a cura di NADIALINA
ASSUERI
1
INFERMIERISTICA
PREVENTIVA E DI
COMUNITA’
Corso di laurea in
Infermieristica
Sede Bologna 2
ANNO ACCADEMICO 2014-
2015
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2
LE CURE PRIMARIE (Primary
Health Care)
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3
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4
Nel 1978 l‟Organizzazione Mondiale della
Sanità convoca ad Alma Ata, capitale della
repubblica sovietica del Kazakhistan, la
Conferenza Internazionale sulle Primary
Health Care (PHC) (WHO-UNICEF, 1978).
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5
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6
La Conferenza ribadisce con forza che la salute,
stato di completo benessere fisico, mentale e
sociale e non semplicemente assenza di malattia o
infermità, è un diritto umano fondamentale e
riafferma che il raggiungimento del maggior livello di
salute possibile è un risultato sociale estremamente
importante in tutto il mondo, la cui realizzazione
richiede il contributo di molti altri settori economici e
sociali in aggiunta a quello sanitario.
DICHIARAZIONE DI ALMA ATA
(OMS 1978)
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7
Le persone hanno il diritto e il dovere di partecipare individualmente e collettivamente alla progettazione e alla realizzazione dell'assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.
I Governi sono responsabili della salute dei propri cittadini: la salute può essere raggiunta solo mettendo a disposizione adeguate misure sanitarie e sociali. Nei prossimi decenni un obiettivo sociale essenziale dei governi, delle organizzazioni internazionali e dell'intera comunità mondiale dovrebbe essere il raggiungimento, entro l'anno 2000, di un livello di salute che permetta a tutti i popoli del mondo di condurre una vita socialmente ed economicamente produttiva. L'assistenza sanitaria primaria è la chiave per conseguire questo risultato dentro la cornice dello sviluppo in uno spirito di giustizia sociale.
DICHIARAZIONE DI ALMA ATA
(OMS 1978)
La Conferenza produce un documento finale,
ricco di raccomandazioni, e una
Dichiarazione che, nella sua solennità,
riassume le principali indicazioni scaturite
dall‟Assemblea. Il messaggio più forte e
significativo è contenuto nella definizione
stessa di PHC:
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8
L'assistenza sanitaria di base è
l'assistenza sanitaria essenziale fondata su
dei metodi e delle tecnologie pratiche,
scientificamente valide e socialmente
accettabili, resa universalmente accessibile
agli individui e alle famiglie nella collettività
attraverso la loro piena partecipazione a un
costo che la collettività e i Paesi possono
permettersi ad ogni stadio del loro sviluppo
nello spirito di autoresponsabilità e di
autodeterminazione.
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9
L'assistenza sanitaria di base fa parte
integrante sia del Sistema Sanitario
Nazionale (SSN) di cui è il perno e il punto
focale. È il primo livello con cui gli individui, le
famiglie e la collettività entrano in contatto
con il SSN avvicinando il più possibile
l'assistenza sanitaria ai luoghi dove le
persone vivono e lavorano, e costituisce il
primo elemento di un processo continuo di
protezione sanitaria.
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10
L'assistenza sanitaria di base coinvolge
oltre al settore sanitario, tutti i settori e gli
aspetti correlati allo sviluppo nazionale e
della comunità, in particolare l‟agricoltura,
l‟allevamento, l‟alimentazione, l‟industria,
l‟educazione, la casa, i lavori pubblici, le
comunicazioni, e altri settori; e richiede lo
sforzo coordinato di tutti questi settori.
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L‟attenzione all‟equità deve rappresentare il
cuore delle strategie sanitarie, sia per ragioni
di principio che di sostenibilità;
Le decisioni che riguardano i servizi sanitari
devono essere fatte con il coinvolgimento
delle comunità, sia per motivi di giustizia che
al fine di garantire servizi appropriati e
accettabili;
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12
Gli indirizzi politici della
Conferenza si possono
sintetizzare nei seguenti punti:
Le strategie sanitarie devono incorporare un
approccio preventivo, accanto a quello
curativo;
L‟attenzione ai determinanti della salute
richiede la promozione di strategie
intersettoriali più ampie del tradizionale
approccio bio-medico;
Il crescente divario tra risorse disponibili e
bisogni della popolazione rinforza la
necessità di adottare tecnologie appropriate
(Green, 2007).
