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All'Ill.mo Procuratore della Repubblica Tribunale di Bolzano

Oggetto: ESPOSTO relativo alla valutazione di impatto ambientale del progetto di

costruzione di un impianto per l’incenerimento dei rifiuti a Bolzano.

I sottoscritti Maria Teresa Fortini nata a Bolzano il 12/02/1961 residente a Bolzano in viale

Venezia 41 (presidente associazione Ambiente e Salute), Paola Dispoto nata a Bari il 05/06/1968

residente a Bolzano in viale Europa 65 (Associazione Ambiente e Salute), Alessandro Cosi nato a

Vienna il 04/07/1963 residente a Laives (BZ) in via Thaler 19 (Associazione Ambiente e Salute),

Argante Brancalion nato a Fratta Polesine (RO) il 24/05/1952 residente a Bolzano Piazza delle

Erbe 44/A (Associazione Ambiente e Salute), Roman Zanon nato a Merano il 15/04/1947

residente a Prà delle Suore 3/B (Bressanone) (presidente Dachverband für Natur- und

Umweltschutz), Andreas Riedl nato a Merano il 01/06/1979 residente a Merano via Karl Wolf 28

(direttore Dachverband für Natur- und Umweltschutz), Pierluigi Gaianigo nato a Vicenza il

18/10/1975 residente a Bolzano via Defregger 2F (medico, referente WWF), Claudio Vedovelli

nato a Bolzano il 28/11/1955 residente a Bolzano in viale Venezia 41(medico referente ISDE

Italia ), Claudio Campedelli nato a Bolzano il 23/03/1964 residente a Bolzano via del Parco 36,

Andrea Terrigno nato a Bolzano il 2004/1974 residente a Bolzano in viale Europa 124

(presidente Umweltgruppe Bozen), tutti selettivamente domiciliati agli effetti della presente

procedura a Bolzano, viale Venezia 41 presso l'associazione Ambiente e Salute, in qualità di

cittadini direttamente interessati e di associazioni/enti sensibili alla tutela della salute delle persone

e del territorio, in relazione alla costruzione dell'impianto di incenerimento dei rifiuti previsto a

Bolzano in sostituzione dell’attuale, in via Lungo Isarco Sinistro 57, espongono quanto segue alla

S.V. Ill.ma.

Premessa in fattoSi presentano innanzitutto alcuni elementi di informazione relativi: A) al processo decisionale e

amministrativo che ha portato la Provincia di Bolzano alla scelta di costruire un nuovo impianto di

incenerimento dei rifiuti urbani nella città di Bolzano; B) al contesto geografico e insediativo su cui

insiste il progetto di costruzione dell'inceneritore.

A. Processo decisionale e amministrativo

Stanno iniziando in queste settimane i lavori accessori e preparativi alla costruzione di un impianto

di incenerimento dei rifiuti urbani nella provincia di Bolzano. I lavori sono stati appaltati, dalla

Provincia Autonoma, al terzo tentativo di gara, ad una Associazione Temporanea d’Impresa guidata

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dalla ditta Atzwanger Spa, unico concorrente ad essersi presentato, che ha inglobato tutte le ditte

concorrenti nelle precedenti gare.

Nelle dichiarazioni degli amministratori provinciali, l’impianto dovrebbe essere ultimato per la fine

del 2010.

Il nuovo impianto di incenerimento andrebbe a sostituire l’inceneritore attualmente in funzione, sito

nel comune di Bolzano, in via lungo Isarco Sinistro 57, a circa 5 km da piazza Walther (ma solo a

1,5 km dalla nuova zona di espansione residenziale di Casanova E 2,5 km dal nuovo quartiere di

Firmian).

Il vecchio impianto di incenerimento dei rifiuti che la Provincia intenderebbe sostituire con quello

in oggetto della VIA di cui al presente esposto, è in attività dal 1988 ed ha funzionato su una linea

(forno) sino al 1994, quando è stata attivata una seconda linea che lo ha portato alla capacità attuale

di 94.000 tn/anno. Nel 2001 la prima linea è stata oggetto di un adeguamento funzionale al fine di

allungare la vita dell’impianto stesso, stimata sino a circa il 2009.

Il nuovo impianto di incenerimento, che dovrebbe sostituire l’attuale in dismissione, è previsto dal

“Piano Gestione Rifiuti 2000” (da ora in poi PGR), redatto nel 1993, aggiornato una prima volta nel

1999 – quando ancora si pensava a due impianti di incenerimento, uno a Bolzano e uno in Val

Pusteria,- e una seconda volta nel 2005.

L'iter finalizzato all'elaborazione ed approvazione del PGR ha preso avvio con la delibera n° 6801

dell’8 novembre 1993 con cui la giunta provinciale ha approvato la prima versione del PGR nel 2

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quale viene previsto il passaggio dal solo conferimento in discarica al recupero e pretrattamento

(incenerimento) dei rifiuti.

La giunta provinciale ha poi approvato il primo aggiornamento al PGR con delibera n°285 del

1.2.1999, nel quale si definiscono le misure per il pretrattamento dei rifiuti, tramite due impianti di

incenerimento, uno nella conca di Bolzano e uno in Val Pusteria, in previsione di un continuo

incremento dei rifiuti urbani prodotti in provincia, la cui quantità non sarebbe smaltibile solo in

discarica.

Con la DGP n° 3387 del 29.9.2003 si stabilisce che l’inceneritore da costruire sarà unico per tutta

la provincia.

Il 18 luglio 2005 la Provincia di Bolzano, nell'esercizio delle sue competenze, ha siglato la delibera

n°2593 “Approvazione del 2° aggiornamento del «Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti 2000»

capitolo 5,7 e 9” con la quale ha confermato la realizzazione di un nuovo impianto di

incenerimento. Il nuovo inceneritore sostituirà il vecchio in dismissione, e aumenterà la capacità di

smaltimento, dalle attuali 94.000 tonnellate a 130.000 tn annue, per far fronte alle ipotizzate

esigenze di smaltimento di tutta la provincia, così come deliberato nel settembre 2003.

Come previsto dalle normative vigenti, per il progetto di costruzione dell’impianto di incenerimento

è richiesta per parte dell’Ufficio impianti smaltimento rifiuti della provincia di Bolzano,

committente del progetto, una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La normativa di

riferimento europea, nazionale e provinciale dell’epoca è:

·Direttiva Europea 85/337/CEE del 1985 e relativi aggiornamenti sino all'anno 2003,

·D.P.C.M. del 27.12.1988, Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e

la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349,

adottate ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 1988,

n. 377.

·la Legge Provinciale n° 7 del 24.7.1998, “Valutazione di Impatto Ambientale”,

·il Decreto del Presidente della Giunta Provinciale n° 15 del 26 .3.1999, “Regolamento relativo

alla valutazione dell’impatto ambientale”.

In data 20 dicembre 2004 l’associazione temporanea di professionisti MVA BZ cui era stato

assegnato l’incarico, deposita lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) relativo al succitato impianto.

In ottemperanza all’art. 6 della L.P. n°7 del 24 luglio 1998, in data 5 gennaio 2005 con una

comunicazione pubblicata sui due principali quotidiani locali, viene resa visionabile una copia dello

Studio di Impatto ambientale – in una versione quasi completamente in lingua tedesca e quindi di

non facile lettura per per eventuali osservazioni anche da parte della popolazione di madre lingua

italiana- e un riassunto non tecnico anche in lingua italiana. Da questa data decorreranno i 30 giorni

previsti per effettuare osservazioni.

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Contestualmente, in data 4 gennaio 2005 viene consegnata una copia dello SIA al comune di

Bolzano che effettuerà una serie di osservazioni, riportate in allegato (allegato n° 1).

In data 21 febbraio 2005 viene consegnato il parere tecnico scientifico del gruppo di lavoro VIA

dell’APPA (Agenzia Provinciale per l’Ambiente) (allegato n°2).

Con la DGP n° 1071 del 4 aprile 2005 viene approvato il progetto per la costruzione dell’impianto

di incenerimento dei rifiuti, comprensivo dello Studio di Impatto Ambientale (allegato n°3).

La DPG n° 2593 del 18 luglio 2005 rettifica la precedente delibera relativamente all’indicazione

delle quantità limite di inquinanti da rispettare nelle emissioni.

Il progetto esecutivo dell’impianto viene depositato presso l’ufficio VIA della Provincia di Bolzano

in data 1 marzo 2006.

In data 29 marzo 2006 il comitato VIA rilascia parere favorevole n°5/2006 ai sensi dell’art.3,

comma 4, della L.P. n° 7 del 24 luglio 1998, circa il progetto esecutivo dell’impianto di

incenerimento di rifiuti.

