontana Masini, Piazza del popolo, il Palazzo
comunale, si sono concessi ai nostri occhi curiosi
che hanno potuto memorizzare ogni istante e ogni
fotogramma di quel pomeriggio romagnolo.
Ma la visita che ci ha entusiasmato di più è stata
sicuramente quella prevista il giorno seguente:
l’Italia in miniatura di Rimini. E’ stato spettaco-
lare ritrovare tutte le città italiane (ma anche alcu-
ne europee) con i loro monumenti riprodotti fedel-
mente in scala! Ovviamente non poteva mancare la
nostra Taranto, con tanto di Ponte girevole sul
quale una macchinina viene bloccata da un’auto
Rubrica Gemelli life
Viaggiare che passione
Una fantastica gita in Emilia Romagna di Chiara Di Terlizzi e Roberta Palantone 1^C
Pagina 10
Pagina 11
Rubrica Gemelli life
della polizia
poiché si era
a v v e n t u r a t a
sul ponte con-
t r a v v e n e n d o
allo STOP del
PONTE IN
MOVIMENTO!
Troppo ridicolo
sentire i due
occupanti della
m a c c h i n i n a
parlare in un
dialetto molto
vicino al napo-
letano (che for-
se sia l’unico
dialetto del
S u d ? ! ? ) ,
mentre si rendono conto che il ponte si sta muoven-
do con loro sopra…
La nostra euforia si è poi espressa al massimo
quando abbiamo avuto la possibilità di giocare in
un parco in compagnia delle professoresse. È stato
magnifico avventurarci nei tronchi sulla montagna
russa acquatica e gridare ad ogni discesa per via
degli spruzzi d’acqua che inesorabilmente colpiva-
no il primo e l’ultimo occupante del tronchetto. Non
contenti, abbiamo provato l’ebbrezza di salire su
delle piccole mongolfiere che, una volta sollevate da
terra, compivano dei giri ad alta velocità che per
poco non ci scombussolavano lo stomaco!! E non
poteva mancare la classica battaglia tra le feritoie
del castello con i cannoni ad acqua. Uno contro
l’altro, ci siamo inzuppati completamente
nell’allegria e il divertimento più totale, sotto lo
sguardo attento e divertito dello nostre prof. e della
Preside.
Rientrati in albergo per poterci cambiare, dopo un
pranzo ristoratore, abbiamo visitato nel pomeriggio
la basilica di Sant’Apollinare in Classe, dedi-
cata al primo arcivescovo di Ravenna, dove abbia-
mo potuto ammirare sui pavimenti, sulle pareti e
sul soffitto dei stupendi e caratteristici mosaici bi-
zantini, il più importante dei quali è quello posto
nell’arco sopra l’altare, raffigurante Gesù contorna-
to da molte figure e scene simboliche che grazie alla
spiegazione della nostra guida abbiamo potuto capi-
re che rimandavano agli Apostoli e ad altre figure
bibliche.
Giunti a Ravenna, invece, non potevamo non soffer-
marci alla tomba di Dante Alighieri, il sommo
poeta e padre della letteratura italiana, morto nel
settembre del 1321 per la malaria contratta sulla
strada del ritorno a Ravenna da un’ambasceria. Ci
ha incuriosito come, nel primo decennio del 1500, i
fiorentini abbiano tentato di riportare in Toscana le
spoglie del Poeta, non riuscendoci perché dei frati
francescani avevano trafugato le ossa riponendole
nel convento che si trovava lì vicino, ossa che poi
sono state rimesse al loro posto nel 1865 quando
furono casualmente ritrovate durante un restauro.
E ancora di più ci ha emozionato il filo culturale ed
emozionale che lega Ravenna a Firenze, attraverso
la lampada settecentesca che arde nella tomba di
Dante grazie all’olio toscano che una delegazione
ogni anno porta per mantenere viva la speranza che
un giorno le spoglie del Poeta possano ritornare in
Firenze.
L’ultima tappa del nostro magnifico viaggio è stato
il Museo della marineria a Cesenatico dove ab-
biamo potuto ammirare molte barche antichissime.
Il museo comprendeva, una esposizione al coperto,
in cui erano alloggiate vecchie navi a riposo per via
di danni allo scafo, e una all’esterno navi più recenti
e perfettamente integre erano ormeggiate al molo.
Il ritorno a casa è stato sicuramente malinconico ed
è stata dura dover lasciare i nostri compagni. Tutta-
via i nostri genitori ci attendevano con ansia e an-
che noi non vedevamo l’ora di raccontare loro tutte
le nostre esperienze.
Per definire questa gita bastano pochi aggettivi :
STUPENDA, CULTURALE E MEMORABILE!!! Un
“Grazie” di cuore a chi ha dato la possibilità anche a
noi ragazzi di prima media, di poter trascorrere
questi quattro magnifici giorni.
Per l'Agostino Gemelli le competi-
zioni sportive sono considerate, da
sempre, un evento importante.
Noi alunni “mettiamo in gioco” le
nostre capacità, sfruttandole al
massimo per ottenere i migliori
risultati possibili al livello provin-
ciale. Anche quest'anno scolastico è
stato pervaso da un forte spirito
agonistico.
Il vero carburante di noi ragazzi,
quello che ci ha fatto andare avanti
nelle varie competizioni, è stato
l'amore per lo sport, per raggiunge-
re i risultati ottenuti, non è bastato
l'entusiasmo, ma la nostra prof.
Delli Santi, ci ha selezionati, per le
varie specialità, in base alle nostre
capacità e tutti hanno dimostrato il
proprio impegno che si è mantenu-
to sempre costante.
Durante queste gare le emozioni si
sono fatte sentire sempre di più e
abbiamo raggiunto risultati ap-
prezzabili per quanto riguarda
l’atletica leggera conquistando al-
cuni primi posti e buoni piazza-
menti. Si sono, infatti, particolar-
mente distinti: Diliberto Simona
della 1^C, che si è classificata al 1°
posto nella corsa campestre; Ga-
gliano Giulia della 3^A, 1° posto
nel lancio del Vortex, o ancora in
altre discipline, Mazza Daniele
della 3^C, Sportelli Stefania della
3^B e Maraglino Debora della 3^A.
Ma lo sport al Gemelli è anche il
progetto “Pallavolando” e la nostra
professoressa ha organizzato, come
ogni anno, un torneo interscolasti-
co diviso in due categorie - una per
le prime classi della scuola media e
un'altra per le seconde e le terze -
che si sta concludendo proprio in
questi giorni. Forza ragazzi!
ne: Caprarica di Lecce. Qui c’era
un parco tematico, l’”Archeodromo
Kalos" , in cui erano stati riprodotti
alcuni villaggi di varie epoche: dal-
la preistoria fino ai primi secoli del
medioevo. Abbiamo potuto osserva-
re la struttura e la vita degli uomi-
ni primitivi, così come quella dei
Messapi e dei Romani. La nostra
guida ci ha mostrato una particola-
re catapulta, situata nella parte
bassa e ripida di un villaggio, che
serviva per issare degli oggetti
Lunedì 14 Maggio è stato un giorno
emozionante e bellissimo perché in
compagnia dei miei amici, siamo
andati in gita a Lecce. Alle 8:00
eravamo tutti sull’autobus, euforici
e pieni di gioia, diretti verso la se-
de di Leporano perché dovevamo
passare a prendere gli altri compa-
gni. Con noi vi erano anche la Pre-
side, la prof. Delli Santi, la prof
Tanese, la prof Tomai e la prof
Miolla.
Sitemati tutti nel pullman, inco-
minciammo a ridere e a
parlare e c’era un chiasso
tremendo, (non so come
l’autista riuscisse a guida-
re). Ogni tanto le nostre
insegnanti ci riprendeva-
no perché esageravamo
con le nostre grida, ma
dopo qualche minuto tutto
ritornava come prima.
Dopo un paio d’ore, final-
mente siamo arrivati alla
nostra prima destinazio-
pesanti, ma abbiamo anche potuto
constatare come si costruivano le
strade romane o ancora come erano
attrezzate le botteghe artigiane
medievali, in cui si lavorava la la-
na o si custodiva il vino. Dopo aver
concluso il nostro percorso, siamo
saliti nuovamente sul pullman per
recarci a Lecce dove ci “attendeva”
il nostro pranzo. Era ora!
Ma la nostra giornata non era an-
cora finita. Nel pomeriggio abbia-
mo visitato il centro storico di Lec-
ce. Per prima cosa ci siamo recati
in piazza Sant’Oronzo, dove c'era
l'Università e la statua del patro-
no, posta su di una colonna alta 29
metri e realizzata dai resti di una
delle due colonne romane della via
Appia. Proseguendo il nostro itine-
rario, abbiamo osservato dall'alto
l’anfiteatro romano, o almeno ciò
che è stato portato alla luce, in
quanto gran parte dei resti sono
ancora sotto il manto stradale.
Mentre ci incamminavamo verso la
Rubrica Gemelli life
Mettiamoci in... gioco
Agostino Gemelli e “LO SPORT” di Marco Catapano e Claudia Scarcella 3^B
Pronti? Si parte!
Visita alla Lecce barocca
di Marco Maggio 1^C
Pagina 12
piazza del Duomo, ci siamo soffer-
mati sotto la statua di Vittorio E-
manuele II, restaurata giusto
l’anno scorso in occasione dei 150
anni dell’Unità d’Italia. E final-
mente siamo arrivati al duomo, che
si ergeva in tutto il suo splendore
nella omonima piazza dedicata a
Santa Maria Assunta. La nostra
guida ci ha fatto subito osservare
la porta in bronzo situata sulla
fiancata della cattedrale, che raffi-
gurava varie scene religiose ai cui
lati vi erano due sfere di plexiglass
raffiguranti la luna e il sole.
Quest’ultime, viste dall’interno, si
illuminavano con la luce solare cre-
ando un effetto bellissimo nella
navata centrale. Sotto di esse vi
erano la prima e l'ultima lettera
dell'alfabeto greco, alfa e omega,
che servivano a ricordare che Dio è
all'inizio e alla fine di tutto.
La nostra tappa successiva è stata
in una bottega di cartapesta, ma
nel tragitto la guida ha approfitta-
to a mostrarci una fantastica e im-
mensa magnolia alta 15 metri cir-
ca. Nella bottega ci hanno spiegato
come vengono realizzati i modellini
dei personaggi di cartapesta che
erano esposti in vendita su degli
scaffali: si riveste con della paglia
uno scheletro fatto col filo di metal-
lo per poi aggiungere la cartapesta
e alle estremità mani e piedi, e in-
fine decorarle.
Purtroppo appena siamo usciti dal
piccolo negozio, è iniziato a piovere
e per questo ci siamo affrettati ver-
so la chiesa di Santa Croce, dove
abbiamo trovato riparo, in attesa
che spiovesse. Dopo più o meno 10
minuti, abbiamo attraversato di
nuovo tutto il centro storico di Lec-
ce, fino ad arrivare al nostro pul-
lman.
La nostra gita era finita.. Il viaggio
di ritorno fu bruttissimo per me,
avevo mal di testa, ma se ripenso
all’intera giornata, mi sono diverti-
to tantissimo e ricorderò sempre
quei momenti fantastici trascorsi
con i miei compagni.
Rubrica Gemelli life
d’Italia; il Sud, invece, doveva esse-
re liberato dai Borboni ed era anal-
fabeta e più povero. Ci hanno sem-
pre dipinto Garibaldi come l’eroe
dei due mondi e descritto la par-
tenza dei Mille come una spedizio-
ne necessaria per redimere e libe-
rare il Sud.