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Il nuovo contesto epidemiologico
L’inversione della piramide demografica
L’invecchiamento della popolazione
La transizione epidemiologica e le malattie della “terza fase”
La “cronicità” e non autosufficienza nuova dimensione dell’assistenza
La de-tradizionalizzazione della società
(famiglia, identità, reti sociali)
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CURE PRIMARIE
VICINANZA – PROSSIMITA‟
CONOSCENZA DEL TERRITORIO E DELLE
RISORSE
LAVORO DI RETE
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L‟ASSISTENZA SANITARIA PRIMARIA comprende almeno:
l'educazione sui principali problemi di salute e sui metodi per prevenirli e controllarli;
la promozione di un sistema di approvvigionamento alimentare e di una corretta alimentazione;
un'adeguata disponibilità di acqua sicura e il miglioramento delle condizioni igieniche fondamentali;
l'assistenza sanitaria materna e infantile, compresa la pianificazione familiare;
l'immunizzazione contro le principali malattie infettive;
la prevenzione e il controllo delle malattie endemiche locali;
un appropriato trattamento delle malattie e delle lesioni più comuni;
la fornitura dei farmaci essenziali;
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19
coinvolge, oltre al settore sanitario, tutti gli altri settori e aspetti dello sviluppo nazionale e della comunità che sono collegati, in particolare l‟agricoltura, la zootecnia, la produzione alimentare, l‟industria, l‟istruzione, l‟edilizia, i lavori pubblici, le comunicazioni e altri settori; inoltre necessita del coordinamento delle attività tra tutti questi settori;
richiede e promuove al massimo l'autonomia dell'individuo e della comunità e la partecipazione alla progettazione, organizzazione, funzionamento e controllo dell'assistenza sanitaria primaria stessa, usando appieno le risorse locali, nazionali e le altre disponibili; per questo fine sviluppa, attraverso un'adeguata educazione, la capacità delle comunità a partecipare;
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dovrebbe essere sostenuta da sistemi di riferimento integrati, funzionali e di supporto reciproco che portano a un progressivo miglioramento dell'assistenza sanitaria globale per tutti e danno priorità a coloro che sono maggiormente nel bisogno;
a livello locale e ai livelli di riferimento l'assistenza sanitaria primaria dipende dagli operatori sanitari, comprendendo di volta in volta i medici, gli infermieri, le ostetriche, il personale ausiliario e gli operatori di comunità, come pure dalle figure professionali tradizionali quando necessario: essi devono essere adeguatamente preparati, dal punto di vista sociale e tecnico, a lavorare come una squadra per la salute e a rispondere ai bisogni di salute espressi della comunità.
Tutti i governi dovrebbero formulare a livello nazionale politiche, strategie e piani d'azione per diffondere e sostenere l'assistenza sanitaria primaria come parte dell'intero sistema sanitario nazionale e in modo coordinato con gli altri settori. A questo scopo, sarà necessario esercitare una volontà politica, mobilitare le risorse del paese e usare razionalmente le risorse esterne disponibili.
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WHO
2008
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WHO (WORLD HEALTH
REPORT) 2008
Significativo titolo al
trentesimo anniversario di
ALMA ATA:
NOW MORE THAN EVER
EQUITA’
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Lee Jong-wook (Lee Jong-wook:
Global improvement and Who:
shaping the future The Lancet,
volume 362, numero 9401 del
2003). Azioni da promuovere per
sviluppare un buon sistema di
cure primarie.
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27
realizzare, in accordo ai principi di equità
costitutivi della dichiarazione di Alma Ata,
universalità di accesso alle cure,
partecipazione della comunità e strategie di
approcci ai problemi di tipo multi settoriali;
prendersi carico dei problemi sanitari più
importanti della popolazione rafforzando le
funzioni sanitarie del sistema pubblico;
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creare le condizioni per una effettiva
erogazione di servizi a vantaggio dei poveri e
dei gruppi sociali più svantaggiati;
organizzare un sistema di cure integrato e
continuato, collegando strettamente tra loro i
momenti della prevenzione con quelli delle
cure della fase acuta e della fase cronica;
impegnarsi e sforzarsi per il miglioramento
continuo della performance del sistema.
