pag. 1
Uova a regola d’arte Di tradizione in tradizione Strano ma vero
IC Itis “M. R. Padre Giovanni Bonsignori” Remedello (Bs)
Intolleranze e dintorni… Stranezze dal mondo…
1001 UOVO
pag. 2
Scoprire e capire il mondo Corpo umano
Intolleranze e dintorni (Silvia Sartori) Quando i cibi non sono buoni come sembrano. Le allergie ai cibi e i danni che comportano. Pag. 6
Curiosità
Ci sono leggi e leggi (Mattia Zani) Quando l’illogicità raggiunge l’apice con le leggi più strane al mondo. Pag. 10 Natura
Pesci o mostri marini (Mattia Moebini e Diego Raimondi) Stranezze dalla natura Pag. 12 Dossier - Rubrica com’è fatto
Le forme dell’uovo - In tutti i panieri(Marco Pietta) Tanti modi di dire uovo Pag. 15 Cultura
L’uovo di Colombo (Singh Karmanpreet) Stranezze dalla natura Pag. 16 Cultura
Pysanka (Davide Ravelli) Uova decorate Pag. 19 Arte
L’arte dell’uovo (Marzia Ferrari) Da Fabergè uova preziose Pag. 21 Società
Il popolo dice… (Kacper Porucznik) Pag. 23 Mistero
Uova simboliche (Najlae Haytom) Pag. 24
Come funziona
Sperimentando… (Emanuele D’Amodio – Mattia Zani) Pag. 25 Tecnologia
Invenzioni dal Giappone (Gabriele Russo – Francesco Guerreschi) Tecnologia Kindogu Pag. 27 Cultura
L’Italia delle tradizioni (Andrea Silvestro) Pag. 28 Conclusioni
Conclusioni generali (Prof.ssa Rosagrazia Valitutto)
Conclusioni e ringraziamenti Pag. 30
pag. 3
INTOLLERANZE
E DINTORNI
pag. 4
pag. 5
ALLERGIE ED
INTOLLERANZE TRA
DUBBI E CERTEZZE
COSA SONO LE
INTOLLERANZE?
Capita a volte, pur senza
essere affetti da una
malattia precisa, di
soffrire di disturbi
ricorrenti e persistenti di
cui non si riesce a venire
a capo: gonfiori, capogiri,
stanchezza cronica,
dermatiti o improvvisi
cambiamenti di peso, ma
anche anemia ed
insonnia. La causa
potrebbe essere un’
intolleranza alimentare.
Negli ultimi anni questo
fenomeno si è ingigantito
in maniera esponenziale.
Le Intolleranze sono delle reazioni
dell’intestino a certi cibi
caratterizzate da una reazione lenta
e progressiva dell’intestivo che non
tollera l’ingestione di certi alimenti,
come ad esempio il grano, i latticini
o le uova.
Ma che cosa sono le intolleranze?
Le intolleranze sono delle reazioni dell’indestino, a certi cibi, caratterizzate da una reazione lenta
e progressiva dell’indestino, che non tollera l’ingestione di certi alimenti, come ad esempio il
grano, i latticino o le uova. Ma allora non sono allergie? Si, non lo sono. Le allergie, sono la
“risposta” cioè, delle reazioni del sistema immunitario nei confronti di sostanze solitamente
innocue, come ad esempio: il polline, profumi, polveri, vaccini, ma anche alcuni cibi, come latte,
uova, frutta o verdura, i cui sintomi, si manifestano in modo “violento” e sono di tipo cutaneo e/o
respiratorio. Mentre, per quanto riguarda la diagnosi, prevede esami del sangue e test cutanei.
È l’indestino che si ribella ai cibi “sbagliati”.
Le persone che sono affette da intolleranze accusano disturbi per anni, provando ogni tipo di
cura senza accorgersi che tutto può dipendere da un certo alimento non gradito al loro
pag. 6
metabolismo.
L'intolleranza può
essere, dunque, il
sintomo di una reazione
dell’organismo a cibi
comuni, insospettabili,
ma che costituiscono
un’alimentazione
tossica, capace di dare
luogo a numerosi
problemi. Quando
questi cibi sono assunti
a lungo e in quantità
elevate, creno un
accumulo di sostanze
sgradite, che sono
causa di vari disturbi,
coinvolgendo il sistema
immunitario, i cui
sintomi aumentano con
il tempo colpendo
l’indestino, la cute e, in
alcuni casi, le vie
respiratorie.
