Etica delle cure alla fine della vita e dignità del morire
Lorenzo BoncinelliDipartimento di Area Critica Medico Chirurgica
SOD Cardiologia Geriatrica AOU Careggi
Manifesto sulla cura dell’anziano dell’OMS (1990):
“High tech, high touch”L’unico modo serio e moderno per affrontare i problemi della persona che invecchia è quello di utilizzare il massimo della tecnologia possibile, accompagnato però da una “profonda e sentita umanità”
Non sempre la tecnologia viene usata adeguatamente nella cura dell’anziano
Non sempre “la presenza di umanità” accompagna la fine della vita dell’anziano
Età avanzata, comorbilità e riperfusione coronarica nell’infarto miocardico acuto
Gli anziani ed i pazienti con elevata comorbilità sono più frequentemente esclusi dal trattamento di riperfusione coronarica in corso di IMA, nonostante che tale terapia sia associata a vantaggi clinici maggiori proprio nei pazienti anziani con elevata comorbilità
Barchielli A, et al. J Am Geriatr Soc 2003
Tumori e cause di morte in Italia
Incidenza dei tumori: 300.000 nuovi casi all’anno(il 65% con un età > 65 anni)
In Italia ci sono 550.000 morti all’anno
150.000 (27%) per tumori
240.000 (44%) per cause cardiovascolari
nel 73% hanno un età > 65 anniDati ISTAT 2006
ScompensoScompenso cardiacocardiaco: : pandemiapandemia del XXI sec.del XXI sec.
MondoMondo, 22 , 22 milionimilioniStatiStati UnitiUniti, 5 , 5 milionimilioni
ItaliaScompenso cardiaco: 1° DRG Medico
180.000 nuovi casi all’anno
500 ricoveri giornalieri (superiore all’infarto miocardico)
nel 80-90% dei casi si tratta di riospedalizzazioni
In Europa il tasso di mortalità per scompenso cardiaco cronico è superiore a quello delle
forme più comuni del cancro
Prevalenza di demenza, per classi di età
Italia, Rocca 1990Canada, Canadian Study 1994Spagna, Lobo 1995USA, Bachman 1992Olanda, Ott 1995Giappone, Ogura 1995
0
10
20
30
40
65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 >90
Età (anni)
Pre
vale
nza
(%)
Raddoppia ogni 5 anni di età: 40% a 85-89 aa
Traiettorie verso il decessoLynn et al., 1995
Neoplasie
Scompenso cardiaco
Morte
Dis
abili
tà/g
ravi
tàdi
mal
attia
M. Neurodegenerative
Chiara fase di declino che precede il decesso
Percorso di declino non chiaro, decesso
imprevedibile
Declino lento e pregressivo
tempo
L’invecchiamento della popolazione e le implicazioni sui sistemi di cura alla fine
della vita rappresentano rilevanti questioni di sanità pubblica per il
ventunesimo secoloLe persone, affette da malattie croniche
gravi, presentano spesso preoccupazioni e bisogni simili
Occorre rendersi conto che una assistenza non adeguata alla fine della
vita rappresenta una mancanza gravissima per un sistema sanitario
Il tema della morte e della fine della vita è molto “impopolare”
E’ un tema che non si può nascondere, ignorare o mistificare
In fondo, non c’è argomento che ci riguardi tutti indistintamente più da vicinoCredo sia utile una presa di coscienza e
sia necessario un dibattito leale e civile, il più possibile partecipato
Cambiamenti nel processo del morire
A differenza del passato e in conseguenza dell’accresciuto potere medico sulla vita, oggi
la morte è sempre meno un evento improvviso. Anche nelle malattie inguaribili, la medicina èin grado di prolungare il processo del morire
Sono divenute sempre più frequenti quelle situazioni definite “prive di dignità” e che periodicamente
affiorano alla consapevolezza pubblica attraverso casi clamorosi
(es.Terri Schiavo, Eluana Englaro, Piergiogio Welby)
Cosa ci si aspetta dalla medicina ?
