I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA E L'OPPOSIZIONE A PERICLEAuthor(s): LUISA PRANDISource: Aevum, Anno 51, Fasc. 1/2 (GENNAIO-APRILE 1977), pp. 10-26Published by: Vita e Penseiro – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25821607 .
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LUISA PRANDI
I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA
E L'OPPOSIZIONE A PERICLE
I tentativi finora compiuti dagli studiosi moderni per datare con maggior precisione i processi che nel decennio 440/30 colpirono Fidia, Aspasia e Anassagora, noti personaggi eW entourage pericleo, sono approdati a conclusioni divergenti.
Le date pi frequentemente proposte sono il 438/7 e il 432/1, con una certa prevalenza in passato per la seconda, che rappresenta la data tradizionale; ma proprio nelPultimo decennio la datazione
pi alta ha trovato attivi sostenitori in studiosi come il Frost, il
Kagan, il De Ste Croix. Mi sembra tuttavia che le ipotesi dei moderni, cosi come sono
motivate, non trovino sufficienti giustificazioni nelle fonti1 e che
pertanto sia necessario discuterle e riesaminare quindi Tintero pro blema.
La diversit di opinioni riguardo alla cronolog a dei processi che colpirono gli amici di Pericle con Paccusa di dcce eioc o di ispoauX a deriva dal fatto che le Stesse fonti non sono concordi e precise.
Aristofane nella Pace, del 421, facendo spiegare da Ermes ai contadini, che costituiscono il coro, Porigine della guerra del Pelo ponneso, afferma che Pericle, temendo per la propiia posizione pol
-
tica in seguito alPattacco contro Fidia, si sarebbe servito del decreto
megarese come pretesto per provocare una guerra tale che coinvolse tutta la Grecia 2. Il commediografo sembra istituire uno stretto rap
porto di causa-effetto fra il processo di Fidia, indicato molto vaga mente con Pespressione OeiSioc 7up a xaxco , e le lam ntele dei
1 Come cercher di mettere in luce nella prima parte del mio lavoro, nessuna delle fonti che posse diamo d elementi utili per una datazione precisa, e questo fatto rende insostenibili e inaccettabili certe
posizioni dei mod rai. 2 ARIST. Pax, w. 605-610.
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANAS SAGO RA ll
Megaresi contro Atene, che si collocano negli anni immediatamente
precedenti allo scoppio d lie ostilit (431). La stessa accusa si ritrova, inserita in un contesto di notizie pi
ampio, in Diodoro (XII, 38-40,6), il quale dichiara apertamente la sua dipendenza da Eforo (41,1): Pericle, trovandosi in grave imba razzo su come presentare i rendiconti della sua amministrazione, me
ditava gi di provocare un conflitto che distogliesse da tali conti
le menti degli Ateniesi, quando Fidia e Anassagora furono incriminati
ad opera dei nemici di Pericle, lo scultore per furto di ricchezze sacre
dalia statua di Atena e il filosofo per empiet . Coinvolto nelle accuse contro i suoi amici (era sovraintendente ai lavori sulPAcropoli), Pe
ricle si ostin a non abrogare il decreto megarese, scatenando in tal
modo la guerra. Anche Plutarco 3, che a proposito del decreto megarese riporta
prima una versione favorevole a Pericle, il quale non Favrebbe abro
gato perch Atene non dovesse sottostare in seguito a maggiori im
posizioni da parte degli Spartani 4, riserva poi molto spazio alla ver
sione antipericlea, iyouaot S 7rAsi<7TOU fx pTupa : secondo tale ver
sione Fidia fu accusato, formalmente dal suo collaborators Menone, in realt dai nemici suoi e da quelli di Pericle, 7TOLO JL VOL Tcs pav ev xs vco no c, TI 'ao TO T IIspixXs xpiTYj , di aver rubato
parte delForo destinato alla statua di Atena; il furto non pot essere
provato, ma Fidia subi comunque nuovi fastidi per aver raffigurato sullo scudo della dea se stesso sotto la figura di un vecchio e Pericle
in lotta con un'Amazzone. Lo scultore mor in prigione per malattia
o, secondo un'altra versione, avvelenato, 7ri Sia oXy) TOO IIspixA ou ,
dai nemici dello statista. Tlzpi TOUTOV TOV /p vov Aspasia fu assolta
da un'accusa di empiet , lanciatale dal poeta c mico Ermippo 5,
grazie alFintervento di Pericle che supplic i giudici piangendo in
tribunale, e Anassagora fu perseguito per empiet con il decreto di
Diopeite 6. La manovra degli oppositori, che anche accusando Anas
sagora miravano a Pericle, culmino in un'accusa, sostenuta dal de
creto di Dracontide, contro Pericle stesso, il quale, spaventato, pro voco la guerra.
Aristofane, Diodoro e Plutarco riportano, con aggiunte e varianti,
3 PLUT. Vita di Pericle, 31-32. Riporta la stessa versione (menzionando solo Fidia) anche ARISTODEMO, frm. I, XVI (cfr. FHG, V, pp. 17-19).
4 PLUT. Per., 31, I, cfr. THUC. I, 140, 5. 5
Aspasia fu accusata anche di prossenetismo (32,1). Sempre Plutarco (13,15) riferisce che la stessa accusa era stata rivolta anche a Fidia (non in occasione del processo).
6 PLUT. Per., 32,2 e 5. Egli riporta anche il testo del decreto. Sulla sorte del filosofo le fonti antiche danno le versioni pi disparate: cfr. l'esame che ne fa E. DERENNE, Les proc s d'impi t intent s aux phi losophes, Li ges 1930, pp. 38-41.
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12 L. PR AND I
la stessa versione antipericlea 7, secondo la quale Pericle avrebbe cercato nella guerra un diversivo alPopposizione interna che si mani
festava appunto con gli attacchi contro i suoi amici.
Alcuni studiosi moderni, come il Beloch, il Wade-Gery, il De Sanctis e altri 8, accettando queste testimonianze, datano i processi
agli anni 433/1, e li considerano un tentativo oligarchico per screditare
Pericle.
Uno scolio alla Pace di Aristofane contesta invece la veridicit
di questa versione, adducendo la testimonianza di Filocoro 9, il quale erci eoScopoi) (438/7) (mss. ITu&oScopou, 432/1) apxovTO riporta tre notizie distinte, introdotte da tre xai: la dedicazione della statua
crisoelefantina di Atena, di eui Fidia era autore e Pericle sovrainten
dente ai lavori; il processo contro Fidia su accusa di aver rubato
delPavorio destinato alla statua; le vicende in Elide, con Pesecuzione
dello Zeus di Olimpia e la morte per mano degli Elei. Lo scoliasta introduce poi, dat ndola n u&oScopou (432/1) (mss. Zxu&o&copou)
ecm nb TOUTOU (0 O copoo) I Sofxo?, una seconda notizia di
7 La connessione fra il processo di Fidia e lo scoppio della guerra non un'invenzione di Aristofane, come ritengono i moderni (cfr. fra gli altri E. SCHWARTZ, Das Geschichtswerk des Thucydides, Bonn 1919, p. 126, n. 2; F. ADCOCK, CAH, V (1927), p. 478; G. DE SANCTIS, Pericle, Milano-Messina 1944, p. 243; F. JACOBY, Die Fragmente der Griechischen Historicher, Mb (Suppl.) I, Leiden 1954, p. 490; A. W. GOMME, A historical Commentary on Thucydides, Oxford 1956, vol. II, p. 186; J. SCHWARZE, Die Berurteilung des Perikles durch die Attische Kom die und ihre historische und historiografische Bedeutung, Zetemata, Heft 51, M nchen 1971, p. 146; G. E. M. DE STE CROIX, The Origin of the Peloponnesian War, London 1972, pp. 236-237), e la trovata c mica non consiste in questa connessione ma piuttosto nello stupore e nel
Fignoranza proclamati da Trigeo subito dopo le rivelazioni di Ermes (vv. 615-618), che sono assurdi per un ateniese della sua poca. Che poi in un'altra commedia Aristofane sembri dare una diff rente versione dei fatti in realt una contraddizione solo apparente: infatti nel noto passo degli Acarnesi (w. 523 ss.) Aristofane spiega, parodiando Erodoto in modo grottesco e caricaturale, i motivi che avrebbero indotto Pericle a proporre un decreto proprio contro Megara, cio Tinsulto fatto ad Aspasia con il rapimento delle sue ancelle, mentre nella Pace spiega i motivi che l'avrebbero costretto a provocare una guerra, cio la
paura di vedere la sua posizione irrimediabilmente compromessa in seguito alla vicenda di Fidia, e il de creto megarese compare solo in secondo piano, come pretesto (omv&yjpa fiixp v) utilizzato per far scoppiare il conflitto. Una versione non contraddice Taltra ma la integra.
