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CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

(parte specifica -03)

Art. 37 comma 7 D.Lgs. 81/08 e s.m.i

Modulo III

.

E’ vietata qualsiasi forma di riproduzione o divulgazione di questo documento senza espressa autorizzazione

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Indice

� Ripasso obblighi lavoratori

� Rischio ergonomico

� Rischio Elettrico

� Rischio Meccanico / Attrezzature

� Rischi Fisici (Rumore, Vibrazioni)

� Rischio Chimico

� Rischio Cancerogeno

� Rischio biologico

� DPI

� Appalti art. 26

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Obblighi dei lavoratori - ripasso

• Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e di quella delle

altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti

delle sue azioni od omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle

istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.

• Osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai

dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale.

• Utilizzare correttamente l’attrezzatura, gli utensili, i prodotti, nonché i

dispositivi di protezione personale

• Non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di

segnalazione o di controllo.

• Non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di

propria competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria

o di altri lavoratori.

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Obblighi dei lavoratori - ripasso

• Contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti,

all’adempimento di tutti gli obblighi imposti dall’autorità competente o

comunque necessari per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori durante

il lavoro.

• Sottoporsi ai programmi di formazione o di addestramento.

• Utilizzare le attrezzature di lavoro messe a disposizione conformemente

all’informazione, alla formazione ed all’addestramento ricevuti.

• Avere cura delle attrezzature messe a loro disposizione e non apportare di

propria iniziativa alcun tipo di modifiche.

• Segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto,

qualsiasi difetto od inconveniente da essi rilevato nelle macchine o nelle

attrezzature di lavoro.

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Ciclo di lavoro reparto Tessile

Il ciclo lavorativo delle aziende del comparto può essere così sintetizzato:

• CONTROLLO E PREPARAZIONE TESSUTO Si prepara il tessuto per essere successivamente lavorato,

controllandone la qualità e sottoponendolo a trattamenti preliminari.

• PROGETTAZIONE E PREPARAZIONE MODELLI Gli stilisti di moda progettano il capo di abbigliamento

eseguendo disegni e sviluppando il progetto fino alla realizzazione del modello.

• TAGLIO Si taglia il tessuto nelle forme necessarie per confezionare il capo di abbigliamento secondo il

modello.

• CONFEZIONE - CUCITO La confezione dei capi di abbigliamento avviene lungo linee di lavorazione che

possono comprendere: - impuntura; - imbastitura; - imbottitura; - cucitura a macchina dei vari particolari; -

incollaggio a caldo di rinforzi; - applicazione di termoaderenti decorativi; - attaccatura dei bottoni; -

etichettatura.

• STIRO Una volta realizzato il capo di abbigliamento viene sottoposto alla stiratura finale per completare la

finitura del prodotto prima di essere inviato al magazzino dei prodotti finiti. Talvolta la stiratura si rende

necessaria anche nelle fasi intermedie della lavorazione.

• MAGAZZINO, CONTROLLO E SPEDIZIONE CAPI FINITI Viene effettuato il controllo finale di qualità dei

prodotti, l’imbustamento, l’immagazzinamento e la spedizione ai clienti.

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INFORTUNI SETTORE TESSILE

Indici infortunistici abbastanza contenuti per gravità e frequenza.

Rischio infortunistico legato ad attività in prossimità di organi in movimento

per lo scorrimento dei tessuti

Utilizzo di macchine ed attrezzature da taglio

Macchine da cucire che possono provocare punture

Uso presse da stiro che possono provocare danni per pressione e flusso

vapore

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Rischi fase creazione modello

La progettazione stilistica del modello viene fatta con mezzi informatici utilizzando appositi software e poi stampa su plotter.

RISCHIO: VDT ed ERGONOMIA

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Rischi fase ricevimento, controllo e

preparazione tessuto

Tessuti sotto forma di bobine arrotolati su anima di cartone.

Sottoposti a:

- controllo visivo con macchina denominata specchio

- Trattamenti preliminari vaporizzo (morbidezza)

- Decatizzo (stabilità tessuto)

- Applicazione fodera e/o applicazione termoadesivo

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Danni salute fase ricevimento, controllo e

preparazione tessuto

� Ergonomico: disturbi muscolo-scheletrici per postureincongrue o scorrette, postazione fissa in piedi

� Movimenti ripetitivi: uso di pedali di comando

� Esposizione e polveri: irritazione delle prime vie aeree edocchi durante lo srotolamento dei tessuti.

� Agenti chimico e cancerogeno: dispersione di fibre osostanze dal tessuto

� Microclima: caldo –umido a causa dell’utilizzo del vapore

� MMC: per sollevamento e spostamento bobine

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Rischi fase taglio tessuto

• Capi in serie

Pezza in vari strati per costituire ilmaterasso e taglio con: taglierinamanuale elettrica, sega a nastro e/otrancia a seconda della stoffa o taglierinacomputerizzata (taglio automatico).

• Capi NON in serie:

Forbici

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Rischi fase taglio tessuto

� Esposizione a polveri: irritazione prime vie aeree, occhi e pelle

� Rischio chimico per presenza di agenti chimici nelle polveri

� Rumore: macchine da taglio valori inferiori a quelli cheprevedono l’obbligo di MPP, ma che possono provocaredisturbi extrauditivi

� Vibrazioni: patologie da sovraccarico biomeccanico atosuperiore (sindrome di Raynaud) per uso prolungato taglierineche trasmettono vibrazioni al sistema mano-braccio

� MMC: spostamento e sollevamento rotoli

� Ergonomico: posture incongrue

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Rischi fase confezionamento capo

� Ergonomico: disturbi muscolo-scheletrici per posture incongrue o scorrette

� Movimenti ripetitivi: fase cucitura� Disturbi visivi: compito visivo elevato e protratto che

sollecita i muscoli della messa a fuoco e della motilità oculare. L’attività necessità di una illuminazione adeguata

� Esposizione a polveri: irritazione prime vie aeree, occhi e pelle

� Rischio chimico per presenza di agenti chimici nelle polveri� Rumore: macchine da cucire, macchina attaccabottoni e

taglia-cuci

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Rischi fase di stiro

� Microclima: caldo – umido a causa dell’utilizzo del vaporeed alte temperature

� Ergonomico: disturbi muscolo-scheletrici per posture inpiedi prolungate

� Movimenti ripetitivi: fase stiratura� Disturbi visivi: compito visivo elevato e protratto che

sollecita i muscoli della messa a fuoco e della motilità oculare. L’attività necessità di una illuminazione adeguata

� Esposizione a polveri: irritazione prime vie aeree, occhi e pelle

� Rischio chimico per presenza di agenti chimici nelle polveri� Rumore: basso

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Rischi fase controllo, stoccaggio e spedizione

Prevede il controllo della qualità dei capi provenienti dallaproduzione, eventuali smacchiature e/o piccole correzioni didifetti, applicazione etichette, imballo e spedizione.

� Dermatiti, irritazioni agli occhi e prime vie respiratorie percontatto con prodotti per smacchiatura

� Disturbi visivi: compito visivo elevato e protratto che sollecita imuscoli della messa a fuoco e della motilità oculare. L’attivitànecessità di una illuminazione adeguata

� Rumore: per macchine imbustatrici, termosaldatrici eimpianto movimentazione capi

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Rischi fase tessitura Maglieria

Prevede il controllo della qualità dei capi provenienti dallaproduzione, eventuali smacchiature e/o piccole correzioni didifetti, applicazione etichette, imballo e spedizione.

� Dermatiti, irritazioni agli occhi e prime vie respiratorie perpolveri che si possono sviluppare durante la tessitura e vaporiprodotti da lubrificanti.

� Rumore: macchine da maglieria valori inferiori a quelli cheprevedono l’obbligo di MPP, ma che possono provocaredisturbi extrauditivi.

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VALUTAZIONE DEI RISCHI

RISCHI PER LA SICUREZZA

Di macchine, attrezzature, ambienti e locali di lavoro

RISCHI DI NATURA IGIENICO-AMBIENTALE

Legati alla presenza di fattori fisici (rumore, vibrazioni ecc)Chimici (polveri, vapori e sostanze chimiche)

RISCHI DI NATURA ORGANIZZATIVA

Ritmi usuranti, turni di lavoro stressanti

RISCHI DI NATURA ERGONOMICA

Legati a postazioni di lavoro (MMC, posture incongrue, movimentiripetitivi, uso eccessivo di forza)

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Attrezzature da lavoro

Rischi MPP

Devono essere provvisti di ripari,dispositivi di sicurezza o segregatiper evitare contatti accidentali

Stabilità carico, percorsi riservati,visibilità ecc

Spazi di passaggio, velocitàlimitata, segnaletica ecc

Organi lavoratori, organitrasmissione moto, altrielementi mobili pericolosi

Movimentazione carichi concarrelli elevatori

Transito veicoli

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Organizzazione lavoro

Rischi MPP

Garantire spazi di lavoro

Pavimenti puliti, scarpeantiscivolo

Sicurezza appoggio piede

Utilizzo corretto DPI

Seguire manuale uso emanutenzione delleattrezzature

Spazi ridotti

Pavimenti sconnesi

o scivolosi

Pedane di lavoro

Uso DPI

Procedure di lavoro

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Ergonomia

L’abdizione di operatori ad attività di sollevamento manuale è ilprincipale fattore di insorgenza di patologie muscolo-scheletriche afferenti alla colonna vertebrale.

Il sovraccarico biomeccanico del rachide, ovvero la ripetutasollecitazione della colonna vertebrale, soprattutto a livellolombare pouò indurre alterazioni degenerative irreversibili.

I fattori alla base del sovraccarico biomeccanico possono essere:MMC, assunzione di posture incongrue, esposizione a vibrazionimeccaniche indotte al corpo intero.

Nel settore tessile: posizione fisse obbligatorie, utilizzo macchineo attività in postazioni disergonomiche e MMC

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Ergonomia

Il sovraccarico biomeccanico e la MMC sono correlati ad unaserie di affezioni cronico degenerative della colonna vertebrale ecostituiscono:

- La seconda causa di invalidità civile

- La prima ragione di non idoneità o idoneità con prescrizioneda parte dei MC

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Ergonomia

La colonna vertebrale presenta tre curve fisiologiche a livellocervicale, dorsale e lombare ed è in grado generalmente disopportare carichi notevoli.

Se sottoposta però a carico eccessivo è possibile l’instaurarsi diprocessi degenerativi a carico del disco con comparsa di dolore

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Ergonomia

PRINCIPALI PATOLOGIE DELLA COLONNA VERTEBRALE

- Artrosi

- Ernia del disco

- Lombalgia acuta (o colpo della strega)

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Ergonomia - Prevenzione

Posture incongrue

La postura di lavoro non è di per se dannosa, lo diventa quandocomporta un sovraccarico biomeccanico di un qualsiasi distrettocorporeo costretto ad operare in posizione sfavorevole =POSTURA INCONGRUA.

La postura incongrua se mantenuta per più della metà del turnolavorativo produce un affaticamento durante il compitolavorativo che nel tempo porta danni alla struttura articolareinteressata.

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Rischio Ergonomico e Fasi di Lavoro

FASE CREAZIONE MODELLO

Disergonomia della postazione da lavoro

FASE RICEVIMENTO - CONTROLLO –

PREPARAZIONE TESSUTO

disturbi muscolo-scheletrici per postureincongrue o scorrette, postazione fissa inpiedi

FASE TAGLIO TESSUTO

posture incongrue

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Rischio Ergonomico e Fasi di Lavoro

FASE CONFEZIONAMENTO CAPO

disturbi muscolo-scheletrici per postureincongrue o scorrette, postazione fissa inpiedi

FASE DI STIRO

disturbi muscolo-scheletrici per posturein piedi prolungate

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Ergonomia – Postazione seduta nel settore confezionamento capi abbigliamento

Lavoro alla macchina da cucire ritenuto «leggero» per posturaseduta e scarsa movimentazione di pesi. Tuttavia i dati relativialle denunce di patologie professionali in aumento e situazioniinvalidanti causate dalla ripetitività delle azioni la rendono tra leattività a più alta sollecitazione osteoarticolare.

I distretti maggiormente coinvolti sono: polso/mano, gomito,spalla e rachide.

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Ergonomia – Postazione in piedi nel settore confezionamento capi abbigliamento

Stiro, specchiatura, controllo qualità e imbustamento

prevedono la postura eretta fissa associata a movimenti ripetitividegli arti superiori.

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RISCHIO ELETTRICO

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Art. 80 D.Lgs. 81/2008 - Obblighi del datore di lavoro

Il Datore di Lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati

dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle

apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da

quelli derivanti da:

� contatti elettrici diretti;

� contatti elettrici indiretti;

� innesco e propagazione di incendi;

� innesco di esplosioni;

� fulminazione diretta e indiretta;

� sovratensioni;

� altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

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Articolo 81 D.Lgs. 81/2008 - Requisiti di sicurezza

1. Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le

installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati,

realizzati e costruiti a regola d’arte.

2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento

delle Direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le

apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si

considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le pertinenti

norme tecniche.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

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Rischio d’elettrocuzione

Condizione necessaria perché avvenga l´elettrocuzione è che lacorrente abbia rispetto al corpo un punto di entrata e un punto diuscita. Il punto di entrata è di norma la zona di contatto con laparte in tensione, mentre Il punto di uscita è la zona del corpo cheentra in contatto con altri conduttori consentendo la circolazionedella corrente all´interno dell´organismo seguendo un datopercorso.In altre parole, se accidentalmente le dita della mano toccano unaparte in tensione ma l´organismo è isolato da terra (scarpe digomma) e non vi è altro contatto con corpi estranei, non si verifica

la condizione di passaggio della corrente e non si registra alcunincidente. Mentre se la medesima circostanza si verifica a piedinudi si avrà elettrocuzione con circolazione della corrente nelpercorso che va dalla mano verso il piede, in tal caso punto diuscita.

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I pericoli derivanti dagli impianti elettrici sono:

� Correnti pericolose per il corpo umano (elettrocuzione);

� Inneschi di esplosioni o incendi (in presenza di atmosferepericolose o sostanze combustibili o infiammabili).

PERICOLI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI

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� i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;

� le condizioni e le caratteristiche specifiche

del lavoro, comprese eventuali

interferenze;

� Rischi da contatti diretti;

� Rischi da contatti indiretti;

� tutte le condizioni di esercizio prevedibili.

Il Datore di Lavoro effettua la Valutazione del Rischio elettrico tenendo in

considerazione:

VALUTAZIONE DEL RISCHIO

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ELETTROCUZIONE

• Scarica elettrica cui è sottoposto il corpo umano di un operatore che entri in contatto con una parte di impianto in tensione.

