ELENA MARESCOTTIEDUCAZIONE DEGLI ADULTI. IDENTITÀ E
SFIDE
IntroduzioneNon è dallo studio dell’identità adulta (filosofia, psicologia, sociologia) che nasce l’educazione degli adulti; è dall’educazione, che tende necessariamente a un modello, che nasce la nuova identità
Dato per scontato che l’educazione è per tutta la vita, occorre averne una visione chiara e strutturata
IntroduzioneNon sono funzionali le distinzioni tra pedagogia, andragogia e geragogia; né lo è l’espressione “Educazione degli adulti”
Meglio parlare della Scienza dell’educazione
Nella società della conoscenza occorre una prescrittività logica, intersoggettiva e non ideologica
IntroduzioneQualità della scuola, lavoro e tempo libero
Inclusione dei diversamente abili
Multicultura-intercultura
Ecologia
Comunicazione multimediale
I. I fondamenti epistemologici1La sistemazione teorica dell’educazione degli adulti è un vecchio irrisolto problema e un necessario intralcio
Proliferano, infatti, appropriazioni ed estensioni indebite del termine ad iniziative spinte da ragioni economiche o di genere non formativo
Ricondurre l’EdA alla scienza dell’educazione non significa privarla delle sue specificità
La Scienza dell’educazione è per sua natura inclusiva
I. I fondamenti epistemologici2Lo sforzo per costruire la Scienza dell’Educazione parte dalla lunga riflessione finora condotta e affronta anche temi etici
La scienza integra logos e pathos, altrimenti l’educazione vi sfuggirebbe
Quale scienza? Un percorso rigoroso ma anche circostanziato
Dalla pedagogia alla Scienza dell’EducazioneSapere unitario sull’educazione; legato alla filosofia
• Pedagogia
Saperi frammentati sull’educazione, legati alle scienze umane
• Scienze dell’Educazione
I fondamenti epistemologici2
La riflessione educativa necessita di un contesto unitario, dove l’apprendimento non è tutto
Nozione fondamentale: Pedagogia del corso di vita
L’educazione degli adulti si colloca nell’alveo teorico dell’educazione permanente
I fondamenti epistemologici3
Tre prospettive dell’educazione permanente:
- Mario Mencarelli, cattolico
- Anna Lorenzetto, laica
- Filippo De Sanctis, marxista
Per i tre pedagogisti l’ideologia ha una funzione importante ma non sufficiente
I fondamenti epistemologici3
Mencarelli:
•tutta l’educazione è permanente, quindi l’educazione degli adulti non può esaurirsi in un’attività di recupero•Fondamento dell’educazione è la persona; pertanto il tema pedagogico è irriducibile alla scienza
Lorenzetto•fondamenti ideologici e partigiani; •L’attività dell’UNESCO è al centro dell’attenzione, anche con le sue ambiguità•La visione, importante, di Lorenzetto, non è però pienamente legittima e intersoggettiva•Educazione permanente utopia politica, non scientifica
De Sanctis:
•finora l’educazione che si è detta permanente è stata strumento di potere e privilegi•Nemmeno qui si perviene a una scienza che abbia un controllo concettuale•Occorre un controllo da parte di un soggetto politico collettivo su ogni forma di estensione dell’educazione
I fondamenti epistemologici4
Sia l’educazione permanente sia l’apprendimento permanente, nei tre autori, permangono a un livello di riflessione ideologica
Un nodo fondamentale è: definire il rapporto tra educazione e formazione
In ambito adulto si preferisce il termine formazione per una sua presunta asetticità; ma essa è contenuta nell’educazione
In ambito adulto
