CIRPAC (Centro interuniversitario di ricerca per la pace, l’analisi e la mediazione dei conflitti) Report America Latina Aprile 2010 HAITI: IL TERREMOTO DEL 12 GENNAIO 2010 Emergenza e sviluppo Vittorio Sergi
Haiti: il terremoto del 12 gennaio 2010, emergenza e sviluppo.
a cura di Dott. Vittorio Sergi – CIRPAC, Firenze.
Scheda paese
Nome: Repubblica di Haiti
Popolazione: 9.035.536 (tasso di crescita dell'1,8%)
Capitale: Port-au-Prince, abitanti stimati : area metropolitana 3.893.000, centro abitato 1.119. 000.
Principali centri urbani: Cape Haïtien, Gonaïves, Carrefour
Superficie: 27 750 km²
Densità: 352 abitanti/km²
Valuta: Gourde
Lingue: creolo, francese
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Religione: cristiana, 55 % di cattolici.
Speranza di vita: 59 anni (uomini), 63 anni (donne)
Reddito medio annuale per abitante: 560 dollari
Tasso di nascite 29.1/1000
Tasso di mortalità infantile 59,7/1000
(Fonte: ONU 2008, MSF 2009)
Introduzione storica
L'isola venne raggiunta da Cristoforo Colombo il 6 dicembre del 1492, la popolazione originaria
dell'isola gli Arawaks vennero praticamente sterminati dalla dominazione spagnola. Nel 1697 Haiti
divenne una colonia francese con il nome di Saint-Dominique, e la sua economia si convertì alla
produzione di canna da zucchero con manodopera schiava. La popolazione della colonia era
composta da 3 diversi gruppi etnici: gli europei (circa 32.000 nel 1790) che detenevano il controllo
politico ed economico, la gens de couleur (28.000 individui liberi e di sangue misto, di cui la metà
mulatti) e, infine, gli schiavi africani (circa 500.000). Nel 1791 un'insurrezione della popolazione
schiava condusse ad una lunga guerra di guerriglia che sfociò nella dichiarazione di indipendenza
promulgata da Pierre-Dominique Toussaint l'Overture nel 1801. Napoleone Bonaparte revocò
l'indipendenza ma questa venne definitivamente riaffermata da Jacques Dessalines che diede alla
nazione il nome in lingua Arawak di Haiti. L'indipendenza dalla Francia fu dichiarata il 1 gennaio
1804. Venne riconosciuta nel 1825 dalla Francia e nel 1863 dagli Stati Uniti. Haiti è stata la prima
repubblica di popolazione nera indipendente ed il primo stato indipendente, dopo gli Stati Uniti,
nell'America soggetta al colonialismo di Inghilterra, Francia, Spagna e Portogallo.
La conflittualità politica tra le classi popolari discendenti degli schiavi liberati e la élite mulatta e
bianca proprietaria di terre e dedicata al commercio diede luogo ad una conflittualità permanente ed
a una marcata instabilità politica. Inoltre gli Stati Uniti individuarono Haiti come parte della loro
zona di influenza nell'ambito della “Dottrina Monroe” che sosteneva il loro diritto di ingerenza e
che legittimava una relazione imperialista con i paesi del continente. I Marines degli USA invasero
Haiti nel 1915 e imposero una costituzione politica scritta da Franklin Delano Roosvelt. A fronte di
un forte processo di centralizzazione politica si manifestò una situazione di rivolta. I ribelli, detti
Cacos, diedero vita ad una guerriglia, condotta da Charlemagne Péralte prima e da Dominique
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Batraviolle poi. Il governo haitiano controllato dagli Stati Uniti reagì creando una Guardia
Nazionale, divenuta nei decenni successivi l'Armée d'Haiti. L'isola rimase comunque fino al 1934
sotto occupazione militare. In quell'epoca la popolazione crebbe fino a raggiungere indici
demografici particolarmente alti per l'emisfero occidentale creando da un lato una forte pressione
sulle terre disponibili ed una urbanizzazione sostenuta.
Nel 1946 venne eletto il presidente Dumarsais Estimé, primo presidente di colore dal 1915, ma nel
1949 un colpo di stato portò al potere il Generale Paul Magloire a cui succedette nel 1957, François
Duvalier, soprannominato “Papa Doc”. La polizia segreta di Duvalier nota anche come Tonton
Macoutes impose uno stato di terrore contro gli oppositori ed i movimenti sociali. Dopo la sua
morte nel 1971 il figlio Jean-Claude, soprannominato “Baby Doc” prese il potere. Nel 1980 Haiti fu
uno dei primi paesi dell'emisfero a sperimentare l'epidemia di HIV. La fine del regime di Duvalier
figlio cominciò grazie ad un movimento popolare, promosso dalla Chiesa locale e rafforzato dalla
visita di papa Giovanni Paolo II nel 1983. Nel 1984, rivolte contro il governo si diffusero in tutta la
nazione, mentre la Conferenza episcopale di Haiti varò un programma di alfabetizzazione volto a
preparare il popolo haitiano ad una più consapevole partecipazione al processo elettorale. La
crescente povertà e la resistenza popolare spinsero alla fuga Baby Doc che lasciò il paese nel 1986.
Da questo processo emerse la figura di Jean-Bertrand Aristide, un sacerdote cattolico formato nella
teologia della liberazione venne eletto alla presidenza nel febbraio 1991 con il partito Fanmi
Lavalas. I militari però ripresero il potere con un colpo di stato nove mesi dopo. Nel 1993 le
Nazioni Unite inviarono una missione di osservazione civile, che venne gravemente minacciata ed
ostacolata spingendo il Consiglio di Sicurezza a dichiarare un embargo contro la giunta militare.
Nel 1994, sotto la presidenza Clinton gli Stati Uniti, a seguito delle risoluzione n. 940 delle Nazioni
Unite, lanciarono l'operazione di invasione “Uphold Democracy”. Aristide venne reinsediato alla
presidenza e dopo una crisi di governo nel 1996 venne eletto René Preval. Nel 2000 le truppe USA
e ONU lasciarono l'isola e nello stesso anno Aristide venne rieletto. L'opposizione avviò una
campagna sempre più violenta che condusse nuovamente a gravi disordini. Le pressioni di Francia
e USA portarono questa volta alla rinuncia di Aristide che vene esiliato il 29 febbraio del 2004 nella
Repubblica Centro Africana e poi in Sudafrica. Boniface Alexandre, giudice capo della Corte
Suprema, fu nominato presidente da un consiglio, con l'appoggio di Stati Uniti, Canada e Francia.
