Anche quest’anno, la
nostra scuola non si è ri-
sparmiata dal mettere in
cantiere e realizzare una
ricca e varia serie di attivi-
tà, ormai in fase conclusiva,
per tutti i ragazzi del nostro
istituto.
Certo, il Macroprogetto
di Istituto ha subito limiti e
difficoltà nella fase di
completamento/approfondi-
mento rispetto a quanto
programmato inizialmente e
alle attività aggiuntive che
si intendevano svolgere in
orario extracurricolare. Ciò
è stato causato dalla ridu-
zione e dall’assegnazione
tardiva dei finanziamenti,
che annualmente consento-
n o l ’ a m p l i a m e n t o
dell’Offerta Formativa. La
scuola, però, ha compensa-
to ampiamente tali limitazio-
ni didattico/operative avva-
lendosi di risorse esterne
che hanno assicurato ai no-
stri allievi percorsi formativi
EDITORIALE
Plesso "Giovanni XXIII"
GIUGNO 2013
Anno II,
Volume unico
Editoriale 1-4
La pagina dei PON 6-9
La storia del logo del
nostro istituto
11
Una macedonia di
emozioni
17
Un girotondo di colori 30
Sto bene con gli altri 31
SOMMARIO:
Notizie di rilievo:
Intervento del Sin-
daco di Neviano
L’avvocato Antonio
Megha: “L’eccel-
lenza del corpo do-
cente di Neviano”
Plesso "Guglielmo Marconi" Plesso "Dante"
to inserito il Progetto “DIRITTI A
SCUOLA”, finanziato con fondi che
provengono dal P.O. Puglia per il Fon-
do Sociale Europeo (FSE); infatti, an-
che questo progetto è volto a miglio-
rare la qualità dell’istruzione e preve-
nire la dispersione. In particolare,
quest’anno, è stato dato un taglio
più specifico, puntando prioritaria-
mente sulla rimozione delle cause di
esclusione e discriminazione sociale
delle persone svantaggiate, dando
maggiori opportunità alle scuole per
ridurre non solo il divario di competen-
ze acquisite da ciascun soggetto, ma
anche per cercare di eliminare i feno-
meni di esclusione sociale che ostaco-
lano la realizzazione personale e ren-
dono difficile l’inserimento nel mondo
del lavoro.
Rispetto al precedente anno scolasti-
co, sono stati richiesti e attuati un
numero maggiore di progetti (due di
tipo A mirati alle competenze di ITA-
LIANO e uno di tipo B mirato alle
competenze di MATEMATICA E
SCIENZE); l’incremento di tali pro-
getti è stato conseguente
all’accorpamento della scuola del co-
mune di Seclì all’istituto comprensivo
di Neviano. Inoltre, per la prima volta,
nell’ambito del progetto “Diritti a
Scuola”, è stata introdotta una
nuova tipologia: il progetto C, che
mira al sostegno psicologico e
all’orientamento scolastico e profes-
sionale. Quest’ultimo progetto ha da-
to l’opportunità, alle scuole che ne
hanno fatto richiesta, di introdurre
due nuove figure professionali: lo psi-
cologo e l’orientatore. Questi due
ruoli nel caso della nostra scuola sono
più personalizzati, più coinvolgenti,
più entusiasmanti e più efficaci .
Uno tra gli strumenti più im-
portanti, che ha consentito al no-
stro istituto di programmare inter-
venti di miglioramento e innovazione
dell’azione didattico/educativa, è
stato il Piano Integrato PON-Fondo
Sociale Europeo (FSE). Si tratta di
un Progetto europeo che mira, in
particolare, allo sviluppo delle com-
petenze degli allievi, alla promozione
delle eccellenze e, soprattutto, al
sostegno di quanti invece presenta-
no difficoltà di apprendimento e di-
sagi nello stare a scuola. Tali finalità
si inseriscono pienamente e coeren-
temente con le specifiche priorità
della progettazione del nostro isti-
tuto e, quindi, con il Piano
dell’Offerta Formativa.
Questa scuola non è nuova dal
mettere in atto strategie di rinno-
vamento e cercare di migliorare
l’efficacia della propria azione for-
mativa utilizzando le opportunità
messe a disposizione dall’Unione Eu-
ropea. Già da diversi anni, infatti, il
nostro istituto presenta proposte,
che vengono puntualmente accolte,
per utilizzare finanziamenti del PON
“Competenze per lo Sviluppo”. Solo
nell’ultimo biennio sono stati effet-
tuati, nella sola sede di Neviano,
ben undici percorsi formativi (sei lo
scorso anno e cinque nell’anno in
corso), uno dei quali ha consentito
la realizzazione di questo giornalino
on-line alle classi quinte della Scuola
Primaria.
Coerentemente alle finalità e agli o-
biettivi dei precedenti progetti, è sta-
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 2
EDITORIALE
ANNO II , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
stati svolti da due psicologhe, la
dottoressa Silvia Taccone e la dot-
toressa Francesca Prete, che han-
no operato, prevalentemente, met-
tendo a disposizione sportelli di
consulenza psicologica, di informa-
zione e di indirizzo verso i servizi di
istruzione e formazione. La loro a-
zione è stata indirizzata alle fami-
glie, ma sono stati effettuati anche
diversi interventi su gruppi-classe o
gruppi ristretti di alunni.
L’introduzione nella scuola pri-
maria di due progetti di attività mo-
toria, lo SBAM (Sport, Benessere,
Alimentazione, Mobilità) e
l’Alfabetizzazione Motoria, ha costi-
tuito un altro elemento di novità di
quest’anno. La realizzazione di que-
sti progetti è stata affidata, con
bando di gara, al prof. Francesco
Negro, docente laureato in Scienze
Motorie.
Il primo progetto, lo SBAM,
rivolto agli alunni della classe terza
di Seclì, si è proposto di incentivare
nei bambini la pratica sportiva ed
educarli a scelte alimentari e stili
di vita corretti.
Il progetto di Alfabetizzazione
Motoria, che nella nostra scuola è
stato indirizzato a tutti gli alunni e
agli insegnanti dei corsi A e B, na-
sce da una collaborazione sinergica
tra CONI e MIUR, e scaturisce dalla
convinzione che il valore della prati-
ca sportiva non è solo fattore di be-
nessere individuale, ma crea anche
condizioni idonee per intessere le-
gami più stretti nei vari contesti
sociali, oltreché essere molla di un
maggiore sviluppo culturale ed eco-
nomico.
Seguendo le direttive delle In-
dicazioni Nazionali per il Curricolo,
questo progetto offre occasioni per
svolgere attività che mirano a far
acquisire ai ragazzi competenze
motorie e stili di vita attivi tali da
promuovere, in forma ludica e diver-
tente, esperienze cognitive, cultu-
rali, affettive e sociali.
Ai precedenti progetti su ac-
cennati, che mettono in campo ri-
sorse professionali esterne affian-
cando i docenti interni, sono da evi-
denziare le risorse didattico-
strumentali, ultimamente assegna-
te a questo istituto con fondi rive-
nenti da PON-FESR, che consenti-
ranno di allestire nuovi laboratori
didattici e di dotare la nostra scuo-
la di modernissime tecnologie infor-
matiche e della comunicazione.
L’imminente riapertura del ples-
so “Giovanni XXIII”, attualmente in
fase di ristrutturazione, sarà un
completamento che darà
l’opportunità a questo istituto di
avere a disposizione un potenziale
professionale, strumentale, logisti-
co e strutturale tale da assicurare
a tutti gli alunni una scuola moder-
na adeguata alla preparazione di
cittadini in grado si inserirsi con le
competenze ed i livelli culturali ri-
spondenti ad una società comples-
sa ed avanzata, quale è la nostra, e
capaci di dare il loro contributo si-
gnificativo per un progresso civile,
economico e culturale del nostro
Paese.
Pagina 3
EDITORIALE
Certo, sta a noi adulti, secondo i
ruoli e le responsabilità personali
(genitori, docenti, dirigenti, persona-
le della scuola, amministratori…), far
sì che tutte queste risorse possano
essere utilizzate al meglio.
Solo con il massimo di impegno da
parte di ciascuno di noi, superando
tensioni, tentativi di strumentalizza-
zioni ed interessi personali e con
una collaborazione sinergica orien-
tata verso il bene delle future gene-
razioni, possiamo sperare che tutti
questi investimenti possano assicu-
rarci un corrispettivo di qualità in
termini di benessere e progresso ci-
vile del territorio.
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 4
Prof. Luigi Antonio Albanese
UN RINGRAZIAMENTO S P E C I A L E A G L I
INSEGNANTI CHE SI
SONO SPESI IN QUESTI
ANNI PER L’ISTITUTO COMPRENSIVO E CHE
DAL PROSSIMO A. S. A N D R A N N O I N
PENSIONE:
P E L L E G R I N O GIANFRANCO
RENNA MARIA
Concludo, rivolgendo un sincero
ringraziamento ai bambini ed ai ra-
gazzi che si sono impegnati in attivi-
tà aggiuntive di vario tipo e alle/ai do-
centi che li hanno sostenuti; ringra-
zio inoltre tutti coloro che, in forma
individuale o associativa e a qualsiasi
titolo, hanno contribuito a migliorare
il funzionamento della scuola, la for-
mazione e il benessere degli alun-
ni.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Luigi Antonio Albanese
EDITORIALE
La scuola è un’istituzione
destinata all’educazione
e all’istruzione di studen-
ti e allievi sotto la guida
di varie tipologie di figure
professionali appartenen-
ti al settore dei lavorato-
ri della conoscenza, la cui
attività dovrebbe essere
svolta solo presso strut-
ture idonee.
Il legame principale con
l’istituzione scolastica,
che caratterizza la mia
amministrazione, è stato
sempre rivolto principal-
mente alla direzione di
rendere perfettamente
idonei e sicuri i plessi
scolastici del nostro pae-
se. Infatti in questo tri-
ennio di amministrazione,
con notevoli sacrifici ed
impegni diretti, ho avuto
la soddisfazione di ren-
dere SICURI (secondo
quanto stabilisce la leg-
ge) sia la scuola
“Marconi” che la scuola
“Dante”, ed entro otto-
bre restituirò a tutti gli
allievi la scuola
“Giovanni XXIII” perfet-
tamente ristrutturata
e adeguata alle norme
di sicurezza. Il mio o-
biettivo, per quanto
concerne l’istituzione
scolastica con partico-
lare rifermento alla
messa in sicurezza dei
plessi, credo di averlo
raggiunto in tempi mol-
to celeri e prima di ogni
pensabile revisione.
A voi studenti l’augurio
di percorrere il vostro
percorso formativo con
impegno e diligenza, nel-
la certezza di viverlo
quotidianamente in un
ambiente sicuro.
Il sindaco
Silvana Cafaro
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
un corpo docente di ec-
cellenza.
Anche quest’anno gli a-
lunni di tutte le classi e
grado hanno avuto e da-
to il massimo.
Il progetto d’eccellenza è
stato: “Tutti uguali e
tutti diversi insieme per
crescere” un progetto
sulla libertà che ha visto
al centro del lavoro
l’impegno dei docenti e
È passato un altro anno
scolastico.
È passato bene. Come
sempre accade.
A Neviano i nostri figli
sono fortunati: scuola
perfettamente efficiente.
A partire dal Dirigente
scolastico, prof. Luigi
Antonio Albanese, a tut-
to il corpo docente.
Lunga tradizione a Nevia-
no che da sempre vanta
dei ragazzi sul valore e
sull’importanza della le-
galità. Tema centrale per
la formazione scolastica
proiettata a quando i no-
stri ragazzi diventeranno
cittadini adulti: e per
questo, in parte, grazie
alle loro guide, lo sono
già.
