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L’esperienza Toscana nei progetti di cooperazione sanitaria relativi

alle tematiche di Mother, Newborne Childhood

M. J. Caldés Pinilla

Gorizia, 22 dicembre 2011

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Deve una Regione occuparsi di

Cooperazione Sanitaria Internazionale?

Il contesto e la sua storia

La volontà politica

L’organizzazione del Sistema Sanitario

Dalla motivazione individuale alla rete integrata

La necessità di governare l’esistente

Il monitoraggio e il controllo della spesa

….

Alcuni elementi dell’analisi

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Distribuzione della Salute nel

Contesto Internazionale

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• A girl born today can expect to live for more than 80 years if she is born in some countries – but less than 45 years if she is born in others.

• Within countries there are dramatic differences in health that are closely linked with degrees of social disadvantage.

• Differences of this magnitude, within and between countries, simply should never happen.

• These inequities in health, avoidable health inequalities, arise because of the circumstances in which people grow, live, work, and age, and the systems put in place to deal with illness.

• The conditions in which people live and die are, in turn, shaped by political, social, and economic forces.

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Worldwide distribution of child deaths (Each dot = 5000 deaths)

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Public Health Spending

www.worldmapper.org

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Private Health Spending

www.worldmapper.org

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Physicians Working

www.worldmapper.org

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Tuberculosis Cases

www.worldmapper.org

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HIV Prevalence

www.worldmapper.org

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Cholera Cases

www.worldmapper.org

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Malaria Deaths

www.worldmapper.org

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Diabetes Prevalence

www.worldmapper.org

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Nel frattempo….

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L’Evoluzione della

Cooperazione Sanitaria

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1948

PER TUTTI PER POCHI

1978 2007

World Bank

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Le RIFORME GLOBALI del

settore sanitario – Anni ’80-90

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“ Financing Health Services

in Developing Countries ”

1987

CHARGES USERS OF GOVERMENT HEALTH SERVICES “The more common approach to health care in developing countries has been to treat it as a right of the citizenry and to attempt to provide free services to everyone. This approach does not usually work”.

USE NONGOVERMENT RESOURCES EFFECTIVELY

PROVIDE INSURANCE OR OTHER RISK COVERAGE

DECENTRALIZE GOVERNMENT HEALTH SERVICES

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PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI SANITARI

PROMOZIONE DI PROGRAMMI VERTICALI

SISTEMI SANITARI PUBBLICI RASI AL SUOLO

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M. Whitehead, G. Dahlgren, T. Evans, Equity and health sector

reforms: can low-income countries escape the medical poverty trap?

Lancet 2001; 358: 833-36.

• “Negli ultimi due decenni, la spinta verso riforme dei sistemi sanitari basate sul mercato si è diffusa in tutto il mondo, da nord verso sud, dall’occidente all’oriente. Il “modello globale” di sistema sanitario è stato sostenuto dalla Banca Mondiale per promuovere la privatizzazione dei servizi e aumentare il finanziamento privato, attraverso il pagamento diretto delle prestazioni (user fees). (…)

• Questi tentativi di minare alla base i servizi pubblici da una parte costituiscono un pericolo imminente per i fragili sistemi per i paesi con medio e basso reddito, dall’altra rappresentano una chiara minaccia all’equità nei paesi con solidi sistemi di welfare in Europa e Canada. Queste due tendenze – l’introduzione delle user fees nei servizi pubblici e la crescita dei pagamenti diretti (out-of-pocket expenses) nei servizi privati –, se combinate, possono rappresentare una vera e propria trappola della povertà.”

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J. D. Sachs, La fine della povertà, Mondadori, 2005

“Sfortunatamente, nell’era degli aggiustamenti strutturali questioni egoistiche e ideologiche furono alla base degli errori di indirizzo e degli aiuti insufficienti concessi ai paesi in via di sviluppo. L’aspetto egoistico è evidente: la responsabilità della povertà fu scaricata integralmente sugli stessi poveri; da ciò discese che non erano necessari aiuti finanziari internazionali. Negli anni Ottanta e Novanta gli aiuti allo sviluppo crollarono: per esempio, nell’Africa sub-Sahariana passarono dai 32 dollari pro capite nel 1980 ai 22 del 2001, nonostante nel periodo l’intero continente africano fosse devastato da una pandemia [Hiv/Aids, ndr] e la necessità di un aumento della spesa pubblica (soprattutto sanitaria) fosse evidente.

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Ma i paesi ricchi erano convinti di aver fatto tutto quello che competeva loro, dato che le questioni in esame rimanevano al di fuori delle loro responsabilità.