8 G. BUSOLT, Griechische Geschichte, 11,2, p. 825 e note; K. J. BELOCH, Griechische Geschichte, 11,2, pp. 295-299 e note; G. GLOTZ - H. COHEN, Hist. Grecque, Paris 1925, p. 430; E. DERENNE, Les proc s..., cit., pp. 30 ss., il quale parte dalle notizie sulPattivit delPindovino Diopeite e si fonda su due passi della Me dea (rappresentata nel 431) che si riferirebbero ad Anassagora; H. T. WADE-GERY, Thucydides, the son of
Melesias, JHS, 1932, ora in Essays in Greek History, Oxford 1950, pp. 239-270, in particolare pp. 259-260 che considera i processi in relazione al ritorno di Tucidide di Melesia, ostracizzato per dieci anni nel 443; G. DE SANCTIS, Pericle, cit., pp. 243-246, che sottolinea Pesistenza di una pi vasta opposizione a Pericle alla vigilia della guerra, quella costituita dai moderati, piccoli proprietari che venivano danneggiati dalia sua pol tica e perci assorbivano volentieri le accuse; A. W. BYVANCK, Le proc s de Phidias, in Sym bolae Van Oven, Leiden 1946, pp. 82-91; D. KIENAST, Die Innenpolitische Kampf in Athen von der R ckker des Thucydides bis zu Pericles9 Tod, Gymnasium , 1953, pp. 210-229, il quale sostiene che si tratto di un attacco su tre fronti organizzato da Tucidide di Melesia, che a sua volta sarebbe stato subito dopo processato e bandito nuovamente da Atene.
9 Sch. in Pacem, v. 605: <DiX xopo nl 0eoo*c >pou (mss. IIu&oScopou) cpxovTO TOcOr TQOT,. xai T ayaX(i.a TO xpuaouv TT) 'A-Oirjva scrc-a-ih) ei TOV vecav T V fjtiyav, /ov /puaioi) CTTOC&JXOV TOCXOCVTOV
fxo , IlepixXsotx; 7UCTTO0VTO , etStou Ss 7roiY)aavTo . xal OeiSta 7ZOI GCCQ, S a raxpaXoy -
ea&at, T V X cpavTa TOV ei cpoXt a , expf h). xal cpuycbv sl THXiv IpyoXa yja^aL TO yaXjxa TOU Aib TOO IV 'OXuf/jrfa X yeToa, TOUTO 8 epyao- fievov ^o^aveiv TUO 'HXe cov.
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA 13
Filocoro, relativa alle lam ntele dei Megaresi contro Atene. Segue Pesposizione della versione antipericlea che conosciamo da Aristo
fane, Diodoro e Plutarco, secondo la quale Pericle avrebbe scatenato
la guerra per motivi personali, ed il giudizio dello scoliasta: aXoyo S cpaivsToa y xax IlspixX ou U7r vot,a, m<x STZGI rcpOTspov TYJ TOO 7roX [JLOU px% TCOV nepi OsiSiav ysvojji vcov. Un altro breve scolio, riportato di s lito di seguito al primo, ci d (tuttavia, come si vedr in seguito, con qualche notevole differenza), le Stesse
notizie 10.
Secondo Tinterpretazione corrente dello scolio, sostenuta e ac
cettata da numerosi moderni, fra eui lo Jacoby, il Frost, il Kagan n, Filocoro collocherebbe nel 438/7 la dedicazione della statua di Atena e il processo di Fidia, e nel 432/1 le lam ntele dei Megaresi e il conse
guente scoppio della guerra. Lo scoliasta ritiene quindi aAoyo l'ac cusa contro Pericle, dal momento che i due fatti distano ben sei anni uno dalTaltro. Proprio questo intervallo dichiarato dallo scoliasta
ha consentito di correggere i nomi degli arconti, poich xu&o8copo
10 'O <Dei8ia , DiX xopo -r aiv sm 0 o8t pou (438/7) (mss. IIu#o&t pou, 432/1) p XOVTO T6 tyaXpia T% 'ADiqva xaTaaxeu aav cpe XeTO TO xpua ov s* T&V Spax vTOV T% xpuas XecpavT VTj 'A&ir va , cp'& xaTayvtoa&el l y)puto<9-7) cpuy?)* ysv pt-svo S el THXtv, xai pyoXa
yjaa^ 7iap TCOV 'HXeicov TO cyaXfjia TO AI TOU 'OXu{jL7rtou, xal xaTayvtoa&el Tu'a Tcov tb voCT ia (ji vo vfjpe hq.
11 F. E. ADCOCK, CAH, V (1927), pp. 447-449; F. JACOBY, Die Fragmente..., cit., 111b (Suppl.) I, pp. 484-495 e II, pp. 390-399, il quale, nel suo commento allo scolio, ritiene incontestabile il fatto che Filocoro datasse al 438/7 non solo la dedicazione della statua ma anche il processo di Fidia (questa in vece Fipotesi di A. W. BYVANCK, Le proc s..., cit., p. 87 e di D. KIENAST, Die Innenpolitische..., cit., p. 212), e considera invece privo di ogni fondamento storico il passo della Pace, nonch la tradizione anti
periclea che solo da Aristofane avrebbe avuto origine (cfr. supra, nota 7). Anche riguardo aile altre notizie sulla vita dello scultore, cio l'esilio e la morte in Elide, lo Jacoby ritiene Filocoro un testimone attendibile,
proprio perch , a differenza d lie altre fonti, non si int ressa di problemi politici ma tratta d lie due pi importanti opere eseguite da Fidia verso il termine della sua vita, le statue di Atena e di Zeus (dalla ci tazione inf atti emerge a carico di Fidia un processo crim nale e non politico); F. J. FROST, Pericles, Thu
cydides, son of Melesias and athenian politics before the war, Historia , 1964, pp. 392-399: il processo a Fidia del 438/7 in base alla testimonianza di Filocoro; l'accusa ad Aspasia o una semplice proiezione degli attacchi present nelle commedie, tanto pi che Plutarco nomina il c mico Ermippo come suo accu
satore, oppure, se reale, appare pi plausibile nel 438, all'epoca della guerra di Samo in eui Aspasia fu coinvolta dalia voce popolare a causa di Mileto, e quando la sua relazione con Pericle era pi recente e
perci pi attaccabile. Inoltre Plutarco afferma che i processi di Aspasia e di Anassagora avvennero 7repl TO TOV T V xp vov di quello di Fidia, quindi nel 438; G. DONNAY, Autour de proc s de Phidias, Ant. Class. , 1968, pp. 19-36, il quale si avvale anche di testimonianze archeologiche (la scoperta dell'atelier di Fidia a Olimpia) e sottolinea come la datazione di Filocoro contrasti solo con la tradizionale e senti
mentale attribuzione a Filocoro dei frontoni del Partenone, che furono eseguiti dopo il 437 (fra gli sto
rici che si sono interessati alla datazione dei processi, A. W. BYVANCK, Le proc s..., cit., p. 90, e D. KiE
NAST, Die Innenpolitische..., cit., p. 212, utilizzano invece Tattribuzione delle metope a Fidia come
prova per dimostrare che lo scultore non lasci Atene nel 438/7); D. KAGAN, The Outbreack of the Pelop. War, Ithaca 1969, pp. 194-201, che ribadisce gli argomenti del Frost e soprattutto la matrice democr tica
dei processi, e sostiene che la guerra non era inevitabile e che Pericle non vi fu comunque costretto da crisi
interne perch la sua posizione pol tica nel 432 era salda; J. SCHWARZE, Die Berurteilung..., cit., pp. 140
148, che considera la versione di Aristofane una pura invenzione mentre accorda estrema fiducia alla
citazione diretta di Filocoro, e colloca il processo di Fidia, in un anno molto prossimo al 438/7 e non po steriore comunque al 434; G.E.M. DE STE CROIX, The Origin..., cit., pp. 236-237, che non approfondisce il
problema dei processi, ma ritiene attendibile la data di Filocoro.
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14 L. PRANDI
non esiste, mentre Farconte del 432/1 era nu&oScopo , e quello che lo
precedeva di sei anni 0so8ci>po 12.
Date diverse dal 432/1 e dal 438/7 sono state invece proposte dallo Schwartz 13, che colloca i processi in un anno intermedio fra
il 438 e il 432, e dal Gomme 14, che li considera avvenuti nel 430 in sieme a quello di Pericle.