Avvocato Antonio Megha
Assessore alla Cultura
INTERVENTO DEL SINDACO DI NEVIANO
L’AVVOCATO ANTONIO MEGHA:
“L’ECCELENZA DEL CORPO DOCENTE DI NEVIANO”
SILVANA CAFARO
Pagina 5
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 6
Ripartono i P.O.N. all’Istituto Comprensivo di Neviano
Cinque percorsi formativi per alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado
CODICE
PROGETTO TITOLO OBIETTIVO AZIONE DESTINATARI
ORE
DOCENZA
C-1- FSE-2011-1766
SPERIMENTANDO
C- Migliorare i livelli di
conoscenza e competenza dei
giovani
Interventi per lo sviluppo delle competenze
chiave in scienze e tecnologia
Alunni della Scuola
secondaria di primo grado
(classi I)
30 ore
C-1- FSE-2011-1766
CAPIRE E
RISOLVERE
PROBLEMI
C- Migliorare i livelli di
conoscenza e competenza dei
giovani
Interventi per lo sviluppo delle competenze
chiave in matematica
Alunni della Scuola
secondaria di primo grado
(classi III)
30 ore
C-1- FSE-2011-1766
IL BELLO DELLA LINGUA
C- Migliorare i livelli di
conoscenza e competenza dei
giovani
Interventi per lo sviluppo delle competenze
chiave: comunicazione in lingua madre
Alunni della Scuola Primaria
(classi IV) 50 ore
C-1- FSE-2011-1766
ITALIANO PER
COMPRENDERE, DIRE, FARE E
ANDARE OLTRE LE PAROLE
C- Migliorare i livelli di
conoscenza e competenza dei
giovani
Interventi per lo sviluppo delle competenze
chiave: comunicazione in lingua madre
Alunni della Scuola Primaria
(classi V) 50 ore
C-1- FSE-2011-1766
ENGLISH FOR
KIDS
C- Migliorare i livelli di
conoscenza e competenza dei
giovani
Interventi per lo
sviluppo delle competenze
chiave in lingua straniera
Alunni della Scuola Primaria
(classi V) 30 ore
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 7
Il nostro corso PON intitolato: “Italiano per
comprendere, dire, fare e andare oltre le parole”,
è stato articolato in 50 ore e ha visto la parteci-
pazione di 23 alunni delle classi V della Scuola
Primaria di Neviano. Il progetto che abbiamo
portato avanti è stato incentrato sia sul recupe-
ro, sviluppo e potenziamento delle competenze
chiave in lingua madre, sia sulla realizzazione
di un giornalino scolastico. Siamo così partiti
dai primi rudimenti giornalistici, come le regole
di base per scrivere un articolo, l’esame dei di-
versi tipi di articolo presenti in un quotidiano,
degli elementi che costituiscono i titoli e, infine,
l’analisi di tutte le figure che compongono una
redazione.
In un secondo momento abbiamo dato vita al
nostro giornale, abbiamo così scelto gli argomen-
ti da trattare, abbiamo suddiviso gli incarichi in
base alle inclinazioni di ognuno e infine abbia-
mo scelto gli articoli e le immagini da inserire.
Il nostro intento è stato quello di dar voce ai
piccoli cronisti e inviati speciali che hanno avuto
tanto da raccontare.
Ringraziamo inoltre tutti gli alunni e i do-
centi dell’Istituto che hanno contribuito ad im-
preziosire il nostro lavoro con i loro interessan-
tissimi contributi.
Ora non ci resta altro che augurare a tutti...
Esperto esterno: prof.ssa Alessandra Donno
Tutor: ins. Maria Grazia Cuppone
ITALIANO PER COMPRENDERE, DIRE, FARE, ANDARE OLTRE LE PAROLE
La lettura ci ha appassionato tanto che un
giorno abbiamo deciso di fare un giro nella
biblioteca scolastica, e abbiamo adottato un
libro ciascuno, da catalogare e raccontare ai
compagni. Ora sappiamo che i libri della bi-
blioteca sono un po’ di tutti i bambini della
scuola, e che basta chiederli in prestito per
immergersi in nuove storie.
Infine, al termine di ogni incontro abbiamo
sempre trovato il tempo per darci uno, due, a
volte tre abbracci, perché stare con gli amici
ci ha fatto passare in fretta il tempo delle le-
zioni e ci ha fatto imparare tutto più volen-
tieri.
L’esperto esterno: Cecilia Maffei
Nei nostri incontri pomeridiani abbiamo cer-
cato di tenere sempre in mente il titolo del
corso, provando ad usare noi per primi un
linguaggio corretto, ricercando le parole che
non conoscevamo e soprattutto utilizzando la
nostra bella lingua per qualcosa di divertente
e affascinante.
E cosa c’è di più bello a quest’età se non im-
maginare?
Siamo così partiti alla scoperta di una storia
che è piaciuta subito a tutti: “La Fabbrica di
Cioccolato”.
Abbiamo letto il romanzo di Roal Dahl a
puntate, ad ogni incontro prevedevamo di
leggere un paio di capitoli ma finivamo con
l’andare avanti per un’ora!
Quale occasione migliore di un corso di potenziamento di lingua inglese sin dalla scuola primaria, per diven-tare cittadini europei a tutti gli effet-ti?
"English for kids" è il corso PON di lingua
inglese, di 30 ore, destinato agli alunni del-
le classi quinte. Guidati dal docente esperto
Professor Luigi Aiello, i bambini sono stati
coinvolti in attività di revisione e approfon-
dimento delle competenze linguistiche ac-
quisite nel corso del quinquennio di scuola
primaria. Attraverso giochi, sussidi audio-
visivi (LIM), schede operative, filmati, car-
toni, canzoni animate, gli alunni sono stati
stimolati nelle abilità di ascolto, compren-
sione e produzione di semplici messaggi
scritti e orali, e di interazione in contesti
comunicativi vicini al loro vissuto quotidia-
no. Il corso ha avuto inizio il 28 febbraio e
terminerà il 24 maggio, con un rientro set-
timanale di due ore e mezzo, per un totale
di 12 incontri.
La docente di lingua inglese
Tutor del progetto
Maria Pina Provenzano
IL BELLO DELLA LINGUA
ENGLISH FOR KIDS
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 8
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Impariamo a razionalizzarli, a sistemare i da-
ti, a formulare delle ipotesi… troveremo la so-
luzione giusta a ogni problema. In ogni diffi-
coltà, come nei problemi di matematica,
l’importante è :
Leggere con attenzione la traccia (analizzare
le situazioni problematiche).
Sistemare i dati (ordinare i fatti senza tra-
scurare nulla).
Costruire delle ipotesi applicando le regole
(provare ad applicare diverse soluzioni ri-
spettando le norme di comportamento).
Alla fine… trovare la soluzione (vedere tra
tutte le ipotesi quale è la più adatta a risol-
vere il nostro problema).
Coraggio ragazzi! La vita è tutta un quiz, ma
noi alleniamo la nostra mente ad affrontare e
risolvere con ordine e sistematicità i problemi
della Scuola e, di sicuro, anche quelli della vita
ci sembreranno più facili!
Gli alunni della III C Scuola Secondaria di I grado
“LA VITA È TUTTA UN QUIZ!”
“La vita è tutta un quiz!”, così recitava una
canzone di Renzo Arbore di qualche anno fa.
Dall’alba al tramonto, dall’infanzia all’età
adulta…” la vita è tutta un quiz!”. Ogni gior-
no tutti noi dobbiamo affrontare mille proble-
mi:
come organizzare il nostro tempo per non
perdere le occasioni piacevoli e, contempora-
neamente, fare i compiti;
come riassumere in fretta i concetti di una
lezione di storia;
come vestirci in una determinata circostan-
za;
come fare per mettere da parte i soldi per la
gita;
come affrontare la scelta della scuola supe-
riore in modo responsabile;
come risolvere il litigio con un’amica...
Ognuno affronta i problemi a modo suo e cerca
di risolverli. Non tutti ci riusciranno sempre! E
allora?
Tra tutte le attività scolastiche di quest’anno, sicuramente il PON di Scienze è quello che ci ha
interessati molto perché ci ha fatto scoprire che le scienze non sono solo quelle che studiamo sui
libri, ma soprattutto quelle che si “fanno” in laboratorio! Così, come piccoli scienziati, abbiamo
osservato al microscopio, sezionato, catalogato… ci sembrava di assistere ad una trasmissione
televisiva, solo che, questa volta, gli attori eravamo proprio noi ragazzi. Speriamo di poter, nel
prossimo anno, continuare questa interessante esperienza.
Dal PON di scienze
Gli alunni della I C Scuola secondaria di I grado
CAPIRE E RISOLVERE PROBLEMI
SPERIMENTANDO
Pagina 9
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 10
Care maestre, Anna, Rossella, Daniela, Gianna, Romina e caro maestro Francesco ci mancherete molto, ma con amore vi terremo sempre nel cuore.
Speriamo di rincontrarvi anche in futuro, non vi dimen-ticheremo mai e soprattutto non dimenticheremo mai i momenti trascorsi a scherzare tutti insieme!
Vi salutiamo con forti baci e abbracci!
Vi vogliamo bene!!!
I vostri alunni delle V
I ragazzi del corso PON
La mia scuola ideale
La mia scuola ideale è bella come una regina, tanto allegra e anche un po’ birichina. C’è da studiare, ma pure da giocare. La scuola che mi piace è davvero efficace, meno compiti da fare e tante cose nuove da inventare.
Asia, Claudio e Lorenzo, del corso PON
Scuola in allegria
La scuola è il posto più divertente che ci sia, si studia si scherza e si sta in compagnia… Tante cose nuove da imparare, sono tutte importanti e da ricordare. Ci sono amici, maestri e il bidello che quando è ora di pranzo suona il campanello… Tutti corrono di qua e di là e un’altra ora così passerà. Ed eccoci giunti finalmente all’uscita un’altra giornata è ormai finita!!!
Maria Grazia, Vanessa e Beatrice, del corso PON.
La scuola è molto importante, perché ogni giorno conosciamo cose nuove. Grazie alla scuola, abbiamo imparato a leggere, a scrivere, a parlare bene l’italiano, le lingue straniere, a capire le scienze e la matematica.
In questi anni abbiamo impara-to: come è fatta la natura, la sto-ria antica, le regioni italiane. Ci piacerebbe avere una scuola dove si fanno molte gite istrut-tive e si sta poco tempo seduti in classe.
Ci piacerebbe fare più ore di sport, di musica e di arte, e mol-te lezioni fuori all’aperto per conoscere la natura e il mondo che ci circonda.
I ragazzi del corso PON
Care maestre e maestri,
ancora pochi giorni da trascorrere con voi, poi dovremo salutarci… l’anno prossimo saremo alle medie!
In questi 5 anni abbiamo vissuto insieme esperienze straordinarie e tanti momenti di gioia e allegria, ci avete insegnato molte cose e di questo ve ne siamo molto grati.
Per noi sarà una fantastica avventura andare alla scuola media, anche se sarà brutto separarci da voi, perché vi siamo tanto affezionati. Conosceremo nuovi amici e nuovi professori….. Chissà se saranno buoni come voi?
Di certo non ci sarà nessuno simpatico come il maestro Gianfranco e buono come la maestra Lucia!
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 11
La nostra scuola è rappre-sentata da un bellissimo logo che è stato creato nell’anno scolastico 2001-2002 con la nascita dell’Istituto Comprensivo. In quell’occasione è stato
bandito un concorso interno intitolato: “La mia scuola”, che è stato vinto da Alberto Sansone, un alunno che fre-quentava la terza media. Curiosi di sapere come è na-to il logo e il suo significato, abbiamo invitato durante il nostro corso Pon Alberto, che ci ha concesso gentil-mente un’intervista. La prima cosa che gli abbia-mo chiesto è stata di spie-garci cosa rappresenta il lo-go, abbiamo così scoperto che il disegno è l’unione del paesaggio di Neviano, con la Cupola della chiesa madre, unito alle iniziali delle paro-le: “Istituto Comprensivo Neviano”. Il disegno del lo-go realizzato di getto è pia-ciuto subito ad Alberto, che ha deciso di partecipare al
concorso anche su consiglio del professore di disegno Antonio Zollino. A questo punto gli abbiamo domandato se si aspettava di vincere il concorso o se invece pensava che avrebbe vinto qualche suo compa-gno di classe, Alberto ci ha detto che in un primo mo-mento non ha pensato alla vittoria del concorso, ma di aver partecipato con la vo-glia di fare qualcosa di bello per la scuola. Vincere è sta-to quindi una bella soddisfa-zione, un onore, perché il suo disegno doveva essere il simbolo della scuola negli anni futuri, è stato come la-sciare un segno nella storia dell’Istituto Comprensivo di Neviano. Sia la sua famiglia, sia i suoi compagni gli hanno fatto i complimenti e sono rimasti molto contenti, per la sua vittoria. Durante la premia-zione, che si è tenuta a Giu-gno, ha ricevuto come pre-mio una targa, una medaglia e un diploma di partecipa-zione. A distanza di 11 anni Alber-to è ritornato qui nella no-stra scuola e ci ha racconta-to di essere stato fortunato di aver partecipato al con-corso, così noi gli abbiamo
chiesto cosa ha fatto dopo la scuola media. Ci ha raccontato di aver fre-quentato l’Istituto d’Arte a Galatina, anche grazie al professore Zollino, che ave-va notato la sua predisposi-zione verso l’arte. Ora inve-ce frequenta l’Università di Architettura a Torino. Infi-ne gli abbiamo chiesto se ha trovato cambiata la nostra scuola, Alberto ci ha detto di averla trovata migliorata, allora il laboratorio di infor-matica non c’era, c’erano pochi computer, non come adesso, e nelle classi non c’erano le LIM. Abbiamo ringraziato Alber-to per la sua disponibilità e la cortesia nel rispondere a tutte le nostre curiosità e per il pomeriggio diverso che ci ha fatto trascorrere.
