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COMUNICARE il
R I S C H I O...e il rischio di non comunicare!!!
COMUNICARE il
R I S C H I O...e il rischio di non comunicare!!!
Roberto Raffaele PEPERoberto Raffaele PEPE
Analisi del rischio
valutazione gestione
comunicazione
...del rischio
Legge 150 del 7-giu.-2000: obbligo per tutte le PubblicheAmministrazioni italiane di dotarsi di
“strutture e strumenti di comunicazione”….idonei.
DPR n° 422 del 21-sett-2001 (regolamento attuativo)Direttiva sul programma delle iniziative di
informazione e comunicazione istituzionale delleAmministrazioni dello Stato.
Inquadramento legislativo:
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27-sett-2001Capitolo dedicato alle spese complessive per la
Comunicazione e l’ Informazione (che non devonoessere meno del 2%).
Arriva una notizia di emergenza (catastrofe, incidente ecc)
L’ essere umano vuol sapere 3 cose:1)Voglio scappare
2)Che cosa è successo3)Come stanno le persone a me care
1) Corretta formazione sulle vie di fuga e sulla sicurezza2) Informazione C.B.S. sull’ accaduto
3) Informazione C.B.S. su come stanno gli altri
RISK COMUNICATION
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Esempi di utilizzo di una corretta“Comunicazione del RISCHIO”:
-Attivazione da parte della C.O. di unaambulanza per recarsi………..
-Attivazione del PMA da parte delcomandante per una emergenza……..
-in corso di lavori logistici….per lasicurezza sul lavoro
-in corso di attività sanitarie….per la sicurezza degli operatori.
-Crash aereoIL TUTTO SIA in patria che
in T.O. esteri!!!
DEFINIZIONEdi
“Comunicazione del RISCHIO”
DEFINIZIONEdi
“Comunicazione del RISCHIO”
Reg. C.E. n° 178/02 art. 3 n° 13Reg. C.E. n° 178/02 art. 3 n° 13
E’ lo scambio interattivo - nell’ intero arco del processo dianalisi del RISCHIO - di informazioni e pareri riguardanti
gli elementi di pericolo e i rischi, i fattori connessi al rischioe alla percezione del rischio.
E’ lo scambio interattivo - nell’ intero arco del processo dianalisi del RISCHIO - di informazioni e pareri riguardanti
gli elementi di pericolo e i rischi, i fattori connessi al rischioe alla percezione del rischio.
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FILM “Cassandra Crossing” 1976 Attori: Burt Lancaster Sophia Loren
Richard Harris
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B.M.J. 2003; 327:691-2.
“COMMUNICATING RISK”
Edwards A.
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“Etica della comunicazionein
Sanità”.
Convegno 3 marzo 2003Comitato Regionale Veneto
diBIOETICA
L’ Europa è invasa dalla influenza aviaria….
Il ministro della Salute invita i sindaci a relazionare in merito…
Comunicazione
S-CORRETTA
del RISCHIO
Autostrada TO-MI…numerosi e fitti banchi di nebbia con rischio di tamponamenti a catena…
La P.C. e il 118 allertati…
Comunicazione
CORRETTA
del RISCHIO
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La “comunicazione del RISCHIO” perdura sia nella
fase di attenzione, pre-allarme, allarme che emergenza e durante tutto
l’ andamento bifasico della catastrofe, perciò sia nel
momento di risposta rapida che in quello della
risposta differita.(G.U. 12 maggio 2001. n° 109)
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Evento prevedibile: fase di attenzione fase di pre-allarme
Evento imprevedibile: fase di allarme fase di emergenza
Andamento bifasico: risposta rapida risposta differita
CATASTROFECATASTROFE (D.M. 13 feb. 2003)
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Fase di allarme= si cerca di tipizzare e quantificare l’ evento catastrofico.
Fase di emergenza= scattano tutti gli interventi necessari al soccorso.
Andamento bifasico= fase rapida: prime ore dopo la calamità ed è fatta dai sopravvissuti
o “testimoni” e dalle risorse locali residue.
Andamento bifasico= fase differita: ore successiveall’ evento catastrofico con apporto di
aiuti esterni rispetto all’ area interessata.