Ma il 3 Maggio 2012, presso la Sala
Cattaneo dell’omonima batteria di
Gandoli, il regista ligure Antonio
Minelli e il cantante tarantino
Mimmo Cavallo ci hanno voluto
mostrare un’altra versione dei fat-
ti, basata su documenti storici. Il
loro lavoro teatrale, intitolato
“Come diventammo italiani,” è
un’opera musicale che riprende i
temi e gli spunti contenuti nel libro
“Terroni” dello scrittore Pino Apri-
le, che abbiamo avuto l’onore di
ospitare lo scorso anno in una con-
ferenza nel nostro Istituto.
I due artisti, come tanti altri, si
sono interrogati sul perché il Sud
si sia trasformato in una “palla al
piede” profondamente incapace di
crescere economicamente e social-
mente, mentre sin dall’epoca della
Magna Grecia, ha partecipato alla
crescita delle civiltà di Oriente e
Occidente.
Che improvvisamente il Sud da
150 anni a questa parte abbia subi-
to una radicale trasformazione?
Era allora necessario passare da
una monarchia Borbone a una mo-
narchia Savoia? E a chi ha giovato?
E l'unità d'Italia è stata veramente
un'esigenza patriottica, una volon-
tà del popolo italico o piuttosto l'af-
fermazione di un piccolo Stato che
senza questa spinta 'di patria' pro-
babilmente oggi non esisterebbe
più?
Tutte le risposte a queste domande
vengono date nell’opera presentata
il 3 maggio. Attraverso una serie di
documenti il duo Minelli-Cavallo
danno voce ai grandi fondatori del-
la Patria: lettere, scritti privati,
dichiarazioni parlamentari di per-
sonaggi quali Bixio, Nievo, Cavour,
Garibaldi, Abba, Saffi e altri prota-
gonisti, vengono presentate in un
linguaggio accattivante e con im-
Come diventammo italiani? E’ que-
sta una delle tante domande che
spesso i nostri insegnanti ci formu-
l a n o q u a n d o a f f r o n t i a m o
l’argomento del Risorgimento in
Storia. I libri ci hanno sempre pre-
sentato il Nord come la parte più
progredita e industrializzata del
nostro Paese prima dell’Unità
Una lezione di Storia diversa dal solito
Come diventammo italiani?
di Fabiola Miccoli, Claudia D’Amato Rizzi e Desirèe Guarino 2^C
Pagina 13
magini o video storici per far na-
scere il dubbio, se non proprio la
convinzione, che 150 anni fa ci fu
una pubblicità negativa nei con-
fronti di noi meridionali
tanto che ancora oggi
ne paghiamo le conse-
guenze.
Ecco perché ad inizio
rappresentazione il
Nord-Antonio Minelli
chiedeva al Sud-
Mimmo Cavallo:
-Vedi che gambe pos-
senti ho io? Hai visto
come corro veloce? E
tu?
- Io non posso correre
perché non ho le gam-
be!
- Come è successo?
- Forse perché me le hai tagliate
tu?!?
Sono stati tanti gli intellettuali, i
politici o gli scrittori che hanno
sminuito se non proprio etichettato
il meridionale come essere crimina-
le. Uno fra tanti che ci è rimasto
particolarmente impresso, è stato il
Lombroso, il quale affermava che
avere una fossetta all’altezza della
nuca o avere una strana conforma-
zione del cervello fosse sintomo di
criminalità e di basso quoziente
intellettivo, ed ovviamente il meri-
dionale era il prototipo perfetto di
tali negatività.
Ci hanno anche raccontato di Gari-
baldi, uno dei maggiori protagoni-
sti della storia italiana. Partito da
Quarto era arrivato a Marsala, con
poco più di mille uomini che aveva-
no tutti gli interessi a mettere le
mani sulle terre e sulla ricchezza
del Sud, dato che il Nord era forte-
mente indebitato come scrisse un
deputato cavouriano poco prima
dell’Unità d’Italia: “O la guerra o la
bancarotta”. E la guerra fu, e
l’Unità pure. Scampata bancarotta.
Insomma una lezione di Storia di-
versa dalle altre, quella del 3 mag-
gio, trascorsa piacevolmente tra
riflessioni e canti, accompagnati
anche dalle voci di alcune ragazze
d e l l ’ I s t i t u t o A l b e r g h i e r o
“Mediterraneo”.
Sarebbe interessante portare que-
sto spettacolo nelle scuole del
Nord, per vedere che effetto fa. Ma
forse i due artisti ci stanno già pen-
sando..
Claudia D’Amato Rizzi ha 12 anni e frequenta la 2°C .
Ha accolto con entusiasmo la possibilità di partecipare al progetto “Giornalino
dell’Istituto”. Penava di dover scrivere solo ciò che accadeva a scuola, invece,
con sua grande sorpresa, si è ritrovata a parlare di attualità o di musica, che è
proprio ciò che voleva fare. A scuola è un incubo soprattutto per la prof di Ita-
liano perché è la prima a fare domande e l’ultima ad avere la parola per dire la
sua su di un argomento.
Ama la musica di tutti i generi e di tutti i tempi anche se preferisce la musica
moderna, soprattutto i Coldplay, Jovanotti e Samuele Bersani.
Adora imparare, ma solo ciò che le interessa, infatti, in matematica non va molto bene... È una ragazza polemi-
ca, ma crede che a volte sia giusto battersi per qualcosa che ci spetta di diritto.
Da grande vorrebbe fare la giornalista, magari anche in tv a leggere le notizie, o l’opinionista.
Ama mangiare e per fortuna sua madre cucina molto bene, e benedice sempre il giorno in cui è nata in Italia.
Adora la comicità italiana, i film comici in generale e i film polizieschi.
Nel giornalino si occuperà, tra l’altro della rubrica “Radio Gemelli”, un contenitore in cui proporrà le canzoni, a
suo parere, più belle, presentando anche brani che abbiano attinenza con l’attualità.
Pagina 14
Rubrica Gemelli life
“Garantire legalità e giustizia
per un paese libero e democrati-
coӏ il motto della Fondazione
Caponnetto che l’Istituto
“A.Gemelli” ha avuto l’onore di
ospitare il 12 maggio nella ma-
gnifica location del Castello Mu-
scettola di Leporano, in occasione
della festa dell’Europa.
Il Presidente della Fondazione,
Salvatore Calleri, e il responsabi-
le della sezione Campania, Anto-
nio Di Lauro, sono intervenuti
nella conferenza dal titolo
“Legalità ed Europa” che ha visto
la partecipazione degli alunni di
alcune scuole che si sono occupa-
te del progetto P.O.N. Le(g)ali al
Sud, e che hanno avuto la possibi-
lità di presentare i loro lavori.
La prima parte della tavola roton-
da è stata dedicata alle scuole in
rete, come l’Istituto Comprensivo
“Toniolo” di Fragagnano,
l’Istituto Superiore
“Mediterraneo”, l’Istituto Com-
prensivo di Gatteo, che è interve-
nuto grazie ad una videoconferen-
za, e il nostro Istituto “Gemelli”.
Sono stati diverse e molto signifi-
cative le presentazioni prodotte
dagli alunni. Abbiamo potuto ap-
prezzare l’esperienza dei ragazzi
del “Toniolo”, incentrata
sull’educazione e sul rispetto
dell’ambiente; così come il video
realizzato da un’alunna
dell’Istituto “Mediterraneo” ri-
guardante la legalità e la lotta alla
mafia; o ancora la presentazione
multimediale del percorso di 100
ore, fatto dagli alunni del nostro
Istituto che hanno avuto la possi-
bilità di incontrare e porre do-
mande a “uomini di legalità” co-
me Don Ciotti, il Magistrato
Maurizio Carbone, il Comandante
provinciale dei Carabinieri di Ta-
ranto Giovanni De Blasio, o lo
stesso Salvatore Calleri, ma an-
che toccare con mano realtà di
lotta alla criminalità, come la vi-
sita ad un bene confiscato o al
Comando Provinciale dei Carabi-
nieri di Taranto.
Partendo da una semplice doman-
da – “Cos’è per voi la mafia?” –
Salvatore Calleri è sceso in mez-
zo agli alunni presenti, instauran-
do da subito un contatto imme-
diato con tutti noi.
Ognuno ha partecipato con entu-
siasmo, ma soprattutto con la
convinzione di sapere molte cose
su questo argomento e invece non
era così. Il dott. Calleri e il suo
collega ci hanno mostrato una
parte quasi nascosta della mafia,
anche attraverso i racconti delle
loro esperienze di vita e hanno
intrattenuto gli alunni incantati
che a loro volta hanno fatto molte
domande sull’argomento.
Parlare di mafia è importante, ed
è importante farlo ovunque, an-
che e soprattutto nelle scuole,
perché solo analizzando questi
comportamenti si possono fare
delle riflessioni e capire come
gestire determinati problemi. Ma-
fia non è solo criminalità, ma è
anche un atteggiamento omertoso
di quelle persone che non dicono
la verità su di un fatto, come tal-
volta può accadere anche a scuo-
la. Mafia è anche destabilizzazio-
ne. “Camorra significa confusio-
ne” ha affermato il dott. Antonio
Di Lauro e la confusione sfocia
nel non rispetto delle regole ed è
solo discutendo con i giovani,
con i genitori e con gli insegnanti
che si potrà fare quella rivoluzio-
ne morale necessaria per fronteg-
giare l’illegalità. “E’ una cosa
difficile – ha concluso Salvatore
Calleri – ma è una cosa che va
fatta perché le cose giuste devono
essere fatte” soprattutto ”facendo
delle scelte oculate quando si è
piccoli, quando si è a scuola, non
lasciandosi fuorviare dalle scor-
ciatoie piuttosto che seguire la
strada più lunga, perché la scor-
ciatoia non paga, così come non
paga il crimine” – ha aggiunto
Antonio Di Lauro.
Insomma, diffidiamo delle perso-
ne che si dimostrano troppo gen-
tili ma che si impadroniscono del-
la nostra vita e perseguiamo sem-
pre la legalità. Solo così potremo
costruire un futuro più libero e
più giusto.
Rubrica Gemelli life
Tavola rotonda con la Fondazione “Caponnetto”
12 maggio: “Legalità ed Europa”
di Fabiola Miccoli, Claudia D’Amato Rizzi e Desirèe Guarino 2^C
Pagina 15
In occasione delle manifestazioni
per la commemorazione dei due
grandi magistrati, Falcone e Bor-
sellino, il nostro Istituto ha avuto
l’opportunità di partecipare alla
diretta di Studio 100 live, un pro-
gramma di attualità condotto da
Nicla Pastore, per discutere di
legalità.
Il caso ha voluto che giusto quella
mattina la nostra Scuola era stata
derubata dei computer presenti
nel laboratorio multimediale del
plesso di Gandoli. Una giornata
per la legalità iniziata all’insegna
dell’illegalità!
In studio erano anche presenti
alcuni alunni dell’Istituto Tecnico
Industriale “Righi”, accompagna-
ti dalla vicepreside e da una do-
cente di Diritto.
Arrivati agli studi assieme alla
nostra Dirigente e alla prof.ssa
Tanese, eravamo molto emozio-
nati perché non capita tutti i gior-
ni di partecipare ad una diretta
televisiva! Per non parlare poi
dell’ospite della puntata a cui a-
vremmo potuto rivolgere alcune
domande: il procuratore della re-
pubblica Francesco Sebastio.
Dopo averci spiegato il meccani-
smo delle telecamere e dopo aver
“microfonato” gli intervenuti, la
conduttrice ha iniziato col ricor-
dare la strage di Capaci e di Via
D’Amelio che 20 anni fa, spense-
ro la vita di due collaboratori del-
la giustizia: Falcone e Borsellino.
Successivamente ha dato la paro-
la al procuratore Sebastio, che ha
riportato i suoi ricordi di quei
giorni, e alle docenti e alle Diri-
genti per ascoltare come la scuola
interviene dal punto di vista edu-
cativo in materia di legalità.
Ma la parte più entusiasmante per
noi è stata quella conclusiva,
quando abbiamo rivolto le nostre
domande al Procuratore, il quale
ci ha lodato per la nostra prepara-
zione e bravura.