Educazione (valori;
obiettivi)
Formazione (asetticità; percorsi)
I fondamenti epistemologici4
Separare educazione e formazione rende impossibile la scienza e l’educazione permanente
Significa separare i percorsi (formazione) dalle finalità (educazione), a detrimento della crescita della persona
Convogliare l’approccio ideologico in quello scientifico: educazione permanente non solo come resistenza ma come proposizione
I fondamenti epistemologici4
La funzione è innanzitutto di porre il soggetto a capo dei processi trasformativi che lo riguardano
Divenire umanità oltre che esseri umani
Il soggetto1
L’espressione “educazione degli adulti” è ossimorica
Adulto è sia ciò che siamo, sia ciò che dobbiamo divenire
La compiutezza avviene solo con la fine, prima di essa siamo coinvolti nelle tre dimensioni educative del passato, presente, futuro
Il soggetto1
L’adultità si pone, comunque, alla fine di un periodo di crescita per eccellenza (infanzia e adolescenza)
In un’ottica di scienza dell’educazione e di educazione permanente l’individuo è perennemente adolescente
Scienza dell’educazione e educabilità per tutta la vita si legittimano a vicenda
Un chiaro elemento di adultità sta nell’essere consapevole di non poter sfuggire all’autoeducazione e all’educazione degli altri
Il soggetto2
Nella storia dell’educazione c’è stata una continua tensione a identificare gli adulti come discenti
Criterio di ricerca: diacronico, concentrato sulla letteratura generalista enciclopedica
Il Soggetto2
Primi del Novecento:
•l’adultità si rintraccia nell’Autodidattica (Credaro, Martinazzoli)•L’idea della suscettibilità educativa è alla voce educando (Vidari) e implica una giovinezza intellettuale a prescindere dall’età anagrafica•Autoeducazione: è un obiettivo, mai pienamente raggiungibile, tipico dell’età adulta (Formiggini Santamaria)
Il Soggetto2
Dal secondo Dopoguerra al Sessantotto:
•Mentre a livello internazionale emerge il problema dell’analfabetismo, la letteratura pedagogica affronta il tema dell’adultità come demarcazione formale, cronologica (educazione come blando accompagnamento)•Adultità come stadialità biopsichica•L’adultità, tuttavia, non coincide con la maturità e l’Educazione degli Adulti non coincide con mere attività compensatorie
Il Soggetto2
Anni Settanta:
•Al centro della definizione di educazione degli adulti vi è il nesso educazione/politica (nascono le 150 ore)•L’educazione permanente con Paul Lengrand diviene idea-guida•Emerge l’ideale dell’educazione totale e della coincidenza tra agente e soggetto dell’educazione
Anni Ottanta•Piano teorico: passaggio dalla pedagogia alle scienze dell’educazione•Piano empirico: sistemi di formazione degli adulti•A livello enciclopedico scompare l’idea univoca di adulto ed emerge l’identificazione adultità/maturità: questa rappresenta la disponibilità alla formazione/autoformazione
Il Soggetto2
Anni Novanta
•Comparsa del lemma adulto nei dizionari pedagogici: la riflessione specialistica ha fatto breccia in quella generalista•Adulto e adultità come concetti problematici e condizioni culturali e non naturali soggette ad educazione ed apprendimento
Il Soggetto2
Dagli Anni 2000 ad oggi
•I concetti di adultità e adulto costituiscono una mappa variegata che influisce sugli altri concetti d’educazione, compresa la scuola•- Continuità educativa•- Trasformazione•- Società educante•Adultità contrassegnata da•- Intenzionalità•- Responsabilità•In sintesi si tratta di un adulto in estensione e in profondità
