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FORMAZIONE

Sicurezza

Modulo 4 RELAZIONALE

FORMAZIONE E CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI

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PERCORSO

• L’informazione, la formazione e l’addestramento.

• Le tecniche di comunicazione.

• Il sistema delle relazioni aziendali e della

comunicazione in azienda.

• La consultazione e la partecipazione dei

rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

• Natura, funzioni e modalità di nomina o di elezione

dei RLS.

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L’INFORMAZIONE, LA FORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO

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Articolo 2, comma 1, lettere aa, bb, e cc

Definizioni di:

aa) Formazione

bb) Informazione

cc) Addestramento

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aa) Formazione:

Processo educativo attraverso il quale

trasferire ai lavoratori e agli altri soggetti del

sistema di prevenzione e protezione aziendale

conoscenze e procedure utili alla acquisizione di

competenze per lo svolgimento in sicurezza dei

rispettivi compiti in azienda e alla identificazione,

alla riduzione e alla gestione dei rischi

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bb) Informazione:

Complesso delle attività dirette a fornire

conoscenze utili alla identificazione, alla

riduzione e alla gestione dei rischi in

ambiente di lavoro.

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cc) Addestramento:

Complesso delle attività dirette a fare

apprendere ai lavoratori l’uso corretto di

attrezzature, macchina, impianti,

sostanze, dispositivi, anche di protezione

individuale, e le procedure di lavoro.

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Conoscenze

Piano cognitivo/teorico

Sapere: nozioni, teorie, cognizioni, informazioni;

Saper Sapere: riflessività proiettata sul futuro, identificazione,

valutazione, individuazione, capacità di

giudizio…

Abilità

Piano operativo/pratico

Fare: manualità, capacità di uso e di utilizzo, abilità

procedurale (modi di procedere e di operare);

Saper Fare: scelte autonome e responsabili, in riferimento

alle procedure per l’uso e all’utilizzo di

attrezzature, macchine…

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Comportamenti

Piano emozionale/relazionale

Essere: capacità comunicative, relazionali ed

empatiche, assunzione consapevole del

proprio ruolo di promozione, capacità

cooperative e collaborative, originalità…

Saper essere: motivazione, intenzionalità,

coinvolgimento affettivo, intenso e

profondo, generosità, spinta a un fine

ideale, alla cura del prossimo.

Competenze

Piano cognitivo/teorico

Piano operativo/pratico

Piano emozionale/relazionale

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ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO FORMATIVO

DEI LAVORATORI

Formazione generale: 4 ore

Contenuti:

Concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione

Organizzazione della prevenzione aziendale

Diritti, doveri e sanzioni per i vari soggetti aziendali

Organi di vigilanza, controllo e assistenza

Formazione specifica: 8 ore (per la scuola)

Contenuti:

Rischi specifici inerenti l’attività del settore

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FORMAZIONE PREPOSTI E DIRIGENTI

Preposto: persona che, in ragione delle competenze

professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa

Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa (es. i Collaboratori del DS, il DSGA, i fiduciari di plesso...)

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ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO FORMATIVO DEI PREPOSTI Durata : alle 12 ore del percorso generale e specifico previste per i

lavoratori, si aggiungono 8 ore Contenuti:

Principali soggetti del sistema di prevenzione aziendale: compiti, obblighi, responsabilità;

Relazioni tra i vari soggetti interni ed esterni del sistema di prevenzione

Definizione e individuazione dei fattori di rischio

Incidenti e infortuni mancati

Tecniche di comunicazione e sensibilizzazione dei lavoratori, in particolare neoassunti, stranieri

Valutazione dei rischi dell'azienda, con particolare riferimento al contesto in cui il preposto opera

Individuazione misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione

Modalità di esercizio della funzione di controllo dell'osservanza da parte dei lavoratori delle disposizioni di legge e aziendali in materia di salute e sicurezza sui lavoro, e di uso dei mezzi di protezione collettivi e individuai messi a loro disposizione.