I ragazzi del corso PON
Ormai si avvicina la fine dell’anno scola-stico e, per noi di terza, la fine della tanto amata-odiata Scuola Media! Siamo arrivati in prima che eravamo ancora bambini, e ne usciamo…. già grandi, pronti per af-frontare il nostro futuro.
Nella nostra mente ricordi, pensieri, emo-zioni… preoccupazioni si affollano e sembrano non volersi spostare per far posto alla trepidante attesa dei giorni che verranno. In questi anni spesso abbiamo odiato la scuola, gli insegnanti, alcune di-scipline…. Ma ora… forse un po’ troppo tardi ci accorgiamo che abbiamo vissuto uno dei periodi più belli della nostra vita!
Come si fa a non ricordare il muretto sul quale, anche in pieno inverno, abbiamo atteso il suono della campana… L’ansia di vedere se la prof. arrivava o, molto ra-ramente, era assente. I pianti insensati per il litigio con i compagni, il racconto
dell’avventura con l’amica del cuore. Ed ancora: “oggi per il compito mi devi aiu-tare, tanto la prof. non si accorgerà, altri-menti…”; oppure: “oggi chiediamo di parlare della gita così non si interroga!”
Ragazzi che tempi!
Ora siamo qui, facciamo finta di niente, ma siamo tanto preoccupati per gli esami, la prova INVALSI…. ci hanno detto che gli esami non sono poi così difficili, e..certo! Lo si dice solo quando è tutto finito!
Ma ora?
Ora abbiamo solo una consolazione: tra poco tutti in gita! La Toscana, l’Acquario di Genova... tante mete e un solo pensie-ro: divertirsi tutti insieme! I ragazzi della SCUOLA MEDIA!
I ragazzi della III C Scuola Secondaria di I grado
La differenza è stata davvero tanta, le scuole elementari sono più facili e lì sem-bra tutto un gioco, qui invece non è per niente facile, ogni giorno abbiamo tanti compiti e interrogazioni dove dobbiamo farci trovare sempre preparati.
Le materie che già studiavamo l'anno scor-so, qui le studiamo ancora meglio e poi ce ne sono tante che neanche conoscevamo e che ci impegnavano ancora di più.
Anche se le scuole medie sono molto più fastidiose delle scuole elementari, sono molto contenta di frequentarle, perché mi sento più grande e sento di poter imparare ancora tante cose, però so benissimo di essere ancora all'inizio che il viaggio è an-cora molto lungo!
Classe I A Scuola Secondaria di I grado
Sono Sofia, una ragazza di 11 anni, che quest'anno frequenta la prima media.
Il passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie è stato molto difficile perché si sono aggiunte tante nuove materie che prima non studiavamo.
A me è dispiaciuto molto lasciare i miei vecchi compagni, ma cambiando classe ho conosciuto altri ragazzi che sono diventati subito i miei nuovi amici. Adesso sono contenta di trovarmi qui, perché ho dei compagni bravi e mi trovo benissimo.
Quando ho iniziato le scuole medie ho cambiato anche i professori e questo mi faceva molta paura perché non sapevo co-me comportarmi, avevo paura di essere rimproverata e che non sarei riuscita ad abituarmi alla nuova scuola, per fortuna però non è stato così!
SCUOLA MEDIA ADDIO!
DALLA SCUOLA ELEMENTARE ALLA SCUOLA MEDIA
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 12
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Dalla letteratura scientifica emerge che le abi-lità sociali ed emotive hanno un significato importante sul rendimento scolastico. Parten-do da queste considerazioni, ne deriva l’estrema importanza di aiutare i nostri alunni ad acquisire le competenze emotive di cui hanno bisogno per diventare buoni studenti, buoni cittadini e soprattutto per realizzare il loro potenziale. Attraverso l’educazione alla cooperazione, alla lealtà, al rispetto per gli altri, si vuole garantire a tutti i bambini il rag-giungimento di un livello di autonomia ade-guato. Questo principio mette in evidenza che la scuola deve consentire anche ai diver-samente abili l’opportunità formativa e il pie-no sviluppo delle proprie potenzialità. Il prin-cipio che ha animato noi insegnanti a realiz-zare il Progetto: “Una macedonia di emozio-ni” nasce dalla convinzione che attraverso le competenze sociali ed emotive possiamo aiu-tare i nostri alunni ad avere successo a scuola e soprattutto nella vita. Si è voluto così anda-re oltre il concetto d’integrazione sociale, pre-ferendo invece parlare d’inclusione sociale: inclusione intesa come rapporto paritario fondato sulla medesima sensibilità emotiva e sulla partecipazione integrata alle medesime attività scolastiche, sociali e culturali in gene-
re. In questo modo si è voluto garantire la piena e attiva partecipazione alla vita scolasti-ca degli alunni diversamente abili.
Il nostro Progetto ha voluto mettere in atto un vero e proprio “laboratorio delle emozio-ni” con la classe III B, coinvolgendo anche alunni delle classi IV B, V A, V B e con l’aiuto della Dott.ssa Silvia Taccone i bambini hanno imparato a riconoscere, denominare, descrivere e discriminare le diverse emozioni. Inoltre si è ritenuto utile discutere insieme ai bambini dell’importanza che i pensieri hanno nel generare le emozioni, che, ovviamente, promanano dagli stessi. In questo modo i bambini hanno compreso l’importanza di sta-bilire relazioni sane e gratificanti basate sulla cooperazione e sulla comunicazione efficace. L’Istituto Comprensivo di Neviano consolida così il valore dell’integrazione scolastica attra-verso l’uguaglianza delle opportunità.
Quindi scuola come promotrice di cultura dell’inclusione, scuola come mediatrice di re-lazioni sociali e scuola come punto di riferi-mento della conoscenza e ponte verso il futu-ro. In questo modo la nostra Scuola sfonda il muro dei preconcetti e apre le porte al valore delle diversità.
Pagina 13
LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
Le insegnanti:
Iasi Annarita
Nestola Rossella
Origlia Romina
Perrone Luisa
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 14
Intervista a Francesco Negro preparatore atletico di serie A e B del Lecce e del Gallipoli.
A noi ragazzi piace molto lo sport, così ab-
biamo chiesto all’esperto del Progetto
"Alfabetizzazione Motoria nella Scuola Pri-
maria”, il maestro Francesco Negro, di tra-
scorrere un pomeriggio insieme a noi per rac-
contarci qualcosa di interessante sullo sport
in generale e qualche notizia in più su di lui.
Giulio: Lo sport aiuta a crescere sia mental-
mente che fisicamente?
Maestro Francesco: «Lo sport aiuta a cre-
scere, a migliorare l’aspetto cognitivo, di so-
cializzazione, aiuta a migliorare il profilo a
scuola, ad acquisire la conoscenza di sé nello
spazio, perché i videogiochi e la tecnologia
hanno sottratto molto tempo a tutte le altre
attività, che voi ragazzi fate normalmente».
Vanessa: Lo sport ci aiuta a diventare amici
di chi è “diverso” da noi?
Maestro Francesco: «Si, senza dubbio, io
l’ho notato anche in questi due mesi tra di
voi, ragazzi che prima non venivano scelti
per fare i giochi di coppia o di squadra, per-
ché più introversi o timidi, adesso partecipa-
no e sono accolti bene dagli altri».
Asia: Fai sport anche con bambini diversa-
mente abili?
Maestro Francesco: «No, è un’esperienza
che non ho ancora fatto, però lo sport aiuta e
dà spazio ai disabili, come dimostrano le Pa-
raolimpiadi. Il mondo dello sport, anche isti-
tuzionale, sta cercando di dare sempre più
importanza e risalto all’aspetto dello sport
nei diversamente abili».
Riccardo: Come giudichi gli atleti che fanno
uso di droghe durante le loro attività sporti-
ve?
Maestro Francesco: «Sicuramente non li
giudico bene, perché l’essenza dello sport è il
sacrificio, il prepararsi per una prestazione,
l’ansia di fare bene, anche se poi non si vin-
ce. La base dello sport è fare sacrifici per
ottenere risultati, così come nella vita, lo
sport infatti è la metafora della vita». Angelo: Cosa pensi del comportamento vio-
lento tra gli atleti e tra i tifosi?
Maestro Francesco: «È un corto circuito
dello sport, sono atteggiamenti che vanno
assolutamente condannati».
Ilaria: C’è qualcosa che per te andrebbe
cambiato nello sport?
Maestro Francesco: «Sicuramente tutte le
cose che rovinano lo sport, dal razzismo al
doping, la violenza e i troppi interessi e pro-
fitti personali».
Stefano C.: Perché hai scelto di fare questo
lavoro?
Maestro Francesco: «È una passione che
avevo fin da piccolo, mio padre mi ha incul-
cato la mentalità del calciatore, era presiden-
te di una piccola squadra di calcio e mi por-
tava con lui alle partite. Ho intrapreso questa
strada e ho deciso di studiare per realizzare
il mio sogno, che è quello di fare il prepara-
tore atletico di calcio. Alla vostra età è im-
portante appassionarsi a qualcosa, che vi
tenga fuori dalle cose brutte e negative che ci
sono dietro l’angolo, perché la passione dà
gratificazione e ti fa sentire bene».
I ragazzi del corso Pon
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 15
Abbiamo svolto un'indagine sullo sport, tra gli alunni delle classi IV e V che svolgono i corsi Pon di Italiano, nella nostra scuola. Si tratta di un campione di 36 ragazzi tra i 9 e gli 11 anni.
Questi i risultati del nostro lavoro:
I ragazzi del corso Pon
Per me lo sport è molto importante perché ci aiuta a crescere, ma è anche molto divertente, infatti ci sono tanti tipi di sport tra cui scegliere, ma il mio preferito è in assoluto la danza. Quello che non mi piace dello sport è che a volte è un po’ violento, come quando in una partita di calcio tifosi e atleti si azzuffano, facendosi male. Questa è una cosa veramente brutta, ma io so come rimediare: “bisogna in-segnare alle persone che si devono ac-cettare le vittorie come le sconfitte, che l’amicizia e la fratellanza vengono prima di tutto”.
Vanessa del corso Pon
A me lo sport piace tanto perché si può stare insieme alle persone e fare nuove conoscenze. Quello che non mi piace dello sport sono le persone che non sanno perdere e che pensano che per divertirsi bisogna vincere per for-za. Due mie amiche alla fine di una partita di pallavolo hanno litigato tra di loro perché una ha vinto e l’altra no. A me è dispiaciuto molto vederle discutere così ho detto loro che lo sport è fatto per stare bene insieme. Quando hanno fatto pace abbiamo giocato di nuovo ci siamo divertite tantissimo.
Masha del corso Pon
Lo sport è la cosa più bella della mia vita, soprattutto il calcio. Nella squa-dra di calcio dove gioco sono stata ac-colta come una figlia, tutti mi vogliono bene e mi dedicano tante attenzioni. Quando nella mia squadra è arrivato un mio amico, io mi sono ingelosita perché ho visto che anche a lui dedica-vano molte attenzioni e io mi sono sen-tita trascurata. Così abbiamo litigato e per alcuni giorni non ci siamo parlati. Però poi ho capito di aver sbagliato e ho chiesto scusa. Da allora siamo amici più di prima e ci divertiamo a giocare a calcio insieme.