Per quanto riguarda la diagnosi, questa, si effettua con esami specifici. Tra le diverse intolleranze,
quella più diffusa è la celiachia.
La celiachia: la mia storia.
Ho scoperto cinque anni fa di essere celiaca, cioè intollerante al glutine. All’inizio non avevo ben
capito come comportarmi. Ero del tutto spaesata. È difficile per un genitore, spiegare al proprio
figlio, che non può mangiare la merendina tanto pubblicizzata. Siamo diversi, è inutile negarlo,
mangiare quella “merendina” ci fa star male. All’inizio fu tutto molto difficile, anche i miei
genitori erano inesperti e compravano il cibo in farmacia, già questo mina la tua psiche. Non ho
mai mangiato niente di più schifoso in tutta la mia vita! Mi sentivo sempre più distaccata dalla
vita degli altri. Con il passare degli anni i prodotti sono aumentati e sono disponibili anche nei
supermercati: alcuni sono anche gustosi.
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Grazie ad un regime alimentare controllato e free glutine, oggi non accuso più dolori addominali,
debolezza, stanchezza. Ho anche ripreso peso. Nel frattempo, dopo averne passate tante, ho capito
che lamentarsi non serve a niente e che esistono cose peggiori di una dieta perenne.
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“…è lecito tutto quello che non è vietato
per legge…”
Le leggi regolano la
condotta individuale
o comune di ognuno
di noi affinché si
possa vivere nel
rispetto della propria
libertà e di quella
altrui.
Paese che vai e legge che trovi.
Di paese in paese, di epoca in epoca, le leggi hanno subito dei cambiamenti, ciò che era lecito ieri, oggi
non lo è più, come possiamo constatare da una legge dello York secondo la quale: “si può uccidere uno
scozzese all’interno delle antiche mura della città, ma solo se questi ha in mano arco e frecce”.
Ma le leggi cosa sono? Sono dei principi, delle norme che regolano i comportamenti etico-sociali degli
uomini. Si basano sulla natura stessa dell’uomo perché è proprio per disciplinare questa che vengono
emanate. Bisogna, quindi, sempre ricordarsi che le leggi sono create dall’uomo e da esso vengono anche
infrante. Certo però che, se nel Vermont, “le donne hanno bisogno del permesso scritto del marito per
mettere i denti finti”, capirete che infrangerle non è molto improbabile.
Volendo fare un viaggio nella legalità del nostro e degli altri paesi del mondo, ci si imbatte spesso in leggi
assurde. Ovviamente tali norme sono state approvate a pubblicate sicuramente per una buona ragione, ma
se poi sono entrate in vigore è perché qualche strana persona ha fatto un determinato tipo di azione.
Ma queste leggi esistono davvero? Certo! È solo che a noi risultano bizzarre (e lo sono!) perché
risalgono a tempi ed epoche lontane dalla nostra, dove tutto era diverso usi,costumi e soprattutto
mentalità.
Magari sarebbe opportuno che i legislatori rileggessero i codici per poter abrogare tutte queste bizzarrie.
E in Italia? Tranquilli ne abbiamo anche noi di leggi strane, tra le tante ce ne è una sull’ombra,
praticamente se con la sporgenza della tenda di un locale, il proprietario “invade” il suolo pubblico deve
pagare un’imposta per l’occupazione dello stesso.
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E ancora “se si eredita un’auto del valore di 100 euro sei costretto a pagarne circa 500 per intestartela, per
questo motivo in Italia un sacco di “ morti guidano ancora”.
In Alaska è lecito
sparare ad un orso ma
è vietato svegliarlo per
fargli una foto.
Nello Stato di New York è
vietato camminare
all’indietro mangiando
noccioline mentre c’è un
concerto.
Dal 1313 in Inghilterra è rigidamente
vietato indossare un’armatura in
Parlamento.
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Il Regaleco un mostro marino ancora misterioso.