• L’elettrocuzione si verifica solo se c’è il passaggio di corrente, quindi se vi è un punto di ingresso e un punto di uscita

CAUSE DI INFORTUNIO:

• Distrazione, abitudine, eccessiva confidenza

• Scarsa conoscenza, imperizia, negligenza

• Installazione o manutenzione inadeguate

• Rimozione dei dispositivi di sicurezza

• Deterioramento dell’isolante elettrico

• Ritorno indesiderato dell’alimentazione elettrica

• Accumulatori di tensione (batterie, condensatori)

• Errori degli altri

• Caso fortuito 35

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Ustioni (marchio elettrico):

Il corpo umano si comporta come un conduttore elettrico e pertanto il passaggio della corrente produce energia sotto forma di calore

Le ustioni possono anche essere indirette, per esempio per effetto di un arco elettrico o per proiezioni di corpi incandescenti

Cadute (effetti indiretti):

La contrazione involontaria dei muscoli fa eseguire movimenti indesiderati e pertanto può condurre a perdite di equilibrio, cadute, ecc….

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EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO

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L’entità del danno varia principalmente in funzione:

1) dell’intensità della corrente;

2) della frequenza

3) del tempo di permanenza;

4) del tipo di contatto

Qualche Elemento Tecnico

ELETTROCUZIONE

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Alla frequenza di rete (50 Hz) la soglia di sensibilità al passaggio di corrente suipolpastrelli delle dita è di ca. 0,5 mA. In condizioni ordinarie, correnti alternatedi intensità fino a 10 mA non sono considerate pericolose.

� inferiore a 0,5 mA (soglia di percezione): non si ha alcun danno e percezionidolorose per tempi indefiniti

� fino a 10 mA (limite di rilascio): non si hanno effetti pericolosi oltre allapercezione dolorosa, ed è possibile rilasciare la muscolatura

� 10 – 50 mA possibile morte per asfissia (30 mA sopportabile per un tempodefinito dalla norma)

� 50 – 300 mA possibile morte per danni al cuore (non si è in grado di rilasciare imuscoli contratti dalla corrente per tetanizzazione) e la pericolosità dellascarica è in funzione del tempo

� oltre 300 mA morte per paralisi ai centri nervosi

ELETTROCUZIONE

Qualche Elemento Tecnico

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Contatto diretto

Toccare una parte in tensione scoperta

Contatto indiretto

Le parti metalliche normalmente sicure, vanno sotto tensione in caso di guasto

PROTEZIONE DAI CONTATTI

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PROTEZIONE DAI CONTATTI

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Misure generali di prevenzione

Gli adattatori con spina 16 A e presa 10 A (o bipasso 10/16 A) sonoaccettabili; quelle con spina 10 A e presa 16 A (o bipasso 10/16 A) sonovietati.

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Misure generali di prevenzione

Tipologia di prese comunemente utilizzate

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Rispetto delle compatibilità

Misure generali di prevenzione

Spine di tipo tedesco (Schuko) possono essere inserite in prese di tipoitaliano solo tramite un adattatore che trasferisce il collegamento diterra effettuato mediante le lamine laterali ad uno spinotto centrale. Èassolutamente vietato l’inserimento forzato delle spine Schuko nelleprese di tipo italiano. Infatti, in tale caso dal collegamento verrebbeesclusa la messa a terra.

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Adattatori

Misure generali di prevenzione

Situazioni che vedono installati più adattatori multipli, uno sull’altro,vanno eliminate.

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Misure generali di prevenzione

Precauzioni per la manutenzione

Non effettuare nessuna operazione suapparecchiature elettriche quando sihanno le mani bagnate o umide.

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• E’ assolutamente vietata qualsiasi manomissionedell’impianto elettrico e qualsiasi intervento nonautorizzato.

• Non smontare mai le attrezzature alimentateelettricamente per effettuare riparazioni o altro.

• Non attaccare più di un apparecchio elettrico a unasola presa. In questo modo si evita che la presa sisurriscaldi con pericolo di corto circuito e incendio.

Misure generali di prevenzione

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Page 47: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

• Non forzare spine su prese non adatte(per esempio spina tedesca su presaitaliana)

• Evitare grappoli di spine nella stessapresa multipla

• Evitare soluzioni improvvisate qualicavi volanti

• Non aprire apparecchi elettrici senzaaverli prima disinseriti dalla corrente

• Non usare acqua per spegnere incendisu apparecchiature elettriche, senzaprima al tolto la corrente

• Le porte dei quadri elettrici devonorimanere chiuse a chiave

Misure generali di prevenzione

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Misure generali di prevenzione

•Essere a conoscenza della funzione dei vari interruttori del quadro di zona per essere in grado di isolare l’ambiente desiderato.• Verificare spesso il buon funzionamento dell´interruttore differenziale (pulsante test).• Non lasciare accesi apparecchi che potrebbero provocare un incendio durante lavostra assenza o di notte.• Non chiudere mai la stanza a chiave se dentro vi sono utilizzatori pericolosi accesi.• Non utilizzate mai apparecchi nelle vicinanze di liquidi infiammabili.• Gli impianti vanno revisionati e controllati solo da personale qualificato.• Non eseguire riparazioni di fortuna con nastro isolante o adesivo a prese, spine ecavi.• Le prese sovraccaricate possono riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, conconseguenze anche gravissime.• Evitare di servirvi di prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle eriavvolgerle.• Non utilizzare multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro voltaprovengono da altre "triple" collegate a...... . In questo modo si determina un caricoeccessivo sul primo collegamento a monte del "groviglio" con rischio di incendio.

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Page 49: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

• Gli “Alberi di Natale” sono pericolosi per le sollecitazioni a

flessione che introducono sugli alveoli delle prese, fino a

provocare l’uscita del frutto fissato alla scatola con griffe.

• L’”albero di Natale” può provocare sovraccarichi e

surriscaldamenti localizzati, con pericolo di incendio.

• Può essere utilizzata in suo luogo una “ciabatta”.

Misure generali di prevenzione

• Non utilizzare mai spine italiane collegate (a forza) con prese

tedesche (schuko) o

• viceversa, perché in questo caso si ottiene la continuità del

collegamento elettrico ma non quella del conduttore di terra.

• Nel togliere la spina dalla presa non tirare mai il cavo e

ricordare di spegnere prima l’apparecchio utilizzatore.

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Page 50: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

• La “ciabatta” può essere utilizzata quando è richiesto l’usosimultaneo di più apparecchi elettrici che non consumano molto.

• L’uso indiscriminato di questi dispositivi può comportaresurriscaldamento dei cavi di alimentazione a causa disovraccarichi di corrente e conseguenti pericoli d’incendio.

Misure generali di prevenzione

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Page 51: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La messa a terra consiste in una serie di accorgimenti atti ad assicurarealle masse metalliche il potenziale della terra, evitando che le stessepossano venire a trovarsi in tensione tra loro o tra loro e la terra. Datoche i cavi in tensione assumono rispetto al terreno un determinatopotenziale, che per gli impianti delle abitazioni civili è di 230 V, sipossono verificare situazioni di pericolo quando parti dell'impiantoelettrico che normalmente non sono in tensione, come le carcasse deglielettrodomestici, a seguito di guasti o imprevisti acquisiscono unpotenziale elettrico rispetto al terreno. La messa a terra di protezioneprotegge le persone dal rischio di folgorazione. Essa comprende uno opiù dispersori collocati nel terreno. Lo scopo della messa a terra èquindi far sì che le masse degli elettrodomestici siano al potenziale delterreno. In caso di guasto la messa a terra correttamente collegata allemasse (carcasse metalliche, finestre, ecc.) assicura l'interventoautomatico dell'interruttore differenziale.

COLLEGAMENTO DI TERRA

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Page 52: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Normalmente le apparecchiature elettriche vengono collegate a terra tramite l'alveolo centrale delle prese (se l'impianto di terra è esistente).

Non tutti i dispositivi elettrici hanno la predisposizione per il collegamento di terra.

Tali dispositivi sono caratterizzati da un “doppio isolamento” che è indicato dal simbolo del doppio quadrato.

COLLEGAMENTO DI TERRA

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Page 53: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ESEMPIO DI IMPIANTO DI TERRA

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Page 54: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

INTERRUTTORE DIFFERENZIALE PURO

L'interruttore differenziale è un dispositivo di sicurezza in grado diinterrompere il flusso elettrico di energia in un circuito elettrico diun impianto elettrico in caso di guasto verso terra (dispersioneelettrica) o folgorazione fase-terra, fornendo dunque protezioneanche verso macroshock elettrico, sia diretto sia indiretto, sullepersone a rischio. Non offre invece alcuna protezione controsovraccarico o cortocircuito tra fase e fase o tra fase e neutro. Èdetto differenziale, perché basa il suo funzionamento sullarilevazione dell'eventuale differenza di correnti elettriche rilevatain ingresso e in uscita al sistema elettrico in caso di dispersione.

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Page 55: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

PROVA DEI DIFFERENZIALI

• Gli interruttori differenziali devono essere provati con l’apposito tastoa seconda delle tipologia di edificio in cui sono installati

• Oltre alla prova con l’apposito tasto devono essere svolte provestrumentali

• Le prove del differenziale devono essere registrate su apposito registro

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Page 56: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Primo soccorso per persone colpite da corrente

elettrica

• Non entrare in contatto elettrico con il soggetto

• Isolare il soggetto dalla corrente elettrica, utilizzando attrezzi isolantioppure interrompendo l’alimentazione elettrica

• Chiamare la squadra di primo soccorso dell’istituto

• Chiamare il 118

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Page 57: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ASPETTI APPLICATIVI

• Per comprendere meglio l’applicazione della normativa vigente

agli aspetti gestionali relativi ai componenti degli impianti e

delle attrezzature che vengono utilizzate quotidianamente, si

portano alcuni esempi relativi agli impianti e alle attrezzature.

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Page 58: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ADATTATORI

Gli adattatori possono essere per ambianti domestici o industriali aseconda del grado di protezione e delle caratteristiche costruttive.

Adattatore semplice è un adattatore avente una solafunzione di spina e una sola funzione di presa

Adattatore doppio è un adattatore avente unafunzione di spina e due funzioni di presa rispondentio non alle stesse prescrizioni dimensionali. Per gliadattatori doppi va inoltre aggiunta la potenzamassima derivabile che è 1500 W

Presa a ricettività multipla

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Page 59: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ADATTATORI E PRESE

• Se la spina dell'adattatore è provvista di contatto di terra, la o le prese dello stesso devono essere provviste di contatto di terra

• Se la spina dell'adattatore è sprovvista di contatto di terra, la o le prese non devono consentire l'introduzione di spine con contatti di terra

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile oimpianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature ecomponenti necessari all’attuazione di un processo produttivo,destinato ad essere usato durante il lavoro;zona pericolosa: qualsiasi zona all’interno ovvero in prossimità diuna attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratorecostituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso;lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente oin parte in una zona pericolosa;operatore: il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura dilavoro.

Articolo 69 - Definizioni

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messea disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle

specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento

delle Direttive comunitarie di prodotto.2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizionilegislative e regolamentari di cui al comma 1, e quelle messe adisposizione dei lavoratori antecedentemente all’emanazione dinorme legislative e regolamentari di recepimento delle Direttivecomunitarie di prodotto, devono essere conformi ai requisiti

generali di sicurezza di cui all’ALLEGATO V

Articolo 70 - Requisiti di sicurezza

Page 63: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Testo unico sulla sicurezza - Macchine

3. Il datore di lavoro, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all’uso delleattrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essereutilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte,adotta adeguate misure tecniche ed organizzative, tra le quali quelledell’ALLEGATO VI.7. Qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego conoscenze oresponsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, il datore di lavoroprende le misure necessarie affinché:a) l’uso dell’attrezzatura di lavoro sia riservato ai lavoratori allo scopo incaricatiche abbiano ricevuto una informazione, formazione ed addestramento

adeguati;b) in caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione, i lavoratoriinteressati siano qualificati in maniera specifica per svolgere detti compiti.

Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro

Page 64: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Testo unico sulla sicurezza - Macchine

... Il datore di lavoro provvede, affinché per ogni attrezzatura di

lavoro messa adisposizione, i lavoratori incaricati dell’uso

dispongano di ogni necessaria informazione e istruzione e

ricevano una formazione e un addestramento adeguati, in

rapporto alla sicurezza relativamente:

• a) alle condizioni di impiego delle attrezzature;

• b) alle situazioni anormali prevedibili

Articolo 73 – informazione, formazione ed addestramento

Page 65: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Testo unico sulla sicurezza - Macchine

In generale e quindi anche per quanto riguarda le macchine, gli impianti e le attrezzature si ricorda che: a) Sono parti a rischio: - gli organi di trasmissione del moto - gli organi lavoratori - parti o elementi mobili b) Per evitare infortuni dovuti a contatti accidentali le zone pericolose devono

quindi essere dotate di: 1) ripari 2) dispositivi di sicurezza: - in particolare occorre mettere in atto opportuni accorgimenti tecnico-procedurali finalizzati ad evitare la manomissione dei dispositivi di sicurezza 3) strutture di protezione (segregazioni)

Principi generali

Page 66: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rischio Meccanico e Sicurezza Macchine

Attraverso il suo funzionamento, una generica attrezzatura e/omacchina di lavoro può costituire un pericolo per i lavoratoriesposti all’interno di una zona pericolosa, i cui limiti dipendonodal tipo di rischi indotti dalla macchina stessa.

L’uso di macchine/attrezzature comporta l’esposizione a rischi ditipo fisico quali:

Meccanico

ElettricoTermico….

Page 67: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Testo unico sulla sicurezza - Macchine

In particolare i principali pericoli MECCANICI derivanti dalle macchine sono:•Elettrocuzione.•Contatto con l’utensile, taglio, trascinamento.•Inalazione di polveri e fumi•Offesa alle mani e in varie parti del corpo.•Proiezione di schegge durante l’uso.•Proiezione dell’utensile o di parti di esso.•Bruciature.•Cadute di materiale.•Rumore.•ROA.•CEM•Ecc…

Page 68: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Requisiti di sicurezza - Macchine

Le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono

essere conformi alle specifiche disposizioni legislative eregolamentari di recepimento delle direttive comunitarie diprodotto.

Gli organi lavoratori delle macchine e lerelative zone di operazione,.. .se pericolosi..,devono essere protetti o segregati oppureprovvisti di dispositivo di sicurezza.

Page 69: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Direttiva Macchine

La Direttiva Macchine introduce l’obbligo di certificazione “CE” deimacchinari dettando criteri minimi di sicurezza.

