Registrazione tribunale di Milano n.614 del 16 ottobre 2008 - www.atleticaweek.itDirettore Responsabile: Cesare Monetti
Lunedì_26 ottobre 2009 - anno 2° - n. 35 euro 1,70 - COPIA OMAGGIO
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Hanno vinto tutti
Nel pieno della stagione delle corse su strada AtleticaWeek è reduce da un autentico successo alla Venicema-rathon. O meglio la Venicemarathon è stato un auten-
tico successo. Normale quindi che lo sia stato per tutti coloroche ne hanno preso parte, in tutte le sue forme e modalità. Unsuccesso per Atletica Week che è stato omaggiato in migliaia dicopie ai partecipanti catturandone l’attenzione, un successo pergli espositori dell’expomarathon che sono potuti entrare in con-tatto con almeno 15mila persone, un successo per Oscar Pisto-rius che ha partecipato alla Family Run e che per un’ora ilsabato pomeriggio allo stand di Groupama Assicurazioni ha in-contrato i partecipanti firmando centinaia di autografi. Un suc-
cesso anche per Alex Zanardi, un grande uomo prima di essereun grande atleta, che con le braccia ha spinto la sua hand-bike ecoperto la strada che va da Villa Pisani a Riva Sette Martiri inpoco più di un’ora andando a conquistare il primo gradino delpodio. Un successo per il Kenia che fa tripletta nella gara ma-schile e si aggiudica anche la gara femminile, un successo pergli organizzatori che hanno visto tagliare il traguardo al primoclassificato con un record della gara (2h08’13) dunque vedendoripagati gli sforzi e le trattative con i manager per avere nellastarting-list atleti di caratura mondiale. Il 2h08’ a Venezia conla durezza dei 13 ponti concentrati negli ultimi 6 chilometrivale almeno un minuto in meno rispetto ad una gara su un per-
corso più piatto. Un successo per i 6.491 runners che hanno de-ciso di iscriversi con anticipo per non mancare l’appuntamentoa Stra per vivere l’emozione della partenza e ancora più goderedella fatica dei ponti e dello splendore del sole sul rettilineo fi-nale che è unico al mondo in quanto a scenario. Hanno vintotutti. Anche chi ancora intorno alle 5 ore macinava chilometrisul ponte che collega Mestre a Venezia con passo stanco e faresilenzioso, ma con tanta volontà e fermezza. Ha vinto chi ci hacreduto di più e in questa festa di quattro giorni che è stata laVenicemarathon in tanti ci hanno creduto. E hanno vinto.L’appuntamento ora da non perdere è per il 25° anniversarionell’ottobre 2010.
L’EDITORIALE di Cesare Monetti
KENIA DA RECORD
2 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]
In una giornata calda e soleggiata in
6500 hanno scelto di essere al via della
Venicemarathon. Davanti a tutti a dare
l’esempio un esercito di atleti keniani che
sono stati autori di una straordinaria tri-
pletta maschile. A tagliare per primo il tra-
guardo è stato John Komen che con un va-
lido 2h08’13” ha siglato il nuovo record
della gara, battendo il precedente record
2h08’49” di David Makori che resisteva
dal lontano 2002. La gara è partita subito
a un ritmo elevato sotto la guida delle lepri
Taragon e Kirwa che hanno portato il
gruppo di testa a transitare in 1h04’22” a
metà gara. Il gruppo, composto da una de-
cina di atleti tra cui tutti i favoriti della vi-
gilia a partire da Lomala vincitore del-
l’anno scorso, Chebet vincitore quest’ anno
della maratona di Padova, Cherono, Kuzin
unico bianco che poteva impensierire gli
atleti degli altipiani, Samoei e Komen, ha
marciato compatto fino al 30°km quando
sono uscite di scena le lepri insieme a Che-
bet alle prese con problemi di stomaco.
Con un parziale di 5km sotto i 15’ sono
stati proprio Komen e Samoei a lasciare la
compagnia e involarsi da soli verso il tra-
guardo di Riva Sette Martiri. Alle loro
spalle Cherono seguito da un Kuzin in ri-
monta e in scia Lomala e Kibet, fino a
quando verso la fine del lungo ponte della
libertà il 32enne Komen proseguendo a un
ritmo di 3’ al km ha fiaccato la resistenza
di Samoei e si è presentato tutto solo sul
traguardo circondato da due ali di folla con
il nuovo record del percorso. Secondo Sa-
moei tesserato per la Co-Ver Sportiva Ma-
pei con il tempo di 2h10’09” e terzo Che-
rono in 2h10’19”. Quarto il primo bianco,
l’ucraino Aleksandr Kuzin, in 2h10’54”
davanti a Lomala. I migliori italiani al tra-
guardo, seppur molto staccati dai primi,
sono stati Pasquale Rutigliano tesserato
per l’Esercito ottavo classificato in
2h20’18”, Tommaso Vaccina dell’Athletic
Terni nono classificato in 2h21’19” e Zan-
can Stefano decimo classificato in
2h21’33”.
