Casa: andata e ritorno
Casa: andata e ritorno
INCIPIT AMBIENTE
Eli e Bi sembravano vicine, ma il confine del campo di fiori già le separava: di qui ilgiallo, dall’altra parte i colori verdi e bruni della brughiera. “Che cosa stai facendo,sorella Bi?” chiese Eli in tono allarmato. Bi non rispose; sospesa nell’aria fissava ilmondo sotto le sue zampe in uno stato ipnotico. “Non possiamo superare il confinedel campo di ranuncoli. Torna subito indietro”. Bi alzò lo sguardo, come se si fosseripresa dalle vertigini, e guardò l’orizzonte. “Non ti sei mai chiesta che cosa ci siaoltre le colline, Eli?” chiese poi. “Ancora con le tue stupide fantasie... tra poco saràil tramonto; dobbiamo rientrare subito all’alveare”. Bi sembrò ignorare le paroledella sorella e con pochi battiti d’ali si allontanò ancora di un poco. “Fermati!”intimò Eli, volando lei stessa al confine del campo di ranuncoli. “Io vado, Eli” disseBi senza guardarla. “Sarai bandita per sempre dall’alveare!” “No... tu sei la miasupersorella; non lo dirai alla regina”. Ci fu un lungo silenzio, rotto solo dalla brezzaleggera che soffiava tra gli steli e dal ronzio sottile delle loro ali. “Addio, Eli”sussurrò Bi e senza più voltarsi si lasciò prendere dal vento, diventando sempre piùpiccola. Eli volò avanti e indietro lungo il confine del campo di ranuncoli, sconvolta.Poi si girò e puntò decisa verso l’alveare. “Lo dirò alla regina” si disse mentre il suocuoricino pulsava così forte che sembrava voler saltar fuori dalla cuticola. “Saràbandita per sempre! Dovrà mendicare il cibo ai confini dei territori e morirà al primofreddo, come una mosca. Stupida ape ribelle’! Eli si fermò. “Bi…” sussurrò “io nonvoglio che soffra”. Esitò indecisa, ronzando sospesa sopra un fiore di papavero cheiniziava a chiudere i petali al crepuscolo. Infine prese la sua decisione.
RACCONTO
Eli aveva deciso in poco tempo quello che avrebbe fatto: sarebbe corsa dietro Bi
per riportarla a forza nell’alveare. Tanto, cosa c’era di così interessante nel resto del
mondo?
Si avviò verso la brughiera. Era già l’ora del tramonto e le api a quel punto erano già
tutte nel’’alveare. Eli si chiese se qualcuno si sarebbe accorto della loro assenza e
sperò che la regina non lo venisse a sapere. Il pensiero della regina da un lato la
rassicurò, perché era forte, buona e si prendeva cura di tutti, dall’altro quando si
arrabbiava diventava enorme e terribile. Decise di non pensarci e continuò il suo
volo cercando di non farsi troppo intimidire dall’oscurità e dai rumori. Era ormai
buio quando trovò un minuscolo buco nella corteccia di un albero e decise che
avrebbe trascorso lì le ore della notte, tanto non si vedeva niente! Si accoccolò tra il
legno, che non certo comodo come la sua celletta di cera, cercò di non fare brutti
pensieri e si addormentò. Si svegliò all’improvviso per colpa di uno strano rumore;
aprì gli occhi e vide che era appena spuntato il sole. Il rumore era appena sotto di
lei. Decise di sporgersi fuori e vide un cerbiatto che sgranocchiava le foglie tenere
dei rami bassi dell’albero. All’inizio si spaventò, però decise di provare a parlargli e
con timidezza gli chiese: “Hai visto per caso passare un’altra ape come me dal
nome Bi?” Il cerbiatto la guardò incuriosito e smise di masticare, poi scosse la testa
in segno di diniego. Poi osservò meglio la piccola ape e pensò che era lontana da
casa, sprovveduta e per avvertirla le disse: "Stai attenta in questa brughiera. Ci
sono molti cinghiali aggressivi e furbi. Tornatene a casa.”