Si scoprirà qualcosa su questo pesce?
Il pesce osseo più lungo al mondo
Regaleco o pesce remo così chiamato per via
della sua forma allungata, potrebbe essere una
prova che i mostri marini esistano davvero. Un
pesce che può raggiungere anche gli 11 metri (da
quello che sappiamo), ma perfino i 17 così
proclamato il pesce osseo più lungo al mondo.
Avvistato in alto mare ma anche su fondali bassi
dove sempre più spesso bagnanti e turisti
riescono a fotografarlo. In Giappone i suoi
avvistamenti sono associati all’arrivo di
terremoti. Gli scienziati pensano invece alle
maree rosse. Il perché è ancora un mistero.
LE SUE CARATTERISTICHE CORPOREE.
Ha un corpo allungato e nastriforme, piuttosto
fragile, di colore argento e striato da barre
oblique scure, con la pelle cosparsa di piccoli
tubercoli. La testa corta, è azzurrognola. Gli
individui giovani hanno una serie di denti
finissimi per mascella che scompare negli adulti.
Si caratterizza per una pinna dorsale che percorre
tutto il suo corpo, di colore rosso vivo, per la
presenza di una cresta di "raggi" posti sopra la
testa e per due lunghe pinne pelviche simili a
remi. La parte fondamentale di questo pesce è
senza dubbio la lunghezza che può raggiungere la
lunghezza di 17 metri sebbene normalmente non
superi i 3 metri e, di conseguenza, il peso può
raggiungere diversi quintali. Per questo motivo, è
da molti considerato il pesce osseo più lungo al
mondo. Le dimensioni lo rendono quasi immune
dai predatori. Il regaleco è un pesce innocuo e
vive normalmente ad una profondità intorno ai
200 metri. Purtroppo, di loro si sa ancora molto
poco ed i continui spiaggiamenti permettono
sempre di aggiungere un tassello sulla biologia di
questo pesce. Il regaleco è stato descritto per la
prima nel 1772 da Peter Ascanius e se fino a poco
tempo le uniche notizie del regaleco venivano
dagli esemplari conservati nei musei un team di
scienziati sta cercando di ricreare la mappa
genetica di questo strano pesce. La loro presenza
sottocosta è comunque un evento raro. Dal 1700
non sono stati segnalati più di 500 pesci regaleco
in particolare in Australia, Usa, Messico, Costa
Rica, Giappone e California.
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Pesce Blob o
pesce misterioso?
Il pesce gelatinoso
più brutto del mondo
Rappresentiamo questo pesce come il più brutto
del mondo. Questa specie vive nell'Oceano
Pacifico sudoccidentale, nelle acque costiere
australiane meridionali, a una profondità
compresa tra i 600 e i 1.200 metri. Attualmente è
a rischio di estinzione a causa della pesca a
strascico sui fondali. Purtroppo su questo pesce
nessuno sa molto, ma le ricerche continuano ogni
giorno; anche se difficile a causa del rischio di
estinzione.
LE SUE CARATTERISTICHE CORPOREE.
Presenta un corpo flaccido, poco compresso ai
fianchi, con testa grossa e occhi grandi. Le pinne
sono ampie e arrotondate. La livrea è semplice:
tutto il corpo è grigio rosato, chiazzato di bruno.
La bocca e le labbra sono bianco-rosate. La carne
di questo pesce è costituita per la maggior parte
da una massa gelatinosa di densità leggermente
inferiore a quella dell'acqua, che gli permette di
galleggiare sopra il fondale senza sprecare
energie nuotando. A causa dell'inaccessibilità del
suo habitat, è stato studiato e fotografato
raramente in natura.
Raggiunge una lunghezza massima di 30 cm.
Per il suo aspetto è stato votato come "animale
più brutto del mondo", venendo eletto come
mascotte della Ugly Animal Preservation Society.
Figura 1 Due esemplari di regaleco di
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PESCE BLOB
Pesce Blob sotto osservazione in America
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LE FORME DELL’UOVO
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Come funziona:
Dal produttore al
consumatore
L’uovo è uno degli alimenti più conosciuto e più
usato al mondo. I nostri bisnonni praticavano sul
guscio un piccolo foro, fatto con un ago, e poi
SLURP!, lo risucchiavano. Ecco fatto! La
colazione era appena stata consumata. Una volta
le uova le trovavi nel pollaio o dal vicino, le
galline razzolavano felici nell’aia, oggi questo
quadro bucolico è svanito e le uova le troviamo
nei supermercati.