FINALMENTE
Kenya anche tra le donne grazie alla vitto-
ria di Anne Kosgei in 2h27’46” che è riu-
scita finalmente a imporsi a Venezia dopo
DELUSIONE
Giovanna Volpato al rientro sulla distanza
ha probabilmente pagato la forte partenza
iniziale terminando la prova all’ottavo po-
sto in 2h32’15”. Da segnalare che la prova
femminile è stata di altissimo livello tec-
nico con ben quattro atlete scese sotto il
muro delle 2h30’00”.
ALEX
Alex Zanardi ha messo la ciliegina su
questa splendida giornata vincendo la sua
prima Venicemarathon nella gara di hand-
bike in 1h13’56”. “Ci speravo molto inquesto risultato! Non posso dire che neero sicuro, ma ci speravo. Sono uscito distrada al Parco San Giuliano dopo unacurva e mi è caduta tre volte la catenama non mi sono perso d’animo, anzi horicominciato a spingere come un dan-nato.”Dietro di lui Mauro Cattai (1h14’54”) e
Cristiano Picco (1h30’06”).
una collezione di secondi posti nel 2002,
nel 2007 e nella scorsa edizione. La gara
femminile è stata una gara molto bella e
combattuta che ha avuto come lepre la ma-
ratoneta azzurra Bruna Genovese impe-
gnata in un test in vista della ormai pros-
sima maratona di Yokohama .Il gruppo di
testa è transitato a metà gara in 1h13’42”
composto da 11 atlete tra cui anche Gio-
vanna Volpato che è rimasta con le prime
fino al 25°km. Il gruppo è andato sgranan-
dosi fino a che son rimaste al comando
due atlete: l’etiope Yal Koren e la keniana
Anne Kosgei. Proprio quest’ultima a pochi
chilometri dal traguardo è riuscita a stac-
care la compagna di testa guadagnandosi
l’applauso da vincitrice, seconda la Yal
Koren che era al debutto sulla distanza in
2h28’41” precedendo di soli 5” la russa
Samokhalova autrice di una grandissima
rimonta negli ultimi chilometri.
Dominio keniano e record della maratona.
Mentre rimane delusa Giovanna Volpato: “La maratona dovrebbe essere come la matematica:
se i calcoli sono giusti, tornano.
Invece oggi non è stato così e purtroppo non capisco neppure il perché”
di Matteo Vecchia Record e calcoli sbagliatiLa 34enne veneziana tesserata per l’As-sindustria Sport Padova allenata da MarioDel Giudice era al ritorno sulla maratonadopo la vittoria dello scorso anno a Fi-renze e quindi prima maratona del 2009anno che per lei è stato costellato da pro-blemi fisici.In gara ha corso egregiamente fino al25°km rimanendo a contatto con le primee con un tempo intermedio che le davauna proiezione poco superiore alle 2h27’per poi incominciare a rallentare notevol-mente e il suo ritmo al chilometro pas-sava da 3’30” a più di 3’40” e questo caloha appesantito il suo tempo finale.Il tempo di 2h32’ non è probabilmentequello che si aspettava ed è molto lon-tano dal suo record personale ma non ècertamente un brutto risultato soprattuttose si tiene in considerazione che Gio-vanna è stata lontana dalla maratona perquasi un anno e quindi può essere unbuon punto di partenza per la prossimastagione.
GiovannaVolpato
Venezia un grande evento sportivo
A Venezia la maratona ha visto al via 6491corridori e l’evento ha avuto come testimo-nial il sudafricano Oscar Pistorius protago-nista insieme a Zanardi di numeroseiniziative collaterali a sfondo sociale come“Venezia accessibile” ,la “Run For Water” ela” Family Run” che sabato ha visto al viapiù di 10.000 persone. Inoltre La maratonadi Venezia si può fregiare della”Silver LabelIaaf” e l’anno prossimo sarà la sede deicampionati italiani di specialità.