23 maggio: ventennale della morte di Falcone e Borsellino
In diretta su Studio 100 live il Gemelli incontra il Procuratore Sebastio10 di Desirèe Guarino 2^C
Pagina 16
Rubrica Gemelli life
Serena Barbi ha 12 anni e frequento la 2^C .
Le piace molto ascoltare la musica, stare con gli amici e ha una grande pas-
sione per la pallavolo. Ama molto leggere fumetti giapponesi che poi si di-
verte a riprodurre, disegnando i protagonisti, tanto che il suo sogno più
grande è quello di fare un viaggio in Giappone. Per questo quando ha del
tempo libero, studia la lingua, ma anche la cultura giapponese.
È una ragazza tranquilla e riservata, dai mille segreti, ma anche una ra-
gazza che si sa difendere.
Ama gli animali, infatti in casa ha 6 criceti di cui si prendo cura personal-
mente.
Ha deciso di entrare a far parte del progetto di giornalismo perché lo ha
trovato interessante e perché mi piace scrivere. Si occupa della rubrica
“Personaggio del giorno”, uno spazio dedicato ad una personalità importan-
te nata in un determinato giorno.
Il 7 Marzo ricorre il 227° anniver-
sario della nascita di Alessandro
Manzoni. Ma chi era costui?
Dalle nostre conoscenze e
dalle letture fatte iin clas-
se, sappiamo che Alessan-
dro Manzoni era un poeta,
drammaturgo e scrittore
italiano,nato a Milano nel
1785. Nacque da Giulia
Beccaria sposata con Pietro
Manzoni, anche se si pensa
che il vero padre di Ales-
sandro fosse Giovanni Ver-
ri.
Numerose sono le sue ope-
re: “Gli Inni Sacri”, dedica-
te alle più importanti feste cristia-
ne, le “Tragedie” e le “Odi” in cui
riflette su importanti avvenimenti
storici del Seicento.
Il suo lavoro più famoso, tuttavia, è
sicuramente “ I promessi sposi”.
Il romanzo è ambientato nel Sei-
cento in Lombardia, più precisa-
mente in una zona che comprende
il ramo lecchese del Lago di Como,
l'Adda, Monza e Milano. Questa
scelta non è casuale
dato che Manzoni
scrive di luoghi a lui
familiari.
I personaggi di que-
sto romanzo fanno
ormai parte della
nostra memoria let-
teraria, collettiva e I
promessi sposi è
l’opera più letta e
studiata, accanto
alla Divina Comme-
dia di Dante.
Ricordiamo Don Abbondio, un uo-
mo pavido, egoista, pauroso e co-
dardo che si ispira alla regola di
"scansare tutti i contrasti e cedere
quelli che non può scansare"; Don-
na Perpetua, la domestica di Don
Abbondio; Renzo, uomo dall’animo
buono, dai valori morali semplici e
onesti, ma anche ingenuo e impul-
sivo e per questo capace di cacciar-
si nei guai; Lucia, fidanzata di
Renzo, donna umile ma di nobili
sentimenti, apparentemente passi-
va che si oppone al suo destino con
la fede, la preghiera e il lavoro;
Agnese, madre di Lucia, decisa e
sbrigativa che vuole far trionfare la
g i u s t i z i a ; D o n R o d r i g o ,
l’antagonista, incapricciato di Luci-
a e sicuro che la sua posizione so-
ciale gli garantiscano l'impunità; la
Monaca di Monza, che accoglie Lu-
cia nella sua fuga dal paese natio
per sfuggire a Don Rodrigo;
l’Innominato, un malvagio e poten-
te uomo che aiuta Don Rodrigo ad
attuare il piano di rapire Lucia; il
Cardinale Federigo Borromeo,
l’arcivescovo di Milano, dotato di
eccezionali risorse di volontà e in-
telligenza.
Manzoni morì a Milano nel 22
Maggio 1873.
comportato la costruzione e
l’impiego della bomba atomica du-
rante la seconda guerra mondiale.
La sua famiglia era ebraica e du-
rante la sua adolescenza si inna-
morò della sua compagna di studi,
MilevaMarić che sposò in Munici-
pio e dalla quale ebbe due figli:
Hans Albert e Eduard.
Einstein non aveva un buon rap-
porto con la scuola e con i metodi di
insegnamento rigidi. Preferiva di
più suonare il violino a casa e stu-
diare l’algebra con suo zio Jakob,
che lo metteva spesso alla prova
con problemi matematici che risol-
veva brillantemente.
Quando tentò di superare l’esame
per l’ammissione al Politecnico di
Zurigo, fu respinto per insufficien-
Il 14 Marzo è una data molto im-
portante: è il giorno in cui nacque
ad Ulma nel 1879, Albert Einstein,
fisico e filosofo tedesco.
Chi non ha mai sentito, almeno
una volta nella vita, pronunciare il
suo nome? E=mc2, è l’equazione
della relatività, dove E rappresen-
ta l'energia, m la massa e c la velo-
cità della luce nel vuoto, grazie alla
quale si è potuta utilizzare
l’energia nucleare anche se ciò a
ze nelle materie letterarie, ma in
seguito decise di riprovare e così
finì gli studi nel 1900.
Il suo ingresso nel mondo della
scienza avvenne abbastanza tardi,
forse anche a causa della sua di-
slessia o semplicemente della sua
timidezza, ma grazie al suo genio
dimostrò la validità della “Teoria
dei quanti” di Max Planck.
Ricevette il Premio Nobel per la
scoperta della legge dell'effetto fo-
toelettrico.
Il 17 aprile 1955 fu colpito da una
improvvisa emorragia causata dal-
la rottura di un aneurisma dell'a-
orta addominale. Fu ricoverato
all'ospedale di Princeton, dove mo-
rì nelle prime ore del mattino del
giorno dopo.
7 Marzo 1785: nasce Alessandro Manzoni di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C
14 Marzo 1879: nasce Albert Einstein di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C
Pagina 17
Rubrica Personaggio del giorno
«Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta»
Il 21 Marzo ricordiamo una grande
poetessa, aforista e scrittrice italia-
na: Alda Merini nata a Milano nel
1931.
Questi versi descrivono esattamen-
te la vita della poetessa, avendo lei
conosciuto l’internamento in ospe-
dale psichiatrico, all’inizio degli
anni Settanta. Un’esperienza che
la portò a scrivere anche alcuni
testi ispirati al manicomio e poi
raccolti ne “La Terra Santa”, del
1984.
Cresciuta in una famiglia poco ab-
biente, composta dal padre Nemo
Merini, la madre, Emilia Painelli,
la sorella Anna e il fratello Ezio,
sin da piccola scrive alcune note
autobiografiche, ma tuttavia vive
molto isolata e poco compresa dai
genitori.
Finendo le elementari con alti voti,
decide di studiare all’Istituto Lau-
ra Solera Mantegazza e cerca di
passare l’esame per l’ammissione
al Liceo Manzoni ma viene respin-
ta perché non sufficiente nella pro-
va d'Italiano...
Fin dai primi anni del suo lavoro
poetico, conosce e frequenta mae-
stri come Quasimodo e Montale che
la sostengono e promuovono la
pubblicazione delle sue opere.
Si sposa con Ettore Carniti e dà
alla luce Emanuela, la sua prima
figlia, cui seguiranno Flavia, Bar-
bara e Simona. Una sera, al rientro
a casa del marito, lei gli scaglia
addosso una sedia perché era anda-
to in giro con degli amici e aveva
speso tutti i soldi in suo possesso.
Ciò le costerà l’internamento in
manicomio a Milano.
Rimasta vedova nel 1981, si rispo-
sa nell’83 con il poeta tarantino
Michele Pierri, medico e primario
del reparto di Cardiologia all'ospe-
dale SS. Annunziata. Rimane a
Taranto per quattro anni, ma con
l’aggravarsi della salute del mari-
to, viene allontanata dalla famiglia
di lui e cade nell’ennesima depres-
sione che la porterà nell'Ospedale
Psichiatrico di Taranto. Fa ritorno
a Milano, nella casa sui Navigli,
nel luglio del 1986, vivendo in po-
vertà per scelta, nonostante il suo
nome diviene ormai famoso e la
sua produzione poetica si fa sem-
pre più feconda.
Il 1° giugno del 2002 il presidente
Carlo Azeglio Ciampi le consegna
l’onorificenza di Commendatore al
merito della Repubblica italiana e
il 16 ottobre del 2007 le viene con-
cessa la laurea magistrale honoris
causa dalla Facoltà di Scienze del-
la Formazione di Messina.
A 78 anni viene ricoverata nell'o-
spedale San Paolo per una decina
di giorni per un tumore osseo e
muore a Milano nel 2009.
Adone e Lucrezia violentata.
Aveva una partecipazione nei pro-
fitti della compagnia teatrale
Chamberlain's Men, successiva-
mente chiamatisi King's Men, che
metteva in scena suoi spettacoli.
Ha scritto in totale 38 opere teatra-
li. William muore il 23 aprile 1616
e viene sepolto nella chiesa di
Stratford.
Ricordiamo alcune delle sue trage-
die più famose come Amleto, Rome-
o e Giulietta, Enrico IV e Macbeth.
Invece, le sue famose Commedie
sono La bisbetica domata, Molto
rumore per nulla e Le allegre coma-
ri di Windsor. Una menzione spe-
Il 23 Aprile ricordiamo un famoso
poeta e drammaturgo inglese, Wil-
liam Shakespeare, nato nel 1564,
una delle più grandi personalità
della letteratura di tutti i tempi e
soprannominato dal popolo inglese
Bardo o Cigno dell'Avon.
Nel 1582, a 18 anni, lo scrittore
sposa Anne Hathaway, bella ragaz-
za proveniente da una famiglia
contadina. Anne diede alla luce ben
tre figli di cui gli ultimi due gemel-
li. Purtroppo uno di essi a soli un-
dici anni, muore. Intanto, William
decise di dedicarsi al teatro, scri-
vendo testi e pubblicando anche
due poemetti d'amore, Venere e
ciale meritano due opere fantasti-
che nelle quali sogno e realtà si
mescolano in maniera talmente
suggestiva da essere dei veri e pro-
pri capostipiti del genere fantasti-
co: Sogno di una notte di mezza
e s t a t e e L a t e m p e s t a .
Finora di Shakespeare si conosce-
vano solo due immagini post mor-
tem: il busto di marmo sulla tom-
ba, e l'incisione usata nel frontespi-
zio di una delle prime edizioni delle
opere che da allora è stata ripro-
dotta innumerevoli volte fino a og-
gi su libri, poster e magliette. In
questi ultimi anni, tuttavia, è stato
ritrovato un ritratto di William
Rubrica Personaggio del giorno
21 marzo 1931: nasce Alda Merini di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C
23 aprile 1564: William Shakespeare di Serena Barbi e Fabiola Miccoli 2^C
Pagina 18
Shakespeare che con ottime proba-
bilità pare essere il più vicino alla
realtà. Si tratta, infatti, dell’unico
ritratto eseguito quando Shakespe-
are era ancora in vita, nel 1610,
all’età di 46 anni. Il poeta sarebbe
morto sei anni dopo.
In molti dicono che il drammaturgo
e poeta non sia mai esistito. Ma è
vero?
Ovviamente, non si sa con certez-
za, poichè gli scarsi documenti e
riferimenti biografici hanno ali-
mentato il dubbio. Per questo moti-
vo, alcuni dicono che Shakespeare
sia in realtà il filosofo Francis
Bacon, altri credono che le opere
siano state scritte da Robert Deve-
r e u x , o a d d i r i t t u r a
dall’aristocratico Edward de Vere,
conte di Oxford, su cui ruota la sto-
ria bellissima, anche se incerta, del
film Anonymous, diretto da Roland
Emmerich e uscito nel 2011.