Con la DPG n°1465 del 2 maggio 2006, la Provincia approva il progetto esecutivo per la

costruzione dell’impianto di incenerimento di rifiuti.

B. Descrizione del contesto territoriale con le diverse fonti di inquinamento e le caratteristiche degli

insediamenti di popolazione, più alcune caratteristiche ambientali.

a)il contesto territoriale nel quale verrà costruito il nuovo impianto di incenerimento, cioè la

conca di Bolzano, viene così definito all'interno del Piano della qualità dell'aria redatto

dall'Agenzia Provinciale per l'ambiente e approvato in via definitiva con Deliberazione della

Giunta Provinciale n. 1992 del 6 giugno 2005 :

Nome e codice dell’agglomerato: Conca di Bolzano / 402

Qualità dell’aria: Superamento di almeno un limite di legge e quindi ricadente nella

fattispecie prevista dalla lettera a) dell’art. 3 del Regolamento sulla qualità dell’aria.

Dimensioni: L’agglomerato si estende per circa 47 Km² ed ha un limite superiore posto a

circa 250 metri sopra il fondo valle, ovvero a circa 500 metri di altitudine

Caratteristiche orografiche: Agglomerato posto a fondo valle in corrispondenza della

confluenza tra tre importanti corsi d’acqua e dove confluiscono tre valli principali ed alcune

valli secondarie.

Caratteristiche meteo: L’agglomerato è interessato durante i periodi invernali da frequenti

e perduranti fenomeni di inversione termica con scarso ricambio d’aria.

Altre caratteristiche: L’agglomerato è caratterizzato da un’altissima densità abitativa

(2.275,3 ab. /Km²), da una fitta rete viaria e dalla presenza di numerose attività produttive.( PIANO DELLA QUALITA' DELL'ARIA, APPA, parte A , pag.1)

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(Fonte: http://www.provinz.bz.it/guteluft/ambienteSalute/polveri.asp)

La compresenza nella conca di Bolzano di una trafficata arteria autostradale, di una estesa

zona produttiva con impianti industriali (inceneritore compreso) e di uno scalo aeroportuale

rendono problematica la qualità dell'aria per la salute della cittadinanza.

Questo è quanto riportato nel riassunto non tecnico dello Studio di Impatto Ambientale (di

seguito definito SIA) per l'impianto di incenerimento (allegato n° 5):

“La qualità dell’aria della provincia di Bolzano è caratterizzata dal fatto di presentare in

diverse zone un superamento dei limiti massimi di legge. Le componenti critiche sono le

polveri fini, ossidi di azoto, benzolo e ozono.”

(Riassunto non tecnico, Cap. 6.1.1 Qualità dell’aria, pag. 64)

(Fonte: APPA, PIANO DELLA QUALITA' DELL'ARIA, pag. 41)

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b) La problematica è ancora più rilevante se se si considera l'alta densità abitativa della conca di

Bolzano.

All'interno dello SIA del nuovo impianto di incenerimento, relativamente al contesto

geografico viene rilevata la presenza di “punti e attività sensibili” fra cui viene citato un

biotopo alla distanza di ca. 2 Km, tralasciando del tutto la presenza di un’area a solo 1,5 km

dall’inceneritore - la zona di espansione residenziale C2 Casanova Bivio/Kaiserau- prevista

dal PUC di Bolzano, il cui piano di attuazione all’epoca della stesura della relazione dello

SIA era già stata approvata con due delibere del Consiglio Comunale di Bolzano (Delibera

n°2 del 15.01.2004 e Delibere n°51 del 29.06.2004). Tali delibere comunali sono state

inoltre approvate con Delibera della Giunta Provinciale rispettivamente DPG n°2964 del

11.08.2004 e DPG n°3491 del 27.09.2004, il che fa presupporre la consapevolezza degli

amministratori riguardo il futuro utilizzo delle aree.(allegato n°5, Riassunto non tecnico della VIA, Cap. 2.1 Contesto Geografico, pagg. 3-4 )

Poco più in la, a circa 2,5 km, è sorto un altro popoloso quartiere, Firmian.

Complessivamente le zone della città più vicine all'inceneritore sono proprio le due

circoscrizioni a più alta densità abitativa: Don Bosco e Europa Novacella.

c)Le caratteristiche ambientali della conca - la sua configurazione orografica e la circolazione

dei venti- sono spesso citate nei documenti ufficiali come una delle cause all'origine del ristagno

degli inquinanti prodotti dal traffico automobilistico e industriale. Riportiamo di seguito le

affermazioni del dott. Geiger -Ufficio idrografico della Provincia di Bolzano- riguardo “I venti a

Bolzano e la loro influenza sul microclima urbano” riportate per esteso nell'intervista concessa

al periodico QuiBz nello Speciale Inceneritore dell'ottobre 2007 (allegato n° 6):6

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Bolzano che non è adatta al nostro attuale standard di vita. Poiché non possiamo modificare la geografia dei luoghi, dovremo cercare di cambiare i nostri modelli. Ma questo è un problema politico. Tecnicamente sappiamo benissimo come stanno le cose e lo sanno anche i nostri amministratori.”

d)Un'ultima osservazione riguardo lo stato di salute della cittadinanza nella conca di Bolzano:

non sono mai stati realizzati studi epidemiologici sugli effetti dell'inquinamento. Tanto meno

nell'analisi del rischio che costituisce parte integrante dello SIA sono citate indagini sanitarie di

alcun tipo, se si escludono le statistiche di mortalità per singola causa dell'anno 1994 (Istituto

Superiore di Sanità 1998).

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Considerazioni di merito

Gli atti formali che consentono la costruzione del nuovo inceneritore e alcuni passaggi procedurali

per il perfezionamento di tali atti formali mettono in evidenza, a giudizio dei sottoscritti , fatti e

decisioni delle competenti autorità provinciali da cui:

1.si evince l’impiego erroneo, inadatto e nella sostanza profondamente sviante di tecniche e

modelli previsionali inadeguati al caso in esame – per inadeguati si intende non rispondenti al

livello delle conoscenze scientifiche raggiunte all'epoca-; si evince quindi che tale erronea

impostazione ha prodotto - nello SIA fornito per la VIA e nella relativa pronuncia di

compatibilità - la mancata considerazione di aspetti ed elementi fondamentali e decisivi per la

valutazione degli effetti dell’opera sulla salute umana, in quanto i modelli utilizzati non erano

e non sono in grado di modellare gli effetti dei carichi di inquinamento nella zona presa in

considerazione;

2.appare come le autorità provinciali competenti non abbiano considerato tutti i possibili

potenziali danni alla salute pubblica che dovevano essere valutati secondo le conoscenze

disponibili ovvero normalmente accessibili al momento delle decisioni contestate, tanto meno

abbiano tenuto nella dovuta considerazione il Principio di Precauzione - enunciato nella

Dichiarazione di Rio del 1992 e ratificato dalla Comunicazione COM (2000) 1 del 2 febbraio

2000- che corrisponderebbe al principio della buona amministrazione della cosa pubblica.

1. Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) consegnato alla Provincia per la procedura VIA alla fine

del 2004, consta di:

a.una relazione sul progetto redatta quasi esclusivamente in lingua tedesca

( allegato n°4);

b.quattro allegati alla relazione tra cui un’analisi sulla previsione di dispersione

degli inquinanti emessi dal nuovo inceneritore svolta dallo studio Künzler

Bossert und Partners di Berna (allegato n°9);

c.due riassunti non tecnici della relazione, redatti rispettivamente in italiano

(allegato n°5) e tedesco.

La struttura della relazione integrale sul progetto è la seguente:

1.Einführung (Introduzione)

2.Projektperimeter (Inquadramento territoriale)

3.Anlageleistung und –typ (Potenzialità e tipologia dell’impianto)

4.Normen und raumplanerischer Rahmen (Quadro normativo e pianificatorio)

5.Projektbezugsrahmen (Quadro di riferimento progettuale)

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6.Umweltbezugsrahmen (Quadro di riferimento ambientale)

7.Auswirkungen auf die Umwelt un Massnahmen zu deren Verringerung (Stima degli

impatti e misure di mitigazione)

Il capitolo 7 della relazione integrale riguardo la stima degli impatti e le misure d mitigazione,

comprende anche un breve capitolo sulla Salute pubblica (allegato n°4, pag. 97).