Alex Zanardi vince la Venice Marathon
3Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]
GIOVANNA VOLPATO
E’ stata una giornata che mi ha lasciato pa-
recchio l’amaro in bocca. Le mie aspetta-
tive erano completamente diverse e aspi-
ravo al mio record personale sulla distanza
visti gli esiti degli ultimi allenamenti svolti
col mio tecnico Mario Del Giudice. Ero
veramente pronta per il grande risultato e i
lavori parlavano chiaro. Avevo curato ogni
minimo dettaglio, dall’abbigliamento da
gara all’alimentazione, allo “scaricare”
bene e assai attentamente in questi ultimi
giorni. Parlerei di oggi come giornata-no,
una giornata che aveva dato i primi segnali
già dopo 15km quando ho capito di avere
una piccola vescica sotto un piede. Il pas-
saggio alla mezza maratona (1h13’40”) è
stato poco più veloce del previsto ma ho
voluto osare per non rimanere sola e allo
scoperto nell’arrivare a Venezia: non ho
volutamente voluto partire troppo piano.
D’altronde, la partenza anticipata di noi
donne ha un pò sconvolto i piani tattici di
ognuna e non rimanere sole al vento di-
ventava un obiettivo importante. La con-
dotta di gara che Bruna Genovese (prima
lepre fino alla mezza) è stata ineccepibile
per 20km e sono riuscita a correre a
3’30/km come mi ero prefissata. Un par-
ziale della Genovese a 3’22”/km intorno
alla mezza, ha creato quel piccolo gap di
ritardo tra me e le africane che ho provato
in più modi a recuperare ma senza esito.
Sentivo anche i polpacci rigidi che non mi
permettevano di adottare e sviluppare a
pieno quella che è la mia meccanica di
corsa usuale. Fare quasi tutta la seconda
metà gara da sola è stata parecchio dura e
solo il pensiero di poter superare qualcuna
delle africane davanti mi faceva stare con-
centrata. Una piccola disavventura a 3 ponti
dal traguardo quando sono accidentalmente
scivolata in discesa: mi sono rimessa di
buona lena per provare a superare la ke-
niana Toroitich ma purtroppo per un inerzia
non ce l’ho fatta.
Mai mi sarei aspettata di arrivare ottava a
Venezia: come già detto sopra le mie aspet-
tative erano ben altre e non posso nascon-
derlo di essere un pò delusa dalla mia pre-
stazione odierna. Un 2h32’ che rimane il
mio terzo tempo di sempre sulla distanza.
Mi aspetta adesso un periodo di riposo per
recuperare morale e anche il fisico visto
che negli ultimi chilometri mi sono sentita
un po’ affaticata.
BENSON CHERONO
terzo classificato
Nel complesso sono soddisfatto della mia prestazione. Per vari
motivi era da un po’ che non correvo la maratona ed essere
tornato a Venezia, con un percorso cosi duro nel finale, a correre
subito sul piede del 2h10’ è un buon punto di ripartenza per il fu-
turo. Per oggi mi dispiace solamente aver sofferto già da subito
di un fastidioso mal di schiena che mi ha condizionato per tutta
la gara.
ANNE KOSGEI
prima classificata donne
Venezia mi porta sempre bene ed è la maratona che da anni
adoro. C’è qualcosa di magico in questa città che mi accompa-
gna ogni volta che ci vengo, e questa è la mia quarta volta. Ero
molto preparata per la gara di oggi e ci tenevo veramente a
centrare il bersaglio grosso. Tutto ha funzionato per il verso
giusto: ho mantenuto una condotta tattica e prudente fino alla
mezza maratona per poi andare in un progressivo assolo. Sod-
disfazione ancora maggiore per avere centrato proprio nella
mia adorata Venezia il mio nuovo record personale sulla di-
stanza.
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“Sono delusa, avevo curato
ogni dettaglio!”
di Alberto Stretti
John Komen atleta keniano di 32 anni
è alla sua terza maratona in carriera
oltre ad essere stato il vincitore è stato
senza dubbio il protagonista della gara di-
mostrando fin dalle prime battute di voler
vincere a tutti i costi. Dal 30°km in poi ha
fatto di tutto per staccare i suoi avversari
con una corsa molto elastica e potente. E’
stato premiato con la vittoria e con uno
straordinario tempo, molto vicino al suo
record personale (2h08’06”) che gli è valso
il record della manifestazione. Un crono
che in una maratona dal percorso più sem-
plice vale almeno qualche decina di secondi
in meno.