Una macchina o attrezzatura, benché costruita nel rispetto deirequisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti (es. marcataCE), è sicura quando è installata, usata e mantenuta a regola d’arteseguendo le istruzioni riportate nel libretto di uso e manutenzione

fornito dal costruttore

Page 70: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Direttiva Macchine

La direttiva macchine ha definito:

Quali sono i requisiti essenziali di sicurezza e

tutela della salute che devono essere

rispettati in tutte le macchine

Page 71: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Gestione del rischio meccanico

Il buon funzionamento dei dispositivi impiegati è anche funzionedell' abilità e dell’addestramento degli operatori fondamentaleassicurarsi che le macchine vengano manovrate e mantenute dapersonale in possesso di una perfetta conoscenza delle tecnichedi lavoro sicuro.

Non è poi possibile garantire che una macchina risulti sicuraqualora:1. venga utilizzata da un non addetto ai lavori,2. venga impiegata per operazioni per cui non è stata costruita,3. venga impiegata in modo non conforme alle prescrizioni delcostruttore, o azionata in condizioni di manutenzioneinsufficiente.

Page 72: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Gestione del rischio meccanico

Altro fattore da tenere in considerazione, è l’ambiente in cui siopera:1. il layout delle macchine;2. lo spazio a disposizione;3. il flusso del lavoro;4. il livello di illuminazione e di rumore;5. il livello di igiene ambientale in genere;

rappresentano parametri da tenere in considerazione nellavalutazione del livello di rischio associato ad una assegnatacondizione lavorativa.

Page 73: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Gestione del rischio meccanico

Riduzione del rischio meccanico mediante

protezioni/ripari (UNII EN 292//1)

La scelta degli organi di protezione è estremamente importante.

Infatti, rappresenta un momento essenziale della progettazione

della macchina ai fini della sua conformità legislativa.

Page 74: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezioni fisse

Protezioni fisse assicurano che all’operatore venga impeditol’accesso alle parti pericolose delle macchine.

�Devono essere robuste e in grado di resistere alle

sollecitazioni meccaniche e ambientali.�Vengono assicurate alla struttura della macchina in modo fisso,necessitano un’apposita chiave per permettere l'apertura.�Non può essere considerata fissa una protezione che possaessere disattivata con maniglia o altro dispositivo costantementeinserito.�Nella progettazione della protezione fissa, occorre essere certiche non si creino particolari punti di intrappolamento.

Page 75: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezioni assertive

In molti casi, le protezioni fisse presentano idonee aperture alfine di consentire all’operatore l’inserimento del materiale,senza, però permettere alcun accesso alle zone pericolose.

Le protezioni asservite sono collegate ai comandi della macchinae consentono di accedere all’area pericolosa in condizioni disicurezza consentendo di eseguire operazioni che si rendesseronecessarie durante lo svolgimento della lavorazione.

Sono concepite e allestite in modo tale da:1. permettere di avviare la macchina solo quando la protezione

si trova in posizione di chiusura;2. permettere l'apertura della protezione solo a macchina

ferma.

Page 76: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezioni assertive: protezioni-comando

Una particolare classe di protezioni asservite, denominataprotezioni-comando, consente un'agevole e rapida assicurazionedelle condizioni di sicurezza ovvero di:1. iniziare il ciclo di lavoro allorquando viene chiusa laprotezione;2.determinare l’arresto immediato della macchina conl'apertura della protezione, anche se non posta nella posizionedi chiusura.

Questi dispositivi protettivi risultano particolarmente efficaciquando il ciclo di lavoro è di breve durata, in quanto semplificanonotevolmente la manovra della macchina, a vantaggio dellasicurezza.

Page 77: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Altri tipi di protezioni

Le protezioni automatiche consentono il funzionamento dellamacchina solo dopo che l'addetto si è allontanato dall’areapericolosa.

I distanziatori sono barriere che impediscono all'operatore diintervenire in zone pericolose.

I ripari regolabili sono utilizzati quando l’accesso alle partipericolose delle macchine non può essere costantementeimpedito, sono facilmente adattabili mediante un idoneo sistemadi regolazione.

I ripari ad autoregolazione, simili ai precedenti, si auto-regolano infunzione della forma e delle dimensioni della parte da proteggere

Page 78: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di intercettazione e blocco

I dispositivi di intercettazione e di blocco regolano la distanzaminima dell'operatore dalle zone pericolose, al di sotto della qualenon consentono l'avviamento della macchina.

Sono normalmente di tipo meccanico (costituiti da uno schermo oda una barriera che viene azionata dalla parte del corpo che siavvicina al punto pericoloso).Comunque, molto spesso sono di tipo fotoelettrico o costituiti dasensori elettrici di pressione o anche da apparecchi a capacitanza oa ultrasuoni.

Page 79: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di intercettazione e blocco

In ogni caso, essi assicurano che:1. sino a quando viene registrata una presenza entro il limite di

sicurezza, la macchina non può essere messa in moto. Una volta cessata l’intercettazione, la macchina può essere riavviata mediante apposito comando;

2. nel caso in cui venga registrata una presenza all'interno del limite di sicurezza, il dispositivo protettivo arresta la macchina

e, se possibile, inverte il moto al fine di allontanare l’organo pericoloso dal limite di sicurezza.

Page 80: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezione dai moti residui

Altra importante classe di protezione è quella che protegge glioperatori da eventuali moti residui degli organi della macchinaanche dopo lo spegnimento della macchina.Quando la macchina viene spenta possono sussistere moti residuidovuti all’inerzia degli organi meccanici, la protezione devegarantire l'impossibilità di accedere alle zone pericolose sino aquando i moti residui non siano cessati del tutto.La protezione può essere attuata in diversi modi:1.mediante un dispositivo in grado di assicurare che, dopo lospegnimento della macchina, la protezione resti bloccata sino aquando l'elemento pericoloso non si sia fermato;2.mediante un temporizzatore che regola l’apertura dellaprotezione e, conseguentemente, l’accesso alla zona pericolosa,sino al momento in cui la macchina non si sia arrestatacompletamente.

Page 81: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione da adottare

�Tutti gli organi in movimento devonoessere protetti contro i contattiaccidentali. È vietato, pertanto,rimuovere le coperture protettive.

�Gli schermi atti a prevenire il rischio diproiezione di oggetti e frammenti non devonoessere rimossi; ove ciò non sia possibile, sideve minimizzare il rischio utilizzandodispositivi di protezione individuali adeguati(es. occhiali, visiere).

Protezione fissa

Protezione mobile

Page 82: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione da adottare

�Non si devono rimuovere i sistemi di captazione e aspirazione di vapori, polveri e liquidi. Prima di iniziare il lavoro si deve controllare che tali sistemi funzionino.

�Verificare che i dispositivi di protezione meccanici ed elettrici siano idonei e attivati

�Dopo la manutenzione e/o pulizia, i dispositivi eventualmente rimossi devono essere immediatamente ripristinati.

Page 83: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione da adottare

�Gli organi di azionamentodevono essere manovrabili solo inmodo intenzionale.

�Si deve verificareperiodicamente che il pulsantedi arresto in emergenza dellemacchine sia funzionante. Arresto di emergenza

Page 84: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione da adottare

Posizionare le sorgenti luminose al fine di illuminare le macchine in modo idoneo alla lavorazione.Si devono evitare intermittenze, abbagliamenti, ombreed effetti stroboscopici

Non si devono effettuare operazioni di pulizia o manutenzione delle macchine in moto

Page 85: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione da adottare

Si devono osservare le prescrizioni impartite:

�dal manuale di uso e manutenzione

�dalla cartellonistica affissa

�dal datore di lavoro o suo delegato

Page 86: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Ripari

Ripari

Elementi della macchina che hannolo scopo di proteggere i lavoratori dalrischio di proiezione e di contatto conorgani mobili pericolosi.

RIPARI FISSI

Garantiscono protezione sufficientesolo se chiusi

RIPARI MOBILI

Garantiscono la sicurezza qualunquesi la posizione del riparo purchèassociati ad un interblocco

Page 87: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Distanze di sicurezza

Distanza di sicurezza

Ha lo scopo di impedire il contattocon gli organi pericolosi dellamacchina tenendo a distanza disicurezza i lavoratori.

Le parti del corpo a cui le distanze disicurezza fanno riferimento sono gliarti superiori ed inferiori in diversemodalità di accesso.

Page 88: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Distanze di sicurezza

Es. Protezione degli arti superiori, in relazione all’accessibilità verso

l’alto

Nel caso gli organi pericolosi siano ad altezze inferiori devono essereinstallati ripari di protezione.

Page 89: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto ricevimento, controllo e

preparazione del tessuto

Page 90: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto ricevimento, controllo e

preparazione del tessuto

Macchina SROTOLATRICE

Nei reparti di controllo qualità perpreparare le pezze per le operazioni divaporizzo e controllo.

Pericoli:

- Impigliamento, trascinamento,schiacciamento, taglio

- Elettrocuzione

Page 91: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto ricevimento, controllo e

preparazione del tessuto

Macchina VAPORIZZO

Usata per ridonare morbidezza e stabilità dimensionale altessuto.

Page 92: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto ricevimento, controllo e

preparazione del tessuto

Macchina VAPORIZZO

Pericoli:

- Presa e trascinamento (presenza di rulli)

- Scottature e bruciature (emissione di vapore)

- Elettrocuzione

Page 93: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto ricevimento, controllo e

preparazione del tessuto

Macchina CONTROLLO TESSUTI

Usata per controllocaratteristiche qualitative deltessuto.

Pericoli:

- Presa e trascinamento(presenza di rulli)

- Elettrocuzione

Page 94: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto ricevimento, controllo e

preparazione del tessuto

Macchina AVVOLGIPEZZA

(ROLLATRICE)

Usata per la formazione delrotolo di pezza (bobina) e percalcolo metraggi tessuto

Pericoli:

- Presa e trascinamento(presenza di rulli)

- Elettrocuzione

Page 95: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Page 96: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Macchina RIBALTATRICE

Usata per sollevare le cullecontenenti le pezze da caricaresui nastri trasportatori

Pericoli:

- Impigliamento,trascinamento,schiacciamento, taglio

- Elettrocuzione

Page 97: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Banchi di stesura e taglio

Il tessuto viene stesomanualmente o tramitemacchine semiautomatiche

Pericoli:

- Impigliamento,trascinamento, e contatto conorgani in movimento

- Elettrocuzione

Page 98: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Macchina TAGLIERINA

MANUALE VERTICALE

Usata per il taglio verticale delmateriale tessile.

Pericoli:

- Contatto con la lama inmovimento

- Elettrocuzione

Page 99: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Macchina TAGLIERINA

MANUALE ROTATIVA

Usata per il taglio rotativo delmateriale tessile.

Pericoli:

- Contatto con la lama inmovimento

- Elettrocuzione

Page 100: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Macchina SEGA A NASTRO

Usata per il taglio dei tessuti

Pericoli:

- Contatto con la lama

- Impigliamento,trascinamento e contattocon il nastro in movimento

- Urto, ferite etrascinamento dellarotazione del pezzo

- Elettrocuzione

Page 101: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Macchina DA TAGLIO

AUTOMATICA

Attrezzatura computerizzatain grado di tagliare la stoffa intutti i singoli pezzi

Pericoli:

- Contatto con la lama o conla testa di taglio inmovimento

- Elettrocuzione

Page 102: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stesura e taglio tessuto

Macchina FUSTELLATRICE A

BRACCIO ROTANTE

Si tratta di presse

Pericoli:

- Schiacciamento dovutoall’organo pressore

- Elettrocuzione

Page 103: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto confezionamento del capo

Page 104: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto confezionamento capo

Macchine da cucire

È la più comune,permette di eseguirela maggior parte dellecuciture necessarie

Indicata per operazionisu particolari tubolaricome maniche o gambe

Indicata per operazionisu tridimensionali

Page 105: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto confezionamento capo

Macchina da cucire lineare

Pericoli:

- Contatto con l’utensile: abrasioni,tagli, strappi delle dita

- Elettrocuzione

- Proiezione dei frammenti dell’ago

Page 106: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto confezionamento capo

Macchina da cucire AUTOMATICA

Possiede sistemi di comando che ne regolano ilfunzionamento senza ulteriore intervento dell’operatore

Pericoli:

- Elettrocuzione

Page 107: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto confezionamento capo

Macchina da cucireINCLINATA

Pericoli:

- Contatto con l’utensile

- Pericolo di investimentodell’operatore (lamacchina deve esserefissata in modo chequando inclinata nonpossa cadere)

- Elettrocuzione

Page 108: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto confezionamento capo

Macchina ASOLATRICEAUTOMATICA

Per imbastitura e cucitura finaledell’asola

Pericoli:

- Contatto con l’utensile:abrasioni, tagli, strappi delle dita

- Proiezione dei frammentidell’ago

- Movimento della cinghia ditrasmissione del moto

- Elettrocuzione

Page 109: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto confezionamento capo

Attaccabottoni

Pericoli:

- Contatto con l’utensile: abrasioni,tagli, strappi delle dita

- Elettrocuzione

- Proiezione dei frammenti delbottone e dell’ago

- Rumore

Page 110: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stiro del capo

Page 111: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stiro del capo

STIRO DEL CAPO

- esposizione a calore radiante

- Elettrocuzione

- Caldaia a pressione

- Ustione

- Ergonomia

- Rumore

- Microclima caldo-umido

Page 112: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stiro del capo

ASSE ASPIRANTE SOFFIANTE

Operazione di stiro con azionecombinata della pressione,temperatura ed umidità

Pericoli:

- Esposizione a calore radiante

- Elettrocuzione

- Caldaia a pressione

- Ustione

- Ergonomia

Page 113: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stiro del capo

PRESSE DA STIRO AUTOAMTICHE

Per stirare tessuti con forma edimensione variabile

Pericoli:

- Esposizione a calore radiante

- Microclima caldo-umido

- Schiacciamento ed ustione artisuperiori

- Elettrocuzione

Page 114: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stiro del capo

MANICHINO DA STIRO

Pericoli:

- Organi in movimento

- Caldaia a pressione

- Elettrocuzione

Page 115: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto stiro del capo

PRESSE MANUALI E AUTOMATICHEPER APPLICAZIONE TERMOADESIVI

Per applicare rinforzi o decorazioni altessuto.

Pericoli:

- Esposizione a calore radiante

- Microclima caldo-umido

- Esposizione ad agenti chimici

- Schiacciamento ed ustione artisuperiori

- Elettrocuzione

Page 116: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto controllo stoccaggio e

spedizione capo finito

Page 117: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto controllo stoccaggio e

spedizione capo finito

IMPIANTO DI MOVIMENTAZIONE DEI CAPI SU MONORROTAIA OBIROTAIA

Pericoli

- Lavoro in ambiente con attrezzature sospese- Catena in movimento- Elettrocuzione

Page 118: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto controllo stoccaggio e

spedizione capo finito

MAGAZZINO A CAROSELLO

Pericoli

- Catena in movimento

- Elettrocuzione

Page 119: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto controllo stoccaggio e

spedizione capo finito

IMBUSTATRICI AUTOMATICA DEI

CAPI MUNITA DI

TERMOSALDATRICE

Pericoli

- Organi meccanici in movimento

- Parti calde

- Catena in movimento

- Elettrocuzione

- Lavoro in postazioni sopraelevate

Page 120: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Macchine reparto controllo stoccaggio e

spedizione capo finito

NASTRATRICE

Per chiusura scatole di diversoformato

Pericoli

- Organi in movimento

- Elettrocuzione

Page 121: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI
Page 122: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

PremessaSentire bene è importante, perché è soprattutto con l'uditoche restiamo in contatto con il mondo che ci circonda.