Il soggetto3
•negli anni Trenta compaiono riferimenti espliciti all’educazione degli adulti
Spagna
•negli anni Settanta compaiono riferimenti espliciti all’adultitàFrancia
•si sottolineano le nuove esigenze della società post-industriale
Altri Paesi dell’Occidente
Il soggetto3
•Permane una grande differenza tra aggiornamento professionale e formazione disinteressata ma non si approfondisce la nozione di adulto
Ambito anglosass
one
•Altrettanto riduttivi, anche rispetto al concetto di educazione permanente, appaiono i dizionari tedeschi
Germania
Il Soggetto3
L’adulto vive l’utopia fondamentale (ou-topia e eu-topia) di essere adulto
D’altra parte egli è già formato e variamente intrecciato con il suo mondo circostante; ma può, in ogni momento, recuperare un’intenzionalità educativa e rileggere la propria vicenda
L’educazione comprende passato e trasformazione, in una logica di inclusione ma non di ripetizione
Il soggetto3
La Scienza dell’Educazione deve occuparsi di fattualità e di idealità, pena il suo fallimento
• Autonomia• Consapevolezza• Intenzionalità• Responsabilità• Maturità
Riconsidera, quindi, l’immaturità come conditio sine qua non e non come infantilismo
Il Soggetto4
Il soggetto oggi vive dimensioni di precarietà e incertezza (Bauman)
È alla stregua di “neurone della Terra” (simbiosi tra biosfera e tecnologia)
L’educazione deve mantenere lo scarto, lo spazio d’intervento, tra il determinato e il pre-determinato
Le sfideLa scuola
Si tratta del punto cruciale nel continuum dell’educazione permanente
Spesso essa abbandona precocemente l’idea di coniugare istruzione e educazione
Ruolo centrale degli insegnanti, non sostenuto da una politica che rema dalla parte opposta
Nuovi analfabetismi: Oltre al dato dell’illitterazione (620.000 adulti) vi sono analfabetismi strumentali e livelli molto bassi di alfabetizzazione
Le sfideLa scuola
Mancanza di continuità scuola/oltrescuola
Professionalizzazione precoce (distorsione del concetto di lifelong learning)
L’obbligo formativo dovrebbe configurarsi come obbligo scolastico (necessità di solide competenze culturali)
Alfabetismo come metafora dell’esplicazione della potenzialità umana; cittadinanza attiva a partire dalla scuola
Le sfideProfessionalità
La formazione professionale ha spesso eroso lo spazio e il significato della complessiva educazione degli adulti
Il passaggio da lifelong learning a lifelong education necessita di uno sguardo più ampio e universale
Non vi può essere educazione in lavori non connotati eticamente, dove il rapporto fruizione/produzione è sfasato
Le sfideProfessionalità
Si ripropone la continuità diacronica (scuola) e sincronica (tempo libero) del lavoro
• Fare come conoscenza• Sviluppo del pensiero divergente• Creatività
Aggiornamento professionale: non accumulo di nozioni ma ristrutturazione concettuale
Prevale invece l’utilitarismo, il Beruf (professione) invece che la Bildung (formazione)
Le sfideProfessionalità
Formazione nel lavoro e non solo al lavoro
Educatività del lavoro da attribuire a priori e non solo a posteriori
Non c’è vera formazione nel lavoro se manca l’etica della professionalità, quindi nei lavori alienanti, sfruttanti e ripetitivi
Le sfideTempo libero
È il tempo “liberato” dal lavoro, che può essere definito solo in negativo?