Nella grande distribuzione non troviamo solo
quelle “classiche” di gallina, ma anche quelle di
altri volatili come quaglia, anatra, struzzo o
caviale, che se pur di pesce sempre di uova si
tratta.
Da dove arrivano? Dagli allevamenti.
Ci sono quelli biologici o quelli che utilizzano
gabbie.
Ma cosa avviene negli allevamenti? Le galline si
sa producono uova non solo per le torte ma anche
per fare i pulcini, ora, un tempo, le galline dopo
aver deposto le uova se ne prendevano cura, le
scaldavano e poi nascevano i pulcini. Oggi
invece, di questa antica pratica, se ne occupa
“l’incubatoio”, così le mamme non si stressano e
possono produrre le uova destinate alla vendita.
Le giovani gallinelle, però, non producono prima
dei cinque mesi di età, perciò questo processo
deve essere accelerato, quindi vengono
ingabbiate in appositi capannoni e vengono
sottoposte a lampade termiche, ma non per
abbronzarsi, bensì, per farle crescere più
velocemente. Anche il cibo è appositamente
studiato per tale scopo, infatti contiene degli
additivi che stimolano l’appetito, perciò più
mangiano più velocemente abbattono le barriere
naturali della crescita.
In Italia esistono diversi tipi di allevamento
intensivo per la produzione delle uova. Dal 01
Gennaio 2012, quello in batteria è considerato
fuorilegge, in quanto, le galline erano stipate in
pochi centimetri quadrati, e la loro vita era solo
mangiare e produrre. Ad oggi non tutti gli
allevamenti si sono adeguati. L’attuale
allevamento in gabbia, prevede un’aggiunta di
spazio per le galline, un nastro trasportatore,
contenente cibo, che gira continuamente e un
ulteriore nastro per la raccolta delle uova. Nel
capannone vi possono essere diversi piani.
Solitamente qui il sole non tramonta, infatti, le
luci sono quasi sempre accese, così le galline si
“sfasano” e mangiano in continuazione per
produrre, produrre, produrre…….
pag. 15
C’è poi l’allevamento a terra (si fa per dire),
perché sotto le zampe degli animali c’è una
griglia, il dato positivo è che possono andare a
zonzo nel capannone. L’allevamento biologico è
quello in cui si utilizza l’80% di mangime
biologico e le galline passano parte del loro
tempo all’aperto, inoltre, il numero degli ospiti è
minore rispetto ai casi precedenti, ma i problemi
di stress ed aggressività sono gli stessi anche
perché quando rientrano nel capannone non
stanno così comode. Parliamoci chiaro, le uova
Bio costano di più e sono solo una moda.
Il codice impresso sulle uova serve per la tracciabilità del
prodotto
pag. 16
L’uovo di Colombo
Dopo anni e anni passati a cercare un modo
per far star dritto un uovo arriva lui,
Cristoforo Colombo, e in un batter
d’occhio ci riesce. Il suo uovo diventa così
quasi più famoso della sua scoperta.
Secondo un aneddoto popolare ancora tutto
da dimostrare, Colombo, invitato ad una
cena con dei gran signori spagnoli, sente
sminuire la sua impresa, la scoperta del
Nuovo mondo. I gentiluomini, sostenevano
che chiunque, con i mezzi del genovese,
avrebbe potuto compiere la scoperta.
Chiaramente indignato, Colombo, sfidò i
nobili chiedendo loro di far stare dritto un
uovo sul tavolo. I signori tentarono e
ritentarono, ma invano, così dovettero
rinunciare all’impresa implorando il
navigatore perché risolvesse il problema.
Egli, subito, provocò una piccola rottura
all’estremità dell’uovo e lo posizionò sul
tavolo dove rimase ben dritto davanti agli
occhi dei presenti, i quali subito si
lamentarono dicendo che anche loro
avrebbero potuto farlo, al che Colombo
rispose : “La differenza, signori miei, è che
voi avreste potuto farlo, io invece l’ho
fatto!”
