S A I L - RY T S M O N E T
3
D a V a g i t o a G e n i u s L a N a s c i t a d i u n A r t i s t a
Una vela stride gonfiata dal vento. Sprigionato dai pol-
moni un grido colpisce un muro. Luce solare irradia fogli
d’oro e d’argento, luce LED sgorga da una proiezione. La
vela è un segno, l ’urlo un segnale. La prima indica l’in-
gresso di una mostra, il secondo mette in moto il mecca-
nismo di una videoinstallazione all’interno della stessa.
Avvolto nello stesso materiale iridescente di cui è
fatta la vela, l ’argento contro il corpo, l ’oro rivolto
al sole, un uomo si erge sulla riva, in parte naufra-
go in parte specchio per le allodole. Tutto sembra
tacere sulla spiaggia di ciottoli. La carta fotografi-
ca non restituisce alcun suono, viene registrata solo
la luce. L’immagine appena descritta è una fotogra-
fia appesa nello spazio espositivo della galleria.
t e s t o d i C l a i r e Ta n c o n s
G A LLE R I A U P P
4
L’uomo è segno e segnale. Ha bisogno di vento per la
sua vela come di aria per i suoi polmoni, per stridere e
urlare, per irraggiare e riverberare. Il suo respiro flui-
sce e rifluisce nel suo corpo, talvolta ne è cacciato. La
sua luce brucia all’interno e a volte all’esterno. Potreb-
be essere la nascita di un’opera d’arte. O di un artista.
Tra la vela e il grido si fa strada una strana imbarca-
zione: la mostra personale di Ryts Monet, ormeggiata
e aperta al pubblico per due mesi. Al centro del lavo-
ro di Ryts Monet c’é una riflessione sulla natura del
gesto artistico. Nella sua opera egli sperimenta con
arte e natura, nelle loro dimensioni ecologica e feno-
menologica ma anche filosofica e spirituale. I gesti ar-
tistici prendono corpo attraverso elementi naturali in
un processo di rielaborazione continua. Nell’opera di
Ryts Monet, lo spazio tra arte e natura è interstizia-
le; la differenza fra le due infinitesimale. La fruizione
delle sue opere è un esperienza multisensoriale, con
un’enfasi sul visivo e sull’acustico; vista e udito sono
i sensi maggiormente stimolati. In questo processo,
S A I L - RY T S M O N E T
5
anche il sesto senso della percezione spirituale po-
trebbe risvegliarsi, illuminando il pubblico. Se ci fosse
una sensorialità specifica per la fenomenologia di Ryts
Monet sarebbe fatta di connessioni nervose estre-
me, sovrapposte, ibride, capaci di registrare la per-
cezione sonora dell’interstiziale e dell’infinitesimale.
All’interno dello spazio della mostra, la vela è stata
ripiegata in un cubo, il suo movimento e la sua mu-
sica registrati e riprodotti con una video proiezione.
Nelle fotografie a fianco, Ryts Monet evoca metafo-
re di vela e di volo. I fogli d’oro e argento, con cui
si avvolgono i sopravvissuti a una catastrofe per re-
cuperare il calore corporeo, agiscono sia come vele
che come ali, strumenti creati dall’uomo e dalla na-
tura per padroneggiare gli elementi di acqua e aria.
Ryts Monet dichiara che la vela dispiegata rappresen-
ta la sua “potenza”, mentre compressa la sua “castra-
zione”. Nell’incontro tra Ulisse e Icaro, l ’artista è in
cerca dei suoi poteri perduti, come una figura divina.
Studi per cono
Vernice fosforescente e matita su carta21 x 29,7 cm 2012
G A LLE R I A U P P
8
Concepita originariamente per rimanere all’esterno
della galleria ed essere governata ogni giorno dalla
gallerista Caterina De Cesero, in una relazione di cura e
dedizione richiesta dall’artista per tutta la durata della
mostra, la vela in realtà è stata spiegata al vento solo
per un giorno. Questo per l’impossibilità di pagare il
permesso a quattro zeri richiesto dal Comune di Venezia
durante la Biennale di Architettura. L’alternativa pensa-
ta dall’artista quindi incorpora le limitazioni interne ed
esterne imposte alla sua opera e al suo stesso essere.