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PAROLE CHIAVE
UGUAGLIANZA (EQUALITY) parità dei diritti umani e
individuali
DIVERSITA‟ (DIVERSITY) eterogeneità degli esseri
umani e molteplicità delle variabili in base alle quali
l‟eguaglianza può essere valutata
EQUITA‟: giustizia sostanziale. Giustizia del caso
concreto, tiene conto delle particolarità e delle
differenze.
DISCRIMINAZIONE: trattamento diverso (di solito
peggiore) in base a specifiche caratteristiche
dell‟individuo o del gruppo di popolazione.
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Razza
Genere
Religione
Stile di vita
Orientamento sessuale
Abilità
etnia
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DISCRIMINAZIONE
Antirazzismo
Antiomofobia
ecc
INCLUSIONE
Diritti
responsabilità
Valore della diversità
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EQUITA‟:
Potenziamento delle funzionalità dei servizi
Integrazione
Negoziazione
Rispetto
Unione europea
Trattato di Amsterdam (1997 articolo 13): Il
consiglio…..può prendere provvedimenti
disciplinari per combattere le discriminazioni
fondate su: sesso, razza o origine etnica,
religione o convinzioni personali, handicap,
età, tendenze sessuali.
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Carta dei Diritti Fondamentali
dell’unione europea (2000)
………vieta qualsiasi forma di discriminazione
fondata in particolare su: sesso, razza, colore
della pelle o origine etnica o sociale, religione o
convinzioni personali, handicap, età, tendenze
sessuali, caratteristiche genetiche, lingua,
opinioni politiche o di altra natura,
appartenenza a minoranza nazionale,
patrimonio, nascita.
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Fonte WHO 2008
Rischi per la salute (WHO
2004)- La pressione alta è il principale fattore di rischio per la
mortalità, responsabile del 13% dei decessi a livello globale
- il basso peso è il fattore di rischio più importante di malattie ed
è responsabile della morte di oltre 2 milioni di bambini
soprattutto nei paesi a basso reddito
- Rischi ambientali come acqua non potabile e mancanza di
servizi igienici e inquinamento da combustibili solidi causano
circa 2 milioni di bambini morti l'anno
- Consumo insufficiente di frutta e verdura, mancanza di
esercizio fisico, alcol e tabacco, indice di massa corporea,
colesterolo alto, glicemia alta, e la pressione alta sono i fattori di
rischio responsabili di più della metà dei decessi dovuti a
malattie cardiache, la principale causa di morte nel mondo
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Rischi per la salute (WHO
2004)
- I rapporti sessuali non protetti, determinano la trasmissione del
papillomavirus umano, che è responsabile di quasi tutti i decessi
dovuti a cancro cervicale. Il cancro cervicale è responsabile del
11 per cento dei decessi mondiali per trasmissione sessuale ed
è la principale causa di morte per cancro in Africa.
- Il tabacco è un fattore di rischio per la mortalità, responsabile di
5,1 milioni di morti. Quasi 1 su 8 decessi di adulti di età
superiore a 30 anni è dovuto al fumo.
- Essere in sovrappeso o affetti da obesità è il quinto fattore di
rischio che porta a morte. E 'responsabile per il 7 per cento dei
decessi a livello globale - l'8 per cento nei paesi ad alto reddito e
il 7 per cento nei paesi a medio reddito.