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ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO FORMATIVO DEI DIRIGENTI

Durata 16 ore

Contenuti:

Modulo Giuridico-normativo

Modulo Gestione ed organizzazione della sicurezza

Modulo Individuazione e valutazione dei rischi

Modulo Comunicazione, formazione e consultazione

dei lavoratori

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Le tecniche di comunicazione

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Il paradigma trasmissivo

Rappresentazione lineare del processo di

comunicazione

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Il paradigma sistemico di comunicazione Concezione della società quale sistema integrato di elementi, basato sui processi di comunicazione introduzione del concetto di comprensione (chi, come e a chi si

vuole comunicare)

la comprensione non avviene mai nel vuoto ma all’interno di un ambiente che la influenza (feedback)

Il mittente e il ricevente si modificano vicendevolmente, il processo è circolare e il comportamento di ciascun individuo influenza ed è influenzato da quello degli altri

Superamento del concetto di unidirezionalità della

comunicazione: necessità di controllare le condizioni circostanti e assumere, entro certi limiti, il punto di vista del destinatario

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Codici – metacomunicazione

Ogni comunicazione utilizza un codice o

atteggiamento che integra codice di

contenuto, di relazione e intenzionalità.

L’adulto media fra i tre codici e ricerca

l’oggettività.

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1° assioma - È impossibile non comunicare: ogni atteggiamento, comportamento, perfino il

silenzio, costituisce una precisa comunicazione

2° assioma - Ogni comunicazione è costituita da una parte di contenuto e da una parte di

relazione: il contenuto è il dato che viene trasmesso, la relazione è il rapporto che si instaura tra i

soggetti. Watzlawick sostiene che il contenuto della comunicazione pesa solo il 7%, rispetto al

93% della relazione. Le persone non litigano quasi mai per i contenuti, ma per le relazioni.

Nessuno è responsabile da solo

3° assioma - Il senso e il significato della comunicazione dipendono dalla punteggiatura:

se si è in disaccordo sulla punteggiatura si creano conflitti, incomprensioni, equivoci; la posizione

delle pause all'interno di un discorso è molto importante ai fini del tipo di messaggio o dello stato

d'animo che si vuole trasmettere. il messaggio che conta è quello che il destinatario capisce. La

relazione è data dalla punteggiatura

4° assioma - La comunicazione è sia analogica (ad esempio le immagini, i segni) che

numerica (le parole)

5° assioma - tutti gli scambi sono simmetrici (esempio due amici) e complementari

(esempio mamma e figlio). Per instaurare rapporti sani è necessario che i due comunicanti si

mettano in relazione in modo simmetrico in certe situazioni e in modo complementare in altre. In

ogni comunicazione c’è un rapporto di relazione (uno up e uno down, ma tutti vogliono essere up)

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Domanda

Come risolvete un conflitto in famiglia, con

gli amici, con i colleghi di lavoro, con uno

sconosciuto per strada, ecc.?

Quale è la modalità migliore per risolvere un

conflitto ad esempio all’interno di una

scuola?

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Risposta

vi sono innumerevoli e diversi metodi di

incontro e risoluzione dei conflitti: ne

elenchiamo alcuni in ordine crescente

ipotizzandone un utilizzo ideale per la

risoluzione di un conflitto

questi metodi e comportamenti vengono

utilizzati da tutti, spesso anche in modo

inconsapevole, all’interno della propria

vita quotidiana

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1. Lasciar perdere, ignorare

Il disinteressato, l’indifferente non curante fingere di non sapere o vedere

astenersi dalla relazione, dal dare un contributo

alla comunicazione

non preoccuparsi o non occuparsi di qualcuno o

di qualcosa

il minimo, il negativo dell’appartenenza e della

motivazione (assenza dimensione materna)

“Con voi è meglio lasciar perdere,

non c’è niente da fare”

.

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2. Litigare, discutere

L’arrogante, il superbo rivalitario

venire a contrasto (in modo aspro e ingiurioso)

disputarsi o contendersi qualcosa

essere in conflitto, in disaccordo

ostacolarsi, opporsi

il minimo, il negativo della relazione, della ricerca

di vicinanza (assenza dimensione fraterna)

“Tu vuoi sempre aver ragione,

con te non si può parlare, sei arrogante”

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3. Imporre, obbligare

L’autoritario, il prepotente antidemocratico

far osservare o rispettare qualcosa

comandare o intimare

farsi valere con la propria autorità sugli altri

il minimo, il negativo della proiezione verso il

futuro nella ricerca della conoscenza (eccesso

dimensione paterna)

“Questa è la legge e la legge sono io,

quindi si fa così… punto e basta!”

