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I MISTERIOSI ARCANI

La traccia

Gli arcani (o areani, o angariani), erano un antico corpo paramilitare romano, di

remote e oscure origini.

Gli arcani sono menzionati dallo storico militare Ammiano Marcellino (IV secolo)

nella sua opera “Le Storie” (XXVIII, 3,8). In questa opera, Ammiano narra che nel 369 il

comes rei militaris Flavio Teodosio (il Vecchio), padre del futuro imperatore Teodosio I,

era stato inviato in Britannia dall'imperatore Valentiniano I con nuove truppe e col

compito di porre fine alla cosiddetta “Grande cospirazione” cioè all'invasione della

provincia da parte dei barbari.

Dopo aver vittoriosamente concluso la campagna militare per liberare la Britannia

dalle insidie dei barbari, Teodosio aveva dato l’avvio alla ricostruzione di città, rinforzo

delle fortezze, recuperando il territorio della Valentia.

In questa opera di ripristino, Teodosio si occupò anche del corpo degli Arcani.

Scrive Ammiano che “durante questi avvenimenti così importanti, Teodosio allontanò dai posti

di guardia gli Arcani, categoria di impiegati di antica costituzione, che a poco a poco si erano

corrotti (genus hominum a veteribus institutum... paulatim prolapsos in vitia). Su di loro abbiamo dato

qualche notizia narrando le imprese di Costante [Costante I, ma il libro è andato perso - NdC ].

Erano stati accusati con prove evidenti che, attirati dalla grandezza delle prede ricevute e promesse,

avessero più volte riferito ai barbari ciò che accadeva da noi. A loro spettava il compito di

sparpagliarsi in tutte le direzioni per riferire poi ai nostri generali le voci riguardanti le popolazioni

vicine.”

Le uniche informazioni fornite da Ammiano Marcellino lasciano supporre che gli

Arcani costituissero una sorta di “polizia segreta”, paragonabile a quella degli agentes in

rebus, probabilmente tipica della Britannia, come ha supposto lo storico e archeologo

francese André Piganiol, (Histoire de Rome, 1939)

I componenti di questo corpo paramilitare dovevano agire dunque come “agenti

segreti” con il compito, come ci dice Ammiano Marcellino, di «sparpagliarsi in tutte le

direzioni per riferire poi ai nostri generali le voci riguardanti i popoli vicini».

Ma, da come si evince da “Le Storie”, gli Arcani furono collusi con il nemico e

accusati di tradimento o doppio gioco e quindi eliminati.

Un mistero nel mistero è anche rappresentato dal loro nome o dalla loro

denominazione. Tendenzialmente vengono indicati come “arcani”, alla stregua di

nascosto. Nell’edizione UTET de “Le storie”, a cura di Antonio Selem, la nota 3, pag 882

dice che “a giudicare dal nome e dalla loro funzione sembra si tratti di agenti del servizio segreto”.

In sostanza si fa la similitudine di arcano nel senso di “segreto”.

Quindi la denominazione di "arcani", suggestivamente appropriata per un’unità di

“spionaggio”, potrebbe essere, invece, il risultato id una congettura mescolato con un po’

di fantasia. frutto di congettura. Difatti – sempre nella succitata nota dell’edizione UTET

c’è un richiamo ai “codici vaticani 1873 e 2969 dove si legge “areanos”, così come nelle

edizioni di Johann Froben (XVI secolo) e di Mueller, (ipotesi ancora sostenibile secondo

Marie-Anne Marié). per cui Johann Augustin Wagner propose l'emendazione "angarianos"

che interpreta “cursores publici vel cursus publici prefecti”. Infine vi è la versione di Heraeus

-"arcanos" - per lo più accolta nelle edizioni moderne, interpretando il “refuso” nel testo

come un errore di minuscola.

A vantaggio della tesi “Arcani” risulta questo frammento di una tavoletta (n.162)

rinvenuta a nel forte romano di Vindolandia (Inghilterra del Nord) contenente due parole

scritte in una buona grafia a lettere maiuscole: “MILES ARCANV..” Si potrebbe, dunque,

riferire a un agente dell'intelligence romana o a un tipo di esploratore. In alternativa, è

possibile che sia una sorta di "cartellino" che registra semplicemente il nome di un soldato.

Il reperto è inventariato “Vindolandia n.85.244”.

Il reperto di Vindolandia

L’ipotetico equipaggiamento

Non conosciamo nulla in merito all’ipotetico equipaggiamento . Occorre però

ricordare che in qualità di “agenti segreti” dovevano vestire in abiti che li confondessero

tra coloro di cui dovevano spiare le mosse e quindi molto probabilmente agivano in abiti

“civili” secondo le usanze e costumi del luogo in cui erano impiegati.