Asia del corso Pon
La danza è la passione della mia vita, ogni volta che vado a lezione o che faccio le gare mi diverto molto. Ho fatto anche tante nuove amicizie e ho conosciuto Vanessa che mi è molto simpatica. Nelle gare di danza a cui ho partecipato siamo arrivati sempre al primo posto, per questo ringrazio molto le mie compagne, perché senza il loro aiuto e il loro appoggio non ce l’avrei mai fatta. Grazie a loro ho ca-pito che lo sport dà molte soddisfazio-ni, che si ottengono con il sacrificio e con il lavoro di squadra.
Ilaria del corso Pon
Come ogni anno, il mese di febbraio segna l’inizio dell’entusiasmante e tanto atteso torneo, interno all’Istituto, di pallavolo. Ve-de coinvolte, fino al mese di maggio, tutte le sezioni della Scuola Secondaria dei primo grado. Per ogni classe si formano due squa-dre e, visto che siamo tre sezioni, ogni squadra dovrà giocare e vincere con altre cinque. La cosa più bella, oltre al gioco e al divertimento, è quella che tutti gli alunni partecipano al grande torneo. Le sfide sono durissime. Nell’aria c’è molta tensione.
Cosa ha di bello questo torneo? Tutto. Non è importante vincere o perdere, ma amare la propria squadra, impegnarsi e im-parare sempre di più. Chi non gioirebbe nel giocare con la propria classe? Chi non da-rebbe l’anima nell’affrontare e giocare con gli altri? L’importante è essere onesti, ri-spettare le regole, cosa che non dovrebbe mai mancare in qualsiasi sport. E’ bello an-che ritrovarsi su un campo e giocare insie-me, perché, grazie allo spirito di squadra, si riesce anche a giocare meglio, e soprattutto, a dare il meglio di sé ed essere più uniti.
Cosa molto importante nel campo di gioco è non criticare mai i compagni quando sba-gliano, a tutti capita di sbagliare, deve svi-lupparsi e rafforzarsi lo spirito di gruppo.
Un immenso grazie alla professoressa Mar-ra che ogni anno ci dà questa opportunità e a tutti gli altri docenti che si dimostrano disponibili e pazienti. Non ci resta che a-spettare il 31 maggio, e… vinca il migliore!
Classe III B scuola secondaria di I grado
All’inizio mi spaventava un po’ l’idea di partecipare al torneo, perché non avevo mai giocato prima d’ora in una squadra di pallavolo e non conoscevo bene né le rego-le, né le basi, quindi avevo paura di sbaglia-re!!!
Poi, quando ho saputo che la finale del tor-neo si sarebbe svolta alla fine dell’anno, e davanti a tutti, ho iniziato a pensare che po-tevo fare una brutta figura davanti agli alun-ni più grandi, ai professori e al Dirigente.
Però, lezione dopo lezione, ho iniziato a migliorare in questo sport e ho anche avuto la fortuna di capitare in una squadra forte, unita e nella quale ci sosteniamo l’un l’altro.
Poi partita dopo partita siamo arrivati in finale e io e i miei compagni non vediamo l’ora di vincere!!!
Simone Gaia
Classe I A scuola secondaria di I grado
Tripudio di magliette colorate danno l’avvio al tradizionale “Torneo di pallavolo”
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 18
LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI SECLÌ PRESENTA:
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
ln occasione della festa della Repubblica gli
alunni della scuola primaria di Seclì hanno sfi-
lato per le vie del paese sventolando il tricolore
e cantando l'inno nazionale.
Nella sala consiliare del palazzo ducale San
Severino, alla presenza del sindaco e dell'asses-
sore all'istruzione, gli alunni di IV e V, vestiti
con i colori del tricolore hanno letto e commen-
tato i principali articoli della Costituzione.
Oggi a scuola abbiamo ascoltato la storia rac-
contata del signor "Uccio" Epifani, deportato
militare nei campi di lavoro in Germania duran-
te la Seconda Guerra Mondiale.
Uccio ha raccontato che nel 1943 era un soldato
di appena vent'anni e prestava il suo servizio a
Modena. L'8 settembre i nazisti entrarono nella
sua caserma e lo fecero prigioniero insieme ad
altri soldati. I nazisti li caricarono su un treno
adibito al trasporto di animali e li portarono ad
Auschwitz; il viaggio durò sette giorni.
Uccio ha raccontato di tutti i maltrattamenti, di
tutte le umiliazioni subite e della fame patita,
tanto da arrivare a mangiare le "gallette" desti-
nate ai cani, alimentazione questa che gli ha
procurato una forma di malattia allo stomaco.
Nel 1945 i russi liberarono il campo di concen-
tramento e i soldati poterono tornare a casa.
Uccio ha raccontato anche del suo difficile re-
inserimento alla vita normale e delle tante diffi-
coltà che ha incontrato nel riprendersi da tutte
le atrocità subite.
"Forza venite gente" è il titolo del recital che gli
alunni della scuola primaria di Seclì hanno presen-
tato come spettacolo di Natale.
ll recital, a cui hanno partecipato tutti gli 84 alunni
e che ha messo in risalto gli stili di vita di San Fran-
cesco, ha avuto l'obiettivo di far scoprire il valore
autentico della festività natalizia (semplicità, altrui-
smo, amore per il prossimo, gioia).
Percorrendo gli eventi che hanno caratterizzato il
corso della vita del Santo, che per primo ha insce-
nato il presepe dando vita ad una tradizione mille-
naria, gli alunni si sono cimentati in dialoghi, mo-
nologhi, canti e balli un po’ fuori dagli stereotipi,
ma altrettanto stimolanti e accattivanti.
FESTA DELLA REPUBBLICA SULLE TRACCE DI SAN FRANCESCO NATALE 2012
Pagina 19
GIORNATA DELLA MEMORIA
Gli alunni raccontano… Seclì 27 gennaio 2013
storia del pasticciotto “Obama” nasce dall’idea
di abbinare il nome del nuovo pasticciotto co-
lor cacao a quello di Barack Obama, primo pre-
sidente di colore nella storia degli U.S.A.
Il pasticciotto è un famoso dolce salentino, na-
to nel 1745 a Galatina nella bottega pasticciera
della famiglia Ascalone durante le festività di
San Paolo. Si racconta che, Nicola Ascalone
stava cercando di creare un dolce che potesse
risollevare la difficile situazione economica
della sua bottega e tra una torta e un dolce si
ritrovò con un po’ d’impasto e un po' di crema
non sufficienti per cuocere un'altra torta. Deci-
se però di non buttare questi avanzi ponendoli
in un piccolo recipiente di rame. Pur conside-
rando questa piccolissima torta, un pasticcio,
la mise ugualmente nel forno e dopo cotto lo
regalò ancora caldo a un passante, che lo riem-
pì di complimenti e lodi. Il pasticcio risultò
veramente ottimo e l'uomo ne volle qualcuno
da portare in famiglia, da allora nacque il
"pasticciotto de Lu Scalone".
Vive ormai da 268 anni ed è presente nell'elen-
co nazionale dei prodotti agroalimentari tradi-
zionali redatto dal Ministero delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali.
Da ricordare la variante al cacao inventata nel
2008 da un pasticciere di Campi Salentina. La
Setacciate la farina e disponetela a fontana, unite lo strutto in pezzi, aggiungete anche lo zucchero,
il sale e l’ammonica, ed al centro le uova. Impastate il tutto abbastanza velocemente e con le mani.
Formate un panetto, ricopritelo con la pellicola e ponetelo in frigo per almeno un'ora.
Successivamente stendete la pasta formando una sfoglia non molto spessa e con questa ricoprite
gli stampini precedentemente imburrati e infarinati. Riempite fino all'orlo di crema pasticciera, ben
fredda, e richiudete sigillando i bordi con cura. Con le dita premete sul bordo della frolla in modo
da conferire al pasticciotto la sua tradizionale forma a cupoletta e eliminate la pasta in eccesso.
Spennellate infine l’impasto con il tuorlo e mettete gli stampini in forno preriscaldato a 200°. Far
cuocere per 10/15 minuti; o fin quando la superficie dei pasticciotti non diventa dorata.
I ragazzi del corso Pon
Preparazione
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 20
500 g farina 00
250 g strutto
250 g zucchero
2 uova intere
5 g di ammoniaca per dolci
1 pizzico di sale
vaniglia
2 cucchiai di latte
1 tuorlo per spennellare
per la frolla:
INGREDIENTI
1 lt di latte
4 tuorli
200 g di farina 00
350 g di zucchero
vaniglia
per la crema
pasticcera:
IL PASTICCIOTTO
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
1 kg di farina 0 o grano duro
30 gr. di lievito di birra
sale fino q.b.
acqua tiepida q.b.
Alcune fonti stabiliscono che
la frisa sia nata nel X sec. a.C.,
all’epoca della civiltà Fenicia.
I mercanti durante le loro navi-
gazioni erano soliti consumare
ciambelle scure di grano am-
morbidite con acqua di mare e
insaporite con olio d’oliva.
Alcune leggende popolari in-
vece fanno risalire le sue origi-
ni al periodo dei Crociati, che
partivano proprio dai porti sa-
lentini per raggiungere la Terra
Santa.
I crociati dovevano intrapren-
dere un viaggio in nave molto
lungo e quindi avevano biso-
gno di scorte di cibo che non
deperissero velocemente.
Così nella memoria degli an-
ziani, la frisa è rimasta con il
nome di “pane dei crociati”. Si
racconta che la sua forma
(rotonda, con il buco al centro)
sia nata per poterla trasportare
più facilmente, si infilava una
cordicella nel buco e si appen-
deva come collana.
Prima del dopoguerra, la frisel-
la di farina di grano era riser-
vata alle sole tavole benestanti
e a poche altre occasioni cele-
brative. Il ceto povero consu-
mava invece friselle di farina
di orzo o di miscele di orzo e
grano.
filoncini fino a formare delle
piccole ciambelle, che dispor-
rete su una teglia da forno.
Lasciate lievitare ancora una
mezz’ora, dopo mettetele in
forno a 200° per una quindici-
na di minuti, sfornate e lasciate
raffreddare.
Una volta fredde tagliatele in
due ponetele nuovamente in
forno per farle tostare a 170°
per circa un’ora.
Sfornatele non appena sono
ben dorate, fatele raffreddare e
conditele come preferite!
I ragazzi del corso Pon
Disponete la farina a fontana,
sciogliete il lievito nell’acqua
tiepida e salata, e versatelo al
centro della fontana. Impastate
il tutto, con molta energia, fino
a ottenere un panetto liscio ed
omogeneo.
Coprite l’impasto con un pan-
no e lasciatelo lievitare in un
luogo caldo per 1 ora e mezzo
circa.
Dopo che l’impasto ha raddop-
piato il suo volume dividetelo
in pezzi e fate dei piccoli filon-
cini di 15/20 cm, che farete
nuovamente riposare per
un’ora.
Successivamente richiudete i
Preparazione
Pagina 21
IL PANE DEI CROCIATI: “LA FRISA”
A NOI PIACE
CONDIRLA COSÌ:
Pomodoro
Tonno
Rucola
Olio
Sale
Capperini
Origano
Siamo arrivati a scuola e sembra una giornata
qualunque. Quando tutti i compagni sono arrivati, la
maestra ci ha fatto preparare le gallette. Il loro dolce
profumo si sentiva dal corridoio e pure fuori la scuola.
Sabato 13 aprile 2013, la nostra mae-
stra ci ha fatto una sorpresa, portan-
do a scuola la macchinetta per prepa-
rare le gallette.
Prima che la maestra preparasse
l’impasto ha tolto dalla busta gli ingre-
dienti e li ha scritti alla lavagna.
In fila ci ha chiamato e ci ha fatto
mettere nella scodella gli ingredienti.
Abbiamo frullato con il frullatore, ci
ha fatto mescolare le uova.
Abbiamo fatto riscaldare la macchi-
netta e successivamente abbiamo
messo l’impasto. Le cialde si sono cu-
cinate a forma di cuore.
Il loro profumo si sentiva da tutto il
corridoio e, visto che le finestre era-
no aperte anche da fuori, tutte le ma-
estre e i collaboratori scolastici sono
entrati nella nostra classe per vedere
cosa era quel profumino.