D.M. 13 febbraio 2003
2000 anni faImperatore Ottaviano Augusto
“Il valore della pianificazione diminuisce con la complessitàdello stato delle cose”.
Cioè una visione unitaria fra il percorso della natura ela gestione della cosa pubblica.
Non si può pianificare nei minimi particolari una emergenzaperché l’ evento al suo “esplodere” è sempre diverso.
Metodo AUGUSTUS
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Perciò qualsiasi tipo di risposta ad un evento catastrofico, o
comunque nefasto, deve essere:
•SEMPLICE•FLESSIBILE
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EMERGENZA
ComunicazioneComunicazione
strategica
Comunicazione del
RISCHIO
Razionalizzarel’ evento nefasto
etrasmetterlo bene
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IMPARARE:
a far sì che la nostra comunicazione diventiSTRATEGICA
a gestire la comunicazione STRATEGICA
a gestire i processi informativi.
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N.B. se la comunicazione NON diventa STRATEGICA,i protagonisti (esperti, la popolazione ecc.) tenderanno
ad enfatizzare i problemi di giustizia ed equità,alimentando l’ ostilità fra le parti.
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“Communicatio facit civitatem”
Tommaso d’ Aquino, XIIIsec. d.C.
Che cosa significa “comunicare”
Scambiarsi informazioni o trasmettere un messaggio da un emittente ad un ricevente e ottenere una reazione di questi al messaggio.
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1) emittente
2) contatto
3) messaggio
4) codice
5) contesto
6) destinatario
Gli “elementi della comunicazione”secondo Jakobson (1966)
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L’ uomo è un essere: pensante
emotivo socializzante
comunicante.
L’ uomo è un essere: pensante
emotivo socializzante
comunicante.
La comunicazione non è solo un mezzo,
bensì un elemento costitutivo del soggetto “UOMO”.
La comunicazione non è solo un mezzo, bensì un elemento costitutivo del soggetto
“UOMO”.rrp
Secondo James W. Carey
• Trasmissione di un messaggio che prevede: emittente, canale, ricevente, feed-back.
• E’ un rituale che prevede: partecipazione, condivisione degli eventi, fiducia, lavoro di gruppo, ecc…ecc…
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contenuto relazione
Che cosa è il feed-back
E’ il messaggio di ritorno, edesprime il grado di:-assenso-dissenso-accettazione-rifiuto-comprensione-confusione
Per mezzo di:-gesti-espressioni-suoni o interlocuzioni-messaggi verbali-utilizzo di media
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FILM “Qualcosa è cambiato” 1997 (con Jack Nicholson)
La comunicazione UMANA:La comunicazione UMANA:
Modello matematicoModello matematico
Modello semioticoModello semiotico
Modello pragmatico
Modello pragmatico
Modello sociologicoModello sociologico
Modello psicologico.Modello psicologico.
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Comunicazione non verbale (C.N.V.)
CORPOREA PARAVERBALE
SguardoSorrisoGestiPosizione del corpoDistanzaAbbigliamento
Tono di voceEsitazioneVolume del parlatoPauseRitmo e velocitàSottolineature
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DISTORSIONE(Principio di WARREN G. BENNIS)
Ciò che l’ emittente (A) ha intenzione di comunicare non è ciò che il ricevente (B)
capisce ma vi è un “ARCO di DISTORSIONE”
in cui A comunicama non è nelle sue intenzioni.
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PERCEZIONE della REALTA’
Grazie alla percezione noi interpretiamo la realtà. Non percepiamo tutti i particolari di un campo con lo stessorisalto ma solo ciò che siamo motivati o educati apercepire…tutto il resto finisce nello sfondo.
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FILM “Schindler’s List” 1993 Regista: Steven Spielberg
Cosa succede quando normalmente comunichiamo?
100 ciò che ho intenzione di dire
70 ciò che dico veramente
40 ciò che l’ altro ha sentito
20 ciò che l’ altro ha capito
10 ciò che l’ altro ha ritenuto.Imbuto di Levionnois
Ecco perché si usano i CODICI!!!
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FILM “La gente mormora” 1951 (con Cary Grant)
La comunicazione umana: modello psicologico.
La comunicazione umana: modello psicologico.