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4. Pregare, implorare

Il volenteroso, il buonista premuroso

chiedere qualcosa con particolare intensità

facendo appello all’altrui sensibilità e coscienza

il massimo, il positivo dell’appartenenza e della

motivazione (eccesso dimensione materna)

“Non si può fare il processo alle intenzioni,

troviamo una soluzione buona per tutti”

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5. Giocare, scherzare, prendere in giro

Il socievole, l’amico vivace

agire e parlare in modo allegro e divertito, a volte

però in modo leggero e imprudente

il massimo, il positivo della relazione, della ricerca di

vicinanza (eccesso dimensione fraterna)

“Dai il buon esempio … giochiamo e…

divertiamoci… state bene… sono tuo amico

fraterno”

.

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6. Convincere, dimostrare

L’insegnante, il razionale ragionatore

indurre con la forza del ragionamento o con la

validità degli argomenti a riconoscere, accettare,

ammettere qualcosa

provare la verità di un enunciato

il massimo, il positivo nella proiezione verso il futuro,

nella ricerca di una conoscenza-competenza comune

“Ti ho convinto? Mi hai convinto;

questa volta hai proprio ragione!”

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7. Assecondare, concordare

Il burocrate obbediente, il conformista

routinario

accettare di fare qualcosa

compiacere per cortesia

accontentare o conformarsi

mancanza di motivazione, mancanza di intenzionalità

futura, involuzione del sistema, perdita per tutti

(assenza dimensione paterna)

“Per ora restiamo d’accordo, ci vediamo fra un

mese e vediamo”

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8. Partecipare, rilanciare ipotesi

L’idealista creativo, l’illuso ingenuo.

manifestare interessamento intervenendo e

prendendo parte

esprimere la propria opinione

mancanza di soluzioni pratiche attuabili nella

quotidianità futura, distaccamento dalla realtà

“A me sembra una gran perdita di tempo”

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9. Negoziare, fare compromessi

Il rinunciatario, l’opportunista rassegnato

trattare per arrivare a un accordo

accomodamento fra due o più persone in contrasto tra loro

in cui ciascuno rinuncia a una parte delle sue richieste

cedimento rispetto ai propri principi

condurre trattative, contrattare

mancanza di conoscenze e verità definitive affinché il

problema sia risolto con giustizia da entrambe le parti

“Si è optato per il male minore”

.

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10. Cooperare, collaborare

Il sapiente, il collaboratore modello

operare insieme con altri adulti per il

raggiungimento di un fine comune

contribuire al prodursi di un effetto

lavorare congiuntamente alla riuscita di

un’impresa od obiettivo comune

concorrere insieme al conseguimento di

un’intesa.

“Abbiamo collaborato al bene comune.

Fa le cose bene, velocemente ed è

pure simpatico!”

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Schema riassuntivo con aree di sovrapposizione

delle dimensioni paterna, materna e fraterna

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regole implicitamente riconosciute dai

partecipanti

ad una conversazione cooperativa

Massima dimensione paterna, cognitiva e di

riflessività:

ciascun interlocutore deve fornire le informazioni

richieste e che possiede con pertinenza.

Queste informazioni devono essere ritenute vere dal

partecipante alla conversazione che deve possedere

prove adeguate e argomentazioni valide al fine di

dimostrare la veridicità, autenticità e giustezza

delle stesse dimostrazioni

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Massima dimensione materna,

motivazionale e di generosità

ciascun interlocutore si impegna a dire la verità e

ciò che ritiene altamente significativo al fine

dell’arricchimento della conversazione

ciò che viene detto da ciascuno deve essere

ritenuto rilevante da chi lo pronuncia, il quale

deve essere inoltre coinvolto e motivato al fine

del raggiungimento di una conclusione o scopo

comune.

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Massima dimensione fraterna,

comportamentale e di abilità

ciascun interlocutore deve essere in grado di

fornire il giusto numero di informazioni in un

tempo equo per tutti

non deve essere quindi troppo prolisso ma

nemmeno breve, dovrà evitare di essere oscuro

ricercando quindi una chiarezza espositiva e una

modalità ordinata nell’esporre i propri contenuti.

