PER STUPIRSI ANCORADELL’ALLEANZA NUZIALE
ANNA MARIA VISSANI
VALERIA MANTINOVI
I diamanti dell’Amore
Introduzione
La celebrazione del Matrimonio è sem-pre un evento grandioso e profondamente commovente! Non è solo per la bellezza degli sposi, la luminosità della chiesa, i fio-ri, la musica e il canto! Lo stupore nasce, in primo, luogo dalla percezione di qual-cosa di “divino” nell’amore umano che si sta celebrando. L’intreccio delle mani, l’in-contro degli sguardi, il bacio amoroso di due persone, la gioia di un uomo e di una donna davanti all’altare, due creature fra-gili e nello stesso tempo piene di attese e di promesse, due libertà che si legano per un unico progetto di vita!
Tutto questo genera meraviglia.Lui e lei, un’unica casa (l’amore) fon-
data sulla roccia dell’alleanza, promet-tono fedeltà a tutta prova, si donano un anello come sigillo dell’amore e della reciproca accoglienza. Sanno che tutto è possibile con la forza indiscutibile della Grazia di Dio.
“Ti accolgo come mio sposo/a, con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, di amarti e onorarti tutti i giorni. Ti dono questo anello, nel nome della Trinità, e con la for-za interiore del nostro Amen a Dio”!
Otto parole, come diamanti di un unico anello che gli sposi si donano a vicenda! Sono promesse, sono desideri, sono lega-mi d’amore che generano un’unica cer-tezza: il matrimonio è dono del Signore. Otto, come l’ottavo giorno: la domenica-la pienezza! La ferialità ha bisogno sempre della festa!
Nella Celebrazione Eucaristica, attorno alla Mensa dell’Amore eterno di Dio, i due sposi hanno detto “sì per sempre”. Ogni giorno, dentro le gioie e i dolori, posso-no ripetere: “Ti accolgo e ti prometto di esserti ancora fedele, come è fedele il Si-gnore con noi!”.
Ricordando, accogliete questi inviti!
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1. Io accolgo te
come mio/a sposo/aAccoglienza reciproca. Quando sei nato/a ti hanno accolto! Oggi sei qui. Dopo alcuni anni di ricerca, nell’età dell’amore, la tua vita si è
intrecciata con un altra/o. Qualcosa è scattato. Dagli occhi al cuore!
Un giorno hai detto: io accolgo te e tu accogli me! Sei entrato/a come amico/a e come sposo/a nella mia vita. Sarai mia moglie. Mio marito. Il tuo nome. Il mio nome. Ci siamo accolti così come eravamo ed ora ci accogliamo così come siamo. Insieme partecipi dell’avventura
d’amore di Dio nel mondo.
L’avventura in salita che state percorrendo vi sta donando
ancora lo stupore della reciproca accoglienza?
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Immobile, nel silenzio del suo stu-dio, al centro della grande casa, An-
tonio era seduto davanti alla scrivania, su una vecchia sedia dai braccioli robusti e finemente intagliati. Un grave incidente lo aveva immobilizzato e, almeno all’inizio, lo aveva gettato nella più nera disperazione. Chissà perché proprio ora gli ritornava in mente di quando era arrivato a casa dall’o-spedale e aveva sentito un senso di freddo, come se anche il calore di quel luogo fami-liare fosse rimasto schiacciato sull’asfalto della strada, insieme a lui. Solo adesso prendeva coscienza di quanto fosse stato grande il macigno di tristezza che aveva pesato sui giorni che seguirono, quando si sentiva un peso per la donna che amava e che doveva accudirlo. Ricordava di aver pensato tante volte: “Cosa può farsene del peso morto che sono diventato!”. La rive-deva, compagna fedele, aggirarsi per casa, discreta e delicata, camminando quasi senza farsi notare, per paura di ferirlo con una invadenza che gli avrebbe ricordato la sua dipendenza dagli altri.
È scritto
Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, mia sposa, tu mi hai rapito il cuore con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
(CANTICO DEI CANTICI 4,9)
E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi.
Dio è amore; chi rimane nell’amore
rimane in Dio e Dio rimane in lui.
(PRIMA LETTERA DI GIOVANNI 4,16)
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mi scioglie il cuore, ma tu puoi amarmi così come sono ora?”.
Lei gli aveva risposto con dolcezza: “Sì, io ti accolgo e ti amo anche così, come sei ora. Tu sei e sarai sempre il mio sposo”.
Da quel momento, nessun muro scre-polato, o stufa spenta, o giorno doloroso li aveva più rattristati, perché pieni della sempre nuova, fertile consapevolezza di essere dono accolto dall’altro.