Il vissuto psicologico dell’uomo contemporaneo evidenzia un
rifiuto della morterifiuto della morte e un’attesa sproporzionata e un’attesa sproporzionata nell’efficacia dellanell’efficacia della medicinamedicina
Come conseguenza si verificano:Incapacità ad accettare i limiti imposti dalla naturaAumento di speranze infondateDenuncia impropria di “colpe ed errori” nei confronti dei medici
Le denunce di “errori” medici in Italia sono aumentate…
1994 3.1502002 7.800
+ 184%
Nella maggioranza dei casi queste denunce sono causate da cattiva comunicazionecon i pazienti e soprattutto con i familiari
Ma, in ambito medico, cosa significa comunicare bene?
presupporre una medicina centrata sul paziente considerato nella sua globalità e complessitàcoinvolgere l’aspetto emotivo-affettivo, presupposto di una buona alleanza terapeuticaessere in relazione col paziente, condividere il problema con lui e la famigliacoinvolgere l’intera équipe e l’intera rete sanitaria a disposizione
Richiede al medico il dovere del “prendersi cura”
Significa:
La carta di Firenze per la sanità
Il tempo dedicato all’informazione, alla comunicazione e alla relazione è
tempo di cura
Le CURE nelle malattie croniche progressive: curative, palliative, e quelle di
supporto alla famiglia“Cure curative”
(modificano la storia naturaledi malattia, allungano la vita)
Cure palliative (riducono i sintomi, migliorano
la qualità della vita)
Lutto
Diagnosi Faseterminale
Decesso
Cure per il paziente
Cure per i familiari
Progressione della malattia
Lynn J, Adamson DM. Living well at the end of life: adapting health care toserious chronic illness in old age. Arlington, VA, Rand Health, 2003.
Cure di fine vita
Mantenere la migliore qualità di vitaattraverso il controllo delle innumerevoli alterazioni fisiche, psicologiche, sociali e spirituali dei pazienti e delle loro famiglie
“ the active, total care of patientswhose disease is not responsive to
curative treatment ”OMS 2002
Cosa provano i malati nella fase avanzata della malattia?
grande angoscia,provocata dalla paura
della morte e soprattutto dal timore
dell’isolamento,dell’abbandonosociale e della
dipendenza dagli altri
Cosa suscita il malato in fase avanzata di malattia nella collettività?
Suscita sentimenti di disagio perchè è difficile per i sani confrontarsi con una
situazione di sofferenza, di decadimento fisico, di perdita del ruolo sociale.
E’ più facile, invece, cadere nel pietismo o arroccarsi in una posizione difensiva di rifiuto come se il “non vedere” possa in qualche modo garantirci dalle malattie.
Morire è un atto di normalità,unica e assoluta certezza della vita.
Ciò è vero in particolare nell’età anziana
Dove si muore da vecchi?In ospedale (troppo)a casa (poco)in struttura residenziale (a volte)per la strada (raramente)
Comunque molto spesso soli
come medici e come uomini cosa vorremmo che accomunasse il
difficile cammino dei nostripazienti verso la morte ?
Il concetto di dignità del vivere edel morire
Dignità della morte
Che avvenga in un luogo adeguato (non sempre l’ospedale è idoneo)Che tutto il personale sia formato sui temi dell’approccio psicologico al “percorso della morte”Che avvenga con il rispetto delle volontàespresse dal malato
Che avvenga soprattutto senza dolore
Consumo dei farmaci oppiacei in Europa (% sul totale spesa farmaceutica)
Fonte: Ministero della Salute (dati relativi al 2004)
Bioetica della morte
La morte diventa un problema bioetico perchè le nuove e più
avanzate tecnologie riescono persino ad interferire sulla morte o, almeno,
sul processo del morire.
