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SI, L’IRAN VUOLE
LE BOMBA!
I DIECI MOTIVI CHE PROVANO I FINI
MILITARI DEL PROGRAMMA
NUCLEARE IRANIANO
+ la guida essenziale per immagini al
programma nucleare iraniano www.nopasdaran2.wordpress.com
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INDICE
- Introduzione………………………….…3
- Ecco le dieci prove: l’Iran vuole la
bomba…………………………………….4
- Conclusioni……………………………..9
- GUIDA ESSENZIALE PER
IMMAGINI AL NUCLEARE
IRANIANO………………………………10
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- Introduzione
L’intera diplomazia internazionale è concentrata oggi sul tema del
nucleare iraniano. Come noto, Teheran da circa dieci anni gioca al tiro
alla fune con le istituzioni mondiali, allo scopo di guadagnare tempo e
portare avanti l’arricchimento dell’uranio. Molti si chiedono quindi: ma
davvero Teheran vuole costruire la bomba nucleare? Quali prove
esistono che la Repubblica Islamica non vuole davvero usare
l’energia nucleare per scopi pacifici? Non dicono tutti che il petrolio
prima o poi finirà?
Bene, allora, vogliamo qui dimostrare in dieci precise affermazioni
come il programma nucleare iraniano sia stato sempre costruito e
portato avanti al preciso scopo di essere usato a fini militari e non
pacifici. Non intendiamo qui discutere se l’Iran abbia o no davvero deciso
di costruire la bomba atomica o solo raggiungere il know-how per poterlo
fare da un giorno all’altro. In questa sede, s’intende solo dimostrare che,
qualsiasi sia il punto finale di questa storia, l’effetto che produrrà
sull’intero continente asiatico sarà praticamente negativamente
irreversibile. Quest’articolo si ispira direttamente ad un lavoro
scritto nel novembre del 2011 per il sito Rèalitè EU da Bruno
Tertrais, Senior Research della Foundation Pour la Recherche Strategique
(FRS) e assistente speciale del Direttore per gli Affari Strategici del
Ministero della Difesa francese.
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- Ecco le dieci prove: l’Iran vuole la bomba!
Seguendo Bruno Tertrais, come suddetto, ci sono almeno dieci motivi
che provano le finalità militari del Programma Nucleare iraniano.
Le elenchiamo, molto chiaramente, di seguito:
1. La scoperta del programma nucleare iraniano è avvenuta tra
il 2002 e il 2003. La diffusione delle immagini dei siti nucleari di
Natanz e di Arak, però, non è avvenuta per volontà della stessa
Repubblica Islamica, ma grazie all’opposizione iraniana negli
Stati Uniti. L’Iran, in seguito, si è solo limitato a dover
ammettere la verità dei fatti. Dopo il 2003, inoltre, l’Iran ha
impedito agli ispettori internazionali AIEA di accedere ai siti
di Lavisan-Shian (presso Teheran) e Parchin, sospettati di essere
direttamente collegati con le ricerche in campo missilistico e di
detonamento di un ordigno nucleare. Il centro di Lavisan, in
particolare, è dal 1989 la sede del Physics Research Center
(PHRC), organo controllato direttamente dal Ministero della
Difesa iraniano e direttamente implicato nel programma nucleare
iraniano 1 . Il sito di Parchin, invece, è dedicato alla ricerca
missilistica e di esplosivi ad altro potenziale (come le bombe
nucleari, appunto…) 2 . Infine, l’Iran ha nascosto per anni
l’esistenza dell’impianto dedicato all’arricchimento
dell’uranio di Qom (il cosiddetto Fordow Fuel Enrichment
Plant-FFEP), un centro sotterraneo in cui si concentra
l’arricchimento dell’U-235 al 20%. Il sito di Qom è stato
denunciato nel settembre del 2009 dagli Stati Uniti, la Gran
Bretagna e la Francia3;
2. L’intero programma nucleare iraniano, sebbene formalmente
sotto il controllo dell’Organizzazione per l’Energia Atomica
dell’Iran (AEOI), è de facto nelle mani del Ministero della
1 http://www.iranwatch.org/suspect/records/physics-research-center-(phrc).html
2 http://www.iranwatch.org/privateviews/ISIS/perspex-isis-parchin-91504.htm
3 http://www.iranwatch.org/impact/impacts-clandestineiransiterevealed.htm
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Difesa iraniano. Questo “struttura parallela” è stata dimostrato
dagli stessi report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia
Atomica4 . Va ricordato che oggi, al comando del Ministero
della Difesa iraniano, c’è Ahmad Vahdi, ex membro dei
Pasdaran, inquisito a livello internazionale per la strage del
1994 all’AMIA, il centro culturale ebraico di Buenos Aires ed
inserito nella lista delle persone soggette a sanzioni internazionali
dal Dipartimento di Stato americano, per il suo coinvolgimento
del programma missilistico iraniano5;