Vero o falso che sia, l’aneddoto ci insegna
che si possono trovare soluzioni semplici
anche a problemi apparentemente
impossibili.
Singh Karmpreet.
Figura 2 Colombo rompe l'uovo di William Hogarth
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Pysanka Uova di Pasqua o arte? Tra simboli e colori le
tradizioni di un popolo, quello ucraino.
Quando pensiamo alle uova di Pasqua subito la
nostra mente ci porta in un mondo fantastico fatto
di cioccolato di tutti i gusti e sorprese di ogni
tipo. Ma nella vecchia Europa c’è una nazione
che delle uova di Pasqua ha fatto una vera e
propria arte, ma non per i maestri cioccolatieri:
l’Ucraina.
Pysanka è la tradizione ucraina di dipingere le
uova di Pasqua con dei disegni folcloristici
tradizionali. Da secoli si tramanda questa
tradizione. È una vera e propria arte, piena di
immagini simboliche. I design variano da regione
a regione, da villaggio a villaggio. Ci sono le
uova con raffigurazioni geometriche.
L’uovo viene solitamente diviso in quadrati da
linee rette che formano triangoli, quadrati o altre
figure all’interno delle quali ci sono altre
immagini e forme. Ad esempio i triangoli
rappresentano le nuvole, ma anche la Trinità. Le
onde possono rappresentare l’acqua e quindi il
mare, la pioggia.
Le uova Berehynia hanno come raffigurazione
prevalente la dea. È simbolo della vita e della
morte. Da un lato è una vita che dà la madre, il
creatore del cielo e degli esseri viventi, e
l’amante di acqua celeste (la pioggia), su cui si
basa la fertilità e la fecondità. Dall’altra, lei era il
controllore spietato dei destini. Solitamente è un
essere alato o immagine alata.
Chiaramente mille altri sono i simboli che si
possono ammirare su queste opere. Simboli che
vanno da quelli di cui abbiamo parlato ad altri
come quelli religiosi come le croci o l’occhio di
Dio, oppure i serpenti, oggetti di uso quotidiano
siano essi lavorativi che personali come aratri,
pag. 18
setacci o pettini. I simboli più comuni sono quelli
associati alle piante e a tutte le sue parti, perciò
troviamo raffigurazioni di alberi, fiori, foglie,
frutta e anche l’albero della vita.
Anche i colori hanno un loro simbolismo.
Anticamente la tavolozza dei colori era molto
limitata e si basava sui colori presenti in natura.
Giallo, rosso, verde, marrone e nero erano i colori
dominanti. Nell’800 si sono poi aggiunti il blu e
il viola.
Il rosso ha molti significati, principalmente
rappresenta il sangue vitale, ma anche l’amore, la
gioia.
Il nero è un colore “sacro” è associato all’aldilà,
ma non in senso negativo.
Il giallo è simbolo di luce, luna, stelle ma anche
l’agricoltura.
Il verde rappresenta la resurrezione della natura e
della vegetazione.
Il museo dell’uovo è una struttura architettonica,
un museo appunto, che si trova nella città di
Kolomyja. Antistante al museo c’è una
gigantesca costruzione, inconfondibile, si tratta di
un uovo anzi di un pysanka difatti è interamente
decorato, sia all’esterno che all’interno. Il museo
offre una collezione di oltre 10.000 uova
decorate, provenienti da tutto il territorio locale e
non solo. Molti pysanka provengono da Paesi
come la Bielorussia, la Romania, la Polonia ma
anche dagli Stati Uniti o dal Pakistan. Molti sono
i pysanka moderni, ma tantissimi sono del XX e
del XIX secolo.
pag. 19
L’ ARTE DELL’ UOVO
L’UOVO NELL’ARTE
L’uovo, l’alimento più diffuso, il cibo umile,
simbolo di resurrezione: esplode nell’arte. Il
colore, le rotondità ne hanno fatto uno degli
oggetti tra i più raffigurati o riprodotti dagli
artisti. Immancabilmente associamo alle uova il
nome di Fabergè.