Ma vi siete mai chiesti perché Sha-
kespeare nella maggior parte delle
sue opere nomina città italiane? E
come fa a conoscerle così bene? E
perché le sue origini sono molto
vaghe?
In molti hanno cercato di ripercor-
rere le origini dell’autore, avanzan-
do un’ipotesi suggestiva: “E se Sha-
k e sp e a r e f o s se i t a l i a n o ? ”
Per cominciare, il nome Shakespe-
are significa Scrolla la lancia o
meglio Scrolla Lanza, che ci ripor-
ta al cognome di una nobildonna
messinese, sicuramente di una cer-
ta cultura, Guglielma Crollalanza,
sposata con un medico,
Giovanni Florio, e madre
di Michelangelo Florio
Crollalanza, un tragedio-
grafo siciliano quasi scono-
sciuto, vissuto nella stessa
età del ben più noto dram-
maturgo inglese.
La chiave del mistero è
l'anno 1564, anno in cui
nasce Shakespeare e muo-
re Calvino. È il periodo in
cui l'Inquisizione è alla ricerca del-
la famiglia Florio-Crollalanza, una
coppia di eretici che fuggono nel
Veneto con il figlio Michelangelo e
a Treviso acquistano Casa-Otello
in cui si diceva che un marito gelo-
so avesse ucciso la moglie, che ne-
anche a dirlo si chiamava Desde-
mona: che strana coincidenza!
Michelangelo Florio Crollalanza
studia a Venezia, Padova e Manto-
va, viaggiando tra la Danimarca, la
Grecia, la Spagna e l'Austria; poi
torna in Italia e si innamora di
Giulietta: la storia tra i due finisce
male e pare che Giulietta muoia
suicida… un'altra strana coinci-
denza!
Poi è anche strano che l'inglese
Shakespeare abbia ambientato
buona parte delle sue opere in Ita-
lia, che avesse una conoscenza così
approfondita della scena, della lin-
gua, del teatro nonché una dimesti-
chezza non indifferente con i luoghi
italiani, lui che, secon-
do le biografie ufficiali,
non aveva mai visitato
l'Italia.
Quindi sembra che
Shakespeare e Miche-
langelo Florio Crolla-
lanza siano la stessa
persona, partita dalla
Sicilia all'età di 24 an-
ni per fuggire a Londra
a causa dell'Inquisizio-
ne, che perseguitava il giovane, in
quanto convinto calvinista. A Lon-
dra avrebbe cambiato il suo nome
nell'equivalente inglese anche per-
ché lì c’era un suo cugino materno,
che aveva già tradotto il suo cogno-
me in Shakespeare e che aveva
avuto un figlio deceduto prematu-
ramente, di nome William.
Possibile che Shakespeare fosse
veramente di Messina, città in cui
ambienta "Troppo rumore per nul-
la"? Sembra proprio di sì, se si pen-
sa che Crollalanza scrisse in mes-
sinese un'opera intitolata "Troppu
t r a f f i c u p ì n n e n t i " , b e n
cinquant’anni prima dell'omonima
opera inglese, di cui sembra esser-
ne proprio la versione originaria.
Un'altra coincidenza … ma sem-
brano troppe…
un maestro che diede lezioni priva-
te in casa Carter e i genitori, pre-
occupati che il loro figlio non si am-
malasse, non gli
permisero di
giocare con gli
altri bambini.
Il padre, essen-
do pittore ed
illustratore di
grande talento,
insegnò a suo
figlio la tecnica
dell’acquerello, senza che egli di-
Il 9 Maggio si festeggia il 138° an-
niversario dalla nascita di un gran-
de archeologo ed egittologo britan-
nico, Howard Carter
che scoprì la tomba di
T u t a n k h a m o n .
Howard Carter aveva 7
anni quando sua ma-
dre pensò che biso-
gnasse mandarlo a
scuola, ma il padre non
era d’accordo perché lo
riteneva troppo cagio-
nevole di salute. Allora fu chiamato
mostrasse una grande passione.
Grazie al padre, comunque, Ho-
ward conobbe uno dei più grandi
collezionisti di antichità egizie, che
lo raccomandò come disegnatore
per una spedizione in Egitto, finan-
ziata dal British Museum. Il suo
compito era quello di riprodurre ad
acquerello le pitture tombali ed
altri reperti archeologici.
Giunto al Cairo, apprese le tecni-
che e i metodi degli scavi archeolo-
gici e a soli 25 anni, fu nominato
ispettore capo del sud dell’Egitto.
9 maggio 1874: nasce Howard Carter di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C
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Rubrica Personaggio del giorno
Una sera, durante il solito esame
degli oggetti rinvenuti, Carter les-
se sul sigillo di un anello, il nome
di un re: “Tut-Ankh-Amon”, ovvero
“Più che mai vivo è Amon”, un fara-
one vissuto tra il 1336 e il 1327
a.C., salito al trono all’età di 9 anni
e morto dopo 10 anni circa.
Sulla base di questa scoperta, dopo
molto tempo, ottenne la concessio-
ne di scavo nella Valle dei Re, fi-
nanziata dall’inglese Lord Carnar-
von. Il 3 Novembre del 1922 gran-
de fu la gioia quando dalla sabbia
di fronte alla tomba di Ramesse VI,
riaffiorò un gradino che presto si
trasformò in una scala che giunge-
va ad una porta con ancora i sigilli
intatti, segno che non era mai sta-
ta violata. All’apertura della porta
si rivelò tutta la grandiosità del
corredo ancora intatto.
Il 16 Febbraio, alla presenza di
Carter ma non di Lord Carnarvon
(morto l’anno precedente), venne
aperto il sarcofago d’oro con
all’interno la mummia intatta del
faraone bambino, con il volto coper-
to da una maschera d’oro massiccio
riproducente le sembianze del de-
funto.
Dopo 40 anni di attività in Egitto,
Howard fece ritorno a Londra. Era
ammalato: l’impossibile clima del
deserto, il logorante lavoro sotter-
raneo, ma soprattutto gli scontri e
le emozioni derivati dalla scoperta
del secolo, gli aveva-
no minato la salute.
A 58 anni si muove-
va come un vecchio e
ritiratosi nella sua
casa, senza amici,
prese a vivere come
un eremita. Sentiva
che, dopo aver porta-
to a termine il suo
compito, non aveva
più nulla da atten-
dersi dalla propria
esistenza. Morì a
Londra nel 1939,
all’età di 65 anni.
Il ritrovamento della tomba di Tu-
tankamon è stata la scoperta più
se n sa z io n a l e ne l l a s t o r i a
dell’egittologia in quanto è una del-
le poche sepolture dell’antico Egit-
to pervenutaci quasi intatta.
Attorno al personaggio del re, tut-
tavia, incombono alcuni misteri e
soprattutto una maledizione, la
famosa Maledizione di Tutanka-
mon. Si disse, infatti, che era stata
rinvenuta una iscrizione, di fatto
inesistente, secondo cui: "la morte
verrà su agili ali per colui che pro-
fanerà la tomba del Faraone". In
realtà, Carter morirà nel
1939, all’età di 65 anni, ed
il Dr. Derry, che eseguì la
prima autopsia sul corpo
di Tutankhamon, morirà
addirittura nel 1969
all’età di 87 anni. La stes-
sa Lady Evelyn, figlia di
Lord Carnarvon, presente
alla scoperta e tra le pri-
me ad accedere alla tom-
ba, morirà nel 1980,
all’età di 79 anni.
Per quanto riguarda la
morte del re Tutankamon,
avvenuta in giovane età, si pensa-
va fosse stato deceduto in seguito
ad una infezione fulminante o ad-
dirittura alla somministrazione di
un veleno. Solo nel 2010, in seguito
ad un’ulteriore autopsia, si è riu-
sciti a sapere che il faraone fosse
affetto dal male di Kohler e che la
sua morte fosse avvenuta per una
infezione malarica.
Roberta Palantone ha 12 anni e frequenta la 1^C.
Le sue giornate sono molte impegnate, tra attività sportive ed extrascolastiche,
tra cui il giornalino.
È una ragazza a cui piace molto scrivere e raccontare le sue esperienze, infatti
proprio per questo motivo ha scelto di partecipare a questo corso.
È appassionata di libri di avventura e di fantascienza.
I cantanti che la affascinano sono Jennifer Lopez, i Modà e Adele Laurie Blue
Adkins.
Le piace ballare, pattinare e ascoltare la musica.
Insomma una ragazza con molte passioni e obiettivi per la vita.
Rubrica Personaggio del giorno
Pagina 20
Lorenzo Barbati ha 11 anni e frequenta la 1^C .
Gli piace giocare a calcio e i suoi calciatori preferiti sono Neymar, C.Ronaldo,
Messi e Snejider.
Adora stare con gli amici ma anche per conto suo e leggere libri di avventura o
ascoltare la musica e i suoi gruppi preferiti sono i Modà e i Negramaro.
Si diverte a fare gare con i pattini con sua sorella e ascoltare la musica.
Ha degli amici speciali e di questo si vanta anche se a volte capita di litigare.
Il progetto del Giornalino è stata un’idea fantastica perché gli ha permesso di co-
noscere nuovi amici ed è molto bello fare articoli di cronaca o di musica.
Cura la rubrica “Accadde oggi”, una rubrica che ripercorre un po’ la storia attra-
Le origini della festa dell’ 8 marzo
risalgono al 1908, quando a New
York, pochi giorni prima di questa
data, le operaie dell’ industria tes-
sile Cotton scioperarono a causa
delle condizioni in cui erano co-
strette a lavorare.
Lo sciopero continuò per qualche
giorno, finche l’ 8 marzo il proprie-
tario Mr. Johnson, bloccò tutte le
porte della fabbrica per impedire
alle donne di uscire.
In seguito ad un incendio le 129
donne prigioniere non riuscirono
ad uscire e morirono nella fabbrica.
Successivamente, in ricordo della
tragedia Rosa Luxenburg propose
questa data come giornata di lotta
internazionale in favore delle don-
ne.
Negli anni successivi, vi sono state
una serie di celebrazioni che nei
primi tempi erano circoscritte sol-
tanto agli Stati Uniti.
Con il diffondersi e il moltiplicarsi
delle iniziative, la data dell’8 mar-
zo ha assunto un’importanza mon-
diale e ai giorni nostri la festa delle
donne è molto attesa, anche se con
il passare degli anni, è andato per-
duto il vero significato di questa
ricorrenza.
fosse una nave inaffondabile e il
suo nome deriva infatti dai Titani,
divinità giganti e potentissime che
regnavano sul mondo.
Ci misero un anno intero per co-
struirlo e costò 400 milioni di dolla-
ri odierni. Il biglietto di prima clas-
Oggi ricorre il centenario
dell’affondamento del Titanic, il
transatlantico più lussuoso che si è
inabissato nell’Oceano Atlantico
nella notte tra il 14 e il 15 Aprile
del 1912.
Si diceva che “il gigante del mare”
se costava 70.000 dollari odierni,
mentre quello di terza classe 700
dollari odierni.
La nave veniva considerata un gio-
iello tecnologico, e anche negli in-
terni era elegante ed innovativa.
Tuttavia già durante la sua costru-
8 Marzo: Giornata della Donna Di Lorenzo Barbati 1^C
14 aprile: il disastro del Titanic
Di Fabiola Miccoli 2^C
radioattività nell’aria per un raggio
di 25 kilometri.
Ad un anno di distanza è impossi-
bile quantificare tutti i
danni alla salute,
a l l ’ a m b i e n t e ,
all’economia e alla vita
di ogni cittadino giappo-
nese. Per la riparazione
di un solo reattore biso-
gnerebbe sborsare oltre
16.455.400.000 yen pari
a 200 mila dollari, che
diventerebbe una cifra impensabile
per riparare tutta la centrale nu-
cleare. Ma di riparazioni non se ne
parla ancora, visto che adesso stan-
no ancora cercando di ripulire e
decontaminare la zona circostante.