Dove può volare un’artista senza timore che le sue ali
vengano tarpate? La galleria è un rifugio o una gabbia?
All’inizio del mese, prima di volgere le vele alla Giudec-
ca, Ryts Monet era già apparso sull’isola di Forte Mar-
ghera1. In questo ambiente naturale, e con un intervento
umano minimo, l’artista ha applicato centinaia di cam-
panelle d’oro ai rami degli alberi, come una moltitudi-
ne di sensori meccanici. Studiata in base a coordinate
meteorologiche perché le campanelle emettano suoni
e piccoli bagliori percepibili dall’altra parte della baia,
1 O l t r e l a s c o m p a r s a d e l l e l u c c i o l e , v . I n E s t e r n o 2 0 1 2 , Fo r t e M a r g h e -r a P a r c o d e l C o n t e m p o r a n e o , p r o g e t t o c u r a t o d a M a t t e o E f r e m R o s s i
S A I L - RY T S M O N E T
9
sulla sponda del Forte stesso, l ’opera è un rimando a
«L’articolo delle lucciole» di Pier Paolo Pasolini, apparso
nel 1975 e noto anche come «La scomparsa delle luccio-
le», un riferimento ricorrente nell’opera di Ryts Monet.
Cosa ci attende dopo la scomparsa delle lucciole?
Come possiamo sopravvivere alla morte di Pasolini?
Queste sono domande aperte nell’opera di Ryts Mo-
net. Mentre Oltre la scomparsa delle lucciole (2012)
è il titolo dell’intervento nell’isola di Forte Marghera,
“restare vivi come le lucciole di Pasolini” è una scritta
a lettere maiuscole tracciata su un foglio di quader-
no e incollata alla parete del suo studio (almeno fino
a metà luglio 2012). Al di là del gesto artistico effi-
mero si trova una costante esortazione a se stessi.
La performance sulla spiaggia di ciottoli è un omag-
gio all’artista scomparso; la fotografia è il testamen-
to di Pasolini e il certificato di nascita di Ryts Monet.
La performance e la fotografia eseguite a Casarsa della
Delizia, città di Pasolini, instaurano un filo diretto tra
Gardaland ottovolanti
S A I L - RY T S M O N E T
1 1
Pasolini e Ryts Monet, cresciuto a Lignano Sabbiadoro,
città legata alla prima dal fiume Tagliamento. Ma le
lucciole di Pasolini sono morte da tempo. Come farle
risorgere, o dove altro trovarle? Una flebile lucciola
sulla spiaggia, una sopravvissuta, a differenza di
Pasolini, il cui corpo esanime venne ritrovato su un’altra
spiaggia vicino Roma: gli esperimenti artistici di Ryts
Monet costituiscono in questo modo nuove possibilità.
È accaduto su una spiaggia diversa di un’isola di-
versa in tutt’altra parte del mondo. Non è stato né a
Marghera, (nel parco ricavato nell’ex area militare)
in cui Ryts Monet ha deciso di recuperare la loro lu-
minescenza, né a Venezia, i cui canali sono inquinati
da tempo, né a dirla tutta in Italia, dato che ha per-
so l’ultimo dei suoi sensi – insieme ai suoi linguag-
gi – quasi sessant’anni fa. È stato sulla spiaggia di
un’isola, dall’altra parte dell’oceano, che ho visto
per l’ultima volta lucciole e plankton fosforescente.
Ma non importa il luogo in cui i miei occhi potrebbe-
ro ancora essere illuminati da questo spettacolo na-
G A LLE R I A U P P
1 2
turale. Quella spiaggia, quell’isola, altre spiagge, al-
tre isole, potrebbero presto assomigliare all’Italia.
Non esistono piani, a quanto si sa, per reintrodurre le
lucciole in Italia, e il mondo potrebbe aver del tutto
abbandonato l’idea di proteggere questa specie mi-
nacciata. Forse si potrebbe allevarne a Gardaland, il
parco divertimenti sul lago di Garda in cui Ryts Monet
è rinato, anche se tramite un’operazione meccanica
e non naturale. Il suo grido neonatale, infatti, è sta-
to indotto da un giro sulle montagne russe anziché
dall’espulsione dal ventre materno, come se il suono
dell’installazione di Marghera giungesse dalle labbra
delle campanelle anziché dal grembo degli insetti.
