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Page 1: Alla scoperta della prospettiva

Alla scoperta della PROSPETTIVA

Fotografie realizzate dagli alunniClassi II → III ESTATE 2014

S.S.1° grado «G. Zanellato»Monselice (PD)

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Nelle ultime lezioni di maggio-giugno, con le classi

seconde abbiamo trattato dei metodi per

rappresentare l’illusione percettiva dello SPAZIO

TRIDIMENSIONALE, quello in cui siamo immersi, su di

una superficie BIDIMENSIONALE (il foglio, la tela, il

muro, lo schermo televisivo o del PC...).

Sin dall’antichità sono stati utilizzati diversi «metodi»,

alcuni più semplici, altri complessi come la

PROSPETTIVA LINEARE.

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Gli espedienti visuali, sono:

I GRADIENTI o INDICI di profondità:

1. FIGURA-SFONDO

2. SOVRAPPOSIZIONE

3. SPOSTAMENTO VERSO L’ALTO (SCAGLIONAMENTO)

4. GRANDEZZA RELATIVA (rimpicciolimento...)

5. ADDENSAMENTO E RAREFAZIONE di linee, forme, ecc...

6. VALORE SPAZIALE DEL COLORE e PROSPETTIVA ATMOSFERICA

7. LUCE ed OMBRA (CHIAROSCURO E VOLUME)

8. LINEE OBLIQUE

Le RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE:

Proiezioni ortogonali, assonometrie, METODO PROSPETTICO LINEARE

(centrale ed accidentale)

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PROSPETTIVA lineare

• Metodo di rappresentazione grafica di oggetti nellospazio (nel disegno, nella pittura ma anche nellascultura in bassorilievo o altorilievo), in modo daraggiungere l’effetto della terza dimensione su unasuperficie bidimensionale. Lo spazio viene costruitoin modo razionale, organizzato in base a formegeometrico-matematiche (edifici, strade, contestiurbani, stanze, campi coltivati, ecc...)

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• La prospettiva lineare fu elaborata all’inizio del 1400 da Filippo Brunelleschi; da quel momento è stata sempre usata dagli artisti fino agli inizi del Novecento.

• Le tavole prospettiche di Brunelleschi

Nell’esperimento della prima tavoletta il dipinto riflesso dallo specchiocoincide perfettamente con l’immagine percepita dall’osservatore, quando abbassi lo specchio e veda la scena reale. Brunelleschi scelse un edificio esistente, e non immaginario, in modo da verificarne i risultati.

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La cronaca (1475 ) di Antonio Manetti, biografo di Brunelleschi, descrive l’esperimento; su una tavoletta di forma quadrata con lato di mezzo braccio (circa 30 cm) egli aveva dipinto il Battistero con i suoi intarsi marmorei in un modo talmente accurato «che non è miniatore che l’avessi fatto meglio».

Per dimostrare la verosimiglianza dell’immagine dipinta con quellareale, nella tavoletta fu praticato un forosvasato verso il retro del dipinto, in modo che l’occhio dell’osservatore, posto in un punto preciso (circa 60 cm all’interno della porta centrale del Duomo) potesse precepire l’immagine reale della scena. Successivamente con l’aiuto di uno specchio sorretto dall’altra mano e regolato a distanza opportuna, egli poteva vedere l’immagine dipinta riflessa nello specchio e ammirare la perfetta coincidenza dell’immagine dipinta con quella reale. La verosimiglianza era accentuata dall’effetto creato da una lamina d’argento che nel dipinto cospargeva l’area del cielo, al fine di ottenere un’immagine riflessa del cielo reale e una esaltazione dell’effetto illusionistico. Per sopperire all’inversione tra destra e sinistra con cui l’immagine riflessa dallo specchio mostrava il dipinto, questo venne eseguito con rovesciamento simmetrico.

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Questo sistema escogitato da Brunelleschi aveva lo scopo di dimostrare la precisione di un disegno realizzato con la geometrica definizione di un punto di vista (la posizione dell’occhio dell’osservatore). Per rendere inconfutabile la validità della sua costruzione, altrettanto fece con la seconda tavoletta realizzata in Piazza della Signoria, con la vista di Palazzo Vecchio e della Loggia dei Lanzi; ma la posizione angolata non presentava una simmetria come nella prima tavoletta e pertanto non adottò l’espediente del foro e dello specchio. Ritagliata però la parte del cielo sul dipinto, era possibile far collimare il profilo degli edifici disegnati con quello dell’immagine reale e verificarne la perfetta coincidenza visiva.

Giorgio Vasari nelle sue Vite (circa 1550) riferisce che nell’invenzione della prospettiva Brunelleschi «trovò un modo per costruirla correttamente, che fu di disegnarla per mezzo della pianta e delprospetto e per via della intersecazione». Dagli elementi disponibili per mezzo delle varie fonti, gli studiosi hanno formulato molte ipotesi, talvolta contraddittorie, ma tutte concordano sul riconoscimento che questi due esperimenti di Brunelleschi hanno fondato la prospettiva lineare (o prospettiva artificiale ) secondo costruzioni scientifiche, forse già note, ma di cui egli fece una mirabile sintesi. I capisaldi di questa nuova scienza erano:• la rappresentazione è basata sulla definizione di un puntodi vista, il singolo OCCHIO dell’osservatore

dal quale partono i raggi visivi che formano la piramide visiva;• l’immagine prospettica non è altro che l’intersezione della piramide visiva con il piano del quadro;• le linee parallele convergono in un punto (punto di fuga);• il punto di fuga delle rette perpendicolari al quadro coincide con il punto di vista centrale (punto

principale);• le rette inclinate a 45° rispetto al quadro convergono in punti (punti di distanza) posti dal punto

principale a distanza pari a quella del punto di vista dal quadro.

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La PROSPETTIVA CENTRALE si usa per rappresentare solidi o spazi in VISIONE FRONTALE, non necessariamente da una posizione centrale (il P.P. può essere spostato lateralmente come nella prima figura sotto).

La PROSPETTIVA ACCIDENTALE si usa per rappresentare solidi o spazi in VISIONE D’ ANGOLO ; i punti di fuga sono due.

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Le nostre VISIONI ESTERNE in prospettiva centrale

Francesca N.Lara T.

Andrea P. Alice F.Annachiara Z.

Martina Z.

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Tyra B.Elisa Z.

Andrea P. Annachiara Z.

Giovanni C.

Andrea P.

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Francesca B.

Mattia F..

Marco B.

Giovanni F.

Francesca B.Giovanni C.

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Giacomo G. Anna P. Mohamed T.

Annachiara Z.Andrea B.

Marco B.

Anissa B.

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Rebecca P.Michele B. Linda T.

Page 14: Alla scoperta della prospettiva

Alessandra D.

Francesca N. Nicolò B.

Rachele C.Filippo O.

Page 15: Alla scoperta della prospettiva

Greta S. Martina V.

Francesca N. Anissa B.

Rebecca P.

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Le nostre VISIONI INTERNE in prospettiva centrale

Marco B.

Giacomo G.

Giovanni C.

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Andrea T.

Nicolò B.

Marco B.

Giada T.

Davide T.

Sofia G.

Page 18: Alla scoperta della prospettiva

Alessandra D.Francesca N.

Anna U. Nicole S. Camilla F.

Filippo O.

Page 19: Alla scoperta della prospettiva

Irene B.

Alessandro S.

Andrea S. Mirko M.

Giovanni F.

Page 20: Alla scoperta della prospettiva

Michele B.

Pietro B. Mirko M.Martina Z.

Victoria M. M.

Linda T.