La valutazione del rischio per la salute umana è una parte fondamentale dello Studio di Impatto

Ambientale e in genere “segue quattro passaggi ormai classici (National Research Council, 1983):

1.Hazard identification:

Determina l'identità e la quantità delle sostanze chimiche presenti nell'ambiente o prodotte

per vari usi o emesse e i tipi di possibili conseguenze pericolose (hazards) per la salute

umana

2.Dose-response assessment:

Valuta la relazione tra la concentrazione di sostanze chimiche cui i soggetti vengono esposti

(dose) e l'incidenza di effetti dannosi nell'uomo o in altre specie (risposta)

3.Exsposure assessment:

determina gli scenari di esposizione e le dosi che possono risultarne

4.Risk characterization:

Descrive la natura degli effetti dannosi che possono essere attribuiti ai contaminanti chimici,

stima la loro probabilità nelle popolazioni esposte e valuta l'evidenza e l'incertezza delle

stime del rischio”

(La valutazione del rischio, di P. Rubini, in Valutazione di impatto ambientale, a cura di V. Bettini,

ed. UTET, Torino, 2002)

Nello SIA relativo al nuovo impianto di incenerimento la valutazione del rischio si basa su tre

documenti, fondamentali per le nostre osservazioni:

a)Studio delle emissioni, della diffusione in atmosfera e della deposizione al suolo degli

inquinanti emessi dall’impianto di termodistruzione di Bolzano e dalla discarica di Vadena,

finalizzato all’individuazione degli effetti ambientali che tali emissioni determinano nella conca

di Bolzano - Università di Trento, dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, anno 2001

(allegato n°7)

b)Valutazione dei rischi connessi con l’esposizione umana (relazione integrativa allo studio

dell'Università di Trento) - Gruppo di lavoro del Politecnico di Milano D.I.I.A.R. sez.

Ambientale, anno 2001 (allegato n° 8)

c)MVA Bozen: Prognose der Luftbelastung” datato dicembre 2004 e redatto dallo studio

Künzler Bossert und Partner GmbH, di Berna, anno 2004 (allegato n° 9).

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I primi due studi sono stati commissionati all'Università di Trento dal Comune di Bolzano in

occasione della ristrutturazione della prima linea dell’inceneritore e sono stati effettuati

sull’impianto di incenerimento esistente.

Nello specifico, il primo studio presenta:

la caratterizzazione degli scenari meteorologici della conca di Bolzano

la caratterizzazione della composizione chimica e delle caratteristiche fisiche degli inquinanti

emessi dall'inceneritore

uno studio modellistico di dispersione e ricaduta al suolo degli inquinanti emessi.

Il secondo studio invece affronta :

la valutazione dei rischi connessi con l'esposizione umana, in relazione ai dati di dispersione

degli inquinanti rilevati dal precedente studio.

Questi due studi, pur non essendo stati realizzati in funzione della costruzione del nuovo

inceneritore, sono stati utilizzati perché riportavano a parere dei tecnici sufficienti indicazioni utili a

misurare gli impatti dell'impianto di incenerimento sulla salute umana e sull'ambiente.

I risultati del rapporto del politecnico di Milano hanno rilevato che:

"Il rischio individuale per emissioni di inquinanti potenzialmente cancerogeni dall’impianto, si attesta su livelli medi pari a ca. 10-10. I risultati appaiono del tutto trascurabili sia rispetto ai valori di riferimento considerati accettabili in ambito normativo internazionale (10-5, 10-6) che in confronto alla situazione di base dell’area di studio. Il ruolo dell’impianto risulta sostan- zialmente irrilevante, con un contributo massimo attorno all‘1/1000 del rischio esistente. Con- siderazioni del tutto analoghe valgono per gli inquinanti non cancerogeni (piombo e mercu- rio), con esposizioni risultanti che presentano ampissimi margini di sicurezza rispetto alle dosi massime ammissibili".

Per convalidare la stima dei rischi effettuata dal Politecnico di Milano sul vecchio impianto, era

necessario confermare sostanzialmente l'analisi della dispersione degli inquinanti in via

previsionale rispetto alle emissioni attese per il nuovo impianto di incenerimento.

A questo scopo è stato commissionato il terzo studio “MVA Bozen: Prognose der Luftbelastung”,

citato nel capitolo 7.12 della relazione integrale sulle emissioni e immissioni dell’inceneritore

(allegato n°4 pag. 78), che conferma sostanzialmente lo schema di dispersione degli inquinanti

realizzato dall'Università di Trento.

In questa maniera è stato possibile confermare anche per il nuovo impianto di incenerimento la

stessa valutazione del rischio effettuata per il vecchio impianto, e riportata nella relazione integrale

dello SIA, nel breve capitolo sulla Salute pubblica cui si accennava in precedenza.

È quindi su tale terzo studio che si è focalizzata l’attenzione del consulente ambientale

dell’Umweltnetzwerk- Büro für Umweltfragen - di Amburgo, Dott. Klaus Koch, nella sua analisi

“Perizia e parere tecnico riguardo alla previsione d’inquinamento atmosferico dell’impianto

d’incenerimento dei rifiuti Bolzano 2 del dicembre 2004”(allegato n°10). Tale analisi è il risultato

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della consulenza richiesta al dott. Koch da alcune associazioni protezioniste per l’ambiente

dell’Alto Adige.

Qui di seguito riportiamo in sintesi quanto afferma il tecnico di Amburgo.

“Su incarico dell’Associazione Ambiente e Salute e del Dachverband für Natur und Umweltschutz,

l’ufficio di consulenza ambientale di Amburgo “Umweltnetzwerk” (rete ambientale) ha predisposto

un giudizio sulla previsione delle emissioni dell'impianto di termodistruzione effettuato dalla ditta

Künzler Bossert e Partner GmbH. Questa previsione è stata utilizzata dalla Provincia Autonoma di

Bolzano come base essenziale per emettere la delibera nr.1071 del 4.4.2005 di approvazione del

progetto di costruzione del nuovo inceneritore di Bolzano.”

Infatti all’interno della delibera (allegato n°3) viene riportata l’osservazione del Comune di Bolzano

allo SIA “punto 6: il confronto tra le concentrazioni di inquinanti indotte dall’impianto e quelle di

fondo presenti in atmosfera è esplicitato in termini di valori annui. Non sono esplicitati i valori

massimi orari, importanti per verificare la compatibilità dell’impianto durante i periodi critici

invernali”, alla quale osservazione la Provincia replica, sempre all’interno della delibera n° 1071:

“(…)Sono state tralasciate indicazioni circa il contributo del nuovo impianto alle immissioni in

situazioni critiche nel periodo invernale (inversione termica) in quanto trattasi di correlazioni

molto complesse ed i modelli di calcolo utilizzati in entrambi gli studi (impianto esistente e nuovo)

non consentono previsioni affidabili per periodi limitati a poche ore.(…)”

Proseguendo con la sintesi del dott. Koch:

“Lo studio delle emissioni è l’elemento principale della Valutazione di Impatto Ambientale per

valutare i possibili effetti sull’ambiente e i danni arrecati su uomini, animali e piante. Non

essendoci in Italia disposizioni dettagliate per la realizzazione degli studi sulle emissioni sono state

utilizzate due procedure di elaborazione basate sui modelli americani e sulle normative tedesche".

La “Umweltnetzwerk“ ha dunque risposto nel dettaglio ai seguenti quesiti:

I calcoli presentati nello studio delle emissioni rispondono alle richieste della normativa TA-Luft

del 2002, così come dichiarano di voler fare (pag. 3 allegato n°9)?

I calcoli adottati sono appropriati per rappresentare realisticamente la diffusione in atmosfera delle

emissioni nocive relativamente alla specifica posizione dell’impianto di termodistruzione?

L'esame arriva al risultato che i calcoli presentati finora non solo non corrispondono allo stato della

scienza e della tecnica attuale ma nemmeno a quello relativo al momento dell’elaborazione dei

calcoli nell'anno 2004 e nel 2001.

Il territorio di Bolzano è infatti caratterizzato da una vallata chiusa a conca. Tipicamente per tali

zone le correnti di aria fredda generate possono raggiungere un'altezza superiore a 100 m. Quando

tali correnti di aria fredda si manifestano le emissioni dell'inceneritore vengono trasportate a fondo

valle a sud dell'impianto creando un notevole carico inquinante. I modelli di elaborazione usati per

predisporre lo SIA non sono in grado di tenere in considerazione le correnti di aria fredda.

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Notevoli contributi all’inquinamento sono da attendersi anche là dove il pennacchio dei fumi emessi

dal camino colpisce i ripidi pendii dei monti. Questo fattore venne esaminato solo

approssimativamente nei calcoli di allora e solo per una zona disabitata vicino all’impianto.

Il fatto che il pennacchio dei fumi possa portare a rilevanti carichi inquinanti anche in altre zone

abitate colpendo i versanti a nord dell’impianto non venne considerato e con i modelli adottati non

lo si sarebbe nemmeno potuto prendere in considerazione. Questo è proprio ciò che si deve temere.