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39Maciocco 2012
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40Maciocco 2012
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41Maciocco 2012
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44Maciocco 2012
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In Europa le malattie croniche provocano l’86% delle
morti
e il 77% del carico di malattia
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(fonte: WHO the European Health Report, 2005)
Principali Fattori di Rischio modificabili
delle Malattie Croniche
proporzione di Daly attribuibile a 7 fattori di rischio (Italia, 2002)
32 - 4925 - 3222 - 259 - 22No dati
Valori %
Attività fisica e sedentarietà
In Regione:
circa 660mila sedentari nella fascia 18-69enni
la sedentarietà è più diffusa nei 50-69enni nelle persone meno istruite
Sedentari (%)PASSI 2008
Pool PASSI 29%
Range: 9% Bolzano - 49% Basilicata
Emilia-Romagna
22%
42%
36%
0 10 20 30 40 50S
ed
en
tari
Att
ivi
Stato nutrizionalePersone in eccesso ponderale
(BMI 25)
Passi 2008
0
20
40
60
3%
54%
32%
11%
Sottopeso Normopeso Sovrappeso Obeso
43%
In Regione:
circa un 1 milione di persone in sovrappeso e 300mila obesi 18-69enni
l’eccesso ponderale è più diffuso:
nella fascia 50-69 anni (58%)
negli uomini
persone con bassa istruzione o difficoltà economiche percepite
45 - 5442 - 4538 - 4233 - 38No dati
Valori %
Pool PASSI 42%range: 33% Lombardia - 54% Basilicata
Emilia-Romagna
Fumo di tabaccoFumatori(%)
PASSI 2008
Pool PASSI 30%
range: 25% Trento - 34% Lazio
Emilia-Romagna
31 - 3430 - 3128 - 3025 - 28No dati
Valori %
In Regione:
circa 900mila fumatori 18-69enni, di cui 60mila forti fumatori
l’abitudine al fumo è più diffusa:
negli uomini (34% vs 26%)
nelle persone con molte difficoltà economiche (41% vs 27%)
30%
22%
48%
0 20 40 60
Fumatori
Ex
fumatori
Non
fumatori
Consumo di alcol Bevitori a rischio
Pool Passi 2008
Pool PASSI 20%Range: 10% Campania e Sicilia
- 37% Bolzano
Emilia-Romagna
Consumo di alcol: 64%
In Regione:
circa 690mila bevitori a rischio nella fascia 18-69enni
il consumo a rischio è più diffuso negli uomini e nei 18-24enni (47%)
non ci sono differenze socio-economiche
7%
8%
14%
23%
0 10 20 30 40
Bevitori
"binge"
Bevitori
fuori pasto
Forti
bevitori
Bevitori a
rischio
Prevalenza del diabete
(standardizzata per sesso ed età)
Pool di Asl, Passi 2007-08 (n=57.059)
Prevalenza del diabete
Il 5% delle persone intervistate nel biennio
2007-08 riferisce di aver avuto diagnosi di diabete
significativo gradiente fra Nord(3,8%), Centro (4,7%) e Sud/Isole(6,4%)
differenze significative nel confronto interregionale
Disuguaglianze sociali
Prevalenza di persone con diabete per livello di istruzione,
standardizzata per sesso ed età
Differenze statisticamente significative, p<0.05
3,32,8
5,2
8,5
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Nessuno titolo/
scuola elementare
Scuola media
inferiore
Scuola media
superiore
Laurea
Prevalenza di persone con diabete per difficoltà economiche,
standardizzata per sesso ed età
Disuguaglianze sociali
Differenze statisticamente significative, p<0.05
7,7
5,2
3,3
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
molte qualche nessuna
a cura di NADIALINA
ASSUERI
56
Esiste evidenza scientifica che dimostra come
sistemi sanitari che si affidano maggiormente alle
cure primarie hanno:
una minore mortalità per tutte le malattie
più facile accesso ai servizi in caso di
necessità
migliore qualità di cura
un focus maggiore sulla prevenzione, ecc…
Tutto questo con costi minori e miglior
appropriatezza
rispetto a sistemi incentrati sulle cure
specialistiche
a cura di NADIALINA
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57
I valori di riferimento
Il nuovo approccio all‟assistenza primaria privilegia
il principio della:
“medicina d’iniziativa”,
“dell’assistenza centrata sul paziente”,
del “ChronicCare Model” (CCM)”
e dei Percorsi Diagnostici Terapeutici
Assistenziali (PDTA).