Tutti sentivamo l’acquolina in bocca e
abbiamo detto alla maestra di darce-
ne un po’ per offrirle alle altre classi.
Preparare le gallette è stata una gran-
de emozione, perché era la prima vol-
ta che le preparavamo con i nostri
compagni di classe. Eravamo molto
impazienti di assaggiarle perché sape-
vamo che erano buonissime, la mae-
stra le portava infatti ad ogni festa.
È stato un giorno emozionante e bel-
lissimo, perché la scuola e la cucina si
sono mescolate con l’amicizia.
Classe V C Scuola Primaria
Le gallette a scuola
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 22
3 uova
200 g zucchero
250 g farina
250 g burro
1 bustina di vaniglina
Ingredienti
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
causa di una perdita di
benzina, che ha costretto
il conducente ad abban-
donare il veicolo.
I cittadini del paese tro-
vandosi sul posto hanno
cercato di spegnere le
fiamme, con secchi d'ac-
qua, ma, nonostante tut-
to, la situazione, andava
sempre più peggiorando.
Così il Signor Franco,
collaboratore scolastico
e custode dell'edificio
Dante Aligheri, con il suo
coraggio ha affrontato le
fiamme con l'estintore
riuscendo a spegnere l'in-
cendio, anche prima
dell’arrivo sul posto della
protezione civile.
Ora, nella nostra scuola,
abbiamo un eroe che
svolge due lavori: il bidel-
lo e il "pompiere" della
scuola!
Latino Gabriel
classe 5A Scuola Primaria
La mattina del 2 maggio
intorno alle ore 8:00 cir-
ca, presso la Piazza Con-
cordia di Neviano, nelle
vicinanze del plesso sco-
lastico Dante Aligheri è
accaduto un episodio da
far scatenare il panico tra
gli studenti, che in quel
preciso momento si re-
cavano a scuola. Una vec-
chia Fiat Panda percor-
rendo la piazza ha preso
accidentalmente fuoco, a
vicinato è uscito per ve-
dere l' accaduto e si so-
no accorti che era crol-
lato il solaio della rinno-
vata officina.
In un primo momento si
è pensato ad una trage-
dia, poi si è constatato
che per fortuna, al mo-
Nella tarda mattinata del
22 di marzo in via Gra-
ziani è crollata l'autoffici-
na dei fratelli Mauro.
Una delle autofficine
storiche e più conosciu-
te di Neviano.
Verso le ore 10:45 si è
sentito un boato, così il
mento, non vi era nessu-
no all' interno e non so-
no stati riportati danni
neanche alle autovettu-
re.
Lorenzo Mauro
Classe 5A Scuola Primaria
SFIORATA LA TRAGEDIA
AUTOMOBILE IN FIAMME
Neviano Notizie
Il crollo dell' autofficina Mauro
Pagina 23
Natale è un insieme di parole
che esprimono sentimenti,
raccontano tradizioni e usan-
ze tipiche di ogni luogo.
Tra le varie tradizioni natali-
zie presenti nel nostro Salen-
to, le più importanti sono: la
“Focara” o “focareddra” e il
Presepe.
La “focara” viene accesa il
giorno della vigilia con lo sco-
po di riscaldare il Bambino
Gesù, che sta per nascere.
La sua preparazione inizia
molto tempo prima del Nata-
le; i ragazzi si impegnano ad
accumulare legna di ogni ge-
nere, raccolta nelle campagne
dopo la potatura degli alberi
d’ulivo. A rendere la “focara”
più bella concorrono diversi
elementi: la perfezione della
forma, la grandezza, la varie-
tà e l’allegria.
In tempi più remoti, racconta-
no i nostri nonni, ma anche i
bisnonni, quando la focara
ormai stava per spegnersi, la
gente correva a prendere un
po’ di “fuoco” per portarselo a
casa per pura devozione.
Oggi tutto questo è ormai
tramontato, ciò che resta è
una festa che raduna intorno
a sé tutti i cittadini.
Il Presepe anticamente veni-
va allestito da tutti, poteva
occupare un’intera stanza
oppure solo un angolo. Oggi,
solo in poche case si costrui-
sce il presepe.
A tal proposito, quest’anno a
scuola abbiamo ripreso que-
sta antica tradizione co-
struendo ciascuno alunno un
piccolo presepe su una base
di compensato utilizzando
materiale di diverso tipo.
Insieme alle nostre insegna-
ti, abbiamo dipinto la base,
l’abbiamo ricoperta di mu-
schio ed inserito poi la capan-
na di cartapesta, costruita
sempre da noi. Infine,
l’abbiamo arricchito con i
personaggi fatti di carta o di
das, con delle piccole pianti-
ne e con altri elementi tipici.
Successivamente abbiamo
allestito una piccola mostra
dei nostri presepi.
Erano tutti molto belli!!!
Le insegnanti, per premiarci,
ci hanno consegnato un pic-
colo attestato e un sacchetti-
no di caramelle.
All’iniziativa hanno parteci-
pato anche gli alunni delle
classi IV A e IV C.
Gli alunni della classe IV B Scuola primaria
Abbiamo esposto, tramite i dialoghi brevi
e intensi, le tradizioni di paesi come
l’Inghilterra, la Francia, la Spagna, la Sviz-
zera e la Romania.
La scenetta si è conclusa con una riflessione
sul fatto che l’importanza del Natale non è
tanto quella di festeggiare con i parenti ma
piuttosto il fatto che Gesù nasca per noi, in
ogni angolo della terra.
Ci siamo divertiti molto.
I ragazzi della III A Scuola secondaria di I grado
Per gli auguri di Natale noi alunni
dell’Istituto Comprensivo ci siamo riuniti in
auditorium.
Noi ragazzi della classe III A abbiamo pen-
sato di drammatizzare una piccola scenetta
in vernacolo: “Natale, dove puoi…”
Abbiamo presentato, in modo ironico e co-
struttivo, le tradizioni natalizie, in Italia e
nel mondo. La scena si è aperta con il mari-
to e la moglie, o nonno e nonna, nei giorni
pre-natalizi.
I due, specialmente la nonna, sono intenti a
contattare i nipoti che vivono all’estero per
motivi di lavoro, studio o famiglia.
“PRESEPI E FOCARE”, NEL NOSTRO SALENTO
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 24
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Una strana visita in casa della signora Fiorina Martalò, che ci ha fatto vedere
come, ancora oggi, prepara nel suo “laboratorio” il “sapone fatto in casa”, con
semplici ingredienti.
Ci ha spiegato che anticamente in tutte le famiglie si RICICLAVA l’olio fritto per
farne ottimo sapone:
LE NOSTRE RIFLESSIONI
L’olio fritto se buttato inquina, acqua e campi coltivati, se invece lo ricicliamo
non solo diventa un prodotto utile, ma si rispetta anche la NATURA!
LABORATORIO CHE PASSIONE: OSSERVO, SPERIMENTO, IMPARO
FASI DI LAVORAZIONE
Unire 2 l. di acqua con la soda in un recipiente, i 400
g. di farina e il detersivo profumato.
Mescolare con un bastone di legno energicamente.
ATTENZIONE: non immergere le mani perché la soda
sprigiona calore e puoi scottarti.
Infine aggiungere altri 6 l. di acqua.
Lasciare riposare per qualche giorno finché il composto
si sarà rappreso.
Trascorso questo tempo il sapone sarà ormai con-
solidato, si può rivoltare su un piano il pezzo unico otte-
nuto.
Si sezionano piccole tavolette adeguate alla grandezza
della mano.
FINALMENTE il sapone è pronto per un bucato profu-
mato e... a poco prezzo!
UNA STRANA VISITA...STORIA DEL SAPONE FATTO IN CASA
Pagina 25
Oggi 9 maggio abbia-
mo seguito tutto il pro-
cedimento per ottenere
il “sapone fatto in ca-
sa”.
INGREDIENTI
8 l di acqua
1/2 kg di soda
400 g di farina integrale
1 pugno di detersivo
LAVORO
COLLETTIVO
Classe II B
Scuola Primaria
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 26
La scuola al tempo dei nostri nonni era molto diversa dalla nostra, dall’arredo scolastico al materiale didattico.
C’era un solo maestro, che insegnava tutte le materie; gli alunni erano obbligati a fare silenzio e a stare attenti
durante le spiegazioni dell’insegnante. A quei tempi chi si comportava male riceveva punizioni severe e a volte
anche dolorose, chi chiacchierava o non stava attento alla lezione veniva chiamato alla cattedra e bacchettato
e, nei casi più gravi, gli alunni venivano costretti a stare dietro la lavagna in ginocchio sui ceci o sui sassolini.
Per avere qualche informazione in più abbiamo deciso di invitare, durante il corso Pon, la nonna di un nostro
compagno: Nonna Roberta, che ha trascorso con noi un piacevole pomeriggio, ricordando la scuola dei suoi
tempi.
Nonna Roberta ha frequentato la scuola Dante di
Neviano, a partire dall’anno scolastico 1939/1940.
Ci ha raccontato che la scuola era nata nel 1938 e
aveva 11 aule arredate con banchi di legno bipo-
sto, che avevano un buco per il calamaio pieno di
inchiostro nero. Per scrivere gli alunni non usano
la penna sfera ma il “calamus” con il pennino. La
cattedra era grande e stava su una base, per essere
più alta rispetto ai banchi. Dietro la lavagna c’era
un crocifisso e nel periodo fascista c’era anche il
quadro di re Vittorio Emanuele III e di Mussolini.
I nostri nonni non avevano lo zaino, ma una car-
tella di cartone marrone, dove mettevano due libri
uno di lettura e il sussidiario in cui c’era grammati-
ca, storia e geografia. Si indossava un grembiule
nero con un fiocco blu. A scuola si leggeva molto,
si facevano composizioni, riassunti e anche molte
recite.
Si faceva educazione fisica nella palestra e gli alun-
ni si preparavano per i saggi ginnici che si teneva-
no di sabato.
Nonna Roberta ha frequentato la scuola ele-
mentare solo 4 anni, perché la sua maestra Maria
Nonna Roberta racconta
Giustizieri le suggerì di saltare la quinta elementare
e di fare l’esame di ammissione per la scuola me-
dia. Allora a Neviano non c’erano le scuole medie
e bisognava spostarsi a Nardò o a Galatina. Nonna
Roberta si alzava tutte le mattine alle 6 per prende-
re il treno insieme con la sorella che era un anno
più grande. Dopo ha frequentato il liceo, diventan-
do professoressa nella scuola media.
I ragazzi del corso PON
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 27
Intervista a M. G. CUPPONE insegnante della scuola Primaria Di Neviano
A quei tempi le classi come A quei tempi le classi come A quei tempi le classi come
erano disposte?erano disposte?erano disposte?
Nel lontano 1959/64, anni in cui
io ho frequentato la scuola ele-
mentare, le classi erano numero-
se e in genere erano maschili o
femminili. Ricordo che la mia
classe rimase formata solo da
bambine fino in IV, in V acco-
gliemmo 5 ragazzi ripetenti.
Con che cosa andavi a scuola?Con che cosa andavi a scuola?Con che cosa andavi a scuola?
A scuola io mi recavo a piedi per-
ché la mia casa non era molto di-
stante, ma allora il mezzo più u-
sato dai genitori per accompa-
gnare i propri figli a scuola era
la bicicletta.
Era severo il tuo maestro/a?Era severo il tuo maestro/a?Era severo il tuo maestro/a?
Io sfortunatamente ho avuto
molti insegnanti che si alterna-
vano, anche nel corso dell’anno
scolastico, tranne in terza e in
quarta. In quinta poi la nostra
classe fu assegnata ad una mae-
stra di Galatina. Comunque le
mie insegnanti erano tutte molto
brave, anche perché noi non da-
vamo motivo perché non lo fosse-
ro.
L’abbigliamento come era?L’abbigliamento come era?L’abbigliamento come era?
Noi alunni indossavamo la divisa
scolastica: grembiule nero, col-
letto bianco e fiocco blu.
Si indossava sempre e tale regola
veniva rispettata dai genitori e di
riflesso dai figli.
Che cosa usavi per scrivere?Che cosa usavi per scrivere?Che cosa usavi per scrivere?
