I M PIANTI E APPARECCHIAT URE
Proposte per una sezione di degenza a due nuclei a capacità maggiorata
GERMANO SOLLAZZO (*), SALVATORE TOMASELLI E STEFANO GASBARRI (* *)
Laboratori di Ingegneria sanitaria
Riassu nto. - Prendendo lo spunto dalle tendenze manifest a tesi da t empo verso un aumento della capacità ottimalc della sezion e ospedaliera, si esaminano anzitutto in modo sintetico le prevalenti motivazioni che giusti fi cano tali tendenze. T enuto conto per altro che una eventuale maggiorazione della capacità n on potrebbe ottenersi se non con una speciale configurazione della sezione stessa, vengono avanzate d elle proposte p er un tipo di sezione osp edaliera composta da d ue nuclei modulari di 20-22 pos ti letto, aventi ognuno i pertinenti servizi igienici interessanti i malati ed il personale, integrantisi funzionalmente nell ' insieme dei servizi sezionali notevolmente ampliati rispetto alle originarie schematizzazioni. Dopo ch e sono s tat e illustrate le caratteristiche cost ruttivo-funzionali d ella sezione proposta, si conclude con un significativo raffronto tra i v ari quozienti e rapporti cara tteris tici della sezione maggiorata c di una sezione s tandard di 30 posti letto.
Summary (Proposal for an increased capacity double-unit ward). - On the basis of thc t enclencies which ha ve for some t i me b een manifest of in creasing the optimum capacity of the hospital warò, a synthet ic examination is made in the first p iace of the chief motivations justifying these ten dencies. Bearing in mìnd moreover that a possiblc increase in capacity could only b e achieved with a special configuration of t he ward itself, proposals are aclvanced for a t ype of hospita l warcl macle up of two modular nuclei of 20-22 beds, each one having corresponding health services involving patients and staff, integra ted functionally in the ensemhle of ward faciliti es, considerably enlarged with respect to originallayouts planned (Fig. l). After an illustration of t he constructional and functional features of the ward proposed, there is in conclusion a meaningful comparison h etween the various quotients and ratios which are a characteristic of t he enlargeò ward, an d t ho se of a standard ward of 30 beds.
( *) Componente del Consiglio Superiore di Sanità. (**) Borsista dei Laboratori di Ingegneria.
An11. !st. SltJH!r. Sa11ilà (196~) 1, 770·783.
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(1965) 1, 770-783.
SOL LAZZO, TOMASELLI E CASPARRI 771
The results of these invcstigations are summarized in T ables l and 2, whi~h show how the values r elative to the quotients of area and length of the cnlargcd ward, although great er than those of the standard ward of 30 beds, are not on thc whole excessivc. Moreover, the decreasc in the characteristic ratios ward space (D)/circulation (C) an d ward space (D)/area of facilities (S) ìs not surprising inasmuch as tbc usual standard ward has been complcmented by the integration of facilitìes which are normally attach ecl to the division.
PREMESSE
In una relazione sulle moderne linee orientative nella progettazione dci nuovi Ospedali in Italia, nel quadro del Congresso Europeo della Sanità (Milano 28 maggio-6 giugno 1963), GUARINO & TOMASELLI (1963) prendevano in esame, fra l'altro, la questione della capacità ottimalc della sezione di degenza e della sua conseguente strutturazione.
Veniva in questa relazione messo in particolare evidenza il fatto che di recent e l' argomento fosse stato ripreso da alcuni specialisti italiani e stranieri , che avevano espresso dubbi sulla opportunità di adottare ancora la formula dei 30 letti (VETTER, 1956; ZANUTTINI, 1956; 1957; 1958; SOLLAZZO, 1958). Sollazzo avanzò anche la proposta di anmt>ntart> i posti della sezione fino al numero di 40-44 letti.
Sono inoltre da tener presenti a tal riguardo lo standard sperimentale relativo alla sezione di 40 letti del Mursgrave Park Hospital (NUFFIELD PnoVINCIAL HosPITALS TRUST, 1955), con due nuclei di 20 posti letto {p .l.) e le autorevoli considerazioni fatte dal DAVIES (1962) sulla capacità della sezione.