Nel caso di un loro eventuale utilizzo in battaglie, conflitti o scontri in quanto

presumibile corpo “paramilitare”, il loro equipaggiamento non doveva essere dissimile da

quello in voga al periodo in questione. Gli illustratori di rievocazione li raffigurano in

ipotetiche possenti corazze muscolate ed elmi classicheggianti (come il disegno in

copertina o quello sottostante) che lasciano molto margine alla fantasia e in aggiunta con

una inquietante maschera sul viso a mo’ di camuffamento.

Un’altra versione di fantasia relativa ad un “arcanus”

Non è insolito trovare soldati romani con il volto coperta da maschere anche nel

“tardo impero” ma questo accessorio doveva avere più una valenza cerimoniale che un

effettivo scopo bellico, tenuto conto del ridotto campo visivo che comporta una

“copertura” del genere. Se proprio si vuole accettare l’idea di un qualcosa che evitasse

un’eventuale identificazione del “miles arcanus” si potrebbe al massimo propendere per

una sorta di cappuccio di tela, ma – si ripete – ciò potrebbe essere solo una interpretazione

fantasiosa per aggiungere mistero, e anche un po’ di fascino, a questa figura.

Il probabile aspetto di un legionario della fine del IV secolo

CURIOSITÀ

Gli arcani/areani/angariani, oggetto di studio di un gruppo assai ristretto di specialisti del

tardoantico, hanno conosciuto recentemente una certa popolarità nel mondo del role-playing grazie

a un gioco di ruolo, GeArcani e di alcuni libri di ispirazione cospiratoria il cui patto narrativo si

basa sul presupposto della "sopravvivenza carsica" (il meccanismo delle leggende sui Templari,

sugli Atlantidei o recentemente sugli Illuminati), secondo cui gli Arcani, ridenominati "Guerrieri

arcani", sarebbero una sorta di setta segreta, fondata in tempi repubblicani e perpetuatasi nei secoli

ben oltre la fine dell'Impero romano, con caratteri tra l'esoterico e il militare.

Fonte: Wikipedia 4

NORMATIVA SUL PORTO DI ARMI STORICHE (armi bianche, archi, balestre e affini) 2a

PARTE

COSA DICE LA LEGGE

Tutti gli oggetti della categoria A) sono sottoposti al seguente regime per quanto riguarda la regolamentazione delle

quattro condizioni di base:

1) per l’acquisto è necessario un titolo di Pubblica Sicurezza. Porto d'armi, Nulla Osta o altro.

2) Per la detenzione è necessaria la denuncia presso l'ufficio di Pubblica Sicurezza (commissariato, stazione dei

carabinieri, ecc.) territorialmente competente nel più breve tempo possibile dall'acquisto.

3) il porto è sempre e comunque proibito senza autorizzazione.

4) Il trasporto è consentito con un titolo di porto d'armi. In caso di acquisto con Nulla Osta questo vale anche da

titolo per il trasporto una tantum dal negozio a casa lungo il tragitto più breve ragionevolmente seguibile (ossia

si acquista l’arma a Roma e ci si deve recare al proprio domicilio a Roma, se si viene fermati lungo la

destinazione con un’arma può non esserci alcun problema; se si viene fermati oltre la destinazione potrebbero

sollevare obiezioni fondate).

Per gli oggetti della categoria B) invece vale il seguente regime:

1) Sono liberamente acquistabili sempre e comunque.

2) sono liberamente detenibili sempre e comunque.

3) è consentito il porto senza alcun titolo ma solo per giustificato motivo: Difatti se si ha uno strumento di lavoro

idoneo all’attività svolta e ci si reca al lavoro non vi sono problemi; lo stesso oggetto in un’altra situazione (si

assiste ad una partita allo stadio, si è ad una manifestazione politica, ecc.) comporta problemi di sicurezza.

4) Sono liberamente trasportabili sempre e comunque (vedasi 3).