Le sue opere sono realizzazioni di alta gioielleria,
ideate secondo lo stile delle uova di pasqua, e
impreziosite da ogni tipo di gemma preziosa.
Fabergè e i suoi orafi progettarono e costruirono
il primo uovo nel 1885 su commissione dello zar
di Russia Alessandro III, il quale voleva fare una
sorpresa alla moglie. La zarina fu così contenta
che il marito nominò l’artista “gioielliere di
corte” e lo incaricò di costruire un uovo ogni
anno, a Pasqua, ma sempre unico. Come tutte le
opere d’arte alcune uova, data anche la quantità
di gemme, hanno un cospicuo valore.
Queste uova non solo solamente ricoperte di
preziosi, ma al loro interno possono custodire
altre piccole opere, possono essere orologi,
contenere carillon e tutto ciò che si vuole.
Ma l’artista delle uova non è solo Fabergè, ci
sono pittori famosi che hanno utilizzato le uova
come soggetto principale per i loro dipinti. È il
caso di Salvador Dalì che afferma che : “ la mia
pittura gastronomica, spermatica, esistenziale”.
pag. 20
Questa sua affermazione si traduce nella sua arte
si basti pensare ai suoi quadri con uova fritte al
tegamino, senza tegamino o penzolanti da
cucchiai surrealisti o la nascita dell’uomo.
Tanti altri sono gli artisti che hanno usato le uova
nelle loro opere, da Velàzquez con la sua “
Friggitrice”
a Renè Magritte e il suo uovo in gabbia
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Romper le uova
nel paniere
Cercare il pelo
nell’uovo
È nato prima l’uovo o la
gallina?
Trovare la
gallina
dalle uova
d'oro.
Meglio un
uovo oggi
che una
gallina
domani.
PERLE DI SAGGEZZA
I proverbi sono è delle massime che hanno lo
scopo di dare giudizi o consigli. Molto spesso
sono in rima, generalmente riportano la verità o
quello che la gente ritiene sia vero. I proverbi
sono frutto della saggezza popolare. Ma molti
proverbi sono comuni a più Paesi. Tanti sono
quelli che parlano di uova.
tt
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Non solo cibo: il
simbolismo delle uova.
Certamente se pensiamo alle uova le prime
immagini che ci vengono in mente sono la
gallina, i pulcini o una bella frittata. Ma le uova
racchiudono in sé non solo il tuorlo e l’albume
bensì un grande simbolismo, che affonda le sue
radici nella notte dei tempi. È il simbolo
dell’origine della vita, è simbolo di fertilità. È
l’incubatrice dentro la quale è racchiusa la vita
che si sviluppa e matura per poi uscire al
momento giusto. La sua forma perfetta non ha né
inizio né fine. Leggendo l’uovo in questo modo
lo possiamo associare subito alla donna, destinata
a produrre l’ovulo che sarà poi fecondato per
generare una nuova vita.
Nella mitologia greca, l'uovo viene contemplato
nel mito della regina Leda, moglie di Tindaro, re
di Sparta. Un giorno, mentre era sulle sponde del
fiume Euroto, Zeus, invaghitosi di lei, la sedusse
sotto la forma di un candido cigno e si accoppiò
con lei. Quella stessa notte Leda giacque anche
con suo marito. In seguito Leda partorì un uovo
allo schiudersi di questo nacquero due gemelli,
Castore e Polluce, sono commemorati nella
costellazione dei Gemelli, ed è ad essi che, nella
successiva trasposizione cristiana, si sono ispirate
le leggende dei due santi Cosma e Damiano,
protettori dell'ordine medico.
Figura 3Leda e il cigno, Jacopo Carrucci da Pontormo (olio su tavola, 1512-1513, Galleria degli Uffizi, Firenze)
In alchimia abbiamo la divisione dell'Uovo ad
opera del filosofo, rappresentata in un’ incisione
, tratta da un trattato del filo-rosacrociano Michel
Majer, lo "Scrutinium Chymicum". La rottura
dell'Uovo, contenente il pulcino (la Pietra
Filosofale) doveva avvenire per mezzo del fuoco
(la spada). L'edificio quadrato sulla sinistra, dal
quale provengono delle fiamme, non è altro che
un'altra raffigurazione simbolica dell'Athanor, e
si noti anche il numero dei merli sopra il muro di
fondo, che è, ancora una volta, sette.