A proposito del doppio nucleo si vorrebbe anche ricordare che sezioni dì questo tipo, seppure non di 40 letti, sono state adottate in Italia nell'Ospedale S. Carlo di Milano, già in via di avanzata costruzione (progettista Braga, consulente sanitario Sollazzo) c nel più piccolo Ospedale di Sesto S. Giovanni (Braga, Sollazzo), già da qualche anno funzionante, con ottimi risultati. Una impostazione di funzionamento a due nuclei, specie n ei riguardi dei servizi di W. C. e di smaltitoio, si è potuta riscontrare recentemen te n elle sezioni tipo da 30 p. l. adottate da A CELETTI, ROMOl..f & PAOLETTI (1964) per la progettazione-concorso del Nuovo Policlinico di apoli.
L'adozione del doppio nucleo riduce i percorsi fra i locali di degenza c le sale di soggiorno ed alcuni servizi (W. C., vuotatoi, bagni), permette di riunire i malati in due piccoli gruppi di circa venti soggetti ciascuno, offre il vantaggio di utilizzare eventualmente la sezione per il ricovero contcmporeaneo dei due sessi c dà, infine, la possibilità di creare sottosezioni destinate in modo esclusivo alla patologia di un organo o di un apparato.
A1111. lst. S111~r. Sanità ( 1!165) 1, 7i0-i83.
772 I MPIA TI E APPARECCHIAT\iR E
I tecnici che compilarono il << R egolamento Sanitario Ospedaliero » (1938) e le «Istruzioni per le Costruzioni Ospedaliere)) (1939) ritennero che bastasse, per l'assistenza di trenta malati , la presenza continua nella sezione di una sola infermiera (tre infermiere n elle 24· ore), coadiuvata da un personale inserviente da adibire a i servizi di pulizia ed a quelli più gr a v osi. Si stabilì sulla base di tale criter io ch e la sezione tipo dovesse contenere 30 letti allo scopo di impiegare il personale infermieristico stre ttamente necessario alle esigenze dei malati, evitando inutili sprechi.
Il rapporto infermiera-malati . - Il motivo che spinge oggi a rivedere la capacità ottimale sta nel fatto che il rapporto l : 30 infermiera-malati deve consid erarsi non più valido per l'evoluzione ch e l' assis tenza infcrmieristica ha subito nell'ultimo ventennio . Non vi ha dubbio che col passare degli anni le prestazioni delle infermiere ai malati sono diventa te più numerose e di più alto li vello. A tal proposito giova ricordare che parecchi casi un tempo incurabili, o che richiedevano cure abbastanza semplici, vengono oggi recupcrati con terapie più o meno ardite, che r ichiedono, da parte delle infermiere, una più assidua presenza a l capezzale del degente e prestazioni più qualificate e di più delicato tecnicismo.
P er quanto, poi, rigu arda il numero delle cure più comuni, n on p uò disconoscersi che il numero delle iniezioni ipodermich e c delle endovenose, delle trasfusioni di sangue e dei medicamenti somministrati, e degli altr i interventi che si eseguono nella sezione per opera o con l'assistenza dell'infermiera sia notevolmente cresciuto. Ne derivano maggiore impegno lavorativo e l'impiego di maggior tempo da parte di chi assist e e, quindi, la necessità di disporre di personale sempre più qualificato e soprattutto più numeroso. Tuttavia, l'aumento del numero delle infermiere n ella sezione, specialmen te di quelle professionali , a lle quali in tutti gli sta ti civili del mondo si cerca di affidare l'assistenza negli ospedali , troverebbe in pratica ostacoli veramente notevoli.
Le difficoltà che s'incontrano nel reclutamento sono ben note. La cr isi in cui versiamo non è soltanto itali ana, ma è addirittura mondiale; essa ha origine, in parte, dalle predette aumentate esigenze, in parte, dal numero relativamente esiguo delle aspiranti alla carriera infermieristica.
Riesce difficile fronteggiare con successo questo s ta to di cose, malgrado i pitl o meno validi provvedimenti adottati, in Ita lia e fuori, per rimediarvi. Il miglior sistema è parso quello di rivedere i cri teri organizzativi che finora ci hanno guidati. L'infermiera di un tempo si occupava di tutti i lavori della corsia, passava dall'assistenza al malato ai lavori di pulizia dei locali e delle suppellettili. Era l'unico personale di cui la dirigente caposala potesse disporre.