L’acqua, le piante, gli animali, il
cibo e soprattutto le persone sono
contaminate, e non avranno più
una vita normale, non avranno la
loro casa, e rischiano di perdere la
vita o che stanno ancora cercando i
loro cari perché dispersi, e parecchi
sono mamme, figli e padri di cui
non si ha più traccia.
Così oggi si è voluto ricordare il
disastro avvenuto l’11 marzo 2011
con una catena umana che ha uni-
to Lione ad Avignone, per dire “no
al nucleare”, in una nazione, la
Francia, che possiede ben 11 reat-
tori al confine con la Germania.
L’11 marzo 2 011 r i co rre
l’anniversario del terribile terremo-
to di magnitudo 9 che ha colpito la
cittadina giapponese
di Fukushima. A po-
chi minuti dalle scos-
se si propagò un e-
norme massa d’acqua
sul territorio giappo-
nese sommergendo la
centrale nucleare che
riportò numerosi
danni a quattro reat-
tori. A peggiorare le cose, il black-
out provocato dallo tsunami impedì
lo spegnimento della centrale e
provocò l’esplosione dei reattori che
liberarono una notevole quantità di
11 marzo 2011: terremoto in Giappone di Lorenzo Barbati 1^C e Desirèe Guarino 2^C
Pagina 21
Rubrica Accadde oggi
zione sembrava che il Titanic fosse
in qualche modo predestinato. Esi-
stono molti motivi per parlare di
una maledizione del
Titanic, ad esempio
il numero dello scafo
del Titanic era
390904, un numero
che, se scritto a ma-
no e mettendo il fo-
glio davanti ad uno
specchio, si trasfor-
ma nella frase “No
Pope” che significa “Niente Papa”,
sicuramente di cattivo auspicio. Un
altro esempio è quello di un inno
funebre scritto da una poetessa
americana proprio nel periodo pre-
cedente il disastro del Titanic, e
che parlava di una nave che si
scontrava con un iceberg.
Lo stesso comandante sembra a-
vesse fatto già molti incidenti con
altre navi e quindi veniva conside-
rato un comandante piuttosto spe-
ricolato.
Ad ogni modo, la
nave partì per il
suo primo e ultimo
viaggio il 10 Aprile
1912 dal Regno
Unito diretta a
New York, coman-
data dal capitano
Edward John
Smith.
Il 14 aprile, dopo quattro giorni
dalla partenza, il capitano conse-
gnò un messaggio a Bruce Ismay,
l’amministratore delegato della
White Star, in cui segnalava la pre-
senza di ghiaccio sulla rotta del
Titanic. Quest’ultimo non diede
molto peso alla cosa e decise sola-
mente di deviare la rotta.
Nel pomeriggio e fino a sera arriva-
rono ben altri quattro messaggi,
che segnalavano anch’essi la pre-
senza di ghiaccio, ma inspiegabil-
mente non giunsero al ponte di
comando.
Alle 23.35, le vedette videro un
iceberg di fronte alla nave;
l’avvistamento avvenne in ritardo
per la mancanza di binocoli e quin-
di fu avvistato ad occhio nudo. Una
delle vedette suonò tre volte la
campana e telefonò al ponte di co-
mando. Arrivato l’allarme, cercaro-
no di virare, ma la nave viaggiava
troppo velocemente e non riusciro-
no a rallentare per evitare
l’impatto.
Nella strage, persero la vita 1.517
dei 2.227 passeggeri imbarcati,
una vera tragedia che oggi possia-
mo ricordare solo vedendo docu-
mentari o vecchie foto in bianco e
nero.
Vincenzo Grottola è nato a Massafra il 17 Agosto 1999 e frequenta la 2^C.
La sua più grande passione è la musica, infatti non solo ascolta il suo Ipod pratica-
mente dalla mattina alla sera, ma frequenta anche un corso di violino privatamente
da tre anni. Per questi motivi gli piacciono tutti i generi musicali dal rock’n’roll, al
rag, al jazz, al blues, cosi come anche la musica classica.
I suoi gruppi preferiti sono i Beatles, gli Earth Wind & Fire, Phil Collins, Bob Mar-
ley e i Blues Brothers. Oltre alla musica, adora scrivere poesie e leggere libri di av-
ventura.
In questo giornalino si occupa della rubrica Radio Gemelli nella quale presenta al-
cune canzoni analizzandone il significato e raccontando qualcosa sul cantante che le
ha composte.
Rubrica Accadde oggi
sull’acciaio avrebbero realizzato
un’intesa tra gli Stati europei scon-
giurando così l’ipotesi di un’altra
guerra.
Durante un vertice dell'UE, tenuto-
si a Milano nel 1985, si è deciso di
fare del 9 maggio la "Festa dell'Eu-
ropa" e questa data, insieme alla
bandiera, l'inno, la moneta (l'euro)
e il motto, è uno dei simboli della
nostra Unione Europea.
Le attività e le
manifestazioni
che si organiz-
zano nei vari
Stati europei
per la Festa
d e l l ' E u r o p a
sono un'oppor-
tunità per av-
vicinare i po-
poli europei.
Il 9 maggio del 1950 Robert Shu-
man in occasione del discorso a
Parigi propose di propose di creare
un'Europa unita per evitare guerre
fra gli Stati che la componevano.
Questa proposta viene considerata
l'atto che fece nascere l'Unione Eu-
ropea ed è nota a noi anche come
"Dichiarazione Shuman".
All’indomani della Seconda guerra
mondiale, Schuman pensava che
accordi economici sul carbone e
9 maggio: Festa dell'Europa
di Lorenzo Barbati 1^C
Pagina 22
Il 1° marzo è scomparso per un at-
tacco cardiaco uno dei più grandi
cantanti della musica italiana, Lu-
cio Dalla, mentre si trovava per un
concerto a Montreux, in Svizzera.
Domenica avrebbe compiuto 69
anni, come ricordato dal titolo di "4
marzo '43", e proprio Domenica si
celebreranno i suoi funerali.
La carriera discografica di Dalla è
lunga 50 anni ed è costellata da
innumerevoli successi. Tanto per
citarne alcuni: Caruso, Piazza
Grande, Attenti al lupo e Canzone.
Nonostante fosse musicalmente
analfabeta, in quanto non sapeva
leggere il pentagramma, era in
grado di suonare tre strumenti: il
sassofono, il clarinetto e la tastie-
ra. Aveva ereditato questa straor-
dinaria capacità dal suo padrino,
Renzo Arbore che lo aveva tenuto
sulle ginocchia e, potremmo dire,
cresciuto dopo la morte del padre,
avvenuta all’età di 7 anni e
l’assenza di sua madre costretta a
lavorare per poter mandare avanti
la famiglia.
Grazie ad Arbore, scoprì un grande
amore, quello per il jazz, che lo por-
terà ad attirarsi ammirazione di
tanti, fra cui De Gregori o Ron, con
i quali stringe profondi rapporti
professionali e d’amicizia.
Il suo successo è arrivato anche
all’estero infatti la sua canzone più
famosa,Caruso, è stata tradotta in
molte lingue e ha venduto oltre
nove milioni di copie in tutto il
mondo, una canzone che, ricorda il
presentatore Pippo Baudo, non vo-
leva cantare, ma che invece si è
rivelata da subito un grandissimo
trionfo.
Ed è proprio Caruso, la canzone
che andremo ad ascoltare.
Il cantautore bolognese stava navi-
gando con la propria imbarcazione,
ma in seguito ad un guasto, dovet-
te fermarsi a Napoli e soggiornò
nel miglior albergo di Napoli, lo
stesso albergo dove molti anni pri-
ma (nel 1921), morì per un tumore
alla gola il grande tenore per eccel-
lenza: Enrico Caruso.
Durante la sua permanenza, i pro-
prietari dell’albergo raccontarono
che il tenore, negli ultimi giorni di
vita, dava lezioni di canto a una
giovane donna della quale si inna-
morò.
Commosso da questa storia, Dalla,
così, immagina che una sera Caru-
so facesse portare un pianoforte a
coda sul terrazzo vicino al mare e
iniziasse, sfidando il dolore, a can-
tare a pieni polmoni una splendida
romanza d'amore per la bella. Dal-
la immagina che dei pescatori che
erano al lavoro con le loro lampare
poco distanti, abbandonassero i
saraghi e le triglie attratti da quel
miracolo d'arte, d'amore e morte
che si svolgeva vicino a loro.
“Ma sì, è la vita che finisce ma lui
non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva già felice e ricomin-
ciò il suo canto”
Ed è questo che ci piace pensare
anche di Lucio Dalla, adesso è lì a
ricominciare il suo canto …
dal titolo “Maledetta Primavera”;
così come Riccardo Cocciante e la
sua “Cervo a Primavera”; o ancora
Laura Pausini e la “Primavera In
Anticipo”.
Ma la canzone che oggi voglio farvi
ascoltare “E’ la Primavera” di Ma-
rina Rei.
Un video sicuramente allegro che
ci ricorda il sole, le giornate calde
della primavera e che mette voglia
di ballare e cantare.
21 marzo: finalmente è arrivata la
Primavera!!!
Le giornate iniziano ad allungarsi,
i fiori iniziano a sbocciare, inizia a
fare più caldo e si avvicinano le
tanto desiderate vacanze!
Molti cantanti, poeti e compositori
hanno dedicato musiche e poesie a
questa stagione. Per esempio pos-
siamo ricordare Vivaldi che ha
dedicato alla primavera un movi-
mento delle “Quattro Stagioni“; o
in epoca più recente, Loretta Goggi
ha cantato una struggente canzone
Puntata n.1: omaggio a Lucio Dalla
di Claudia D’Amato Rizzi 2^C
Puntata n.2: Bentornata Primavera! di Vincenzo Grottola 2^C
Pagina 23
Rubrica Radio Gemelli
Tutti sappiamo che in questa setti-
mana, nella notte tra il 14 e il 15
aprile ,di cento anni fa, naufragava
il Titanic portando con sé quasi la
metà dei suoi passeggeri. Questa è
una tragedia che ha toccato tutti e
molti, in diversi modi, hanno cerca-
to di dare un contributo realizzan-
do musei, mostre, film o anche mu-
siche. Il regista James Cameron,
ad esempio, dirige il film Titanic
campione di incassi nel 1997 facen-
do rivivere i momenti angoscianti
dell’affondamento del transatlanti-
co attraverso le vite di due ragazzi
di differente classe sociale, Jack
Dawson e Rose Dewitt Bukater,
che si innamorano a bordo della
nave. Colonna sonora del film sono
state le note di una canzone scritta
da James Horner e cantata dalla
bellissima voce di Celine Dion.
Una melodia molto profonda e ro-
mantica che descrive il potere scon-
volgente di un amore che va oltre
la morte. Una canzone musical-
mente molto difficile per le note
lunghe e gli acuti che solo la brava
cantante Celine Dion può intonare
con facilità.
“Vicino, lontano, ovunque tu sia
Io credo che il cuore continuerà a
battere
Ancora una volta apri la porta
E sei qui nel mio cuore
E il mio cuore continuerà a batte-
re”.
Rubrica Radio Gemelli
Puntata n.3: Omaggio al Titanic di Vincenzo Grottola e Claudia D’Amato Rizzi 2^C
Parallelamente alla sua fortuna
commerciale, il brano è stato lodato
dai critici. John Watson, manager
di Gotye con Danny Rogers, ha af-
fermato a proposito del suo succes-
so: "Non abbiamo mai visto una
canzone entrare in un contatto più
spontaneo e profondo con così tante
persone. È un brano registrato e un
video molto speciale".