Porzione di felicità posta nelle mani del Padre.
Nel suo studio, mentre percorreva le sequenze dei ricordi, scandite come dai grani di un rosario, Antonio guardava la luce del sole che riempiva la finestra da-vanti a lui. La stessa luce di quella mat-tina – pensò – quando lei gli era passata accanto, con la posta appena recapitata. Le aveva afferrato una mano e guardan-dola negli occhi le aveva detto: “Io passo il tempo ad aspettare che tu mi venga vi-cino perché anche la tua sola presenza
2. ...con la Grazia
di Cristo“Senza di me non potete
far nulla” ha avvertito Gesù. Quante prove e quante difficoltà
ci accompagnano dal giorno della nostra reciproca promessa!
Per fortuna, per puro dono, ci è stata offerta la forza
dell’amore gratuito (la Grazia) di Cristo Gesù che mai
ci abbandona.
Ci sentiamo uniti a Lui, come Lui è sempre unito a noi?
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Era lui che amava. L’unico ragazzo con cui avrebbe voluto trascorre-
re i giorni che aveva davanti era anche il solo abbraccio umano di cui non voleva privarsi. Ne era innamorata e lo voleva sposare perché lui la sapeva proteggere, rispettare, far sentire libera, amata.
Sognatore, con la mente sempre mille miglia più avanti rispetto alla realtà, buo-no da non intravedere mai alcuna malizia in chi lo stava già calpestando, ferreo nel-le sue posizioni che sembravano ignorare qualsiasi sfumatura o flessibilità, consi-derata debolezza: questo era lui. Aveva un carattere così diverso dal suo! A stare con
È scritto
Perciò, ecco, io la sedurrò,la condurrò nel desertoe parlerò al suo cuore...
E avverrà, in quel giorno– oracolo del Signore –
mi chiamerai: “Marito mio”,e non mi chiamerai più:
“Baal, mio padrone”. (OSEA 2,16.18)
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane
nella vite, così neanche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
(GIOVANNI 15,4-5)
Ce n’era abbastanza per scoraggiar-si e a volte le era pure venuto in mente di mollare. Ma sentiva che non poteva e non voleva farlo. Ci pensò su e poi decise: avrebbe rischiato di fare un salto nel buio ma prendendo con se un robusto para-cadute: avrebbe implorato ogni giorno la grazia di Cristo.
Dalla grazia sarebbe venuta la forza necessaria a colmare le lacune della loro storia. Con essa, il loro amore sarebbe cresciuto, insieme alla voglia di gridare le meraviglie della vita. Ne era sicura!
Con una grande pace nel cuore, sus-surrò: “Soccorri con la tua misericordia, o Padre, le tue creature”.
i piedi per terra, già si rendeva conto da sola che la vita insieme, alla lunga, non sarebbe stata facile. E forse per questo, per non volerlo accettare, si arrabbiava quando, familiari ed amici, glielo faceva-no notare, mettendola in guardia. Sem-brava che tutti si fossero messi d’accordo nel fare gli uccelli del malaugurio.
3. Prometto di esserti
fedele sempreÈ paradossale che l’amore umano
nella sua fragilità possa durare “per sempre”!
Eppure quel giorno e ogni giorno ci siamo promessi fedeltà.
Certo non dobbiamo temere se il vento, in qualche stagione, soffia contrario e scuote la casa!
Sulla roccia del Suo Amore liberante e fedele abbiamo fondato la nostra alleanza.
Siamo pronti a pronunciare ancora con meno sentimento
e più convinzione: “Per sempre”?
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Sempre... “Certo che lo voglio” – pensa-va – mentre si ripeteva la formula in te-
sta, per non fare brutte figure davanti l’altare. Sempre... Aveva ripetuto con facilità quel
giorno felice, davanti al tabernacolo scintil-lante, tra i fiori bianchi, sotto gli occhi inna-morati di lui.
Sempre... Gridava piangendo quando lo vide allontanarsi, sogghignando, insieme a quella donna con la quale osò avvicinarsi a lei per umiliarla e dirle che era meglio così. Le sembrava di impazzire.
Sempre... Ogni mattina prova ancora a pro-nunciare dentro di sé questa parola, quando deve buttarsi giù dal letto, dentro cui vorreb-be scomparire, ed entrare in camera dei figli e svegliarli e prepararli per la scuola, per la giornata, per la sera, per la vita...
Sempre... Quando un abbraccio d’uomo la fa rabbrividire e spaccare dentro, come ce-mento seccato dal sole.
Per sempre, Padre, accogli la sua forza, il suo amore, la sua fedeltà alla vita che porta frutti in Te.
