Transcript
Page 1: Fratelli Martiri a Lentini

Alfio, Cirino e Filadelfo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Santi Alfio, Filadelfo e Cirino

Le statue venerate a Lentini (SR)

Le statue venerate a Lentini (SR)

Fratelli martiri

Nascita Vaste (LE), III secolo

Page 2: Fratelli Martiri a Lentini

Morte Lentini (SR), 10 maggio 253

Venerato da Chiesa cattolica

Ricorrenza 10 maggio

Attributi Palma del martirio, Corona

Patrono di Lentini, Sant'Alfio, Trecastagni,

Vaste

Alfio (Vaste, III secolo – Lentini, 10 maggio

253), Cirino (Vaste, III secolo – Lentini, 10

maggio 253) e Filadelfo (Vaste, III secolo –

Lentini, 10 maggio 253) sono stati tre fratelli,

figli di Vitale e Benedetta, due patrizi di fede

cristiana: i tre giovani, che sarebbero stati uccisi

durante l'epoca delle persecuzioni ordinate

dall'imperatore Decio, sono considerati santi

martiri dalla Chiesa cattolica che il ricorda il 10

maggio, giorno corrispondente al loro dies

natalis.

Indice [nascondi]

1 Agiografia

Page 3: Fratelli Martiri a Lentini

2 Culto

2.1 Festività e riti

2.2 Leggende

2.2.1 La leggenda del Simeto

2.2.2 La leggenda del cavallo

2.2.3 La leggenda della peste

2.2.4 La leggenda dei pozzi

2.2.5 La leggenda del terremoto

2.3 Compatroni

2.4 Luoghi di culto dedicati

3 Collegamenti esterni

Agiografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 250, l'imperatore Decio emanò un editto

secondo cui ogni persona doveva effettuare un

sacrificio alle divinità della Religione romana; il

rifiuto avrebbe significato il rifiuto di

sottomettersi all'impero e la pena sarebbe stata

la condanna a morte.

Page 4: Fratelli Martiri a Lentini

Sant'Alfio, Filadelfo e Cirino venerati a Vaste

(Lecce) il loro paese natale

Sant'Alfio, Filadelfo e Cirino venerati a

Trecastagni (Catania)

Sant'Alfio, Filadelfo e Cirino venerati a Sant'Alfio

(Catania)

È in questo contesto storico che, secondo la

tradizione, verso la fine del 251, mentre era a

capo dell'impero Treboniano Gallo, succeduto a

Decio, che un plotone di soldati romani si

presentò a Vaste, nella casa patrizia di Vitale e

Benedetta da Locuste. Avevano l'ordine di

tradurre in catene i loro tre giovani figli, rei di

avere elusa la legge con la continua

testimonianza di quella fede che avevano

assimilato in famiglia.

Page 5: Fratelli Martiri a Lentini

Vennero prima interrogati da Nigellione,

delegato dell'imperatore per l'Italia meridionale,

il quale, impotente a fiaccarne le convinzioni, li

fece trasferire a Roma, convinto che, lontani

dall'influenza del loro precettore Onesimo,

sarebbero stati più cedevoli ai voleri delle

autorità imperiali. Qui giunti e rinchiusi nel

carcere mamertino ai piedi del Campidoglio,

subirono un altro processo ad opera del prefetto

Licinio, conclusosi con un nulla di fatto. Ma, se

da un canto non si voleva infierire sui tre

giovani fratelli, espressione di una delle più

ragguardevoli famiglie dell'Impero, dall'altro si

pretendeva la loro sottomissione. Ecco perché

vennero trasferiti a Pozzuoli (ove neanche

Diomede riuscì a piegarli) e, successivamente,

in Sicilia, ove dettava legge Tertullo, giovane

patrizio romano e preside dell'isola, che aveva

acquistato fama di funzionario integerrimo ed

autoritario.

Page 6: Fratelli Martiri a Lentini

Sbarcati a Messina il 25 agosto del 252, Alfio,

Cirino e Filadelfo subirono un primo processo a

Taormina. Passarono poi dall'attuale

Trecastagni, alle falde dell'Etna, dove durante

una sosta, una donna pietosa donò ai tre fratelli

altrettante castagne, che loro piantarono nel

terreno. È, d'altra parte, possibile che il

racconto delle castagne origini dalla cattiva

interpretazione dell'espressione "tre casti agni",

cioè agnelli, nome con cui sarebbero stati

indicati originariamente i tre.