3. Il programma nucleare iraniano non ha una logica razionale.
L’Iran, infatti, è il quarto produttore mondiale di petrolio (con il
5,3% delle riserve mondiali) e il secondo produttore mondiale di
gas con il 15,8% delle riserve mondiali6). Con una riserva simile,
l’Iran è praticamente energicamente autosufficiente e non ha alcun
motivo per sviluppare un programma nucleare. Gli stessi impianti
nucleari non sarebbero comunque in grado di soddisfare le
necessità di un reattore nucleare per un solo anno;
4. Il programma nucleare di arricchimento dell’uranio in Iran è
incoerente con gli obiettivi ufficiali dichiarati dal regime.
Teheran, infatti, afferma che l’arricchimento al 3% dell’uranio
serve ad alimentare i suoi impianti nucleari. La Russia, però,
garantisce il carburante necessario per l’unico reattore
attualmente funzionanti in Iran, ovvero quello di Bushehr. Il
regime ha annunciato la costruzione di un nuovo reattore presso
Darkhovin, ma sia gli impianti di arricchimento di Natanz che
quello sotterraneo di Qom, sono troppo piccoli per poter garantire
il carburante necessario ad alimentarlo. Tutte e due gli impianti,
però, sono compatibili con un programma nucleare a fini militari.
Nel febbraio del 2010, poi, l’Iran ha annunciato
l’arricchimento dell’uranio al 20%, allo scopo ufficiale di
alimentare il reattore di Teheran (TRR) usato a scopi di ricerca
medici. La verità, però, è che il regime non ha attualmente il
4 http://www.iaea.org/Publications/Documents/Board/2011/gov2011-65.pdf
5 http://en.wikipedia.org/wiki/Ahmad_Vahidi
6 http://en.wikipedia.org/wiki/Energy_in_Iran
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know-how per produrre le barre di combustibile per questo
particolare reattore. L’arricchimento al 20%, invece,
rappresenta il necessario passaggio intermedio per arricchire
l’U-235 al 90%, percentuale necessaria per produrre un
ordigno nucleare. Infine, nel 2011, l’Iran ha annunciato
l’intenzione di trasferire l’intero arricchimento dell’uranio al 20%
nell’impianto sotterraneo di Qom e di triplicare la produzione di
uranio arricchito al 20%;
5. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha
dimostrato che l’Iran possiede i documenti che spiegano
come realizzare un ordigno atomico. Nel 20087 Olli Heinomen,
all’epoca Vice Direttore Generale dell’AIEA, presentò ai
diplomatici internazionali un documento che in quindici pagine,
dimostrava come l’Iran, tramite il network del ricercatore
pakistano Khan, avesse ricevuto nel 1987 non soltanto le
istruzioni per arricchire l’uranio, ma anche quelle concernenti la
trasformazione di quest’uranio arricchito in sfere (passaggio
necessario per la creazione del nocciolo che costituisce il cuore
dell’ordigno atomico) e la successiva trasformazione in un ordigno
in grado di essere caricato su missile balistico di tipo Shahab-3.
Olli Heinonemen, quindi, descrisse con precisione tre progetti: il
cosiddetto “Progetto 5”, centrato su come trasformare l’uranio
estratto dalle miniere in esafluoruro di uranio, il famoso Uf6,
passaggio necessario per arrivare poi all’arricchimento dell’isotopo
U-235; il “Progetto 110” che descriveva precisamente un test
nucleare di materiale altamente esplosivo; il “Progetto 111” che
illustrava come costruire una testata in grado di essere caricata,
come suddetto, su un missile Shahab-38.