Più tardi, con l 'is tituzione delle Scuole Convitto (1929) , entrò n ell'ospedale l'infermiera professionale e le furono poste accanto in servienti per asso!-
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SOLLAZZO
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SOLLAZZO, TOMASELLI E CASI'ARRI 773
Yere alcune mansioni grossolane e pesanti, che la nuova categoria, più colta e preparata, non poteva, nè voleva disimpegnare. Da qualche anno per fare fronte a lle cresciute esigenze si è appalesata l' opportunità di introdurre nell 'ospedale una nuova categoria di personale, quella delle aiutanti infermiere, affidando ad essa alcune mansioni assistenziali, le più semplici e di minore responsabilità, e riservando alla professionale non solo le più delicate, ma la sorveglianza su tutte le altre. Quest'innovazione ha p ermesso di utilizzare meglio il personale in fermieristico più qualificato, ch e attualmente scarseggia e di cui col passare del tempo aumenta sempre più la richiesta.
L'introdu:.:ione dell'infermiera aiutante nell'ospedale è avvenuta di fatto, anche dove gli organici non la prevedev ano. Essa permette di affrontare l'aumentato lavoro con un minor numero di infermiere qualificate, nulla togliendo alla buona assistenza del malato.
In conclusione, pur essendo attmentato il lavoro infermieristico nella sezione, i compiti dell 'infermiera qualificata sono stati contenuti entro limiti più razionali, affidandone alcuni alle aiutanti infermiere.
Si vorrebbe aggiungere, inoltre, che detti compiti infermieristici, pur essendo in complesso aumentati, sono stati in parte alleviati dalla moderna t endenza dell' organizzazione ospedaliera ad istituire servizi centralizzati, che riescono certamente di vantaggio al p ersonale che assiste direttamente gli infermi. Fra questi servizi vanno ricordati la centrale di sterilizzazione (FRITSCII, 1962) e la distribuzione centralizzata del vitto (VETTER, 1956) a i malati (vassoi individuali contenenti il pasto preparato in cucina per i singoli ricoverati), per quanto quest'ultimo non sembra possa trovare pratica applicazione n ei nostri ospedali. Nè va dimenticata la creazione dei reparti di cure intensive, dove si riuniscono gli ammalati bisognevoli di assistenza di a lto livello, sgravando il lavoro e le responsabilità delle infermiere nelle sezioni comuni (HA!\1ILTON, 1963). Ed infine vanno anche citati gli impianti ed apparecchi che nell'ospedale moderno sono stati introdotti allo scopo di alleviare il lavoro infermieristico ; fra questi di maggiore importanza sono i sistemi di segnalazione luminosa e soprattutto l'interphon, che r ende più agevole c meno faticosa l' assistenza infermieristica e specialmente quella notturna.
Da quanto si è esposto appare, a conferma della t esi premessa , che il rapporto fra infex·miere e malati un tempo ritenuto ottimale (una infermiera sempre presente p er l'assistenza di 30 malati, cioè tre infermiere nella giornata per 30 malati) non è più valido e può essere opportunamente riveduto aumentando il numero dei malat i (BniDGl\1AN, 1962).
SOLLAZZO, ZoBOLI & SALVATERRA (1964) reputano che per una sezione di 30 le tti occorrano: l caposala, 3 infermiere, 3 aiutanti infermiere, 3 inservienti in servizio p er turno n elle 24. ore ; dovendo una infermiera qualificata ed una aiutante essere sempre presenti nell'unità di cura; e per una sezione di 45 posti: l caposala, 3 infermiere, 4 aiutanti infermiere e 4 inservienti. L'eco-
Ann. Jst. Super. Sanità (1965) 1. 770·783.
774 IM P IANTI E APPARECCHIATURE
nomia di infermiere nella sezione a 45 posti è evidente; l'aumento di personale riguardando soltanto le altre due categorie.
Dalle considerazioni premesse appare l'opportunità di riproporre allo studio il problema concernente il numero ottimale di posti letti che la sezione deve di norma contenere, considerando i vantaggi offerti da quelle di 40-44 letti, che permettono una notevole economia nell'impiego del personale, specialmente del personale più qualificato di cui oggi vi è notevole penuria.
ELEME TI PER LA NUOVA STRUTIURAZIO 'E
L'aumento della capacità ottimale è indissolubilmente legato alla strutturazione della sezione ; non è lecito in fatti pensare di poter semplicemente aggiungere altre stanze di degenza allo schema standard della sezione di 30 p. 1., in quanto si allungherebbero eccessivamente i percorsi del personale per lo svolgimento delle varie attività assistenziali.