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59
La regione Emilia Romagna
Ha progettato un luogo nel quale il cittadino
dovrebbe trovare le cure primarie, ovvero le
risposte ai suoi bisogni di salute:
LE CASE DELLA SALUTE
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ASSUERI
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a cura di NADIALINA
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Le Case della Salute sono strutture sanitarie e
socio-sanitarie dei Nuclei di cure primarie, pensate
per essere luoghi di riferimento per i cittadini, dove i
servizi di assistenza primaria si integrano con
quelli specialistici, ospedalieri, della sanità pubblica,
della salute mentale e con i servizi sociali. Un luogo
di accesso unico, diffuso in modo omogeneo in tutta
la regione, dove si sviluppi un maggiore
coordinamento tra gli operatori sanitari e una più
efficace integrazione dei servizi. (Definizione tratta
dal sito della Regione ER)
PDTA
“La migliore sequenza temporale e spaziale
possibile, sulla base delle conoscenze tecnico-
scientifiche e delle risorse professionali e
tecnologiche a disposizione, delle attività
da svolgere per risolvere i problemi di
salute del paziente”. Definizione tratta dal sito
AUSL di Bologna
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ASSUERI
63
Evoluzione del contestoAumento malattie cronico-degenerative
Bisogni sempre più complessi
Presa in carico a lungo termine
Sviluppo integrato delle professionalità attraverso relazioni cliniche, assistenziali ed organizzative che partendo dalla presa in carico della persona valorizzano il contributo dei diversi professionisti, integrando competenze, conoscenze e abilità specifiche.
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ASSUERI
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ASSUERI
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ASSUERI
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Non modificabili
Socio ambientali
Ambientali
Stili di vita
Accesso ai servizi
Genetica
Sesso
Età
Povertà
Occupa-
zione
Esclusio-
ne
sociale
Acqua
Alimenti
Abitazio
-ne
Ambien-
te
sociale
Ambient
e
culturale
Alimen-tazione
Attività
fisica
Fumo
Alcol
Attività
sessuale
Farmaci
Istruzione
Sistema
sanitario
Servizi
sociali
Trasporti
Attività
ricreative
CATEGORIE DI DETERMINANTI DELLA
SALUTE DI UNA COMUNITA’
Pianificazione
…..
…..
…..
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Pianificazione
Valutazione stato di salute al tempo 0. (stato
demografico del quartiere, livello di
istruzione, punti di debolezza e di forza)
Campagna informativa: incontri con i bambini
di educazione sanitaria
Proposte alle scuole (insieme ai bambini
preparazione di filmati, materiale cartaceo)
Organizzazione di eventi con il focus centrato
sull‟alimentazione corretta e stile di vita che
preveda attività fisica (feste, visite a luoghi
significativi)
Valutazione stato di salute al tempo 24 mesi.a cura di NADIALINA
ASSUERI
69
Pianificazione
…..
…..
…..
a cura di NADIALINA
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Pianificazione
Valutazione stato di salute al tempo 0.
(numero di tumori al collo dell‟utero al tempo,
morti per tumori CU, tipologia di popolazione,
hpv, accesso ai servizi ecc)
Campagna informativa: pap test e
vaccinazione hpv popolazione giovane
Eventi informativi per le popolazioni fragili
Piano per raggiungere tutta la popolazione
(telefono, lettera, MMG, ecc)
Valutazione stato di salute al tempo 5 anni.
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ASSUERI
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ASSUERI
73
Ambulatorio MMG
Nuclei di cure primarieStrutture Ospedaliere
Comune
Hospice
Cure a Domicilio
Residenze Ambulatori
Professionisti
Associazioni
Terzo settore
La rete dei servizi
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ASSUERI
74
COMPLESSITA’
E‟ LA VARIABILE DA CONSIDERARE SEMPRE
LAVORANDO SUL TERRITORIO E NELLA
COMUNITA‟.
ALLA COMPLESSITA‟ SI DEVE DARE UNA
RISPOSTA DI SISTEMA E NON A CANNE
D‟ORGANO
RISPONDERE ATTRAVERSO L‟INTEGRAZIONE
GARANTIRE LA CONTINUITA‟ ASSISTENZIALE
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ASSUERI
75
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ASSUERI
76
La metafora della rete
Rappresenta con una metafora semplice la possibilitàche ciascun servizio mantenga la propria specificaidentità, costituendo cioè un filo, una corda, una magliae insieme faccia parte, contribuisca a formare untessuto, un intreccio che si consolida in alcuni nodi eche permette di reggere ai pesi in modo solido eflessibile, ma anche di catturare, contenere, il disagioovvero la complessità della sofferenza e delle difficoltàche caratterizzano la quotidianità della vita di chi èportatore di disabilità o malattie croniche.