È scritto
Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa
nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà
e tu conoscerai il Signore.(OSEA 2,21-22)
Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza,
che è versato per molti per il perdono dei peccati.
(MATTEO 26,28)
4. Nella gioia e nel dolore
Un intreccio di gioie e sofferenze, di speranze e prove:
così è fatta l’avventura umana!Abbiamo vissuto insieme
esperienze d’ogni tipo e ora le possiamo anche raccontare.
Alla luce delle parole che ci siamo detti il giorno
del matrimonio, le possiamo sempre elaborare ed offrire. E tutto acquista significato.
È bello riconoscere che la nostra comunione non è spenta,
ma rafforzata!
Che cosa possiamo offrire oggi e ogni domenica
nel pane della fatica e nel vino della gioia sull’altare?
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Giovanna rideva, appena rientrata in casa, rincorsa dai suoi bambini
dopo un giro in bicicletta. Il più piccolo era fiero della sua prima pedalata con i grandi, equipaggiato di tutto punto con casco, guanti e ginocchiere che non era-no serviti a niente perché neanche una volta aveva sbandato sulle due ruote. Era grata Giovanna di tutta quella meraviglia che viveva, da quando quel ragazzo che le era vicino era diventato suo marito, da quando quei bambini erano entrati in casa. La sua voce limpida, ferma, squil-lante ripuliva da qualsiasi timore il cuore di quell’uomo, che gioiva di ogni minuto condiviso con lei.
Ma c’erano stati momenti terribili in cui Giovanna aveva pianto, come quando si era ritrovata in mano intere ciocche di capelli che cominciavano a cadere per ef-fetto della chemioterapia. Certe volte le sembrava di non farcela a reggere la lotta contro il tumore che la stava consuman-do, specialmente quando era suo marito a doverla sollevare perché non riusciva a
È scritto
Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze
della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo.
(CANTICO DEI CANTICI 8,7)
Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione,
perseveranti nella preghiera… Rallegratevi con quelli che sono
nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi
sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza;
volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a
tutti gli uomini.Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti.
(ROMANI 12,12.15-18)
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vivere al meglio la loro vita. E continuano anche a sperimentare che Amore e Fe-deltà è un binomio vincente, per effetto di quella benedizione che il Padre ha ri-versato su di loro dal giorno in cui li ha consacrati moglie e marito e li ha nutriti del pane della vita.
E ogni giorno, specialmente quando le nubi della sofferenza sono più dense, si ripetono l’un l’altro: nella gioia e nel do-lore, nella salute e nella malattia, insie-me per l’eternità.
fare quei quattro passi dal divano al letto. Non ce la faceva più neanche a seguire i bambini nei compiti.
Eppure la sofferenza non aveva fiacca-to il suo spirito battagliero e la sua voglia di gioire della vita.
Forse perché sapeva di non essere sola a lottare. Sentiva che Dio le era ac-canto e le dava forza attraverso l’amore che suo marito le faceva sperimentare ogni giorno. Lei lo percepiva forte questo amore umano, che aveva in sé qualcosa di divino. Marco era con lei sempre, a condividere successi e fallimenti, gioie e dolori di quella battaglia. Marco e Giovan-na stanno ancora lottando e continuano a
5. Amarti e onorarti
tutti i giorniSiamo cresciuti nell’amore,
passando dal piacere al rispetto l’uno dell’altra.
C’è una Presenza nel cuore di ognuno che ci chiede di entrare all’incontro
in punta di piedi. È bello scoprire la ricchezza
interiore dell’altro/a e attendere con stupore la novità
che ci sarà data.
Cerchiamo ogni giorno di rispettarci a vicenda?
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Luigi, 87 anni, è su una poltrona del salotto, davanti al televisore che sta
trasmettendo una partita di calcio. Non sta zitto un momento: “Chi sono? Adesso che fanno?”. Dal corridoio sento che ride con Matteo che gli si è seduto vicino. “Nonno – gli ha chiesto Matteo – ma quando eri giovane non giocavi a pallone?”.
“Eh! Ai miei tempi eravamo poveri e si doveva lavorare” ha risposto lui.
Sara, la moglie di Luigi, è con me, in-gabbiata nel busto metallico che sostie-ne le sue vertebre. Anche lei ormai ha 85 anni. Siamo nella sua casa davanti ad un mobiletto antico, sui ripiani del quale spiccano alcune foto, che mi mostra sor-ridendo. “Sono di quando eravamo giova-ni, io e Luigi – spiega –. Mi ricordo ancora il giorno in cui mi portò dal fotografo per questa foto. Ero così contenta! Appoggia-ta al suo braccio mi sentivo una regina! Veramente io non ci volevo andare perché non sapevo che vestito mettermi, ma lui neanche mi ascoltò. Ormai era deciso: ci saremmo sposati! L’aveva appena chiesto
È scritto
Quanto è soave il tuo amore,sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo...
Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, piena di delizie! (CANTICO DEI CANTICI 4,10; 7,7)
La carità non sia ipocrita: detestate il male,
attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri
con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
(ROMANI 12,9-10)
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l’uno per l’altra. Luigi mi ha trasmesso anche il dono della fede, che mi ha cam-biato la vita”.
Nel salotto si sentono rumori. Luigi non vedendo più la moglie, chiede al ni-pote: “Dove è andata tua nonna?”. Sara ha sentito e si affretta a raggiungerlo, ap-poggiandosi al bastone.
Mi sorprendo a pensare: sono una bella coppia, più uniti ora di quando era-no giovani!
a mio padre, che in risposta aveva bofon-chiato un assenso. Ed eravamo felici. Non sapevo quanti giorni ed anni, pieni zeppi di tutto, avremmo vissuto insieme. Non sa-pevo quante volte mi avrebbe dimostrato di essere fiero di me, nel cuore della casa come nei labirinti delle strade!”.
Quando parla del suo lungo matrimo-nio, Sara dice spesso: “I problemi e le difficoltà non sono mancati ma ci è an-data bene. Siamo stati una provvidenza
6. Ricevi questo anello, segno del mio amore e
della mia fedeltàUn cerchio perfetto è l’anello
come l’infinito! Un cerchio d’oro che ha il sapore di Dio.
Ce lo siamo donato reciprocamente. Qualsiasi cosa facciamo con le nostre mani
è vissuta in comunione. A chiunque ci incontra possiamo raccontare la nostra avventura d’amore. L’anello che portiamo
al dito dice a tutti: ho incontrato l’amore del mio cuore!
Quanto è importante per voi, ogni giorno,
questo legame d’amore?
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Una domenica mattina, ci trovam-mo seduti al tavolo dove eravamo
soliti pranzare insieme. Una di fronte all’altro. Mi sfilai la fede nuziale e la misi al centro del tavolo.
Ricordavo ancora con quanta emozio-ne eravamo andati a sceglierla insieme.
Avevamo preso la più semplice, dora-ta e con l’incisione della data del nostro matrimonio, a cui avevamo aggiunto “Per sempre”.
Ora era lì, in mezzo al tavolo, simbolo di una fedeltà che chiedeva il sacrificio dell’orgoglio.
“Che hai deciso?” disse lui, con un filo di voce.
È scritto
Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la
passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse
tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne
avrebbe che disprezzo. (CANTICO DEI CANTICI 8,6-7)
In Lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità,il Vangelo della vostra salvezza,e avere in esso creduto, avete
ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso.
(EFESINI 1,13)
do e coinvolgente da farci versare tante lacrime di perdono e di gioia.
Carlo prese la mia fede nuziale e men-tre me la rimetteva al dito, disse: “Rice-vi questo anello, segno del mio amore e della mia rinnovata fedeltà”. Fu come sposarlo un’altra volta!
Adesso, a mente lucida, posso dire con cognizione di causa: l’amore è come il chicco di grano che matura nel buio della terra invernale. Sì, è davvero una grande avventura!
Gli risposi con voce tremante, che mi aveva ferita e che prima di capire cosa era meglio fare, avevo bisogno di un po’ di tempo per smaltire il cumulo di emo-zioni. Un profondo silenzio invase tutta la nostra piccola sala da pranzo. Nel mio intimo una voce misteriosa mormorava: “Da adesso in poi dobbiamo dedicare più tempo a noi due, perché l’amore è pri-ma di ogni nostro impegno e più forte del dubbio che mi travolge!”.
Mi sentii ad un tratto avvolta da un grande abbraccio di mio marito, così cal-
7. Nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo
Ci è stato rivelato: al cuore della vita e della storia
c’è Dio Trinità.Dio Padre e il Figlio Gesù, si amano di un amore forte ed eterno. Questo amore
che li unisce è lo Spirito Santo. Il bello è che questo
Spirito-Amore è stato riversato anche nei nostri cuori.
E noi possiamo solo dire “grazie”!
Ci crediamo? Ci rivolgiamo a Dio Amore nelle difficoltà della vita?