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Il sistema delle relazioni aziendali e

della comunicazione in azienda

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"La comunicazione organizzativa può essere definita come l'insieme di processi di creazione, di scambio, di condivisione di messaggi informativi e valoriali all'interno delle diverse reti di relazioni che costituiscono l'essenza dell'organizzazione e della sua collocazione nel suo ambiente… Essa costituisce parte integrante dei processi produttivi e decisionali e dei rapporti con gli ambienti esterni; viene usata per definire e condividere la missione, la cultura e i valori…". (Invernizzi, 1996, p.72)

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Strumento di coordinamento di tutti i soggetti, di tutte le strategie e le azioni di comunicazione che l’organizzazione mette in campo per favorire il raggiungimento dei propri obiettivi di comunicazione

il piano di comunicazione non va ridotto a semplice documento che elenca le azioni comunicative dell’ente, ma va pensato come processo che attraversa e coinvolge tutta l’organizzazione e la modifica nelle sue modalità organizzative

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TECNICHE DI SOLUZIONE DEI PROBLEMI

IL PROBLEM SOLVING

Il Problem Solving è definito come “l’arte di risolvere problemi” sia

per natura personale, sia interpersonale o delle organizzazioni (aziende,

enti, comunità, ecc.), mediante l’utilizzo di tattiche e tecniche, con il

massimo possibile di efficacia (soluzione del problema) e di efficienza

(tempo e sforzi impiegati).

Il Problem Solving è l’abilità, in genere, di trovare soluzioni in qualsiasi

ambito.

Tramite il Problem Solving, a prescindere dalle risorse e dalla situazione,

si trova il modo di uscire dal problema.

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8 DISCIPLINES (8D)

L’ 8D (8 Disciplines) è una delle più famose e complete

metodologie di Problem Solving.

Fu introdotta nel 1987 dalla Ford Motor Company

E’ una metodologia strutturata a passi, applicabile

alla risoluzione di ogni tipo di problema che può

nascere all’interno di una organizzazione

Crea particolare valore aggiunto nella gestione di Non

Conformità, Azioni Correttive e Azioni Preventive,

correlate ai Sistemi di Gestione

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I PASSI DELL’ 8D

La struttura dell’ 8D si sviluppa attraverso 8 passi (Disciplines):

Formare il team Form the Team

1.D -

Descrivere il problema Describe the problem

2.D -

Applicare le correzioni

immediate

Implement and verify interim

containment action

3.D -

Definire le cause profonde Define and verify root causes

4.D -

Definire le Azioni Correttive Verify the correction action(s)

5.D -

Applicare le Azioni Correttive Implement permanent

corrective actions

6.D -

Individuare le Azioni applicabili

in situazioni analoghe Prevent problem recurrence

7.D -

Congratularsi con il team Congratulate the team

8.D -

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IL TEAM

I problemi, di solito, sono complessi e

presentano molte variabili possibili………

Vedere lo stesso fatto da punti di vista diversi,

con competenze e responsabilità diverse,

fornisce un grande valore aggiunto sia

all’analisi che alla sintesi.

Nelle 8D l’approccio di squadra è fondamentale

Le figure chiave da identificare sono:

- lo “sponsor” del team;

- Il team leader;

- I membri.

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LA DESCRIZIONE DEL PROBLEMA

E’ la fase di analisi ed ha l’obiettivo di elencare i fatti

che descrivono, da tutti i punti di vista, il problema.

Per descrivere il problema, è necessario rispondere

alle domande:

- chi;

- cosa;

- dove;

- quando;

- come;

- quanti

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Chi: Identifica gli individui associati al problema, descrive i clienti

che si stanno lamentando, gli operatori che hanno

individuato il problema o sono in difficoltà, il dipendente che

ha subito l’incidente che ha causato e quelli coinvolti:

Cosa: Descrive adeguatamente il problema; è il racconto

dettagliato dell’accaduto.

Dove: Identifica il luogo di accadimento del problema, e la “zona”

interessata (parte di un prodotto, macchina, lavoro, ecc.)

Quando: Identifica il momento dell’accadimento; quando ha avuto

inizio, in che turno di lavoro, in che periodo dell’anno,

ecc.)

Come: Definisce le modalità; funzionamento automatico o

manuale, procedure, prassi, ecc.

Quanti: Esplicita le dimensioni del problema

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Per aiutare a descrivere il problema, si usa uno strumento

semplice, ma molto potente che deriva dalla logica di

programmazione.Si tratta di descrivere (e ragionare), ad ogni

passo, anche la “soluzione negata”.

“SE – SE NON”

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LA CONSULTAZIONE E LA

PARTECIPAZIONE

DEI RAPPRESENTANTI DEI

LAVORATORI PER LA SICUREZZA

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stabilisce le attribuzioni del rappresentante dei lavoratori per

la sicurezza che sono quelle già previste dalla normativa

precedente

novità di rilievo: il RLS, su sua richiesta e

per l’espletamento della sua funzione, riceve copia del

Documento di Valutazione di tutti i rischi (art. 17) e del

documento di valutazione dei rischi da interferenza che va

allegato al contratto di appalto o di opera e che indica le

misure adottate per eliminare o ridurre al minimo i rischi da

interferenze.

Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è tenuto al

rispetto delle disposizioni sulla privacy e del segreto

industriale relativamente alle informazioni contenute nel DVR,

nonché al segreto in ordine ai processi lavorativi di cui viene a

conoscenza nell’esercizio delle funzioni.

art. 50 del D.Lgs. 81/08

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INCOMPATIBILITÀ E FORMAZIONE

L’esercizio delle funzioni di rappresentante dei lavoratori per

la sicurezza è incompatibile con la nomina di responsabile o

addetto al servizio di prevenzione e protezione.

Il RLS ha diritto ad una formazione particolare in materia di

salute e sicurezza sul lavoro che riguarda anche i rischi

specifici presenti nella realtà in cui esercita la propria

rappresentanza (art. 37 comma 10).

E’ previsto l’obbligo di aggiornamento periodico della

formazione che non può essere inferiore a 4 ore all’anno per

le imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori e a 8 ore

annue per le imprese che occupano più di

50 lavoratori.

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NATURA, FUNZIONI E MODALITÀ DI

NOMINA O DI ELEZIONE

DEI RAPPRESENTANTI DEI

LAVORATORI PER LA SICUREZZA

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RUOLO E FUNZIONI

Persona eletta o designata per rappresentare i

lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e

della sicurezza durante il lavoro.

(Art. 2, comma 1, lettera i) del D. Lgs. n° 81/2008)

L’elezione dei rappresentanti per la sicurezza avviene secondo

le modalità previste nell’ art.47 comma 6 del T.U. e l’art.50

stabilisce le sue attribuzioni.

In tutte le aziende che occupano fino a 15 lavoratori il RLS

è eletto direttamente dai lavoratori mentre in aziende con più

di 15 lavoratori il RLS viene scelto nell’ambito delle

rappresentanze sindacali in azienda, ove presenti.

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RAPPRESENTANTE TERRITORIALE DEI LAVORATORI PER LA

SICUREZZA

Se non si procede all’elezione del RLS aziendale, le relative

funzioni sono esercitate dal rappresentante territoriale o dal

rappresentante di sito produttivo, salvo diverse intese tra le

associazioni datoriali e sindacali comparativamente più

rappresentative sul piano nazionale.

Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale è

una figura esterna che esercita le attribuzioni, pari a quelle del

RLS aziendale, esclusivamente nelle aziende in cui non si è

provveduto all’elezione del rappresentate interno.

Le modalità di elezione o designazione del RLST sono

individuate dagli Accordi Collettivi Nazionali, Interconfederali o di

Categoria, che definiscono anche le modalità di accesso e di

preavviso cui deve attenersi il RLST per entrare nei

luoghi di lavoro del comparto o del territorio a cui è assegnato.

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RLS: NUMERO

Per Aziende o Unità Produttive fino a 200 dipendenti è previsto: 1

RLS

Per Aziende o Unità Produttive da 201 a 1000 dipendenti sono

previsti 3 RLS

Per Aziende o Unità Produttive con oltre 1000 dipendenti sono

previsti: 6 RLS

N.B.: in ogni unità produttiva deve essere eletto uno o più RLS.

Ciò non significa che in ogni sito aziendale (plesso) debba essere

presente un RLS. L’unità Produttiva è, infatti, unicamente quello

stabilimento o struttura dotato di autonomia finanziaria e tecnico

funzionale. Quindi autonoma per quanto attiene alle scelte e alla

gestione della sicurezza.

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40 ore annue per ciascun RLS;

la partecipazione del Rls alla riunione periodica di prevenzione, ex art. 35 d.

lgs. 81/2008, non determina la decurtazione delle ore di permesso

riconosciute dall’Accordo; al contrario le attività di accesso ai luoghi di

lavoro in cui si svolgono le lavorazioni sono attratte dal regime dei permessi

In sostanza, non si decurtano le ore di permesso per:

consultazione preventiva e tempestiva

frequenza Corsi di Formazione obbligatori (32 ore)

richiesta da una comunicazione o dalle autorità competenti

convocazione per la Riunione periodica Annuale

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La durata dei corsi per i rappresentanti dei lavoratori è di

32 ore, fatte salve diverse determinazioni della

contrattazione collettiva

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