Alfio, Cirino e Filadelfo vennero infine condotti a

Lentini, sede di una delle dimore preferite da

Tertullo, che per spezzarne la resistenza li volle

a sé vicini il 3 settembre 252, giorno del loro

arrivo, affidandoli al suo vicario Alessandro, con

il compito di sostituirlo nell'opera di persuasione

durante i giorni in cui sarebbe stato fuori città.

Viveva allora a Lentini Tecla, di nobile famiglia e

ricca proprietaria, cugina di Alessandro e da

Page 7: Fratelli Martiri a Lentini

oltre sei anni colpita da paralisi alle gambe.

Appunto per questo, saputo dei prodigi che in

nome di Cristo i tre fratelli avrebbero compiuto

durante il tragitto da Roma a Lentini, chiese al

cugino di poterli incontrare, per un ultimo

tentativo di ottenere, per loro tramite, la

guarigione. Dato l'immenso affetto che

Alessandro nutriva per Tecla, la richiesta venne

esaudita, con suo grande rischio, in uno dei

giorni di assenza di Tertullo. I tre fratelli

rimasero commossi alla vista di quella bella

giovane immobilizzata sul letto e le promisero

che avrebbero pregato per lei. Durante la stessa

notte a Tecla sarebbe comparso in sogno

l'apostolo Andrea, il quale, segnatala con un

segno di croce, le assicurò che sarebbe guarita

grazie all'intercessione di quei giovani

incarcerati da Tertullo. La leggenda racconta

che ella si svegliò guarita e, ancora con la

complicità dello sbigottito Alessandro, si volle

recare subito al carcere per ringraziare i tre

giovinetti che, da allora, continuò a visitare ogni

giorno di nascosto, assistendoli, confortandoli e

Page 8: Fratelli Martiri a Lentini

portando loro da mangiare. La sua opera di

assistenza durò poco, giacché Tertullo, arresosi

di fronte allo loro inflessibile costanza nella fede

in Cristo, emanò la sua inappellabile sentenza,

seguita dall'immediata esecuzione: dopo averli

fatti girare ammanettati e frustati per le vie di

Lentini, esposti allo scherno della plebe

inferocita ed urlante, ad Alfio venne strappata la

lingua (per questo motivo è considerato il

patrono dei muti), Filadelfo fu bruciato su una

graticola, Cirino fu immerso in una caldaia di

olio bollente. Era il 10 maggio del 253 ed Alfio

aveva 22 anni e 7 mesi, Filadelfo 21 anni, Cirino

19 anni e 8 mesi. Su ordine di Tertullo, i loro

corpi martirizzati furono legati con funi e

trascinati in una foresta, chiamata "strobilio" per

la gran quantità di pini esistenti. Le spoglie

vennero buttate in un pozzo secco, vicino alla

casa di Tecla, ormai convertita alla religione di

Cristo, la quale, nella notte tra il 10 e l'11

maggio, accompagnata dalla cugina Giustina e

da undici servi (di cui cinque donne), anch'essi

cristiani, estrasse i corpi e, trasportatili in una

Page 9: Fratelli Martiri a Lentini

campagna vicina, diede loro degna sepoltura,

sfruttando una piccola grotta, quella oggi

contenuta nella chiesa di Sant'Alfio e sulla quale

successivamente, nel 261, placatesi le

persecuzioni, venne eretto un tempio ed essi

dedicato.

La breve vita terrena dei tre santi si concluse,

dunque, in modo tragico. Essi vennero però a

costituire il seme della chiesa lentinese, che

ebbe il privilegio di essere elevata a sede

vescovile, privilegio che tenne sino al 790. Il

primo vescovo di Lentini fu Neofito, nuovo nome

di quell'Alessandro, vicario di Tertullo,

convertitosi anch'egli al cristianesimo e

consacrato nel 259.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Page 10: Fratelli Martiri a Lentini

I santi Alfio, Filadelfo e Cirino in carcere, olio su

tela nella chiesa delle Anime del Purgatorio, a

Santa Maria di Licodia

Fu Costantino, tredicesimo vescovo di Lentini

(787), che, intimorito dai pericoli di una

imminente invasione musulmana, volle in gran

segreto il trasferimento delle sacre reliquie nel

Santuario Normanno sito nella acropoli di

Apollonia (attuale San Fratello).