Figura 4L'Uovo dei Filosofi (Michel Majer, Scrutinium Chymicum, 1687)
pag. 23
Sperimentando…
1) UOVO ALLE STRETTE
Dato il nostro dossier interamente dedicato a
racimolare notizie e curiosità riguardanti le uova,
abbiamo deciso di ampliarlo ancora di più con
qualche “succosa” nozione scientifica. In
laboratorio, abbiamo eseguito il seguente
esperimento: risucchiare, senza romperlo, un
uovo in una beuta. Alla base dell’esperimento c’è
solo la pressione ma anche il calore, per questo la
beuta è stata posizionata sopra un bunsen, con
l’ausilio del treppiedi. Per chi non lo sapesse, il
bunsen è un piccolo fornellino utilizzato dai
“piccoli chimici”. In cima alla beuta vi era l’uovo
che con il calore lentamente è scivolato nel collo
della beuta, ovviamente grazie alla pressione
creatasi in essa. L’uovo è scivolato fino a cadere
nella bottiglietta però si è spaccato a metà, quindi
l’esperimento è fallito.
2) L’UOVO E L’ACETO Vi
chiederete cosa ci fa un uovo nell’aceto, beh è un
altro dei nostri esperimenti. Abbiamo immerso un
uovo nell’aceto lasciandolo in “ammollo” per
qualche giorno. Lentamente il guscio ha subito
una metamorfosi, infatti, alla fine
dell’esperimento abbiamo constatato che era
diventato elastico e rimbalzava come una pallina
di gomma, senza rompersi. Quando poi lo
abbiamo aperto, all’interno, non aveva cambiato
aspetto.
pag. 24
1) LA SPINTA DI ARCHIMEDE… SULLE
UOVA
Questo esperimento vuole dimostrare come un
corpo riesca a galleggiare in acqua. I corpi, in
questo caso le uova, galleggiano e rimangono
a galla grazie alla spinta di Archimede,
secondo il quale, un corpo immerso in un
liquido riceve una spinta verso l’alto pari al
volume del liquido spostato. Abbiamo
utilizzato due uova crude, dell’acqua, del sale
e due becher, ossia due contenitori graduati.
Una volta inserite le uova queste sono andate
a fondo. In uno dei becher abbiamo aggiunto
il sale e mescolandolo abbiamo ottenuto una
soluzione: magia l’uovo galleggia. PERCHE?
Perché aumentando la densità del liquido
aumenta anche la spinta ricevuta dal corpo che
riesce così a stare a galla. Esperimento
riuscito.
2) L’UOVO A PROVA DI Hz
L’ultimo esperimento, che abbiamo provato a
fare, riguardava l’uovo e le alte frequenze,
volevamo vedere a quale frequenza sarebbe
scoppiato. Purtroppo l’esperimento non ci è
riuscito perché, non avendo un laboratorio
insonorizzato, ad un certo punto “disturbavamo
troppo”, pertanto abbiamo dovuto interrompere
l’esperimento.
pag. 25
Invenzione dal
Giappone (Guerreschi Francesco
e Russo Gabriele)
Da sempre il Giappone ha una “doppia identità”:
da una parte il rispetto delle regole e l’altissimo
livello di sviluppo tecnologico, e dall’altra, le
invenzioni più strane e assurde mai ideate e
realizzate. Quelle che colpiscono maggiormente
vengono chiamate Chindogu, che tradotto vuol
dire “utili ma inutilizzabili” come ad esempio
l’ombrello che si apre al contrario e dovrebbe
servire per raccogliere l’acqua piovana.
Il Chindogu è una vera e propria arte inventata
dall’ingegnere giapponese Kenji Kawakami nel
1980.
Tutti possono praticare quest’arte purchè
rispettino le 10 regole scritte dall’ingegnere . Un
Chindōgu non dovrebbe essere progettato per un
uso reale, non deve avere un effettivo utilizzo e
ancora deve essere progettato per la vita
quotidiana e tra le altre cose non può essere
brevettato.