Anche gli aspetti ideologici di questa politica dello sviluppo sono chiari. I governi degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e degli altri paesi conservatori hanno utilizzato le istituzioni internazionali per promuovere politiche che a casa propria non avrebbero potuto applicare. Negli ultimi vent’anni, molti paesi africani hanno subìto fortissime pressioni da parte della Banca Mondiale per privatizzare il sistema sanitario o, almeno, volgere a pagamento i servizi sanitari e d’istruzione. Eppure, i maggiori azionisti della Banca Mondiale (cioè i paesi ricchi) hanno sistemi sanitari ad accesso gratuito e universale, e sistemi scolastici che garantiscono l’accesso di tutti alla pubblica

istruzione.”

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Total (blu) and Public (red) Health Expenditure. US$. Selected

Countries. 2004. Source: WHO

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

Kaz

akhst

an

Cuba

Russ

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Bra

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Polonia

Mes

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Ungh

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Spagna

Italia

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Franci

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ia

Svezia

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era

USA

$

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Total (blu) and Public (red) Health Expenditure. US$. Selected

Countries. 2004. Source: WHO

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Etio

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Sierra Leo

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Cina

$

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Out-of-pocket expenditures as a percentage of total

health expenditures

0 20 40 60 80 100

BurkinaCambodiaCameroon

CoteEthiopiaGeorgia

IndiaMyanmar

NigeriaPakistanVietNamAustralia

CanadaFrance

GermanyJapan

NorwaySpain

UKUSA

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DOVE VANNO I POVERI QUANDO SI AMMALANO?

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Spesa sanitaria totale pro-capite = 3US$

Spesa sanitaria pubblica pro-capite = 1US$

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International Health Policies

in the 2000s

Global Health Partnerships

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La moltiplicazione degli attori

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NATO

The “International Aid nSystem”

UNICEF

Local

population

Donors host

government

local Admin.

national/local

NGOs

OECD

intergovernmental organizations

Various UN

agencies

media

media

media

media

international

NGOs

media

media

military

FOUNDATIONS

Non OECD Countries

Can this be called a system?

WFP

UNICEF

UNDP OCHA

WORLD BANK/IMF

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One example … crazy … but not extreme …

• The example of Tanzania gives a reasonably good idea of the crazy situation of many recipient countries

• In 2005 the great part of aid funds received by this country financed more than 700 projects, managed by about 60 parallel “implementation units”

• Half of the aid reaching the country funds activities not coordinated with the ones of the government

• Still in 2005, the country received 541 missions sent by various donors and only 17% of them involved more than one donor (DAC, 2006)

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Le distorsioni dell’architettura globale

degli aiuti

• I programmi verticali minano alle fondamenta le strutture del sistema sanitario nazionale.

• Gli aiuti sono imprevedibili, a breve termine, volatili.

• La presenza di molteplici attori non è coordinata e genera alti costi “transazionali” per i governi locali.

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Cooperazione Sanitaria

Internazionale Toscana

Attori e Sistema di Governance

Palestina – Nablus e Ramallah

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Attori e Governance

Area Vasta Nord-Ovest

Area Vasta Centro

Area Vasta Sud-Est

CAV

(Comitato delle Aree Vaste per la CSI)

Partenariato locale (enti locali, associazioni, ONG, imprese…)

Strategia regionale di CSI

A.O.U. Meyer

ASSESSORATO DIRITTO ALLA SALUTE

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Attori e Governance

LA POLICY della CSI

Orientamenti strategici condivisi:

o Passaggio da approccio umanitario ad approccio “di co-sviluppo”, di lungo periodo e dove possibile integrato

o Focus prioritario sulla sanità di base e sostegno a sistemi sanitari

o Formazione e ricerca come elementi strategici

o Riduzione della frammentazione (verso poche aree geografiche prioritarie, passaggio a macroprogettualità o progettualità di rete )

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La strategia Regionale 2009-2010

Strategia ad hoc, distinta da quella complessiva di cooperazione internazionale, ma con

essa necessariamente coerente ed integrata sotto il profilo delle finalità da perseguire .

Obiettivi generali dei progetti di CSI:

lotta alla povertà: stato di salute e condizioni di vita sono strettamente interdipendenti; difesa dei diritti umani: il perseguimento di massimo livello di salute possibile è di per sé un diritto umano pertanto in forte correlazione con tutti gli altri diritti legati all’esistenza dignitosa della persona. Non è pertanto pensabile pensare un progetto di cooperazione senza tener conto di questi elementi; uguaglianza di genere: le analisi di genere hanno ampiamente dimostrato la diversità esistente tra l’universo maschile e quello femminile, anche nel campo della salute e delle malattie; allo stesso modo hanno evidenziato le disuguaglianze esistenti nell’accesso ai beni e alle risorse considerati essenziali. Diventa nostro compito lavorare per ridurre sempre di più il divario attuale.

