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La diga di Mosul – sul fiume Ti-
gri, nel Kurdistan iracheno -
non è solo il bacino d’acqua ne-
cessario al funzionamento di una parte
importante della rete elettrica dell’Iraq,
ma anche un potenziale obiettivo di ri-
conquista per l’ISIS, che si trova a poche
decine di km. Nell’estate del 2014 le mi-
lizie del Califfato avevano assunto per
brevissimo tempo il controllo del bacino,
prima di essere scacciate dai combatten-
ti Peshmerga che tuttora fronteggiano
l’avversario con le loro postazioni.
L’imponente sbarramento, lungo più di
tre chilometri e capace di contenere ol-
tre dieci miliardi di metri cubi d’acqua,
fu voluto da Saddam Hussein negli anni
’80 ed è oggi potenzialmente minacciato
Un impegno civilee militare
per rinforzarela struttura
e proteggere il cantiere,
che si inserisce nella strategia italiana in Iraq,
mirata a sostenerelo sviluppo economico
e a formarele forze in prima linea
contro l’ISIS
FOCUS DIFESA
Mario RENNA e Antonio MORLUPI
IRAQuna TASK FORCE civile e militare per la sicurezza della diga di MOSUL
Schierata in Iraq la Task Force Praesidiumcon la Coalizione internazionale anti-ISIS
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– oltre che dall’ISIS - anche dalla morfo-
logia del terreno, il quale presenta nel
sottosuolo spessi strati di gesso e anidrite
solubili in acqua che ne indeboliscono le
fondamenta. Il fenomeno mette a rischio
di una devastante inondazione (la massa
idrica fuori controllo supererebbe le cen-
tinaia di milioni di tonnellate) - oltre che
di blackout - una regione vastissima, po-
polata da un milione e mezzo di abitanti.
Il conflitto ha inoltre causato lunghi anni
di scarsa manutenzione, indispensabile
da sempre a contenere l’azione scavante
dell’acqua, rendendo la situazione oltre-
modo critica, al punto da indurre le au-
torità di Baghdad a lanciare l’allarme alla
comunità internazionale.
L’Italia è così scesa doppiamente in cam-
po per mettere in sicurezza la diga, con
lo schieramento della Task Force Prae-
sidium – costituita in prima battuta dai
bersaglieri del 6° reggimento della bri-
gata meccanizzata Aosta – e con l’acqui-
sizione da parte dell’impresa Trevi del
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contratto di manutenzione e consolida-
mento della struttura, al termine di una
gara internazionale indetta alla fine dello
scorso anno dal Ministero iracheno delle
risorse idriche.
I militari italiani della Task Force – in-
quadrati nell’operazione ‘Prima Parthica’
- hanno il compito di sorvegliare, insie-
me alle forze locali, il grande cantiere al-
lestito dalla Trevi, che per la fine dell’an-
no prevede di impiegare per circa 18 mesi
centinaia di tecnici per eseguire i lavori
di perforazione e iniezione di speciali
miscele di cemento nelle cavità formate-
si negli strati rocciosi su cui poggiano le
fondazioni della diga. Non solo: è previ-
sta anche una serie di delicati interventi
sulle gallerie di scarico, attualmente dan-
neggiate. Nel contratto del valore di 273
milioni di Euro siglato a marzo dall’im-
presa italiana, sono compresi anche corsi
di specializzazione in favore del persona-
le locale che utilizzerà gli speciali mezzi
di perforazione prodotti da un’azienda
del gruppo Trevi.
Il campo base di dieci ettari - formato da
moduli prefabbricati e munito di cospi-
cue protezioni perimetrali - è in fase di
ultimazione, e oltre ai tecnici ospiterà il
contingente militare che presidierà l’in-
tero comprensorio con pattuglie armate
e attraverso dispositivi elettronici di ulti-
ma generazione, attivi 24 ore su 24, in un
contesto rischioso e impegnativo anche
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climaticamente, con temperature che di
giorno raggiungono spesso i 50 gradi.
I militari della Task Force Praesidium –
impegnati già in estate in una prima fase
di ricognizione del terreno - opereranno
in collaborazione con i Peshmerga, mol-
ti dei quali sono stati brevettati presso il
training center di Erbil, dove gli uomini e
le donne dell’Esercito formano da diversi
mesi le forze del Kurdistan iracheno che
stanno contrastando con successo i mili-
ziani dell’ISIS nell’Iraq settentrionale.
