I.C. “ G. Lombardo Radice”
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I.C. “G. LOMBARDO RADICE “ Siracusa
SCUOLA E DINTORNI… IN ALLEGRIA
Chi era Dante Alighieri ?
(Studio delle classi 2^ sez C- D)
Dante Alighieri, poeta e scrittore, nacque a Firenze nel 1265. Il nome
era il diminutivo di Durante. Era figlio di Aligherio e di Bella. La famiglia era
nobile. Dante ricevette un'educazione raffinata. Studiò filosofia e letteratura.
Sposò Gemma Donati, da lei ebbe tre figli, ma amò segretamente Beatrice.
Fece parte della vita politica della città di Firenze. Nel 1300 diventò Priore.
Poi fu accusato, allontanato dalla città e condannato all’esilio. Visse gli ultimi
anni a Ravenna. Morì tra il 13 e il 14 settembre 1321 per aver contratto la
malaria a 56 anni. Scrisse opere in volgare come “La vita nuova”, la “Divina
Commedia” e tante altre opere in latino.
Siracusa, 30 maggio 2016 La nostra Redazione è felice di pubblicare un numero unico del giornalino dell’I.C. “G. Lombardo Radice” di Siracusa intitolato “Il giornalino dell’arcobaleno”. Vi racconteremo le nostre esperienze scolastiche, proprio adessso che la scuola sta quasi chiedendo i suoi battenti. Il prossimo anno vi aspettiamo numerosissimi! Buona lettura! La Redazione
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“VITA NUOVA” O “VITA NOVA”
(Studio dell’opera di Dante Alighieri, il sommo poeta italiano!)
All’età di nove anni Dante incontrò per la prima volta Beatrice e, nonostante fossero
soltanto bambini, egli capì che non avrebbe potuto mai più dimenticare quella fanciulla. La
rivide dopo nove anni. Ricevette il saluto e ne fu felice. Tornò nella sua stanza e pensò a
lei. Ebbe la visione di Amore che portava Beatrice addormentata, in braccio. Amore svegliò la
donna e le diede da mangiare il cuore di Dante, subito dopo se ne andò con lei fra le sue
braccia. Per evitare che la gente parlasse male di Beatrice, Dante finse di amare altre due
donne. Beatrice arrabbiata, non lo salutò più e lui divenne triste. Allora Dante si rinchiuse
in un luogo solitario, dove pianse e si disperò. Poi disse di essere felice, solo quando la poteva
guardare e la lodare. Beatrice morì improvvisamente a soli 24 anni di parto. Il dolore fu
grande e Dante soffrì tanto. Dante si aggirava disperato per le vie ella città dove gli apparve
la visione di Beatrice. Allora Dante promise di non parlare più di lei fino a quando non
sarebbe stato capace di dedicarle le parole più belle.
Classe 2^ sez.C
Dante ebbe la visione
di Amore che portava
Beatrice addormentata,
in braccio. Amore
svegliò la donna e le
diede da mangiare il
cuore di Dante, Subito
dopo se ne andò con
lei fra le sue braccia..
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I FUMETTI della “Vita Nova”
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DANTE INNAMORATO…
Questa è la poesia bellissima che Dante dedicò alla sua amata Beatrice.
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Miró 's work is full of geometric shapes, forms and colors and lines in
perfect rhythm to represent the Carnival.
Carnival is the magic moment to
propose the art of Miro’ in
school.
Splendidi disegni degli alunni che riproducono lo stile di
Mirò in un laboratorio di Arte e Creatività per
il Progetto europero "Puppets mission: childhood without borders"di cui la nostra scuola fa parte con il pupo “Orlandino”.
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IO MI RACCONTO COSI : “CRESCERE INSIEME”
“Insieme facciamo crescere una piantina, alla scoperta di ciò che è necessario
perché un seme diventa una pianta”.
Attività laboratoriale: la germinazione.