Il sito prescelto per il nuovo inceneritore - a causa della sua peculiarità - è soggetto a ricorrenti

fenomeni di inversione termica. In queste circostanze si crea una stratificazione dell’aria che si posa

sulla valle come un coperchio, portando a situazioni con uno scarso ricambio di aria. In queste

condizioni si potrebbero manifestare dei carichi di inquinanti tossici particolarmente elevati. Anche

questi carichi dovuti alle particolari condizioni climatiche e/o meteorologiche non potevano essere

quantificati con i modelli previsionali e di calcolo adottati negli studi posti alla base dello SIA, tanto

meno con altri sistemi di rilevazione, quindi non si può escludere che si verifichino pesanti ricadute

sulla salute umana non previste nello SIA.

Gli esperti della "Umweltnetzwerk“ giungono in sintesi alla seguente conclusione: "Gli studi

esaminati utilizzando dei modelli non aggiornati non possono in nessun modo tenere conto delle

particolari peculiarità geografiche e climatiche della zona di Bolzano. I modelli di elaborazione

presi in considerazione non sono in grado di rappresentare le località con i loro valori di

inquinamento realmente attesi. Si ritiene perciò prioritaria la necessità di effettuare una nuova

stima delle emissioni in atmosfera e poter appurare obbiettivamente il reale carico inquinante

che verrà emesso dal progettato inceneritore di Bolzano.”

I risultati dell’ufficio di consulenza ambientale di Amburgo “Umweltnetzwerk” mostrano come la

pronuncia positiva di compatibilità ambientale e l'autorizzazione per la costruzione dell’inceneritore

di Bolzano sembrano essere state assunte sulla base di una erronea rappresentazione della reale

portata e dei reali effetti delle emissioni dell'impianto. Tali provvedimenti appaiono nello stesso

tempo non la conseguenza di imprecisioni tecniche o di disattenzione da parte degli organi

competenti bensì l'effetto di un processo conoscitivo e decisionale che avrebbe dovuto e invece non

ha condotto gli accertamenti necessari - del tutto possibili al momento della elaborazione dello SIA

e della successiva decisione favorevole - ed appaiono quindi sostanzialmente sviati, a causa di

omissioni e negligenze che al Sig. giudice si domanda di qualificare.

In particolare, non sono stati valutati dalla Commissione VIA della Provincia di Bolzano, i

potenziali gravi danni alla salute pubblica che potrebbero derivare da un errato apprezzamento delle

modalità con cui le emissioni dell'inceneritore in questione si propagano nell'ambiente coinvolto.

Esiste tuttavia un secondo profilo di potenziale danno alla salute pubblica - a parte gli aspetti di

danno erariale e di violazione delle norme UE sulla concorrenza (l'inceneritore così configurato è

un'opera incongrua, produce un evidente spreco di risorse pubbliche, ed inoltre funzionerà e

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produrrà energia da rifiuti in condizioni artificialmente favorevoli), da prospettare in altra sede - che

deve essere affrontato e che consiste in sintesi nella necessità che il decisore pubblico prenda in

considerazione tutti i fattori di rischio conosciuti o conoscibili al momento della decisione.

2. Come rappresentato nel precedente punto 1., l’analisi del dott. Koch evidenzia come l’utilizzo di

modelli inadeguati alla situazione possa avere conseguenze fondamentali nella valutazione del

rischio per la salute della popolazione della conca di Bolzano.

Tuttavia questo uso erroneo degli strumenti di valutazione non è, sotto il profilo dell'attenzione alla

salute pubblica, l’unica carenza rilevabile all’interno dello SIA e degli studi ad esso allegati.

Abbiamo rilevato in precedenza come la valutazione del rischio sanitario, nello SIA, si basi

sull'analisi della dispersione degli inquinanti, effettuata sia sull'impianto esistente (Studio Università

di Trento, 2001, allegato n°7) sia sull'impianto da costruire, con una simulazione matematica -

studio quest'ultimo sulla cui affidabilità si è espresso il dott. Koch nella sua analisi

precedentemente citata – (studio Künzler Bossert e Partner GmbH, 2004, allegato n°9), mentre lo

studio del Politecnico di Milano ha effettuato un'analisi sull'impatto della ricaduta degli inquinanti

in termini di rischio sanitario per la popolazione (studio 2001).

La conclusione sui rischi sanitari, riportata nello SIA , cita espressamente lo studio del Politecnico

di Milano, in quanto unica valutazione del rischio all'interno dello SIA (Gruppo di lavoro del

Politecnico di Milano D.I.I.A.R. sez. Ambientale, 2001, allegato n° 8).

E' fondamentale allora rilevare di quali strumenti di indagine sulla “reale” salute della popolazione

coinvolta dalle emissioni dell'impianto si è avvalso il Politecnico di Milano nella sua valutazione.

Per quanto riguarda lo stato della salute della popolazione l’unico dato preso in considerazione è il

tasso di mortalità per singola causa nell’anno 1994 (Istituto Superiore di Sanità, 1998), utilizzato

come dato di fondo atteso per l'area presa in considerazione (allegato n°9, pag 66).

Per quanto riguarda l’esposizione di gruppi di individui particolarmente sensibili (anziani, bambini,

donne in gravidanza, ecc.) non sembra esserci alcuna menzione, mentre relativamente agli effetti da

esposizione combinata di differenti fonti di inquinamento, viene affermato esplicitamente che non è

stata presa in considerazione nella valutazione del rischio sanitario per la salute umana:

“Secondo le stime preliminari, il rischio individuale complessivo associato alle emissioni di

inquinanti cancerogeni, stimato considerando la semplice sovrapposizione degli effetti (senza

alcuna sinergia o antagonismo), presenta un valore medio pari a 10-11 (massimo circa a 10-10),

pressoché totalmente imputabile alle diossine.”

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(Studio Università di Trento 2001, allegato n° 7, pag. 5)

“Nel campo delle basse e bassissime dosi, l'EPA consiglia di utilizzare l'ipotesi di additività degli

effetti: sia per composti non cancerogeni sia per quelli cancerogeni, il rischio complessivo è

pertanto costituito dalla somma dei rischi derivanti dalla presenza di ogni singola sostanza (UESPA,

1993). E' evidente che la sommatoria dei rischi dovuti a diversi percorsi di esposizione e a più

inquinanti ha senso solo se gli effetti riguardano gli stessi organi bersaglio.”

(Studio Politecnico di Milano, 2001, allegato n°8, pag. 58)

Tali valutazioni non sono quindi il risultato di indagini epidemiologiche sulla popolazione, ma

esclusivamente deduzioni, effettuate in base alla quantità di inquinanti immessi in atmosfera, alla

dispersione degli inquinanti stessi nell'ambiente circostante e agli effetti di questi inquinanti sulla

salute umana, rilevati dalla bibliografia scientifica dell'epoca.

Risulta quindi evidente ai sottoscritti come le valutazioni fondamentali per la stima degli impatti

sulla salute pubblica, e quindi per la valutazione del rischio, siano basate su analisi insufficienti sia

dal punto quantitativo (valutazione e peso effettivo di alcuni fattori di rischio) che qualitativo

(incidenza effettiva sulla salute di alcuni fattori di rischio) e quindi fuorvianti.

L’analisi del rischio riveste un ruolo fondamentale nella prassi di autorizzazione di un impianto che

può avere un impatto nocivo su persone e ambiente circostante.

In particolar modo se si tratta di un impianto di incenerimento di rifiuti, per i quali attualmente la

letteratura scientifica ed epidemiologica è in grado di stabilire delle strette correlazioni con

determinate patologie quasi sempre mortali.

Nel nostro caso un impianto che dovrebbe essere messo in funzione nel 2010 e che dovrebbe

funzionare per circa 30 anni, è stato autorizzato anche in base alle conoscenze mediche della

letteratura scientifica precedente al 2001, quando già attualmente si è consapevoli delle gravissime

correlazioni tra emissioni da incenerimento e incidenza di patologie mortali.

A tale riguardo riportiamo di seguito una disamina effettuata da un gruppo di medici italiani

dell’ISDE ( International Society of Doctors for the Environment) all'interno di un documento

presentato presso la Procura di Ferrara nel 2007.