Queste sono in sintesi le posizioni dei moderni, ma ad un esame
delle fonti non emergono in realt prove determinanti a favore del
Puna o delTaltra data. I versi gi citati della Pace non offrono infatti alcun preciso ele
mento di datazione, e il rapporto di causa-effetto fra il processo di
Fidia e il decreto megarese pu non essere inteso necessariamente come un rapporto cronol gico stretto.
Neanche Diodoro, che attinge ad Eforo, fornisce una data pre cisa per i processi: dopo aver registrato Finizio della guerra 7r'ap; 0VT0<;
12 Un'interpretazione totalmente diversa di Filocoro invece proposta da O. LENDLE, Philochoros ber den Prozess des Pheidias, Hermes , 1955, pp. 284-303, il quale riesamina accuratamente tutto il
testo dello scolio, correggendo diversamente dal s lito i nomi degli arconti: infatti per il terzo mantiene il u^oSc pou dei mss. (corretto di s lito in 0eo8c pouper analog a con il primo), in quanto individua nel se
condo breve scolio non un riassunto del primo (parla di oro rubato e non di avorio) ma l'originale citazione di Filocoro relativa al processo di Fidia, mentre nel periodo citato alTinizio dello scolio Filocoro avrebbe
parlato solo della dedicazione della statua. Sostiene quindi che le altre due notizie che nel primo scolio sono introdotte dal xa , nonch il periodo del secondo scolio compreso fra e iqfxic ahr) cpuyfj e xocTayvo)a,& ei UTu'a TCOV, sono frutto di un'interpolazione nel testo di Filocoro, perch abbastanza singolare che Fidia sia stato processato due volte. Si tratterebbe cio di una versione elaborata per scagionare Atene, citt simbolo delTarte, da ogni responsabilit nella morte di Fidia. Il Lendle conclude che Filocoro avrebbe parlato di Fidia per almeno due volte nella sua opera: una sotto il 438/7 a proposito della dedi cazione della statua di Atena, Taltra sotto il 432/1, a proposito del processo.
13 E. SCHWARTZ, Das Geschichtswerk..., cit., p. 126, nota 2, respinge la versione di Aristofane e la data tradizionale del 432/1 perch priva di valore storico e accetta il 438/7 soltanto come data della dedi cazione della statua di Atena, ma non per le altre vicende di Fidia in quanto Filocoro, introducendo un X yeTat, (che grammaticalmente si riferisce per solo alla notizia delTesilio e delTesecuzione dello Zeus) dimostra di seguir una tradizione che non ha valore documentario. Lo Schwartz colloca il processo fra il
438/7 e il 432/1 e non crede che fosse di natura pol tica. F. JACOBY, Die Fragmente..., cit., 111b (Suppl.) I, p. 488, considera tiepida questa datazione che in effetti, cosi come espressa, non appare troppo giustificata.
14 A. W. GOMME, A historical..., cit., II, pp. 186-187, sostiene che Filocoro, in assenza di prove di un processo di Fidia nel 432, potrebbe averio collocato nel 438, quando fd dedicata la statua di Atena, e avrebbe ipotizzato Tesilio dello scultore dal momento che la statua di Zeus ad Olimpia posteriore (questa ipotesi stata anticip t ament respinta da F. JACOBY, Die Fragmente..., cit., IHb (Suppl.) I, p. 492, il quale fa notare come Filocoro riporti, dichiarandolo, un Xsyofxevov). Fidia avrebbe potuto poi tornare ad Atene nel 432/1, essere perseguito per furto ed essere morto in carcere (T nico ricordo giuridico sarebbe il decreto in favore delTaccusatore Menone di eui parla Plutarco). Plutarco poi narra che la campa gna degli oppositori culmino con un processo alio stesso Pericle e cita in proposito testualmente il de creto di Dracontide: poich il decreto pare autentico (come quello di Diopeite contro gli empi), potrebbe riferirsi alTunico processo di Pericle di eui parli anche Tucidide, quello avvenuto nel 430, anno eui dovreb bero essere attribuiti anche gli altri. Le ipotesi del Gomme sono suggestive, ma non abbastanza documen tabili, e inoltre non possibile, a parer mio, sottovalutare la tradizione antipericlea: noi la troviamo chia ramente enunciata nella Pace di Aristofane che apparve dieci anni dopo Tinizio della guerra, in un tempo cio relativamente vicino ai processi, se si fossero svolti veramente nel 430, perch gli Ateniesi potessero crederli awenuti prima della guerra e non dopo.
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA 15
8 'A&7 v (7iv EU&U Y [XOO (431/30) 15, prosegue afFermando che ne cessario npoex& o&OLi TOC OCITLOC e parla del trasporto del tesoro fed -
rale da Delo ad Atene (454) e della responsabilit dell'amministra zione affidata a Pericle. MST S TLVOC XP^V0V quest'ultimo, avendo utiUzzato parte del denaro per spese private e non potendo perci renderne conto al pop lo, si trov in grande imbarazzo e medito di provocare un conflitto. IIpo Ss TOCUTYJV TY V cpopfXYjv
16 si verifica rono le accuse contro Fidia e Anassagora che fecero precipitare la situazione. Dal testo di Diodoro emerge solo un rapporto di contem
poraneit fra Fimbarazzo di Pericle e i processi; tah fatti sarebbero accaduti qualche tempo dopo il trasporto della cassa fed rale ad Atene 17.
Secondo lo Jacoby 18, Aristofane costituisce la fonte pi impor tante di Eforo che avrebbe avuto il torto di scartare le motivazioni
tucididee delForigine della guerra per considerare come testimonianza storicamente accettabile il par re di un poeta c mico, uomo di parte. Tuttavia i particolari sulla vicenda di Fidia, forzatamente assenti
nello scarno accenno di Aristofane e present invece in Diodoro, e
soprattutto la notizia del processo di Anassagora, non si spiegano se non supponendo un'altra fonte, anche di tipo non strettamente
storico ma pamphlettistico, di eui Eforo si sarebbe servito e che ri
portava i fatti in maniera pi ampia 19.
In Plutarco il s lito racconto compare con maggiori particolari, e soprattutto con Finserimento del processo di Aspasia, che si aggiun ge agli altri due in un crescendo drammatico culminante nelFac cusa contro Pericle stesso. L'unica indicazione temporale il nepi TOUTOV Tov ^povov che lega i processi di Aspasia e di Anassagora a
quello di Fidia.
Dopo quanto ho scritto mi sembra si possano fare due osserva
zioni:
a) Aristofane, Eforo/Diodoro e Plutarco ci danno sostanzial mente la stessa versione circa Forigine della guerra, ma non credo
che Aristofane possa esserne considerato Fautore: egli probabilmente
15 DiOD. XII, 38. 16 Con questa formula Diodoro, secondo F. JACOBY, Die Fragmente_, cit., 2C Comm., p. 92, inse
risce la testimonianza diretta di Eforo. 17 Bisogna comunque osservare che anche una datazione pi precisa avrebbe dovuto essere atten
tamente vagliata prima di essere accolta, in quanto Topera storica di Eforo, che costituisce per questo periodo la fonte di Diodoro, non era concepita suddivisa per anni.
18 F. JACOBY, Die Fragmente..., cit., 2C Comm., p. 95. 19 Ibid., Illb (Suppl.) I, p. 490, pensa a pamphlets antidemocratic^ per lo pi posteriori
alla guerra, mentre io credo piuttosto a una fonte all'incirca contempor nea di Aristofane (come potrebbe essere Stesimbroto di Taso, autore di un'opera nepi e^jucTTOxX u xai 0ouxi)SiSou xai IlepixX ou ).
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16 L. PRANDI
non fece che raccogliere nella Pace le accuse delFopposizione contro
chi era al potere quando la guerra scoppi e ne appariva il principale responsabile.
b) Nessuna fonte fornisce elementi precisi per datare i processi, ma tutte e tre li mettono in relazione con lo scoppio della guerra 20.
Resta quindi da considerare la testimonianza di Filocoro.
Il fatto che lo scoliasta si ponga in posizione apertamente critica
rispetto alla versione antipericlea (aXoyo Ss ocivsTai r xax Hepi xX ou UTi voia) riportata nelle sue linee essenziali (XsyoucjL Se Ttve XTA.), e la contesti, opponendole la testimonianza di Filocoro, ha condizionato Pinterpretazione dei moderni. Mi sembra quindi che
le argomentazioni di 0. Lendle, respinte troppo affrettatamente dal
Frost, e, sulla sua falsariga, dal Kagan 21
meritino, in parte, maggiore attenzione: mi riferisco soprattutto alla rivalutazione del secondo sco
lio che lo Jacoby in vece trascura.