Numerose forme compositive sono state create all'estero in funzione di un abbreviamento dei percorsi per le infermiere ; sono s tate via via presentate forme alquanto diverse dalla tradizionale disposizione in linea : l'unità a doppio corridoio, le sezioni a forma circolare, quadrata, stellare, di croce, ecc. Tutte queste forme sono state analizzate per m ezzo di speciali metodi ed indici di valutazione ; la conclusione è s tata che, se anche qualcuna dj esse possa presentare un certo risparmio di percorso complessivo, in genere non soddisfa completamente le principali esigenze igienico-sanitarie connesse con le usanze italiane.
Nel caso particolare i requisiti globali sono alquanto contrastanti, trattandosi di soddisfare le predette esigenze e nello stesso tempo realizzare i presupposti di economia dei perco1·si delle infermiere c dei malati, pur con l'aumento dei posti-letto.
In relazione appunto all'inevitabile allungamento della sezione e quindi dei percorsi del personale, giova accennare ad un fenomeno espressamente indicato da SOLLAZZO (1958) e da ZANUTTINI (1956; 1957; 1958) : dal t empo della emanazione delle norme regolamentari il fabbisogno di locali di servizio pertinenti alla sezione si è man mano notevolmente accresciuto ; talchè oggi si rendono indispensabili alla sezione alcuni locali ch e di solito erano propriamente divisionali. Questo fatto è estremamente importante, in quanto da solo condizionerebbe un eventuale aumento della dimensione lineare della sezione allo scopo di poter distribuire su un lato del corridoio i più numerosi locali di serv izio ; è conveniente pertanto che la maggior mole di servizi accessori e la incrementata lunghezza siano sfruttate per un maggior numero di stanze di degenza.
I locali di servizio. - I locali di servizio che dovrebbero stabilmente far parte della sezione, oltre a quelli indicati dalle norme tecniche vigenti (nei
A nn. I st. Supe1·. Scmitcì (1965) 1, 770·783 .
quali devono infermiere), 1
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(1965) 1. 770·783 .
SOLLAZZO, TOMASELLI E CASI'ARRI 775
quali devono essere compresi il locale di guardia ed il locale di lavoro per le infermiere), possono così elencarsi secondo le indicazioni sopraccennate :
l) stanza di pulizia del malato (nella quale si trasportano gli ammalati che non possono alzarsi, nel loro letto, per la defecazione) ;
2) guardaroba, che può identificarsi con l'ufficio della caposala ;
3) locale per i rifiuti, da tenere possibilmente separato da quello per la biancheria sporca:
4) stanza di attesa per i visi t atori, adibita eventualmente al pernottamento di parenti d ei malati più gravi;
5) stanza di visita e di medicazioni ;
6) piccolo magazzino per suppellettili c carrozzelle.
Sono stati già contemplati tra i locali pertinenti alla sezione secon do le norme t ecnich e vigenti (sebbene siano in queste genericamente indicati al punto A) del par. lO come locali di servizio) due ambienti fondamentali, la cui attività però n on sembra trovare corrispond enza in molti progetti di ospedali, e cioè la stanza di guardia e la stanza di lavoro delle infermiere. Occorre insistere sulla assoluta utilità di questi due locali. Per maggior chiarimento si ritiene di citare quanto espresso nei riguardi delle loro funzioni e finalità da SOLLAZZO (1958) :
c Due locali affiancati, di cui uno è l'ambiente di sosta dell'infermiera e nello stesso tempo quello in cui si conservano i registri, le cartelle cliniche, gli schedari, il carteggio che riguarda i malati e si fanno le annotazioni relAtive ; vi si custodisce l' armadio dei farmaci di uso comune, che ogni sezione deve avere per far fronte alle esigenze immediate; l'altro, è provvisto di fornelli con cappa, di lavAndino, di ghiacciaia e rompighiaccio, del frigorifero per la conservazione del sangue e di Altri medicamenti, degli armadi nei quali si conserva tutto il materiale occorrente (borse, bottiglie, siringhe, ecc.). della stufa per la sterilizzazione delle vetrerie. In questo locale si puliscono e si sterilizzano le siringhe, le sonde, i cateteri, si preparano le borse di ghiaccio, le bottiglle d'acqua calda. i cllst eri e tutto l'altro che si richiede per l'assistenza ».
Da notare che, se anche qualcuno di questi compiti o funzioni venga ad essere assorbito dalla centralizzazione, non per questo viene meno l'esigenza dei locali corrispondenti ; soltanto si ha una maggiore razionalizzazione nelle rimanenti attività e nelle sistemazioni dci materiali.