Particolare è la musica, una sem-
plice e ripetitiva sequenza di accor-
di sempre uguali, ma anche il video
che ne interpreta perfettamente il
significato. Esso si apre con un pri-
mo piano del cantante, completa-
mente svestito e con le spalle ap-
poggiate ad un muro bianco. Ciò
sta a significare come in un auten-
tico rapporto di coppia, ciascuno
deve mettere a nudo la propria ani-
ma e farsi conoscere dall’altro per
quello che si è; il muro, invece, rap-
presenta il mondo circostante.
Durante il video, dei colori pastello
ricoprono pian piano il corpo di Go-
tye estendendosi anche al muro.
Compare quindi la figura femmini-
le, interpretata dalla bellissima e
bravissima Kimbra, totalmente
colorata e quasi mimetizzata con la
parete, che canta le sue ragioni e
come si sentiva sola, gridando e
guardando il compagno, mentre lui
non ricambia mai lo sguardo.
I colori, metaforicamente, rappre-
sentano l’armonia e la felicità che
c’è all’inizio di una relazione, quan-
do due persone sembrano essere
una cosa sola o sembra che faccia-
no parte di un solo mondo e tutto è
più bello, più colorato appunto. Poi,
purtroppo, col tempo e col cono-
scersi meglio, capita che ci si possa
fare del male e la magia finisce e
con essa l’amore che ciascuno pro-
vava nei confronti dell’altro. Ci si
lascia, volendo rimanere buoni a-
mici, anche se non accade mai. En-
trambi sembrano avere le loro ra-
gioni e l’amore lascia il posto alla
rabbia e alla tristezza.
Gotye incomincia a perdere il colo-
re e così anche Kimbra e la stessa
parete ritorna ad essere bianca e
solo allora Gotye guarda Kimbra,
non ricambiato perchè lei ormai
non ha più nulla da dirgli e diventa
soltanto Somebody I used to know,
una persona che conoscevo..
Somebody That I Used to Know è
un brano musicale del cantautore
belga Gotye, estratto dal suo terzo
album di inediti, Making Mirrors, e
cantato in collaborazione con Kim-
bra.
Il brano è stato scritto dallo stesso
Gotye, a proposito delle proprie
esperienze nei rapporti sentimen-
tali. È stato pubblicato il 6 luglio
2011 e subito è stato molto accla-
mato dalla critica musicale e ha
riscosso un sorprendente successo
in Australia, detenendo la #1 per
otto settimane, divenendo la prima
canzone australiana che ha passato
più tempo al primo posto da Truly
Madly Deeply dei Savage Garden
nel 1997.
Il singolo ha conquistato anche il
mercato europeo, riscuotendo molto
successo in Belgio, Regno Unito,
Irlanda, Germania, Austria e Italia
e proprio nel nostro Paese è nata
una polemica circa il possibile pla-
gio da parte di Gotye verso la nin-
na nanna per cani di Luciano Sili-
ghini Galagnani, intitolata "Milla
piccolo cagnetto"; lo stesso Gotye
ha ammesso di essersi ispirato al
brano.
Puntata n.4: Gotye, Somebody I used to know
di Claudia D’Amato Rizzi 2^C
Pagina 24
inciso.
“Laadin Sa-Sim” – disse e non ap-
pena ebbe pronunciato queste pa-
role, una luce immensa li avvolse e
un vortice li risucchiò quasi
all’istante.
Quando la luce si dissolse, i due
erano ancora nella stanza della
antica dimora, ma capirono subito
che c’era qualcosa di diverso. Nuovi
suoni provenivano dalla finestra e
la casa sembrava più nuova e cosa
strana era completamente arreda-
ta.
Si affacciarono e videro in lonta-
nanza piazza S. Marco, ma la gente
era molto diversa ed era vestita
con abiti che i ragazzi avevano vi-
sto solo nei libri di Storia.
Capirono di essere tornati indietro
nel tempo. Scesero in strada e si
sentirono subito osservati. Chiun-
que li guardava con aria strana,
per i loro vestiti e per la loro accon-
ciatura di capelli. Videro un ragaz-
zino, vestito come loro, che gironzo-
lava disorientato per le strade del-
la città. Appena i loro occhi si in-
crociarono, capirono che erano le-
gati dalla stessa sorte e infatti era
così. Anita e Tommy fermarono il
ragazzino chiedendogli dove si tro-
vassero e il ragazzo, che si chiama-
va Paul, rispose che era tutto stra-
no per lui: aveva seguito delle indi-
cazioni su una mappa che aveva
trovato il giorno prima e si era ri-
trovato, non sapeva come, in una
Venezia che non riconosceva. Anita
prontamente rispose che anche a
loro era successa la stessa cosa e
così i tre fecero subito amicizia e
decisero di girovagare per Venezia
nell’attesa di decidere cosa fare.
Si ritrovarono in piazza San Mar-
co, affollata come non mai. Notaro-
no subito qualcosa di diverso: di
lato alla basilica patronale, c’era
una chiesa che non avevano mai
visto prima. Scoprirono che era
una chiesa dedicata a San Gemi-
niano di Modena che fu costruita a
partire dal 1505. Questo era ciò che
i ragazzi avevano saputo chiedendo
ai passanti e si meravigliarono co-
me mai questa meraviglia si fosse
persa nel loro tempo, ma nessuno
ovviamente poteva dar loro una
risposta. Nessuno poteva sapere
che qualche secolo dopo, Napoleone
volle distruggere la chiesa per edi-
ficare una sala da ballo.
Stanchi di camminare, chiesero ad
un gondoliere di fare un giro sulla
sua gondola, ma ricevettero uno
sgarbato rifiuto e ci mancò poco
che il gondoliere non li malmenas-
se.
Nella corsa per sfuggire al gondo-
liere, dovettero evitare la scia ma-
leodorante del contenuto di un sec-
chio che “simpaticamente” un ve-
neziano aveva gettato dalla sua
finestra. L’igiene e l’uso delle fo-
gne, infatti, erano una conquista
che la società rinascimentale anco-
ra non aveva realizzato…
Guardandosi attorno, in alcuni casi
sembrava che il tempo non fosse
mai trascorso, in altri invece man-
cavano tante cose, così come alcuni
edifici. Ovviamente non esistevano
auto o barche a motore, e nemme-
no il problema dello smog e
dell’inquinamento. Tutta la tecno-
logia a cui erano abituati non esi-
steva e cominciavano a sentirne la
mancanza, così come sentivano la
mancanza della loro famiglia e dei
loro amici. Tuttavia, non sapevano
come tornare indietro…
Dovettero rubare dei vestiti per
dare meno nell’occhio, in quanto la
gente incominciava a fare domande
su questi strani ragazzini che cir-
colavano per la città. Tommy, di-
straendo il negoziante, rese più
facile il lavoro ad Anita e Paul che
“presero in prestito” delle casacche
e dei pantaloni da una bottega e
poi di fretta scapparono, ma non si
accorsero che una guardia li teneva
d’occhio.
Passavano la giornata a cammina-
re in lungo e in largo per i ponti e
le strade di Venezia, rubacchiando
Anita era una ragazza di undici
anni, viveva nei dintorni di Vene-
zia con sua madre, mentre suo pa-
dre risiedeva a Londra per lavorare
come regista cinematografico. Era
un pomeriggio come tutti gli altri e
Anita svolgeva i suoi compiti sul
tavolino del giardino, tenendo il
suo gatto Miolì sulle gambe. Ad un
tratto il gatto scese e scomparve
oltre il muretto che delimitava la
casa con quella del suo migliore
amico, Tommy.
Anita, sorpresa, lasciò i suoi compi-
ti e si mise alla ricerca di Miolì,
recandosi dal suo amico. Tommy
che l’accolse come sempre sorriden-
te. Era contento di vedere la sua
vicina di casa. Era la sua migliore
amica e si divertivano spesso a
combinarne di tutti i colori. Dopo
aver chiacchierato un po’, Anita
notò che di Miolì non c’era traccia e
incominciò a preoccuparsi. Decise-
ro così di uscire alla ricerca del gat-
to e sentirono dei miagolii prove-
nienti da una casa quando passaro-
no davanti all’edificio antico che
Eva, la mamma di Anita, stava
cercando di restaurare. Qui era
vissuto uno scrittore di nome Back
Lime, famoso per aver scritto ro-
manzi di avventura ambientati nel
Rinascimento.
Non fecero in tempo a mettere pie-
de nella casa che Anita scorse Miolì
nel corridoio. Lo chiamò, ma il gat-
to velocemente entrò in una stanza
e si perse nella penombra. I due
ragazzi lo seguirono e lo trovarono
in un angolo della stanza, che si
guardava intorno miagolando e
capirono subito che era impaurito
da tutti gli affreschi disegnati sulla
parete. Così Anita si avvicinò e lo
prese in braccio. Piegandosi, notò
che il pavimento di legno era un po’
sconnesso e la curiosità prese il
sopravvento. Fu più forte di lei..
alzò quell’asse del pavimento e vi
trovò sotto un rotolo con dei disegni
e delle scritte. Sembrava una map-
pa. La mostrò subito a Tommy che
incominciò a leggere ciò che era
La città nascosta
di Marco Maggio 1^C
Pagina 25
Rubrica Con un pizzico di fantasia
ogni tanto di qua e di là qualcosa
da mangiare, fino a che la guardia
che li teneva d’occhio da qualche
giorno, li fermò e riuscì finalmente
ad acciuffarli e ad arrestarli.
Così la loro avventura finì nel car-
cere di San Domenico in Castello, il
carcere dell’Inquisizione...
Mentre pensavano sul da farsi, si
accorsero che insieme a loro, nella
cella c’era uno strano uomo, cupo,
seduto per terra in un angolino.
- Chi siete? – disse l’uomo
I ragazzi, timorosi, decisero di
scambiare qualche parola, per capi-
re dove si trovassero e così seppero
che il loro compagno di cella era
stato un sacerdote che aveva viag-
giato molto tra l’Italia e altre na-
zioni europee, tra cui l’Inghilterra,
fino a quando, rientrato a Venezia,
era stato accusato di eresia perché
praticava riti magici e non credeva
nella Trinità, ma piuttosto
nell’esistenza di mondi infiniti. Si
presentò: era Giordano Bruno!
Stava per continuare, quando Ani-
ta lo fermò.
- Ascolta, noi veniamo dal futuro e
ti conosciamo benissimo. Giusto
l’altro giorno la nostra prof ci par-
lava di te e del secolo della scienza,
il ‘600. Sarai condannato al rogo
per le tue idee, Giordano. Nel Cam-
po dei Fiori a Roma, nel 1600 e nel
luogo dell’esecuzione nella nostra
epoca c’è una statua in tuo onore.
Noi dobbiamo assolutamente tro-
vare un modo per ritornare nella
nostra epoca. Vieni con noi e così
potrai salvarti.
Giordano riflettè a lungo sulle pa-
role della ragazzina, ma poi scosse
la testa. - No, voglio rimanere qui
ed affrontare il mio destino. Credo
sia più giusto così...
Calò un gelido e triste silenzio fino
a quando Giordano non ricominciò
a parlare. – Ma non vi siete presen-
tati. Come vi chiamate?
-Anita
-Paul
-Tommy - dissero i ragazzi contem-
poraneamente
Giordano li guardò, abbozzando un
breve sorriso, e Anita non potè fare
a meno di abbracciarlo.
– Dovete assolutamente ritornare
nel vostro tempo. Ora o torneranno
a prendervi e vi processeranno.
– Ha ragione – disse Paul – Anita,
dobbiamo trovare assolutamente
un modo per tornare indietro. Pos-
sibile che non ci sia scritto nulla
sulla mappa? Io non ho avuto modo
di leggerla tutta, è successo tutto
così in fretta!
Tommy tirò fuori la mappa dalle
sue tasche e con calma cercò di leg-
gere fino in fondo ciò che c’era
scritto. Per ritornare a casa biso-
gnava pronunciare le stesse parole
che avevano detto il giorno prima,
ma al contrario. I ragazzi si guar-
darono e decisero di provare, men-
tre in lontananza si sentivano i
passi delle guardie che stavano
arrivando.