Un forza di intervento guidata dagli USA intervenne in sostegno del governo ad interim e le Nazioni
Unite diedero il via alla missione della forza multinazionale di sicurezza dei caschi blu
MINUSTHA. Le nuove elezioni del febbraio 2006 hanno portato René Préval ad essere rieletto
come presidente.
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Principali partiti politici, candidati alla presidenza e voti ricevuti nelle elezioni 2006:
Candidato e partito politico Voti (migliaia) Percentuale di voti
René Préval, Fronte della
Speranza (Fwon Lespwa/Front
de l'Espoir)
992.77 51,.21 %
Leslie Manigat,
Raggruppamento dei
Democratici Nazionali
Progressisti (Rassemblement
des Démocrats Nationaux
Progressistes)
240.31 12,40
Charles Henry Baker, Rispetto
(Respè)
159.68 8,24
Jean Chavannes Jeune, Unione
Nazionale Cristiana per la
Ricostruzione di Haiti (Union
Nationale Chrétienne pour la
Reconstruction d’Haïti)
108.28 5,59
Luc Mesadieu, Movimento
Cristiano per Edificare una
Nuova Haiti (Mouvement
Chrétien pour Batir une
Nouvelle Haïti
64.85 3,35
Serge Gilles, Fusione dei
Social-Democratici Haitiani
(Fusion des Sociaux-
Démocrates Haïtienne)
50.8 2,62
Paul Denis, Organizzazione del
Popolo in Lotta (Oganizasyon
Pèp Kap Lité, Organisation de
Peuple en Lutte)
50.75 2,62
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Evans Paul, Alleanza
Democratica (Alyans/Alliance
Démocratique)
48.23 2,49
Guy Philippe, Fronte per la
Ricostruzione Nazionale (Front
pour la Reconstruction
Nationale)
37.3 1,92
Luc Fleurinord, Movimento
Indipendente per la
Riconciliazione Nazionale
(Mouvement Indépendant pour
la Réconcilation Nationale)
36.91 1,90
Le organizzazioni della società civile:
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, Haiti non ha mai goduto di uno Stato di Diritto
che garantisse la possibilità reale di associazione libera e democratica. La dittatura di Duvalier e la
situazione di guerra civile seguita alle due destituzioni del presidente Aristide hanno limitato
fortemente la possibilità di formazione di una società civile indipendente. Tuttavia esistono delle
importanti iniziative legate anche agli sforzi organizzativi della pastorale sociale della Chiesa
Cattolica locale ed anche ad una ridotta ma particolarmente radicale azione sindacale specialmente
tra i lavoratori e le lavoratrici delle fabbriche che assemblano prodotti di esportazione situate nei
pressi dei centri urbani e della frontiera con la Repubblica Domenicana. Nella regione della Grande
Anse, è attiva dagli anni '90 la COREGA (Coordinamento di Resistenza della Grande Anse) una
unione di organizzazioni radicali che negli anni passati hanno fatto anche uso di forme di lotta
armata ed azione diretta per sostenere la politica del presidente Aristide contro le forze golpiste. La
Piattaforma di Pladoyer riunisce le organizzazioni critiche con le politiche neo-liberali mentre la
Conferenza Episcopale sostiene una iniziativa per la riforma delle giustizia e la fine della impunità
diffusa. Ad Haiti sono presenti anche tutte le principali chiese protestanti, specialmente di origine
statiunitense ed anche l'Islamic Relief con una missione di assistenza.
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I rapporti internazionali:
Haiti ha storicamente una relazione molto stretta con gli Stati Uniti, nel quali sono emigrate molte
decine di migliaia di haitiani e dove la comunità della diaspora gioca un ruolo molto importante
nell'economia nazionale tramite le rimesse, legali ed illegali ed anche purtroppo tramite la
criminalità organizzata. Il legame storico con la Francia si esprime in numerose forme, in primis
attraverso canali di cooperazione economica, scientifica e culturale bilaterali che conservano
un'autonomia rispetto a quelli dedicati dell'Unione Europea. E' fondamentale anche il rapporto con
la vicina Cuba che ha storicamente fornito sostegno medico-sanitario e nei più svariati campi della
cooperazione tecnica nell'ottica di una politica di sviluppo regionale equitativo nei Caraibi.
Debito
Il debito estero di Haiti è stato storicamente molto gravoso a causa del rapporto coloniale con la
Francia e poi con gli Stati Uniti. Nel 2003 il presidente Artistide ha reclamato la cancellazione del
debito e la restituzione a titolo di risarcimento da parte della Francia di 21,7 miliardi di dollari. Allo
stesso tempo il debito estero stabilito principalmente sotto la dittatura di Duvalier dal 1957 al 1986
era arrivato a 1,2 miliardi di dollari. Il CADTM (Comitato per l'annullamento del debito del terzo
mondo) ha richiesto insieme a molte altre ONG ed alle chiese cristiane l'annullamento del debito.
Dal punto di vista economico quella di Haiti è l'economia maggiormente aderente al modello
neoliberale dell'America Latina. La principale fonte di investimento economico estero nell'isola
sono gli “sweatshop” ovvero le fabbriche di produzione e assemblaggio di vestiti per marchi
globali, il turismo di lusso e le attività delle ONG che alla fine degli anni '90 erano presenti con
circa 10.000 diverse organizzazioni secondo stime dell'ONU e che hanno generato la nascita di un
ceto medio impiegatizio e di una élite legati alla cooperazione internazionale. L'economia di Haiti è
dunque fortemente orientata alla dipendenza dall'estero tanto per quanto riguarda la produzione
come il rifornimento di materie prime alimentari ed i servizi sociali di base. Nel 2009, a seguito
delle forti pressioni internazionali il debito di 1,2 miliardi di dollari è stato annullato dalla Banca
Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. Nei primi mesi del 2010, stima la ONG OXFAM, il
debito di Haiti ha già raggiunto comunque 890 milioni di dollari.