Da A.Dalponte,F.Olivetti Manoukian “Lavorare con la cronicità”Carrocci Faber
a cura di NADIALINA
ASSUERI
77
PERCHE‟ LAVORARE IN RETE
1) Motivazioni epidemiologiche: prevalenza della malattie
attuali(vedi ictus, demenza, depressione, diabete, malattie
cardiovascolari,ecc. )
2) Complessità dell‟intervento non più erogabile da un solo
servizio o un solo operatore
3) Motivi culturali
4) Motivazioni economiche o sostenibilità dei costi
5) Motivazioni etiche(equità e non solo economicità)
77
a cura di NADIALINA
ASSUERI
78
Insieme di attori dotati di autonomia
che realizzano attivita’ o scambi di
informazioni in funzione di un obiettivo
comune attraverso forme di
collegamento e utilizzando modalita’ e
strumenti definiti
Che cos’è una rete ?
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ASSUERI
79
avere un unico “gate” che esprima una risposta
unitaria ( es. diagnosi, intervento, ecc) o lo
indirizzi in un percorso delineato e coerente
unitarietà nel processo di fruizione senza
innumerevoli passaggi
Che cosa si aspetta il paziente
dalla rete
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ASSUERI
80
Lavorare in rete significa anche lavorare con le reti
informali, creare legami, opportunità, comunicazione
nei variservizi della rete formale.
Le reti informali
Insieme delle relazioni interpersonaliche gravitano e che si intreccianoattorno alle persone (famiglie, parenti,amici, vicini, ecc) all’interno delle qualisi mobilizzano le risorse (umane emateriali).F.Folgheraiter” Operatori sociali e lavoro di rete” Erikson
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ASSUERI
81
Le reti informali
Molte ricerche hanno dimostrato come il
principale effetto psicologico
dell’invecchiamento (sentire la propria vita
come meno efficace) risulti molto più
attenuato in anziani che possono contare su
un efficace sostegno sociale.
a cura di NADIALINA
ASSUERI
82
Integrazione
Integrum = intero
Composto da
In = non e tangere = toccare
= non toccato
Rendere intero, completo per supplire a
carenze
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ASSUERI
83
Integrazione
Completare aggiungendo quello che manca,
collegare, completarsi. Superare il concetto
della conoscenza esclusiva.
Nuova visione del lavoro da svolgere, che
metta in primo piano l’intervento globale
per risolvere il problema.
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ASSUERI
84
L’integrazione socio-sanitaria
Istituzionale
Gestionale
Professionale
Art. 32 Costituzione
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
E’ con la legge di riforma sanitaria del 23.12.1978 n.833 che viene
data effettiva e concreta attuazione al dettato costituzionale di cui
all’art. 32, risalente a 30 anni prima.
Gli aspetti fondamentali sono:
Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale: complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute psico-fisica di tutta la popolazione, senza alcuna distinzione
Istituzione delle Usl, le nuove istituzioni sanitarie periferiche, e soppressione degli Enti ospedalieri, che diventano parte integrante delle USL stesse. Le USL hanno il compito di gestire l'ospedale e i servizi sul territorio
1^ riforma sanitaria: Legge 833/1978
2^ riforma sanitaria: d.lgs 502/1992
Costituzione delle Aziende sanitarie (Asl e Aziende Ospedaliere), dotate di personalità giuridica pubblica, di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica.