Le cose che facciamo abitualmente, con un udito compromesso,non potremmo farle.

L’ipoacusia, ossia la malattia che comporta una riduzione più omeno grave dell’udito, è tra le più diffuse malattie professionali

in Italia.

Per questo motivo il rischio da rumore deve essere conosciutodai lavoratori, così come i metodi per prevenirlo.

Page 123: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Norme e riferimenti legislativi

D. Lgs 81/2008, Titolo VIII, Capo II : Protezione dei lavoratoricontro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro

UNI EN 458 del 2005, “Protettori dell’udito “UNI 9432:2011 - Determinazione del livello di esposizionepersonale al rumore nell’ambiente di lavoro.UNI EN ISO 9612:2011 Acustica – Determinazionedell’esposizione al rumore negli ambienti di lavoro (Metodotecnico progettuale).UNI/TR 11347 Modello di programma aziendale di riduzionedell’esposizione (“PARE”) al rumore nei luoghi di lavoro.

Page 124: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Definizioni

Rumore (suono): una oscillazione di pressione che si propaga in un mezzoelastico, che può essere:

Gassoso - Aria;Liquido - Acqua;Solido - Acciaio, calcestruzzo, muratura ecc…

Pressione acustica di picco (Ppeak): valore massimo della pressione acustica

istantanea ponderata in frequenza «C»;

Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa di otto ore;

Livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,W): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana di 5 giornate di otto ore.

Page 125: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Definizioni

Il campo di udibilità dell’uomo è compreso tra 20 e 130/140 decibel.

L‘”unità di misura” del rumore è il decibel (dB)

Page 126: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

L’orecchio ed il suono

Nelle persone normale con udito

normale, l’orecchio esterno capta le

onde sonore convogliandole lungo il

condotto uditivo esterno. Le onde

sonore mettono in vibrazione la

membrana del timpano. Il sistema

uditivo ha il compito di trasformare le

onde sonore in impulsi nervosi che il

cervello è in grado di interpretare

come suoni.

Page 127: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Valutazione del rischio

Lavorare in ambienti con rumorosità elevata può portare alla

irreversibile diminuzione della capacità di udito (ipoacusia).

In maniera meno evidente possono manifestarsi disturbi del

sistema nervoso (ansietà, agitazione, disturbi del sonno o

dell’attenzione), circolatorio e digestivo.

o Con un esame come l’audiometria è possibile diagnosticare

la ipoacusia già in fase iniziale!!!!

Page 128: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Effetti del rumore

EFFETTI UDITIVI, quelli che interessano direttamenteil nostro udito

EFFETTI EXTRAUDITIVI, quelli che interessano altre parti del corpo

Page 129: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Definizioni

SOMMA DI RUMORI

Il decibel è una ”unità di misura” apparentemente strana …, al raddoppio del numero delle sorgenti di rumore di pari intensità corrisponde un aumento di 3 dB del livello di rumore.

Page 130: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Valutazione del rischio

Art. 189 - Valori limite di esposizione e valori di azione

I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a:

Livello di Esposizione

giornaliera LEX, 8h

Pressione acustica di

Picco Ppeak

Valori limite di esposizione

87 dB(A) 200 Pa = 140 dB(C)

Valori superiori di azione

85 dB(A) 140 Pa = 137 dB(C)

Valori inferiori di azione

80 dB(A) 112 Pa = 135 dB(C)

Page 131: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Valutazione del rischio

In particolare:

Sotto la soglia di 80 dBA (limite inferiore d’azione):

Nessun adempimento se non l’obbligo per il datore di lavoro di fare la

valutazione del rischio rumore anche non strumentale. RISCHIO IRRILEVANTE

Tra 80 dBA e 85 dBA (limite superiore d’azione):

la valutazione deve essere accompagnata da misurazioni strumentali del

rumore; scatta l'obbligo di informare e formare i lavoratori sui rischi uditivi,

sulle misure di abbattimento e di protezione, sui i dispositivi protezione

individuali, sui controlli sanitari, sui risultati della valutazione

Effettuata. Su richiesta dei lavoratori e conferma del medico competente, è

disposto il controllo sanitario. RISCHIO BASSO

Page 132: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Valutazione del rischio

Tra 85 dBA e 87 dBA

Predisposizione dei mezzi individuali di protezione (senza obbligo di

utilizzo). Informazione dei lavoratori a cura del datore di lavoro sull’uso

corretto dei mezzi individuali di protezione e sull’uso corretto di utensili,

macchine e apparecchiature ai fini della riduzione al minimo dei rischi

dell’udito.

Controllo sanitario periodico con intervalli non superiori ai due anni.

RISCHIO MEDIO

Page 133: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Valutazione del rischio

Oltre la soglia di 87 dBA (valore limite di esposizione)

Segnaletica appropriata, Perimetrazione e Limitazione di accesso all’area

interessata dal superamento. Obbligo di utilizzo dispositivi di protezione

individuale. Controllo sanitario periodico con intervalli non superiori ad

un anno. Verifica che con l’attenuazione del rumore con i dispositivi di

protezione individuali l’esposizione dei lavoratori risulti inferiore alla

soglia limite di 87 dBA. RISCHIO ALTO

Page 134: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Valutazione del rischio

In generale:

Il rumore in un ambiente di lavoro deve essere il più basso possibile,

compatibilmente con il tipo di lavorazione effettuata.

Nella scelta delle attrezzature occorre orientarsi verso quelle che

producono minore rumore.

Si deve intervenire sulle macchine o sugli utensili esistenti e sui locali in

modo da limitare l’emissione di rumore e da ridurne la diffusione

Page 135: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezione dell’udito

Dove non sia possibile intervenire direttamente alla fonte o dove gliinterventi, per la natura stessa delle lavorazioni, non permettano diridurre ulteriormente il rumore, si doteranno i lavoratori di idonei mezzi

di protezione (DPI: cuffie antirumore e/o tappi).

Page 136: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Attenuazione (SNR)

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Page 137: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezione dell’udito

È necessario che l’utilizzatore sia addestrato e formato sul corretto

indossamento dell’otoprotettore, in quanto un indossamento scorretto fa

calare anche pesantemente la prestazione del DPI; da questo punto di

vista, le cuffie sono meno critiche rispetto agli inserti. La norma EN 458

fornisce anche le indicazioni per una corretta cura e manutenzione degli

otoprotettori:

i DPI devono essere maneggiati sempre con le mani pulite, evitando

contaminazioni con liquidi o polveri, spesso causa di irritazioni cutanee;

per i DPI riutilizzabili è importante una regolare manutenzione e pulizia;

Page 138: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezione dell’udito

gli inserti monouso non vanno riutilizzati, mentre gli altri tipi di inserto

vanno lavati con cura prima di indossarli;

il DPI riutilizzabile deve essere indossato sempre dalla medesima persona;

è però possibile far utilizzare cuffie da più lavoratori ricorrendo a

coperture monouso per i cuscinetti;

i DPI vanno conservati secondo le istruzioni fornite dal fabbricante, vanno

ispezionati frequentemente per identificare difetti e danneggiamenti;

i cuscinetti delle cuffie vanno sostituiti quando consumati, così come gli

archetti deformati.

Page 139: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

1. Con le mani pulite premere e ruotare il tappo tra le dita fino a ridurne il più possibile il diametro

2. Per inserire il tappo più facilmente, tirare leggermente la parte superiore dell’orecchio con la mano opposta così da raddrizzare il condotto uditivo. Quindi inserire il tappo

1

2

3. Mantenere il tappo in posizione finché non si è completamente espanso

3

4. Il tappo ora è correttamente inserito4

Gli inserti monouso vanno gettati dopo essere stati tolti dall'orecchio

COME INDOSSARLI (ESEMPIO):

Inserti EN 352-2

Page 140: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Anno 2008 Dispositivi di protezione individuale v0.1 140

Cuffie EN 352-1

Page 141: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rumore Settore Tessile

Nel comparto abbigliamento il livello di esposizione al rumorerisulta mediamente contenuto tra gli 80 e gli 85 dBA e ancheinferiore.

In particolare può risultare moderatamente rumorosa l’attivitàdio taglio del tessuto per la vicinanza dell’operatore allamacchina, e le attività in reparti dove operanocontemporaneamente e affiancate macchine attaccabottoni, dacucire, taglia e cuci con organi meccanici in movimento nonregolarmente lubrificati.

Page 142: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Fasi di lavoro e rischio Rumore

FASE TAGLIO DEL TESSUTO

macchine da taglio: valoriinferiori a quelli cheprevedono l’obbligo di MPP,ma che possono provocaredisturbi extrauditivi

FASE CONFEZIONAMETO

CAPO

macchine da cucire, macchinaattacca bottoni e taglia-cuci i

Page 143: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Fasi di lavoro e rischio Rumore

FASE DI STIRO

Rumore basso

FASE DI CONTROLLO – STOCCAGGIO –

SPEDIZIONE

Rumore: per macchine imbustatrici,termosaldatrici e impiantomovimentazione capi

FASE TAGLIO DEL TESSUTO

macchine da taglio: valori inferiori a quelliche prevedono l’obbligo di MPP, ma chepossono provocare disturbi extrauditivi

Page 144: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI
Page 145: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Premessa

L’esposizione umana a vibrazioni meccaniche può rappresentareun fattore di rischio rilevante per i lavoratori esposti.L’angiopatia (malattia dei vasi sanguigni o linfatici) el’osteoartropatia (lesione alle articolazioni) da vibranti sonoriconosciute come malattie professionali dalla Commissionedell’U.E. e dalla legislazione del nostro Paese dal D.P.R. 336/94

Page 146: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Definizioni

Le vibrazioni sono oscillazioni

meccaniche generate da onde

di pressione che si trasmettono

attraverso corpi solidi. In

definitiva le vibrazioni sono

oscillazioni di un corpo intorno

alla propria posizione di

equilibrio.

Page 147: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Definizioni

La forza può variare nel tempo con regolarità, come nel caso di un motore

rotativo, oppure in modo caotico, come nel caso dei sobbalzi di un veicolo che

percorre una strada dissestata.

Page 148: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Effetti nocivi delle vibrazioni

La nocività delle vibrazioni dipende dalle caratteristiche e dalle condizioni in cui

vengono trasmesse:

- estensione della zona di contatto con l’oggetto che vibra (mani, piedi, glutei

ecc)

- Frequenza della vibrazione

- Direzione di propagazione

- Tempo di esposizione

Gli effetti nocivi interessano principalmente le ossa e le articolazioni della

mano, del polso e del gomito; sono anche facilmente riscontrabili affaticamento

psicofisico e problemi di circolazione.

Page 149: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Tipologie di esposizione alle vibrazioni

Le vibrazioni sono trasmesse all'organismo attraverso dei punti dicontatto tra il mezzo vibrante ed il corpo del lavoratore.

Vibrazioni al sistema mano braccio (HAV)-mani: impugnano un attrezzo vibrante (martello demolitore, impugnature o leverismi)

Vibrazioni al corpo intero (WBV)- piedi: appoggiano sulla superficie vibrante (pedana)- seduti: a contatto con un sedile

Page 150: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Effetti delle vibrazioni

All’interno del corpo umano le vibrazioni vengono trasmesse dalle ossa e dallearticolazioni, fungono invece da “smorzatori” la pelle, il sistema sottocutaneoed i muscoli.

Vibrazioni mano – braccio, QUALI SONO I DANNI?

L’esposizione a vibrazioni mano-braccio generate da utensili portatili e/o da manufatti impugnati e lavorati su macchinario fisso è associata ad un aumentato rischio di insorgenza di lesioni:

vascolari;

neurologiche;

muscolo-scheletriche.

L’insieme di tali lesioni è definito Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio (Angioneurosi).

Page 151: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Effetti delle vibrazioni

I sintomi si manifestano con un senso di fastidio alle mani e allearticolazioni: intorpidimento, formicolii, piccoli problemifunzionali, che evolvono successivamente in:

• senso del tatto e percezione del caldo e del freddodanneggiati;

• riduzione della forza prensile e perdita della destrezzamanuale;

• attacchi del fenomeno del “dito bianco” provocatidall’esposizione al freddo o all’umidità;

• fitte dolorose alle mani e alle braccia

Page 152: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Effetti delle vibrazioni

Vibrazioni corpo intero , QUALI SONO I DANNI?

L’esposizione a vibrazioni corpo intero generate dalla conduzione di mezzi di trasporto o movimentazione può dar luogo a danni quali:

Patologie del rachide lombare;

Disturbi cervico – branchiali (collo, spalla);

Disturbi gastro intestinali;

Disturbi circolatori.

Le correlazioni tra i suddetti disturbi e le vibrazioni corpo intero sono tuttavia dimostrati solo parzialmente.

Page 153: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Valutazione del rischioArt. 201 - Valori limite di esposizione e valori di azione

Per le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio:

•Il valore limite giornaliero di esposizione normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore è fissato a 5 m/s2, mentre su periodi brevi è pari a 20

m/s2(*);

•Il valore d’azione giornaliero normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, che fa scattare l’azione è fissato a 2,5 m/s2 .

Per le vibrazioni trasmesse al corpo intero:

•Il valore limite giornaliero di esposizione normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore è fissato a 1,00 m/s2, mentre su periodi brevi è pari a 1,50 m/s2.

•Il valore d’azione giornaliero normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, che fa scattare l ’azione è fissato a 0,5 m/s2.

Page 154: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione e protezione

In base alla valutazione dei rischi di cui all'articolo 4,quando sono superati i valori d'azione, il datore di lavoro elabora eapplica un programma di misure tecniche o organizzative, volte aridurre al minimo l'esposizione e i rischi che ne conseguono,considerando in particolare:• altri metodi di lavoro che richiedono una minore esposizione avibrazioni meccaniche;• la scelta di attrezzature di lavoro adeguate concepite nel rispettodei principi ergonomici e che producono, tenuto conto del lavoro dasvolgere, il minor livello possibile di vibrazioni;

• la fornitura di attrezzature accessorie per ridurre i rischi di lesioni provocate dalle vibrazioni (sedili,maniglie , guanti)• adeguati programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro;• l'adeguata informazione e formazione dei lavoratori

Page 155: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di Protezione Individuale

DPI- HAV

Guanti «antivibranti»: oltre ai benefici in termini di protezuione delle

mani dai rischi meccanici, dalle temperature esterne , dai rischi chimici

e dall’umidità, possono ridurre la trasmissione delle vibrazioni alle mani

Page 156: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di Protezione Individuale

DPI- WBV

Non esistono dei DPI comunemente intesi. La principale misura di

tutela rimane l’utilizzo di dispositivi accessori (es. Silent Block) per la

riduzione delle vibrazioni sui sedili di guida.

