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Page 1: Il caso Falcognana tra sacro e profano: la(mala)gestione dei rifiuti di Roma per il dopo-Malagrotta

25 Settembre - 10 Ottobre 2013pagina 40 IL GIORNALE DEL LAZIO

IL CASO FALCOGNANA TRA SACRO E PROFANO: OVVERO LA (MALA)

GESTIONE DEI RIFIUTI DI ROMA PER IL DOPO-MALAGROTTA (CON PARCO)di Elena Taglieri

Settemila secondo la questura,ma almeno diecimila e forse piùsono stati i partecipanti al gran-de corteo di sabato 21 settembrea Roma, con partenza da Piazzadella Repubblica fino a PiazzaS.S. Apostoli, in un percorsoche si è snodato in manieravariopinta e felicemente ‘chias-sosa’ (a suon di fischietti, trom-bette, simpatici slogan e ballicarioca). Una manifestazio-ne”Contro tutte le devastazioniambientali”, che ha visto scen-dere in campo tante realtà loca-li (Coordinamento contro l’In-ceneritore di Albano, Comitatodi Difesa del Territorio CastelliRomani-Monti Prenestini, Reteper la Tutela della Valle delSacco, Comitato Rfiuti ZeroFiumicino, Italia Nostra, Comi-tato Risanamento AmbientaleGuidonia, Assemblea contro lacementificazione Marino,Assemblea Valle Galeria e Cer-veteri, Csoa La strada, No Bre-tella Corridoio Roma- Latina),ma in testa soprattutto il neo-Presidio No Discarica al Divi-no Amore , quello che dal 30luglio è in postazione fissadavanti alla discarica di rifiutispeciali gestita dalla soc. ECO-FER al km.15,300 della viaArdeatina. Una discarica nellaquale, secondo le disposizionidi Sottile (“un prefetto a riposonominato ad hoc CommissarioStraordinario per l’emergenza irifiuti”), si vorrebbe conferire300 tonnellate di rifiuti romaninon appena verrà chiusa defini-tivamente, e senza prorogaalcuna, la trentennale mega-dis-carica capitolina di Malagrotta.I cittadini residenti non ci stan-no. La discarica della Falcogna-na (dal nome della località incui risulta accatastata) lamenta-no soprattutto un problema divicinanza alle loro case, scuole,aziende agricole, con tutte leconseguenze sanitarie edambientali prevedibili (comeCampania docet), in quanto l’e-mergenza temporanea dei rifiutidi Roma non può essere risoltacon soluzioni provvisorie, quasisicuramente forse sulla carta,come in questo frangente. Il sitoscelto, dopo un vertice congiun-to tra l’altro alla presenza delministro Orlando e del presi-dente della regione Lazio Zin-garetti, insiste su una porzionedi territorio in cui già operanonumerose attività agricole (agri-turismi, fattorie che fornisconola Centrale del Latte di Roma,produttori vinicoli della

D.O.C). Ma sorgono anche pro-blematiche di tipo religioso,perchè qui ci troviamo a unpaio di kilometri da Santuariodella Madonna del DivinoAmore, il che sarebbe una verae propria follia se pensassimoad un’iniziativa analoga in altriluoghi di culto come Lourdes,Medjougorje o Fatima. Siamoanche a 500 metri di distanzadall’Episcopato Nazionale dellaChiesa Ortodossa Rumena eMoldava (considerato secondarealtà religiosa al livello nazio-nale). E non è poco. Di certoquesto motivo ha portato inpiazza molte persone, ma altret-tante perchè i residenti hanno

trovato un forte appoggio daparte di politici come Brunetta,che possiede la sua villa proprioqui ed è questo timore che lo haportato a presentare numeroseinterrogazioni parlamentari suquello che dovrebbe essere ilpassaggio di camion da Romaalla discarica (12 al giorno).Come dire, una popolazioneche ha ‘qualche santo in paradi-so’ evidentemente non troppodisinteressato. Ma per fortunasono anche molti gli abitantiche hanno voglia di portareavanti una battaglia senza inge-renze di partito, così primo fratutti il rappresentante del Coor-dinamento No Discarica Ales-sandro Lepidini, che pureessendo Consigliere PD del IXMunicipio nonché Presidentedella Commissione Ambiente,ha abbracciato la mobilitazionein primis come cittadino. Il pro-blema fondamentale, dunque,rimane la decisione delle ‘altesfere governative’ (Governo,Regione, Comune) di decideresulla pelle dei cittadini, senzacalibrare l’impatto che un simi-

le progetto avrebbe ed avrà suun territorio già compromessoda industrializzazione a fortecarico di nocività, come adesempio la vicina discarica diRoncigliano-Cecchina, gli sta-bilimenti della Procter&Gam-ble, della Johnson &Johnson, levicine centrali elettriche ali-mentate ad olio vegetale diPomezia ed Ardea, la mega-dis-carica di amianto a Valle Caia-Solfarata, tanto per citarne alcu-ne. Anche per la stessa discaricadella ECOFER, che tratta ‘rifiu-ti speciali pericolosi’ come ilcar-fluff (derivato dal disfaci-mento delle vetture auto) ci fu asuo tempo nel 2003 un’autoriz-