In esso, come ho gi detto, lo scoliasta riporta una testimonianza
di Filocoro relativa ad alcuni fatti collocati sotto Farcontato di Teo
doro (Pitodoro nei mss.): si tratta del processo di Fidia, del succes
sivo esilio in Elide e della sua morte 22.
Il secondo scolio viene di s lito considerato una parafrasi del
primo 23, ma da un confronto emergono alcune differenze significative. Infatti in base al primo scolio Fidia avrebbe rubato delPavorio
( X cpavTa TOV ei cpo iSa ), in base al secondo delForo (^pocr ov ex TCOV SpaxovTCOv) 24.
Plutarco 25, che dopo Filocoro Tunica fonte che parli dell'og getto del furto, concorda con il secondo scolio.
Inoltre nel primo scolio Fidia, <poyo)v in Elide, vi esegui la statua
20 C. PRASCHNIKER, Zur Datierung des Pheidias-Prozesses, in E7TITUMB ON ii". Swoboda, Rei
chenberg 1927, pp. 210-214, ritiene che la datazione tradizionale sia avvalorata dal fatto che Platone nel
Protagora (311c) fa menzionare da Socrate sia Policleto che Fidia come scultori eui Ippocrate poteva ri
volgersi per apprenderne Tarter quindi Fidia do ve va essere ad Atene alTepoca in eui Platone ambienta il suo dialogo, che per Praschniker il 432 (Tipotesi stata ripresa da A. W. BYVANCK, Le proc s. '.., cit., p. 89). Tuttavia A. W. DERENNE, Les proc s..., cit., p. 52, n. 1, ha fatto notare come i riferimenti crono
logici siano in realt due, uno che riporta al 432 e Taltro al 420, e come del resto Platone non fosse parti colarmente scrupoloso e rispettoso della verit nelTambientazione delle sue opere (cfr. anche F. JACOBY, Die Fragmente..., cit., Illb (Suppl.) II, p. 397, n. 37, e A. W. GOMME, A historical..., cit., II, p. 187, n. 1). A sua volta TH. LENSCHAU, JAW, 1934, p. 56, ha osservato che comunque il passo di Platone prove rebbe al massimo che Fidia era vivo ma non che si trovava ad Atene.
21 F. J. FROST, Pericles..., cit., p. 395, e D. KAGAN, The Outbreack..., cit., p. 197. 22 Cfr. supra, nota 10. 23 J. SCHWARZE, Die Berurteilung..., cit., p. 140, n. 5, ritiene il primo scolio frutto di una citazione
diretta e perci pi attendibile. 24
Questa differenza stata sottolineata da O. LENDLE, Philochoros..., cit., p. 290, mentre A. W. BYVANCK, Le proc s..., cit., p. 85 e G. DONNA Y, Autour..., cit., p. 20, n. 4, Thanno segnalata, ma senza attribuirle importanza.
25 PLUT. Per., 31,3.
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA 17
di Zeus, nel secondo inveee lo scultore ^Y)[xic > hr cpuy ). Non pero forse il caso di insistere su questa diversit , perch potrebbe trattarsi
di un fraintendimento del participio cpuyow: la pena per furto, inf atti era una multa e quella per spoauX a era la morte.
Infine nel primo scolio vien detto che Fidia, terminato lo Zeus di Olimpia, a7ro&av iv uno 'HXsicov, nel secondo viene precisato che fu messo a morte perch xaTOCYVCoa&si WauTCOv ('HXs cov) voa pia jjievo .
Le due notizie sono in questo caso sostanzialmente identiche, ma strano che quella relativamente pi ampia si trovi nel brano
che considerato un riassunto.
Se la correzione del nome del terzo arconte citato, Ilu&oScopou, in eoScopou legittima, non risulta chiaro perch chi leggeva Filo coro potesse ricavare sotto lo stesso anno notizie con particolari di
versi, e anche Fipotesi di un riassunto non spiega n la menzione del
Poro al posto delFavorio, n Faccenno ad un secondo processo di Fidia
che compare nel riassunto e non nelForiginale 26.
Inoltre, a differenza dei processi di Aspasia e di Anassagora,
quello di Fidia suscita un problema che non solo strettamente storico ma anche art stico e archeologico e, come gi osservava lo Jacoby 27, il vero nocciolo della questione consiste nel definir Fesatta succes
sione d lie due ultime opere di Fidia, le statue crisoelefantine di Atena e di Zeus.
Il Donnay 28 ha creduto di trovare una conferma della testimo
nianza di Filocoro (e della data che egli ricava da tale testimonianza), nei risultati degli scavi archeologici condotti a Olimpia fra il 1952 e il 1958. Tali scavi, portando alla luce i resti delFatelier di Fidia, una costruzione che gli archeologi ritengono posteriore al 440, hanno
consentito di concludere che lo Zeus fu realizzato alFincirca fra il
438 e il 432, quindi dopo la dedicazione della Parthenos 29. Ci non autorizza per a collocare il processo nel 438/7, come vor
26 L'ipotesi della presenza di interpolazioni nel testo di Filocoro avanzata dal Lendle (cfr. supra, nota 12) mi sembra troppo artificiosa: non appare chiaro perch sarebbe stata interpolata anche la notizia del processo di Fidia subito dopo quella della dedicazione della statua di Atena, se Filocoro in un altro
passo dell'opera parlava del processo (si tratterebbe della citazione che costituisce il secondo scolio), e
inoltre la notizia circa le vicende in Elide, che costituirebbe il n cleo fondamentale delFinterpolazione, presenta nei due secoli le differenze che ho gi no tato. E molto pi probabile, e molto pi semplice, che
Filocoro stesso riportasse tale versione dando cr dito a un Aey fievov sulla fine di Fidia. 27 F. JACOBY, Die Fragmente..., cit., Mb (Suppl.) I, p. 491. Secondo Plutarco l'ultima opera di Fi
dia fu la statua di Atena, secondo Filocoro lo Zeus. 28 G. DONN AY, Autour..., cit., pp. 24 ss. 29 Sui risultati di questi scavi, condotti sotto la direzione di E. Kunze, cfr. A. MALLWITZ - W. SCHIE
RING, Die Werkstatt des Pheidias in Olympia, Olympische Forschungen , V, Berlin 1964. La presenza di Fidia sembra testimoniata dal ritrovamento del fondo di un vaso su eui si legge OEIAIO EIMI
(p. 169). Per la bibliograf a anteriore rimando a H. BLOCH, Gnomon , 1959, pp. 497-499.
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18 L. PRANDI
rebbe il Donnay, anche per il fatto che, se Fidia fosse stato accusato
di furto alFindomani della dedicazione della statua crisoelefantina
di Atena, non si vedrebbe perch gli Elei avessero commissionato, o comunque mantenuto Fincarico di realizzare la statua di Zeus,
pure crisoelefantina, ad uno scultore sulla eui onest esisteva un
concreto sospetto. E molto pi probabile che Fidia abbia lasciato Atene nel 438/7 per accingersi al suo nuovo lavoro in Elide e che solo in un secondo tempo, quando lo Zeus era gi avviato, sia stato
accusato di furto in contumacia. Mi sembra quindi che la testimo
nianza di Filocoro, difficile da definir nella sua realt , risulti tutt'altro
che determinante per coloro che in base ad essa vogliono anticipare al 438/7 la data dei processi.
E necessario a questo punto trovare altri elementi per tentare
una datazione, analizzando i tipi di processo e identificandone la
matrice politica. L'affinit delle accuse, dcas sia nel caso di Aspasia e Anassagora 30, e spoauX a nel caso di Fidia, lascia supporre una
nica manovra intesa a colpire Pericle attraverso persone a lui vici ne 31. Si tratta di accuse molto precise ma nello stesso tempo poco definite e definibili 32. Anche nel caso di Anassagora, per eui venne
emesso un decreto del quale Plutarco ci conserva il testo 339 solo la
seconda parte di esso, che intende colpire Finsegnamento di dottrine
scientifiche sui fenomeni celesti, chiara e riguarda una nota at
tivit del filosofo 34, mentre Fespressione TOU &s a [r/ VOJJ OVTOC
si presta ad una pluralit di applicazioni.
30 Oltre le fonti gi c tate cir. ATHEN. Deipn., XIII, 589e, e DIOG. LAERZIO II 3,12. Secondo S tiro, citato da Diogene Laerzio, Anassagora sarebbe stato accusato non solo di empiet ma anche di medismo: sulla base di questa e di altre testimonianze A. E. TAYLOR, On the date of the trial of Anaxagoras, Class.
