HOMO HABILIS
La gola di Olduvai vista dal satellite
SPECIE:
Homo habilis
ETÀ:
da 2,4 a 1,4 milioni di anni fa
LOCALITÀ:
Africa sud orientale
INDICE
LA SCOPERTA DELL’HOMO HABILIS
IL CRANIO
IL SUO ASPETTO
MA FU VERAMENTE IL NOSTRO PRIMO PROGENITORE?
L’INDUSTRIA LITICA DELL’HABILIS
COMPORTAMENTO
IL LINGUAGGIO
ESTINZIONE DEGLI HABILIS
RIASSUMENDO
LA SCOPERTA DELL’HOMO HABILIS.
Nel 1961 Mary Leakey scoprì, nella gola di Olduvai, alcuni
frammenti di cranio risalenti a circa 1,8 milioni di anni fa
che aveva caratteristiche più vicine a quelle umane
rispetto all’australopithecus.
Poiché vicino a questi frammenti furono trovati alcuni
ciottoli scheggiati, che lasciavano presupporre la capacità
di costruire semplici utensili, fu classificato nel genere
HOMO e gli fu assegnata una specie diversa definita
Homo habilis (perché sapeva usare le mani “handy man”).
La gola di Olduvai
TORNA.
IL CRANIO. Il cranio dell'H. habilis ha una capacità di 600 -
700 cm3 con una volta più alta e una fronte più
sviluppata. Ha il cranio allungato e appiattito
con forti rilievi sopraccigliari, la fronte
sfuggente. La media della sua capacità cranica
risulta nettamente superiore a quella degli
Australopitechi. L’H. habilis registra il maggior
tasso di incremento del volume cerebrale (20 –
30%) della storia
dell’evoluzione
dell’uomo; non solo,
ma nel suo cervello sono state intraviste architetture
cerebrali molto simili alle nostre.
Anche altri aspetti morfologici dimostrano che Homo
habilis era un Ominide più avanzato degli Australopitechi:
la diminuzione della dimensione dei molari, che sono di
forma meno larga e più allungata, smalto più sottile, arcata
dentaria a parabola, un minore prognatismo facciale, la mascella e la mandibola sono
più piccole rispetto agli Australopitechi, presenta una riduzione dei muscoli
masticatori. TORNA.
IL SUO ASPETTO. Gli arti superiori erano ancora relativamente lunghi, il femore corto, la statura
molto bassa. Quindi Homo habilis
doveva essere ancora un agile
arrampicatore degli alberi, come gli
Australopitechi. Camminava in
posizione eretta (presentava la
curvatura longitudinale e trasversale
dell’arco plantare e l’allineamento
dell’alluce alle altre dita del piede),
ma la sua andatura non era ancora del
tutto simile a quella dell’uomo. Dal
punto di vista morfologico, ed anche
per quanto riguarda la sua posizione
cronologica, l'Homo habilis rappresenta uno stadio intermedio tra l’Australopithecus e l’Homo erectus.
TORNA.
MA FU VERAMENTE IL “NOSTRO PRIMO PROGENITORE” ? Il periodo tra 2,4 e 1,8 Ma non è ancora ben conosciuto per quanto riguarda gli
Ominidi fossili. I ritrovamenti finora effettuati sono in genere molto frammentari e
manca un reperto sufficientemente completo. Dal punto di vista morfologico, ed anche
per quanto riguarda la sua posizione cronologica, Homo habilis rappresenta uno stadio
intermedio tra gli Australopitechi e l’Homo.
Dalla documentazione disponibile appare comunque chiaro che in questo periodo si è verificato il secondo grande avvenimento nell’evoluzione degli Ominidi, l’espansione della capacità cranica. Poiché l’encefalizzazione è una caratteristica fondamentale del genere Homo, gli Ominidi vissuti in questo periodo, che non siano riconducibili all’Australopiteco robusto, vengono classificati nel genere Homo. La più antica specie
del genere Homo finora conosciuta fu definita da Louis Leakey, Philip Tobias e John
Napier in un articolo pubblicato su Nature del 4 aprile 1964. L’identificazione di
questa nuova specie si basava su una serie di resti frammentari rinvenuti da L. e M.
Leakey tra il 1960 e il 1963.
Studi recenti però hanno declassato l'homo habilis in ominide e non nel genere Homo. L’habilis quindi scende di un gradino nella scala dell'umanità. (vedi
FILMATO) TORNA.