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Situazione sociale:
Haiti é divisa in 10 Dipartimenti, ciascuno di essi é diviso in Arrondissement, a loro volta divisi in
Comuni. Malgrado una densità molto elevata, la distribuzione della popolazione è fortemente
disomogenea: gran parte degli haitiani, infatti, vive nelle città, nelle pianure costiere e nelle valli.
Circa il 95% degli abitanti è di origine africana. Il resto della popolazione è formato da mulatti,
europei e levantini (vale a dire libanesi e siriani).
Il paese si situa al 146 posto dell'indice di sviluppo umano del Programma di Sviluppo delle
Nazioni Unite (PNUD) che conta 177 paesi. Più della metà della popolazione vive con meno di un
dollaro al giorno e il 78% con meno di due dollari. Il tasso di mortalità infantile è molto elevato (60
su 1000 nati) e il tasso di prevalenza del HIV nella popolazione dai 15 ai 49 anni è del 2,2%.
Le infrastrutture sono attualmente sull'orlo del collasso ed il disboscamento intensivo ha ridotto al
solo 2% la percentuale di territorio coperto da foreste. Numerosi abitanti di Haiti hanno scelto di
emigrare verso gli Stati Uniti o verso altri paesi dei Caraibi tra cui la Repubblica Domenicana dove
diverse centinaia di migliaia hanno preso residenza. La disoccupazione formale raffiunge l'80% e si
valuta che la maggior parte della popolazione sia occupata in forme di agricoltura ed economia di
sussistenza. Nel settembre del 2004 l'uragano Jeanne colpì gravemente l'isola causando più di 2400
morti e mettendo in seria difficoltà il processo di democratizzazione e costruzione di capacità
amministrativa dello stato haitiano. Nel 2008, il programma alimentare mondiale dell'ONU
sosteneva con la distribuzione di alimenti 1,3 milioni di persone sull'isola. La situazione della
popolazione locale si è gravemente deteriorata a causa della conflittualità permanente e del carattere
predatorio e scarsamente sviluppato dell'economia locale. Nel 2008 e 2009 larghi strati della
popolazione hanno organizzato delle sommosse in rivolta contro l'aumento dei prezzi dei generi
alimentari di base causati dalla speculazione locale e dall'aumento del prezzo delle materie prime
alimentari sul mercato globale. A livello istituzionale le crisi ricorrenti rendono difficile una
“governance” efficiente, nell'aprile del 2008 il primo ministro Jacques-Édouard Alexis venne
rimosso d'autorità dal senato perché giudicato fallimentare nella gestione del deficit economico. Bel
luglio il parlamentò approvò la nomina di Michèle Pierre-Louis, la seconda donna ad accedere alla
presidenza del governo. Con le stesse motivazioni e nonostante un ampio favore presso la comunità
internazionale anche lei è stata rimossa con un voto del senato nel novembre 2009. Attualmente il
capo dell'esecutivo è Jean-Max Bellerive. Nei primi anni del nuovo secolo la minaccia dei gruppi
paramilitari governativi (Tonton Macoutes ed altri) ha diminuito di livello mentre si sono sviluppate
numerose bande di criminalità organizzata specialmente nei quartieri-ghetto della capitale. Le aree
più instabili sono Cité Soleil, Bélair, Carrefour Feuille e Martissant. La situazione dei gruppi armati
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ad Haiti è complessa ed in continua evoluzione per la mancanza di una affiliazione ideologica ed
una leadership egemonica. Le fedeltà, obiettivi e strategie dei gruppi dipendono dalle risorse
finanziarie proprie e degli sponsor. Pochi di essi possiedono una catena di comando o un'agenda
politica. Gli ex-militari sebbene si siano mobilitati in passato per esigere dei compensi non
corrisposti, oggi non rappresentano una forza organizzata. Attualmente nel paese ci sono circa
315.000 armi leggere in circolazione nel paese di cui circa 95.000 sono nelle mani dei gruppi
armati. Tanto il governo come una parte della “società civile” hanno sostenuto fortemente
l'opportunità di un intervento armato per ristabilire l'ordine pubblico. Questo però ha comportato
numerosi problemi e non sembra aver risolto i principali conflitti. Il terremoto del 12 gennaio 2010
si colloca un uno scenario sociale particolarmente difficile. La Polizia Nazionale (HNP), il sistema
penale e di giustizia hanno poche possibilità e capacità e soffrono di una corruzione diffusa. La
forza armata della MINUSTAH non è riuscita a recuperare il controllo di alcune aree come Cité
Soleil dove le organizzazioni criminali godono di ampi appoggi e dove le bande realizzano grandi
profitti economici tramite la gestione di affari illegali. Tranne un breve periodo di dialogo tra il
presidente Préval e le bande di Cité Soleil nel 2006, gli attacchi contro il contingente dell'ONU, le
violenze, stupri, rapimenti continuano. Le bande mantengono un importante canale di
finanziamento e rifornimento tramite organizzazioni criminali della diaspora haitiana negli Stati
Uniti. I progetti di reintegrazione dei combattenti promossi dalle Nazioni Unite (Disarmament,
Demobilisation and Reintegration – DDR) e le proposte di alternative lavorative sono assolutamente
insufficienti in un contesto con percentuali di disoccupazione dell'80% e con uno stato debole e non
in grado di garantire lo stato di diritto. Tuttavia il patrimonio culturale e sociale di Haiti è enorme. Il
meticciato culturale profondo che ha dato origine alla comunità nazionale ha generato una ricchezza
culturale impareggiabile. La percentuale di giovani nella popolazione rappresenta un'opportunità ed
un potenziale di sviluppo fondamentale che viene però minacciato dalle carenze nel campo
dell'educazione, dalla corruzione istituzionale e dalla mancanza di certezza giuridica.
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Principali missioni internazionali
ONU - UNMIH - United Nations Mission in Haiti - CONCLUSA
Risoluzione 867 del 23 settembre 1993.
Risoluzioni 940 e 975 del 1994 e 1995.