La pianta del fagiolo è cresciuta. I cotiledoni sono
ormai raggrinziti e non servono più perché la foglia
può sintetizzare, cioè può respirare e trasformare in
nutrimento le sostanze assorbite dal terreno
attraverso le radici. Con la realizzazione di questo
esperimento ci siamo resi conto personalmente e
attivamente come nasce una pianta, che per crescere ha
bisogno di determinate condizioni climatiche e
ambientali, dell’importanza dell’acqua e come una di queste condizioni possa modificare
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la normale crescita e il regolare sviluppo della stessa. Il seme è la condizione
indispensabile per dare vita a una pianta e a un seme per diventare pianta occorrono
terra, aria, acqua e luce. Tutti i semi hanno una buccia (tegumento) e una radichetta, ma
alcuni semi sono formati da una sola parte (monocotiledoni), mentre altri da due
(dicotiledoni). In una parte è presente l’embrione, mentre nell’altra c’è la cavità che lo
conte .
L’esperimento è riuscito!
Gli scienziati della classi 2^ sez. C -D
…..UN PO’ DI STORIA E DI GEOGRAFIA
Siracusa è una bellissima città sul mare tra le più belle del Mediterraneo, ricca di
storia e di monumenti, ancora oggi conserva le sue bellezze architettoniche dall’era
preistorica fino ai nostri giorni.
Siracusa fu città potente della Magna Grecia, poi romana, bizantina, araba,
normanna, sveva, angioina, spagnola, è collocata in una fortunata posizione
geografica tra il mare e i monti ed è dotata di un magnifico porto naturale.
La città odierna è divisa tra una parte vecchia, Ortigia, e una nuova. La città vecchia,
che si trova su un isolotto, mostra il fascino di un luogo che ha visto succedersi, in
oltre tremila anni, le maggiori civiltà del Mediterraneo. Nell’area più recente della
città si trova il patrimonio archeologico della città come le Latomie dei Cappuccini,
la Chiesa e le Catacombe di San Giovanni, il Santuario di Demetra e Kore.
Relativamente isolato, il Parco della Neapolis con il Teatro Greco (il più grande
giunto fino a noi dall’antichità) l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Ierone II, le Latomie
del Paradiso e di S. Venera, la Grotta dei Cordari e l’Orecchio di Dionisio, riesce a
dare l’impressione di un luogo dove ancora natura, storia e mito s’incontrano.
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Nonne e mamme a scuola per realizzare i dolcetti tipici siracusani : la torta, i
cannoli, le cassatelle di ricotta, la cuccìa di Santa Lucia e poi pizze e focacce
tipiche con sapori, odori e aromi della nostra città: la bella
Siracusa!
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STOR
IA
DELL
A “CUCINA
SIRA
CUSA
NA”
C’era una volta
una civiltà classica: i
Greci…….
I Greci, provenienti da Corinto, guidati dal comandante Archia nel 734 a.C. giunsero a
Siracusa. Questi colonizzatori apportarono diverse novità da un punto di vista culinario:
l’arte del fare il vino nacque proprio da loro, l’ulivo, il farro ed altri prodotti, già esistenti
nell’isola, vennero utilizzati in modo diverso. Con la farina di farro, oltre a un ottimo pane,
si ottennero delle tagliatelle molto saporite e la pasta frolla. Con il farro macinato grosso
essi fecero delle ottime zuppe ed infine con il seme intero, unito a fave, lenticchie, ceci, ed
interiora, la famosa ricetta chiamata “Fabata Puls”.