Dietro alla grande prova di John Ken Ko-
men ci sono il manager Gianni Demadonna
e l’allenatore Gabriele Nicola che ha com-
mentato così la vittoria del suo allievo alla
maratona di Venezia.
Ti aspettavi questa vittoria e il record
della gara?
Ci siamo allenati per cinque mesi per vin-
cere e fare il record della gara. Ero molto
fiducioso ma quanto ha fatto John oggi è
una cosa enorme. Ha corso gli ultimi 12.195
metri in 36'08 con i ponti (2'57.7/km, ndr)...
Cosa ti faceva essere così ottimista?
John era più veloce, più resistente e più
consapevole dei suoi mezzi come mai
prima in carriera...E nelle ultime due gare
aveva corso in 2h08' e pochi. Questi erano
buoni indizi!
Che atleta è John Komen?
Un mediocre talento con un cervello e una
professionalità speciali... E’ una persona
che sa imparare dai propri errori.
John Komen: una vittoria italiana
Un po’ di numeri in attesa delle nozze d’argentoGli stranieri hanno rappresentato il 20,5% degli iscritti e 55 sono statele nazioni presenti. La più rappresentata, dopo l'Italia che conta ben5092 iscritti, è stata la Francia con i suoi 298 atleti, seguita da GranBretagna (216 atleti) e Germania (147), mentre la regione italiana piùrappresentata è ovviamente il Veneto con 2164 iscritti, di cui 710 dellaprovincia di Venezia, 525 di Treviso e 480 di Padova, seguita da Lom-bardia con 1059 e in terza fila con un notevole distacco l’ Emilia Ro-magna con 322. Hanno tagliato il traguardo in 5558 atleti. Il corridorepiù anziano è stato un maratoneta italiano di 80 anni mentre le mara-tonete più mature sono state un’italiana ed una straniera, entrambedi 70 anni. Sono stati ben 18 gli atleti che oggi hanno compiuto glianni. L’ultimo a tagliare il traguardo è stato l’ipovedente Norberto e
Katia che hanno chiuso la loro avventura in 6h24’24”. RISTORI - Lungo il percorso ci sono stati punti di ristoro ogni 5 km,per i quali sono stati impiegati oltre 60.000 bottiglie di Acqua San Be-nedetto e 60.000 bottiglie di Powerade. A partire dal ventesimo chilo-metro oltre agli integratori liquidi gli atleti sono state fornite 30.000confezioni di biscotti Palmisano e i 4 tonnellate di frutta fresca offertadalla Coldiretti. Il ristoro finale è stato arricchito anche dai prodottiAlpro Soya e Yakult. VOLONTARI - Una maratona anche di numeri quella di oggi che havisto oltre 2000 volontari in azione, 450 rappresentanti delle forzedell’ordine, 16 ambulanze pronte ad intervenire lungo il percorso, 3postazioni fisse di soccorso, 2 idroambulanze.
Hanno detto...Giovanna Volpato ai microfoni RAI
4 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]
5Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]
in una gara straordinaria a livello crono-
metrico (in sei atleti sotto le 2h07’), in
cui ottenne il primato personale, cor-
rendo in 2h06’53’’, fa pensare a un suo
possibile nuovo miglioramento della pri-
mato personale ed è per questo che ab-
biamo deciso di sentirlo al telefono nella
sua casa di Nandi Hills a pochi giorni
dalla partenza per la Corea.
David, come stai? Com’è andata la
preparazione?
Mi sento bene, la preparazione, se-
guendo i consigli e i programmi
di Gabriele Nicola, è filata liscia
a parte una lieve malaria a fine
luglio. Mi pare di essere pronto
per fare una bella gara.
Dove ti sei allenato e
chi sono i tuoi com-
pagni quotidiani di
fatica?
Da sempre mi al-
leno a Nandi
Hills, anche se
per qualche la-
voro qualificato mi
muovo in altri luoghi come
la pista di Kapsabet, l’ae-
roporto di Eldoret e per i
lunghissimi forti vado a
Ziwa. Con Gabriele abbiamo
scelto di avere un gruppo di
cinque fidatissimi compagni di
allenamento. Un paio di gio-
vani, che mi fanno da pacer, e
altri tre atleti di buon livello (Jo-
seph Ngeny, terzo a Eindhoven due
settimane fa in 2h08’10’’, Paul Sa-
moei, terzo a Torino in primavera e
Nixon Machichim, primo a Graz
2009). Non voglio “gare” in allena-
mento e nei gruppi grandi capita
troppo spesso…
Hai visto la starting list di Seoul.