6. E’ stata provata la collaborazione dell’Iran con il tecnico
russo Vyacheslav D., esperto di nanotecnologie che, al tempo
della Guerra Fredda, aveva lavorato nella Los Alamos sovietica,
ovvero il centro nucleare di Chelyabinsk-70 in Siberia. Gli
iraniani lo avvicinarono nel 1992 e, proprio grazie ai suoi
7 http://www.thecuttingedgenews.com/index.php?article=533
8 http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,701109,00.html
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insegnamenti, nel 2003 condussero un test di detonazione su
una sfera di diametro di 27,5 centimetri avvolta in un guscio
di alluminio9.
7. L’Iran sta costruendo un reattore ad acqua pesante nel centro
di Arak, senza un chiaro motivo. Un reattore ad acqua
pesante, però, è perfetto per produrre il Plutonio 239, altro
materiale fissile usato per la costruzione della bomba atomica.
Inoltre, i reattori di acqua pesante richiedono, per funzionare,
uranio a bassissimo arricchimento, un fattore che praticamente
non soggetti ai controlli previsti dai trattati internazionali10;
8. Grazie alla collaborazione con la Corea del Nord, l’Iran ha
sviluppato un programma missilistico a lunga gittata,
perfettamente in linea con le necessità relative al trasporto di
un ordigno nucleare. Il missile Shahab-3, testato nel 2003 in
diretta televisiva in Iran, è totalmente fondato sulla tecnologia del
missile nordcoreano No-Dong. La Corea del Nord, Paese in
possesso dell’arma atomica sembra, infatti, essere uno degli Stati
ispiratori del programma nucleare iraniano: nel 2010, quindi, la
Corea del Nord ha fatto esplodere due ordigni atomici, uno basato
proprio sull’uranio U-235 arricchito oltre il 90%. Secondo il
giornale Die Welt, questo test sarebbe stato condotto per conto
dell’Iran11;
9. L’Iran ha rifiutato di ratificare, dopo averlo firmato nel 2003,
il Protocollo Aggiuntivo sulla Non Proliferazione Nucleare. Il
nuovo Protocollo avrebbe garantito agli ispettori internazionali
l’accesso a tutti i siti sospetti. Va inoltre ricordato, che nel viaggio
compiuto nel febbraio del 2012, l’Iran ha negato agli ispettori
dell’AIEA l’accesso al sito militare di Parchin, sospettato di essere
9 Ibidem
10
http://en.wikipedia.org/wiki/Heavy_water_reactor 11
http://nopasdaran2.wordpress.com/2012/03/05/liran-ha-gia-testato-la-sua-prima-bomba-atomica-in-corea-del-nord/
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coinvolto nei test per l’esplosione di un ordigno nucleare e nello
sviluppo del programma missilistico iraniano12;
10. Da oltre dieci anni, Teheran gioca al gatto e la volpe con la
diplomazia internazionale. Nel 2009, l’Iran ha rifiutato la
proposta del 5+1 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia,
Cina e Germania) di trasferire in un Paese straniero tutto il
suo uranio arricchito al 3%, allo scopo di arricchirlo al 20%
senza sospetti e ottenere in cambio barre di combustibile
nucleare per alimentare il reattore di Teheran. Nel maggio
2010, però, l’Iran aveva accettato di trasferire solo 1200 kg di
uranio a basso arricchimento in suolo turco per ricerverlo
arricchito al 20% in un secondo momento. All’epoca dell’accordo,
l’Iran possedeva ben 2300 kg di uranio arricchito al 3% (1200 kg,
quindi, non rappresentavano neanche la metà dell’uranio in
possesso di Teheran…). Gli iraniani, inoltre avrebbero anche
potuto mandare i loro esperti in Turchia per controllare le
modalità di arricchimento dell’uranio a percentuali più elevate…13.
12
http://www.cadoinpiedi.it/2012/02/22/liran_nega_agli_ispettori_aiea_laccesso_al_sito_nucleare_di_parchin.html 13
http://www.guardian.co.uk/world/julian-borger-global-security-blog/2010/may/17/iran-brazil-turkey-nuclear
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- Conclusioni
E’ ormai davvero indubitabile che l’Iran intenda giungere ad avere la
capacità per costruire un ordigno nucleare. I servizi segreti americani e
israeliani discutono ancora se, nell’establishment iraniano, si sia presa
già la decisione di costruire la bomba atomica o di attestarsi fino alla
soglia del know-how necessario per poterla assemblare in tempi brevi
(come fu il caso del Brasile).