Gli ottovolanti sono macchine sceniche per la pro-
duzione di vagiti (2012)2 è uno spettacolo notevole
per gli occhi e per l’udito. La suspense è disegnata
dall’oscurità, ambiente gestazionale ricreato dall’ar-
tista per poter trasmettere la propria esperienza e
continuare il suo esperimento. Lo scenario di que-
2 G l i o t t ov o l a n t i s o n o m a c ch i n e s c e n i ch e p e r l a p r o d u z i o n e d i v a g i t i è s t a t o e s p o s t o p e r l a p r i m a v o l t a i l 1 5 g i u g n o 2 0 1 2 a P u n t o C r o c e e i l 2 3 g i u g n o 2 0 1 2 n e l l o s t u d i o d i R y t s M o n e t a l l a Fo n d a z i o -n e B e v i l a c q u a L a M a s a – C a r m i n a t i , c o m e p a r t e d e l l ’A r t N i g h t .
Gli ottovolanti sono macchine sceniche per la produzione di vagiti
A m p l i f i c a t o r e , l e t t o r e m p 3 , l u c e s t r o b o s c o p i c a e p i t t u r a f o s f o r e s c e n t e 2 0 1 2
Work in progress (Oltre la scomparsa delle lucciole)
Stampa digitale su dibond50 x 75 cm2012
Sail
2 0 1 2D e t a i l s o f t h e i n s t a l l a t i o n
7
Sail
Veduta dell ’ instal lazione2012
Cubo
Matita su carta2012
S A I L - RY T S M O N E T
2 1
sta esperienza, la registrazione del suo grido in cima
alle montagne russe di Gardaland, è vicino a una fon-
te d’acqua; l’esperimento è la ricreazione metaforica
dell’utero prima che le acque si rompano e il bambi-
no venga alla luce. Come per Oltre la scomparsa del-
le lucciole e Sail , l ’acqua gioca ancora una volta un
ruolo cruciale nell’opera di Monet, il cui risultato è
sempre una nascita: della sua opera o di lui stesso.
L’arte nell’era post-lucciole, però, non può parlare di
nascite naturali. L’arte nell’era della riproduzione natu-
rale abortita diventa la riproduzione artificiale di feno-
meni naturali. Non temiate un mostro di Frankenstein.
Ryts Monet non si dedica alla scienza ma all’arte. No-
nostante l’uso di principi meccanici e chimici per ot-
tenere un feedback rappresentato metaforicamente,
a livello esperienziale, dal giro di un ottovolante, gli
esperimenti di Ryts Monet sono a basso tasso tecno-
logico. Uno schizzo sui suoi taccuini svela gli elementi
del suo meccanismo: “Una tenda nera all’ingresso per
oscurare la stanza”; “Un lettore Cd o un altro disposi-
G A LLE R I A U P P
2 2
tivo per riprodurre il mio grido emesso durante un giro
sulle montagne russe”; “Altoparlante (Marshall)”; “LED
stroboscopici e pittura acrilica fosforescente sulla pa-
rete”. Gli appunti tra parentesi, “Si accende con il suo-
no” e “Reagisce alla luce”, indicano come i vari dispo-
sitivi ed elementi interagiscano in questo ecosistema
artistico a base meccanica e autosufficiente. Un altro
disegno nei taccuini, questa volta uno schema, delinea
i vari anelli di questa reazione a catena ridotti a elemen-
ti distinti: suono, luce ed energia, ma anche vita e dio.