L’INDUSTRIA LITICA DELL’HABILIS. L’H. habilis non doveva essere cacciatore,
ma l’uso di utensili dava loro finalmente
modo di strappare agli spazzini della
savana non solo bocconcini di scarto, ma
intere parche venivano poi scalcate con
tranquillità lontano dai pericoli. Tolta la
carne, usando le schegge, l’H. habilis
frantumava le ossa per ricavarne il
midollo. Per queste operazioni più
grossolane, compresa la disarticolazione
delle varie parti dell’animale, veniva
utilizzato il “chopper”. Questo si
otteneva dalla semplice percussione di un
ciottolo da un solo lato. Se ne ottiene un
oggetto con un paio di margini taglienti e
con un lato arrotondato che sta perfettamente nell’incavo della mano. Per milioni di
anni il chopper sarà lo strumento principale degli ominidi.
Da questo fatto deriva il nome attribuito alla specie,
dietro suggerimento di Raymond Dart. L’antropologo
australiano, voleva sottolineare come questo Ominide
fosse in grado di fabbricare utensili artificiali, cioè sassi
scheggiati e resi taglienti.
TORNA.
COMPORTAMENTO.
L’H.habilis, come molti primati,
fu un animale di branco. La
cooperazione ed il coordinamento
d’azione (permesso da un cervello
che stava diventando veramente
speciale), oltre alle pressioni
proveniente da un ambiente
variabile, gli consentirono di
ottenere ancora più risorse. La
presa fine delle mani migliorava
in funzione del fatto che chi
costruiva strumenti migliori
viveva meglio. Cervelli inventivi
ed in grado di controllare movimenti precisi furono premiati: si assicurava una
maggiore sopravvivenza ai propri figli. Le conoscenze acquisite, come pure le qualità
genetiche del cervello migliorate si potevano trasmettere ai propri figli. L’H. habilis
quindi lavorava, anche se in maniera rudimentale, utilizzando le sue forti e grandi mani
e aveva una dieta abbastanza varia: bacche, radici e carcasse di animali, aiutandosi
anche con bastoni. Utilizzando il cervello e la tecnologia l’H. habilis riuscì a passare di
categoria nella catena alimentare: da preda a predatore. Nella savana però le specie
stanziali sono poche: le possibili prede di media taglia, come gli ungulati, si spostano
secondo i cicli di aridità/pioggia. Gli ominidi carnivori impararono così a seguire le
mandrie allargando di volta in volta il loro territorio. Il tipo di vista, adatto alla
valutazione delle distanze, la locomozione eretta la capacità di agire in gruppo
coordinato, un cervello sofisticato e la tecnologia su pietra trasformarono la vita degli
habilis, aprendo loro nuovi orizzonti.
TORNA.
IL LINGUAGGIO.
L’H. habilis quindi usava una rudimentale tecnologia per procurarsi strumenti, ma è
proprio l’attività tecnologica un prerequisito, un ambiente comportamentale, per il
linguaggio parlato. Segna
l’inizio di una sua
evoluzione.
Secondo gli studiosi
esiste una relazione fra
la base del cranio e la
laringe; infatti si riesce a
parlare solo quando la
laringe, con lo sviluppo,
tende a scendere verso il
basso. Tra le scimmie
questo non avviene;
mentre nella nostra specie succede verso i
due anni: è allora che il bambino può
cominciare a parlare, non prima. Per l’H.
habilis si ha un accenno evolutivo verso la
nostra forma, ma non sufficiente a garantire
la discesa della laringe, ciò avvenne in epoche
piuttosto recenti. Con ciò non si vuole dire
che l’habilis sapesse solo emettere
grugniti o cose simili, ma è molto
probabile che il suo linguaggio fosse
essenzialmente gestuale e che
disponesse di una maggiore quantità di
suoni diversi. Ad ogni modo nel
cervello dell’habilis cominciavano ad
apparire quelle zone che nell’uomo
moderno sono deputate
essenzialmente al linguaggio parlato, collocate nel lobulo parietale sinistro e nelle
circonvoluzioni frontali inferiori e temporali superiori. Queste zone sono evidenti negli
endocrani dell’H. habilis. TORNA.
ESTINZIONE DEGLI HABILIS.
Intorno a 1.800.000 anni fa, tra le popolazioni habilis cominciarono ad apparire
individui più alti e dal cervello più sviluppato. Per contenere un cervello di dimensioni
maggiori, la forma della testa aveva subito un ingrossamento nella parte posteriore,
verso la nuca. Questi caratteri "abnormi" diventarono rapidamente vincenti nella
savana. Un cervello più sviluppato, infatti portò ad una tecnologia più sofisticata e ad
un livello di socialità integrato con l'ambiente.
La corporatura più imponente gli garantì il successo nella caccia. Selezionando questi
caratteri, l'evoluzione segnò l'estinzione degli habilis ed il successo dell'H. erectus.
TORNA.
RIASSUMENDO
TORNA.