Bioetica
La bioetica è stata definita “l’intima luce che…puòguidare… il progresso biomedico…verso il fine cui ènaturalmente orientato, cioè, il pieno benessere dell’uomo”IL termine “bioetica” si deve all’oncologo VanResselaer Potter il quale, nel libro “Bioethics: bridge to the future” del 1971, tenta di conciliare la scienza della vita (biologia) con la scienza dello spirito (etica)
Si basa essenzialmente su quattro principi: Autonomia (rispetto per l’autodeterminazione del paziente)Beneficialità (promuovere il bene del paziente)Non maleficialità (non nuocere)Giustizia (tutti i pazienti devono essere trattati equamente)
Nello specifico, il medico, si trova a decidere:
cosa fare per i morenticosa fare per le persone in statovegetativocosa fare per persone che soffronoe che hanno perso qualsiasi capacità decisionale e che presentano gravealterazione dello stato di coscienza
Coma - stato vegetativo - morte cerebrale
Stato dicoscienza
Coma
TraumaEmorragiaAnossia
Morte cerebrale(Cessazione irreversibile ditutte le funzioni encefaliche)
Malattie degenerative o metaboliche
Stato vegetativo
S.V. transitorio(si risolve entro un mese)
S.V. persistente(almeno da un mese)
S.V. permanente(da oltre 6-12 mesi)
Requisiti di morte cerebrale
Assenza dell’attività elettrica all’EEG alle massime amplificazioni (in casi dubbi, occorre valutare anche il flusso ematico cerebrale con doppler transcranicoo angiografia)
Assenza assoluta di tutti i riflessi del tronco cerebrale: riflesso fotomotore, corneale e cilio-spinale, vestibolo-oculare ed oculo-cefalico; infine l’assenza del riflesso tussigeno alla stimolazione bronchiale
Assenza di respiro spontaneo (da valutare mediante il Test di apnea)
Lo stato vegetativo “oggi”: numeri ecomportamenti
Negli USA ci sono circa 20.000 adulti e 10.000 bambini in stato vegetativo
In Italia sono circa 5.000 i soggetti interessati
La maggior parte di questi pazienti muore entro 5 anni
Gli esperti statunitensi raccomandano di non rianimare queste persone in caso di crisi.
In presenza di una volontà scritta o ricostruibile, considerano accettabile l’interruzione
dell’alimentazione e di altre cure salvavita
Hospice
Hospice è un luogo dove prevale la persona sulla malattia; dove è data
rilevanza alla famiglia.Qui l’accompagnamento alla morte, la cura del
morente e l’attenzione per le cure palliativecostituiscono la base della filosofia
assistenziale
Il primo Hospice nacque oltre trenta anni fa in Gran Bretagna per merito di Cecily Saunders.
La situazione Italiana: cure palliative e Hospice
Le Regioni spendono solo il 40% dei fondi stanziati per le cure palliative (il 60% dei soldi rimangono inutilizzati)
Le cure palliative stentano a decollare, nonostante che dal 2001 siano state inserite nei Lea (Livelli essenziali di assistenza)
Gli Hospice sono saliti a 120 nel 2005 (la quota programmata di 250 è ancora lontana). In Toscana attualmente sono 16.
I “costi” dei malati terminali e degli HospiceIn Italia sono 250 mila i malati terminali, chenecessitano di cure palliativeCi sono i familiari, altre 800.000 persone che devonoaffrontare in media una spesa di 2.580 euro per coprire per poco più di un mese i cosiddetti costi“occulti”Circa il 25% di questi pazienti terminali sono trasferitiin UCI (ricovero incongruo con un costo di 1.200 euro al giorno) (I letti UCI sono il 5% dei letti globali e assorbono il 20% del budget ospedaliero)Un letto in Hospice costa 400 euro al giorno, con un risparmio netto per il SSN e soprattutto con un risparmio di sofferenza umana dal valore inestimabileX Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative - Milano 2003
Problemi e quesiti che si presentano al cuore e all’intelligenza del personale che
assiste il malato alla fine della vita
Iniziare, proseguire, ridurre o sospendere un qualsiasi tipo di alimentazione artificiale ?Trattare o meno un’infezione nella fase terminale-agonica ? Continuare a curare giornalmente le piaghe da decubito, anche se le condizioni del malato peggiorano rapidamente e la loro cura spesso crea un aumento del dolore nel paziente?Trasfondere con insistenza il paziente, anche se tale metodica determina un transitorio e poco significativo miglioramento?Trattare alcuni sintomi resistenti e refrattari alle comuni terapie con la sedazione palliativa come unica alternativa per una morte priva di sintomi e dignitosa per il malato?