Per quanto riguarda la legge (Con particolare riguardo al Testo Unico di Pubblica Sicurezza", in particolare il Titolo II,

CAPO IV - "DELLE ARMI") si può affermare che le riproduzioni classificabili nella categoria B) - considerata la

destinazione d’uso e in quanto prive di taglio e con punta arrotondata non affilata - non siano da considerarsi armi

proprie ai sensi dell’ Art. 45 della legge del 18.6.1931 n° 773 (G.U. 26.6.1940 n° 149), approvato con R.D. 6 maggio 1940,

n° 635 (G.U. 26-6-1940, n° 149 Supplemento ordinario) che cita quanto segue: "§3 - Regolamento per l’esecuzione del testo unico 18 giugno 1931, n° 773, delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con

R.D. 6 maggio 1940, n° 635 (G.U. 26-6-1940, n° 149 Suppl. ord.)"

e anche

"Art. 45. Per gli effetti dell’ art. 30 della legge, sono considerate armi gli strumenti da punta e da taglio, la cui destinazione

naturale è l’offesa alla persona, come pugnali, stiletti e simili. Non sono considerati armi, per gli effetti dello stesso articolo, gli

strumenti da punta e da taglio, che pur potendo occasionalmente servire all’offesa, hanno una specifica e diversa destinazione, come

gli strumenti da lavoro e quelli destinati ad uso domestico, agricolo, sportivo, industriale e simili."

Inoltre si può fare riferimento anche all’art. 5 della legge n° 36 del 21.02.1990 il quale dice che “ la detenzione, la

collezione ed il trasporto di armi antiche inidonee a recare offesa per difetto ineliminabile della punta o del taglio [ossia prive del

taglio e della punta NdC] … sono consentiti senza licenza o autorizzazione”.

Bisogna però aggiungere che il concetto di “senza filo” e “senza punta” è assai soggettivo per cui quello che per

un rievocatore è un’arma senza taglio e senza punta (data un stondatura, ad esempio, di 3 cm.), per un funzionario di

una forza dell’ordine potrebbe non essere sufficiente. Per inciso – anche se da non fonte non controllata – alcuni gruppi di rievocazione storica si rifanno alla normativa inglese (non

necessariamente valida in Italia e quindi opinabile) per cui una replica di arma

non è definita “affilata” se presenta una superficie di impatto (filo) minima di 1/10 di pollice (circa 2,54 mm)

non si considera “appuntita” se la punta presenta un diametro massimo di 1 pollice (circa 2,54 cm)

Negli ultimi anni, circolari chiarificatrici del Ministero dell’Interno (dipartimento di Pubblica sicurezza) hanno

cercato di dirimere – a vantaggio delle armi in replica – alcuni punti più controversi.

La Circ. min. 559/95 stabilisce la libera vendita e detenzione (quindi non c’è necessità di porto d’armi denuncia

di possesso, ecc.) di repliche di armi ad uso ornamentale (spesso questa è la dicitura dei rivenditori di armi storiche).

Quindi possibilità di acquisto e detenzione ma non porto e trasporto in luoghi pubblici. Però la Circ. min. Int. 559/C.592-

10171.A(4)1 /2000 stabilisce il porto (e, di logica, il trasporto) senza autorizzazione , di repliche di armi “non

funzionanti” nell’ambito di rievocazioni storiche che prevedano solo cortei o parate (quindi senza dimostrazioni

schermistiche o di battaglie). Tale circolare dice espressamente che “ (omissis) … chiarito, infatti, che le armi bianche devono

essere private della punta e del taglio e quelle da fuoco disattivate, non dovrà richiedersi per il loro porto alcuna autorizzazione …

(omissis)”.

(continua sul prossimo numero)

-5-

IL CENTURIONE SPIEGA

Nell’ambito degli elmi che segnano il passaggio dall’alto impero al tardo impero, un

posto particolare merita l’elmo cosiddetto “E” (o di Niederbieber). Iniziatosi a diffondere tra il I e il II secolo,

pare sia rimasto in uso sino al III secolo inoltrato per essere poi affiancato dai nuovi elmi del periodo tardo

imperiale. Spesso associato alla cavalleria (legionaria ed ausiliaria), probabilmente fu utilizzato anche dalla

fanteria. Una prova della presenza di questi massicci e possenti elmi con una croce a mo’ di rinforzo sulla

sommità del coppo e bloccati con rivetti appuntiti di forma conica è sulla stele tombale del soldato di

cavalleria Dolano (fine I sec.) e ora al museo Stadtisches di Wiesbaden mentre un reperto è al Frankfurt

Archeological Museum. Un altro esempio di questo elmo è ricavabile dalla stele tombale del soldato Aurelio

Suro della Legio I Adiutrix (probabilmente del periodo degli Antonini, inizio III sec.). Questi imponenti e

impressionanti elmi si caratterizzano per le avvolgenti paragnatidi con bordo spiovente e chiusura

mascellare sovrapposta a mezzo di un perno che determinano una configurazione frontale a “T”. Il

paranuca, più corto rispetto ai modelli gallici, è abbastanza inclinato e permette una maggior protezione

della nuca.