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CORRELAZIONE TRA PATOLOGIE UMANE ED INQUINAMENTO AMBIENTALE DA INCENERIMENTO DEI RIFIUTILa prima ovvia considerazione è che in impianti di incenerimento per rifiuti tal quali, non potendo sapere con esattezza quale è il combustibile in entrata, a differenza di quanto avviene in un processo industriale, non è possibile identificare con ragionevole certezza le sostanze chimiche che si formeranno all'uscita. Sappiamo bene che nei cassonetti stradali, in mancanza di qualunque tipo di controllo ed in assenza di una incentivazione concreta alla raccolta differenziata spinta, può entrare di tutto: pile esauste, lastre di eternit, vernici, batterie di veicoli, vetro, carta e plastica. Inoltre la mescolanza assolutamente casuale che si realizza fra i materiali introdotti, la temperatura non costante e comunque elevata di combustione, le diverse condizioni fisico-chimiche presenti, condizionano ciò che esce dai camini. Nelle emissioni da inceneritori per RSU sono state identificate oltre 250 sostanze chimiche, ma queste rappresentano solo una minima parte (10-20%) di quelle emesse, per cui il reale potenziale di nocività rimane tuttora ignoto.La combustione trasforma sostanze relativamente innocue ed inerti in composti altamente tossici e pericolosi; rende ad esempio biodisponibili i metalli pesanti e produce composti organici clorurati quali le diossine che sono tra i più tossici esistenti. I principali gruppi di sostanze inquinanti verranno di seguito brevemente illustrate.

Composti organici cloruratiQuesti composti costituiscono le più pericolose emissioni da inceneritori ed originano soprattutto dalla combustione della plastica e sostanze analoghe. Un elenco dettagliato di essi è riportato nell'articolo: "Identification and Quantification of Volatile Organic Components in Emissions of Waste Incineration Plants" (2).Fra esse si annoverano: gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), i ritardanti di fiamma bromurati, i Policlorobifenili (PCB), le Diossine, i Policlorodibenzofurani (furani).Molte di queste sostanze, soprattutto le diossine ed i furani, sono persistenti, liposolubili, bioaccumulabili, e si "legano" a specifici recettori cellulari competendo così con le fisiologiche molecole che devono portare le "giuste informazioni" alle cellule deputate ad esempio alla produzione di ormoni. In conseguenza di questa competizione si crea quindi una "interferenza" ed un "disturbo" nei meccanismi di comunicazione e controllo di apparati e sistemi strategici del nostro organismo. Si possono così innescare effetti a cascata di complesse funzioni cellulari, sia in senso di amplificazione che di soppressione, e per tale motivo questi agenti sono indicati col nome di "Endocrine Disruptor". E' ormai assodato che essi agiscono su molteplici altri apparati, in particolare sul riproduttivo, immunitario, sul sistema nervoso centrale specie in via di sviluppo del feto e del neonato. Inoltre hanno effetti cancerogeni, in particolare per lo sviluppo di tumori ormono correlati a livello di prostata e mammella, e dei linfomi non Hodgkin.Del tutto recentemente si è assodato inoltre che essi sono in grado di indurre alterazioni nelle cellule germinali con alterazioni del patrimonio genetico della nostra specie, inducendo danni trasmissibili di generazione in generazione, con conseguenze che non possono essere neppure minimamente ipotizzate.

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La classe chimica delle diossine proviene fondamentalmente dagli inceneritori (3-4). Si tratta di composti con bassissima solubilità in H2O, scarsissima degradabilità per via chimica e biologica e con elevata liposolubilità. La diossina è una dei dodici composti chimici organici persistenti (POP's).Vengono assunte per il 95% tramite la catena alimentare in quanto si accumulano in cibi quali carne, pesce, latte, latticini, compreso il latte materno; si accumulano nel fegato e nella placenta. Ciò consente il passaggio al feto, realizzando quindi un accumulo generazionale. Queste sostanze sono tossiche a dosi infinitesimali, picogrammi (pg), ossia miliardesimi di milligrammi. E proprio l'esposizione prolungata cronica di tipo non professionale a dosi molto basse sembra essere la più pericolosa (5-6).Si valuta infatti che la dose annua tollerabile per persona del peso di circa 60 Kg equivalga a 0,22 microgrammi; un solo grammo di diossina rappresenta la dose massima tollerabile per un anno (I-TEQ) per 4,5 milioni di persone. L'OMS che aveva stabilito nel 1991 la dose massima tollerabile giornaliera in 10 pg/kg peso, ha ridotto questi valori nel 1998 ad 1-4 pg/kg peso, e nel 2001 una strategia comunitaria sulle diossine ne fissa la dose tollerabile giornaliera a 2 pg/kg peso.Le diossine, come i furani, hanno una emivita nei tessuti umani che varia da 5,8 ad 11,3 anni.Nel 1997 la TCDD (2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-dioxin) è stata classificata a livello I dalla IARC (International Agency of Research on Cancer), quindi come cancerogeno certo per l' uomo e, di recente, questo ruolo è stato ulteriormente riconsiderato e rafforzato (7).Le diossine, in particolare la più conosciuta TCDD nota tristemente come "la diossina di Seveso", esplicano infatti complessi effetti sulla salute umana in quanto sono in grado di legarsi ad uno specifico recettore nucleare, AhR (aryl hydrocarbon), presente sia nell'uomo che negli animali, che esercita funzione di fattore di trascrizione. Una volta avvenuto il legame fra TCDD e recettore con la formazione del complesso ARNT/HIF-1B, la trascrizione di numerosi geni, in particolare P4501A1, viene alterata sia in senso di soppressione che di attivazione, con conseguente turbamento di molteplici funzioni cellulari. Recenti studi di biologia molecolare e tossicologia (8-9) hanno identificato ulteriori frazioni proteiche coinvolte in questo complesso sistema ed i loro effetti sulla salute umana (10).Una esposizione di breve durata ad alti livelli di diossine causa tipiche lesioni cutanee e danni epatici. L'esposizione protratta anche a basse dosi danneggia invece il sistema nervoso in via di sviluppo, quindi dei bambini, il sistema immunitario, quello endocrino ed il riproduttivo, con possibili effetti mutageni e cancerogeni.Sono stati segnalati casi di ipotiroidismo, diabete, endometriosi, ritardo nello sviluppo puberale, disturbi nel comportamento, prevalenza di nati femmine, parti gemellari e, soprattutto, per esposizione trans placentare, alterazioni al sistema nervoso centrale (11).La ricordata persistenza ed accumulo nell'organismo umano di diossine e di furani, così come degli Idrocarburi Policiclici Aromatici e dei Poli-Cloro-Bifenili, rendono non protettivi ed inutili il rispetto dei limiti fissati attualmente dalla legge per limitare le concentrazioni di tali sostanze nei fumi. Ciò vale soprattutto per la popolazione infantile.

Particolato fine ed ultrafine (PM2,5 e PM 0,1)

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Le polveri fini sono prodotte principalmente da processi di combustione e più sono piccole le loro dimensioni più risultano dannose per l'uomo. Sono infatti in grado di superare agevolmente l'interfaccia alveolo capillare e penetrare nel torrente circolatorio. Si ipotizza che il danno possa essere sistemico a livello dell'intima vasale, grazie all'attivazione a cascata dei fattori dell'infiammazione e della coagulazione ematica in senso pro trombotico. Tra l'altro è accertato che quanto più è alta la temperatura di combustione, quanto più si ha la formazione di particolato ultrafine (nanoparticelle) non biocompatibile, in grado di entrare addirittura all'interno delle cellule. Va inoltre operata una distinzione all'interno dell'enorme quantità di particolato emesso dagli inceneritori. Infatti mentre la quota di PM10 (particolato "grossolano") immessa in atmosfera può essere significativamente ridotta dall'uso di adeguati filtri, per il PM2,5 (particolato "fine") solo una minima parte (5-30%) può essere trattenuta dai filtri a manica. Per il PM0,1 (particolato "ultrafine"), non esiste alcuna possibilità di rimozione.E' importante notare che gli effetti sulla salute non sono tanto legati al peso del particolato per unità di volume, aspetto che è privilegiato dalla normativa vigente sul territorio nazionale quando si riferisce al limite di 50 µ/m3 di PM10; si trascurano infatti le più pericolose PM2,5. Il danno è invece correlato al numero delle particelle presenti che è inversamente proporzionale al loro volume aerodinamico. Bisogna quindi passare da una prevenzione che deve prediligere non tanto il calcolo meramente basato su di una unità di peso, ma la stima numerica degli inquinanti micro aerodispersi. Infatti alcuni dei dispositivi adottati per abbattere il peso degli inquinanti emessi nell'ambiente possono comunque facilmente consentire il raddoppio del volume totale delle polveri emesse, poiché consentono la produzione di particelle utrafini secondarie; che si formano cioè in atmosfera.Per quanto riguarda il danno oncogeno è bene ricordare che la parte organica delle PM è composta da idrocarburi policiclici aromatici di varia origine. Ruolo importante tra questi svolge il 3-4 alfa benzo pirene che è lo stesso agente nocivo che si libera dalla combustione del tabacco. Su tale categoria di I.P.A. interviene l'enzima aril idrocarburo idrossilasi trasformandoli in epossidi alchilanti, che come sostanze cancerogene esplicano il loro effetto sull'epitelio delle ultime vie respiratorie, oltre a svolgere azione mutagena sul DNA.Lo studio MISA 2 (12), ha preso in esame 9.100.000 abitanti residenti in 15 città italiane dal 1996 al 2002. Ha dimostrato una significativa variazione percentuale positiva della mortalità e della morbosità (ricoveri ospedalieri) in relazione ad aumenti di 10 microgrammi per metro cubo (µ/m3) di NO2 SO2 e PM10 e di un milligrammo per metro cubo (mg/m3) di CO. Importante è la positiva correlazione per l'aumento della mortalità/die per tutte la cause in relazione ai suddetti inquinanti, specialmente per le patologie cardio respiratorie. I danni maggiori riguardavano le classi di età estreme, dai 0 ai 24 mesi ed oltre gli 85 anni; le patologie degli apparati bersaglio erano preponderanti due giorni dopo il picco di PM10, sino a 4 giorni dopo per quanto riguarda l'NO2 ed il CO; l'incremento dei decessi avveniva entro 15 giorni, dimostrandosi ancora più accentuato nei mesi caldi. Riferendoci al PM10, se fosse già stato applicato il limite di 20 µ/m3 come previsto dalle normative europee dal 2010, si sarebbero evitati 900 decessi (pari al 1,4% sul totale); analogamente i valori inferiori di NO2 avrebbero comportato il risparmio di 1400 vite (pari all'1,7%).