In pratica si tratta di imparare a convivere con l’incertezza
Difesa della vita
non punon può ò significaresignificare opporsiopporsi sempresempre e e comunquecomunque allaalla mortemorte ancheanche a a costocosto didirendererendere disumanadisumana la vita. Il la vita. Il ricorrerericorrere a a
cure cure estremeestreme determinadetermina soltantosoltantosofferenzesofferenze insostenibiliinsostenibili e e inutiliinutili
E’ indebito il prolungamento delPROCESSO DEL MORIRE
Decisioni mediche di fine vita
vengono definite come l’insieme delle azioni, o delle omissioni, mediche volte ad “affrettare” una morte inevitabile
Carlet J, et al. Challenges in end-of-.life care in the ICU5 th International Consensus Conference in Critical Care
Intensive Care Med 2004;30:770
End of life decisions and care of the elderlyEditorial di James P. Newton, Gerondontology 2006;23:65-66
Limitazione dei trattamentiLa decisione di non iniziare (withhold) o di sospendere (withdraw) le terapie di supporto vitale è compatibile con il mantenimento di altre terapie, volte a ridurre le sofferenze psicofisiche del paziente
L’astensione e la sospensione terapeutica sonoconsiderate eticamente equivalenti
La sospensione di una terapia va presa in considerazione quando:
La situazione clinica controindichi la prosecuzionevenga meno il consenso del pazientesi sia raggiunto un limite terapeutico predefinito
Carlet J, et al. Intensive Care Medicine 2004;30:770-784
Percentuale di morti in UCI precedute da sospensione delle cure
In Europa: Spagna: 34.3%
(Esteban A, Int Care Med 2001)
Francia: 53% Francia: 53% (Ferrand E, Lancet 2001)
Europa Occid.: sino al 79% (Murray LS, Lancet 1993)(Melltorp G, Int Care Med 1996)(Sprung C, JAMA 2003)
Negli USA sino al sino al 90%90%
Prendergast TJ, Crit Care Med 1997;155:15-20 Karlawish JHT, Am J Respir CritCare Med 1997; Prendergast TJ, Am J Respir CritCare Med 1998; McLean RF, Crit Care Med 2000Hall RI, Chest 2000
Decisioni di fine vita in Europa
La percentuale di morti precedute da una qualche “scelta di fine vita” in Italia arriva appena al 23%pazienti e familiari sono coinvolti nel processo decisionale nei Paesi in cui è maggiore la frequenza delle “scelte di fine vita”
Inoltre in Italia
più del 50% di tutte le “scelte di fine vita” non sono state discusse né con il paziente né con i familiari
C. Sprung, et al. The Ethicus Study JAMA 2003;290:790-797
Le differenze tra Paesi nelle decisioni di fine vita(EURopean End of Life Decisions)
15
1020
30%
sul
tota
le d
ei d
eces
si
Belgio Danimarca Italia Olanda Svezia Svizzera
decisioni di fine vita
non trattamento alleviamento del doloreeutanasia e suicidio assistito
eeuurreelldd
Miccinesi G, et al. Physicians’ attitudes towards end-of-life decisions: a comparison between seven countries. Social Science and Medicine 2005, 60(9): 1961-1974
End-of-life Content in Treatment Guidelinesfor Life-Limiting Diseases
Kimberly R. Mast, Marybeth Salama, Gabriel K. Silverman, Robert M. ArnoldUniversity of Pittsburgh, Division of General Internal Medicine, Pennsylvania
Objective: To assess the degree to which end-of-life care is integrated intonationally developed guidelines for chronic, noncurable, life-limiting diseases.…nine chronic diseases (chronic obstructive pulmonary disease, end-stage liver disease, amyotrophic lateral sclerosis, congestive heart failure, dementia, cerebrovascular accident, end-stage renal disease, cancer [breast, colon, prostate, lung], and human immunodeficiency virus)Results: Only 14% of guidelines advised physicians to consider palliative care at a specific point in the disease course. Conclusion: Current national guidelines on nine chronic, life-limiting illnessesoffer little guidance in end-of-life care issues despite a recent increase in attention tothis aspect of medical care.
J Palliat Med 2004; 7: 754-773
End-of-life care for the critically ill: A national intensive care unit survey*Nelson JE, Angus DC, Weissfeld LA, Puntillo KA, Danis M Deal D, ,
Cook DJLevy MM, ; for the Critical Care Peer Workgroup of the Promoting Excellence in End-of-Life Care Project.
OBJECTIVE: One in five Americans dies following treatment in an intensive care unit (ICU), and evidence indicates the need to improve end-of-life care for ICU patients. SETTING: Six hundred intensive care units. PARTICIPANTS: A random, nationally representative sample of nursing and physician directors of 600 adult ICUs in the United States. CONCLUSIONS: Intensive care unit directors perceive important barriers tooptimal end-of-life care but also universally endorse many practicalstrategies for quality improvement.