Considerando tutto l'insieme dei locali accessori ritenuti indispensabili, risulta evidente quanto la loro istituzione possa incidere sfavorevolmente sull'economia costruttiva e di gestione di una sezione standard limitata a 30 p. l.
RAPPORTI CO L'ORGANISMO OSPEDALIERO
Un altro fattore compositivo-funzionale, che risulta favorevole alla nuova strutturazione di una sezione di capacit à aggirantesi sui proposti 40-44 p. l., è quello connesso con la con fi gurazione della « divisione ospeda-
LI nn. Ju. SurJtr. Sanità (1965) 1. 770·783.
176 HfPIANTI E APPARECCHIATURE
liera >> quale la si auspica attualmente. Si rileva a tal proposito che oggi è da ritenersi eccessivo il limite massimo di capacità stabilito dalle vigenti norme per la divisione medica e chirurgica ospedaliera (120 posti letto}, di solito corrispondente a l raggruppamento di 4 sezioni da 30 p. l. Affinchè il primario , infatti, possa esplicare le sue funzioni di guida e controllo della divisione a lui so ttoposta, si ritiene opportuno che la capacità venga ridotta ad un massimo di 80-90 posti letto.
A conferma di ciò, è da rilevare che in molti programmi edilizi ospedalieri consegnati ai progettisti, oppure oggetto di bandi di concorso per progetti di ospedali, vengono attualmente richieste espressamente le divisioni di meclicina e di chirurgia della capacità di 80-90 posti-letto. In questi casi la ripartizione in sezioni distinte per sesso e con proporzioni pressochè eguali diventa alquanto difficile e genera soluzioni artificiose.
Zanuttini appunto, ponendo il limite massimo della divisione in 80 posti letto, ritiene che essa possa essere suddivisa in due sezioni da 40 p. l. ciascuna. Si conviene che tale innovazione, inserita nell 'organizzazione funzionale dell 'ospedale, porterà senza dubbio ad essenziali modifiche nella strutturazione distributiva e volumetrica del complesso. Si ha ragione di ritenere tuttavia, salvo conferma derivante da applicazioni pratiche dei criteri in questione, che uno schema distributivo imperniato sull'unità minore di 40-44 p. l. e sulla unità maggiore di 80-88 p. l. possa permettere una maggiore flessibilità sia dei reparti standard sia dell'intero organismo ospedaliero, in relazione specialmente alla sistemazione dei reparti minori di specialità ; si intende che la configurazione della sezione maggiorata dovrà essere ideata secondo un armonico equilibrio tra tutte le esigenze sanitarie, funzionali, economiche e costruttive .
Dal punto di vista organizzativo, come già si è detto, lo sch:::ma in questione avrebbe anche il vantaggio di impiegare una minore entità complessiva di personale di assistenza immediata a parità di posti letto dell'intero ospedale.
CO FIGURAZIONE DELLA SEZIONE A DUE NUCLEI
Tra le varie soluzioni di forme compositive che si delineano da più parti spicca in modo evidente una configurazione della sezione ospedaliera che trae le sue origini in alcune schematizzazioni estere dell'epoca dei grandi ospedali svizzexi e svedesi del dopoguerra e riprese con altre finalità e con diverse proporzioni negli ultimi tempi.
Questa configurazione si fonda sui seguenti criteri :
o) Aumentare In capacità della sezione staudard da 30 a 40-44 posti letto. b) Pur lasciando al la sezione la caratteristica di • unità funzionale », distinguere in
essa due nuclei di 20-22 posti letto ciascuno. Ogni nucleo di degenza costituisce una piccola cellula standard, munita dei servizi igienici che interessano più direttamente il malato c di alcuni servizi per le infermiere connessi con i traffici più gravosi.
Am~. Ist. Su~r. Scmittì (1965) 1. 770-783.
c) Colleg assistenza imrn• nuclei, ma che. entrambi.
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(1965) 1. 770-783.
SOLLAZZO, TOMASELLl E CASI'AJUU 777
c) Collegare i due nuclei mediante uno snodo centrale attrezzato ron quei servizi di assistenza immediata per il personale che per la loro entità non posso110 suddividersi nei due nuclei , ma che, data la posizione centrale, possono egualmente funzionare efficacemente per entrambi.
d) )funire detto snodo centrale di un gruppo di elevatori e scala in zona tangenziale alla sezione, che permetta una comunicazione verticale sussidiaria quale efficiente fattore di elasticità nel funzionamento complessivo deiJ 'organismo costruttivo, alleviando altresì di alcuni traffici lo snodo principale di piano della divisione.
e) Distribuire opportunamente lungo il corridoio di traffico della sezione quei locali di ser vizio la cui ubicazione non risulta determinante per l'economia di ciascuno dei due nuclei, data la natura dei traffici ad essi pertinenti in relazione a lle stanze di degenza.
f) Integrare i predetti servizi con qualche locale di carattere divisionale che ormai si riconosce di interesse della sezione.