Quart. , 1917, pp. 81-87, aveva supposto che il processo fosse da collocare intorno alla met del sec lo, quando una simile imputazione poteva ancora av re un significato, e questa tesi stata recentemente ri
presa da R. MEIGGS, The Athenian Empire, Oxford 1972, pp. 435-436. E. DERENNE, Les proc s..., cit., pp. 30-34, ha contestato efficacemente questa teor a, senza tuttavia offrire una spiegazione della presenza nella tradizione di un'accusa di medismo contro il filosofo. D. KIENAST, Die Innenpolitische..., cit., p. 217, forse sopravvalutando 1'appartenenza di Pericle alla famiglia degli Alcmeonidi, tradizionalmente
sospetti di intesa con i Persiani, sostiene che Anassagora fu accusato di medismo perch amico e consi
gliere politico di Pericle. Una giustificazione diversa data invece da C. DIANO, La data di pubblicazione della syngraph di Anassagora, in Studi in onore di C. Anti, Firenze 1955, pp. 235-252, in particolare p. 246
(ora in Giorn. Crit. Filos. Ital. , 1972, pp. 509 ss.): gli oligarchici che prepararono la rivoluzione del 411 e le eui idee erano in relazione con il pensiero filos fico di Anassagora (cfr. anche F. SARTORI, Le eterie nella vita politico ateniese, Roma 1957, pp. 116-117), erano accusati di cercare contatti con i Persiani (cfr. ARIST. Thesm., vv. 337 e 365); si tratterebbe quindi di un'estensione indebita dell'accusa ad Anassagora stesso, intesa poi come un'accusa diretta.
31 PLUT. Per., 33,1. 32 Per il concetto di aae sia cfr. Ps. ARISTOTELE, De virtut. et vitiis, VII,2: aae eia (Jt v r nepi
&so 7TXr](jL(jL X ta xai nepi 8ai(j,ova r xai nepi TO xaTmxofx vou xal nepi yovst xai nepi raxxpiSa. Cir. anche E. DERENNE, Les proc s..., cit., pp. 9-12, che premette alla sua trattazione una breve
rassegna dei reati classificabili come empiet . 33 PLUT. Per., 32,1: <j/ q<pLa(jia Ai07ret h) gypa ev, stdayy XXea^at TOU r &eta y.r VO(J OVTOC
7) X yOU 7TSpl TCOV (jLSTapatCOV Sto\x<7XOVT(X . 34 Cfr. PLAT. Apol., 26d, e PLUT. Nicia, 23.
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA 19
Il Derenne 35, che dedica un lungo excursus al significato della
frase TOO &co vo[ji siv conclude infatti che essa per i Greci equiva leva a TOU &so r y ia^(xi (credere agli dei, alla loro esistenza) e che il decreto di Diopeite non colpiva quindi mancanze cultuali ma convinzioni religiose.
NelPEuii/rone di Platone (2b) Socrate, eui viene richiesto quale sia Fimputazione mossagli da Meleto, risponde: yjat y p xs 7 OL7]T7)V slvai &sc5v, xai a> xaivou 7roLOUVTa &so , TOU S' p^aiou ou
VO(J OVTOC..., espressione vicinissima al TOL &e <x \ir vofii ovTa
del decreto di Diopeite. Eutifrone allora replica che Taccusatore di Socrate agisce si&cb TL suS^ oXa x TOIOCUTOC 7rp6 TOO noKkov , ben sapendo quindi che le accuse riguardanti Fambito sacrale (x TOiauTa) suggestionavano moltissimo l'opinione pubblica, prestan dosi a interpretazioni dannose per Taccusato.
Dalle fonti emerge infatti che il pop lo venne coinvolto in maniera
notevole nelle vicende giudiziarie contro gli amici di Pericle: secondo Diodoro 36, dopo che gli accusatori di Fidia ebbero reso note le loro denunce si riuni un'assemblea nepi TOOTOV, nella quale ebbero buon
gioco i nemici di Pericle. Plutarco 37 dice che il pop lo accolse le ac cuse contro Fidia e che il processo avvenne in xxXyjaia. Inoltre il
decreto di Diopeite stabiliva che gli empi dovessero essere perseguiti con lVi<7ayysAia, cio essere giudicati dal pop lo.
Per quanto riguarda Fesito dei processi, Aspasia, come sembra, fu assolta 38, ma Fidia non ebbe una sorte altrettanto fortunata 39,
35 E. DERENNE, Les proc s..., cit., pp. 217-223. 36 DIOD. XII, 39,1. 37 PLUT. Per., 31,1 e 32. 38 II processo ad Aspasia emello che suscita pi incertezze. Il fatto che Plutarco nomini Ermippo
come suo accusatore, il resoconto passionale dell'assoluzione, l'aggiunta all'accusa di empiet di quella di prossenetismo, di eui Plutarco parla anche a proposito di Fidia (Per., 13,15) e che riecheggia tante frec ciate dei comici, nonch il silenzio di Diodoro (che implica quello di Eforo), sono tutti elementi che indu cono a dubitare di un processo vero e proprio e fanno pensare semmai a una campagna diffamatoria. Fra i moderni F. ADCOCK, CAH, V (1927), pp. 478; F. J. FROST, Pericles..., cit., pp. 395-396, e D. KAGAN, The Outbreack..., cit., p. 197, hanno espresso dubbi circa l'esistenza di un processo contro Aspasia e G. DONN AY, Autour..., cit., p. 29, l'ha negato.
39 La tradizione sulla sorte di Fidia notevolmente discorde: secondo Filocoro lo scultore, dopo es sere stato accusato di furto dagli Ateniesi, mori in Elide per mano degli Elei, mentre secondo Plutarco
Fidia, assolto dalia prima accusa e nuovamente perseguito per aver raffigurato se stesso e Pericle sullo scudo della dea, mori in carcere ad Atene, di malattia o forse awelenato dai nemici di Pericle. La testi
monianza di Filocoro awalorata in parte dai risultati archeologici (sappiamo che Fidia dopo il 438/7 soggiorao nel Peloponneso per realizzare la statua di Zeus), ma la notizia della sua uccisione in Elide si
pu interpretare come una versione tendenziosa per scagionare Atene da ogni responsabilit (cfr. O.
LENDLE, Philochoros..., cit., p. 300). D'altra parte appare piuttosto difficile ammettere la possibilit che Fidia sia tomato in Atene, e sia morto in carcere dopo il 433, e del resto tutto il racconto di Plutarco
oscuro e poco coerente: in primo luogo lo storico (in netto contrasto con tutte le altre fonti per le quali l'imputazione una sola, cio il furto di materiale prezioso dalla statua di Atena) afferma che Fidia fu assolto dal primo reato; inoltre, non present ndola n caratterizzandola come un'accusa vera e propria 0 S* o* oc Tcov pycov TU E^Y) cp& vc}) T V O.) parla diffusamente del fatto che Fidia aveva raffigura to se stesso e Pericle sullo scudo di Atena. La condanna dello scultore, testimoniata dal decreto a favore
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20 L. PRANDI
e Anassagora fu esiliato 40 o fatto fuggire preventivamente da Peri
cle 41. Questa seconda versione sarebbe ancora pi rivelatrice delFef
fetto che un'accusa simile poteva produrre, e non mi sembra esistano
motivi validi per respingerla. Circa gli accusatori le nostre informazioni sono scarse e contraddittorie: Fidia fu accusato da uno o da alcuni
suoi collaborator^ e Plutarco fa il nome di Menone per Faccusatore e di Glicone per colui che propose un decreto che concedeva F x Xsia a Menone e ordinava agli strateghi di vegliare sulla sua sicurezza,
ma entrambi non sono altrimenti noti. Aspasia, come ho gi detto, sarebbe stata accusata da Ermippo. Per Anassagora, Sozione nomina
Cleone, S tiro Tucidide di Melesia 42: chiaro indice di una mancanza
di informazioni precise 43.