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L'effetto del particolato fine e grossolano, PM 2,5 e PM10 , è comunque da tempo documentato per quanto riguarda le patologie respiratorie quali l'asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, e quelle cardiovascolari di carattere ischemico. Due grossi studi di coorte in America hanno mostrato che l'inquinamento atmosferico dovuto alle polveri fini causa aumenti nella mortalità per tutte le cause, ed in particolare per malattie cardiache e per tumori polmonari (13-14). Un aumento di 24,5 µg/m3 nell'inquinamento da polveri PM2,5 è risultato associato con un aumento del 31% nella mortalità per cause cardiopolmonari.E' stato anche dimostrato che bruschi aumenti nelle polveri fini emesse da inceneritori, per esempio a seguito di cambiamento nella direzione del vento, causano aumenti significativi negli infarti del miocardio.La OMS, con un comunicato emesso il 14 Aprile 2005 (15), dichiara che non esiste livello accettabile di sicurezza per il PM2.5; e ciò contrasta con l'attuale assenza di limiti di legge.Ancora la OMS, il 15 giugno 2006, ha calcolato che in 13 città d'Italia con oltre 200.000 abitanti si sono verificati 8220 decessi/anno in conseguenza all'inquinamento da PM10 (16). La dispersione ambientale di microinquinanti da parte dell'inceneritore è poi più pericolosa perché meno controllabile di quella proveniente da altre attività antropomorfiche quali il traffico veicolare e le attività industriali.Nel mese di giugno del corrente anno, all'interno della Relazione sullo stato delle conoscenze in tema di ambiente e salute nelle aree ad alto rischio in Italia, contributo del CNR per i lavori dell'VIII Commissione permanente ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, il dott. Bertolini, direttore del Programma Salute e Ambiente dell'OMS, ha rilasciato preoccupanti dichiarazioni. A proposito degli effetti dannosi delle polveri sottili ha sostenuto che "in Italia il 20% della mortalità è riconducibile a cause ambientali prevenibili", precisando che la pianura padana come alcune aree geografiche del Belgio e dell'Olanda è tra le più inquinate del mondo, specie per quanto riguarda le micropolveri. Ha inoltre ricordato che il pericolo principale è dovuto alle P.M2,5 che entrano subito in circolo nel torrente ematico. Il CNR sostiene inoltre che lo smog uccide in media 8200 persone all'anno nelle maggiori città italiane.

Metalli pesantiI metalli pesanti quali Nichel, Berillio, Cromo, Cadmio e Arsenico aumentano il rischio di cancro al polmone. Alcuni subiscono un processo di bioaccumulazione nel corpo umano; il cadmio ad esempio ha un'emivita di 30 anni. Altri poi sono tossici a concentrazioni estremamente basse.Sempre il Cadmio per quanto riguarda l'assorbimento a dosi elevate è correlato al rischio di cancro e cardiopatie ischemiche; mentre anche a dosi bassissime interferisce coi meccanismi di riparazione del DNA ed aumenta la suscettibilità ad altri cancerogeni.Il Mercurio in presenza di elevate temperature diventa un gas rimosso solo parzialmente da filtri speciali con carboni attivi. Si pensi che la maggior parte delle 6.000 tonnellate rilasciate annualmente in atmosfera a livello mondiale siano di prevalente provenienza dagli impianti di incenerimento. E' una sostanza neurotossica che pare essere implicata nelle encefalopatie degenerative quali il morbo di Alzheimer, nei processi di difficoltà dell'apprendimento e nella sindrome da iperattività. Particolarmente pericolosa è l'assunzione di questo metallo in gravidanza

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per i danni encefalici del nascituro.

Ossidi di azotoIl Biossido di Azoto (NO2) determina una serie di danni principalmente sui polmoni, ma anche su milza, fegato e sistema emopoietico, dimostrati in studi su animali. Si stima che nei bambini di età compresa fra i 5 e 12 anni ci sia un aumento del 20% di sintomi respiratori per ogni suo incremento di 28 µg/m3.Studi in Giappone hanno mostrato un'incidenza più elevata di asma ed un aumento di mortalità per cancro del polmone in relazione a livelli crescenti di NO2.Nelle emissioni degli inceneritori esiste una sinergia di effetti nocivi sulla salute fra ossidi nitrosi, polveri e metalli (17).

Orientamento della letteratura medicaNumerosi studi sono stati condotti dagli anni `80 ad oggi per valutare l'impatto sulla salute umana degli impianti di incenerimento: 46 di questi, condotti fra il 1987 e il 2003 sono recentemente stati oggetto di revisione (18).Ben 32 hanno riguardato la salute della popolazione residente in aree vicine agli inceneritori, 11 sono stati condotti su lavoratori addetti agli impianti, 2 su popolazione residente e lavoratori, ed uno condotto in Giappone ha valutato l'impatto di alti livelli di diossine ed analoghi sui residenti in prossimità di tali insediamenti. In 14 studi si è anche ricercata la presenza di biomarcatori e sostanze ad effetto mutageno (policlorodibenzodiossine - dibenzofurani, idrossipirene, tioeteri) nei liquidi biologici, riscontrando eccessi significativi in oltre la metà di essi.Le neoplasie infantili, che sono fortunatamente patologie relativamente rare, stanno registrando un costante aumento che desta allarme; in Europa si registra un aumento negli ultimi 30 anni dell' 1% / anno per l'età da 0 a 14 anni e dell'1,5% / anno da 14 a 19 anni, con trend in crescita (19).In prossimità di impianti di incenerimento è stato segnalato un aumento di mortalità per neoplasie infantili con Rischio Relativo, RR, variabile da 2 a 2,2. Si tratta quindi di una correlazione statistica fortemente significativa.I principali effetti indagati sono quelli legati ad un aumentato rischio di neoplasie solide ed ematologiche. Infatti in 2/3 degli studi condotti per indagare la relazione col cancro in quanto a mortalità incidenza e prevalenza, si è riscontrata una associazione significativa per neoplasie a carico di: esofago, stomaco, intestino, fegato, sarcomi dei tessuti molli, linfomi non Hodgkin, neoplasie infantili e soprattutto neoplasie polmonari.Ulteriori danni sulla salute umana sono stati oggetto di indagine con riscontro di riduzione della funzionalità respiratoria, riduzione degli ormoni tiroidei nei bambini, problemi di accrescimento e sviluppo sessuale negli adolescenti, aumento di malformazioni, parti gemellari, proporzione più alta di nati femmine. Si è inoltre notato un aumento degli eventi sfavorevoli a carico della sfera riproduttiva quali aborto spontaneo, basso peso alla nascita, malformazioni, mortalità perinatale. Infine un incremento delle patologie ischemiche e cardiovascolari, dislipidemie, alterazioni del sistema immunitario ed allergie.Nonostante la intuibile complessità di tutti questi studi (tempo di esposizione, migrazione di

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popolazione, altri fattori concomitanti di rischio, stato socio economico, relativa rarità delle patologie in esame), la review del 2004 a cui si fa riferimento conclude comunque per un documentato aumento di rischio per linfomi non Hodgkin, sarcomi dei tessuti molli, neoplasie polmonari, e neoplasie nell'infanzia per la popolazione residente in prossimità degli impianti di incenerimento.Gli studi più importanti in ambito nazionale sulla patogenicità della diossina sono stati quelli elaborati sulla coorte di Seveso, che hanno dimostrato un aumento della incidenza e della mortalità per tutti i tumori. Negli ultimi anni è apparsa una pubblicazione che metteva in rilievo la presenza di un cluster di sarcomi molli tra i residenti nel raggio di due chilometri da un inceneritore per residui industriali di Mantova (20). Più recentemente è stato evidenziato un altro cluster di tale tipo di sarcomi e di linfomi non Hodgkin nel comune di Campi Bisenzio, nella zona dell'inceneritore di San Donnino (21).