Poi i lentinesi non ebbero più notizia dei resti dei

tre fratelli. Ciò sino al 22 settembre del 1516,

quando alcuni operai, nell'abbattere un muro

del monastero di Fragalà nel comune di

Frazzanò, trovarono nascosta in un sacco di tela

una cassetta contenente ossa umane ed un

manoscritto in greco antico. L'abate,

informatone, si premurò di far tradurre il

documento che confermò essere quelle ossa i

resti umani dei tre giovani fratelli che erano

stati martirizzati a Lentini. Grande fu la gioia dei

monaci che, dopo una solenne processione,

Page 11: Fratelli Martiri a Lentini

conservarono le reliquie nella loro chiesa, sotto

l'altare da tempo consacrato ai tre martiri. La

notizia ben presto giunse a Catania e poi a

Lentini, dove si decise di mandare cinque

sacerdoti ed un laico alla badia di Fragalà, per

sondare gli umori di quei monaci e nello stesso

tempo per studiare la topografia del convento,

nel caso si dovesse ricorrere alla forza.

La missione non ebbe un esito felice: alla loro

richiesta, i monaci non si pronunciarono

apertamente, avallarono diritti, chiesero di

sentire prima i loro superiori. Al ritorno a

Lentini, questa presa di posizione fu illustrata

dagli sconfitti ambasciatori ai loro concittadini

che, desiderosi di avere al più presto i resti dei

propri martiri protettori, votarono all'unanimità

in assemblea di armare una spedizione per

avere con la forza quello che non erano riusciti

ad ottenere in forza di quella legge naturale che

dava loro il diritto al possesso delle sacre

reliquie.

Page 12: Fratelli Martiri a Lentini

La spedizione, al comando di Giovanni Musso,

giunse sul far della notte del 29 agosto 1517, di

fronte al convento di Fragalà. Dopo aver

bussato ripetutamente e rassicurato i monaci

delle loro intenzioni, i lentinesi, visti vani i

tentativi di pacifico accesso, decisero l'azione di

forza. In breve entrarono nel cortile. Ai monaci,

impauriti per quella brusca invasione di armati,

parteciparono ancora una volta il nobile scopo

della loro missione, che altro non era di

ritornare in possesso delle reliquie dei loro santi

protettori. Le reliquie furono alla fine

consegnate dall'abate. Il 2 settembre 1517,

ottanta cavalieri entrarono al galoppo a Lentini,

accolti dagli applausi, portando, sorretta da "fra

servo di Dio", la cassetta con le reliquie dei santi

Alfio, Filadelfo e Cirino. Questa fu consegnata ai

sacerdoti della chiesa di Lentini e dopo una

solenne processione custodita nella Chiesa dei

Martiri.

Page 13: Fratelli Martiri a Lentini

Se i cittadini lentinesi erano rimasti soddisfatti

nelle proprie aspirazioni, la chiesa leontina non

poteva però chiudere questo capitolo della sua

storia con quell'atto di forza extra legem. A

questo scopo, mandò vari doni ai monaci di

Fragalà e, successivamente, tramite la brillante

arringa di difesa di don Costantino, inviato

espressamente dal senato lentinese in Vaticano,

chiese e ottenne dal sommo pontefice Leone X

la conferma della titolarità del possesso delle

reliquie e la remissione di ogni censura. Nel

luogo in cui i tre santi piantarono le castagne

sorse successivamente una chiesa e la località,

secondo una delle interpretazioni etimologiche

in voga, prese il nome di Trecastagni.

Festività e riti[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Alfio venerato a Trecastagni

Nella chiesa madre di Lentini, a tutt'oggi, si

conserva un busto reliquiario d'argento che

Page 14: Fratelli Martiri a Lentini

contiene il cuore di sant'Alfio, che la sera del 9

maggio viene portato in processione. All'una di

notte viene aperta la chiesa e inizia il giru

santu, ovvero il giro santo effettuato dai

tradizionali "nuri", cioè uomini coperti solo da

calzoncini bianchi, che scalzi toccano correndo i

luoghi legati al martirio dei tre fratelli,

invocandoli con la tipica espressione "Prima

DDiu e i Santi Mattri" (prima Dio e poi i santi

Martiri) a cui si risponde "Mattri Santi" (martiri

santi). Il 10 maggio il fercolo argenteo di

Sant'Alfio e le reliquie vengono portate in

processione per le vie della città, vestita a festa,

tramite le tradizionali luminarie, e gli stendardi

rossi appesi ai balconi delle case, con la scritta

"W S.Alfio" o "W i SS. Martiri". Tutto questo è

accompagnato da momenti commoventi, fino

all'alba del 12 maggio quando il santo viene

riposto nella sua cappella. Il 9, 10 e 11 maggio

di ogni anno, si ricorda il martirio con una

solenne festa che coinvolge l'intera popolazione

di Lentini.