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Attori e Governance

3 elementi consolidati:

o Sistema di governance innovativo, strutturato e partecipativo

o Formazione rivolta a operatori interessati del sistema

o Normativa regionale per aumentare disponibilità di operatori sanitari (DGR

300/2008)

3 aspetti da consolidare:

o Rafforzamento del ruolo dei referenti aziendali

o Migliorare il coordinamento con altri attori della cooperazione decentrata toscana

o Capacità di effettuare fund raising a livello di sistema

o Monitoraggio e valutazione permanenti

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I primi risultati emersi dal progetto di ricerca sui progetti di cooperazione

sanitaria della Regione Toscana

I numeri della Cooperazione Sanitaria Internazionale Toscana

Burkina Faso - Ospedale dei Padri Camilliani di Nanoro

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I numeri della CSI

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

Anno / strumento di finanziamento Numero di finanziamenti erogati Ammontare (Euro)

Totale 2007 48 3.112.000

Totale 2008 42 3.000.000

Totale 2009 53 3.474.167

Totale 2010/2011

47 2.758.568

PIR 2007 39 2.912.000

PIR 2008 33 2.800.000

PIR 2009 45 3.274.607

PIR 2010/2011 39

2.558.570

Enti Terzi 2007 9 200.000

Enti terzi 2008 9 200.000

Enti terzi 2009 8 199.560

Enti terzi 2010/2011 8 199.998

Totale quinquennio

190 12.344.735

Distribuzione fondi tra PIR e Enti Terzi

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Tipologie di enti beneficiari PIR e Enti Terzi 2007-2011

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

I numeri della CSI

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Risorse PIR per tipologia di Ente 2007-2009

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

I numeri della CSI

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Risorse ET per tipologia di Ente 2007-2009

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

I numeri della CSI

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Risorse PIR per Area Geografica 2007-2009

€-

€200.000,00

€400.000,00

€600.000,00

€800.000,00

€1.000.000,00

€1.200.000,00

€1.400.000,00

€1.600.000,00

Africa Sub-Sahariana

America Latina Asia Balcani edEuropa dell'Est

Medio Oriente Mediterraneo Toscana

risorse PIR 2007 risorse PIR 2008 risorse PIR 2009

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

I numeri della CSI

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Risorse ET per Area Geografica 2007-2009

€-

€20.000,00

€40.000,00

€60.000,00

€80.000,00

€100.000,00

€120.000,00

€140.000,00

Africa Sub-Sahariana

AmericaLatina

Asia Balcani edEuropadell'Est

Medio Oriente Mediterraneo Toscana

risorse ET 2007 risorse ET 2008 risorse ET 2009

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

I numeri della CSI

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Fondi totali CSI per Area Geografica 2007-2009

52%

7%

9%

10%

11%

4% 7%

Africa Sub-SaharianaAmerica Latina

Asia

Balcani ed Europadell'EstMedio Oriente

Mediterraneo

Toscana

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

I numeri della CSI

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Fondi totali CSI per Area Tematica 2007-2009

0

200000

400000

600000

800000

1000000

1200000

1400000Salute materno infantile

Malattie infettive e trasmissibili

Malattie non trasmissibili,croniche e disabilità

Supporto ai sistemi o strutturesanitarie locali

Interventi umanitari e diemergenza

Prevenzione, promozione dellasalute, stili di vita e saluteambientaleRafforzamento CSI

Altro

Fonte: Sistema di M&V (Progetto ARCO) - Dati interni

I numeri della CSI

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Cooperazione Sanitaria Internazionale Toscana

Proiezioni future

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Proiezioni future

Legge Regionale n. 26 del 2009

Piano Integrato delle Attività Internazionali

1. Gestione più strategica e meno frammentata dell’impegno internazionale della Toscana

2. Proiezione esterna di un sistema coordinato ed unitario

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Proiezioni future

Piano Integrato delle Attività Internazionali

Strumenti:

o dai progetti ai programmi-paese

o la partnership democratica dei processi

o piano di formazione integrato

o il co-sviluppo

o la partecipazione integrata, accanto agli attori pubblici e no-profit, dei soggetti privati, delle comunità dei migranti

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” …. Se mi dicessero di disporre in ordine di precedenza

la carità, la giustizia e la bontà, metterei al primo posto

la bontà, al secondo la giustizia e al terzo la carità.

Perché la bontà, da sola, già dispensa la giustizia e la

carità, perché la giustizia giusta già contiene in sé

sufficiente carità. La carità è ciò che resta quando non

c’è bontà né giustizia”.

José Saramago