Qualche notizia interessante si ricava invece a proposito delFin
dovino Diopeite: uno scolio ad Aristofane 44 lo definisce Nixiou ST
aipo , e nel 397 Diopeite si trovava a Sparta, dove fu consultato in m rito alla successione reale dopo la morte di Agide 45. Si trattava
quindi di un personaggio legato ad ambienti definibili conserva tori 46.
dell'accusatore Menone, sarebbe quindi una conseguenza del secondo reato . La narrazione, che risulta fortemente composita e non tipica dello stile di Plutarco (phi incline a giustapporre le notizie in modo non sempre org nico che a combinarle), deve essere opera della sua fonte: un autore posteriore ai fatti, convinto dell'innocenza di Fidia o comunque (ma non necessariamente) interessato a difenderlo, a cono scenza della versione antipericlea ma anche del passo di Tucidide (ll, 13, 5) in eui Pericle ricorda che Toro della statua di Atena era interamente asportabile (nel quale egli trovava la prova che il furto poteva essere f cilmente verificato), e infine della somiglianza (reale o apparente) di due figure dell'Amazzono
machia sullo scudo di Atena con Fidia e Pericle (diceria che poteva essere circolata dopo la dedicazio ne della statua, senza peraltro dare origine ad un'accusa). Il racconto cosi congeniato scagiona Fidia da un'accusa avvilente (furto sacrilego) per legare in qualche modo la sua condanna ad una colpa meno
grave. Mi sembra evidente che gli antichi non do ve vano essere phi informati sulla sorte di Fidia di quan to lo fossero su quella di Anassagora e che siamo in presenza di interpretazioni nelle quali difficoltoso e arbitrario distinguere tracee di verit .
40 Cfr. Sozione in DIOG. LAERZIO ll, 13, 12. Scelgo la versione pi plausibile fra quelle riportate da
Diog. Laerzio, cfr. anche E. DERENNE, Les proc s..., cit., pp. 39-41. 41 PLUT. Per., 32,5. 42 Entrambi riportati da DIOG. LAERZIO ll, 3, 12. 43 E. DERENNE, Les proc s..., cit., p. 30 ritiene che i due accusatori potessero coesistere come Anito
e Meleto nel caso di Socrate, trascurando il fatto determinante che Tucidide e Cleone, a differenza degli accusatori di Socrate, erano di opposta tendenza pol tica. Invece G. DE SANCTIS, Pericle, cit., p. 245 e G. DONNAY, Autour..., cit., p. 29, ritengono che Sozione e S tiro, o le loro fonti, in mancanza di migliori informazioni abbiano attribuito il ruolo di accusatore a quelli che erano i pi noti avversari di Pericle.
D. KIENAST, Die Innenpolitische_, cit., p. 214, afferma che per quanto riguarda il nome di Cleone deve trattarsi di una confusione avvenuta fra il processo del filosofo e quello di Pericle stesso che, secondo lui, nel 430 fu accusato proprio da Cleone (cfr. pero, infra, nota 65).
44 Sch. in Eq., v. 1085. Mi sembra del tutto infondato il tentativo di E. DERENNE, Les proc s..., cit., p. 21, di datare Pattivit dell'indovino Diopeite ad Atene per risalire poi al processo di Anassagora. Egli propone come limiti cronologici il 433/2 che tuttavia l'anno in eui egli stesso, con un'illazione non sostenuta da altre prove che non siano le testimonianze di Aristofane, Diodoro e Plutarco, colloca il de creto contro gli empi, e il 414, anno della rappresentazione degli Uccelli, dove compare l'ultima menzione di Diopeite nelle commedie (v. 988).
45 XEN. Hell, 111,3,2. 46 Come sottolineano G. PRESTEL, Die antidemokratische Str mung in Athen bis zum Tod des Perikles,
Breslau 1929, p. 60 e E. DERENNE, Les proc s..., cit., pp. 21-22. M. A. LEVI, Plutarco e il V sec., Milano
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA 21
Esiste poi uninteressante affinit fra le accuse sacrali rivolte agli amici di Pericle e l'accusa a Pericle implicita nella richiesta spartana di espiare il sacrilegio commesso contro Atena: nelTinverno del 432, durante le trattative diplomatiche precedenti Pinizio d lie ostilit , gli Spartani inviarono ad Atene un'ambasceria, ingiungendo di TO
ayo Xa vstv TYJ &SOU 47. Essi si riferivano al sacrilegio delPucci sione dei Ciloniani, avvenuto nel VII sec. 48, ma in realt intendevano
colpire Pericle che apparteneva alla famiglia degli Alcmeonidi, se condo la tradizione responsabili del sacrilegio 49.
Sparta offriva cosi ai conservatori ateniesi un'opportunit per screditare Pericle, che non ignorava di avere di fronte un'opposizione decisa 50. Non possibile coghere molti echi di questa vicenda presso Popinione pubblica ateniese: Plutarco dice che, contrariamente alle
previsioni spartane, il prestigio di Pericle crebbe proprio perch gli Ateniesi avevano capito che i nemici lo odiavano e lo temevano
molto 51.
Oltre a questa testimonianza esiste solo un accenno di Aristo
fane, peraltro molto interessante. Si tratta di alcuni versi dei Cava lieri 52, con i quali ci troviamo in pieno agone burlesco fra il Pafla
gone e il Salsicciaio: dapprima ciascuno dei due augura al rivale di
subir processi sempre pi gravosi, poi il Paflagone esclama: 'EXTCOV Xi.T7 pi6)v a 7)(jLt ysyov vai TC V T j &sou. Nel brusco passaggio
da una possibilit realizzabile, i processi, ad una affermazione assurda, che un miserabile come il Salsicciaio possa essere un Impuro, un
Alcmeonide, oltre che nel carattere soggettivo ed arbitrario che al Paffermazione conferisce il <pr \ii sta il sapore c mico della battuta.
La frase del Paflagone riecheggia indubbiamente Paccusa rivolta
Varese 1955, pp. 185-186, giunge ad affermare che il fatto che Diopeite fosse amico di Nicia induce a cre dere che neirambiente eui Nicia apparteneva era in atto una reazione di tradizionalismo religioso .
47 THUC. I, 126,1. 48 Dopo che Fateniese Cilone aveva tentato invano di occupare Facropoli per farsi tiranno, alcuni
membri della famiglia degli Alcmeonidi allora al potere ne avevano ucciso con Finganno i complici, che
pure si erano rifugiati come supplici presso Faltare di Atena. Il ricordo della strage sacrilega era rimasto vivo in Atene a causa di un contrasto durevole sorto fra i discendenti degli Alcmeonidi e quelli dei Cilo niani: e'era stato un primo processo, ed esilio, alFepoca di Solone, e un secondo nel 507, provocato dal Fintervento del re spartano Cleomene. Gli Alcmeonidi per erano tornati molto presto anche dal secondo
esilio, e i loro discendenti vivevano ancora in citt . 49 THUC. 1,127,1 e PLUT. Per., 33,1 sono espliciti nel dichiarare che la richiesta era un attacco a Peri
cle, parente degli Alcmeonidi. 50 I legami fra i conservatori ateniesi e Sparta e la consapevolezza di Pericle sono messi in luce dal
Fepisodio di Melesippo (THUC. 11,12): Melesippo inviato da Archidamo, fermo sull'Istmo con Fesercito, per sapere se gli Ateniesi fossero disposti a trattare finch i loro campi erano ancora intatti venne respinto senza essere ascoltato, e lo scrupolo di Pericle giunse fino a farlo scartare alla frontiera perch non avesse contatti con nessuno. Su questo episodio cfr. G. PRESTEL, Die antidemokratische .., cit., pp. 64-65 e
F. SARTORI, Le eterie..., cit., pp. 47 e 69. si PLUT. Per., 33,2. 52 ARIST. Eq., vv. 442-449. La commedia fd rappresentata nel 424.
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22 L. PRAND1
dagli Spartani a Pericle di essere un empio perch discendente da
sacrileghi, ma la pronta replica del Salsicciaio non meno interessante:
Tov 7r 7U7iov e voa cpr [ii cou TCOV Sopucp pcov - PAFL. - Ifo ov;
Op aov - SALS. - T&v Bupaivyj T j ?ITC7T OU. Egli accusa (mantenen dosi sui tono della frase precedente, data la presenza del 97][Jti), ad dirittura il nonno del rivale di essere un Sopu opo della moglie di
Ippia 53, in pratica di volere la tirannide 54. Nel testo di Aristofane si trovano cosi c micamente contrap
poste due accuse tipicamente politiche: l'accusa religiosa , pro veniente da un mbito oligarchico-conservatore e l'accusa di tiran
nide, rifugio preferito dei democratici radicali55. Secondo Diodoro (XII,39) e Plutarco (Per., 32,3-4), anche Pericle,
coinvolto nelle accuse lanciate contro i suoi amici, venne a sua volta
incriminato, e in proposito Plutarco riporta il decreto di Dracontide: 07T6) o X yoi Tcov xpy^TCOv TCO IlepixX ou ei TOU 7cpuTavel noTe&eiev, ol 8k Sixaaxai T ]V ̂T 9OV 7ro co[xoC spovTS^; ev TZJ
noXei xp voiev 56. Come ha gi osservato il De Sanctis 57, il parti colare che i giudici avrebbero dovuto prendere le pietre per il voto direttamente dall'altare di Atena conferisce alla cerimonia un ca
rattere religioso , id neo a suggestionare il pop lo.