Venne stabilita per implementare le misure del Accordo di Governors Island del 3 luglio 1993. A
causa dell'opposizione della giunta militare la missione, composta in maggioranza da personale
civile non poté prendere posizione. In seguito all'intervento armato degli Stati Uniti la missione
poté stabilirsi ad Haiti e diventare operativa il 31 marzo del 1995. Le elezioni legislative e
presidenziali ebbero finalmente luogo tra l'estate e l'inverno del 1995 e il nuovo presidente René
Préval entrò in carica il 7 febbraio 1996. Il mandato della UNMIH venne esteso fino al giugno
1996.
USA – “UPHOLD DEMOCRACY”
(19 Settembre 1994 – 31 Marzo 1995) Fu una risposta al colpo di stato militare che mise fine al
governo di Aristide. Il dispiegamento di migliaia di truppe aerotrasportate e della marina costrinse
la giunta militare a ritirare il governo illegittimo. La forza militare multinazionale guidata dagli
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USA rimase sul terreno fino al dispegamento delle truppe delle UNMIH. Fino al marzo del 1996 un
contingente di 2400 truppe rimase in sostegno della UNMIH con una nuova operazione chiamata
“New Horizons”. Nel corso dell'operazione venne ucciso un solo soldato USA, non sono disponibili
statistiche dei morti haitiani.
USA -”UNIFIED RESPONSE”
18 gennaio 2010 – in corso
Le truppe USA sono state presenti ad Haiti fin dal 14 gennaio per assicurare il controllo
dell'aeroporto e del porto di Port-au-Prince. Circa 10.000 uomini sono strati schierati nel primo
mese, fino ad un totale di 20.000 impiegati a febbraio e marzo. Il 21 gennaio erano state evacuate
verso gli Stati Uniti 10.500 persone. La missione oltre a svolgere compiti di assistenza umanitaria di
emergenza e di ripristino delle infrastrutture, ha assicurato il controllo ed il coordinamento USA
sulla ricostruzione dell'isola.
ONU - MINUSTAH, Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti – IN CORSO
Risoluzione 1542, 30 del aprile 2004.
Risoluzione 1908 del 19 gennaio 2010.
La missione venne stabilita dopo l'espulsione del presidente Aristide da Haiti e i disordini che ne
seguirono, nei quali il paese precipitò in una guerra civile dominata da bande paramilitari.
Il mandato fu quello di ristabilire l'ordine pubblico, un governo di transizione legittimo ed
assicurare la protezione ed il rispetto dei diritti umani. MINUSTAH, guidata dalle forze militari di
Brasile ha subito forti critiche ad Haiti ed anche a livello internazionale per i metodi troppo violenti
con cui ha condotto delle operazioni militari in aree densamente popolate uccidendo dei civili
innocenti.
La missione è stata estesa e rinnovata nei suoi obiettivi dopo il sisma del 12 gennaio 2010, è stato
aumentato il numero di truppe militari e di forze di polizia disponibili. Alla fine di febbraio 2010 le
forze dichiarate della missione erano:
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9,087 personale militare e di polizia di cui:
7,032 militari
2,055 polizia
479 personale civile internazionale
1,253 personale civile locale
209 Volontari delle Nazioni Unite
I seguenti paesi hanno inviato personale militare:
Argentina, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Ecuador, Francia, Guatemala, India, Giordania, Nepal,
Paraguay, Peru, Filippine, Corea del Sud, Sri Lanka, Stati Uniti, Uruguay.
I seguenti paesi hanno inviato personale di polizia
Argentina, Bangladesh, Benin, Brasile, Burkina Faso, Camerun, Canada, Repubblica
Centroafricana, Ciad, Cile, Cina, Colombia, Costa d'Avorio, Croazia, Egitto, El Salvador, Francia,
Granada, Guinea, India, Italia, Giamaica, Giordania, Madagascar, Mali, Nepal, Niger, Nigeria,
Pakistan, Filippine, Romania, Federazione Russa, Ruanda, Senegal, Serbia, Spagna, Sri Lanka,
Togo, Turchia, Stati Uniti, Uruguay e Yemen.
Il personale di polizia inviato dall'Italia appartiene all'Arma dei Carabinieri
Caduti (al 28 febbraio 2010):
61 militari
27 polizia
40 personale civile internazionale
22 personale locale civile
2 altri
FRANCIA – OPERAZIONE SEISME HAITI 2010.
La Francia ha inviato diverse unità navali da guerra nella zona di Haiti in supporto alle proprie
organizzazioni di cooperazione internazionale.
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CANADA
Il Canada ha dispiegato circa 2000 uomini e numerosi mezzi navali ed aerei in sostegno alle
operazioni di emergenza e di ricostruzione. In particolare le truppe canadesi si sono occupate del
controllo e della gestione dell'aeroporto di Jacmel nel sud del paese.
Quartiere Delmas-Santocho, Haiti 11 febbraio 2010.
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Il terremoto del 12 Gennaio 2010
Immagine: Popolazione colpita e livello di percezione del sisma. Fonte: www.reliefweb.int
Il 12 gennaio del 2010 alle 4.53 PM, un terremoto dell'intensità di 7.0 sulla scala Richter ha colpito
la provincia occidentale di Haiti, con epicentro a 17 km sud est dalla capitale Port-au-Prince. Sono
state colpite particolarmente le città di Port-au-Prince e le città vicine di Carrefour e Jacmel come
anche altre aree all'ovest e sud della capitale. Sono stati colpiti 20 comuni del dipartimento
dell'Ovest e dei 10 comuni del dipartimento del Sud-est. L'impatto è stato particolarmente grave nei
comuni delle città di Léogâne, Gressier (epicentro del sisma), Port-au-Prince (capitale), Delmas,
Grand-Goâve, Petit-Goâve, Carrefour, Jacmel. In misura minore sono stati riportati dei danni a
Cabaret, Cité-Soleil, Croix-des-Bouquets, Tabarre e Pétion-Ville dove i danni e le perdite umane
sono state parziali. Altre aree del paese e perfino della stessa capitale non sono state colpite con la
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stessa intensità dal sisma ed hanno subito danni lievi o addirittura nessuno. Nelle aree non colpite
direttamente dal terremoto si riscontrano però problemi di natura sociale ed economia a causa del
flusso di rifugiati e delle difficoltà di gestione governativa e di approvvigionamento.
3. Effetti del terremoto
Il centro di Port-au-Prince, gennaio 2010.