Page 157: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rischio Vibrazioni nel Settore Tessile

Nel comparto abbigliamento le principali fonti di vibrazioni alsistema mano-braccio, in particolare dei polsi e dei gomiti sonole taglierine elettriche manuali per tessuto

Fasi di lavoro e Rischio Vibrazioni

FASE TAGLIO TESSUTO patologie da sovraccarico biomeccanicoarto superiore (sindrome di Raynaud) per uso prolungatotaglierine che trasmettono vibrazioni al sistema mano-braccio.

Page 158: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

IL RISCHIO CHIMICO

Titolo IX – Sostanze Pericolose

Capo I – Protezione da agenti chimici

158

Page 159: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Definizioni

Art. 222 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro

miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo

smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi

prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.

Attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in

cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne prevede l’utilizzo, in ogni tipo di

procedimento, compresi la produzione, la manipolazione,

l’immagazzinamento, il trasporto o l’eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o

che risultino da tale attività lavorativa.

159

Page 160: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La valutazione dei rischi

Art. 233 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Nella valutazione di cui all'art. 28 del D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro

determina, preliminarmente, l'eventuale presenza di agenti chimici pericolosi

sul luogo di lavoro e valuta, anche, i rischi per la sicurezza e la salute dei

lavoratori prendendo in considerazione in particolare:

• le loro proprietà pericolose;

• le informazioni sulla salute e sicurezza, comunicate, dal responsabile

dell'immissione sul mercato, tramite la relativa scheda di sicurezza;

• il livello, il modo e la durata dell'esposizione;

160

Page 161: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La valutazione dei rischi

Art. 233 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

• le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, tenuto

conto della quantità delle sostanze e dei preparati che li contengono o li

possono generare;

• i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici

secondo l’elenco riportato negli Allegati XXXVIII e XXXIX;

• gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare;

• se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza

sanitaria già intraprese.

161

Page 162: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La valutazione del rischio secondo il T.U.

All’esito della valutazione il rischio chimico potrà essere:

RISCHIO CHIMICO PER LA SICUREZZA

RISCHIO CHIMICO PER LA SALUTE

162

BASSO

NON BASSO

IRRILEVANTE

NON IRRILEVANTE

Page 163: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

I rischi sull’uomo

I rischi sull’uomo derivanti dall’utilizzo di prodotti chimici dipendono da:

• tipologia d’interazione col corpo umano;

• la natura dei prodotti;

• l’intensità e la durata dell’esposizione;

• la sensibilità personale dell’individuo esposto;

• le modalità d’impiego e le misure di prevenzione adottate.

163

Page 164: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Tipologia di interazione con l’organismo umano

Le vie attraverso le quali gli agenti chimici si possono introdurre nell'organismo

sono:

• Inalazione: le sostanze pericolose passano al sistema respiratorio, quindi a

quello circolatorio ed infine agli organi;

• Contatto e penetrazione attraverso la cute o le mucose: può portare ad un

effetto locale o ad un accumulo negli strati grassi, quindi nel sangue ed infine

negli organi;

• Ingestione:, causa il passaggio dalle labbra/bocca al sistema digestivo e quindi

agli organi dell’agente trattato. In genere le cause sono da ascrivere alla scarsa

igiene o a errate procedure di manipolazione.

164

Page 165: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Effetti sull’uomo

Effetti acuti: quando l'insieme degli effetti si manifesta entro un tempo

breve e predeterminato dalla somministrazione o dal contatto con la

sostanza. Il danno si verifica immediatamente dopo l’esposizione ed è

generalmente proporzionale alla quantità ed alla concentrazione

(Aggressive, nocive e tossiche).

Effetti cronici: quando gli effetti si manifestano a lungo termine (mesi o

anni) a carico di organi e tessuti dovuti a particolari esposizioni. Il danno

si verifica tempo dopo l’esposizione (anche anni) e dopo ripetute

esposizioni. Il danno è proporzionale alla quantità assunta ed al numero

delle esposizioni ma si verifica anche per basse quantità (Nocive,

cancerogene).

165

Page 166: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Intensità e durata dell’esposizione

Valori limite di esposizione: livelli di riferimento che sono stati fissati per la

maggior parte delle sostanze chimiche presenti negli ambienti lavorativi.

I più importanti valori limite di esposizione sono i cosiddetti “TLV ” ed indicano le

concentrazioni delle sostanze disperse nell’aria alle quali si ritiene che la maggior

parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente senza alcun effetto

negativo per la salute.

166

• TLV-TWA: è il valore limite per esposizioni prolungate nel

tempo (è il limite più importante).

• TLV-STEL: è il valore limite per esposizioni di breve durata.

• TLV-C : è il valore limite di soglia massimo. Rappresenta quella

concentrazione che non può essere mai superata durante tutto

il turno lavorativo neanche per un istante.

Page 167: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Sensibilità individuale

La risposta a stimoli esterni non è costante per tutti gli individui.

Vi sono individui che presentano una particolare sensibilità ad alcuni agenti

nocivi.

Ciò è dovuto a varie cause come l’ipersensibilità di tipo allergico (atopia), carenze

enzimatiche.

I valori limite di esposizione di solito non tengono in considerazione anche la

possibilità di variazioni individuali nelle risposte. Per questo motivo, i limiti di

esposizione vanno considerati come “accettabili” e non come “sicuri” per

impedire un danno alla salute.

167

Page 168: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione

I rischi derivanti da agenti chimici pericolosi devono essere eliminati o ridotti al minimo

mediante le seguenti misure:

• progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione sul luogo di lavoro;

• fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico e relative procedure di

manutenzione adeguate;

• riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti;

• riduzione al minimo della durata e dell'intensità dell'esposizione;

• misure igieniche adeguate;

• riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione

delle necessità della lavorazione;

• metodi di lavoro appropriati, comprese le disposizioni che garantiscono la sicurezza

nella manipolazione, nell'immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro di

agenti chimici pericolosi nonché dei rifiuti che contengono detti agenti chimici.

168

Page 169: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzioneModalità di stoccaggio

• Tutti i prodotti e/o agenti chimici devono essere conservati nelle confezioni originali;

• qualora sia necessario travasare un agente chimico, il recipiente deve essere

etichettato in modo tale da riportare le indicazioni presenti sul contenitore originale

e che queste siano leggibili anche a distanza di tempo;

• tutti i recipienti contenenti agenti chimici devono essere accuratamente etichettati,

sulle etichette devono essere riportate tutte le indicazioni obbligatorie per legge

(nome della sostanza, pittogrammi, frasi di rischio R, consigli di prudenza S,

indicazioni relative al fornitore e massa o volume del contenuto)

• tutti gli agenti chimici devono essere corredati della apposita scheda dati di sicurezza,

conservata in luogo noto ed accessibile a tutti;

• lo stoccaggio deve rispettare le condizioni riportate sulla schede di sicurezza dello

specifico agente chimico;

169

Page 170: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzioneModalità di stoccaggio

• Devono essere presenti solamente quantitativi di agenti chimici necessari all’attività

in corso.

• Gli agenti chimici pericolosi, non utilizzati per l’attività in corso, devono essere

conservati in armadi di sicurezza o scaffali.

• I contenitori degli agenti chimici devono essere sempre richiusi dopo l'uso e riposti

negli appositi armadi o scaffali.

• Periodicamente, deve essere verificata l'integrità dei contenitori per evitare perdite e

diffusioni di sostanze pericolose nell'ambiente.

• Durante la movimentazione dei contenitori, essi devono essere chiusi e gli operatori

devono indossare guanti adeguati alla pericolosità dell’agente chimico.

• Gli agenti chimici pericolosi non devono essere stoccati: sul pavimento,

• sui banchi di lavoro e sotto cappa.

170

Page 171: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzioneModalità di stoccaggio

Gli agenti chimici devono essere disposti in modo tale che:

• gli agenti corrosivi, caustici e irritanti si trovino al di sotto del livello degli

occhi;

• nei ripiani inferiori trovino posto i contenitori più grandi e le sostanze più

pericolose;

• i contenitori non siano ammassati uno sopra l’altro e non sovraccarichino il

ripiano;

• siano rispettate le eventuali indicazioni particolari indicate nella scheda di

sicurezza (voce Manipolazione e Stoccaggio);

• siano rispettate le reciproche incompatibilità (vedi schede di sicurezza);

• siano al riparo dall’azione diretta dei raggi solari e da altre fonti di calore.

171

Page 172: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)Guanti

I guanti devono essere certificati secondo il D.Lgs 475/92, quindi sono soggetti alla

marcatura CE.

Per la protezione da rischi chimici il guanto deve essere scelto in base all’indice di

degradazione (a contatto con la sostanza manipolata) ed in base alla prova di permeazione

(passaggio dell’inquinante attraverso il dispositivo).

SCELTA DEL MATERIALE

172

Materie Prime

Caratteristiche

LATTICE NATURALE NOEPRENE NITRILE PVC

Punti Forti Eccellente flessibilità e resistenza allo strappo. Buona resistenza a numerosi acidi e chetoni

Resistenza chimica polivalente: acidi, solventi alifatici.Buona resistenza alla luce solare e all’ozono.

Ottima resistenza all’abrasione e alla perforazione.Ottima resistenza ai derivati da idrocarburi.

Buona resistenza agli acidi e alle basi.

Precauzioni d’uso

Evitare il contatto con oli, grassi e derivati da idrocarburi

Evitare il contatto con oli, grassi e derivati da idrocarburi

Evitare il contatto con solventi contenentichetoni, con acidi ossidanti e con prodotti organici azotati

Debole resistenza meccanica. Evitare il contatto con solventi contenenti chetoni e con solventi aromatici.

Page 173: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)Guanti – indicazioni per l’uso

• I guanti monouso non devono mai essere riutilizzati.

• Tutti i tipi di guanto proteggono solo per un breve periodo in quanto nel tempo tutti consentono

la permeazione dei reagenti chimici.

• Devono essere indossati tutte le volte che esiste un potenziale rischio di contatto con la pelle.

• Il tipo di guanti da utilizzare deve essere specificato nelle procedure operative.

• I guanti devono essere tolti prima di toccare superfici che non devono essere contaminate

• (ad esempio cornetta del telefono, maniglie di porte,…..).

• Prima dell’utilizzo occorre controllare l’integrità dei guanti.

• I guanti devono essere tolti rovesciandoli.

• I guanti non monouso devono essere sostituiti periodicamente in funzione della frequenza di

utilizzo.

• Dopo essersi levati i guanti è necessario lavarsi le mani.

• In caso di versamento sui guanti è necessario toglierseli e lavarsi subito le mani.

• Prima dell’uso verificare, gonfiandolo, le condizioni di integrità del guanto.

173

Page 174: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

I dispositivi di protezione delle mani e delle braccia previsti sono:

- guanti contro le aggressioni meccaniche (perforazioni, tagli,vibrazioni, ecc.), contro le aggressioni chimiche, per elettricisti eantitermici;- guanti a sacco;- ditali;- manicotti;- fasce di protezione dei polsi;- guanti a mezze dita;- manopole.

I guanti di protezione devono essere adeguati ai rischi da prevenire e rispondere

alle condizioni esistenti sul posto di lavoro. Essi, inoltre, devono tener conto

delle esigenze ergonomiche e poter essere adattati alle necessità del lavoratore.

Protezione arti superiori - GUANTI

Page 175: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Come per tutti i dispositivi di protezione individuale, anche i guanti devono esserecertificati secondo il D.Lgs 475/92, quindi sono soggetti alla marcatura CE.

Ciascun guanto di protezione deve essere marcato con le seguenti informazioni :

a) Nome, marchio o altro mezzo di identificazione del fabbricanteb) Designazione del guanto ( nome commerciale o codice ).c) Indicazione della taglia.d) Se necessario, marcatura con data di obdolescenza (scadenza).

Protezione arti superiori - GUANTI

Page 176: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Guanti

176

Page 177: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

177

Page 178: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

178

Page 179: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Offesa agli occhi

occhiali, visiere o schermi

appropriati

Gli occhiali, gli schermi e le visiere sono dispositivi che servono aprevenire infortuni agli occhi causati da agenti meccanici, chimici,termici, o da radiazioni (visibili, ultraviolette, infrarosse, ionizzanti, laser)

Protezione degli occhi e del viso

Page 180: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Protezione degli Occhi

I principali dispositivi di protezione degli occhi sono:

- Occhiali a stanghetta con o senza protezione laterale.- Occhiale a mascherina ad elastico- Visiere a casco- Schermi a mano- Maschere a casco

Per la scelta degli occhiali necessari in presenza del rischio chimico occorre rispettare le indicazioni sotto riportate:• gli occhiali di sicurezza devono avere gli schermi laterali;• gli schermi facciali o maschere protettive sono richiesti nel caso travasi di materiali

corrosivi o liquidi pericolosi in grandi quantità e non sotto cappa chimica:• chi indossa lenti a contatto deve essere informato dei particolari rischi che comportano

(ad esempio assorbimento di agenti chimici dall’aria).

180

Page 181: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

I filtri ed i respiratori a filtro antipolvere sono suddivisi in tre classi inbase all’efficienza filtrante:

facciali filtranti FFP1 - filtri P1 - THP1, TMP1 BASSA EFFICIENZA

facciali filtranti FFP1 - filtri P2 - THP2, TMP2 MEDIA EFFICIENZA

facciali filtranti FFP1 - filtri P3 - THP3, TMP3 ALTA EFFICIENZA

I respiratori e filtri di media ed alta efficienza sono inoltre differenziatisecondo la loro idoneità a trattenere particelle solide o solide e liquide,per cui si ha:

⇒ classe S: protezione da aerosol solidi e nebbie baseacquosa (sospensione di particelle solide in acqua);⇒ classe SL: protezione anche da nebbie base organica.

Protezione delle vie respiratorie

Page 182: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Le tre tipologie di filtro:

Protezione delle vie respiratorie

Page 183: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

PER INDIVIDUARE IL GIUSTO DISPOSITIVO BISOGNA CHIEDERSI:

C’E’ SUFFICIENTE OSSIGENO?