Posseduto da un fuoco prometeico, Ryts Monet non
è però attratto dai grandi dèi olimpici ma dalle divi-
nità minori che presiedono alle questioni quotidiane
dei viventi, le divinità pagane che personificano i fe-
nomeni naturali. Vagitano, «il dio che ha il compito di
assicurarsi che il neonato emetta il primo grido con-
sentendo ai polmoni di espandersi e respirare», come
ci spiega la fotocopia di un testo sulla parete dello
studio di Ryts Monet, è perciò il dio cui l ’artista con-
tinua ad affidare la sua vita, a trent’anni dalla sua na-
S A I L - RY T S M O N E T
2 3
scita ; il Vagito è il registro comunicativo che ha scel-
to nonostante ormai padroneggi il linguaggio. “Tutte
le lingue del mondo non sono sufficienti per comu-
nicare se non siamo in grado di vagire pubblicamen-
te”, recita un’altra nota nel suo studio. Espressione di
un’urgenza costantemente riaffermata, non si tratta
del prodotto di un impulso primordiale ma di una sofi-
sticata riflessione sulle sovrastrutture che limitano la
vita e costringono la creazione. Il grido intimo di Ryts
Monet è in fin dei conti un grido d’allarme pubblico.
Un suono minaccioso precede l’urlo liberatorio espul-
so da Ryts Monet in cima alle montagne russe: il suo-
no dell’arrancare dolorosamente lento dell’ottovolante
lungo la salita, aggrappato ai binari. Una lettura interte-
stuale de Gli ottovolanti sono macchine sceniche per la
produzione di vagiti e dell’opera gemella Il Lavoro rende
liberi (2012) evoca il tetro ricordo dei vagoni che porta-
vano i loro passeggeri non verso una nuova nascita ma
verso la morte prematura. La traduzione italiana della
frase tedesca Arbeit macht Frei , la frase in ferro battu-
G A LLE R I A U P P
2 4
to posta sul cancello di ingresso di Auschwitz I e di al-
tri campi di concentramento, è stata ricreata in italiano
con piccoli cristalli sintetici sensibili al clima e installa-
ta sull’architrave in cima alle scale, all’uscita della resi-
denza-studio Bevilacqua La Masa a Palazzo Carminati.
In Se questo è un uomo (1947) Primo Levi, ricordan-
do le impressioni provocate dalla vista della scrit-
ta illuminata ad Auschwitz I I I /Buna-Monowitz, scri-
ve “il suo ricordo ancora mi percuote nei sogni”,
conservandone a distanza di anni il ricordo acusti-
co e visivo di ciò che gli era accaduto in quel luogo.
Il Lavoro rende liberi non è l’insegna a neon che ci
si aspetterebbe all’ingresso di un parco divertimenti,
tantomeno di un campo di concentramento. Al di là di
esperienze nel campo del soprannaturale e del surrea-
le, di coscienza trasognata e incubi vigili , ciò che lega
il lunapark al campo di concentramento è la meccaniz-
zazione di un tipo di rapporto umano. Festival e fiere,
un tempo performance dal vivo, sono diventate espe-
S A I L - RY T S M O N E T
2 5
rienze mediate per via di apparati meccanici e disposi-
tivi cinetici che hanno rimpiazzato il moto corporale. Il
circo è diventato un carosello, lo spettacolo di strada
un cinema. Uomini in carne e ossa tramutati in cenere.
A una fiera visitata di recente ho visto tornare a galla
reminiscenze inquietanti: caroselli dipinti con immagi-
ni circensi, o che emettevano fumi profumati. La rela-
zione instaurata da Ryts Monet tra Gli ottovolanti sono
macchine sceniche per la produzione di vagiti e Il Lavo-
ro rende liberi tocca preoccupazioni già identificate da
Pasolini nel suo articolo sulle lucciole, solo amplificate.
Se vedrà la luce, il prossimo progetto di Ryts Monet
sarà dedicato a Lucina, la divinità invocata alla nasci-
ta, anche nota come Candiflera dato che per ottenere
la sua grazia venivano accese delle candele. Per que-
sto progetto, Ryts Monet immagina di creare cande-
le fosforescenti la cui luce – una volta che la cera si
sia del tutto consumata – venga non più dalla fiamma,
ma dalla fosforescenza della cera sciolta. Allora verrà
evocato il Vagito. La luce potrebbe non spegnersi mai,
G A LLE R I A U P P
2 6
anche quando si sia spento l’urlo. Più che al Vagito, la
personificazione di un elemento naturale, sembra che
Ryts Monet abbia rimesso la sua vita e la sua opera
nelle mani del Genio, l ’altra divinità che presiede alla
vita dell’uomo (Agamben 2007), la fede che consente
la dissociazione dall’Ego, e perciò la nascita dell’arte.