Per scrivere, sia a casa che a
scuola usavamo la penna (un ba-
stoncino di legno o plastica ) con
ad una estremità un pennino in
acciaio da intingere di tanto in
tanto nell’inchiostro, per poi con-
tinuare a scrivere. Prima di volta-
re pagina avevamo cura di asciu-
gare la parte scritta con un foglio
di carta assorbente che tutti tene-
vamo nel quaderno.
Sei mai stata messa in puni-Sei mai stata messa in puni-Sei mai stata messa in puni-
zione?zione?zione?
Fortunatamente no, perché ero
abituata a rispettare le regole.
I ragazzi del corso PON
Per me la diversità è una cosa normale, non importa di che colore hai la pelle, di che nazionalità sei o se sei diversamente abile, perché ognuno di noi è speciale e unico a suo modo, ciò che vera-mente conta è non odiarsi o prendersi in giro.
Quando sento la parola diversità penso che le persone hanno il diritto di essere giudicate per quello che sono dentro, non per quello che sono fuori.
Quando sento la parola diversità penso ad un mio compagno di classe, che ha dei problemi; alcu-ni miei compagni lo prendono in giro e gli dicono anche parolacce, io invece lo considero mio amico e lo vedo come un qualsiasi bambino normale.
La parola diversità mi fa pensare al comportamento di Papa Francesco rispetto ai politici. Il nuo-vo papa ha rinunciato a tante cose, come alla croce d’oro, ha l’anello papale d’argento e conduce uno stile di vita vicino ai poveri, i politici invece non hanno rinunciato alle auto blu ai vitalizi e ai super stipendi.
La diversità è una cosa bella perché ci fa capire che non siamo tutti uguali, però dobbiamo co-munque rispettare e apprezzare chi è diverso da noi, perché possiamo imparare molto.
La diversità è una cosa sia bella, sia brutta; è bella perché ti fa conoscere lingue, culture e realtà diverse dalla nostra, però è anche brutta perché provoca sofferenza e tristezza soprattutto quan-do ci sono persone che parlano alle spalle.
Conoscere chi è diverso è importante perché ci permette di arricchire la nostra conoscenza e di migliorare accettando le diversità.
È importante perché in questo modo possiamo avere un nuovo amico con cui giocare e parlare, perché come dice un proverbio: “chi trova un amico trova un tesoro”.
Quando incontro una persona diversa mi sento un po’ a disagio, ma dopo quando inizio a cono-scerlo, mi sembra di parlare con un mio amico. Quando vedo dei bambini diversi da me sono curioso di parlare con loro per conoscere la loro diversità.
Riflessioni dei ragazzi del corso Pon dopo
la lettura della favola intitolata: “Un quadrato
nel mondo dei rotondi”, tratta dal kit Unicef: “Io non vinco. Tu non perdi”.
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 28
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Nell’ ambito del progetto “Una macedonia di emo-zioni”, noi ragazzi delle classi prime della Scuola Secondaria di primo grado, a b b i a m o v i s s u t o , quest’anno, un’esperienza unica: con la nostra inse-gnante e con l’aiuto della psicologa dott.ssa Prete Francesca, abbiamo prova-to ad ascoltare diversi brani musicali cercando di asso-ciarli alle nostre emozioni.
Il laboratorio, per qualche ora, sembrava un mondo fantastico.
Ci muovevamo guidati dalla musica e dalle dolci parole della psicologa che ci esor-tava a… chiudere gli oc-
chi… a lasciarsi trasporta-re… a immaginare… a so-gnare.
All’inizio, qualche compa-gno rideva divertito, poi siamo diventati più silen-ziosi e più attenti e, man mano che la musica cam-biava, i nostri movimenti diventavano più morbidi, più lenti… poi il ritmo si è fatto più incalzante, assor-dante e noi… cercavamo di tradurre quelle note in mo-vimenti… poi in parole.
Abbiamo scritto delle frasi che sembravano versi di una poesia. Poi le abbiamo rilette e abbiamo riflettuto insieme… ci siamo resi conto che spesso, presi dal-
la fretta, dai videogiochi, dalla frenesia, non abbiamo il tempo di ascoltare noi stessi, le nostre emozioni.
È stato un percorso davve-ro interessante!
Nei giorni successivi abbia-mo provato a colorare le nostre emozioni e allora…è saltato fuori un vero arco-baleno!
Quante sfumature!
Quanti colori!
Quante emozioni!
Ora sappiamo riconoscerle e … persino colorarle.
Alunni della IC
Scuola Secondaria
di I grado
Pagina 29
La libertà non è un dono, qualcosa che si riceve in regalo. Si può vivere in un paese con a capo un ditta-tore ed essere “liberi”, però ad una semplice condizio-ne: “Basta lottare contro la dittatura”.
Gli uomini pensano, ragio-nano con la propria testa e conservano il loro cuore
intatto: “sono liberi”. Tutti coloro che lottano per ciò che ritengono giusto, sono liberi.
Si può invece vivere in un paese in cui regna la “democrazia”, ma se si è pigri, cupi, servili, “non si è l i b e r i ” ; n o n o s t a n t e l’assenza di un dittatore,” si è schiavi”. La libertà, quin-
di non è un dono ma una conquista e se non si è inte-riormente liberi, si è schiavi pur vivendo in un paese democratico.
Classe IV C
Scuola primaria
L’obiettivo di questo progetto è stato quel-lo di favorire nei nostri alunni, il senso di appartenenza e partecipazione alla comuni-tà dell’Europa attraverso la conoscenza, utilizzando come strumenti il gioco, la mu-sica, il racconto, la drammatizzazione.
Tante proposte di attività, insieme a canzo-ni orecchiabili e ritmate, hanno rappresen-tato l’approccio ai diversi aspetti dell’argomento, spaziando dall’area geogra-fica a quella linguistica, sociale, economica, culturale con tante notizie e curiosità.
In particolare l’obiettivo è stato quello di sensibilizzare i bambini ai temi della convi-venza civile per imparare ad apprezzare la diversità come una ricchezza, individuare i concetti di dignità, uguaglianza, libertà, so-lidarietà, giustizia, cittadinanza ed esplorare con l’aiuto dei genitori e degli insegnanti i valori condivisi o condivisibili.
Girotondo di colori è un progetto che ha voluto promuovere il concetto di educa-zione alla solidarietà, perché crediamo sia importante cominciare dai più piccoli, con interventi mirati, a far acquisire atteggia-menti rivolti al rispetto delle diversità.
La metafora dei colori, di cui ci siamo ser-viti, ci ha permesso di rinforzare l’importanza e la bellezza delle diversità, per poter essere vissute come fonte e pos-sibilità di crescita reciproca e non di esclu-sione ed emarginazione, incoraggiando nei gruppi, un clima di cooperazione e di valo-rizzazione di ciascun individuo, nella sua peculiarità ed originalità.
Questo percorso è servito ai bambini, me-diante i lavori di gruppo, a confrontarsi e a prendere coscienza delle diversità, è stato per loro un primo approccio all’interculturalità.
L’educazione interculturale favorisce la convivenza democratica nel rispetto di o-gni persona e nel riconoscimento delle di-verse identità culturali per la costruzione di un dialogo e di uno scambio collaborativo al fine di un reciproco arricchimento.
Alla fine di questo percorso, ci auguriamo che tutto il lavoro svolto fin qui, abbia un seguito anche il prossimo anno, magari con percorsi diversi e con l’aiuto delle fa-miglie, che come sempre hanno dimostra-to di essere attenti osservatori della crescita dei propri figli, insieme possiamo raggiun-gere maggiori traguardi per un futuro mi-gliore.
Ins. Conte Antonella
PROGETTO D’ISTITUTO
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 30
“TUTTI UGUALI, TUTTI DIVERSI, INSIEME...PER CRESCERE”
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Le classi quarte, in relazione al macropro-getto d’istituto “Tutti uguali… tutti diver-si” a.s. 2012/2013
centrato sull’integrazione, hanno svilup-pato la tematica “Sto bene con gli altri”, al fine di costruire identità non omologa-te, ma originali e critiche. Per raggiungere tale obiettivo a lungo termine si è partiti dal documento “Convenzione dei diritti dei bambini” istituita il 20 novembre 1959, passando, poi, a svolgere le varie attività didattiche sia in ambito curriculare
che extracurriculare.
Gli argomenti trattati hanno coinvolto e sensibilizzato i ragazzi sviluppando in lo-ro il sentimento della solidarietà, perché hanno capito che non tutti i bambini usu-fruiscono degli stessi diritti ritenendosi, di conseguenza, molto più fortunati di tanti loro coetanei.
Le docenti delle classi quarte: Ins. Anna Rita Carrisi, Maria Grazia
Cuppone, Lucia Ponzetta, Carmela Caggia, Perrone Luisa
“Diritti del bambino”
Grande o piccolo,
non importa la statura
i diritti son di tutti, pure della natura.
I “diritti dei bambini” si devono rispettare
e mai violare,
perché i bambini sono bei regalini.
I bambini sono un regalo di dio molto importante
perché senza di loro le cose brutte sono tante,
quindi li dobbiamo rispettare
e non li dobbiamo maltrattare.
Giovanni Oronzo Blasio
Classe IV A Scuola Primaria
Pagina 31
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 32
Ogni bambino che sia bianco, nero o giallo
ha diritto di vivere sognando
ad aver una vita meravigliosa
lontano dalla guerra sanguinosa.
Noi abbiam diritto a vivere in una casa
non importa che sia grande o piccola,
di paglia o di mattoni,
purché ci sia l’amore dei nostri genitori.
Quello che sogna ogni bambino
giocare col suo cagnolino
imparare tutto ciò che di più bello c’è
in questo mondo pieno di perché.
I nostri diritti son come dei sogni incantati
che se vengon rispettati
ogni bambino crescerà
pieno di amore e felicità.
SERENA CUPPONE IVB
SCUOLA PRIMARIA
Pasqua, Pasqua che allegria!!!
Pasqua, Pasqua c'è tanta allegria!!!
Gesù ora è già risorto,
E tante uova ci sono già nell'orto.
Vola in cielo una colomba: è segno di
pace!!!
Ma ci regala anche tanta luce.
Pasqua, Pasqua che allegria!!!
Pasqua, Pasqua c' è tanta simpatia!!!
Mamma mia quante uova ,
Per me ricomincia una vita nuova.
Suonan in cielo due campane: son
segno di pace!
E nel frattempo intorno tutto tace!
PELLEGRINO FRANCESCO IVB
SCUOLA PRIMARIA
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 33
Grazie papà di esistere,
grazie per l'amore che mi hai dato,
per l'educazione che mi hai insegnato,
per avermi imparato a rispettare gli altri,
per l'impegno che metti
affinché non mi manchi nulla.
e soprattutto GRAZIE
di avermi dato la vita.
e con tutto il mio amore ti dico:
“AUGURI!!!”
Tua Vanessa
V C SCUOLA PRIMARIA
Caru papà
me manchi mutu sà?!
Tendai sciutu te quai
percè fatica nun de truai.
Però tocca cu ssai
ca sempre intra lu core mia stai.
Puru la mamma tendai purtata
ma l'hai fattu cu dai
alla noscia famijia na sistemata.
Nu te preoccupare,stamu lontani
e quistu se sape,
ma tantu poi ne vitimu stu state.
Nu bbisciu l'ora cu tte mbrazzu,
e ci putia moi piava n'aereu o nu razzu,
cu te baciu e te strapazzu.
Papà sinti speciale
e cu stai luntanu me face male,
te oiu bene cu tuttu lu core
e cu te mbrazzu
cuntu le ore.
Asia Misciali
V C SCUOLA PRIMARIA
Dalila, Chiara,
Giulia e Serena
IV B Scuola Primaria
Da un’indagine svolta in classe
sull’idea della felicità i bambini
hanno risposto esprimendo il loro
punto di vista con similitudini,
tratte anche dal mondo della
fantasia.
Eccone alcune:
La felicità è il sorriso di
mamma e papà (G. G.)
La felicità è giocare con gli
amici (M. C.)
La felicità è avere un mondo
con i colori dell’arcobaleno.
(M. G. G.)
La felicità è il sorriso di un
bimbo che gioca a palla. (S.
A.)
La felicità è ammirare il tra-
monto del sole. (M. L. M.)
La felicità è il sole che ri-
splende nel cielo. (J. L.)
La felicità è il volo di una
farfalla. (G. B.)