Crit Care Med 2006;34:1-7
Recommendations for end-of-life care in the intensive care unit:
The Ethics Committee of the Society of Critical Care MedicineTruog RD et al. Crit Care Med 2001
End-of-life in the intensive care unit: Can we do better?M. Levy Crit Care Med 2001
SIARTI anestesiology
Minerva Anestesiol 2003;3:101-118.
Strategie per le cure compassionevoli di fine vita
• sviluppare un rapporto personale con la morte
• capacità di comunicazione: essere sinceri e presenti
• creare l’ambiente adatto
• disponibilità a “perdere il controllo”
• facilitare le decisioni di fine vita
crea un rapporto personale con il processo della morterifletti su morte e perditaabituati all’incertezza di malattia e morte
Strategie per cure di fine vita compassionevoli
• sviluppare un rapporto personale con la morte
• capacità di comunicazione: essere sinceri e presenti
• creare l’ambiente adatto
• disponibilità a “perdere il controllo”
• facilitare le decisioni di fine vita
sii sinceromanifesta una presenza compassionevoleascolta senza distrarti
Strategie per cure di fine vita compassionevoli
• sviluppare un rapporto personale con la morte• capacità di comunicazione: essere sinceri e presenti• creare l’ambiente adatto• disponibilità a “perdere il controllo”• facilitare le decisioni di fine vita
stanza separatanon “mollare” il colloquio ad altricoinvolgi infermieri ed équipe
Strategie per cure di fine vita compassionevoli
• sviluppare un rapporto personale con la morte• capacità di comunicazione: essere sinceri e presenti• creare l’ambiente adatto• disponibilità a “perdere il controllo”• facilitare le decisioni di fine vita
sii disponibile a manifestare il tuo disagiosii disponibile a dire “non so”lascia che sia la famiglia a scegliere il tono della comunicazionescopri quali sono i bisogni del paziente e della famigliasappi quando riunire i familiari
Strategie per cure di fine vita compassionevoli
• sviluppare un rapporto personale con la morte
• capacità di comunicazione: essere sinceri e presenti
• creare l’ambiente adatto
• disponibilità a “perdere il controllo”
prova a metterti al posto di un familiarenon scaricare le decisioni sul paziente e familiariaiuta la famiglia a prendere una decisionepresenta cosa vorresti farerievoca la volontà del paziente
• Facilitare le decisioni di fine vita
L’eventuale decisione di un limite diventa operativa quando comunicata,
compresa e condivisa da tutte le figure coinvolte nella decisione
(medici, infermieri, familiari)
La decisione finale va motivata e riportata in cartella clinica
Ogni qualvolta è necessario, devono essere fornite sedazione ed analgesia
adeguate: per nessun motivo un malato dovrà morire con dolore e sofferenza
Rapporto medico-paziente: dal paternalismo al consenso
Diagnosi di malattia
Confrontarsi con il vissuto del paziente,
tener conto del consenso e della sua volontà
Medicina centrata sul
Paziente
Impostazione del trattamento terapeutico
Eutanasia-Suicido assistito-Dichiarazioni anticipate
Eutanasia (dal greco “buona morte”): Qualsiasi attocompiuto da medici o da altri, finalizzato ad accelerare o causare la morte di una persona per porre termine a una situazione di sofferenza, tanto fisica quanto psichica, non più tollerabile Si parla di eutanasia attiva volontaria quando il medico agisce su richiesta esplicita del malatoEutanasia passiva (astensione terapeutica): è l’astensione da parte del medico a praticare cure volte a tenere ancora in vita il malatoSuicido assistito: atto mediante il quale un malato si procura una rapida morte grazie all’assistenza del medico
I medici italiani e l’eutanasia
Da un sondaggio del febbraio 2006 commissionato da AdnKronos Salute e realizzato online da EDRA, hanno risposto 5000 medici italiani:
32% favorevoli all’eutanasia39% favorevoli solo nel caso in cui il paziente sia in condizioni irreversibili e tenuto in vita con mezzi artificialiIl 37% ha risposto che il testamento biologico potrebbe rappresentare una valida alternativa
Dall’eutanasia al testamento biologicoEutanasia(la dolce morte)
Si pratica, sotto forma di consentita in:• Olanda e Belgio (dal 2002)• Oregon (USA)• Svizzera (suicidio assistito)
astensione dalle cure, in molti reparti specie nelle
UCI, (dati non stimati)
Il ministro della salute francese Philippe Douste-Blazy- ha dichiarato recentemente: “ogni anno 150 mila 'macchine' vengono spente dai medici senza aver nessuno 'strumento' formale per farlo. Si tratta di un'ipocrisia alla quale bisogna porre fine. E per questo - conclude - è indispensabile un intervento per chiarire la legge attuale''.