BIBLIOGRAFIA:1) Direttiva 2001/80CE; "Condanna dell'Italia per emissioni in atmosfera dai grandi impianti di combustione". Maggio 2005.2) Comunicato stampa Articolo: "Identification and Quantification of Volatile Organic Components in Emissions of Waste Incineration Plants". OMS 15 giugno 2006.3) "Impatto sanitario dell' incenerimento di RSU"; GEA 1/2006.4) "Health effects of exposure to waste incinerator emissions: a rewiew of epidemiological studies". Annali Istituto Superiore Sanità, 2004.5) "Salute in cenere?", e "Vivere vicino agli inceneritori: le esperienze italiane". SNOP, Società nazionale degli operatori della prevenzione, aprile 2006.6) "Studio MISA- 2, in città si muore d'aria" ARPA Rivista, n. 4, luglio/agosto 2005.7) "Sanità: diossina, ricerca nesso inceneritori-tumori". Studio pubblicato da ANSA, Venezia, 4 settembre 2006.8) "Etude d'incidence des cancers à proximité des usines d'incenèration d'ordures ménagères". Invs, Departement santè environnement, 2006.9) "Long-term exposure to air pollution and incidence of cardiovascular events in women". New England Journal of Medicine - febbraio 2007.10) Posizione ufficiale ISDE (associazione medici per l 'ambiente).11) Documento realizzato dall' ISDE - Sezione Provinciale di Parma.12) "MISA; metanalisi italiana degli studi sugli effetti a breve termine dell'inquinamento atmosferico 1996-2002". Epidemiologia & Prevenzione; anno 28 (4-5) Luglio-Ottobre 2004, supplemento.13) "Spatial analysis of air pollution and mortality in Los Angeles"; Jerret Michael e coll.; Epidemiology vol. 16 (6), Nov. 2005, p.727-736.14) "Particolato atmosferico fine e ricoveri ospedalieri per cause cardiovascolari e respiratorie"; F.Dominici e coll.: Jama 295; p.1127-1134; 8 marzo 2006".15) Comunicato OMS "Particulate matter air pollution: how it harms health" - 14/04/2005.16) Comunicato stampa Articolo: "Identification and Quantification of Volatile Organic

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Components in Emissions of Waste Incineration Plants".OMS del 15 giugno 2006.17) "Analisi medica riguardante il progetto di ampliamento dell'inceneritore di rifiuti solidi urbani nel territorio forlivese"; R.Ridolfi e P.Gentilini, 23 ottobre 2006.18) Quarto Rapporto della Società Britannica di Medicina Ecologica - dicembre 2005.19) Incidenza e mortalità di cancro in bambini e adolescenti europei. Lancet - dicembre 2004.20) "Cluster di sarcomi molli tra i residenti nel raggio di 2 km da un inceneritore per residui industriali di Mantova". Comba e coll.; Occup.Environ.med. 2003;60;680-683.21) "Clusters di sarcomi dei tessuti molli e di linfomi non Hodgkin nel comune di Campi Bisenzio; inceneritore di San Donnino". Biggeri,Catelan; Epid.&Prev.29, maggio-agosto 2005, 156-59.22) "Relazione della Commissione Scientifica Universitaria sulla Centrale Turbogas". Sito internet del Comune di Ferrara.23) "Rapporto ambiente-salute nel profilo di salute della popolazione del comune di Ferrara per l'anno 2001". Dipartimento Sanità Pubblica, modulo di epidemiologia , 2006.24) "I tumori in Italia - Rapporto 2006. Incidenza, mortalità e stime". Epidemiologia & Prevenzione; anno 30 (1) gennaio-febbraio 2006 supplemento 2.

In fedeDott. Francesca Cigala Fulgosi

Dott. Giancarlo Rasconi

Dott. Valerio Vicentini

Dott. Liliana Pittini

Dott. Mauro Navarra

Alla documentazione medico-scientifica già indicata dal gruppo di medici dell'ISDE, aggiungiamo

le conclusioni e le raccomandazioni di un recentissimo studio “Incenerimento dei rifiuti ed effetti

sulla salute- 4° Rapporto della società britannica di Medicina Ecologica” - Giugno 2008

(allegato n°11)

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Conclusioni 1) L’incenerimento non elimina i rifiuti. Semplicemente li trasforma in fumi, particolati e ceneri che sono più pericolosi, sebbene meno visibili, della forma originale. 2) Studi epidemiologici condotti su vasta scala hanno evidenziato che nei pressi degli inceneritori si riscontrano tassi più elevati di tumori negli adulti e nei bambini e di difetti alla nascita. Studi di portata più limitata e una grossa mole di ricerche correlate confermano questi risultati e suggeriscono che possa esserci una relazione di causa ed effetto e una serie molto più ampia di malattie riscontrabili in questo contesto. 3) Recenti ricerche hanno confermato che l’inquinamento da particolati, specialmente quello da particolati fini (PM2,5), tipico delle emissioni da inceneritori, concorre in modo pesante all’insorgenza di malattie cardiache, del cancro del polmone e di una gamma di altre malattie, causando un aumento lineare della mortalità. Ricerche più recenti hanno evidenziato aumenti della mortalità ancora maggiori di quanto fosse emerso in precedenza e aumenti della morbilità e mortalità cardiovascolare e cerebrovascolare a seguito di esposizioni agli inquinanti degli inceneritori, sia a breve che a lungo termine. I particolati provenienti dagli inceneritori sono particolarmente pericolosi a causa delle sostanze chimiche tossiche che aderiscono alle loro superfici. 4) Tra gli altri inquinanti emessi dagli inceneritori ci sono i metalli pesanti e una gran varietà di sostanze chimiche organiche. Tra queste sostanze ci sono cancerogeni accertati, interferenti endocrini e sostanze che possono aderire ai geni, alterare il comportamento, danneggiare il sistema immunitario e diminuire l’intelligenza. Per alcuni di questi effetti, quali l’interferenza endocrina, sembra non esista alcuna soglia.. I pericoli legati a queste sostanze sono di per sé evidenti. Alcuni di questi composti sono stati rilevati a centinaia di migliaia di miglia dalla loro fonte. 5) I pericoli legati all’incenerimento dei rifiuti radioattivi meritano una speciale menzione. L’incenerimento trasforma i rifiuti radioattivi in migliaia di miliardi di particelle radioattive. Queste particelle introducono il materiale radioattivo nel corpo umano, con un sistema di consegna quasi perfetto. All’interno del corpo umano il materiale agisce come un ‘emittente interna di radiazioni alfa e beta. Questi tipi di radiazione sono qualitativamente diversi, molto più pericolosi e molto più sinistri della radiazione di fondo. L’uso di questo metodo per trattare i rifiuti radioattivi non può essere giustificato. 6) Gli inceneritori moderni producono ceneri leggere molto più tossiche che in passato, in quanto contengono grosse quantità di materiale ricco di diossine per le quali non esiste metodo di smaltimento sicuro, tranne la vetrificazione, metodo che non viene usato nel Regno Unito. Lo smaltimento delle ceneri in discarica rappresenta una minaccia a lungo termine per gli acquiferi e le relative falde, con il rischio di incidenti abbastanza gravi da richiedere l’evacuazione dell’area coinvolta. 7) Non sono mai stati affrontati i rischi a cui si espongono le popolazioni locali quando un inceneritore lavora non a regime. Sono in particolar modo rischiose le emissioni durante le fasi di accensione e di spegnimento in cui possono essere rilasciate in due giorni, quantità di diossine maggiori che in 6 mesi di funzionamento a regime..