Eli ascoltò con molta attenzione ma decise di proseguire il suo volo alla ricerca
della sorella. Si diresse dunque verso il fiume seguendo i consigli del cerbiatto e la
corrente di aria fresca che proveniva da quel luogo.
Mentre volava spensierata verso l’acqua vide un cinghiale dall’aspetto molto feroce
che stava cercando delle radici nella terra smossa vicino al corso del fiume. L’ape,
incuriosita da quell’animale peloso e maleodorante, che non aveva mai visto, gli si
avvicinò piano piano per guardarlo da vicino. Il cinghiale, disturbato dal ronzio si
agitò all’istante e con tono irascibile si voltò verso di lei e disse: “Cosa fai nel mio
territorio privato?”
L’ape impaurita ignorò la domanda e, allontanandosi un po’, disse: “Sto cercando
mia sorella, l’hai per caso vista?” Il cinghiale le rispose bruscamente: “Vattene
subito dal mio territorio ti ho detto e non tornare mai più!” Eli andò più in là e trovò
il fiume, dove sul pelo dell’acqua si trovava una vecchia lesca brutta e furba che
avendo visto avvicinarsi Eli voleva che cadesse nell’acqua per mangiarsela. La
lesca si fece dunque passare per morta in modo da far avvicinare l’ape. La vecchia
furba sapeva infatti che le api sono curiose e quella avrebbe voluto accertarsi della
morte del pesce, dal momento che sembrava pure un po’ stupida: si era messa a
parlare con un cinghiale! Mentre Eli si stava avvicinando la lesca fece un balzò ma
non la prese perché Eli si impaurì e volò via più veloce di lei. Dopo ore di volo lungo
il fiume incontrò un airone astuto e intelligente che cercò anche lui di prenderla.
Appena vide l’airone Eli, ricordandosi l’avventura con la lesca, si spaventò e si
nascose. Quando l’uccello se ne fu andato, Eli decise che ne aveva abbastanza del
fiume e dei suoi abitanti e volò dentro al bosco. Vide uno scoiattolo che stava
pulendo la sua tana e lo raggiunse.
Lo scoiattolo alzò la testa e le chiese: “Che cosa fai in questo bosco?” Eli gli
rispose: “Sto cercando la mia sorella Bi! Si è allontanata dal nostro territorio per
cercare posto nuovi e io la voglio riportare a casa! L’hai vista?” Lo scoiattolo disse
di no, però ci pensò un po’ su e aggiunse: “Ho un amico tasso che ti potrebbe
aiutare; lui mi ha raccontato poco fa di aver visto una strana ape che gironzolava
nel bosco osservando tutto con interesse, anziché raccogliere il polline.” Lo
scoiattolo la portò nella tana del tasso. Il tasso appena la vide pensò che fosse l’ape
che aveva visto prima, però Eli gli disse: “Ciao tasso, hai per caso visto la mia
sorella Bi, che gira curiosando per il bosco?” “Ma come non sei tu quell’ape? Vi
somigliate come due gocce d’acqua!” rispose il tasso.
“No, sono sua sorella e la sto cercando e l’amico scoiattolo mi ha detto che tu l’hai
vista. Sai dove si è diretta?” chiese Eli. Il tasso le rispose: “Sì, sì! L’ho seguita a
lungo con lo sguardo e ho notato che era diretta verso l’albero più in alto di quella
montagna laggiù e alla mia richiesta su cosa andasse a fare mi ha risposto che si
sarebbe fermata lassù per una settimana perché le piaceva il posto.” Allora Eli
chiese gentilmente: “Potrei rimanere questa notte da te? Sono stanca e sta venendo
la sera. Il tasso rispose anche lui gentilmente: “Volentieri, ho proprio bisogno di un
po’ di compagnia!”