La comunicazione produce e sostiene la definizione di sé e dell’ altro.
La comunicazione produce e sostiene la definizione di sé e dell’ altro.
...ecco come sono, come mi vedo e come mi presento. Contemporaneamente:
ecco come ti vedo, ecco come tu sei secondo me, ecco che tipo di relazione ci lega.
...ecco come sono, come mi vedo e come mi presento. Contemporaneamente:
ecco come ti vedo, ecco come tu sei secondo me, ecco che tipo di relazione ci lega.
relazione fra coniugi, fra genitori e figli, fra amici, fra amanti, fra colleghi, fra docente e discente, fra capo e
collaboratore, ecc.
relazione fra coniugi, fra genitori e figli, fra amici, fra amanti, fra colleghi, fra docente e discente, fra capo e
collaboratore, ecc.
Concetto di “MASCHERA”Concetto di “MASCHERA”rrp
FILM: “Eyes Wide Shut” 1999 (Regista: Stanley Kubrik Attori: Tom
Cruise-Nicole Kidman)
Carta d’identitàANALOGICA
L’ immagine che la persona verso cuici rivolgiamo parlando, ci evoca o rievoca.
“…capire chi mi sta di fronte”rrp
Il ciclo O.R.G.I.Osservazion
eReazioneGiudizio
InterventoUn buon controllo del “ciclo ORGI” facilita i rapporti
interpersonali, la gestione delle riunioni e la comunicazione.Per non sbagliare nel comunicare devo aspettare,darmi una pausa per giudicare in modo corretto,
ed intervenire in modo adeguato.Invece di parlare subito devo sapere stare ad
ascoltare e chiedere o comunicare al momento giusto.rrp
N.B. La scelta del momentoin cui avviare la
comunicazione NON deveessere sottovalutata!!!
Il ciclo O.R.G.I.Osservazione
ReazioneGiudizio
Intervento
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QUANDO
COME
….NON SOTTOVALUTARE:
si introduce un discorso cioè… si decide di comunicare!!!
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La BUONA COMUNICAZIONEdeve avvenire sia in senso verticaleche in senso orizzontale.
Sia in ambiente civile che militareè perciò fondamentale conoscerela “CATENA di COMANDO” e “l’USOdei CODICI”.
Conoscersi (importanza del “gruppo” e dellaamalgama) e ri-conoscersi mentre si stacomunicando fra “ATTORI” è fondamentale.
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FILM “U-571” del 2000, USA, regia: Jonathan Mostow
“Fare gruppo” è utile per rendere meno rigidala nostra “maschera” e per conoscere i sistemicomunicativi dell’ Altro.
Ecco l’ importanza dell’ amalgama, delle esercitazioni,dei work-shop e conferenze-dibattiti per capire chi siamo,quali mezzi abbiamo a disposizione, chi sono gli “Altri”,come gli “Altri” mi vedono e per quali obiettivi comunilavoriamo insieme.
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Un buon arciere, quando la sua freccia nonarriva al centro del bersaglio, cerca le causein se stesso e NON accusa nessuno. (Confucio)
Se la mia comunicazione è errata, devo lavorare su me stesso ricordando che un buon comunicatore è responsabile al 100%dei risultati che riesce ad ottenere.
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L’ efficacia di una comunicazione si basa sulla percezione del ricevente e non sulle intenzioni dell’ emittente.
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Fattori che condizionano la comunicazione
Personali Del rapporto
AnsiaDifeseCulturaRicordi del passatoPrevenzioniCarattere introverso
LinguaggioCarismaOstilitàEmotivitàDisinteresseAntipatia
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La mappa non è il territorio
Ognuno ha una propria rappresentazione interna
della realtà
P.N.L.
Canale sensoriale preferenziale
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P.N.L. (Programmazione Neuro
Linguistica).
John Grinder Richard Bandler
Docente dilinguistica
allora studentein matematica
Negli anni ‘70 hanno studiato il modo di comunicaredei migliori oratori del mondo e hanno
creato dei “modelli”.
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…..la tecnica della “comunicazione” hadei limiti?