ARIA + INQUINANTE

Si ← 02 > 17% → No

DISPOSITIVI A FILTRO RESPIRATORI ISOLANTI

↓ ↓

- ANTIPOLVERE - AUTONOMI

- ANTIGAS - NON AUTONOMI

- COMBINATI

A.P.V.R.

Page 184: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

184

QUALI SONO LE DIFFERENZE ?

DISPOSITIVI A FILTRO RESPIRATORI ISOLANTISono dispositivi che consentono Sono dispositivi che consentono

di respirare l’aria di respirare aria proveniente da

ambiente debitamente filtrata. una sorgente incontaminata.

⇩ ⇩- FACCIALI FILTRANTI - AUTORESPIRATORI CON BOMBOLA

- SEMIMASCHERE CON FILTRO - RESPIRATORI CON ADD.ARIA ESTERNA

- MASCHERE INTERE CON FILTRO

A.P.V.R.

Page 185: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

185

Page 186: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ETICHETTATURA

Le nuove regole per l’etichettatura dei prodotti chimici

186

Page 187: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Etichettatura

Ogni produttore o esportatore deve dotare le singole sostanze o i preparati di

una etichetta di pericolo.

L’etichetta deve avere forma e contenuti standard e deve essere di dimensioni

proporzionali al contenitore dove deve essere affissa.

187

Page 188: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Nuovo Regolamento Europeo C.L.P

Regolamento (CE) n. 1272/2008

È entrato in vigore il 20/1/2009

Incorpora i criteri di classificazione ed etichettatura, i simboli e le avvertenze

concordate a livello globale (GHS)

CAMPO DI APPLICAZIONE

Tutte le sostanze chimiche e miscele pericolose, compresi i biocidi, gli

antiparassitari, senza limiti di quantità prodotte per anno.

Esclusi i preparati (miscele) che ricadono sotto altra normativa europea (es.

farmaci, dispositivi medici, alimenti e mangimi e cosmetici) e le sostanze

radioattive

188

Page 189: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

I cambiamenti apportati

Terminologia

• Miscela, non più preparato

• Classe di pericolo, non più categoria di pericolo: definisce la natura del

pericolo (fisico, per la salute o per l’ambiente)

• Classe di pericolo suddivisibile in categorie, che specificano la gravità del

pericolo

• Indicazione di pericolo (esplosivo, corrosivo ecc): non ha equivalenza

all’inetrno del CLP

189

Page 190: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

I cambiamenti apportati

Etichettatura

• Le indicazioni di pericolo sono

sostituite da un avviso

• Si aggiungono pittogrammi,

simboli di pericolo

• Cambiano le frasi di rischio

(pericolo)

• Consiglio di prudenza

• Parole «pericolo» o «attenzione»

• Armonizzazione degli ammonimenti

verbali de inserimento di codici

• Sintetizzano le azioni da

intraprendere in caso di esposizione

190

Page 191: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

I nuovi simboli (pittogrammi)

191

Cornice

Simbolo

Colore

Page 192: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Natura dei prodotti

ESPLOSIVI: prodotti che possono esplodere per effetto della fiamma o che sono

sensibili agli urti e agli attriti più del dinitrobenzene (es. tritolo)

COMBURENTI: prodotti che a contatto con altre sostanze, soprattutto se

infiammabili, provocano una forte reazione esotermica (es. ossigeno)

192

Page 193: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Natura dei prodotti

INFIAMMABILI: comprende tutti i prodotti che precedentemente erano suddivisi

tra infiammabili ed altamente/estremamente infiammabili

e

CORROSIVI: prodotti che a contatto la pelle e le mucose possono esercitare

un’azione distruttiva

193

Page 194: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Natura dei prodotti

IRRITANTI e NOCIVI

e

TOSSICI e MOLTO TOSSICI

e

PERICOLOSO PER L’AMBIENTE

194

Page 195: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Natura dei prodotti

Nuovi simboli

195

Page 196: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Indicazioni di pericolo e consigli di Prudenza

Le frasi di Rischio ʺ R ʺ ed i consigli di Prudenza ʺSʺ sono sostituiti da:

• Le indicazioni di pericolo H: descrivono, in forma sintetica, i rischi potenziali

associati all’impiego del prodotto

• I consigli di prudenza P: descrivono le comuni norme di sicurezza da adottare

per minimizzare i rischi potenziali associati all’impiego del prodotto.

196

Indicazioni di Pericolo (H) Consigli di Prudenza (P)

H2.. Pericoli chimico-fisici P1.. Carattere generale

H3.. Pericoli per la salute P2.. Prevenzione

H4.. Pericoli per l’ambiente P3.. Reazione

P4.. Conservazione

P5.. Smaltimento

Page 197: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Schede di sicurezza

La scheda informativa di sicurezza deve comportare le seguenti

voci obbligatorie:

1. Elementi identificativi della sostanza o del preparato e della

società/impresa; devono essere indicati gli elementi indicatori della

sostanza o del preparato e il nome, l’indirizzo e il numero di telefono

dell’entità giuridica responsabile dell’immissione sul mercato

2. Composizione/informazione sugli ingredienti; devono essere citate le

sostanze classificate pericolose per la salute e le sostanze che, pur non

essendo classificate hanno limiti di concentrazione

3. Indicazione dei pericoli; informazioni sintetiche dei rischi che presenta

la sostanza o il preparato

4. Misure di pronto soccorso; si dovranno specificare, per le possibili vie di

esposizione, le azioni immediato soccorso da portare all’infortunato

197

Page 198: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Schede di sicurezza

5. Misure antincendio; le indicazioni da fornire dovranno mettere in grado, chi deve

intervenire in caso d’incendio, di effettuare l’operazione in modo corretto e sicuro.

Dovranno essere evidenziati i mezzi estinguenti che non devono essere utilizzati per

ragioni di sicurezza

6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale; devono essere indicate le informazioni utili

per l’utilizzatore inerenti le precauzioni individuali, ambientali e i metodi di pulizia e

raccolta da adottare, con particolare enfasi quando si tratta di misure che si

differenziano dalle normali buone pratiche operative

7. Manipolazione e stoccaggio; devono essere fornite le precauzioni di tipo

impiantistico e procedurale da adottare per una manipolazione sicura del prodotto e

le condizioni da attuare per assicurare lo stoccaggio in sicurezza del prodotto

8. Controllo dell’esposizione/protezione individuale; devono essere indicate le

informazioni di natura tecnica da attuare per evitare l’esposizione, la natura dei mezzi

protettivi da utilizzare, le misure di igiene specifiche, eventuali parametri di controllo

dei componenti, quali: limiti di esposizione, standard, biologici, ecc.198

Page 199: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Schede di sicurezza

13. Considerazioni sullo smaltimento; devono essere fornite informazioni sulle modalità

di manipolazione e smaltimento dei residui, derivati sia dall’eccedenza del prodotto tal

quale non utilizzato di cui ci si debba disfare, sia dall’utilizzazione prevedibile dello

stesso

14. Informazioni sul trasporto; dovranno essere citate le varie codifiche per i diversi tipi di

trasporto (ADR, RID, ecc.)

15. Informazioni sulla regolamentazione; devono essere riportate le informazioni che

figurano sull’etichetta, devono inoltre essere indicate le disposizioni comunitarie (e le

norme nazionali di recepimento)

16. Altre informazioni; potranno essere riportate informazioni ritenute di interesse, non

riprese da altri punti.

GLI ELEMENTI RIPORTATI NELLA SCHEDA SERVONO ALLA VALUTAZIONE

DEI RISCHI A GESTIRE IL PRODOTTO E A FRONTEGGIARE LE EVENTUALI

SITUAZIONI DI EMERGENZA. 199

Page 200: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Attenzione

Qualsiasi prodotto chimico deve essere oggetto di specifica

attenzione e di completa conoscenza da parte della persona che

intende utilizzarlo. Troppo spesso la routine abbassa

eccessivamente la soglia di attenzione e di consapevolezza del

rischio.

200

Attenzione!

Page 201: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Attenzione

Prima di utilizzare una sostanza NON conosciuta

verificare quanto riportato nell’etichetta

rinvenibile sul contenitore.

Se vi sono indicazioni circa una particolare

pericolosità del prodotto non impiegare lo stesso

prima di aver acquisito e consultato la scheda di

sicurezza dal fornitore il quale, si ricorda, è

obbligato a fornirla GRATUITAMENTE.

201

Page 202: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rischio Chimico nel Settore Tessile

Nel comparto abbigliamento i principali prodotti o fasi lavorativeche potrebbero essere interessati da rischio da sostanzepericolose sono:

- Smacchiatori

- Appretti

- Sostanze che si possono liberare durante alcune operazioni

Page 203: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rischio Chimico nel Settore Tessile

SMACCHIATORI

Solvente organico ad alta volatilità (es. triellina).

Triellina: assorbita tramite via respiratoria, e causa effetti avversial sistema nervoso centrale, irritazione ad occhi e gola edermatiti da contatto.

È classificata come CANCEROGENA (H350: può provocare ilcancro).

Infiammabile

Page 204: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rischio Chimico nel Settore Tessile

APPRETTI

Vengono applicati nelle fasi finali di produzione e quindi noninteressano il confezionamento, tuttavia durante la fase di stiro,le alte temperature possono rilasciare nell’ambiente di lavorosostanze pericolose riconducibili ai trattamenti precedenti.

Page 205: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rischio Chimico nel Settore Tessile

SOSTANZE CHE SI POSSONO LIBERARE DURANTE ALCUNE

OPERAZIONI

Esposizione diretta o indiretta ad agenti inquinanti durante fasitaglio e stiro.

Taglio e cucitura: formazione di polveri e fibre di tessuto cheaerodisperse nell’ambiente possono causare irritazioni a occhi evie respiratorie.

Stiratura: potrebbero disperdersi in fase vapore sostanze cheerano state applicate sui tessuti

Page 206: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Fasi di Lavoro e Rischio Chimico

FASE DI RICEVIMENTO – CONTROLLO- PREPARAZIONE

TESSUTO

Agenti chimico e cancerogeno: dispersione di fibre o

sostanze dal tessuto

206

FASI DI: TAGLIO, CONFEZIONAMENTO CAPO E STIRO

Rischio chimico per presenza di agenti chimici nelle

polveri

ESPOSIZIONE A POLVERI

Irritazione prime vie aeree, occhi e pelle

Page 207: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rischio chimico nelle fasi di lavorazione di capi in tessuto

jeans

Page 208: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Fasi di lavoro

• Arrivo capi da trattare o tingere

• Preparazione del colore: in apposito laboratorio vengonopreparate le miscele. I preparati in polvere, per le lorocaratteristiche fisico-chimico, vengono maneggiati sotto cappa

• Tintura in lavatrice: le macchine per la tintura sono a ciclo chiuso,aspirate e temporizzate. L’operatore non è a contatto con i prodotti

• Lavaggi particolari: con pietra pomice per decolorare – lavaggiocon enzimi per decolorare in maniera meno accentuata – lavaggioin sacco per striature – lavaggio con ammorbidente

Page 209: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Fasi di lavoro

• Trattamenti chimici particolari: per dare effetto usurato o decolorato.Vengono lavati a mano o macchina con soluzioni acquose contenenti Saliche liberano cloro o permanganato di potassio. Alcuni capi vengonotrattati in lavatrice con resine acriliche o gliossiliche.

• Trattamenti fisici particolari: trattamenti effettuati con carta abrasiva ocon impiego di pennello o aerografo.

Page 210: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Prodotti chimici usati per lavorazioni jenas

Le lavorazioni chimiche dei jeans effettuate in Italia prevedonol’utilizzo di componenti chimiche e coloranti che non presentanorischi di tossicità o cancerogenicità per la salute umana o perl’ambiente.

Tuttavia i rischi residui presenti possono fare incorrere agli utilizzatoridanni alla SALUTE quali:

- Dermatiti da contatto allergiche o irritative

- Ustioni chimiche quando vengono usati additivi per loscioglimento del colore

- Irritazione delle mucose e congiuntivite per esposizione cronica avapori o polveri irritanti.

Page 211: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Prodotti chimici usati per lavorazioni jenas

PRODOTTI PERICOLOSI DAL PUNTO DI VISTA CHIMICO USATIDURANTE LA TINTURA:

- Perossido di dibenzoile

- Acido acetico

DURANTE IL LAVAGGIO (utilizzati in macchina a ciclo chiuso):

- Soda caustica

- Sodio metasilicato

- Carbonato di sodio

- Metalbisolfito di sodio

- Acqua ossigenata

- Formaldeide in soluzione acquosa

- Sodio perborato

Page 212: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Prodotti chimici usati per lavorazioni jenas

DURANTE I TRATTAMENTI CHIMICI (prodotti con cui entra incontatto il lavoratore):

- Ipoclorito di sodio in soluzione acquosa

- Permanganato di potassio in soluziona acquosa

DURANTE IL LAVAGGIO FINALE (utilizzati in macchina a ciclo chiuso):

- Acido acetico

Page 213: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

213

RISCHIO CANCEROGENO

E MUTAGENO

Page 214: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

214

Premessa

“ Tutto è veleno e niente è veleno, solo la dose determina

se una sostanza, un preparato è o non è veleno ” fraseenunciata da Paracelso nel XVI secolo e che ha segnato unasvolta alla tossicologia generale.

• Lo studio della cancerogenesi è iniziato con osservazioni

epidemiologiche fatte verso la fine del diciottesimo secolo (1761 medico inglese Hill ) e nei primi anni di questo secolo (nel 1915 ) è iniziato lo studio della cancerogenesisperimentale su topi, ratti ecc.

Page 215: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

215

Premessa

I tumori ( neoplasie ) rappresentano una delle patologie dimaggior rilievo nei paesi industrializzati per la lorofrequenza, per la gravità e per il fatto che colpiscono anchein età relativamente precoce.

In Italia questa patologia rappresenta la seconda causa di

morte.

Page 216: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

216

Definizioni

Cancerogeno è un agente (una sostanza, un preparato) in gradodi provocare l’insorgenza del cancro o di aumentarne lafrequenza in una popolazione lavorativa esposta anche a

distanza di anni dal momento della cessazione dell’esposizione

stessa.

R 45

R 49

R 46

Page 217: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

217

Definizioni

Un agente cancerogeno è riconoscibile in quanto–etichettato da almeno una delle frasi di rischio R45

( può causare il cancro), R49 ( può causare il cancro perinalazione );– considerato nel D.Lgs. 3-02-1997 n. 52 e D.Lgs 16-07-1998 n.285 e s.m.i.;– appartenente all’allegato XLII del D.L.gs. 81 / 2008 ( inparticolare ad alcune lavorazioni es. lavori che espongono agliidrocarburi policiclici aromatici e quelli che espongono apolvere di legno duro e processi produttivi );

Page 218: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

218

Valori Limite di esposizione professionale

Sono stati fissati valori limite di esposizione professionale (TLV)

Allegato XLIII del D.Lgs. 81 / 2008

benzene ( 3,25 mg/mcubo )cloruro di vinile monomero ( 7,77 mg/mcubo )polveri di legno duro ( 5,00 mg/mcubo )

Page 219: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

219

Definizioni

Un agente cancerogeno è riconoscibile in quanto– classificato come sostanze e preparati di categoria 1 e 2per cancerogenicità dalla C.C.T.N.Processi produttivi classificati dalla IARC come categoria 1 e2 A.