La mattina dopo Eli fece una colazione a base di polline. Il tasso le offrì noci,
nocciole e mandorle. L’ape ne assaggiò per la prima volta qualcuna ed esclamò:
“Squisite! Me ne puoi prestare un po’ per il viaggio?” “Puoi prenderne quante ne
vuoi, cara Eli.
” L’ape prese un sacchettino di foglie e fili d’erba e ci mise dentro una briciola di
tutto, poi ringraziò il tasso e volò verso la collina vicino alla montagna.
Attraversò il bosco e sbucò sulle pendici della montagna. Dal basso Eli vide un lupo
che stava sulla cima. Si avvicinò a quel bell’animale che, senza distogliere lo
sguardo dal punto che fissava, le disse: “Guarda come è bello questo panorama.”
Eli rispose: “Sì, è davvero molto bello. Perdonami se ti interrompo, ma hai visto
passare un'ape simile a me di nome Bi?” “In questi giorni ho visto talmente tante
cose che non mi ricordo se ho visto un’ape!” Era un lupo davvero strano, una
specie di lupo pensatore…Si salutarono e Eli continuò a volare verso la cima della
montagna, dove le aveva detto il tasso. Una volta arrivata, si riposò per un giorno
intero.Il giorno dopo incontrò un’aquila reale a cui si rivolse con rispetto: “Scusi se
disturbo, mi potrebbe portare all’altra montagna in cambio di un po’ di polline e
noci?” L’aquila accettò solo per la gentilezza della piccola Eli, sapendo che non
avrebbe mai mangiato né l’uno né l’altro, e la portò sulla cima dell’altra montagna.
Dal dorso dell’aquila Eli vide Bi e non appena fu scesa l’abbracciò e insieme fecero
un po’ di miele. Eli ci mise dentro delle noci e donò il tutto all’aquila. L’uccello,
incuriosito, assaggiò con il becco quella delizia e rimase stupito di quella dolcezza.
Eli e Bi decisero di partire verso nord, dove Bi aveva notato un alveare in cui non
c’era più nulla e nessuno.
Bi disse: “Eli, quell’alveare è in buone condizioni, perché non ci fermiamo qualche
notte?” Eli rispose: “D’accordo, però fra qualche giorno ripartiremo, se no saremo
condannate all’esilio!” Nei pochi giorni in quell’alveare disabitato le due sorelle
produssero molto miele di scorta per il viaggio di ritorno. Quando ripartirono
arrivarono in cima alla montagna, incontrarono di nuovo l’aquila che quando le vide
le riconobbe e le salutò con affetto e gentilezza e si offrì di portarle fino al fiume.
Giunte al fiume si salutarono; Eli e Bi tornarono dal tasso e dallo scoiattolo che,
quando le vide, le invitò a prendere il the con i biscotti alle nocciole e loro gli
regalarono un po’ di miele, poi ripartirono per l’alveare ringraziandolo i nuovi amici.
Nel loro viaggio di ritorno videro il cerbiatto e il cinghiale e li salutarono; il cerbiatto
le riconobbe e le salutò, invece il cinghiale le ignorò e loro andarono avanti nel loro
viaggio. Quando arrivarono a casa videro delle api fuori dall’alveare e subito si
nascosero dietro una pietra, aspettando che le altre api se ne andassero via da lì.
Entrarono di soppiatto nell’alveare ma si parò davanti a loro l’ape regina che,
arrabbiata, le apostrofò con voce tonante: “Dove siete state tutto questo tempo?”
Eli rispose: “ Sua Maestà, ci eravamo allontanate perché cercavamo nuovo polline,
ma un insetto di dimensioni incredibile, nascosto in un fiore, voleva mangiarci
quindi siamo scappate un po’ più in là. La regina disse: “Per questa volta vi
perdono, però la prossima volta dovete correre dentro l’alveare!” Le due api
andarono a dormire e vissero per sempre felici e contente di quella avventura.