Prima dei Greci Siracusa era abitata dai Siculi che avevano sviluppato una
cucina gustosa. L’incontro di queste due civiltà fece nascere il gusto per la
buona cucina, una cucina naturale e genuina che utilizzava: olio, sale, aceto ed
erbe aromatiche. Le mense dei ricchi erano ricche e i cibi erano accompagnati
da squisiti vini, birra e idromele (liquore ricavato dalle mele). I pasti dei
Siracusani in età greca erano tre al giorno: uno leggero al mattino, l’ARISTON
(colazione), ed altri due più consistenti, il DEFEION (pranzo) a metà del giorno, ed il
DORPON (cena), a fine giornata. Ogni banchetto iniziava con il rito dell’offerta di
ringraziamento agli dei: il padrone di casa, dopo essersi purificato le mani con acqua,
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gettava sul braciere pugni d’orzo, sangue e ciuffi di pelo di un vitello sacrificato e vi
versava del vino. Terminata questa funzione propiziatoria, i servi ponevano, vicino ad ogni
commensale, un recipiente con il pane ed una coppa per bere il vino liquoroso allungato con
acqua e poi iniziavano a servire le vivande. Nelle riunioni non sempre vi era un padrone di
casa, perchè spesso queste erano organizzate da alcuni amici che si riunivano per mangiare
portando ciascuno, in un canestro, cibi già cotti ed il vino. Questi simpatici simposi erano
chiamati “I Pranzi del Panierino”, ed è questo piccolo recipiente di vimini, la “Spyris”,
che a volte, vediamo appeso ad un chiodo in alcune raffigurazioni di cene. I menus dei
Greci erano vari, composti da minestre, pesce, carne, uova, legumi, formaggio fresco e
stagionato e dolci a base di miele, di noci, di latte e di farina e dalle focacce a forma di
piramide. I dolci venivano serviti assieme a ricchi vassoi di frutta al termine di ogni pasto e
servito il vino che scorreva a fiumi ed i convitati, allegri cantavano gli Skolia, (canzoni in
rima). Venivano criticati gli ingordi e si scrissero le regole di galateo sul modo di
comportarsi a tavola .Successivamente gli Arabi invasero la Sicilia e arrivarono a
Siracusa. Anche loro, apportano molte novità nell’arte nella cucina. Ci fecero conoscere:
la canna da zucchero, il riso, il gelsomino, il cotone, l’anice, il sesamo, la cannella e lo
zafferano. Furono abilissimi pasticceri e, tra i dolci, segnaliamo: la Cubbaita
(Qubbayt), ossia, un dolcissimo torrone di miele con semi di sesamo e mandorle; i
Nucatuli, dalla parola araba “Nagal” (frutta secca, confettura, dolce secco); la Cupita o
meglio Copata: torrone molto duro confezionato in grossi pani, a base di nocciole,
albume d’uovo, zucchero miele ed amido. Sempre agli Arabi dobbiamo la Cassata ed il
sorbetto. Amanti delle essenze, crearono dolci profumati alla frutta, alla cannella e,
perfino agli odori dei fiori. Inventarono i geli di melone, di mosto, di cannella, di
gelsomino. A questi “invasori” si devono altri gustosi piatti e l’invenzione del cannolo
Gli Arabi vennero sconfitti dai Normanni, popolazione marinara e
guerriera, che oltre alla costruzione di enormi cattedrali, portarono:
spiedi rotanti, aringhe affumicate, merluzzi secchi (Piscistoccu e
Baccalà). Nel 1130 Ruggero II divenne re e alla sua morte fu eletto
da Federico II di Svevia. Questo grande sovrano, oltre all’Università,
alle tasse, ed a varie innovazioni, compose un trattato sulla caccia con
il falco, cacciatore egli stesso e conoscitore della buona tavola, ebbe al
suo servizio, numerosi cuochi .Furono inventate numerose specialità di
rosticceria. Nel 1268 arrivarono gli Angioini, attuali Francesi con
Carlo d’Angiò. Con loro fu inventato il “falsumagru” che, prima, si
chiamava Rollò ripieno di frittate e verdure o carni pregiate. I
Francesi furono sconfitti dagli Spagnoli fino al 1713. Grazie a questo
popolo la cassata araba cambiò l’ ingrediente base: il Pan di Spagna;
inoltre cucinarono la zucca all’agro dolce e le varie “mpanate”.
Sempre durante questo periodo si ebbe l’apporto del
pomodoro, cacao e mais che fu portato
dall’America, insieme al peperoncino, alla patata, ai fagioli, al
tacchino, ai peperoni, mentre la melanzana sarebbe arrivata dalle
Indie successivamente . Fu cucinata la “caponatina” utilizzando i
nuovi ortaggi che crescevano in altre parti del mondo che fu condita
con olio e aceto:una vera delizia….
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Vi auguriamo una buona estate!!!!
Alla prossima pubblicazione!!!