È nato un artista. È lui il segno, è lui il segnale.
Rimandi
Agamben , G io rg io , Quel che res ta d i Auschwi tz . L’a rch iv io e i l t es t imo-ne , B o l l a t i B or ingh ie r i , To r ino 19 9 8
Agamben , G io rg io , «Gen io» i n Pro fanaz ion i , Not te tempo , Roma 2005
Crary, Jona than , «18 8 8: I l l um ina t ions o f D isenchantment» , i n Suspen-s ions o f Percep t ion : A t ten t ion , Spec tac le , and Modern Cu l tu re , M IT Press , London and Cambr idge 19 9 9
Lev i , P r imo , Se ques to è un uomo , E inaud i , To r ino 2012
Paso l in i , P ie r Pao lo , L’a r t i co lo de l le lucc io le , h t tp : / /www.paso l in i . ne t /s agg is t ica_scr i t t i co rs a r i _ lucc io le .h tm
e appunt i d i l avo ro de l l ’ a r t i s t a .
Ol t re l a scomparsa de l le lucc io le , v. I n Es te rno 2012 , For te Marghera Contempora ry Park , p roget to a cu ra d i Mat teo E f rem Ross i .
Gl i o t tovo lan t i sono macch ine scen iche per l a p roduz ione d i vag i t i è s t a to espos to per l a p r ima vo l t a i l 15 g iugno 2012 a Punto Croce e i l 23 g iugno 2012 ne l lo s tud io d i Ry ts Monet p resso l a Fondaz ione Bev i l acqua La Mas a – Carmina t i , come par te de l l a Ar t N igh t .
S A I L - RY T S M O N E T
27
Ryts Monet è na to a B ar i ne l 19 82 .
Ha consegu i to l a l au rea t r i enna le in Ar t i Vis i ve e l a l au rea spec ia l i s t i ca
in Comun icaz ion i Vis i ve Mu l t imed ia l i p resso l a Faco l tà d i Des ign e Ar t i
de l lo I UAV d i Venez ia .
Ne l 2010 è s t a to a r t i s t a i n res idenza p resso l a Fondaz ione C laud io Buz io l
d i Venez ia . Ne l 2011 ha pa r tec ipa to a l l a res idenza -workshop tenu t a da
Adr ian Pac i p resso Rave Eas t Vi l l age a Tr i v ignano Ud inese . Ne l 2011 ha
pa r tec ipa to a l l a 15th Ta l l i nn Pr in t Tr ienn ia l e a un even to per fo rmat i vo
p resso Os loo F loa t ing Pav i l l i on per i l Pad ig l ione Dan imarca a l l a 5 4^
B ienna le d i Venez ia .
A t tua lmente è assegnat a r io d i uno deg l i a te l i e r de l l a Fondaz ione Bev i l ac -
qua La Mas a p resso Pa lazzo Carmina t i a Venez ia .
Ne l 2013 s a rà a r t i s t a i n res idenza a Tokyo p resso l ’ I ns t i tu te o f Contem-
pora ry Ar t and In te rna t iona l Cu l tu ra l Exchange .