Lo schieramento dei fanti piumati del
6° reggimento di Trapani fa dell’Italia il
secondo Paese dopo gli Stati Uniti nella
coalizione anti-ISIS, con un contingente
complessivo di circa 1400 unità, e rende
l’operazione ‘Prima Parthica’ la missione
più importante da un punto di vista nu-
merico, per la Difesa (che in Libano e in
Afghanistan è presente con un migliaio
di militari delle quattro Forze Armate in
ciascuno dei due Paesi). La Task Force
Praesidium va ad aggiungersi al disposi-
tivo che comprende già gli addestratori
di Erbil, i Carabinieri che formano le for-
ze di polizia irachene a Baghdad, la Task
Force dell’Aeronautica Militare basata in
Kuwait e gli elicotteri NH90 dell’Aviazio-
ne dell’Esercito con compiti di personnel
recovery, cioè di salvataggio di feriti.
La joint venture civile-militare sostenuta
dal Governo italiano accentua ulterior-
mente l’importanza del ruolo italiano
nella coalizione globale di oltre 40 Paesi
formata contro l’ISIS, un ruolo unanime-
mente riconosciuto ai Ministri Pinotti e
Gentiloni in occasione della conferenza
di due giorni conclusasi a Washington
lo scorso 21 luglio. Sul fronte militare gli
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istruttori dell’Esercito e dell’Arma dei
Carabinieri che operano in Iraq hanno
infatti addestrato oltre 7200 soldati e po-
liziotti locali, la maggior parte dei quali
impiegati in attività di contrasto all’ISIS,
mentre l’Aeronautica ha all’attivo più
di 7mila ore di volo con 1.250 sortite di
Tornado, Predator, C130 e rifornitori. Sul
versante dello sviluppo economico della
regione i lavori di consolidamento della
diga avranno un impatto considerevole,
sia per quanto riguarda l’erogazione si-
cura e regolare dell’energia elettrica (per
una potenza di 750 Megawatt) che dal
punto di vista dell’occupazione, dal mo-
mento che la maggior parte della mano-
dopera sarà reclutata localmente, secon-
do un modus operandi consolidato.
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Il 20 e 21 luglio si è svolto a Washing-ton un summit che ha visto la parteci-pazione dei Ministri della Difesa e de-gli Esteri di oltre 40 Paesi, riunitisi con l’obiettivo di stabilire le priorità della coalizione, il finanziamento della lotta al terrorismo e le azioni militari da in-traprendere per contrastare la minaccia dei ‘foreign fighters’. L’Italia era rap-presentata dai Ministri Roberta Pinotti e Paolo Genti-loni. “Questo incontro - ha dichiarato il Ministro Pi-notti - ci ha consentito di conf ronta rc i sui progres-si fatti dalla coalizione nel-la lotta all’ISIS e di sotto-lineare l’im-portante apporto delle Forze armate italiane che rappresentano il secondo contingente più numeroso in Iraq. I nostri istruttori militari - ha continuato il Ministro - hanno addestrato il maggior numero di iracheni e peshmerga per un totale di 7200 militari”.L’Italia ha incrementato il proprio con-tributo nell’ambito della coalizione, inquadrato nell’operazione ‘Prima Parthica’, che è diventata l’impegno in-ternazionale più importante per la Dife-sa: “Entro il prossimo autunno i militari
dispiegati per la protezione della diga di Mosul, per consentire i lavori di con-solidamento di un’infrastruttura strate-gica per la regione, saranno 500”, ha aggiunto il Ministro, che a maggio ave-va fatto tappa presso la diga nel cor-so della visita al contingente italiano in Iraq insieme al Capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano.Durante il vertice, il Ministro ha sotto-
lineato anche l ’ importanza di estirpare le fonti di finan-ziamento, sos-tenendo l’Is-lam moderato e favorendo lo sviluppo eco-nomico (pro-prio come sta facendo l’Italia con la diga di Mosul). Ha poi
evidenziato la necessità di eliminare l’ISIS dai territori che occupa, passag-gio fondamentale per fermare gli at-tentati e impedire ai terroristi la possi-bilità di addestrarsi e fare propaganda. I membri della coalizione hanno condi-viso l’esigenza di adottare misure polit-iche, diplomatiche ed economiche per contrastare in maniera sinergica le rad-ici del fenomeno terroristico, e di ana-lizzare la minaccia dell’ISIS non solo nel teatro siriano-iracheno e non esclusiva-mente nella sua dimensione militare.
L’Italia il secondo Paese più importante della Coalizione Internazionale contro l’ISIS in Iraq.
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