Temi qualcuno in particolare?
Che gara ti aspetti?
Non guardo mai la lista dei miei
avversari anche se rispetto tutti. In
quanto alla tattica di gara, spero che i
pacer facciano il loro lavoro sino ai
30/32 km a un ritmo regolare da
2h06’30’’ (3’/km, ndr), poi mi auguro
che le gambe e la testa rispondano come
devono quando inizierà la vera mara-
tona… In primis ci tengo a vincere ma,
se il meteo sarà clemente, mi piacerebbe
anche correre il mio nuovo primato per-
sonale.
Si correrà in Asia, lunghissimo viag-
gio, fuso orario, cibo molto diverso.
Temi tutto questo?
Onestamente no. Ho già corso due volte
la maratona di Pechino e mi trovai bene.
Due giorni di belle dormite quando si
arriva là mi hanno sempre consentito di
sentirmi bene, spero accada anche sta-
volta.
Infine, una curiosità: vedendo il tuo
curriculum, si nota un significativo
progresso nelle tue performance nelle
ultime due stagioni. Cosa è capitato,
come te lo spieghi?
A mio parere le ragioni sono tre. In pri-
mis, nel precedente management, causa
la presenza di molti campioni, ero uno
dei tanti, con la Demadonnathletics mi
sento un numero uno e questo mi dà una
carica extra. In secondo luogo, ho trovato
un feeling umano con il mio allenatore,
che non avevo mai avuto con nessuno
prima. Infine, tecnicamente ora ci sono
più recuperi tra una sessione qualificata
e un’altra e questo mi aiuta molto. Ma
vedo che anche il mio compagno di trai-
ning Joseph Ngeny ha avuto gli stessi
benefici. Non sono un allenatore ma in-
comincio a credere che questa strada sia
quella giusta un po’ per tutti…
JoongAang Seoul Marathon, un
nome strano cui risponde la mara-
tona di Seul, che avrà luogo dome-
nica prossima, 1° novembre. E’ una delle
più grandi maratone che si tengono in
Asia ed è una di quelle che ha saputo
più di altre aumentare il numero
di partecipanti in pochi anni.
Quest’anno ne sono attesi più di
20.000. Anche dal punto di vista
tecnico, ad ogni edi-
zione, questa mara-
tona ha migliorato
la qualità delle
performance rea-
lizzate e ha invi-
tato atleti di alto
livello internazio-
nale, che hanno
ottenuto risultati
cronometrici tali
da porre questo ap-
puntamento tra i più at-
tesi.
Il cast di atleti 2009 ri-
spetta questo criterio e im-
portanti nomi saranno al
via. I tre più accreditati nei
favori della vigilia appaiono
David Kiyeng, Paul Kirui e
David Mandago. Atleti che
vantano un personale di
2h06’. Dei tre, sul piano cro-
nometrico, Kiyeng vanta il
migliore personal best
(2h06’26’’) e in questa gara
rispetto a Mandago ha un
vantaggio psicologico dato
dalla migliore prestazione otte-
nuta a Parigi nella primavera
scorsa, in cui i due atleti si sono
scontrati direttamente. Tra i due
potrebbe mettersi proprio Kirui, che
vanta sì un 2h06’44’’, ma ottenuto qual-
che anno fa. La crescita continua nelle
performance e la straordinaria costanza
dei risultati di Mandago, dallo scorso
anno in cui arrivò primo ad Amburgo in
2h07’23’’, poi secondo a Chicago in
2h07’37’’ e, in primavera, sesto a Parigi
“Niente garein allenamento.
Questo il segreto”
DAVID MANDAGO
di Alessandra Ramella Pairin
Chi è DAVID MANDAGODavid Mandago, 31 anni di Nandi Hills (luogo famoso per le piantagioni di tè a 45 km da El-doret), sposato con una bambina di 3 anni e mezzo, Radcliffe (“l’ho chiamata così come buonauspicio affinché diventi un giorno una campionessa”, ama ripetere papà David…), un per-sonale sulla maratona di 2h06’53’’ (Parigi 2009) è uno dei favoriti della JoongAng Seoul Ma-rathon, in programma domenica prossima.
ho trovato un feelingcon il mio allenatore,che non avevo mai avutocon nessuno
6 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]
1_Come considera l’ attuale situazione
del settore assoluto nel mezzofondo?