Esso esiste solo in quanto vissuto in attività gratificanti e non come mero spazio temporale
La moderna società industriale fa sì che non sia quasi più isolabile un tempo libero
Per l’educazione permanente esso è tempo educativo
Le sfideTempo libero
Occorre un’educazione al tempo libero e una percezione pedagogica dello stesso; esso sussiste quando soddisfa determinati criteri di effettiva libertà
Irrinunciabilità del tempo libero;
Occasione di partecipazione alla comunità
Valorizzazione del pensionamento e non liberazione definitiva dal lavoro
Le sfideTempo liberoCommercializzazione del tempo libero: riempie e svuota al contempo e agisce da “distrattore” civile
Essa è legata a una cattiva qualità del tempo di lavoro
“Fuga” e orientamento ludico del tempo libero, che accresce l’individuo dal punto di vista formativo
Separazione e ricongiunzione di tempo libero e lavoro
Le sfideTempo libero
Cura, impegno e tempo per sé
Saper fruire e saper richiedere
Ricongiunzione di otium e negotium: ideale dell’educazione permanente
Le sfideDisabilità
È propria della Scienza la tensione a includere, all’universalità e comprensività
Spinta verso una migliore qualità della vita
Se la nostra idea di adultità si attesta sulla “normalità” siamo incapaci di comprendere la disabilità (specie quella intellettiva)
La cultura della diversabilità: immaginare ciò che non c’è ancora ma potrebbe esserci
Le sfideDisabilità
Molti atteggiamenti ledono i diritti della persona disabile e ne impediscono l’approdo al ruolo adulto
La Convenzione (2006) afferma criteri di autonomia e indipendenza sulla base del principio niente su di noi senza di noi
Il tema della disabilità riguarda i fondamenti di giustizia della società (Nussbaum); si tratta di implementare tutte le capacità
Le sfideDisabilità
È la legge 104/1992 a normare il diritto al lavoro della persona disabile; il concetto viene poi ripreso nel “collocamento mirato” (1999)
• Centralità• Controllo• Continuità
Lavoro come autorealizzazione sociale e individuale
Il lavoro per il disabile non deve però nemmeno essere un ripiego sociale
Le sfideDisabilità
Permanere del tabù della sessualità, sia riguardo ai deficit intellettivi sia riguardo a quelli fisici
Alla persona disabile si ascrivono infantilismo e assenza di desideri sessuali; oppure, al contrario, morbosità
Cultura della sessualità, che guardi ad essa non come a un accessorio, ma a una fondamentale dimensione adulta
Sessualità e relazione
“I giochi non sono ancora fatti”: permanenza e universalità dell’educazione, non pietismo
Le sfideSenilità1973: nasce in ambito medico/antropologico la “geragogia”, senza acquisire, però, sin da subito, connotazioni pedagogiche
• Conoscere• Prepararsi• Ritardare• Vivere bene
Anzianità come punto elevato dell’esistenza umana
Confusione sul ruolo della geragogia e dell’operatore a essa legato
Elementi geragogici
Le sfideSenilità
Concezione della suscettibilità educativa dell’anziano; riprogettazione esistenziale
Tendenza alla riduttività operativa, mancanza dell’educativo; emarginazione degli anziani
Da un lato si taccia di giovanilismo ogni interesse vivo dell’anziano; oppure, al contrario, si vede la vecchiaia come “da inventare”
Permangono idee legate al declino e improduttività
Le sfideSenilità
Affermare una “cultura dell’anziano”, che miri a riproporre un’intenzionalità educativa in tarda età
Abbandonare la tipica oscillazione in riferimento all’anzianità e mirare a “nuove abilità”
Non è l’esperienza in sé a essere educativa, quanto il contesto in cui è collocata
Contrastare forzate inattività e disumanizzazione
Contrapporre al prevalere del disengagement, il prevalere della valorizzazione del potere e sapere essere vecchi
ConclusioniRiflessione sull’adultità pienamente collocata in un ambito di Scienza
Identità da inventare (Bauman) in base a modelli di relativa compiutezza
L’adulto sa e vuole darsi una forma
È consapevole della scarto tra ideale e reale
Le qualità di autonomia, criticità e flessibilità del pensiero sono richieste dal sistema, ma possono mirare anche al suo cambiamento
ConclusioniQuando la formazione è disgiunta dall’educazione non possiede tale carica innovativa; essa è al massimo grado nell’autoeducazione
Quando l’autoeducazione è presente, tutto diviene, in modo più o meno strutturato,educativo
Resistenza a ciò che viene etichettato EdA, ma non è
Non rimuovere la dimensione politico-economica; ma viverla in modo non subordinato
Buono, bello e giusto, nella permanenza dell’educazione