In sintesi si tratta di r ealizzare una sezione compos ta da due unità modulari (GRECO, 1958), aventi ognuna i pertinenti servizi igienici interessanti i malati e il personale, integrantisi funzionalmente n ell' insieme dei servizi sezionali notevolmente maggiorati rispetto alle originarie schematizzazioni.
In relazione a tali presupposti è stata studiata la configurazione di una •< sezione a due nuclei », corredata di locali di servizio che possono essere sia in comune per i due nuclei sia ripetuti per ciascuno di essi.
P er quanto riguarda questi ultimi si è posto l'accento anzitutto sui servizi igienici e di toletta per i malati. ella valutazione dei vari "coefficienti di efficienza » della sezione dovrebb e infatti essere considerata l'influenza della loro ubicazione sia sull 'economia dei percorsi sia sul conforto della dimora dei malati. T enuto presente ch e, almeno per ora, nella maggior parte delle sezioni comuni i serv izi igienici non vengono abbinati alle camere, risulta evidente che si debba fare di tutto perchè essi siano, per quanto possibile, prossimi alle stanze di degenza.
Analogamente, si sono ripetuti quei servizi per il personale cui competono un maggior numero di visite cosiddette « semplici » cla effettuarsi da parte del personale infermiere nelle camere dei malati , cioè di visite n elle quali non si possono cumulare diverse incombenze e che quindi incidono notevolmente sul percorso complessivo delle infermiere dalle stanze di servizio al letto dei malati. Specialmente per il locale per lo smaltitoio si ha la massima incidenza, esigendo questo servizio, secondo i dati di ]ACHOWICZ
(1960), per grandissima parte percorsi singoli dal letto di ogni ammalato al locale stesso.
Anche i locali di soggiorno è bene che siano previsti in ciascun nucleo, in quanto è da favorire la formazione di zone di ristoro e svago separate dagli ambienti di degenza e destinate a gruppi di malati poco numerosi, facilitando tra loro i contatti umani ; nel contempo si garantisce la tranquillità delle stanze di degenza.
.4nn. 181.. Supero. Sanità (1965) 1, 770·783.
778 IMPIANTI E APPARECC IIIATU RE
Riassumendo, si propongono per ogni nucleo i seguenti locali di servizio :
l) un'antilatrina-lavabi e due vani latrina ; 2) un locale bagno ed un locale per pulizia malato a letto (con hidet ); 3) un locale per lo smaltitotio ; 4) un soggiorno.
Ques ti locali, essendo a servtzto di soli 20-22 ammalati, consentono di realizzare un minore percorso complessivo sia da parte dei degenti che del personale nei confronti dello stesso gruppo di servizi n ella sezione a 30 p . l. Essi saranno opportunamente distribuiti a seconda della loro funzione ; in particolare i locali per i servizi igienici e lo smaltitoio saranno collocati con· tiguamente ed in posizione tale da servire equamente le varie stanze a differente capacità, posizione che potrà discostarsi rispetto al centro del nucleo.
Passando ora ai locali comuni ai due nuclei, poss<>no distinguersi t ra di essi il gruppo dei locali che per le loro funzioni o per i traffici più gravosi da essi derivanti sono da ubicare nella zona centrale della sezione, e la serie di locali da distribuire lungo il corridoio secondo la specifica natura del servizio che da essi emana, caratterizzato dai cosiddetti p ercorsi «in serie n, meno impegnativi.
Il primo gruppo comprende i segu enti ambienti:
l) Atrio di sezione o sussidiario (per distinguerlo da C] ttcllo principale o di piano). 2) Attesa-parlatorio con servizi igienici per i v isitatori . 3) Locale di guardia e controllo. 4) Stanza di lavoro per le infermiere. 5) Caposala-guardaroba. 6) Visita e medica-zione.
L' atrio di sezione è disimpegnato rispetto alla zona esterna, servita da scala , montalettighe, ascensore ed attesa-parlatorio, e serve i locali centrali della sezione in modo che non si crei promiscuità tra i traffici specifici di sezione e la colonna di traffico r iguardante le comunicazioni con il piano t erreno e gli altri piani di degenza.