Per quanto riguarda le vittime del terremoto ed i danni agli edifici le cifre fornite dal governo di
Haiti (23 marzo 2010) sono di:
Morti 217. 366
Scomparsi 383
Feriti 300.572
Famiglie danneggiate 286.912
Sfollati 511.405
Abitazioni ed edifici distrutti 97.294
Abitazione ed edifici con danni strutturali 188.383.
1, 5 milioni di persone hanno subito danni gravi o la distruzione completa delle proprie abitazioni
ed hanno la necessità di un riparo di emergenza. Secondo l'UNDP al 31 marzo l'81% di queste
avevano ricevuto una sistemazione temporanea. Il 19 marzo un decreto del presidente René Préval
ha autorizzato la destinazione di 7,450 ettari di terreno a nord della capitale per la reubicazione
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temporanea della popolazione sfollata. Il rapporto della MINUSTAH del 30 marzo 2010 “Joint
Security Assessment report” ha evidenziato la difficile situazione di sicurezza dei campi della zona
metropolitana di Port-au-Prince e di Leogane, dove prevalgono l'insicurezza, condizioni igenico-
sanitarie precarie e in generale una scarsa presenza di istituzioni locali. Tuttavia la popolazione,
specialmente nei campi autogestiti e laddove si sono mantenute condizioni di maggiore integrazione
con il territorio e maggiore integrità dei nuclei familiari mostrano elevate capacità di resilienza.
Con l'arrivo della stagione piovosa a partire dal mese di Aprile, numerose decine di migliaia di
persone hanno subito inondazioni nei campi, e una parte dei campi maggiormente colpiti devono
essere ricollocati in zone con minori rischi alluvionali. Da parte di numerosi ufficiali del governo è
stato annunciato che la distribuzione di assistenza alimentare e non a titolo gratuito sarebbe durata
solamente fino al 12 aprile 2010 così come l'accesso gratuito alle cure mediche. Sebbene la
missione ONU abbia indicato che questo periodo deve essere esteso l'annuncio ha creato grave
inquietudine tra la popolazione sfollata che continua ad essere ampiamente dipendente dagli aiuti
esterni per la sopravvivenza. L'organizzazione MSF si è espressa fortemente per la continuazione
dell'assistenza gratuita e per un processo di ricostruzione che getti le basi per un sistema sanitario
universale e gratuito.
Aree colpite dal terremoto ad Haiti (fonti: USAID)
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Campi:
Alla fine di Marzo Haiti contava circa 1,9 milioni di sfollati interni, di cui circa 1,24 milioni
vivevano in circa 600 siti provvisori (Fonte: JSA-MINUSTHA, 2010). Le organizzazioni
umanitarie, le forze di intervento militari e la missione ONU hanno scelto di organizzare questa
popolazione in campi, tuttavia una percentuale inferiore al 50% è amministrata dalle organizzazioni
internazionali, la maggior parte degli insediamenti hanno un carattere informale visto il carattere
complesso della struttura urbana di Port-au-Prince rendono particolarmente complessa
l'organizzazione logistica degli interventi. All'inizio di Marzo solamente un 20% degli
accampamenti (circa 200.000 persone) era stata organizzata in “campi” e riceveva un assistenza
diretta e continuativa da una organizzazione internazionale, il restante 80% delle 919.401 persone
censite da OCHA viveva in accampamenti provvisori senza assistenza. Nel corso del mese di Aprile
sono stati avviati dei complessi interventi di spostamento e riubicazione di decine di migliaia di
persone i cui campi provvisori erano minacciati dalle piogge e dalle inondazioni.
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Tipi di insediamenti a Port-au-Prince. Fonte CCCM Cluster Haiti, 18 marzo 2010. (fonte: CCCM)
Stime del numero di rifugiati e principali zone di insediamento (fonte: USAID)
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4. Organizzazioni non governative e governative sul campo: coordinamento e azioni.
Numero e localizzazione delle organizzazioni non governative registrate presso OCHA il 7 febbraio 2010. Fonte: OCHA.
I principali passaggi politici ed organizzativi dell'intervento internazionale sono stati la Conferenza
Ministeriale Preparatoria di Montréal del 25-26 gennaio in cui una parte delle ONG impegnate ad
Haiti hanno emesso un documento in sostegno ad una gestione degli aiuti maggiormente
responsabile e legata al territorio e la Conferenza Internazionale dei Donatori di New York
“Toward a new future for Haiti”che si è svolta il 30-31 marzo 2010 e dove sono stati promessi oltre
9 miliardi di dollari complessivi di aiuti per la ricostruzione. Gli interventi delle ONG internazionali
sono coordinati dalle Nazioni Unite sotto la supervisione del delegato speciale per Haiti, l'ex-
presidente USA Bill Clinton. Gli interventi vengono raggruppati per aree tematiche (cluster) che si
riuniscono una volta alla settimana per coordinare le azioni e le risorse disponibili.
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I cluster attivi all'inizio di Aprile 2010 erano
Agricoltura
Coordinamento e Gestione Campi
Coordinamento Civile-Militare
Early Recovery
Valutazione delle necessità post-disastro
Educazione
Rifugi di emergenza
Telecomunicazioni di Emergenza
Ambiente
Aiuti alimentari
Genere
Salute
Logistica
Protezione umanitaria
Violenza di genere
Protezione dei bambini
WASH (Water Sanitation Hygiene)
Il coordinamento della struttura passa anche da una piattaforma virtuale sulla quale sono registrate
la maggior parte delle Organizzazioni Non Governative che operano ad Haiti
http://haiti.oneresponse.info
ONU
Il sistema della Nazioni Unite è presente ad Haiti con le proprie agenzie specializzate i cui
interventi sono coordinati dalla missione di peacekeeping MINUSTAH e dall'organizzazione per lo
sviluppo umani UNDP. Quest'ultima ha promosso nel mese di Aprile 2010 un documento di analisi,
scaricabile dal sito istituzionale “Empowering Haiti to Build a Better Future” dove vengono indicati
degli scenari possibili di sviluppo sostenibile. Questa strategia è l'adattamento all'emergenza causata
dal sisma del progetto di sviluppo a lungo termine nel contesto degli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio (MDG) denominato “Programme d’Appui à la Mise en Œuvre de la Stratégie Nationale
pour la Croissance et la Réduction de la Pauvreté” (DSNCRP) a sua volta parte della strategia del
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governo di Haiti attraverso il Ministero per la Pianificazione e Cooperazione Esterna (MPCE).