La felicità è un prato verde.
(M. A.)
La felicità è tenere in braccio
la mia sorellina. ( S. D.P.)
La felicità è stare insieme in
famiglia. (T.C.)
La felicità è volere bene ai
miei fratellini (Madfi AFIF)
La felicità è amare tutti gli
uomini (T.M.)
La felicità è stare con i nonni
(G. P.)
La felicità è l’abbraccio della
mamma( S.R)
La felicità è un vestito nuovo
(F.C.)
La felicità è prendere per ma-
no un amico (L. M)
La felicità è correre in un
prato( A .N.)
Classe I A Scuola Primaria
Luigi Antonio Alba-
nese e al maestro
Gianfranco Pellegri-
no abbiamo osserva-
to due signori che
hanno sistemato o-
gni albero in una
buca e l’hanno le-
gato ad un bastone.
È stata un’esperienza
molto interessante.
Noi alunni della
classe II B nel giardi-
no della nostra scuo-
la abbiamo piantu-
mato gli alberi che ci
hanno lasciato le
Guardie Forestali del-
lo Stato: CIPRESSO-
LECCIO– PINO ALLO-
RO.
Insieme al dirigente
Tutti abbiamo pro-
messo di curare ogni
giorno queste piante
togliendo le erbacce.
Di questo laboratorio
abbiamo una foto –
ricordo col dirigente
intorno alla quercia.
Gli alunni della classe II B
Scuola Primaria
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 34
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Se stimolati i bambini rispondono attiva-mente alle nostre proposte educative. Anche quest'anno il progetto di Lingua Inglese, che da anni ormai si propone e si svolge nella scuola dell'infanzia di que-sto Istituto Comprensivo, ed in linea con il POF proposto per l'anno in corso, ha dato i suoi frutti, nonostante i tempi sia-no stati molto ristretti.
Tenendo presente che il gioco rappre-senta per i bambini di questa fascia di età lo strumento essenziale di socializzazio-ne, ma anche di acquisizione del rispetto delle regole, nel corso delle lezioni le at-tività audio-orali, svolte in forma ludico-esplorativa, hanno coinvolto l'area lin-
guistica, logico-matematica, motoria, mu-sicale e grafico-pittorica.
L'ins. Carmela Caggia.
fucili, la morte si mischia alla vita, portando
via con se tanti bimbi.
Parlano di pace, ma bombardano e sparano.
Questa violenza è “guerra!”.
La pace, invece, è sorridere, dormire sereni,
vedere nel cielo i colori dell’arcobaleno.
“Solo se gli uomini spargono la voglia di
amare, il vento sorride e può allora portare
agli alberi antichi le voci e i sogni dei bam-
bini felici!”
Classe IV C Scuola Primaria
In classe insieme alla maestra abbiamo letto
una bellissima poesia, del poeta Elio Giaco-
ne, che parla della voglia di pace dei bambi-
ni in Palestina.
Le loro voci sono raccolte dal vento che le
sparge tra i rami e le foglie di alberi antichi,
perché gli alberi sanno ascoltare le voci dei
bambini e le portano al centro del mondo.
Quando i bambini sono felici e sorridono,
nei prati nascono fiori e farfalle che danza-
no nel vento.
Quando, invece, le risate dei bambini diven-
tano pianti, le loro lacrime colpiscono la
Terra che trema impaurita.
In Israele, Palestina e Iraq, con bombe e
Pagina 35
APPROCCIO PROPEDEUTICO ALL'APPRENDIMENTO DELLA LINGUA IN-
GLESE PER I BAMBINI DI 5 ANNI DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA DI
NEVIANO E SECLÌ
Abbiamo iniziato col riempire di carta il bustone per fare il busto, dopo è toccato alla busta bianca su cui abbiamo attaccato un foglio bianco e Victoria ci ha disegnato sopra il volto. Ab-biamo proceduto riempiendo di carta i calzini per ottenere le braccia e le gambe; sulla testa ab-biamo applicato l’ovatta per fare i capelli e un foulard nero. In mano le abbiamo posto una corona di sette taralli.
La nostra Caremma è “bellissima e segue divertita le nostre attività, custodisce anche due pian-tine di zucca che le abbiamo affidato.
Quest’anno nella nostra classe 4^A abbiamo vissuto una entusiasmante esperienza: la realizzazio-ne della Caremma!!!
Personaggio caratteristico della tradizione salentina che la vede in mostra sui balconi e le terrazze durante il periodo quaresimale e raffigura una vecchietta vedova del re Carnevale brutta, sgrazia-ta e vestita di nero.
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 36
PER POTERLA REALIZZARE CI SIAMO PROCURATI:
Un bustone di plastica nera e una bianca
Carta di giornali e cartone
2 paia di calzettoni neri e vecchi
Un vestito scuro vecchio
2 foulard
Cotone idrofilo
Ago e filo
Il fantoccio della Caremma va bruciato la notte del sabato santo, noi eravamo in va-canza e al ritorno, in accordo con la mae-stra si è deciso di dare l’impegno di bru-ciarla a Serena che abita in campagna e ha tanto spazio a disposizione. La mamma di Serena, molto gentilmente, ha invitato tutti noi a casa sua per il pomeriggio e così tutti insieme abbiamo “bruciato la Caremma”.
Maestra Anna Rita Carrisi e
gli alunni della 4^A Scuola Primaria
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 37
Classe I B scuola primaria
ALICE DAVIDE
BENEDETTA
Il termine "femminicidio" o "femicidio" deri-va dall'inglese e veniva usato già dal 1801 in Inghilterra per indicare l'uccisione di una don-na, infatti si riferisce alle violenze causate da un uomo ad una donna.
In Italia, ma anche nel mondo, il fenomeno del femminicidio si sta diffondendo a macchia d'olio. Purtroppo ogni giorno la cronaca rac-conta di violenze, di aggressioni, di stupri e omicidi che riguardano le donne da parte de-gli uomini e ciò che più mi sconcerta è che la stragrande maggioranza delle violenze avven-gono tra le mura delle case proprio là dove ognuno dovrebbe sentirsi protetto e difeso, e per mano di persone vicine alle vittime.
I motivi possono essere vari, innanzitutto c'è un odio e una violenza verso il genere femmi-nile, la gelosia e la possessività. La donna, se-condo me, dovrebbe essere più tutelata e dife-sa anche dallo stesso Stato il quale dovrebbe garantire il diritto alla libertà e soprattutto alla vita perché lo stalking (serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, perseguitandola e generandole stati di ansia e paura), limita le donne a realizzare il loro sogno, costringendole a vivere nell'insi-curezza e nella paura e per di più abbandona-te dalle Istituzioni.
La stessa "pubblicità progresso" che dedica il suo impegno alla soluzione di problemi mora-li, civili ed educativi, invita le donne trattate male con schiaffi, parolacce, minacce, a de-nunciare i molestatori. Certo, poi, che sarà lo Stato a tutelarle, magari promuovendo ed ap-provando leggi più severe in tal senso. Inte-ressante, secondo me, è il fatto di poter di-sporre di braccialetti elettronici che segnalino gli spostamenti delle persone violente.
Comunque, deve farci pensare il fatto che se ogni anno in Italia vengono assassinate oltre un centinaio di donne è perché forse, esiste una cultura del tutto concesso: la pubblicità, la mentalità comune, gli atteggiamenti degli a-dulti, i sogni di alcuni ragazzi e persino i gio-chi di alcuni bambini, che ha portato ad una crisi di valori.
Allora è importante secondo me, prevenire ogni forma di violenza educando sin da picco-li al rispetto reciproco, ad accettare le even-tuali sconfitte, a dominare gli istinti, e soprat-tutto a far comprendere che non esiste un ge-nere superiore all'altro!
Maggio Francesco
Classe V B Scuola Primaria
no V. Il papa emerito ha al-loggiato a Castel Gandolfo e ora dopo l’elezione di Papa Bergolio, soggiorna in un monastero di clausura.
L’altro avvenimento unico è stato la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente del-la Repubblica. Egli è il pri-mo presidente rieletto per altri sette anni, nella storia della nostra repubblica. La Costituzione lo prevede ma nella prassi non si era mai verificato. Questi eventi hanno suscitato molta sor-presa ma anche tristezza co-
In questi ultimi mesi, si sono verificati degli avvenimenti unici nella storia della Chie-sa Cattolica e della Repub-blica Italiana. Giorno 28 febbraio 2013 Papa Bene-detto Sedicesimo, si è di-messo dal suo incarico, per mancanze di forze per poter svolgere a pieno il suo pon-tificato ma anche per la Chiesa.
Questa è una data che reste-rà nella storia. Anche in pas-sato altri pontefici hanno rinunciato al pontificato, come nel 1294 Papa Celesti-
me nel caso di papa Bene-detto. Sono stati eventi che resteranno scritti nella storia e che ci hanno resi protago-nisti di essa, così da poter dire un giorno “io c’ero”. Noi ragazzi speriamo tanto che entrambi riescano a svolgere con serietà e sereni-tà il compito loro affidato, affinché si possano risolvere i problemi che persistono sia nella Chiesa Cattolica che nel nostro paese.
Giada Pellegrino Classe V B Scuola Primaria
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 38
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Il CIF in occasione della fe-sta della Donna ha coinvolto tutti i ragazzi della scuola media organizzando un con-corso a tema.
Noi della III A ci siamo pro-posti con una piccola sce-netta: “Colazione a casa Cuppone”.
In una famiglia come tante alle prese con i turni in ba-gno e un caffèlatte al volo prima di andare a scuola o al lavoro, i due genitori gioi-scono delle aspirazioni delle figlie.
Alessandra ribatte a papà come colei che non bada a “trucco e parrucco” ispiran-dosi allo stile molto ricercato
e raffinato di Coco Chanel, le sorelle Fontana, e Mary Quant.
Gloria, collegandosi al di-scorso della sorella, cita don-ne importanti nel mondo del sociale, come Madre Teresa di Calcutta, per il suo dono ai poveri; Rosa Park e la sua lotta per i diritti umani, Em-meline Pankhurst e Susan Antony per il diritto al voto delle donne.
Ludovica aspira alle donne nel campo della medicina e della scienza parlando di Ri-ta Levi Montalcini e Marie Curie, delle loro scoperte dei loro premi Nobel.
Ilaria sogna nel mondo della
musica classica e moderna citando Maria Callas e le varie cantanti contempora-nee.
Povero papà brontolone, vuole solo il bagno libero per potersi sbrigare e andare al lavoro. Vorrebbe che le sue figlie curino un po’ di manualità come la moglie, ma, a tutte le donne, le mo-gli e le madri recita: “l’inno alla Vergine di Dante” e spera un premio Nobel.
I ragazzi della classe III A
Scuola secondaria di I grado
meraviglia. Due altre compagne hanno rac-contato la donna impegnata nella politica. Dopo una breve presentazione delle conqui-ste raggiunte, hanno preso in esame tre donne impegnate politicamente: l’italiana Nilde Jotti, la francese Simone Veil e l’irlandese Mary Ro-binson. Tutte e tre hanno operato per l’approvazione di leggi in difesa della donna. Io insieme ad un’altra ragazza sono stata at-tratta dalla donna impegnata nello spettacolo, ma soprattutto, dall’effimero che ha circonda-to la figura di Marilyn Monroe. Il suo trucco, il profumo preferito, i suoi biondi capelli, gli amori con i fratelli Kennedy, causa, forse del-la sua tragica morte. Ancora oggi ci sono dub-bi suicidio o servizi segreti americani?
Benizio Martina classe III B Scuola secondaria di I grado
La CIF (Centro Italiano Femminile), con sede a Neviano, per la festa della donna ha bandito un concorso al quale noi ragazzi della Scuola Secondaria di Primo grado siamo stati invitati a partecipare. La mia classe ha voluto affron-tare l’argomento da diversi punti di vista.
Due miei compagni hanno realizzato un pla-stico dedicato a Wangari Mathai, la prima donna africana che ha ottenuto il Premio No-bel per la pace nel 2004, riconoscimento per aver impegnato tutta la sua vita nell’attivismo ambientale. Con il suo impegno è riuscita a far piantare più di trenta milioni di alberi per prevenire l’erosione del suolo e la desertifica-zione. Ancora oggi, nonostante non sia più tra noi, il suo messaggio è vivo e continua a chiederci di aiutare la terra, di guarire le sue ferite e noi stessi, ma soprattutto di amare la diversità del creato in tutta la sua bellezza e
8 MARZO: FESTA DELLA DONNA
Pagina 39
I “diversi volti” della donna nella società contemporanea: impegno sociale e
politico in difesa dei diritti ed esaltazione dell’effimero.