La stanza adibita al parlatorio-attesa può anche servire, secondo le esigenze, per il p ernottamento dei parenti dei malati più gravi.
Il locale per la guardia delle infermiere, le cui funzioni sono state specificate precedentemente, è da ubicare in posizione tale da controllare tanto il traffico verticale inerente alla sezione (ad esempio, a rrivo dei visitator i dal piano terreno) quanto ovviamente tutta l' attività della sezione. Il locale è in stretto collegamento con la st anza di lavoro delle infermiere, fornita di un gruppo di servizi igienici. La posizione dei due ambienti è naturalmente quanto più possibile centrale risp etto ai due nuclei sia per p ermettere un eguale controll<> del personale sulle camere di degenza, sia per diminuire le distanze da percorrere da parte del personale stesso, le quali incidono parti-
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colarmente sulla economia dci percorsi per il gran numero di viSit e « semplici » che i malati richiedono da detti servizi (JACHOWJCZ, 1960).
Il locale della visita e delle medicazioni necessita di una ubicazione centrale tra i due nuclei per diverse ragioni, tra cui qu elle di essere equamente raggiungibile con i lettini mobili, oltre che dai malati che non sono obbligati a letto, di trovarsi adiacent e all ' ufficio della caposala per i necessari contatti durante le visite del medico.
Fanno parte del secondo gruppo la cucinetta ed il locale per la biancheria sporca ed i rifiuti.
La posizione della cucina non è in genere vincolativa nella compagine della sezione in quanto da detto locale si diparte il maggior numero di percorsi del tipo cc in serie ». Anche nella sezione a due nuclei p ertanto essa potrebbe essere discost a dal baricentro o comunque non nella zona centrale, qualora si immaginasse che la distribuzione delle vivande alletto dei degenti o al refettorio avvenisse mediante un solo carrello ; ma tutto ciò sarebbe a svantaggio della rapidità dello svolgimento del servizio. Collocando invece la cucinetta nella zona centrale tra i due nuclei e presupponendo di svolgere il servizio con un carrello per ogni nucleo, si riduce fortemente il tempo di distribuzione, fermo r estando il criterio deJia « indifferenza » della sua posizione per il singolo nucleo.
Il locale per la biancheria sporca, ch e in verità dovrebbe essere corredato di un attiguo locale per i rifiuti, ha in linea teorica una posizione << indiffer ente)) ; comunque è b ene che esso si trovi all 'estremità interna della sezione, in prossimità dell'atrio divisionale, nell'eventualità ch e l'allontanamento dei sacchi in carrello avvenga mediante un calabianch eria posto nell' atrio di divisione o di piano. R esta inteso tuttavia che il criterio igienicamente più rispondente è quello di collocare un calabiancheria n ell 'interno del locale di raccolta sezionale.
APPLICAZIO I PRATICHE
I criteri direzionali precedentemente accennati circa l'organizzazione di una unità a due nuclei C()n capacità maggiorata, sono st ati trasfusi, in via sperimentale, in uno studio compositivo di una sezione del genere, di ctù si presenta la pianta (Fig. l) . Questa ha naturalmente valore puramente esemplificativo e n on di tipizzazione, volendo piuttosto essere una piattaforma per ulteriori propost e, adattamenti e perfezionamenti ; non potrebbe essere altrimenti, d 'altronde, tenute presenti le prescr izioni relative alle istruzioni regolamentari attualmente in vigore. L'esempio può costituire soltanto nn primo passo verso una configUl'azione della sezione nel senso auspicato, che trovi adeguati consensi e riconoscimenti normativi ; sarà compito dei tecnici cercare di raggiurtgere la migliore schematizzazione, ch e r iassuma la maggior parte delle esigenze sanitarie, funzionali, organizzativc, economiche e psico-
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SOLLAZZO, TO)IASELLI E CA'iPARRI 781
logiche. Ad esempio, potrebb e elimin arsi la scala di emergenza di estremità nel caso di una idonea sistemazione del gruppo scala-elevatori del nucleo centrale in una propaggin·e costruttiva post eriore, si potrebbe ricavare una fìnestratura della zona centrale dalla parte a Nord in modo da accostare maggiormente i due nuclei di degenza della sezione, si potrebbe realizzare lo sdoppiamento del locale biancheria sporca e rifiuti qualora lo consentisse un non eccessivo sviluppo lineare dei locali di ser vizio, ecc.