B i o g r a f i a
G A LLE R I A U P P
2 8
Mostre personali
2010
365/2010 Ryts Monet, a cura d i Ch ia ra D i S te fano , con i l sos tegno d i
Rep lay e i l pa t roc in io de l l a Fondz ione Bev i l aqua La Mas a , C inema Vis io -
na r io , Ud ine
2009
Fastfood, a cu ra d i Ch ia ra D i S te fano , Koboshop , Ud ine
Mostre Collettive
2012
Atelier in esterno, a cu ra d i Mat teo E f rem Ross i , Pa rco d i Fo r te Marghe-
ra , Venez ia
Open studios (A r t i s t a i n res idenza ) , Fondaz ione Bev i l acqua La Mas a ,
Pa lazzo Carmina t i , Venez ia
2011
Condensation, a cu ra d i Dan ie le Capra e E lena Tammaro , Nuovo Museo
d i C lau jano , C lau jano , Ud ine
Nopx Artbook, a cu ra d i N O PX Ar t Ga l le r y, N O PX Ar t Ga l le r y, To r ino
Al -Bunduqiyya 3011 c/o Osloo Floating Pavillon, a cu ra d i Cec i l i a T i re l l i
e A l -Bunduq iyya , Pad ig l ione Dan imarca , 5 4^ B ienna le In te rnaz iona le
d ’a r te d i Venez ia , Venez ia
Artisti per una cultura resistente, a cu ra d i Pao lo To f fo lu t t i , Ga l le r i a
M o s t r e
S A I L - RY T S M O N E T
2 9
Lipan jePunt in , Tr ies te
Come closer and see into the trees find the girl if you can, Most ra b i -
pe rsona le a cu ra d i Mar io Lupano e Gabr ie le Mont i , A r t N igh t Venez ia
p resso Un ive rs i tà I UAV, Cor te de i To len t in i , Venez ia
Neohespheria, a cu ra d i Va le r i a Paruzzo , Osva ldo Ga l le t t i , Anna Roman-
z in , spaz io pubb l ico in Via Car lo A lber to , Trev iso
Baton sinister, a cu ra d i B ja rne Me lgaard e Norway ’s a r t p rogramme,
Pa lazzo Cont a r in i -Cor fù 5 4^ B ienna le in te rnaz iona le d ’a r te d i Venez ia ,
Venez ia
Doodles, a cu ra d i G iu l i a Scarde l l a to e B arbara Pug l i a , Cent ro per l ’ a r te
con temporanea A+A, Venez ia
Mediterranean Design Awards 2011, a cu ra d i I C U B Is t i tu to d i Cu l tu ra d i
B arce l lona , D H U B (Cat a lan Des ign Museum) , B arce l lona
15TH Tallin Print Triennal, a cu ra d i Eve Kask , Eha Komiss a rov, Rees
S imon , K U M U Ar t Museum, Ta l l i n , Es ton ia
2010
Temporary Show Room (Überluxus), a cu ra d i F rancesca No ia , Spaz io
L igh tbox , Venez ia
Fahrenheit 39, a cu ra d i Cu l t . Ass . S t rad i va r i , Ga l le r i a N inap ì , Ravenna
Lidris, a cu ra d i Eva Comuzz i e Ga l le r i a C iv ica d i Monfa lcone , R i v igna -
no , Ud ine
Hearth , a cu ra d i Manue l B are l e Ar t Por t , A r t Por t , Pa lazzo lo de l lo S te l -
l a , Ud ine
Open studios (A r t i s t a i n res idenza ) , Fondaz ione C laud io Buz io l , Venez ia
Zooart , a cu ra d i Ass . Cu l t . A r t .u r, G ia rd in i F res ia , Cuneo
In-book / Out-book / If-book (even to co l l a te ra le de l 53° Fes t i va l de i
2 Mond i , Spo le to ) , p roget to d i S tud io a ’87 e Viandus t r i ae , B ib l io teca
C iv ica G. Carducc i , Spo le to
Artpage@Homepage Art Music Festival, a cu ra d i Ch ia ra D i S te fano ,
Pa rco de l Cormor, Ud ine
Still dreaming (A r t i s t a i n res idenza ) , Fondaz ione C laud io Buz io l , Venez ia
Di rez ioneC a t e r i n a D e C e s e ro
Te s t o d iC l a i re Ta n c o n s
Graf icaD a r i a To m m a s i
Coord inamento Ed i to r i a leS u p e r m a r k e t P u b l i s h i n g
© l ’ au to re per i tes t i
© l ’ a r t i s t a pe r l e immag in i
R y t s M o n e tS A I L
3 0 . 0 8 . 2 0 1 2 - 3 0 . 1 0 . 2 0 1 2
Orar i d i aper tu raM a r t e d ì - S a b a t o 1 5 - 1 9o s u a p p u n t a m e n t o
G A LLE R I A U P P
Giudecca 1775
+3 9 3 4 6 77 8 8 9 9 9
in fo@ga l le r i aupp .com
www.ga l le r i aupp .com
L’a r t i s t a r i ng raz ie per l a lo ro co l l aboraz ioneM a n u e l a A s t o reE m a n u e l e B a s s oR a ch e l e D ’ O s u a l d o S i l v i a R o m a n e l l iP a o l o R o s s oTo b i a To m a s i