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Camminavano decisi sul marcia-piede verso la fermata dell’auto-
bus, nella nebbia delle prime ore di un mattino di dicembre. Gennaro e Roberta avevano preso il caffè insieme a casa e poi erano usciti velocemente, girando la chiave nel portone per poi infilare i guan-ti e cercare subito la mano dell’altro, gli occhi ed il sorriso dell’altra.
Si erano sposati da poco e dopo il ma-trimonio si erano trasferiti in un’altra cit-tà dove avevano trovato un lavoro e due stanze in affitto. Stavano facendo la ga-vetta e il presente non faceva intravedere sicurezze a breve scadenza, ma loro sem-bravano non curarsene più. Il tempo che passava aveva smesso di portare il suo carico di angosce, inquietudini e buio; era
È scritto
Bontà e fedeltà non ti abbandonino: légale attorno al tuo collo, scrivile
sulla tavola del tuo cuore, e otterrai favore e buon successo agli occhi
di Dio e degli uomini. Confida nel Signore con tutto il tuo cuore... Riconoscilo in tutti i tuoi passi
ed egli appianerà i tuoi sentieri... Le sue vie sono vie deliziose e tutti i
suoi sentieri conducono al benessere.(PROVERBI 3,3-6.17)
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà
le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel
Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
(GIOVANNI 14,12-14)
more divino, invocato sulla loro unione nel sacramento ricevuto, avesse poten-ziato oltre misura il loro amore umano e stesse operando le benedizioni che aveva promesso. Ogni giorno era pieno di no-vità, perché nuovo era il loro amore. La Trinità che si era chinata sulla loro vita, li aveva resi creature nuove. Creature unite in un amore più grande, quello che fa guardare la vita con gli occhi ridenti dell’amore di Dio.
invece diventato alleato e complice della loro serenità.
Dal giorno delle loro nozze, quando si erano promessi di non voler più vive-re senza l’altro, affrontavano le giornate con entusiasmo, libertà e voglia di vivere. Certo, c’era un segreto! Qualcosa di in-finitamente buono e grande era entrato nella loro vita: l’amore che lega insieme le persone della Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Sembrava che quell’a-
8. Amen!
Tutta la comunità il giorno del nostro matrimonio
ha esclamato: “Amen!”. Anche noi abbiamo detto
nel nostro intimo: “Ho capito e ci sto!”.
Perché vogliamo appoggiare la nostra casa sulla roccia
dell’amore di Dio. Che il Signore benedica
la nostra promessa e la nostra vita insieme. Ora e per sempre.
Amen! Grazie dell’amore che ci hai donato. Perdonaci
quando non sappiamo amarci, Signore Dio misericordioso!
Abbracciaci e rivelaci ancora e sempre la tua Presenza amorosa!
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È scritto
Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga;
chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita.
…Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!».
Amen. Vieni, Signore Gesù.
La grazia del Signore Gesù sia con tutti.
(APOCALISSE 22,17.20)
Guarda, porta il suo lucidalabbra preferito”. Così mi ha detto lui, ritto
accanto alla bara di sua moglie, con uno sguardo sereno mentre io cercavo di non singhiozzare. “L’hanno pettinata, vestita e truccata proprio bene. C’è tanta gente, ci sono gli amici, i parenti, i fiori. Mi ri-corda la festa del nostro matrimonio. Ci siamo tutti e lei è proprio bella”.
Sono corsa fuori, con le corde vocali paralizzate, per inghiottire un po’ d’aria e respirare. Ha appena smesso di piove-re. Guardo il cielo. Tra nuvole nere si è aperto un varco da cui esce un arcobale-no bellissimo, una scia di colori tracciata tra terra e cielo, tra finito ed infinito, tra morte e vita.
Tra la morte e la vita!Amen. Così sia, Padre, la tua volontà
e la tua alleanza, rinnovata tra uno sposo e la sua sposa. Tra creatura e Creatore.
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COLLANASTUPORE
Non è il vostro amore che sostiene il matrimonio: è il matrimonio che, d’ora in poi, porta sulle spalle il vostro amore. Dio vi unisce in matrimonio: non lo fate voi, è Dio che lo fa. Dio protegge la vostra unità indissolubile di fronte a ogni pericolo che lo minaccia dall’interno e dall’esterno. Dio è il garante dell’indissolubilità. È una gioiosa certezza sapere che nessuna potenza terrena, nessuna tentazione, nessuna debolezza potranno sciogliere ciò che Dio ha unito.
(Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa)
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Centro di Spiritualità “Sul Monte”Via Sabatucci 15 - Castelplanio (AN)www.sulmonte.org
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Esclusiva per la distribuzione in libreria:ELLEDICI - Rivoli (To)www.elledici.orgISBN 978-88-01-05225-1