Gli influssi di tali fattot·i singoli, armonicamente fus i nello svolgimento complessivo della composizione, saranno infatti determinanti nella evoluzione della predetta configurazion e, proposta, come si è detto, da un punto di vista largamente orientativo e suscettibile di ulteriori sviluppi.
Tenuto conto di quanto sopra, ci si è limitati in questa sede ad eseguire una indagine circa gli elementi planimetrici caratter izzanti la pianta, i quali si traducono in coefficienti funzionali se riferiti ai posti letto della sezione. Ci si serve appunto della de terminazione di detti coefficienti rela tivi a lla sezione maggiorata di posti letto c servizi per operare un confronto di massima con quelli relativi alla sezione normale di 30 p . l. , al fi ne di accertare se vi siano scostamenti sensibili in senso positivo o negati vo . I risu lta ti di t ale indagine vengono riassunti nelle Tabelle l e 2.
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Superfici nette e percentuali di vari locali in sezioni di degenza a 44 e a 30 posti letto
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97' 15 10,79•
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105,10
144,10
495 ,00
49,66
21' 23
29.11
100,00
Come si può osservare dalla Tabella 2, i valori relativi ai quozienti di superficie e di lungh ezza per la sezione di 44 p. 1., rispettiv amen te 20,45 mqfp. l. e 1,65 mlfp. 1., sebbene risultino superiori a quelli riscontrati per la sezione n ormale di 30 p. L, appaiono di entità regolare ed alquanto lontani dagli elevati valori che talvolta si raggiungono in talune sezioni.
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782 IMPIANTI E APPAllECClllATURE
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P er quanto riguarda i rapporti tra degenze e servizi D/S e tra degenze e circolazioni D/C, si possono a prima v ista rilevare le minori entità riscontrate nella sezio9e maggior1tta rispetto alla sezione normale ; ciò starebbe acl indicare un eccessivo ampliamento della superficie destinata ai servizi in modo non proporzionato all 'aumento dei posti letto, e così pure della superficie per le circolazioni.
In definitiva si avrebbe un minore sfruttamento degli spazi. Occorre tuttavia ricordare che tale abbassamento dei rapporti caratteristici è da collegare eviden temente all'aggiunta di locali integrativi, aventi carattere divisionale ; pertanto, per un più razionale confronto, mirante a commisurare particolarmente le conseguenze dello sdoppiamento di una consist enza maggiorata , conviene sottrarre n el computo dei servizi detti locali integrativi. I rapporti caratteristici in tal caso diventano rispettivamente 2,68 e 1,84.
Le conseguenze della organizzazione a due nuclei, senza considerare l'apporto dei locali integrativi , risultano in sostanza favorevoli , in spccial modo per quanto riguarda il rapporto degenze-circolazioni per il quale viene t rovato un valore superiore a quello della sezione normale ; il valore del rapporto degenze-servizi pari a 2,68 risulta adesso superiore del 14,5 % a quello della sezione normale, ciò che starebbe ad indicare una lieve influenza sfavorevole sulla funzionalità per eccesso di degenze.
È da rilevare a tal proposito che qu esta cifra si avvicina al valore medio ricavato da T OMASELLI (1954) in base alle misurazioni effettuate sulle piante di 15 unità di degenza ospedalierc di varie nazioni, pari a circa 2,60. Tenendo presente che il valore 2,34 è stato calcolato su una sezione strettamente regolamentare, ciò risulta in aècordo con quanto era noto nei riguardi della strutturazione della sezione normale di 30 p. l., e cioè che per l'entità dei servizi richiesti detto numero di posti letto non era eccessivo e quindi si sarebbe potuto aumentare di qualche unità (ad es. fino a 33 p. L) .
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SO LLAZZO, TOMASELLI E CASPARRI 783
Comunque, a causa della integrazione con altri locali divisionali, ovviamente detto rappor to si riduce notevolmente (1,72) ; non si può per altro affermare se questo valore sia regolare o meno, trattandosi di una nuova configurazione della sezione con accresciute esigenze e finalità . Sembra però che esso non debba discostarsi molto dal valore ritenuto idoneo per disposizioni planimetriche affini ; a titolo di puro riferimento si può ricordare il valore 1,9 ch e si riscontra n ella grande station di 52 posti letto del notissimo Ospedale Universitario di Basilea, nella quale possono individuarsi tre nuclei di degenza.
24 giugno 1965.
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