Qualunque sia la verità, resta il fatto che il programma nucleare iraniano
sta avendo – e continuerà ad avere – effetti deleteri sia sul piano
internazionale che sul piano nazionale. In ambito internazionale, infatti,
il programma nucleare iraniano sta già cambiando la geopolitica
regionale determinando instabilità e proliferazione. Praticamente tutti
gli Stati sunniti (Turchia in testa), stanno pensando allo sviluppo di un
loro programma nucleare. A livello nazionale, ovvero all’interno
dell’Iran, i Pasdaran stanno praticamente conquistando ogni livello della
società iraniana, a cominciare dalla politica e l’economia. Il programma
nucleare è, come detto, gestito dal Ministero della Difesa iraniano –
guidato oggi dal Pasdaran Vahidi – e controllato materialmente dalle
stesse Guardie Rivoluzionarie (IRGC). La libertà in Iran è sempre più
una chimera e quotidianamente l’oppressione e la tortura sono usati
contro gli oppositori politici, i giornalisti sgraditi al regime e le
minoranze.
Permettere alla Repubblica Islamica di proseguire con questa
politica determinerà un colpo diretto agli interessi della Comunità
Internazionale in Medioriente (dove l’Iran arma e finanzia Hezbollah,
Hamas e la Siria) e in Asia (dove l’Iran controlla mezzo Iraq e arma i
Talebani) e riporterà l’orologio dei diritti civili della popolazione
iraniana indietro di almeno dieci anni (nessuno dimentichi la
soppressione violenta del Movimento degli Studenti nel 1999 in Iran).
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I PRINCIPALI SITI NUCLEARI IN IRAN
Arak
Vicino alla città di Arak l’Iran sta lavorando alla costruzione di un
reattore ad acqua pesante, idea per la produzione del materiale fissile P-
239 necessario alla costruzione di una bomba atomica al plutonio
(immagini ISIS).
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Natanz
E’ qui che il regime iraniano concentra la sua produzione di uranio
arricchito al 3%. In questo impianto, infatti, sono stati sinora prodotti
4922 kg di uranio a basso arricchimento nella sezione dell’impianto
denominata FEP (Fuel Enrichment Plant). In un’altra sezione,
denominata Pilot Fuel Enrichment Plant (PFEP), Teheran ha arricchito
79,7 kg di uranio arricchito al 20%. L’arricchimento avviene per mezzo
di centrifughe IR-1, ma l’Iran sta anche cominciando ad installare nuove
centrifughe più veloci di tipo IR-2. (immagini ISIS).
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Qom
Il sito sotterraneo di Qom, denominato Fordow Fuel Enrichment
Plant (FFEP) è uno dei centri chiave del programma nucleare
iraniano. Qui l’Iran intende concentrare, nel prossimo futuro,
buona parte della produzione di uranio arricchito al 20%. Va
ricordato che l’impianto è stato rivelato nel 2009 da Stati Uniti,
Gran Bretagna e Francia. Sinora, in questo impianto, sono stati
prodotti al 13,8 kg di uranio arricchito al 20%.
14 | P a g e
Parchin
Il sito di Parchin è dedicato alla ricerca in materia di esplosione
di materiale ad alto potenziale e allo sviluppo del programma
missilistico iraniano. Sinora il regime ha negato l’accesso agli
ispettori internazionali al sito di Parchin, adducendo che non ci
sarebbe alcun obbligo internazionale che lo prevede.
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GLI UOMINI CHIAVE
LA GUIDA SUPREMA ALI KHAMENI IL PRESIDENTE AHMADINEJAD
AHMAD VAHIDI, MINISTRO DELLA DIFESA MOHAMMAD JAFARI, CAPO DEI PASDARAN
ALI AKHBAR SALEHI, MINISTRO DEGLI ESTERI FEREYDOUN ABBASI, CAPO DELL’AIOI
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REPORT A CURA DELLA REDAZIONE DI:
# NO PASDARAN
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