Effettivamente per quanto appaiano originali e
forse “spaccano” sono davvero inutilizzabili.
pag. 26
Tradizionalmente
italiani…
Da Nord a Sud siamo accomunati dalla ricchezza
delle tradizioni popolari, che si tramandano da
anni se non da secoli.
Di solito, un po’ in tutte le parti dello stivale, si
svolgono celebrazioni storiche in costumi
dell’epoca che si vuole rappresentare. È così che
abbiamo la rievocazione della battaglia di
Magenta, a Magenta(Mi), il palio dell’oca a
Mortara(Pv) oppure si può rivivere il favoloso
matrimonio della principessa Costanza
D’Altavilla, a Teggiano(Sa).
E poi come non prendere in considerazione tutte
le celebrazioni che riguardano messer Carnevale,
con giochi, abbuffate, e alberi della cuccagna.
In Italia sono davvero tanti i carnevali famosi, da
quello Venezia a quello di Viareggio, da quello di
Cento a quello dei cornuti che si festeggia a
Putignano.
Ma tante altre sono le tradizioni popolari italiane,
molte sono quelle in onore dei santi come quella
che si tiene a Nola, dedicata a San Paolino,
patrono della città campana, detta anche festa dei
Gigli, e dichiarata dall’UNESCO patrimonio
dell’Umanità. Il tributo di Nola, per San Paolino
che diede i suoi averi ai Visigoti in cambio della
liberazione della città, è lungo secoli. Da
quell’evento i nolani portano in processione dei
ceri addobbati posti prima su strutture
rudimentali fino ad arrivare, con gli anni, a
strutture
piramidali in legno alte 25 metri, in cima ai quali
viene posta la statua del santo.
pag. 27
I gigli vengono ricoperti da cartapesta e
rappresentano perlopiù soggetti religiosi ma
anche sportivi, storici o di attualità. In tutto sono
nove: l’ortolano, il salumiere, il bettoliere, il
panettiere, i barca, il beccaio,il calzolaio, il
fabbro e il sarto. Questo è anche l’ordine in cui
sfilano questi antichi mestieri. Sulla base, al
centro siede il maestro di festa, l’organizzatore.
E non vogliamo parlare della Settimana Santa?
A Verbicaro, in Calabria, i “battenti” praticano il
rito della flagellazione. È un rito sacrificale e
penitenziale, è la mortificazione della carne.
Queste persone vanno in giro per il paese, vestiti
di rosso, a piedi nudi e in pantaloncini corti,
battendosi fianchi, gambe e braccia, con un
apposito “arnese” munito di piccoli chiodini o
frammenti di vetro.
Fanno il giro del paese tre volte e segnano le
strade con le mani sporche di sangue.
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E per concludere…
Un FOCUS sul mondo per scoprire e capirne
almeno un pezzetto. Tanti i temi proposti, alcuni
scontati altri triti e ritriti, alla fine l’apoteosi è
stata quella dell’uovo. Certo alcuni non sono
rimasti soddisfatti della scelta perché: “a me
profe, le uova neanche piacciono!” Fatto sta che
tra le curiosità e gli esperimenti di laboratorio,
anche se il pelo non lo abbiamo trovato, ci siamo
divertiti. Ogni alunno ha portato idee, argomenti
e scritto articoli, cercato immagini, impaginato:
insomma ognuno di loro ha partecipato con la
propria personalità. Alcuni articoli riguardano
argomenti cari ai ragazzi, quali, salute, hobby,
tradizione e per questo sono stati trattati con
grande semplicità e senza pretese. Avremmo
potuto fare di più? Sicuramente. Di certo ci siamo
arricchiti, non solo perché l’uovo praticamente
non ha più misteri per noi, ma soprattutto il
confronto quotidiano ci ha permesso di insegnare
e di imparare l’uno dall’altro. A conti fatti, però,
forse chi ha imparato di più sono proprio io:
l’entusiasmo è travolgente. Un grazie speciale ai
Professori di Chimica, Liberto Francesco e
Corradini Nicola, che hanno supervisionato gli
esperimenti di laboratorio.
Speriamo di non aver fatto una frittata!!!
Prof.ssa Valitutto Rosagrazia