Questo programma prevede di impiegare entro il 2012 (351 milioni di dollari) in 4 ambiti
fondamentali: Ambiente di vita: cash-for-work, rimozione di macerie e ripristino delle aree abitabili.
Governance: decentramento e riforma amministrativa. Legalità: amministrazione delle giustizia,
carceri e ordine pubblico. Ambiente: riduzione del rischio disastri e capacità di reazione agli
uragani.
Il governo di Haiti
Il governo di Haiti ha organizzato, in seguito alla conferenza sulla ricostruzione di Haiti che si è
svolta a New York il 30 Marzo 2010 il proprio Piano Nazionale Azione per la Ricostruzione e lo
Sviluppo ed ha proposto ed attuato d'accordo con il governo degli Stati Uniti due organismi: La
Commissione ad interimo per la Ricostruzione di Haiti, guidata da un Consiglio che amministrerà la
prima fase di 18 mesi e l'Autorità per lo Sviluppo di Haiti (ADH) guidata da un Comitato
Consultivo che dovrà essere responsabile dei progetti di sviluppo per i prossimi quattro anni. Tutti
i progetti svolti ad Haiti dovranno ricevere l'approvazione di queste due strutture prima di poter
essere attuati. Un nuovo sito internet è stato approntato dopo la conferenza di New York con
l'obiettivo di rendere visibile e maggiormente operativo questo meccanismo di coordinamento :
http://www.refondation.ht/
Relazioni civili-militari
Oltre al funzionamento del cluster specifico per questo tema alle ONG che ne facciano richiesta è
fornita dalla MINUSTAH, guidata dall'esercito della Repubblica del Brasile in collaborazione con
le forze militari di USA, Canada, Francia e Italia l'assistenza militare o di polizia a livello di
sicurezza, logistica, infrastruttura, voli speciali. A questo scopo è stato creato un Joint Operations
and Tasking Centre presso la sede della MINUSTAH che fornisce assistenza in materia di sicurezza
alle ONG che ne facciano richiesta.
ECHO, Commissione Europea: Aiuti umanitari e protezione civile
http://ec.europa.eu/echo/
La commissione ha stanziato immediatamente dopo il sisma 3 milioni di euro per gli interventi
urgenti e successivamente ha coordinato un team sul terreno ed una serie di interventi di
ricostruzione e progettazione per lo sviluppo
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Missione medica della Repubblica di Cuba:
Ad Haiti attualmente operano già 783 medici cubani, 481 locali e 278 di altri paesi, tutti formati a
Cuba e sotto l'egida della sua missione di cooperazione “Mision Milagro”. Il 31 marzo 2010, i
governi di Haiti, Cuba e Brasile hanno annunciato un accordo trilaterale di cooperazione sanitaria.
Nella conferenza internazionale dei donatori per Haiti del 31 marzo a New York, l'ambasciatore
cubano Bruno Rodríguez ha annunciato un piano di cooperazione sanitaria con uno stanziamento
annunciato di circa 690 milioni di dollari.
Piattaforma di solidarietà della Repubblica Domenicana:
Il paese confinante, che ospita già numerose centinaia di migliaia di profughi e migranti haitiani, ha
coordinato una piattaforma di aiuti che ha raccolto gli interventi di solidarietà di un grande numero
di soggetti della cooperazione decentrata e di tanti soggetti minori con un importante sostegno
popolare:
http://plataforma-ayuda-haiti.blogspot.com
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Istituzioni nazionali e locali italiane:
Il governo italiano il 13 gennaio 2010 ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della
Repubblica di Haiti con un decreto. Il 20 gennaio, di fatto sostituendo le competenze del Ministero
degli Affari Esteri, normalmente deputato a questo genere di interventi, la Protezione Civile con una
ordinanza dava il via alla missione del governo italiano ad Haiti.
Protezione Civile
Numeri personale italiano presente ad Haiti sotto il coordinamento della Protezione Civile Nazionale. Fonte: Sito
internet della Protezione Civile Nazionale.
L'azione della Protezione Civile, dal 19 gennaio al 27 febbraio ha coordinato la distribuzione di
materiali a diverse ONG ed enti Italiani presenti sul territorio con progetti specifici, ha curato il
ripristino ove possibile delle strutture socio-assistenziali presenti in loco come scuole, ospedali e
cliniche ed edifici di culto. Il personale medico è stato fornito dal GCU di Pisa e dall'ARES delle
Marche. Ha inoltre collaborato con l'apporto del Genio Militare e della Marina al ripristino delle vie
di comunicazione ed al consolidamento dell'infrastruttura logistica della cooperazione italiana ad
Haiti.
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•Scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Suor Luisa
•Istituto Salesiano Don Bosco di Arti e Mestieri
•Centre de Nutrition et de Santé–Rosalie Rendu”sito in Cite soleil PAP,
•Scuola Comunale nei pressi della Scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Suor Luisa
•Ripristino viabilità stradale con US Army
•Ospedale ST.Camille
•Scuola di accoglienza del Sacre Coeur Totale materiale di risulta da demolizioni sgomberato
m³12705.
E' stata svolta una distribuzione di tende per i campi di raccolta della popolazione nelle seguenti
località assistite da vari donatori:
PlaceFiertè–AVSI
Campo sportive ParcBoby–AVSI
Ecole Salesiani–VIS
AtletiqueSalesiani–VIS
Thorand–Carrefour–VIS
Grand Goave-Terre des hommes
Grand Goave–CESVI
Delmas–Padri scalabriniani
Waf Geremy–Cite Soleil (PAP)
Totale tende: 791
Nella realizzazione dei campi di raccolta della popolazione sfollata sono stati impiegati materiali
donati da CESVI,Terre des Hommes, ONG Intersos,AVSI, Salesiani di Don Bosco in Haiti,
all’ONG ActionAID, Fondazione Rava ed altre organizzazioni non governative.