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8) La preoccupazione più grande riguarda gli effetti a lungo termine delle emissioni prodotte dagli inceneritori sull’embrione in via di sviluppo e sul neonato, con la possibilità concreta di cambiamenti genetici trasmessi alle generazioni future. È stata documentata una vulnerabilità alle sostanze tossiche di gran lunga maggiore nell’infanzia, in particolare nei feti, con rischi di cancro, di aborto spontaneo, di difetti alla nascita e di danni cognitivi permanenti. Due recenti studi condotti sul sangue del cordone ombelicale hanno trovato preoccupanti livelli di carichi corporei di inquinanti. 9) I costi dell’incenerimento dei rifiuti diventano proibitivi quando si tiene conto dei costi per la salute. Diversi studi, tra cui quello del governo, indicano che un singolo inceneritore di grosse dimensioni potrebbe costare al contribuente molti milioni di sterline l’anno in costi per la salute. In altre parole, sono gli stessi dati del governo che dimostrano come gli inceneritori siano un grosso pericolo per la salute. Quando l’industria dei rifiuti verrà inclusa, come previsto, nel Piano dell’Unione europea riguardante gli Scambi delle Quote per le Emissioni (NdT di gas serra), i contribuenti che risiedono in aree dove è presente un inceneritore, dovranno non solo vivere in una zona inquinata, ma dovendo anche rispettare il Piano suddetto, si troveranno gravati da milioni di sterline l’anno. 10) L’incenerimento dei rifiuti è ingiusto perchè ha il suo massimo impatto tossico sui membri più vulnerabili della società, durante la gravidanza, nell’infanzia, sui poveri e su coloro che hanno una maggiore sensibilità alle sostanze chimiche Contravviene alla Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, alla Convenzione europea sui Diritti Umani (Diritto alla Vita) ed alla Convenzione di Stoccolma, viola la Legge sulla Protezione Ambientale del 1990 dove si afferma che il Regno Unito deve impedire che le emissioni

danneggino la salute umana. Raccomandazioni • Per lo smaltimento dei rifiuti si devono usare i metodi più sicuri • Nel decidere le strategie da seguire per lo smaltimento dei rifiuti, si dovrebbe sempre tener conto dei costi per la salute. • Il metodo per la valutazione dei rischi oggi utilizzato non è adeguato. Non garantisce la sicurezza degli impianti progettati, può facilmente essere di parte, favorendo il gestore dei rifiuti, non dà garanzie scientifiche e andrebbe sostituito. • E’ di vitale importanza affrontare il problema sia della quantità che della qualità dei rifiuti prodotti, mettendo l’accento sulla riduzione della produzione di rifiuti e sul riciclo. • Negli ultimi dieci anni sono emerse chiaramente le gravi conseguenze sulla salute dovute all’inquinamento da particolati fini; di cui gli inceneritori sono una fonte importante, confermando sempre più che l’incenerimento è l’opzione meno opportuna per smaltire i rifiuti. Né abbiamo ragione di credere che gli inceneritori più moderni siano sostanzialmente più sicuri di quelli precedenti, tenendo conto di tutte le informazioni disponibili e delle ricerche dalle quali risulta che non esistono livelli sicuri per i particolati fini. Inoltre va tenuto conto delle quantità crescenti di plastiche e di sostanze correlate presenti nel flusso dei rifiuti e delle ceneri altamente tossiche prodotte dagli inceneritori moderni,

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• Questo rapporto richiama l’attenzione verso le numerose insufficienze e la scarsa qualità degli attuali sistemi di controllo. Noi raccomandiamo che per tutti gli impianti di incenerimento dei rifiuti venga introdotto un sistema di monitoraggio di gran lunga più rigoroso ed esteso al maggior numero di inquinanti. Chiediamo che il monitoraggio venga effettuato da un istituzione totalmente indipendente, che preveda visite casuali, non preavvisate. Il monitoraggio dovrebbe includere: •Il monitoraggio in continuo delle diossine, assolutamente necessario e non a caso obbligatorio in alcuni paesi. Questo tipo di monitoraggio è essenziale, considerata la natura estremamente tossica degli inquinanti emessi quando vengono aggirati i sistemi di controllo dell’inceneritore. Il Regno Unito non dovrebbe avere gli standard di sicurezza attuali, vista la loro qualità scadente. o Il monitoraggio in continuo dei particolati PM2,5 ed il monitoraggio dei difenil eteri polibromurati (DEPB) (NdT = ritardanti di fiamma). o Un sistema di rilevamento esteso, collocato intorno agli inceneritori, realizzato dalle Amministrazioni locali per misurare i particolati ed i metalli pesanti. o Il monitoraggio delle diossine nel bestiame allevato nel raggio di 5 miglia intorno agli inceneritori, necessario per il rischio grave e noto del loro bio – accumulo nei cibi. o Il monitoraggio periodico dei metalli pesanti e delle diossine nelle ceneri leggere. o Un progetto per monitorare i carichi corporei di alcuni dei principali inquinanti nei residenti presso gli inceneritori. o Il monitoraggio periodico della polvere presente nelle abitazioni delle località interessate. • E’ particolarmente importante che gli inceneritori non vengano collocati in zone povere o con alti tassi di mortalità, dove probabilmente il loro impatto sulla salute sarebbe massimo. Questo peserebbe ulteriormente sulla disuguaglianze di carattere sanitario. (N.B. attualmente 9 inceneritori su 14 sono stati costruiti nel 20% delle circoscrizioni più disagiate 329 ). • Dovrebbero essere eliminati gli attuali sussidi e vantaggi fiscali a favore degli inceneritori. Meritano di essere presi seriamente in considerazione i divieti oppure un sistema di tassazione sui materiali riciclabili smaltiti negli inceneritori o in discariche. È assurdo considerare le ceneri pesanti come sostanze inerti, dato il loro contenuto elevato di diossine. La loro collocazione in discarica dovrebbero essere gravato da un sistema di tassazione più elevata. • Raccomandiamo che non vengano più costruiti inceneritori.

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CONCLUSIONI

-Considerato che le Direttive CEE, e le norme nazionali d'attuazione, insistono sulla prevenzione e

riduzione integrate dell'inquinamento, cioè si pongono come obiettivo quello di evitare o ridurre al

minimo le emissioni nell'aria, nell'acqua e nel terreno, allo scopo di conseguire un elevato livello di

protezione dell'ambiente;

-considerato che il D.Lgs 3/4/2006, n. 162, parte quarta, invita le Autorità competenti nella

pianificazione sui rifiuti a recuperare o smaltire i rifiuti senza pericolo per la salute dell'uomo e

senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente, precisando

all'articolo 178, comma 3, che: "La gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di

precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i

soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell'utilizzo e nel consumo di beni da cui

originano i rifiuti, nel rispetto dei principi dell'ordinamento nazionale e comunitario, con

particolare riferimento al principio comunitario "chi inquina paga"".

-considerato che gli inceneritori sono classificati fra le industrie insalubri di Classe I in base

all'Art. 216 del testo unico delle Leggi Sanitarie (G.U. n 220 del 20/09/1994, s.o.n.129).

-valutato che, con l'entrata in funzione del nuovo impianto di incenerimento, nella sua massima

potenzialità di 130.000 tonnellate annue, si otterrà un sicuro peggioramento della qualità

ambientale della città con inevitabili quanto prevedibili ricadute sulla salute della popolazione nella

sua generalità;

-tenuto conto che dalla letteratura sono noti esempi eclatanti di inquinamenti causati da sostanze

prodotte dagli inceneritori come le diossine e i furani (sostanze cancerogene e mutagene), metalli

pesanti (piombo, cadmio, mercurio), e nanopolveri (PM 2,5 e PM 1);

-ricordando la necessità di applicare i Principi della Legislazione Ambientale della Unione

Europea (art. 174-176), sanciti con i trattati di Maastricht ed Amsterdam, che si fondano sul

Principio della Precauzione, principio n. 15 della Dichiarazione di Rio de Janeiro, "Quando vi è

la minaccia di un danno serio ed irreversibile, la mancanza di una piena certezza scientifica non

deve essere utilizzata come motivo per rinviare l'adozione di misure i cui risultati sono

proporzionali ai costi al fine di prevenire la degradazione dell' ambiente" e sul Principio di

Prevenzione "correzione in via prioritaria alla fonte dei danni causati all'ambiente", appare dunque

evidente l'esposizione della popolazione a pericoli ulteriori per la salute che la realizzazione di cui

si discute andrebbe ad aggravare.

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Tanto esposto, si richiede di valutare se sia stata effettuata una corretta

procedura di tutela della salute umana, animale e ambientale, ed in caso

negativo valutare se ricorrano ipotesi di reato.

Dichiarano, altresì, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 408 c.p.p., di voler essere informati in caso di richiesta di

archiviazione della presente notizia.

Bolzano,

IN FEDE

Maria Teresa Fortini

Paola Dispoto

Alessandro Cosi

Argante Brancalion

Roman Zanon

Andreas Riedl

Pierluigi Gaianigo

Claudio Vedovelli

Claudio Campedelli

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