Pio XII, papa Eugenio Pacelli:"il medico non deve far morire, ma se nella sua opera di attenuazione delle sofferenze, indirettamente si causa anche l'effetto di accelerare la morte, questo può essere fatto".
Il consenso ai trattamenti medici
L’art. 32 della Costituzione dice:“Nessuno può essere obbligato ad un
determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”
L’art.13 afferma: “la libertà personale èinviolabile”
Da questi due articoli discende che, in linea generale, nessun medico, può imporre, contro la volontà del paziente, un trattamento sanitario: neppure se salva la vita.
Ma che cosa succede quando non siamo in grado di decidere
per noi stessi?
Le novità del Codice Deontologico Medico1998
art. 20: “Il medico deve astenersi dal cosiddetto accanimento diagnostico-terapeutico consistente nell’irragionevole ostinazione in trattamenti da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente o un miglioramento della qualità della vita”
L’art. 44, inoltre afferma che: “ove si accompagni difetto di coscienza” “il medico dovrà agire secondo
scienza e coscienza proseguendo nella terapia finché ragionevolmente utile”
Il 4 aprile 1997 i Paesi del Consiglio d’Europa hanno firmato ad Oviedo la Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina, ratificata dal Parlamento italiano nel 2001. L’art. 9 stabilisce che “i desideri precedentemente espressi da un paziente riguardo ad un intervento medico, devono essere tenuti in considerazione, anche se il paziente, al momento dell’intervento, non è in grado di manifestare la propria volontà”.Tale indicazione è stata recepita dal nuovo codice di deontologia medica del 1998, che all’art. 34, così recita: “… Il medico deve attenersi, nel rispetto della dignità, della libertà e dell’indipendenza professionale, alla volontà liberamente espressa dalla persona…, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà in caso di grave pericolo di vita, non può non tener conto di quanto precedentemente manifestato dallo stesso…”
Volontà del malato e trattamenti medici
Testamento biologico o “living will “(volontà del vivente o direttive anticipate di trattamento)
E’ una dichiarazione scritta con la quale un soggetto, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, sceglie i trattamenti medici che desidera ricevere e quelli che intende rifiutare, nel caso in cui fosse incapace di esprimere il proprio consenso (Rappresenta una estensione della dottrina del consenso informato). E’ legale in quasi tutti gli Stati americani, il primo fu la California nel 1976, e dal 1991 è in vigore in tutti gli USA il Patient self-determination act; che impone ai luoghi di cura di informare i pazienti circa il loro diritto ad avere una direttiva anticipata
• Molti altri Paesi (Canada, Danimarca, Spagna, Olanda, ecc.)hanno riconosciuto validità al testamento biologico (oggi sono 46 Paesi)
Il testamento biologico: perchè?
Il Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) nella seduta del 18 dicembre 2003 ha concluso il documento “Dichiarazioni anticipate di trattamento” dando, in questo modo, legittimità ad un argomento da sempre temuto in Italia, il consenso anticipato all’atto medico dell’avente diritto
Il documento approvato dal CNB non è, ovviamente, legge, però, come sempre è avvenuto sinora per molte raccomandazioni del Comitato, certamente costituirà il punto di partenza di un iter legislativo che porterà ad una legge dello Stato
N. 687
DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa dei senatori MARINO, CAFORIO, EMPRINGILARDINI, FINOCCHIARO, GIAMBRONE, IOVENE e RANIERI
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 GIUGNO 2006
Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazionidi volonta` anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare
l’accanimento terapeutico
SENATO DELLA REPUBBLICAXV LEGISLATURA
Un incoraggiamento per tutti coloro che si occupano di pazienti alla fine della vita
“Il nostro compito è simile a quello del suonatore d’arpa.Al suonatore d’arpa viene un callo sulla punta delle dita: in questo modo non si ferisce quando suona e tira le corde; però se è un buon suonatore, nonostante i calli, conserva un’ottima sensibilità.I calli non gli impediscono di essere un buon suonatore, sono proprio essi che lo rendono tale.Il coraggio non è l’assenza di paura, ma la capacitàdi continuare a funzionare correttamente anche avendo paura”.
(K. C. Sorensen)