- Addio, Giordano, non ti dimenti-
cheremo mai...
- Buona fortuna ragazzi..
E così a voce alta, mano nella ma-
no, pronunciarono la frase – Sim
Sa Laadin – dissero, e di nuovo il
bagliore li avvolse e li riportò nella
stanza da dove tutto aveva avuto
inizio.
Frastornati, stanchi e affamati si
accorsero che non era passato mol-
to tempo, anzi il tempo nel 2012
per magia non era per nulla tra-
scorso. Tornarono ognuno alle pro-
prie case, ma non raccontarono a
nessuno la loro esperienza.
Il giorno dopo Anita e Tommy si
ritrovano di nuovo sui banchi di
scuola e aprendo il loro libro di Sto-
ria, guardarono con una certa tri-
stezza la statua del loro amico
Giordano, ripensando ai momenti
trascorsi in una Venezia rinasci-
mentale e all’incredibile avventura
che avevano vissuto.
Rubrica Con un pizzico di fantasia
Pagina 26
Marco Maggio ha 11 anni e frequenta la classe 1^ C-
I suoi hobby principali sono il calcio, la musica e la lettura. I suoi cinque calciatori
preferiti sono Kevin-Prince-Boateng, Stephan El Shaarawy, Neymar da Silva San-
tos Junior, noto come Neymar, Paulo Henrique Chagas de Lima, meglio noto come
Ganso e Cristiano Ronaldo.
Il suo gruppo musicale preferito sono i Modà e infatti ha tutti i loro album salvati
sul suo computer e ascolta ogni giorno le loro canzoni, subito dopo aver finito i com-
piti.
Ama tantissimo la compagnia, preferisce stare con un amico per qualche ora e non
stare tutta la giornata davanti ad un videogioco. Non vede l’ora che arrivi l’estate
per poter uscire in bici con i suoi amici.
È stato molto contento di poter partecipare al progetto del “Giornalino online” perché così ha potuto sviluppare
meglio le sue capacità nello scrivere.
chiese minaccioso l’uomo.
Gianmarco non poté non notare
l’abbigliamento alquanto eccentrico
del suo aguzzino. Aveva una benda
sull’occhio destro, e sul capo aveva
una bandana verde annodata die-
tro la nuca. Sembrava un pirata
sbarcato da chissà quale nave.
- Non sono nessuno, ero qui in giro
con i miei genitori e sono capitato
qui per caso.
Ma a nulla valsero le sue parole e
nonostante lui avesse giurato di
non rivelare a nessuno ciò che ave-
va visto, l’energumeno lo prese di
prepotenza e lo trascinò per il bo-
sco fino alla cascata. Con sua enor-
me sorpresa, Gianmarco vide che
dietro di essa si nascondeva un
passaggio segreto. Impotente, seguì
l’uomo e si ritrovò dopo molti passi
e dopo aver percorso un tunnel bu-
io e abitato da pipistrelli, in una
radura al centro della quale vi era
un grande lago con una piccola iso-
la. La cosa più strabiliante era che,
ormeggiata all’isola, vi era una na-
ve gigantesca con tanto di ciurma
che si dava da fare nelle normali
faccende quotidiane.
Rimase a bocca aperta nel vedere
tutto quello. Quegli strani uomini
lo presero e lo portarono sulla na-
ve. Lo legarono ad una sedia e gli
fecero una serie di domande e infi-
ne gli ordinarono di lavorare sulla
nave facendo i servizi più umili,
altrimenti lo avrebbero portato in
una grotta dove viveva un mostro.
Passarono diversi giorni e lui fece
tutto ciò che gli chiedevano fin
quando non incominciò a lamentar-
si tentando anche la fuga.
A quel punto, i pirati decisero di
divertirsi ancora di più con il loro
“ospite” e gli dissero che lo avreb-
bero lasciato libero se avesse supe-
rato tre prove di abilità in tre gior-
ni, un giorno per ogni prova.
Come ogni anno, anche quell’estate
Gianmarco, un intraprendente ra-
gazzino di 15 anni, fu coinvolto nel-
la solita gita organizzata dalla sua
famiglia. I suoi genitori, infatti,
pianificavano quell’uscita sin da
quando lui era piccolo, e sempre la
seconda domenica di giugno. Gian-
marco non sapeva perché, ma ci
tenevano ad andare tutti insieme,
anche quest’anno che lui era gran-
dicello e avrebbe preferito andare
al mare con i suoi amici.
Ma quella volta il papà gli aveva
detto che sarebbe stato magnifico
perché lo avrebbe portato in un
piccolo paese al centro di un bosco
stupendo. Ed effettivamente era
così. Il bosco era sperduto ma era
incantevole ed erano tutti estasiati
nel vederlo! Sullo sfondo si vedeva
una magnifica cascata e dei salici
piangenti come cornice…
Gianmarco, nonostante i genitori
gli avessero detto di non allonta-
narsi da loro, incominciò a girova-
gare senza meta finché non trovò
una casa malandata e, incuriosito,
entrò.
C’erano molte ragnatele dappertut-
to e una serie di scatoloni uno so-
pra l’altro che contenevano dei ve-
stiti. In fondo alla stanza Gianmar-
co scorse una porta. Titubante, ma
incuriosito, la aprì e lo spettacolo
che vide era alquanto orripilante.
Era un piccolo sgabuzzino e sui
muri strisciavano serpenti e cam-
minavano scarafaggi. In un angolo
vide accatastati fucili, pistole, spa-
de, pugnali e asce. Insomma, un
vero arsenale. Chi poteva mai na-
scondere tutte quelle armi in quel-
la casa abbandonata?
Intimorito, decise di ritornare dai
suoi genitori e uscì correndo, ma fu
fermato da un energumeno che lo
riportò dentro.
- Chi diavolo sei? Che ci fai qui? –
Sull’isola c’erano degli uomini che
uccidevano le persone e si cibavano
delle loro anime. Questa popolazio-
ne era molto ricca perché si appro-
priavano delle ricchezze degli indi-
vidui che uccidevano.
La prima prova consisteva proprio
nel rubare questo tesoro, cercando
di non essere ucciso o ferito. Gli
diedero una pistola e una spada e
così equipaggiato, si avviò sull’isola
in cerca del noto tesoro. Mentre si
avventurava tra gli alberi, trovò un
sentiero che lo portò dritto ad un
villaggio. Riuscì a prendere si sor-
presa gli uomini che dormivano
ignari di tutto e incendiò le capan-
ne.
Poco lontano scorse una grotta do-
ve scoprì il tesoro. Tirò fuori dalla
tasca un fischietto, affidatogli pri-
ma di partire dai pirati, e li avvisò
della missione compiuta. La nave
lo venne a prendere e ritornarono
alla base.
Il giorno dopo si dovette recare sul-
le rive di un fiume molto profondo
dove era nascosto un anello di zaf-
firo. Si doveva immergere in apnea
e recuperare il prezioso gioiello, ma
la difficoltà più grande erano i pe-
sci carnivori che nuotavano in quel
fiume infernale. Vicino al fiume
trovò degli animali selvatici che
chissà per quale motivo erano mor-
ti e così pensò di buttarli in acqua
per impegnare i pesci.
Fu un’ottima idea e Gianmarco
riuscì a trovare l’anello, facendosi
guidare dal suo bagliore azzurrino,
se lo mise al dito e salì in superfi-
cie.
Il terzo e ultimo giorno doveva ar-
rampicarsi sulla cima di un vulca-
no spento e recuperare una bussola
d’oro. Una volta arrivato in cima,
trovò un’aquila a guardia della
bussola. Tuttavia, con passi lenti e
Sogno o son desto?
di Francesca Magliulo 1^C
Pagina 27
Rubrica Con un pizzico di fantasia
movimenti circospetti riuscì a
prendere la bussola.
Superate le tre prove, i pirati non
potevano far altro che riportarlo a
casa, come promesso. Così lo ac-
compagnarono nel tunnel dietro la
cascata e di lì Gianmarco riuscì a
ritrovare la strada per tornare dai
genitori.
Ancora non credeva ai suoi occhi.
Aveva promesso di non raccontare
a nessuno la sua avventura o i pi-
rati lo avrebbero trovato e impri-
gionato nuovamente.
Si voltò un’ultima volta verso la
cascata, ma l’unica cosa che vide
era solo una parete rocciosa, senza
la minima traccia di acqua…
Chissà, forse aveva solo sognato.
Francesca Magliulo ha12 anni e frequenta la 1°C.
È una grandissima appassionata di musica di ogni genere ma preferisce soprattutto
il rock e l’hip hop perchè hanno energia e le trasemettono la carica giusta per affron-
tare la sua giornata. I suoi cantanti preferiti sono Fabri Fibra, Eminem, Rihanna e
Lady Gaga.
Non legge molti libri, ma le piace scrivere e fino a qualche tempo fa desiderava diven-
tare una scrittrice, ma ora il suo sogno è studiare le lingue, diventare interprete e
andare in Inghilterra insieme ad una sua amica. Proprio per la sua passione per la
scrittura, ha colto con entusiasmo l'incarico di occuparsi della rubrica "Con un pizzico
di fantasia" nella quale ha la possibilità di dare sfogo alla sua fantasia.
Anno 2034. Il mondo è cambiato,
adesso non esistono più i continen-
ti, le nazioni, le città, ma ogni città
è chiamata sezione. Ci sono più di
ottanta sezioni in tutto il mondo,
ognuna prende il nome della corpo-
razione che l’ha conquistata. La
più famosa è la Folkket. Essa è la
più grande, e a sua volta possiede
altre sezioni, alcune unite, altre
staccate.
La Folkket organizza ogni anno
tornei di sport o di altre abilità ar-
tistiche come il canto, il ballo, il
disegno, ma il torneo più famoso e
che viene seguito con maggior inte-
resse dalle corporazioni,è quello di
combattimento. Trasmesso in di-
retta dall’unica emittente mondiale
anche su maxi schermi allestiti
all’interno e all’esterno dell’arena,
ogni competizione ha inizio con la
scelta casuale dei lottatori da par-
te di un computer.
Ci sono solo tre regole per il torneo:
la prima è che non si può uccidere
l’avversario, la seconda che è ne-
cessario rimanere nel ring mentre
si combatte e l’ultima che i combat-
tenti non possono lasciare l’arena
durante i giorni del torneo.
Ora, a 21 anni, voglio partecipare
al torneo e vincerlo, così da portare
avanti l’onore della mia corporazio-
ne.
È arrivato il mio momento. Sto en-
trando nell’arena. Sono l’ultimo. Mi
metto in fila con gli altri. Di fronte
a noi, su uno schermo, vengono
trasmesse immagini relative alle
vite di tutti gli sfidanti … c’è Kim
Bent, 47 anni, figlio del presidente
del torneo, capelli neri, la sua arte
marziale, tramandata dalla sua
famiglia, ha preso il nome di Bent
Do; c’è Joe Morrison, 32 anni, una
massa enorme di muscoli, capelli
biondi corti, esperto nel kick bo-
xing; Ali e Emma Hanson, due so-
relle, specializzate in arti assassi-
ne, entrambe ricercate da molte
corporazioni per aver ucciso alcuni
dirigenti; Milla Larter, una bellis-
sima ragazza di 20 anni, capelli
lunghi e castani, cresciuta fuori dai
territori americani, è stata allena-
ta dallo zio, un noto maestro di arti
marziali; Ivanov Ostrocov, un ex
soldato russo, la cui età è scono-
sciuta; Rodrigo Gonzalez, un lotta-
tore messicano, dai capelli castani,
mossi e corti, adora vantarsi della
sua forza e della sua possenza; Ray
Mc Firston, una specie di ninja,
maestro di ninjitzu; Yokazuma Ni-
hito, esperto lottatore samurai,
ultimo della dinastia dei coraggiosi
Samurai. E poi ci sono io, David
Master, combatto da quando avevo
12 anni, sono stato allenato da mia
nonna, che purtroppo ora non c’è
più, lei quando era giovane ha com-
battuto in vari tornei, ma ha vinto
una sola volta; era conosciuta con il
nome di Xeila “lottatrice del ven-
to”. Praticava una strana arte mar-
ziale che ha insegnato anche a me.