L’AUSL è di norma esistente su tutto il territorio provinciale. Da essa si “staccano” alcuni ospedali di rilievo nazionale e ad alta specializzazione, divenendo indipendenti e costituendo un’azienda a parte (AO)
Si decide di investire sul livello regionale che diventa il cuore del sistema sanitario
a cura di NADIALINA
ASSUERI
88
Legge di riforma n. 502, (D.Lgs 502/’92 e
D.Lgs 517/1993)
Il Dlgs 229/99: nuove condizioni di rapporto
tra regioni, comuni e aziende unità sanitarie
locali nella programmazione sanitaria e
sociosanitaria a livello regionale e locale e
precisa che l‟integrazione sociosanitaria
riguarda «tutte le attività atte a soddisfare,
mediante un complesso processo
assistenziale, bisogni di salute della
persona che richiedono unitariamente
prestazioni sanitarie e azioni di protezione
sociale».
a cura di NADIALINA
ASSUERI
89
Individua il Distretto come una dellemacrostrutture aziendali che governa ladomanda sanitaria e la produzione dell‟“assistenza primaria” realizzate daiservizi territoriali
PSR 1999/2001 e delibera attuativa 309/2000Delineano la nuova funzione e la riorganizzazione
delle attività del Distretto: committenza eprogrammazione e attribuiscono al Dipartimento diCure Primarie la funzione di produzione
D.Lgs.vo 229/99
a cura di NADIALINA
ASSUERI
90
DISTRETTO SANITARIO
Il distretto sanitario rappresenta il luogo
dell‟assistenza primaria, dell‟integrazione,
della continuità assistenziale, di
promozione della salute, prevenzione,
cura e riabilitazione, della partecipazione
istituzionale e dell‟inclusione dei cittadini
(Piano sociale e sanitario Regione Emilia
Romagna, 2008-2010).
a cura di NADIALINA
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DISTRETTO SANITARIO
Il Distretto è l‟articolazione territoriale fondamentale del
governo aziendale (ausl), il luogo in cui sono
valorizzate le forme individuali e collettive di
espressione dei bisogni come meccanismo di
costruzione della domanda, garantendo sempre una
risposta correlata, con attivazione e messa in rete
delle energie individuali, familiari, comunitarie e
pubbliche disponibili. Il Distretto è anche il luogo delle
relazioni interistituzionali e della garanzia di accesso,
di adeguatezza della risposta e di rendicontazione
verso il cittadino.
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DISTRETTO SANITARIO
Il Distretto impronta la propria azione sul tema
della garanzia, che include anche l‟integrazione
socio-sanitaria e il controllo quali-quantitativo
sugli erogatori interni ed esterni, qualificando
così il ruolo di governo e committenza, non più
limitato ai precedenti ambiti di gestione diretta,
ma estesi a tutti i macrolivelli assistenziali. Il
mandato del nuovo Distretto può essere così
sintetizzato: individuazione precoce dei bisogni
socio-sanitari ed elaborazione di risposte
adeguate, valorizzando tutte le risorse civiche
disponibili;
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93
DISTRETTO SANITARIO
promozione, anche attraverso gli strumenti di
pianificazione socio-sanitaria locale, del riequilibrio
continuo della rete d‟offerta, con specifico
riferimento alle strutture di erogazione fisicamente
ubicate sul territorio di competenza, in coerenza
con il quadro dei bisogni rilevati, evitando sia le
ridondanze che le carenze di offerta assistenziale
e monitorando il quadro delle risorse di welfare
pubbliche e collettive disponibili, affinché tutte
vengano valorizzate e orientate a fornire le
risposte più appropriate ai bisogni;
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DISTRETTO SANITARIO
monitoraggio sistematico, quali-quantitativo, delle prestazioni e
dei percorsi clinico-assistenziali, anche in riferimento a standard
predefiniti, nei confronti di tutti gli erogatori interni (dipartimenti
territoriali ed ospedalieri) ed esterni, pubblici e privati;
partecipazione alla pianificazione dell‟utilizzo del FRNA di concerto
con tutti gli attori istituzionali interessati;
realizzazione dell„integrazione socio-sanitaria a livello delle istituzioni
locali, incluse le risorse assegnate dal FRNA, e promozione
dell‟integrazione organizzativa tra le strutture di erogazione al fine del
corretto ed efficiente sviluppo dei percorsi;
organizzazione di strutture professionali integrate fra AUSL e
Comuni ed équipe interprofessionali (UVMD) per l‟analisi del bisogno;
erogazione dell‟assistenza sociale in virtù delle deleghe attive nei
rapporti con i comuni, laddove esistenti.