Page 15: Fratelli Martiri a Lentini

A Trecastagni, ventuno salve di cannone,

sparate al mattino dal Forte Mulino a Vento,

danno inizio alla grande manifestazione che

dura dal 1º al 17 maggio. Prima ancora che il

cannone annunzi l'inizio della festa, è possibile

incontrare, lungo le strade che portano al paese

da ogni parte della provincia, i pellegrini che,

spesso scalzi, fanno il "viaggio" fino al Santuario

e che accorrono alla messa delle 5.30. Le varie

edicole votive che, numerose, s'incontrano

lungo le strade possono, d'altronde, essere lette

come "stazioni" di sosta e di riposo, ma forse

più di meditazione e di preghiera, lungo il

cammino dei pellegrini ai vari santuari locali. Le

campane prolungano, con il loro suono, l'eco

delle salve di cannone, e annunciano l'apertura

del sacro novenario di predicazione e di

preghiera, che prepara, con un cammino

spirituale, i devoti e i pellegrini al culto dei

santi. Alla festa, i fedeli "gridano" le loro

preghiere. Vi partecipano i nuri, i nudi, vestiti

con pantaloncini e tracolla rossa, penitenti che

recano un mazzo di fiori, che al termine del giro

Page 16: Fratelli Martiri a Lentini

viene deposto nella chiesa e quindi offerto

all'asta. Sfilano per l'occasione anche i tipici

carretti siciliani festosamente addobbati.

A Sant'Alfio (CT) l'ultima Domenica D'Aprile

"entratra della festa" a mezzogiorno 100 colpi a

cannone danno inizio della festa in onore dei

Santi Martiri S.Alfio S.Filadelfo S.Cirino,nelle

serate di giovedi e venerdi un colpo a cannone

annunzierà l'inizio dei tradizionali falò a legna

resinosa ('a dera) la prima domenica di Maggio

si svolge la festa dei Santi Martiri

A San Fratello (ME), dal 7 maggio al 9 maggio si

svolge il triduo in onore ai tre Santi Fratelli; il

10 maggio fin dal mattino sfilano per le vie del

centro centinaia e centinaia di cavalli con i loro

cavalieri che si uniranno alla processione con

partenza dalla chiesa madre e diretta

all'antichissimo Santuario Normanno dedito ai

tre Fratelli; dove verrà celebrata la santa Messa

Page 17: Fratelli Martiri a Lentini

e si concluderà con una sorta di sagra del

paese.

Leggende[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa madre di Vaste in cui si venerano i Santi

Alfio, Filadelfo e Cirino

Chiesa Madre di Lentini dove si venerano i tre

fratelli martiri

Il Santuario di Trecastagni, in occasione della

Festa dei Santi Fratelli

Attorno alle tre figure dei santi martiri della

chiesa di Lentini ruotano numerose leggende e

credenze che vengono trasmesse oralmente da

padre in figlio. Alcune di esse trovano riscontro

nelle documentazioni storiche, altre sono basate

su testimonianze scritte dagli storici, altre

Page 18: Fratelli Martiri a Lentini

ancora vengono semplicemente raccontate. Qui

di seguito ne riportiamo alcune.

La leggenda del Simeto[modifica | modifica

wikitesto]

Si narra che durante le persecuzioni cristiane da

parte dei romani, i tre fratelli di Vaste, giunti

ormai nei pressi di Lentini, più esattamente nel

fiume Simeto, si trovarono nella difficoltà di

doverlo attraversare, avendo i soldati romani

alle loro spalle; il Simeto allora più grande e

rigoglioso di quanto sia oggi, era un turbinio di

acque. I tre fratelli, non avendo altra possibilità,

si avventurarono in quelle acque, che ad un

tratto si abbassarono permettondo loro il

passaggio. Subito dopo le acque inghiottirono

buona parte dei soldati che li scortavano,

facendoli annegare.