Il computer si accende e inizia la
scelta casuale del primo combatti-
Rubrica Con un pizzico di fantasia
Folkket di Davide Loconsole 2^C
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menti: Kim e Ray.
Eccoli sul ring. La voce fuori campo
ha dato il via. Kim affonda due pu-
gni e due calci. Ray si rialza e col-
pisce a sua volta. Kim tenta di at-
terrare Ray che da perfetto ninji-
tzu salta e fa delle acrobazie evi-
tando i colpi, anzi continua veloce-
mente a saltare e colpisce Kim che
cade a terra ripetutamente. Ray
vince quest’incontro.
Siamo arrivati al secondo Round:
ecco illuminarsi il mio nome e quel-
lo di Rodrigo.
Mentre sto per salire sul ring, Mil-
la mi augura buona fortuna.
Il mio sguardo è fisso negli occhi
del mio avversario. L’incontro ini-
zia. Cerco subito di colpirlo. Lui fa
altrettanto. Io faccio una capriola e
lo colpisco forte in faccia. Lui, ar-
rabbiato mi tira un pugno e poi un
altro seguito da un calcio, facendo-
mi cadere per terra. Sto sangui-
nando. Mi rialzo e salto, tentando
di colpirlo, ma lui si scansa, mi
prende e mi sbatte a terra. Mi dice
che io non so combattere e che non
sono all’altezza di partecipare al
torneo. Se pensava di intimorirmi
non ci riesce, anzi più arrabbiato di
prima, mi alzo e facendo una ruota
lo colpisco, poi gli tiro un montante
e un gancio, fino a stenderlo al tap-
peto. Ho vinto!
Per questa sera il torneo è finito.
Così sono tornato nella mia stanza
da letto e mi sono fatto la doccia.
Qualcuno ha bussato alla mia por-
ta. Quando apro, vedo Milla, che
mi chiede se volevo “evadere” da
quell’edificio. Io le dico che è vieta-
to, e che se ci scoprono ci eliminano
dal torneo. Ma lei risponde di ama-
re il rischio ed è sicura che non ci
faremo scoprire. Ed eccoci in disco-
teca. Sto ballando con lei. La musi-
ca ci fa dimenticare che domani
potremmo essere avversari sullo
stesso ring. Quei momenti sono
soltanto nostri e fra noi scocca
qualcosa di profondo.
E’ il secondo giorno del torneo. E
non vedo l’ora di iniziare. La sfida
tra Emma Hanson e Ivanov Ostro-
cov si risolve a favore di
quest’ultimo; mentre quella tra
Milla e Ali Hanson si conclude con
la vittoria di Milla.
E adesso tocca di nuovo a me… Ho
di fronte Yokazuma e questo incon-
tro stavolta sarà armato. Ho paura
perché lui è un esperto spadaccino.
La mia arma è una lancia, lui ha
una spada. Per difendermi ed evi-
tare che mi colpisca, non esito a
colpirlo ma lui velocemente para e
fa altrettanto, ferendomi sul petto.
Mi rialzo e lui con la spada spezza
la mia lancia e mi colpisce nuova-
mente, questa volta non solo con
la spada ma anche con due calci.
Riesco a rialzarmi e velocemente lo
disarmo, tirandogli una raffica di
pugni seguiti da una capriola e al-
tre acrobazie. Quando lui è inginoc-
chiato a terra, stordito dai colpi,
non esito a tirarli il colpo del K.O.
vincendo l’incontro.
Anche per quella sera avevamo
finito. Speravo di incontrare Milla,
ma non la trovo da nessuna parte.
Mentre rientro nella mia stanza
vedo arrivare Kim con suo padre,
tre guardie del corpo e Milla.
- Ciao David. – mi dice il signor
Bent mentre i suoi gorilla mi accer-
chiano
- Cosa volete da me?
- Le cose non sono andate secondo i
miei progetti. Mio figlio è stato
squalificato e questo non doveva
succedere. Doveva vincere lui.
- Ma io che colpa ne ho di questo.
- Per il momento nessuna.. ma do-
mani dovrai perdere contro mio
figlio Kim.
- Cosa!? Ma lui ha perso contro
Ray.
- Ecco, vedi ragazzo, Ray è stato
squalificato. Hanno trovato nella
sua stanza delle sostanze non am-
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Rubrica Con un pizzico di fantasia
messe di cui lui faceva uso... Che
imprudenza vero? – disse guardan-
dosi intorno e sghignazzando con i
suoi scagnozzi – E così mio figlio è
stato riammesso al torneo. Domani
gareggerai con lui.
- E quindi?
- Quindi dovrai perdere, ovvio, o
non rivedrai più questo bel faccino
– disse accarezzando il viso di Mil-
la che nel frattempo cercava di
liberarsi dalla stretta di Kim –
Siamo intesi vero?
La conversazione finisce lì. Il grup-
po mi lascia. Sconvolto, incrocio lo
sguardo di Milla. Sarebbero stati
capaci di tutto, ne ero conscio. Do-
vevo trovare una soluzione. Non
potevo perdere e allo stesso tempo
non potevo permettere che a Milla
fosse fatto del male. Ma cosa pote-
vo fare?
Siamo alla sera della finale. Ecco-
mi sul ring. La folla intorno è in
delirio. I nostri volti sono sugli
schermi. Milioni di persone segui-
ranno questo incontro. Era da tan-
to che la mia corporazione non
arrivava in finale e tutti confidano
nella mia bravura.
L’incontro ha inizio. Kim evita il
mio gancio e riesce a scaraventar-
mi dall’altra parte del ring. Io mi
rialzo e cerco di colpirlo, ma senza
successo. Senza darmi tregua mi
colpisce ripetutamente e mi sbatte
contro le corde, ma riesco a libe-
rarmi e con una capriola
all’indietro e una ruota lo aggancio
e lo sbatto a terra. Kim cerca di
divincolarsi ma la mia presa è sal-
da e per lui non c’è scampo. Ho
vinto.
Ma il mio incontro non è ancora
terminato. Scendo velocemente dal
ring e mi dirigo verso il signor
Bent che stava già puntando una
pistola alla testa di Milla. Riesco a
fargli sbagliare mira e il proiettile
si incastra nel muro sopra la sua
testa. Le guardie del corpo ci rag-
giungono immediatamente e tenta-
no di fermarmi, ma assieme a Mil-
la, che nel frattempo si era libera-
ta, riusciamo ad avere la meglio
sui nostri avversari. È tutto finito.
Ed eccoci davanti alle telecamere.
Il momento della verità è giunto. I
Bent vengono eliminati dal torneo
della Folkket. Il posto del signor
Bent sarà occupato da un Maestro
di Tae Kwon Do.
Era così che doveva andare. Il mio
nome è passato alla storia. La mia
vita ora scorre serena: Milla è ac-
canto a me.
finali di Minibasket, dalle rappre-
sentazioni teatrali alle premiazioni
degli alunni distintisi nelle varie
attività. È stato notevole l’impegno
che tutti hanno evidenziato
nell’organizzazione di queste gior-
nate e ciò si nota non appena si
entra nel padiglione della sede cen-
trale di Leporano dove si possono
ammirare alle pareti cartelloni
multicolori che presentano i lavori
svolti dalle classi dei vari ordini. Il
tema di quest’anno era “Il mare”.
Inoltre, sono stati presentati anche
i lavori inerenti il tema d’Istituto
dello scorso anno - “Il viaggio nei
ricordi” - che ha visto impegnati
tutti gli alunni nella ricerca di foto
d’epoca riguardanti la vita e le abi-
tudini che avevano i nostri nonni.
Il consueto appuntamento con le
manifestazioni di fine anno vedrà
coinvolti gli alunni a partire da
m a r t e d ì 5 g i u g n o c o n
l’inaugurazione della Mostra dei
lavori svolti durante l’anno scola-
stico. Tante sono le attività in pro-
gramma: dai Saggi musicali alle
Inaugurata la mostra di fine anno scolastico
2011/2012
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Davide Loconsole, ha 12 anni e frequenta la
classe 2°C.
È una persona simpatica e vivace a cui pia-
ce scherzare e stare in compagnia. Adora i
film, soprattutto i fantasy-horror. Il suo
film preferito è Resident Evil. Gli piace an-
che giocare alla Playstation e il suo gioco
preferito è Resident Evil (tanto per cambia-
re..).
Adora mangiare, soprattutto la carne, la
musica rock e quella pop.
Da grande vorrebbefare l’attore perché si
diverto a recitare e a fare le imitazioni.
Sebbene non gli piaccia il calcio, tifa Juve perché è una passione di fami-
glia.
A scuola non va tanto male, a parte la matematica che non è il suo forte.
Adora i gatti e infatti ha un gatto in casa.
Ha molta fantasia, infatti scrive spesso racconti. Di che genere? Horror,
ovviamente.. ☺
La nostra scuola non ha confini
Il programma delle Manifestazioni
CIAO SCUOLA..!! L’estate è ormai alle porte e l’anno scolastico si sta concludendo. Già dall’ultima settimana di maggio sono iniziate le varie manifestazioni e i saggi che testimoniano tutto il lavoro didattico svolto nel corso dell’anno da ciascun ordine di scuola.
C’è un velo di malinconia ricordando tutti i mo-menti trascorsi con i nostri compagni, e solo il pensiero di non rivederli, ci rattrista, anche se sappiamo che ci ritroveremo comunque sulle spiagge a vivere altre emozioni. Un ringraziamento è doveroso alla nostra presi-de Grazia De Punzio e a tutti i docenti che ci hanno sostenuto durante quest’anno scolastico. Speriamo che l’anno prossimo sia ricco e diver-tente come questo e che le insegnanti restino qui da noi e non che ci lascino perché sarebbe davvero un peccato. La Redazione…
Il Gemelli Magazine
è anche presente sul sito del
nostro Istituto
www.icsgemelli.it
Sabato 26 Maggio e Mercoledì 30 Maggio: “Musica e Cinema” - Piccolo Saggio musicale degli allievi
della S. Secondaria di 1° Grado di Gandoli
Venerdì 1 Giugno: Saggio Finale con Minipartite e staffette Progetto “Verso il minibasket” Classi 4^A e
4^B S. Primaria Leporano
Martedì 5 Giugno: Inaugurazione Mostra delle attività didattiche con proiezioni cd e dvd - Consegna
Diplomi alunni 5 anni sez.C S. Infanzia
Martedì 5 Giugno: Saggio Progetto “BUSHIDO” Classi 2^A – 3^A - 5^A/B S. Primaria Gandoli -
“Ginnastica olè!” Sez.E S. Infanzia Leporano
Mercoledì 6 Giugno: Musical “Il re leone” Sezz.A e C S.Infanzia Leporano
Giovedì 7 Giugno: Manifestazione fine anno: “Il mio amico mare” S.Infanzia e Sez.Primavera Gandoli -
PREMIAZIONI: 2a Edizione Olimpiadi di Matematica, Consegna medaglie Giochi Sportivi Studenteschi S.
Secondaria di 1° Grado, Consegna attestati Progetto “Dalla classe alla scuola alla vita”. Laboratorio di
cucina. - Musical “Notre Dame de Paris”: Progetto teatrale d’Istituto
Venerdì 8 Giugno : Piccoli allievi del corso: “Chi fermerà la musica?”. Decreto Ministeriale 8.-
Spettacolo teatrale “Cenerentola” Classi 3^A e 3^B S. Primaria Leporano.
Sabato 9 Giugno : Proiezione DVD documentazione attività didattica sez. Primavera Leporano.