Noi ragazzi delle classi prime, Scuola Secondaria di primo grado, non possia-mo certo dimenticare la visita guidata a Lecce. Start 19 aprile 2013. Mezzo di trasporto … pullman, diranno ovviamen-te in molti! Eh no! Viaggio in treno, mezzo ormai dimenticato nelle piccole distanze. È stata un’esperienza nuova, eravamo incuriositi ed esultanti di gioia, seduti comodamente in due lunghi vago-ni tutti a nostra disposizione. Abbiamo addirittura visto la cabina di comando, ragazzi che emozione… senza lo sterzo!
A Lecce ci aspettava la guida e noi erava-mo pronti ad immortalare le bellezze della città. Dopo una breve presentazio-ne storica, ecco davanti a noi il Barocco, ricamo raffinato che orna chiese e palaz-zi del centro storico. Attraverso porta Rudiae, una delle quattro porte della cit-tà, ha avuto inizio l’allegra passeggiata sotto il sole cocente del nostro Salento. La prima chiesa visitata è stata quella del Rosario, conosciuta anche con il nome di S. Giovanni Battista. Le sue decora-zioni floreali ci hanno fatto restare a bocca aperta. Ma ancora tante bellezze ci attendevano. Le altre chiese, su Corso Libertini, le abbiamo semplicemente os-servate, il tempo a nostra disposizione non era sufficiente per visitarle tutte. Giunti in Piazza Duomo, raro esempio di Piazza chiusa, il nostro sguardo è ca-duto sul campanile, 70 metri, uno fra i più alti d’Europa. Dopo la visita al Duo-mo, Palazzo dei Celestini e Basilica di S an ta Cro ce, bene un ivers a l e dell’UNESCO, massimo esempio del barocco. Piazza Sant’Oronzo, con la ma-estosa colonna sormontata dal Santo, il Sedile, la chiesetta di San Marco e
l’anfiteatro romano. Breve pausa nella Villa Comunale, per consumare la cola-zione al sacco e poi di corsa al Museo “S. Castromediano”. Nuovo viaggio dalla preistoria ai nostri giorni. Veneri, tombe, crateri dalle decorazioni rosse e nere, va-si di varie grandezze, trozzelle messapi-che hanno portato sotto i nostri occhi la vita dei nostri antenati. Arte sacra e pro-fana all’interno della Pinacoteca, pale medioevali decorate con foglie di oro zecchino, meraviglia per i nostri occhi, quadri, di pittori locali più recenti e le più antiche statue di cartapesta. Le guide sono state semplicemente stupende… non finivano di raccontarci i particolari della nostra storia. Stanchi, ma contenti per l’entusiasmante e piacevole esperien-za, siamo risaliti sul treno e ritornati nel-la Neviano di sempre! Stanchi, forse, ma certo felici di avere come compagni de-gli insegnanti magnifici.
Classe I B Scuola Secondaria di I grado
Strabiliante viaggio in treno verso “Lupiae”, la sua storia, il suo barocco.
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 40
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Giovedì 9 maggio noi alunni della classe V B, insieme a quelli della V A e V C, abbia-mo svolto una visita guidata a Tuglie, dove abbiamo visi-tato il “Museo della civiltà contadina” e il “Museo della radio”
Verso le ore 8:30 ci siamo ritrovati tutti presso la sta-zione di Seclì dove ansiosa-mente e con trepidazione abbiamo atteso il treno che ci avrebbe condotto a Tuglie, chiacchierando e scherzan-do.
Una volta arrivati a destina-zione, abbiamo iniziato la nostra visita nel Museo della civiltà contadina, un antico palazzo ducale che conserva oggetti di uso quotidiano, attrezzi di lavoro del contadi-no, della bottega artigianale del falegname, del fabbro e giochi dei bambini dei tempi passati. L'ambiente visitato, che più mi è rimasto impres-so è stato la lavanderia dove le donne del tempo prepara-vano “lu cofanu” e facevano
il bucato con la cenere o con il sapone preparato da loro e con l'acqua che attingevano dai lontani pozzi del paese che poi veniva riscaldata nei camini.
Sono rimasto meravigliato dall'esposizioni delle antiche monete, così diverse nella grandezza e nella forma, e ancora, dalla spiegazione del-la guida sulle diverse fasi di trasformazione delle uova di bruchi in farfalle. Prima di andare via la guida ha regala-to alle maestre alcuni bozzo-li.
Entusiasti di questa esperien-za per noi nuova, abbiamo fatto una sosta per la meren-da e quando ha iniziato a piovigginare ci siamo sposta-ti al "Museo della Radio".
Qui abbiamo osservato la collezione di decine di appa-recchi riceventi e trasmitten-ti, di ieri e di oggi, serie di valvole e apparecchi disegna-ti da artisti conosciuti e non. La guida ha messo in funzio-ne il primo telegrafo invian-
do una breve trasmissione in alfabeto Morse, sottolinean-do come la maggior parte delle apparecchiature siano perfettamente funzionanti.
È stato molto emozionante vivere questa esperienza per-ché ci ha dato la possibilità di vivere sensazioni nuove e ci ha fatto fare un salto in-dietro nel passato che prima d'ora non conoscevamo.
Questa è stata una visita gui-data molto interessante per-ché abbiamo rivissuto le tap-pe dell’evoluzione tecnologi-ca ed abbiamo compreso quanto fossero importanti le invenzioni dei nostri scien-ziati, che spesso non veniva-no apprezzati.
Dopo ci siamo rinfrescati con gelati e granite e poi ci siamo diretti verso la stazio-ne che ci avrebbe riportato nella stazione di partenza, carichi di conoscenze e sape-ri nuovi e dal sapore antico.
Francesco Maggio V B
Scuola Primaria
VISITA AL MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA E AL MUSEO DELLA RADIO DI TUGLIE
Pagina 41
Museo della civiltà contadina Museo della radio
Il gran giorno è arrivato, dopo tanta delusione per il mancato viaggio lungo, gio-vedì 23 Maggio 2013 noi alunni delle classi II A, II B e II C della secondaria infe-riore, accompagnati dai pro-fessori Spedicato, Giuri, Resta, Talà e Palumbo e dall’assistente Gorgoni An-na Franca, ci siamo recati in gita didattica ad Otranto.
La partenza alle ore 7.35 dalla stazione Seclì-Neviano-Aradeo; l'arrivo alle ore 9.30, ben 57 km. La guida, dott.ssa Calò, ci attendeva per condurci per il centro storico della cittadella. Ci ha spiegato l'origine etimologi-ca e storica di Otranto, toc-cando la porta Alfonsina, la porta "Terra", la cinta mu-raria della città, il Castello aragonese e la Cattedrale Santa Maria dei Santi Marti-
ri. Qui l’emozione ha preso un po’ tutti, pensate… ve-dere dal vivo le ossa dei Santi Martiri, e poi quando dietro l’altare abbiamo visto la pietra sulla quale furono decapitati sul colle della Mi-nerva, l’emozione è stata veramente grande. Il prof. Resta ci ha illustrato il fun-zionamento di un grande organo a canne, che abbia-mo ascoltato in un sugge-stivo fuori programma da parte di un turista belga che eseguiva un brano per la sua comitiva. All'interno della Cattedrale abbiamo riper-corso, attraverso il mosaico pavimentale, l’albero della vi-ta, ben 1000 anni di storia.
L’ora del relax, un po’ di acquisti nelle botteghe, poi nei giardinetti pubblici a consumare la colazione al sacco. Sembravamo una
grande famiglia, gli inse-gnanti tra noi, a parlare e scherzare tranquillamente. Un giorno veramente spe-ciale! Ragazzi, non è finita, siamo andati al porto, un mare meraviglioso, con i colori che abbracciavano le sfu-mature del tramonto. Alle 17.10 si è risaliti sul treno e siamo scesi fin quasi all’estremo Salento, 97 Km prima di arrivare alle ore 20.00 a casa. Forse un po’ stanchi, ma molto felici!
Un grazie a tutto il persona-le delle Ferrovie Sud Est che ci ha accolto ovunque con grande simpatia.
Cafaro Elena, D’Ostuni Gabriele, Iasi Federica, Iasi Francesco,
Liguori Alessia, Volpini Diletta, Minisgallo Marika II B,
Volpini Martina II C Scuola secondaria di I grado
verso scuola abbiamo visitato una piccola piazzetta dedicata ad un caduto in guerra.
Al rientro in classe abbiamo continuato questa entusia-smante giornata, con la de-scrizione di questa bellissima esperienza.
Caterina, Giulio, Mattia VA
Scuola Primaria
Noi alunni delle classi quinte siamo andati a visitare il "Parco Croce Cazzanti" di Neviano.
Partiti da scuola ci siamo in-camminati verso il parco, un vero giardino botanico. Una volta arrivati, ci si siamo se-duti e abbiamo iniziato a mangiare; dopo abbiamo an-che giocato un po’. Tornando
ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE
Pagina 42
ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013
Finalmente dopo anni di attesa noi ragaz-zi di terza media, siamo giunti al viaggio d’ istruzione più bello del triennio, dall’ 8 all’ 11 maggio 2013.
Ci attendono le bellissime città di Siena, Firenze, Genova e Pisa. Allo spuntar del giorno ci siamo ritrovati vicino alla scuola di Seclì e, dopo ore ed ore strazianti di viaggio, siamo arrivati a Siena. I monu-menti più importanti della città si sono aperti ai nostri occhi con Piazza del Cam-po, il Duomo e il Battistero. Il giorno do-po ci attendeva Firenze, con la magnifi-cenza del suo Duomo, del Battistero e di Piazza Santa Maria Novella, nonché il magnifico campanile realizzato da Giotto.
Nel pomeriggio la nostra visita è prose-guita attraverso il famosissimo Ponte Vecchio, per arrivare poi a palazzo Pitti. La mattina successiva ci siamo “immersi” nella città di Genova, con la visita al suo famoso Acquario, che ospita le più strava-ganti specie di pesci, sia d’acqua dolce, sia
d’acqua salata. Successivamente ci siamo avventurati nella città per osservarne gli edifici più famosi, tra cui il Palazzo Duca-le, la chiesa di San Matteo e Palazzo San Giorgio. Il quarto e ultimo giorno lo ab-biamo dedicato alla visita della città di Pi-sa, la quale ci ha concesso di ammirare Piazza dei Miracoli, gioiello architettoni-co, che racchiude il Duomo, il Battistero e la famosissima Torre Pendente.
Così si è concluso il nostro viaggio, tra monumenti spettacolari,foto fantasiose, shopping sfrenato, risate e momenti indi-menticabili vissuti insieme ai nostri com-pagni e professori.
Realizzato da: Frezza Alessia, Musardo Ludovica Classe III
Scuola secondaria di I grado Seclì
Con la collaborazione per il materiale fotografico di:
Greco Pierfrancesco, Rizzello Gianmarco Classe III Scuola secondaria di I grado Seclì
Maggio 2013: Toscana e Liguria
Pagina 43
LA REDAZIONE:
Botrugno Vanessa
Buia Giorgia
Cafaro Alessio
Calò Stefano
Calò Claudio
Castrioto Manuel
Cuppone Aurora
Cuppone Beatrice
Cuppone Paola
Cuppone Mattia
Potenzia Orienta Naturalmente
Siamo Tutti
Uniti Da Emozioni
Nuove Talenti Interessanti
Stupendi Compagni
Uguali Ovunque Loro
Andranno
MARE (6)
RE (6)
RE (5)
VRA (7)
Fersini Maria Grazia
Garrapa Lorenzo
Greco Masha Claudia
Latino Gabriel
Latino Riccardo
Malerba Michael
Marotta Giulio
Misciali Asia
Napoli Ilaria
Pellegrino Angelo
Ramundo Gabriele
Resta Stefano
Resta Francesco Damiano
ESPERTO ESTERNO:
Prof.ssa Alessandra Donno
TUTOR:
Ins. Cuppone Maria Grazia
Recommended