Come ogni tecnica “umana” ha dei limiti ed essi sono:
1)Fattore “bugia” o del mentire2) non è semplice
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DEFINIZIONEdi
“Comunicazione del RISCHIO”
DEFINIZIONEdi
“Comunicazione del RISCHIO”
Reg. C.E. n° 178/02 art. 3 n° 13Reg. C.E. n° 178/02 art. 3 n° 13
E’ lo scambio interattivo - nell’ intero arco del processo dianalisi del RISCHIO - di informazioni e pareri riguardanti
gli elementi di pericolo e i rischi, i fattori connessi al rischioe alla percezione del rischio.
E’ lo scambio interattivo - nell’ intero arco del processo dianalisi del RISCHIO - di informazioni e pareri riguardanti
gli elementi di pericolo e i rischi, i fattori connessi al rischioe alla percezione del rischio.
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FILM “Cassandra Crossing” 1976 Attori: Burt Lancaster Sophia Loren Richard Harris
Concetto di RISCHIO:
Concetto di RISCHIO:
è una misura del pericolo per la salutederivante dall’ esposizione ad un evento
nocivo e
la probabilità che si manifestisuddetto pericolo cioè l’ impatto nocivo
sulla popolazione derivante da taleesposizione.
è una misura del pericolo per la salutederivante dall’ esposizione ad un evento
nocivo e
la probabilità che si manifestisuddetto pericolo cioè l’ impatto nocivo
sulla popolazione derivante da taleesposizione.
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RISCHIO=PERICOLOSITA’ x VULNERABILITA’
R= P x V
Agendo sui due parametrisi può ridurre il rischio.
Risk IdentificationRisk Identification
Risk AssessmentRisk Assessment
Risk ManagementRisk Management
Risk Communication
Risk Communication
Analisi del RISCHIOAnalisi del RISCHIO
identificare il pericolo di rischioidentificare il pericolo di rischio
tipologia e quantificazione del rischio(valutazione)
tipologia e quantificazione del rischio(valutazione)
gestione del rischiogestione del rischio
comunicazione del rischio.comunicazione del rischio.
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Sfera della “Comunicazione del RISCHIO”Sfera della “Comunicazione del RISCHIO”
impreseimpresemass mediamass media
amministrazionepubblica
amministrazionepubblica
gruppi di pressionegruppi di pressione
consumatoriconsumatoriuniversitàuniversità
espertiesperti non espertinon esperti
TECNOSFERATECNOSFERA DEMOSFERADEMOSFERA
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Lo scambio interattivo delle informazioni e dei pareriavviene fra ATTORI che sono:
Lo scambio interattivo delle informazioni e dei pareriavviene fra ATTORI che sono:
TECNOSFERATECNOSFERA DEMOSFERADEMOSFERA
UniversitàEspertiImprese
UniversitàEspertiImprese
CittadiniNon espertiMass media
Gruppi di pressioneConsumatori
CittadiniNon espertiMass media
Gruppi di pressioneConsumatori
Dominio dellaSTIMA dei RISCHI
Dominio dellaSTIMA dei RISCHI
Dominio del RISCHIO PERCEPITO
Dominio del RISCHIO PERCEPITO
TECNOSFERATECNOSFERA DEMOSFERADEMOSFERA
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Valutazione scientifica del rischio
Risk Assessment
Valutazione scientifica del rischio
Risk Assessment
Letteratura scientificaRapporti UfficialiAutorità preposte
Letteratura scientificaRapporti UfficialiAutorità preposte
Percezione del rischioOPINIONE PUBBLICA
Percezione del rischioOPINIONE PUBBLICA
mediaosservazioni sul campo
focus group
mediaosservazioni sul campo
focus group
VUOTOINFORMATIVO
VUOTOINFORMATIVO
VUOTO INFORMATIVO che la “Comunicazione del Rischio”
deve colmare.
VUOTO INFORMATIVO che la “Comunicazione del Rischio”
deve colmare.rrp
accettabilitàdel
RISCHIO
sogliadi
accettabilità
ESPERTI
PUBBLICO
MEDIA AUTORITA’
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accettabilità del RISCHIO
sogliadi
accettabilità
COMUNICATOREnella
fase finale
AUTORITA’
ESPERTIdalle fasi iniziali
PUBBLICO
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STIMA dei RISCHISTIMA dei RISCHI
RISCHIO PERCEPITO(dal PUBBLICO)
RISCHIO PERCEPITO(dal PUBBLICO)
Come si calcola?Come si calcola?