Una quantità di materiale tecnico e sanitario è stato fornito sempre grazie ai donatori alle seguenti
strutture: Ospedale S.Damien, Fondazione Rava, Suore Salesiane ad Haiti,ONGUCODEP, Ordre
des Ministres des Infirmes Camilliens,ONGM.A.G.I.S., A.V.S.I.,Parrocchia S.Anna.
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Ministero della Difesa
I militari dislocati ad Haiti con l'appoggio della portaerei Cavour, svolgono un lavoro di supporto
agli interventi della Protezione Civile nell'ambito dell'operazione denominata “White Crane”. Le
forze impegnate sono le seguenti: per l'operazione "White Crane" è stata autorizzata la
partecipazione di circa 900 militari italiani (sono comprese 8 unità della Croce Rossa Italiana).
Attualmente, i militari delle quattro Forze Armate sono imbarcati a bordo di Nave Cavour.
Il dispositivo nazionale interforze, che svolge l'operazione "White Crane", è così strutturato:
• Esercito Italiano. Task Force genio di livello compagnia; un plotone di Force Protection; un
plotone trasmissioni; 15 mezzi ruotati e cingolati per il movimento terra, 20 autoribaltabili, 5
autogru e personale sanitario.
• Marina Militare. Portaerei "Cavour" che, oltre all'equipaggio della nave (circa 550
persone), imbarca personale destinato alla Force Protection, 6 elicotteri medi e personale
sanitario.
• Aeronautica Militare. Un assetto di Force Protection, un Team Base Ops per il
coordinamento delle attività aeree e personale sanitario.
• Carabinieri. Un nucleo di polizia militare e personale sanitario.
Il personale sanitario è impiegato nell'ospedale Role 2 "Light Manoeuvre" imbarcato sul Cavour.
La missione White Crane è terminata il 14 aprile 2010 con il rientro al porto di Civitavecchia della
portaerei Cavour e delle ultime unità militari della marina.
Ministero degli Affari Esteri – Cooperazione Italiana allo Sviluppo.
La Cooperazione allo Sviluppo del Mae nel documento di indirizzo e programmazione 2010-2012
inserisce Haiti con il livello di priorità 2 nella regione America Centrale e Caraibi Ispanofoni dove
la priorità degli interventi è diretta a Guatemala ed El Salvador. Nello scorso triennio il MAE aveva
finanziato progetti di sviluppo agricolo e prevenzione della prostituzione infantile nella confinante
Repubblica Domenicana. Attualmente il ministero segnala sul sito istituzionale l'impegno del
governo italiano alla cancellazione di un debito di 40 milioni di euro dello stato di Haiti e indica
genericamente l'organizzazione di voli di emergenza con aiuti umanitari in seguito al sisma del 12
gennaio 2010.
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La Cooperazione regionale decentrata ad Haiti
La cooperazione decentrata italiana ha messo in campo numerosi interventi per sostenere le
operazioni di emergenza ad Haiti ed i progetti di ricostruzione a medio e lungo termine. L'OICS
(http://www.oics.it/index.php/it/emergenzaricostruzione-haiti) ha raccolto una lista dei principali
interventi organizzati a partire dal gennaio 2010:
Piemonte:
I principali soggetti coinvolti a livello regionale hanno già una esperienza sul campo Haiti
specialmente attraverso istituzioni della Chiesa Cattolica: Caritas diocesana di Torino, i Padri
Camilliani e Salesiani. Le ONG presenti sono Progetto Mondo Mlal, Persone come noi,
Associazione Lakay Mwen Onlus. Sono inoltre presenti il Coordinamento Comuni per la Pace e
l’Agenzia regionale per le adozioni internazionali.
Provincia Autonoma di Trento:
La provincia di Trento, d'accordo con le istituzioni locali e le principali organizzazioni delle
categorie produttive ha costituito un “Fondo d'intervento a favore della popolazione di Haiti” che
può ricevere contribuiti volontari da lavoratori, imprenditori, enti locali e che viene gestito
congiuntamente dal “Tavolo trentino di solidarietà con Haiti”.
Sardegna:
La regione Sardegna ha donato 50 tende per 600 posti alla missione della Protezione Civile.
Lombardia:
La regione Lombardia ha istituito una Task Force per l'emergenza con cui sono stati coordinati
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diversi voli aerei e l'invio di emergenza di beni di prima necessità e medicinali con il sostegno di
medici volontari e tecnici della Protezione Civile e dell'Esercito (Alpini).
In seguito ha attivato un sostegno economico ai progetti dei principali soggetti del territorio già
attivi da tempo ad Haiti:
Fondazione Francesca Rava N.P.H. Onlus – Ospedale pediatrico a Tabarre-Port-au-Prince.
(http://www.nphitalia.org/)
AVSI – Associazione Volontari per il Servizio Civile Internazionale – Attiva da 10 anni ad Haiti
(http://www.avsi.org/)
ASCS- Agenzia di cooperazione dei Padri Scalambriniani – Clinica Padri Scalambriniani
(http://www.ascs.it/)
La Regione Toscana nel contesto di Haiti
Il generoso sforzo dei cittadini e degli Enti locali della Toscana di intervenire in soccorso delle
popolazioni colpite dal terremoto del 12 gennaio 2010 ha messo in moto l'impegno di tanti
cittadini e cittadine e di importanti realtà della cooperazione allo sviluppo della regione.
Il tavolo America Latina si è immediatamente attivato nei giorni successivi all'emergenza per
dare priorità e sostegno agli interventi orientati dalla metodologia della cooperazione “sud-sud” in
particolare a quelli sostenuti da due nazioni vicine ad Haiti, la Repubblica Domenicana e Cuba.
In questa fase ha visto la partecipazione di:
UCODEP (soggetto capofila), Arci, Cooperativa Sociale il Melograno (Pisa).
Sono state individuate dei soggetti e dei luoghi verso cui indirizzare gli interventi prioritari:
-Ospedale da campo della Piattaforma della Società Civile Dominicana a Leogane
-Poliambulatorio/clinica di Croix de Bouquet, gestito dai missionari Scalambriniani con la ONG
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ASCS della stessa confraternita.
-Ospedale Universitario La Paz “Delma 33”, Ospedale Renaissance, Ospedale Ofatma, Centro
Oftalmologico “Misión Milagro” a Port-au-Prince.