Ricompare anche nel processo di Pericle la costante sacrale che caratterizza quelli di Fidia, Aspasia e Anassagora, anche se in
questo caso non si tratta di dcae sux ma del tentativo di dare al
processo una montatura tendenziosa58. Questo fa supporre che il
processo contro Pericle sia opera della stessa parte pol tica che at tacc i suoi amici.
Per lo pi i moderni 59 ricollegano il decreto di Dracontide al
processo del 430, di eui da notizia anche Tucidide (11,65,3) e che pro
53 Minina (qui il nome modificato in BupdivT], striscia di cuoio, per ricordare il mestiere di cuoiaio di Cleone) era la moglie di Ippia. I Sop cpopot, di Ippia avevano ucciso Armodio (THUC. VI, 55-7).
54 Subito dopo (vv. 451-452) il Paflagone, a mal partito sotto i colpi del rivale, grida iou lou. T 7CTOU<J
{JL*O UV0{X T<XI. 55 Cfr., ad es., ARIST. Vesp., w. 463-478 e 474-476, dove Bdelicleone definito (jua &qpLe xai fxovapx^a
Ipaor (la connessione sintom tica); F. SARTORI, Le elerie..., cit., pp. 70 ss. dimostra esaurientemente il l game esistente nella mentalit ateniese fra eterie (in gran parte di tendenza oligarchica) e aspirazione alla tirannide. Cfr. anche V. EHRENBERG, VAtene di Aristofane, trad, it., Firenze 1957, pp. 155-156.
56 PLUT. Per., 32,3. 57 G. DE SANCTIS, Pericle, cit., p. 266. 58 Che si traitasse di una manovra delFopposizione risulta chiaro considerando che subito Agnone
propose al decreto di Dracontide un emendamento, chiaramente in favore di Pericle: xpivsa&ai 8 TY]V 8ix7)v lyPa^ev ^v StxaaTat y 0l$ xa^ TrevTaxoaloi , et TS XXO7TT) xat Scopcov efaa Stx ou ouXoiTO Ti ovofx etv Try 8ic > tv (PLUT. Per., 32,4). Con esso veniva affidato il processo al massimo numero di
giudici, veniva precisata la rosa delle accuse possibili (furto e corruzione, o abuso di potere, quindi non pi accuse sacrali), e abolita la procedura suggestiva del voto preso dall'altare della dea.
59 K. J. BELOCH, Die Attische Politische seit Perikles, Leipzig 1884, pp. 330-331; F. I. ADCOCK, CAH, V (1927), p. 478; F. J. DE SANCTIS, Pericle, cit., pp. 265-266 e A. W. GOMME, A historical..., cit., II, p. 187.
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANASSAGORA 23
voco la destituzione di Pericle. Il Frost e il Donnay invece 60 sosten
gono che il decreto non pu riferirsi al processo del 430 (infatti in
quelTanno Pericle sarebbe stato incriminato perch non conduceva
le operazioni militari in modo soddisfaeente), ma che venne proposto in occasione del processo che Pericle avrebbe subito nel 438/7, come sovraintendente ai lavori delPAcropoli, in seguito alla vicenda di
Fidia. Tuttavia poich la testimonianza di Filocoro, sulla quale essi si fondano per datare il processo di Fidia, risulta, come s' visto,
alquanto oscura, Pipotesi di un processo contro Pericle nel 438/7 perde consistenza.
L'unico autore antico che precisi il capo d'accusa Platone che
nel Gorgia (516a) fa dire a Socrate: imi8r (ol 5A hr)voaoi) Ss xocXol x ya&o eysy vscjav WOCUTOU, eui TSXSUTY) TOU iou TOO IlspixX ou , xXo7T7 v auTOU xaTS^yjcpiaavTO. Una conferma indiretta emerge poi dal fatto che Pericle, nel discorso che Tucidide gli fa pronunciare nelPestate del 430, afferma di essere cpt,Xo7roXi TS xal ^P^t^^TOiv xpsicrcrcov (11,60,5): Pallusione alla propria onest si giustifica solo se Paccusa riguardava il campo finanziario.
Del resto con una simile prospettiva si accorda benissimo il de creto di Dracontide che esigeva da Pericle ol X yot, T&V xp-yjfxocTCOV, cio il rendiconto dell'amministrazione, e Pemendamento che subito
dopo propose Agnone per precisare ulteriormente le accuse (xXo7nj ,
Scopcov o OCSLXLOU) 61.
Per quanto riguarda poi la matrice pol tica del processo, il fatto che Tucidide in quelPoccasione presti a Pericle parole di biasimo per PaTcpay[JLoauvY] di alcuni cittadini 62, e che nella stessa estate gli Ate niesi abbiano inviato, per quanto infruttuosamente, un'ambasceria a Sparta 63, dimostra che fu Popposizione pacifista e conservatrice a sfruttare il malcontento ateniese 64.
60 F. J. FROST, Pericles and Dracontides, JHS, 1964, pp. 69-72; G. DONNAY, Autour..., cit., p. 33. 61 PLUT. Per., 32,4. La possibilit che il processo sia awenuto prima della guerra esclusa da Aristo
fane, il quale afferma che Pericle provoco la guerra prima di dover subir T Sstvov (Poce, w. 606 ss.). 62 THUC. 11,63,2. 63 Ibid., 11,59,2; DIOD. XII, 45,4-5; PLUT. Per., 35,3-6. 64 D. KIENAST, Die Innenpolitische..., cit., pp. 223-224, sostiene invece che il processo del 430 fu opera
dei radicali : egli utilizza la notizia riportata da Plutarco (Per., 35,5) secondo eui Idomeneo di Lamp saco indicava come aecusatore di Pericle Cleone (Plutarco riporta anche Popinione di Teofrasto, per il
quale Taccusatore sarebbe stato Simmia e quella di Eraclide Pontico, per il quale sarebbe stato Lacra
tida), e riallaccia a questa un frammento di Ermippo, pure riportato da Plutarco ma a proposito del primo anno di guerra. Nel frammento (che A. MEINECKE, Frg. Com. Graec, Berolini 1889, vol. I, p. 91, attribui sce aile Mo pou e data al 430/29) il poeta c mico apostrofa duramente Pericle per la vilt dimostrata nel condurre la guerra e indica Cleone come l'oppositore che lo attaccava pi aspramente. Mi sembra tuttavia che il frammento, il eui testo non d'altra parte molto chiaro, non si riferisca necessariamente al
processo ma pi gen ricamente alTopposizione che i radicali e Cleone condussero fin dal primo anno di
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24 L. PRANDI
Tutti i moderni che si son interessati al problema degli attacchi
agli amici di Pericle hanno tenuto conto delle fonti che anch'io finora
ho preso in esame. Infatti Tucidide, la fonte contempor nea pi im
portante, come noto, trascura la pol tica interna ateniese e non d
notizia dei processi, escluso appunto quello di Pericle del 430 65. C' tuttavia un passo delle Storie da eui mi sembra si possa ri
ca vare una allusione ai fatti che sto considerando. Si tratta di un
discorso che Tucidide attribuisce a Pericle alPinizio del 431, mentre Tesercito peloponnesiaco era gi raccolto sull'Istmo, e che costi
tuisce una analisi delle risorse ateniesi intesa a dimostrare la sup rio
rit di Atene nella guerra imminente 66.
Pericle menziona dapprima il tributo degli alleati, 600 talenti annui, e le riserve d'argento sulTAcropoli ammontanti a 6000 talenti
(9700 prima delle spese per i Propilei, per le altre costruzioni e per Potidea); poi, fra le varie risorse di provenienza cultuale, ricorda come
ultima ratio la possibilit di utilizzare Toro che ricopriva la statua di Atena, specificando che esso ammontava a 40 talenti ed era intera mente asportabile.
Questo resoconto, un bilancio delle finanze ateniesi senza dubbio
giustificato anche dalFimminenza del conflitto, costituisce a parer mio un'eco indiretta delle accuse rivolte alFonest di Pericle.