Page 220: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

220

Definizioni

Mutageno è un agente ( una sostanza, un preparato ) ingrado di indurre mutazioni cioè cambiamenti stabili sulmateriale ereditario ( DNA ) delle cellule viventi o diaumentarne la frequenza ed è etichettato con la frase dirischio R46 ( può causare alterazioni genetiche ereditarie ).

Page 221: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La classificazione Europea ( C.E. direttiva n. 93/72/CEE )riconosciuta in Italia ed in Europa considera i cancerogeni intre categorie : prima, seconda, terza.

Prima categoria – sicuramente cancerogeni per l’uomo,sufficienti elementi hanno permesso di stabilire unarelazione causa effetto tra l’esposizione dell’uomo el’insorgenza di un tumore.

Seconda categoria – sostanze che devono essere assimilateai cancerogeni umani sulla base di adeguati studi a lungotermine condotti su cavie animali o sulla base diinformazioni specifiche.

Terza categoria – sostanze per le quali gli studi condotti sucavie hanno dato risultati preoccupanti, ma insufficienti acatalogarle nella seconda categoria.

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Page 222: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La classificazione secondo lo I.A.R.C. ( Istituto dellaOrganizzazione Mondiale della Sanità che si occupa dellericerche sul cancro - International Agency for Research onCancer ) individua 5 categorie cosi suddivise :

Gruppo 1 - Cancerogeni umani, categoria riservata allesostanze con sufficiente evidenza di cancerogenità perl’uomo – l’agente è cancerogeno per l’uomo.

Gruppo 2 – il gruppo è suddiviso in due sottogruppiidentificati con A e B.

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Page 223: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La classificazione secondo lo I.A.R.C.

Gruppo 2 A - Probabili cancerogeni umani, l’agente èprobabilmente cancerogeno per l’uomo, in questosottogruppo sono incluse le sostanze con limitata evidenzadi cancerogenicità per l’uomo e sufficiente evidenza per glianimali. Nel sottogruppo possono essere incluse sostanzeper le quali sussista una limitata evidenza per l’uomo osoltanto una sufficiente evidenza per gli animali purchè ol’una o l’altra sia supportata da altri rilevanti dati.

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Page 224: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La classificazione secondo lo I.A.R.C.

Gruppo 2B – Sospetti cancerogeni umani, l’agente èpossibile cancerogeno per l’uomo in assenza di sufficienteevidenza per gli animali, oppure per quelle sostanze consufficiente evidenza per

gli animali ed inadeguata evidenza o mancanza di dati perl’uomo.

Gruppo 3 – sostanze non classificabili per la

cancerogenicità per l’uomo in questo gruppo vengonoinserite le sostanze che non rientrano in nessun’altracategoria prevista.

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Page 225: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La classificazione secondo lo I.A.R.C.

Gruppo 4 – non cancerogeni per l’uomo a tale gruppovengono assegnate le sostanze con evidenza dicancerogenicità sia per l’uomo che per gli animali. In alcunicasi, possono essere inserite in questa categoria le sostanzecon inadeguata evidenza o assenza di dati per l’uomo macon provata mancanza di cancerogenicità per gli animali.

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Page 226: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Agente chimico A.C.G.I.H. cancer. I.A.R.C. cancer. UNIONE EUROPEA

fumi saldatura ------ 2B possibile ------

Cr elem. e Cr III A4 ------ ------

Cr VI solub.acq. A1 1 accertato genotos. cat. 2

Cr VI insolub. A1 ----- genotos. cat. 2

CrO3 A1 ----- genotos. cat. 1

Ni elemento A5 1 accertato carc. cat. 3 ( possibile)

Ni comp. Insolub. A1 1 accertato -----

Ni0, Ni203,Ni02 A1 ----- carc. cat.1 ( accertato )

Legenda :

Genotos.= genotossico

Carc.= carcinogeno

A1= carcinogeno riconosciuto per l’uomo

A4= non classificabile come carcinogeno per l’uomo

A5= non sospetto come carcinogeno per l’uomo

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Page 227: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Cancerogeni – mutageni / lavorazione

ELENCO NON ESAUSTIVO

Acido arsenico e suoi Sali ( R 45 ) fonte IARC, usatonell’industria chimica per la produzione di arsenati e dipesticidi.

Calcio Arsenato ( R45 ) usato nell’agricoltura contro insetti,per il trattamento dei prati rasati e delle zolle erbose, comepesticida sulla frutta, sulle patate, e verdure.

Piombo arsenato ( R45 ) usato nella veterinaria comemedicinale per pecore e capre, fuori degli USA è usato comeinsetticida per gli alberi da frutta, verdure, caucciù, caffè,pompelmi.

Potassio arsenato ( R45 ) usato nell’industria tessile e comereagente di laboratorio.

Page 228: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ELENCO NON ESAUSTIVO

Sodio Arsenato ( R45 ) usato nelle lavorazioni difalegnameria in particolare nella formulazione diconservanti per il legno e come insetticida.

Arsenico triossido ( R45 ) usato nell’industria del vetro inparticolare nelle miscele per la produzione di articoli invetro, come decolorante di vetri e smalti; utilizzato anche inagricoltura nella produzione di alcuni pesticidi.

Pentaossido di diarsenico ( R45 ) usato nell’industria dellegno come conservante utilizzato anche come pesticida ofungicida.

Acrilammide ( R45 ) utilizzata nell’industria tessile nellapreparazione di prodotti tessili.

Cancerogeni – mutageni / lavorazione

Page 229: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ELENCO NON ESAUSTIVO

Acrilonitrile ( R45 ) usato nell’industria chimica nella sintesidi fibre sintetiche e polimeri, nella preparazione di antiparassitari.

Asbesto ( R45 ) usato frequentemente per scopi nonprevedibili ed individuabili se non con indagini attente emirate.

Aziridina ( R45 ) usata come intermedio per la raffinazionedell’olio combustibile e per lubrificanti.

Benzene ( R45 ) prevalentemente usato per la produzione dialtre sostanze chimiche, come solvente, si trova nellemiscele costituenti la benzina, viene usato nell’industriadella gomma, nella produzione di pelle artificiale, comesolvente antidetonante, per cere, resine e oli, produzione dicoloranti.

Cancerogeni – mutageni / lavorazione

Page 230: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

ELENCO NON ESAUSTIVO

Benzidina ( R45 ) usata nella produzione di coloranti e altresostanze chimiche, come reagente e come colorante per lalettura al microscopio.

Benzoantracene ( R45 ) non sono noti ne usi ne produzioniper uso commerciale. Si ritrova ubiquitariamente neiprodotti di combustione incompleta, si trova anche neicombustibili fossili.

Benzopirene ( R45 ) non sono noti ne usi ne produzioni peruso commerciale. Si trova ubiquitariamente nei prodotti dicombustione incompleta, si trova anche nei combustibilifossili.

R 45

R 49

R 46

Cancerogeni – mutageni / lavorazione

Page 231: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure tecniche ed organizzative

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Limitazione al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti o chepossono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni, ancheisolando le lavorazioni in aree predeterminate provviste di adeguatisegnali di avvertimento e di sicurezza, compresi i segnali “vietato

fumare “

Page 232: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

sostituzione dell’agente con altro agente che, nellecondizioni in cui viene utilizzato non è nocivo o lo è meno;

impiego di un agente in un sistema chiuso, setecnicamente non è possibile sostituire l’agentecancerogeno o mutageno;

se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamentepossibile il DL deve provvedere affinchè il livello diesposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore

tecnicamente possibile

Misure tecniche ed organizzative

Page 233: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

PROPAGAZIONE DEGLI INQUINANTI – PROTEZIONE

COLLETTIVA

L’ambiente di lavoro deve essere dotato di :

un adeguato sistema di ventilazione generale;

di un sistema di aspirazione localizzata nel caso in cui nonsia possibile impedire l’emissione nel luogo di lavoro diagenti cancerogeni e mutageni e localizzata il più vicinopossibile al punto di emissione

R 45

R 49

R 46

Misure tecniche ed organizzative

Page 234: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Gli interventi sul lavoratori vengono attuati con i Dispositivi diProtezione Individuali che devono essere correttamenteindossati ed utilizzati

Per la protezione delle vie respiratorie ( APVR isolanti e a filtro ) :considerando il FPO ( fattore di protezione operativo =concentrazione in aria/limite di riferimento ), da usare quandovenga raggiunto il 50% del TLV per sostanze o miscele

Facciali

filtranti

FFP1

FFP2

FFP3

Facciale completoFiltri

Semimaschera

Dispositivi di Protezione Individuale

Page 235: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Esposizione ad agenti biologici

Titolo X

D.Lgs. 81/08 e s.m.i

235

Page 236: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Il rischio biologico

È rischio biologico è un rischio “trasversale ” e presente tanto in attività

lavorative in cui “tradizionalmente” è riconosciuta la presenza di agenti biologici

quali allevamenti o macelli, quanto in attività caratterizzate sempre più spesso da

rischi “emergenti” quali gli aeroporti e il trasporto aereo, o attività frutto della

moda degli ultimi anni, come i centri che effettuano piercing e tatuaggi.

A ciò va sicuramente aggiunto anche quel mondo professionale, in crescita

esponenziale negli ultimi anni, che riguarda l’assistenza familiare ad anziani,

disabili e malati.

236

Page 237: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Esposizione ad agenti biologici

Le presenti norme si applica a tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di

esposizione ad agenti biologici.

Per agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente

modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare

infezioni, allergie o intossicazioni.

237

Page 238: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Classificazione degli agenti biologici

Art. 268 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio

di infezione:

• agente biologico del gruppo 1: presenta poche probabilità di causare malattie

in soggetti umani;

• agente biologico del gruppo 2: può causare malattie in soggetti umani e

costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella

comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o

terapeutiche;

238

Page 239: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Classificazione degli agenti biologici

Art. 268 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

• agente biologico del gruppo 3: può causare malattie gravi in soggetti umani e

costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi

nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o

terapeutiche;

• agente biologico del gruppo 4: può provocare malattie gravi in soggetti umani

e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio

di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure

profilattiche o terapeutiche.

239

Page 240: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Obblighi del Datore di Lavoro

Art. 271 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Nella valutazione del rischio tiene conto di tutte le informazioni disponibili relativealle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative, ed inparticolare:

a) della classificazione degli agenti biologici che presentano o possonopresentare un pericolo per la salute umana;

b) dell’informazione sulle malattie che possono essere contratte;

c) dei potenziali effetti allergici e tossici;

d) della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è da

porre in correlazione diretta all’attività lavorativa svolta;

e) delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall’autorità sanitaria

competente che possono influire sul rischio

f) del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati.

.

240

Page 241: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Misure di prevenzione

Il datore di lavoro applica i principi di buona prassi microbiologica, ed adotta, inrelazione ai rischi accertati, le misure protettive e preventive, adattandole alleparticolarità delle situazioni lavorative.

In tutte le attività nelle quali la valutazione evidenzia rischi per la salute deilavoratori, il datore di lavoro assicura che:

a) i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguati

b) abbiano in dotazione indumenti protettivi od altri indumenti idonei, dariporre in posti separati dagli abiti civili;

c) i DPI ove non siano mono uso, siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogniutilizzazione

Nelle aree di lavoro in cui c’è rischio di esposizione è vietato assumere cibi ebevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette abocca e applicare cosmetici.

241

Page 242: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Formazione ed informazione

Il datore fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili,informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda:

a) i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati;

b) e precauzioni da prendere per evitare l’esposizione;

c) le misure igieniche da osservare;

d) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi diprotezione individuale ed il loro corretto impiego;

e) le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici del gruppo4;

f) il modo di prevenire il verificarsi di infortuni e le misure da adottare perridurne al minimo le conseguenze.

242

Page 243: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Il rischio biologico in alcuni settori

di attività

Esempi

243

Page 244: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Il rischio biologico negli uffici

FONTI DI PERICOLO BIOLOGICO

• Materiale documentale, arredi, tendaggi, polvere, impianti di climatizzazione

VIE DI ESPOSIZIONE

• Inalazione di bioaerosol

• Contatto con superfici od oggetti contaminati

EFFETTI SULLA SALUTE

• Disturbi alle vie respiratorie, allergie, dermatiti, infezioni, Sick Building Sindrome (SBS),

• Building Related Illness (BRI)

AGENTI BIOLOGICI POTENZIALMENTE PRESENTI

244

Virus Rhinovirus (virus raffreddore)Virus influenzali

Batteri Batteri Gram negativi, Stafilococchi e Legionelle

Funghi Cladosporium spp., Penicillium spp., Alternaria alternata, Fusarium spp., Aspergillus spp.

Allergeni Allergeni indoor della polvere (acari, muffe, blatte, animali domestici)

Page 245: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Il rischio biologico negli uffici

PREVENZIONE E PROTEZIONE

• Formazione e sensibilizzazione sulle corrette prassi igieniche

• Adeguate procedure di pulizia degli ambienti, riduzione polvere

• Microclima confortevole (ventilazione, idoneo numero di ricambi d’aria)

• Adeguata manutenzione degli impianti aeraulici e idrici

• Monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria, delle superfici edella polvere

245

Page 246: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

246

Il rischio biologico lavori all’ APERTO

Il rischio biologico può provocare, se non si adottano semplici misure preventive, la comparsa di malattie infettive anche gravi e letali (tetano, leptospirosi ecc.. ). E’ causato da esseri visti solo con il microscopio e che, pertanto, vengono chiamati microrganismi. Altra causa di contagio sono organismi più grandi, visibili ad occhio nudo come alcuni vermi. Può inoltre essere veicolato da roditori (topi, nutrie),rettili ed uccelli.

Page 247: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

247

Il rischio biologico

Nel lavoro agro-zootecnico, se non si rispettano alcune semplici misure, un rischio biologico (cioè una malattia infettiva) può derivare da:

– Suolo, fieno contaminati.

– Animali domestici e selvatici (nutrie, cani, gatti,piccioni).

– Bestiame.

– Acqua, sia quellautilizzata per bere e perlavarsi che quella usata per l’irrigazione dei campi.

Page 248: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

248

Il rischio biologico

Misure generali di protezione:

– Indossare idonei abiti protettivi e stivali resistenti; alcune malattie si trasmettono con piccole ferite e abrasioni durante il lavoro nei campi.