zazione ‘a sorpresa’, sempre inbarba alla cittadinanza. Ancheall’epoca si vennero a creareproteste, ma si rassicurò che ilsito (un ex-cava di pozzolana)sarebbe statoprovvisorio...Siamo nel 2013 ea tutt’oggi la discarica dellaFalcognana continua ad ingoia-re, pur con dovuti accorgimentie precauzioni, nonostante siaultimamente finita nel mirino diaccertamenti, ma pare solo diordine fiscale. Eppure secondoil recente Decreto Bondi del2010, questa zona dell’AgroRomano è ‘paesaggisticamentevincolata’ nel tratto che va dallaLaurentina alla via Ardeatina.“Quello che è avvenuto negliultimi giorni- secondo quantoaffermato da Alessandro Lepi-dini a Piazza SS.Apostoli, -” èun problema serio, per il qualeSottile ha dimostrato la propriaincompetenza, inadeguatezza esuperficialità, e continua adavere la fiducia del Ministro. Lacosa più grave in termini diincompetenza è avvenuta quan-do ha detto che si poteva mette-

re assieme il car-fluff con ilrifiuto solido urbano trattato. Ilfatto grave è che questa cosanon si può fare. Perchè c’è undecreto legislativo, il 30.6.2003di cui all’art. 6, che lo nega.Non ci fanno sapere niente,tutto è nascosto e c’è assolutaopacità. Quando abbiamo chie-sto dove si tenevano gli incontrinon ce l’hanno detto. Nascon-dono. Ma non ci sono segreti diStato sulla salute della gente.La salute della gente è un dirit-to e ci vuole la massima traspa-renza. Ma la cosa più grave,che pochi sanno, è che quandoil prefetto Sottile ha consegna-to la sua relazione tecnica- undocumento riservato-in questarelazione chiede dei poteristraordinari per reprimere laprotesta di Falcognana! E’scritto nero su bianco: chiededei poteri extra-ordinem. Que-sta cosa è un pericolo per lademocrazia!”. Così, al terminedegli interventi in piazza deldopo corteo, il Comitato NoDiscarica Divino Amore haannunciato la nascita di unanuova ‘Primavera’ di Roma, inoccasione della quale la presen-te Assemblea Costituente perl’Ambiente e la Difesa deiDiritti, sorta da poco, chiederà astretto giro di giorni le dimis-sioni del ministro Orlando, die-tro diretta istanza inoltrata alpresidente della Repubblica edel Consiglio.E intanto un dubbio sorge spon-taneo e sospetto. Se, come giàannunciato dalle cariche ammi-nistrative, le 1200 tonnellate dirifiuti urbani capitolini prende-ranno la destinazione del Nordd’Italia (opposizione dei cittadi-ni locali permettendo), se granparte degli stessi sono già rego-larmente spediti in Abruzzo e inparte nella discarica di Ronci-

gliano-Cecchina, che sensoavrebbero quindi le 300 tonnel-late nella discarica di Falcogna-na? Ma soprattutto: c’è vera-mente la volontà di risolvere ilproblema con una sana diffe-renziata, col riciclo delle mate-rie prime,o invece si vuole con-tinuare ad evacuare il marcioaltrove ed ingrassare i profitti dipochi? Evidentemente nonfrena neppure il progetto colataedilizia prevista dai vari palaz-zinari del tipo Caltagirone Par-sitalia nel vicinissimo quadran-te S.Maria delle Mole-GottoD’Oro, quantomai allertati didover costruire accanto ad unacomunque futura Malagrotta-bis. O forse ragionano tutticome il ministro della salute,per il quale gli abitanti di Taran-to sia ammalano per le troppesigarette e non per la vicinanzadell’ ILVA (stesso discorso fattonei confronti dei cittadini cam-pani vicini alle discariche). Enon c’è limite a certe abnormiassurdità, come l’idea del sin-daco (ma prima di tutto medico)Marino, per il quale una voltachiusa Malagrotta, tutta la dis-carica sarà trasformata in unenorme parco con 100milaalberi !. Dimenticandosi cheattorno continuerà a funzionarel’inceneritore di rifiuti ospeda-lieri, quello attualmente spentodi Manlio Cerroni, la centraleelettrica a biogas, eppoi la gran-de raffineria. Dimenticandosiche, conti alla mano, per tappa-re i miasmi della discarica diMalagrotta servirà un ‘capping’di temporanea copertura per lastabilizzazione dei rifiuti e delbiogas per almeno dieci anni eduno successivo pesante di asse-stamento definitivo per altret-tanti (minimo) dieci anni.

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