Ricostruzione commerciale (reperto da: Frankfurt Archeological Museum)

La parte frontale presenta una “tesina” molto particolare, ampia, quasi lanceolata e terminante con una

punta. La sua funzione – anche ornamentale – doveva essere quella di dare una maggior protezione al viso

in caso di fendenti.

È probabile che alcuni modelli fossero provvisti di qualche tipo di cresta anche se l’esistenza del

rinforzo a croce pregiudicherebbe la presenza di un particolare aggancio. Questi elmi erano – di solito – in

ferro anche se vi erano versioni in bronzo, con rifiniture qualitativamente inferiori

L’elmo “E”, oggi in dotazione alla COHORS X

VRBANA, divisione militare dell’associazione di rievocazione storica ROMARS

CELEBRAZIONI DI NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE Roma 11-12-13 Dicembre 2015

Nella seconda edizione delle celebrazioni di Nostra Signora di Guadalupe, nell’omonima parrocchia sita in Monte Mario, ROMARS - mediante l’apposita divisione “SECVRITAS” - ha contribuito, per il secondo anno consecutivo, grazie ad alcuni dei suoi associati all’adempimento del servizio d’ordine garantendo sicurezza e controllo nelle giornate di venerdì, sabato e domenica.

Lo stemma ROMARS – divisione SECVRITAS Propria nella giornata conclusiva di domenica, l’associazione ha dato un ulteriore apporto allestendo la

cerimonia di apertura delle “miniolimpiadi”, gare di sport e abilità, riservate ai più piccoli. La cerimonia di accensione del fuoco effettuata dalla dea Olimpia ha visto la “divinità” accompagnata da due figure romane e due figure greche. Una matrona romana accompagnata da un soldato romano, una donna ateniese scortata da un oplita spartano anno suggellato l’unione e la fusione di queste due fondamentali civiltà classiche

Un momento della cerimonia di apertura delle “Miniolimpiadi”

Hanno partecipato al servizio d’ordine Paolo Belocchi, Valter Cau, Giacomo Cirsone, Alessandro Concetti e Sandro Visci mentre per i rievocatori storici il contributo è stato fornito da Valtarius, Symmachus, Laurentina e Syrena.

Il legionario Romano e l’oplita Spartano con gli addetti alla sicurezza di ROMARS

(Ken Randall – ripr. Riserv.)

NOTIZIE DAGLI SCAVI

Quel che sembra uno straccio nero è in realtà ciò che sembra restare di una delle tende di un accampamento romano in Britannia! È stata ritrovata a Vindolanda, un forte che fu un importante presidio di costruzione del Vallo di Adriano, demolito e completamente ricostruito non meno di nove volte. E ad ogni ricostruzione una nuova comunità ha lasciato le sue tracce e il suo segno distintivo sul paesaggio. {Fonte: https://twitter.com/pete_savin/status/670240425417011201}

ROMARS parteciperà con la sua divisione tardo imperiale LEGIO II BRITANNICA all’edizione 2016 di

Viva la Befana, corteo storico che – per tradizione - si sviluppa dal Mausoleo di Adriano

(Castel S. Angelo) a San Pietro, dove rievocatori e fedeli riceveranno la benedizione del Papa.

EXERCITATIONES

: Definito - in linea di massima - il calendario di gennaio relativo all’addestramento

Sabato 16 gennaio 2016 h. 15.00 Parco Insugherata

Sabato 30 gennaio 2016 h. 10.00 Parco Insugherata

-il calendario potrebbe subire modifiche -

Numeri pubblicati 1) Soldati di Roma (esaurito)

2) V SECOLO: IL PROTO MEDIOEVO

3) ORAZIO COCLITE

4) IL DOMINIO DI SOISSON

5) LE COORTI URBANE

6) LA LANCIA DEL DESTINO

7) BURGH CASTLE

8) IL PERIODO ROMULEO

9) L’ARCO RACCONTA … LA CAMPAGNA D’ITALIA DI COSTANTINO

10) ZENOBIA, REGINA DI PALMIRA

11) 284-395, IL PRIMO TARDO IMPERO

12) IL PRETORIANO DI CRISTO

13) MAGNVS MAXIMVS

14) IL GIORNO DELL’ALLIA

15) I MISTERIOSI ARCANI

(per gli arretrati cartacei indirizzare la richiesta a [email protected])

CONTATTI:

3332765818---3883683997

ROMARS legio secunda britannica

legioiibritannica.altervista.org/ [email protected]


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