-Aquin (regione Sud), presidio medico ed altre zone da definire sul campo.
-Sostegno alla Brigata Medica Cubana Henry Reeve.
Le principali realtà toscane attualmente impegnate sul campo sono:
a) UCODEP:
In collaborazione con il coordinamento di ONG e associazioni della Repubblica Domenicana
“Plataforma de Ayuda a Haiti”
Aree di intervento e principali progetti in corso o previsti:
-Quartieri di Croix de Bouquet, Petionville e Carrefour in Port Au Prince: distribuzione di acqua,
cibo e medicinali tramite il personale e la logistica del partner OXFAM.
-Leogane: servizi di assistenza alla salute delle donne in collaborazione con COlectiva Mujer e
COSALUP e Ginecologhi senza Frontiera.
-Area di Les Cayes: a causa di un massiccio afflusso di profughi dalle aree urbane, si effettua un
intervento di progettazione di sviluppo agricolo e di distribuzione di sementi e materiali per
favorire la sovranità alimentare. L'intervento si inscrive nel quadro di un progetto più ampio del
MAE in campo agricolo.
Prospettive di intervento della Cooperazione Decentrata Toscana:
La Regione Toscana intende, una volta concluso questo primo intervento, attivare capacità,
esperienze e risorse del territorio, per la seconda fase della emergenza e per la ricostruzione. in
questo senso sarà dunque costituito nell’ambito del Tavolo America Latina, uno specifico gruppo di
lavoro che possa mettere in sinergia tematica e geografica gli interventi futuri, per presentare ai
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soggetti toscani interessati e in grado di apportare valore aggiunto, varie possibilità di intervento e
di finanziamento. Al momento i settori considerati prioritari dalle autorità Haitiane e dalle
organizzazioni delle Nazioni Unite presenti in Haiti riguardano: riattivazione del sistema sanitario
nazionale, con la specificità di appoggiare l’assistenza materno-infantile e la salute riproduttiva;-
riattivazione del sistema educativo nazionale: le scuole sono ancora chiude in tutto il paese e però è
fondamentale riavviare almeno a tempo parziale le attività didattiche, soprattutto per facilitare il
superamento del trauma subito.
Alcune associazioni e ONG del territorio hanno manifestato il loro interesse e disponibilità per
l'attuazione di progetti di assistenza e di sviluppo oltre all'emergenza.
-IL CAMMINO ONLUS di Altopascio e l' Associazione di volontariato ARCI 690 PROGETTO
CERNOBYL – PISA hanno manifestato la disponibilità di 50 famiglie ad ospitare minori di Haiti
per un periodo da 1 a 6 mesi. Numerosi circoli ARCI hanno organizzato iniziative di informazione e
di raccolta fondi sulla situazione del paese.
Priorità
Il Tavolo America latina ha individuato alcune priorità di intervento che sono state fatte proprie dai
soggetti impegnati sul campo:
-riattivazione del sistema produttivo. I 2/3 della popolazione haitiana prima del sisma era impiegata
in Agricoltura, e circa 2 milioni di persone (dati WFP) erano in crisi alimentare. Con l’avvicinarsi
della stagione della semina (marzo-maggio) il rischio di perdita della raccolta 2010 è reale, il che
aggraverebbe in maniera drastica la sicurezza alimentare del paese. Inoltre la riattivazione agricola
permetterà la generazione di redditi, con effetti positivi sull’intero sistema economico nazionale
-rafforzamento delle capacità degli enti locali haitiani alla preparazione e gestione dei disastri
naturali
La documentazione aggiornata degli interventi di cooperazione internazionale degli enti e soggetti
del sistema regionale ad Haiti è disponibile sul sito:
http://cdt.iao.florence.it/
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6. risorse web e documenti
Siti istituzionali e di coordinamento degli interventi di cooperazione:
http://www.haitispecialenvoy.org/relief_and_recovery/international_assistance
sito ufficiale dell'inviato speciale ad Haiti delle Nazioni Unite
http://oneresponse.info/Pages/default.aspx
sito di coordinamento USA delle ONG e delle agenzie delle Nazioni Unite
http://www.csohaiti.org/
lista ong che lavorano ad haiti
http://www.coe-dmha.org/
centro di studio USA su cooperazione ed emergenze
http://www.interaction.org/crisis-list/earthquake-haiti
Lista di interventi di ONG degli USA ad Haiti
ONU
http://www.ohchr.org/EN/countries/LACRegion/Pages/HTIndex.aspx
Commissione Diritti Umani ad Haiti
http://www.un.org/en/peacekeeping/missions/minustah/
MINUSTAH – Missione di stabilizzazione ad Haiti, pagina ufficiale
http://www.ht.undp.org/
Agenzia di Sviluppo delle Nazioni Unite - Haiti
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Siti istituzionali di Haiti
http://www.haiti.org/
Ambasciata di haiti a whashington
http://protectioncivile.gouv.ht/
Protezione Civile di Haiti
http://haitiseisme2010.gouv.ht/
Sito ufficiale del governo di Haiti sul sisma del 2010
http://www.refondation.ht/
Sito di coordinamento ufficiale per gli interventi di ricostruzione
Società civile
http://www.papda.org/
Piattaforma di Pladoyer delle organizzazioni della società civile di Haiti per uno sviluppo
alternativo.
http://www.forumcitoyen.org.ht/
Iniziativa della Commissione Episcopale Nazionale per la riforma della giustizia
Fonti di informazione locali ed agenzie di stampa
http://www.alterpresse.org
Comunicazione sociale
www.adital.org.br
Agenzia di notizie sociali in America Latina
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http://www.metropolehaiti.com/index.php?page=5
Radio Metropole
-Organizzazioni sociali
http://www.batayouvriye.org/Francais/Dossiers.html
Sindacato operaio attivo nella zona franca delle maquiladoras alla frontiera con la Repubblica
Domenicana
http://www.icftu.org/www/video/haiti_fr.wvx
Interviste e analisi sulla situazione dei lavoratori e lavoratrici ad Haiti
http://prohaiti2010.blogspot.com/
Informazione e coordinamento di organizzazioni sociali indipendenti a favore di Haiti.
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