Analisi quantitativaAnalisi quantitativa
paradigma psicometricodi P. Slovic
paradigma psicometricodi P. Slovic
fatta dagliESPERTI
Paradigma psicometrico di P. SlovicParadigma psicometrico di P. Slovic
Quale sarà il numero delle persone esposte?Quale sarà il numero delle persone esposte?
Le conseguenze sono locali o planetarie?Le conseguenze sono locali o planetarie?
Possono avere effetti sulle generazioni future?Possono avere effetti sulle generazioni future?
Le conseguenze del rischio sono immediate o differite?Le conseguenze del rischio sono immediate o differite?
E’ una minaccia conosciuta o misteriosa?E’ una minaccia conosciuta o misteriosa?
Il rischio è imposto o accettato dagli altri?
Il rischio è imposto o accettato dagli altri?
Il rischio è giusto o ingiusto?Il rischio è giusto o ingiusto?
Il rischio è individualmente controllabile?
Il rischio è individualmente controllabile?
Le autorità e gli esperti sono affidabili?Le autorità e gli esperti sono affidabili?
FIDUCIA
FIDUCIA
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rrprrp
“Società del RISCHIO” (Ulrich Beck - 1986)
“Società del RISCHIO” (Ulrich Beck - 1986)
Differenza fra rischio e pericolo: il pericolo è reale, il rischio è potenziale. L’
uomo moderno è più esposto all’ insicurezza del rischio che ai danni del
pericolo: nella società medioevale il pericolo morte aveva un odore, puzzava,
lo si “poteva toccare”. Nella società attuale il rischio morte viene da particelle
invisibili, “irreali” che NON danno ne odori ne emozioni fanno più paura.
Differenza fra rischio e pericolo: il pericolo è reale, il rischio è potenziale. L’
uomo moderno è più esposto all’ insicurezza del rischio che ai danni del
pericolo: nella società medioevale il pericolo morte aveva un odore, puzzava,
lo si “poteva toccare”. Nella società attuale il rischio morte viene da particelle
invisibili, “irreali” che NON danno ne odori ne emozioni fanno più paura.
rrprrp
1660viene fondata la Royal Society per
divulgare il “SAPERE”.
1667 Thomas Sprat, vescovo di
Rochester disse: “il linguaggio adottato dalla Royal Society deve essere Diretto Nudo e Naturale”.
rrprrp
Linguaggio C.B.S.
C lear (chiaro)B rief (breve)
S incere (sincero)
che è alla base del Sistema Discorsivo Utilitaristico (UDS) nato
in G.B. e U.S.A.
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KISS
keep it simple…stupid
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al telefono
quandointrodurlo
Argomento(topic)
comeintrodurlo
per iscritto5W1H
oraleCBS
parlando
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WhoWhereWhenWhatWhy
How
5W1H
regola nellaCOMUNICAZIONE
SCRITTA
giornalismo
ChiDove
QuandoCosa
Perchè
Come
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Direttive Comunitarie “SEVESO” 1982-1996-2003
Sono un esempio di come i vertici governativi preposti
a tutelare la comunità abbiano “codificato” l’ importanza della
comunicazione del RISCHIO che deve essere
sincera, semplice e chiara, e le modalità delflusso di informazioni relative al rischio stesso.
rrp
Chi comunica il “RISCHIO” deve:
saper osservare e non solo guardareastenersi da giudizi di alcun tipo
chiarobreve sincer
o
CBS
stare calmo
per ottimizzare le risorse...
sia per far fronte al
“RISCHIO”sia per fra fronte al
“RISCHIO EVOLUTIVO”
rrp
Bisogna avere la serenità di accettare
quello che non si può cambiare, il coraggio di cambiare quello che va cambiato e la saggezza (phronesis)
per distinguere le due cose.
saggezza
coraggio serenità
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il tutto mescolato ad un animo umano capace diaccogliere questa massima:
“NON PRENDERSI MAI TROPPO SUL SERIO”.
R.R. PEPE