– Bere solo acqua potabile; alcune malattie si trasmettono per contaminazione dell’acqua, spesso infatti, l’acqua dei pozzi è contaminata da agenti patogeni.

Page 249: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

249

Il rischio biologico

– In caso di ferite lavare immediatamente la parte con acqua potabile corrente e disinfettare con acqua ossigenata.

– Applicare una medicazione impermeabile prima di riprendere il lavoro.

– Lavarsi accuratamente le mani prima di mangiare, bere o fumare.

Page 250: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

250

Il rischio biologico

– La respirazione di polveri provenienti dall’attività agricola può essere pericolosa per la salute.

– Per ridurre questo rischio è necessario proteggere adeguatamente le vie respiratorie e ridurre, se possibile, la formazione di polveri.

Page 251: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Per la protezione degli occhi e del viso ( norma armonizzataUNI 10912 ): occhiali, visiera

Per la protezione del corpo in relazione all’attività dasvolgere : tuta in tyvek, tuta per la protezione da agentichimici

Dispositivi di Protezione Individuale

Page 252: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

DPIDispositivi di Protezione Individuale

(Titolo III – Capo II)

252

Page 253: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Definizioni

Art. 74 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

DPI = Dispositivo di protezione individuale

Qualsiasi attrezzatura, complemento o accessorio destinati ad essere

indossati e tenuti dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più

rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro

253

Page 254: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Rumore

Meccanici:

•cadute

•urti

•colpi,impatti

•compressioni

•perforazioni

•tagli

•abrasioni

•vibrazioni

•scivolamenti

Termici

•Calore, fiamme

•freddo

Elettrici

Radiazioni

•Non ionizzanti

•ionizzanti

Aerosol

•Polveri

•Fumi

•nebbia

Gas, Vapori

Liquidi

•Immersioni

•Schizzi, proiezioni

RISCHI BIOLOGICI

•Batteri Patogeni

•Virus Patogeni

•Funghi responsabili di

micosi

•Antigeni biologici non

microbi

Modalità di valutazione del ricorso all’uso di dpiParti del corpo esposte a rischi

Page 255: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Confort

Requisiti prestazionali

DPI

Requisiti economici

Requisiti di sicurezzaRequisiti informativi

• Leggerezza

• Andamento alla morfologia

• Dimensioni limitate

• Trasportabilità

• Confort termico

• Notizie sulle protezioni fornite

• Limiti d’uso

• Tempo utile prima della scadenza

• Istruzioni per uso, manutenzione, pulizia, ecc…

• Efficienza protettiva

• Durata della protezione (potenziale)

• Data di scadenza NON superata

• Innocuità

• Assenza di rischi causati dallo stesso DPI

• Solidità

• Costo unitario

• Prevedibile durata ed efficienza

• Disagio ridotto

• Limitazione effetti di impedimento

• Funzionalità pratica

• Compatibilità con altri DPI

Requisiti essenziali di salute e sicurezza dei dpi

Page 256: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Le categorie di DPI

256

CATEGORIA 1 : semplici prodotti contro danni

reversibili

CATEGORIA 2 : tutti quelli che non rientrano

nella categoria 1 e 3

CATEGORIA 3 : prodotti complessi contro rischi di morte o lesioni gravi

e permanenti

Page 257: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

La marcatura CE deve essere:

• in posizione tale da essere facilmente individuabile dall’utilizzatore;

• chiaramente leggibile;

• indelebile.

Oltre alla marcatura CE su ogni dispositivo deve essere presente:• nome, marchio o altro elemento di identificazione del fabbricante;• riferimento al modello di Dpi (nome commerciale, codice, ecc.);• qualsiasi riferimento opportuno per l’individuazione delle caratteristiche del Dpi (taglia, prestazioni, pittogramma, ecc.).

Marcatura CE

Page 258: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Marcatura CE

Page 259: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Infine, ogni Dpi deve essere accompagnato da una nota informativa (“istruzioni perl’uso”), redatta in italiano, che contiene oltre al nome e all’indirizzo del fabbricanteo del suo mandatario nella Comunità, ogni informazione utile concernente:

• le istruzioni di deposito, di impiego, di pulizia, di manutenzione, di revisione e didisinfezione;• le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classidi protezione dei Dpi;• gli accessori utilizzabili con i Dpi e le caratteristiche dei pezzi di ricambioappropriati;• le classi di protezione adeguate a diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti diutilizzazione;• la data o il termine di scadenza dei Dpi o di alcuni dei loro componenti; il tipo diimballaggio appropriato per il trasporto dei Dpi;• il significato della marcatura, se questa esiste;• i riferimenti delle direttive applicate;• nome, indirizzo, numero di identificazione degli organismi notificati cheintervengono nella fase di certificazione dei Dpi

Marcatura CE

Page 260: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Obblighi dei lavoratori

Art. 78 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1. Sottoporsi al programma formativo e all’addestramento organizzato dalDL

2. Utilizzare i DPI messi a loro disposizione conformemente all’informazione,alla formazione ed all’addestramento ricevuto

3. Utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a lorodisposizione (Art. 20, com.2, lett. d)

4. Provvedere alla cura dei DPI messi a loro disposizione;

5. Non apportavi modifiche di propria iniziativa.

6. Seguire le procedure aziendali per la riconsegna dei DPI.

7. Segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al prepostoqualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a lorodisposizione.

260

Page 261: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Calzature resistenti edadatte anche contro pericolidi ustioni, di causticazioni,di punture o dischiacciamento.

Nel caso di lavori edili, dicarpenteria, in sotterraneo, sirichiede anche l’interposizione diuna soletta antiperforazione.

Scarpe antisdrucciolo perlavori su impalcature, tetti esimili.

Buone caratteristiche

dielettriche (calzaturecon suole in gomma perelettricisti).

Protezione degli arti inferiori

Page 262: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Calzature di sicurezza

262

Page 263: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

RISCHI: urto e conseguenti ferite al capo e più in generale dicaduta di materiale dall’alto, durante ad esempio:

•montaggio di opere provvisionali o lavorazioni inambienti angusti, che sottopongono alrischio di urti e contusioni del capo.

•postazioni al di sotto di lavorazioni in quota (es.caduta attrezzi) o di apparecchi di sollevamento(es. caduta carichi).

Protezione del capo - Elmetto

Page 264: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 264

Elmetto UNI EN 397

PRINCIPALI ELEMENTI COSTITUTIVI:

� CALOTTA

� BARDATURA

� FASCIA

� SOTTONUCA

� FASCIA ANTISUDORE

� SOTTOGOLA

Page 265: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

265

Elmetto UNI EN 397

REQUISITI

� FISICI (es. materiali, costruzione, distanze, ecc.);

� PRESTAZIONE:Obbligatori:

- assorbimento agli urti;

- resistenza alla penetrazione;

- resistenza alla fiamma;

- ecc.;

Facoltativi:

- temperatura molto bassa (-20 °C o – 30 °C);

- temperatura molto alta (+ 150 °C);

- proprietà elettriche (fino a 440 V c.a.);

- ecc.;

Page 266: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 266

Elmetto

Modalità di conservazione

– Dopo l’utilizzo conservare in luogo pulito al riparo dai

raggi solari.

– Pulire con un detergente neutro diluito in acqua fredda.

– Non usare mai gasolio, benzina, cherosene diluente o altri solventi.

Page 267: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 267

I casi in cui debbono essere usati i dispositivi di protezione degli occhi ingenere sono:

- rischi meccanici;

- rischi ottici;

- rischi chimici.

Tipi di rischio:

– proiezioni di piccoli oggetti, schegge, trucioli, durante le operazioni disaldatura, molatura, tranciatura;

– proiezioni di prodotti chimici durante la manipolazione di acidi,detergenti, oli, solventi etc;

– proiezione di materiale fuso per lavori in prossimità di masseincandescenti;

– esposizione a calore radiante ed a radiazioni luminose;

– etc.

Protezioni oculari

Page 268: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 268

I principali dispositivi di protezione degli occhi sono:

- occhiali a stanghetta con o senza protezione laterale;

- occhiale a mascherina ad elastico;

- visiere a casco;

- schermi a mano;

- maschere a casco.

Per quanto riguarda l’idoneità al lavoro da svolgere, in generale è possibile suddividere nelle seguenti operazioni:

Occhiali di protezione

segue

Page 269: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 269

Occhiali di protezioneUNI EN 166 (parti principali)

Numero di scala (solo i filtri)Saldatura e/o taglio ossiacetilenicoLenti con livello di protezione da 1,7 a 8.

Saldatura e/o taglio ad arco elettricoSchermi a mano o maschere a casco con livello di prot. da 9 a 14.

Identificazione del fabbricante

Classe ottica (ad eccezione di schermi di copertura) 1, 2, 3

Resistenza meccanica (dove applicabile) Nessuno, S, F, B, A,

Resistenza arco elettrico da corto-circuito (dove applicabile) 8

Page 270: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 270

Non aderenza del metallo fuso e resistenza allapenetrazione di solidi caldi (dove applicabile) 9

Resistenza al danneggiamento di superficie causato daparticelle fini (dove applicabile) K

Resistenza all'appannamento (dove applicabile) N

Riflettanza incrementata (dove applicabile) R

Oculare originale o sostitutivo (facoltativo) O,

Resistenza alle particelle ad alta velocità a temperatureestreme (dove applicabile) T

Occhiali di protezioneUNI EN 166 (parti principali)

Page 271: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 271

Protezione contro rischi meccaniciOcchiale a stanghetta o a mascherina con lentiincolori di sicurezza.

Protezione contro polvere/liquidiOcchiale a mascherina con lente incolore, con un sistema di aerazione tale da non permettere la penetrazione nella zona degli occhi di polvere e/oliquidi.

Altri dispositivi di protezione:Visiere di protezione;

Visiere in rete metallica (UNI EN 1731/97)

Occhiali di protezione(esempi)

Page 272: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 272

REQUISITI GENERALI

� Innocuità;

� Progettazione;

� Comfort.

INVECCHIAMENTO

TAGLIE

Vestiario

Page 273: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 273

Vestiario Requisiti generali e

metodi di prova UNI EN 340 (parti principali)

MARCATURA con (ad esempio):a) nome o marchio di identificazione del fabbricante;b) designazione del prodotto;c) numero della taglia;d) numero della norma europea;e) pittogramma/i e se necessario livelli di prestazione;f) etichettatura di manutenzione;g) avvertimento “Non riutilizzare per i DPI monouso”.

INFORMAZIONI FORNITE DAL FABBRICANTE

Page 274: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 274

Vestiario Requisiti generali e

metodi di prova UNI EN 340 (parti principali)

Protezione contro pericoli da microrganismi

Protezione contro il calore e il fuoco

Protezione contro parti in movimento

Protezione contro l'elettricità statica

Protezione contro seghe a catena

Page 275: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

Dispositivi di protezione individuale v0.1 275

Vestiario Requisiti generali e

metodi di prova UNI EN 340 (parti principali)

Indumento di protezione ad alta visibilità

Protezione contro contaminazione rad. sotto forma di particelle

Protezione contro prodotti chimici

Protezione contro intemperie

Protezione contro il freddo

Protezione contro tagli e ferite da lama

Page 276: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o disomministrazione

CAMPO DI APPLICAZIONE:

in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture ad impreseappaltatrici o a lavoratori autonomi all'interno della propriaazienda, …. , nonché nell'ambito dell'intero ciclo produttivodell'azienda.

Page 277: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

AppaltiAppalti

Prestazione di LavoroPrestazione di LavoroConsegna materialiConsegna materiali

Ha implicazionidi sicurezza?

Ha implicazionidi sicurezza?

È un lavoroedile?

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

SI NO NO SI

Page 278: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09

È un lavoroedile?

Allegato X - Elenco dei lavori edili o di ingegneria civile di cui all'articolo 89 comma 1, lettera a)

I lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione,conservazione, ristrutturazione, N, di opere fisse, permanenti o

temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in legno oin altri materiali, comprese le parti strutturali delle linee elettriche ele parti strutturali degli impianti elettrici, le opere stradali,ferroviarie, N. solo per la parte che comporta lavori edili o diingegneria civile, le opere di bonifica, di sistemazione forestale e disterro.NN.gli scavi, ed il montaggio e lo smontaggio di elementiprefabbricati utilizzati per la realizzazione di lavori edili o diingegneria civile.

Page 279: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

AppaltiAppalti

Prestazione di LavoroPrestazione di LavoroConsegna materialiConsegna materiali

Ha implicazionidi sicurezza?

Ha implicazionidi sicurezza?

È un lavoroedile?

È un lavoroedile?

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

SI NO NO SI

Page 280: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 – Titolo IV

Il processo prevenzionale finalizzato alla programmazione della sicurezza diventa così il frutto della collaborazione e della cooperazione di più soggetti

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

Coordinatori della sicurezzaCoordinatori della sicurezza

Datori di lavoroDatori di lavoro

ProgettistaProgettista

CommittentiCommittenti

Responsabile lavoriResponsabile lavori

Lavoratori

autonomi

Lavoratori

autonomi

Page 281: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

AppaltiAppalti

Prestazione di LavoroPrestazione di LavoroConsegna materialiConsegna materiali

Ha implicazionidi sicurezza?

Ha implicazionidi sicurezza?

È un lavoroedile?

È un lavoroedile?

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

SI NO NO SI

Page 282: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

D.L. o DelegatoD.L. o Delegato

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

- Definizione Appalto- Definizione Appalto

DUVRIDUVRIInterferenze?

Ci Sono Interferenze?

SI

NO

Il DUVRI non si applica ai servizi di natura intellettuale, alle mere forniture di materiali o attrezzature, nonché ai lavori o servizi la cui durata non sia superiore ai due giorni, sempre che essi non comportino rischi derivanti dalla presenza di agenti cancerogeni, biologici, atmosfere esplosive o dalla presenza dei rischi particolari di cui all'allegato XI. BandoBando

Page 283: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

D.L. o DelegatoD.L. o Delegato

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

- Definizione Appalto- Definizione Appalto

DUVRIDUVRI Ci Sono Interferenze?

Ci Sono Interferenze?

SI

NOContrattoContratto

Fornire Informazioni suiRischi specifici dell’ambiente di lavoro

Fornire Informazioni suiRischi specifici dell’ambiente di lavoro

Cooperarzione e Coordinamento

Page 284: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

INIZIO LAVORI opere o serviziINIZIO LAVORI opere o servizi

Page 285: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

I lavoratori di aziende che svolgono attività in regime di appaltoo subappalto, devono esporre apposita tessera di

riconoscimento, corredata di fotografia, contenente legeneralità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.Tale obbligo grava anche in capo ai lavoratori autonomi cheesercitano direttamente la propria attività nel medesimo luogodi lavoro, i quali sono tenuti a provvedervi per proprio conto.

Page 286: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI

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