Tucidide, come dimostra ampiamente la scarsa importanza da lui attribuita al decreto megarese 67, non ama scendere a polemiche ma
piuttosto s lito difendere il proprio punto di vista minimizzando
quello opposto e questo atteggiamento evidente anche per quel che
riguarda Fonest di Pericle. Infatti egli presenta molto brevemente
guerra contro la strategia difensiva di Pericle, e che non eselude naturalmente l'esistenza in Atene di
un'opposizione definibile conservatrice . 65 THUC. 11,65,3. La notizia del processo di Pericle, provocato e motivato solo dalia collera degli
Ateniesi esasperati ridotta al minimo essenziale: o fjtivTOi Trp TSp v ye ol (X7ravTe 7rai><T<XTO Iv pyfj %0VTS auT v 7Tpiv ^Y)[jLtcoCTav /pTQfjiaCTiv, e per di pi seguita immediatamente da quella della sua riabi
litazione, dovuta al fatto che l'irritazione degli Ateniesi si era sfogata e che essi lo ritenevano il pi adatto a guidare la citt .
66 THUC. II, 13,2-9. Il discorso riportato in oratio obliqua. Per quanto riguarda i problemi susci tati dalle cifre che riporta Tucidide, rimando a A. W. GOMME, A historical..., cit., II, pp. 26-33, che dimo stra come siano sostanzialmente accettabili. Pochi anni prima, nel 434/3, con i decreti di Callia (JG2 I, 91) vennero concentrati e riorganizzati i tesori dei templi, distinguendo quello di Atena da quelli delle altre divinit : tale provvedimento sembra dimostrare che gli Ateniesi erano consapevoli delFimminenza della guerra. Sui decreti (che non presentano a parer mio precisi elementi di connessione con i processi) cfr. B. D. MERITT - H. T. WADE-GERY - M. F. Mc GREGOR, The Athenian Tribute Lists, vol. III, Princeton 1950, pp. 180 ss. e 326 ss.; A. W. GOMME, A historical..., cit.; R. MEIGGS -
LEWIS, A selection of Greek Historical Inscriptions, Oxford 1969, pp. 154-161.
67 Al decreto che, com' noto, entrato nella tradizione come causa ultima della guerra, Tucidide accenna molto brevemente due sole volte (I, 139,1 e 140, 4 ss.) per annoverarlo fra le richieste della seconda ambasceria spartana e nel successivo discorso di Pericle, per ribadire che Atene non sarebbe entrata in guerra per un motivo tanto futile.
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I PROCESSI CONTRO FIDIA ASPASIA ANAS S AGORA 25
il processo del 430, senza attribuire ad esso particolare importanza e senza menzionare il capo d'accusa, facendo risultare Pericle una vit tima innocente delPirritazione degli Ateniesi; nel giudizio che d di lui dopo la sua morte Tucidide definisce Pericle )(p7)fjidcTG)v TS SioccpavS aSop TOCTO (11,65,8), ma non accenna a nessuna delle accuse e alie
insinuazioni che, sia pure indirettamente, tale elogio sembra con
futare 68.
An logamente, anche per quanto riguarda il periodo immedia tamente anteriore alla guerra, Tucidide non fa parola delle polemiche e delle sollecitazioni di un esame della gestione finanziaria di Pericle
riportate da Diodoro e da Plutarco 69, ma presenta, senza il rilievo
di un discorso diretto, la replica di Pericle a quelle polemiche, sotto forma di un rendiconto pubblico 70. In questo rendiconto Paccenno
alla statua crisoelefantina di Atena, ricordando che Poro, del peso di
40 talenti (circa approssimativa molto vicina al 44 di Filocoro), era interamente asportabile e utilizzabile, risulta determinante per il pro blema che stiamo studiando. Infatti esso presenta un singolare rife
rimento alla vicenda di Fidia e una confutazione, implicita ma ine
quivocabile, delPaccusa a lui mossa di aver sottratto parte di quel Poro. Tutta la vicenda risulta cosi in relazione con le difficolt eui
dov far fronte Pericle nelPimmediato anteguerra. Come sovrainten
dente ai lavori sulPAcropoli Pericle fu in una certa misura coinvolto
nelPaccusa contro Fidia e Popposizione cerco di sfruttare contro di
lui il diffuso malcontento esistente fra i moderati riguardo alla
sua politica 71, anche se prima della guerra non si giunse a nessuna
richiesta ufficiale di rendiconto. Mi sembra a questo punto di poter trarre alcune conclusioni: in primo luogo, per quanto riguarda le fonti,
68 Del resto anche in precedenza Pericle si era trovato al centro di polemiche originate da motiv finanziari: basti pensare aile critiche che seguirono la decisione di trasferire il tesoro fed rale da D lo ad Atene (cfr. PLUT. Per., 12, 1-4); alle insinuazioni susc tate nel 446 dal ritiro dell'Attica di Pleistonatte, accusato di essersi lasciato corromper : in base ad esse ogni anno Pericle avrebbe inviato denaro a Sparta per garantirsi la pace (cfr. ibid., 22,2-23,2). sintom tico che Tucidide, il quale tratta solo della corru
zione di Pleistonatte, non ne parli a proposito delTinvasione (I, 144,2), ma in due passi successivi (II, 21,1 e V, 16,3), e la consideri una colpa tutt'altro che provata; e infine alle generiche accuse di sperperare le finanze pubbliche, av nzate a proposito deirabbellimento di Atene (cfr. PLUT. Per., 14). Durante tutta
la camera pol tica di Pericle ci fu un ricorrere costante di accuse riguardanti il campo finanziario, di eui
il processo contro Fidia e quello del 430, che porto alla sua destituzione, non sono che gli ultimi, determi
nant esempi. 69 DIOD. XII, 38, 2-4 e PLUT. Per., 30. 70 Anche Pattacco contro Pericle si sarebbe quindi concluso in un confronto diretto con Popinione
pubblica, come quelli contro i suoi amici. 71 Mi riferisco a quelli che G. DE SANCTIS, Pericle, cit., p. 245 definisce piccoli proprietari e la eui
opposizione alla pol tica di Pericle si manifesto anche in occasione della prima assemblea tenuta nel 433/2 per decidere se aiutare o meno Corcira nel conflitto contro Corinto (THUC. I, 44, 1): i processi non possono
quindi essere molto lontani da tale data.
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26 I* PRANDI
abbiamo visto come la versione antipericlea, che ritroviamo con al cune difFerenze in Aristofane, Diodoro/Eforo e Plutarco, non offra elementi per datare i processi ma li ponga in relazione piuttosto stretta con la guerra. Nonostante la tendenziosit del racconto, questo
collegamento non pu essere trascurato, perch a soli dieci anni dal
Pinizio della guerra (considerando la data della Pace, 421, ma proba bilmente anche prima)
72 si poteva equivocare volutamente sulle in
tenzioni e sui moventi di Pericle, ma non sulla collocazione di certi
avvenimenti. Al contrario ritengo che la testimonianza di Filocoro, la quale, nonostante il cr dito accordatole dai moderni, si presenta oscura e ambigua, non possa essere utilizzata ai fini della datazione.
Per quanto riguarda poi gli altri elementi che possono essere di
qualche aiuto per risolvere il problema cronol gico, P same delPam
biente politico eui sono attribuibili i processi, e soprattutto le analogie con la richiesta spartana sui sacrilegio dei Ciclonidi e con il processo di Pericle del 430, li riconducono ad un movimento di opposizione a Pericle e alla guerra, pi o meno coordinato ma non troppo dilata bile nel tempo, organizzato dai conservatori e sostenuto dai moderati.
La testimonianza di Tucidide, che ci conserva la replica di Peri
cle ad accuse che lo colpivano da vicino, contenente un riferimento alPoro della statua di Atena, si inserisce in questo contesto risultando a parer mi determinante per collocare i processi in un anno relativa
mente prossimo al 431 73.
72 L'accusa a Pericle di aver provocato la guerra per motivi personali presente, in un certo senso, anche negli Acarnesi (w. 515 ss.), che vennero rappresentati nel 425, quindi solo cinque anni dopo l'inizio del conflitto. La violenza di queste accuse mi sembra inoltre si accordi molto meglio a una lotta pol tica in atto quando Pericle era ancora in vista che ad una pol mica post mortem.
73 Mentre questo lavoro era in bozze, uscito un articolo di G. MARASCO, I processi cTempiet nella democrazia ateniese, Atene e Roma , 1976, pp. 113-131. L'A. (pp. 116-119), che peraltro non affronta esplicitamente il problema cronol gico, accetta la data del 433/2 e considera i processi a
Fidia, Aspasia e^Anassagora una manovra delTopposizione contro Pericle.
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