La leggenda del cavallo[modifica | modifica

wikitesto]

Page 19: Fratelli Martiri a Lentini

Nella grotta rupestre di Tertullo, chiamata a

rutta di ra Tattullu, carcere dei tre santi, nella

parte di destra in alto si possono vedere delle

orme di zoccoli di cavallo, di cui non si sa ben

spiegare l'origine. Alcuni dicono sia stato un

cavallo alato, altri dicono si trattasse del cavallo

di Tertullo che cadde dalla sommità della grotta,

altri le attribuiscono al mito di Pegaso alato.

La leggenda della peste[modifica | modifica

wikitesto]

Quando i tre fratelli di Vaste giunsero a Lentini,

la trovarono appestata. Riuscirono, però, a

miracolarla, liberandola dalla peste. Oggi, nella

chiesa di San Francesco di Paola, si conserva a

sinistra dell'altare un frammento di roccia che

conserva le orme dei tre fratelli che sarebbero

state lasciate nel momento in cui Lentini fu

liberata dalla peste.

Page 20: Fratelli Martiri a Lentini

La leggenda dei pozzi[modifica | modifica

wikitesto]

Quella dei pozzi è, forse, l'unica leggenda che si

avvalga di elementi materiali che ne spieghino

l'origine. Si racconta che, durante il martirio dei

tre fratelli, la lingua mozzata di sant'Alfio

cadesse a terra, facendo tre balzi e scavando

tre pozzi. Ancora oggi nella chiesa della

Fontana, edificata sulle basi di un foro romano,

nello stesso luogo dove i tre vennero

martirizzati, si possono vedere i tre pozzi. In

occasione della festa patronale, quello centrale

viene aperto e l'acqua santa contenuta

miracolosamente si innalza di livello.

La leggenda del terremoto[modifica | modifica

wikitesto]

Questa leggenda riguarda sempre la chiesa di

Maria della Fontana o dei tre Santi. Nell'abside,

si trovano le statue lignee raffiguranti i tre santi.

Si racconta che, in occasione del ricordo della

traslazione delle reliquie dei tre fratelli (2

Page 21: Fratelli Martiri a Lentini

settembre), le statue vennero spostate e

portate fuori dalla chiesa: nello stesso istante, si

abbatté su Lentini un violento sisma, tanto che

le statue vennero immediatamente riportate

all'interno della chiesa ed il sisma cessò. Da

allora non vennero più spostate.

Compatroni[modifica | modifica wikitesto]

Alfio, Cirino e Filadelfo sono compatroni di

alcuni comuni italiani:

Italia Lentini

Italia Trecastagni

Italia Sant'Alfio

Italia Vaste

Italia San Fratello

Italia Scifì

Italia Catania

Italia Mirto (Italia)

Page 22: Fratelli Martiri a Lentini

Luoghi di culto dedicati[modifica | modifica

wikitesto]

Ex-Cattedrale di S.Maria la Cava e Sant'Alfio di

Lentini

Chiesa dei Tre Santi o della Fontana di Lentini

Chiesa Rupestre del Carcere dei Tre Santi di

Lentini

Basilica SS.Apostoli Pietro e Paolo di Acireale

Santuario Normanno dei tre Santi Fratelli, a San

Fratello

Chiesa Madre Madonna delle Grazie, a Vaste,

paese natale dei santi.

Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a

Paternò

Santuario di Sant'Alfio a Trecastagni

Chiesa della Fontana, luogo del martirio, a

Lentini

Chiesa del Carcere (rutta di ra Tattullu, luogo

della prigionia dei tre fratelli, a Lentini)

Page 23: Fratelli Martiri a Lentini

Chiesa delle Anime del Purgatorio a Santa Maria

di Licodia

Chiesa Madre di Sant'Alfio

Chiesa dell'Immacolata ai Minoritelli a Catania,

luogo che conserva i resti del carcere dei Santi

Fratelli.

Chiesa di Sant'Alfio ad Adrano

Chiesa di Sant'Alfio a Scifì frazione di Forza

d'Agrò

Chiesa di Sant'Alfio a Mirto

Holy Rosary Church in Lawrence, MA (USA)


Recommended