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I momenti essenziali della funzione di garanzia
del distretto
Indirizzo: Individuazione delle tipologie di
paziente e definizione degli standard di
garanzia;
Gestione: Attuazione dei percorsi clinico-
assistenziali e del conseguimento risultati;
Valutazione: monitoraggio e valutazione dei
percorsi e dei risultati conseguiti.
95
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Del. Di Giunta N.86/2006
“Direttiva alle Aziende Sanitarie per l‟adozione dell‟Atto Aziendale”
ribadisce la distinzione tra responsabilità di governo
aziendale, attribuite ai Direttori di Distretto, e
responsabilità di gestione della produzione sanitaria,
attribuite ai Direttori dei Dipartimenti.
individua il Nucleo delle Cure Primarie come modello
organizzativo di base per l‟assistenza primaria, per
aumentare l‟accessibilità alle cure primarie, favorire
l‟integrazione interprofessionale, migliorare i livelli di
appropriatezza organizzativa e clinica,
ulteriori indicazioni per definire le relazioni del distretto
con i dipartimenti saranno emanate negli indirizzi specifici
per i dipartimenti ospedalieri, i dipartimenti delle cure
primarie, di sanità pubblica e di salute mentale.
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ESERCITAZIONE
Quali servizi e professionisti dovrebbero essere
presenti nella Casa Della Salute?
…..
…..
…..
……
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Casa della Salute
……………..
……………..
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ASSISTENZA DOMICILIARE
L‟Assistenza Domiciliare è stata definita
dall‟Organizzazione Mondiale della Sanità
come “la possibilità di fornire a domicilio del
paziente quei servizi e quegli strumenti che
contribuiscono al mantenimento del massimo
livello di benessere, salute e funzione”.
a cura di NADIALINA
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100
ASSISTENZA DOMICILIARE
Per Assistenza Domiciliare si intende quindi l‟effettuazione, al domicilio del paziente, di prestazioni sanitarie più o meno complesse e integrate a prestazioni socio assistenziali erogate a soggetti non autosufficienti, o a rischio di non autosufficienza, in un programma personalizzato di assistenza.
Tale intervento ha come finalità quella di garantire un adeguato livello assistenziale con lo scopo di salvaguardare l‟autonomia degli individui e la loro permanenza nel proprio nucleo familiare, nel rispetto dei principi di appropriatezza, continuità ed efficacia delle cure.
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102
Gli obiettivi dell‟assistenza domiciliare sono
orientati alla soddisfazione dei bisogni
plurimi, correlati ad una condizione di non
autosufficienza parziale o totale, attraverso la
continuità e l‟integrazione assistenziale, con
una particolare attenzione alla qualità di vita
del paziente, perseguita attraverso il
mantenimento del suo abituale ambiente di
vita e delle sue reazioni significative.
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OBIETTIVI DELL’ASSISTENZA
DOMICILIARE INTEGRATA
assicurare un‟adeguata assistenza sanitarie sociale
ai pazienti che desiderano, ed hanno le
caratteristiche per essere curati a domicilio
evitare ricoveri impropri ed istituzionalizzazione
non adeguata
promuovere programmi di dimissione protetta
delle strutture sanitarie
realizzare interventi di educazione sanitaria sia
sul paziente che sulla famiglia
favorire l‟integrazione tra territorio e ospedale
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104
Le caratteristiche fondamentali dell’A.D.I. (Legge 8
novembre 2000, n. 328):
la valutazione multidimensionale dello stato funzionale del paziente, sulla base di griglie valutative omogenee e standardizzate;
la predisposizione di un piano personalizzato di assistenza;
l‟assistenza erogata da un‟ equipe multiprofessionale;
l‟organizzazione assistenziale e la realizzazione del piano personalizzato di assistenza, assicurati da un componente dell‟èquipe, quale responsabile del caso che, in stretta collaborazione con il responsabile terapeutico, ne coordina gli interventi e verifica la coerenza a quanto definito nelle diverse fasi del processo assistenziale.
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I destinatari del servizio infermieristico
domiciliare
patologie in fase terminale
riacutizzazioni di patologie croniche
dimessi da strutture sanitarie o residenziali (dimissione protetta)
bambini con patologie croniche
portatori di gravi disabilità
pazienti impossibilitati a camminare
pazienti impossibilitati a raggiungere l‟ambulatorio