Da quanto emerso nei campionati Mondiali
di Berlino direi che ci sono stati dei risultati
positivi e altri in controtendenza. Silvia
Weissteiner ed Elisa Cusma sono arrivate
all’appuntamento iridato in condizione. Un
po’ meno Elena Romagnolo dalla quale, es-
sendo stata finalista ai Giochi di Pechino,
ci si aspettava di più. Porremo particolare
attenzione su atleti della classe 1985-87 tra
i quali, nel settore maschile, Stefano La
Rosa e Daniele Meucci. Poi avremo gli oc-
chi puntati su Andrea Lalli. Nel mezzo-
fondo veloce Christian Obrist in questa sta-
gione ha avuto problemi e non è risultato in
forma smagliante ma si pensa che nel 2010
potrebbe vivere un anno positivo. Lukas
Rifesser ha confermato il suo valore negli
800 e puntiamo a portarlo a correre in 1’45”.
2_I giovani?
Mario Scapini ha dato prova di grande effi-
cienza ed energia positiva e Giordano Be-
nedetti ha avuto il citomegalovirus, pro-
blema non ancora risolto, che l’ha debilitato.
Poi a livello di giovanissimi direi che ai
Mondiali di Bressanone Under18 si è visto
un buon movimento. Inoltre brava nelle
siepi la junior Giulia Martinelli.
3_Progetti per il futuro?
Punteremo sul Progetto Talento che la Fidal
ha istituito nel 2004/2005 e poi sul progetto
di Riva degli Etruschi in Toscana dove pe-
riodicamente convocheremo i migliori gio-
vani. Anche i rapporti con la scuola sono
basilari e in questo ambito devo dire che la
mia regione, il Trentino, è all’avanguardia.
4_Rapporti con i tecnici di club?
Credo nella valorizzazione del connubio
tecnico-atleta. I tecnici che credono nel Pro-
getto Talento sono molto costanti nella loro
partecipazione. La finalità è che gli interessi
societari e quelli federali coincidano.
deve nascere la
voglia di miglio-
rarsi.
8_Cosa le re-
gala l’atletica e
il mezzofondo
in particolare?
L’atletica e il
mezzofondo sono
la mia vita. Sono
talmente innamo-
rato di questa disci-
plina che non po-
trei nemmeno
pensare di farne a
meno. Ho avuto
tanto dall’atle-
tica sia a livello di formazione per-
sonale, sia a livello di amici-
zie e di conoscenze. Amo
il mio lavoro anche come
insegnante di educazione
fisica. Dopo i Mondiali
di Berlino ero un po’ ab-
bacchiato per l’atletica in
generale. Ovviamente le
medaglie sono sempre
fonte di “ossigeno” per
l’ambiente e
danno co-
r a g g i o
nell’affron-
tare le dif-
f i c o l t à .
Credo che
sia neces-
s a r i o
tornare
ai vec-
c h i
v a -
l o r i :
f a t i ca ,
sacrificio e
costanza sono la
base per puntare
a piani duraturi
di crescita del
settore.
di Giuliana Cassani
Otto domande a Piero Endrizzi
responsabile nazionale
del settore mezzofondo
Chi è PIERO ENDRIZZI: insegnante di educazione fisica, da treanni responsabile nazionale del settoremezzofondo in collaborazione con SilvanoDanzi e Gianni Ghidini con i quali segue gliatleti di interesse nazionale sin dal settoregiovanile fino al settore assoluto. Per quin-dici anni Endrizzi ha operato nel settore na-zionale giovanile.
Testa e faticaMEZZOFONDO
Daniele Meucci
foto
di G
ianca
rlo C
olom
bo p
er O
meg
afot
ocro
nach
e
5_Dove sono dislocate le migliori ‘scuole
di mezzofondo’?
Interessanti centri sono a Milano con Gior-
gio Rondelli, a Mogliano Veneto con Faouzi
Lahbi ma anche a Trieste e in Puglia c’è un
buon movimento.
6_Su quali nomi si punterà per la pros-
sima stagione agonistica?
Primo appuntamento importante sarà con i
campionati Europei di Cross di Dublino per
i quali selezioneremo gli atleti in base ai ri-
sultati di Osimo, Volpiano e Condino. Poi
ci saranno i Mondiali indoor a Doha in
Quatar dal 12 al 14 marzo e i Campionati
del Mondo di Cross a Bydgoszcz il 28
marzo. Inoltre nella prossima stagione ci
saranno i Mondiali Juniores in Canada dal
19 al 25 luglio. Per la categoria allievi-e e
promesse organizzeremo incontri con atleti
di altre nazioni. A livello assoluto, punto
fisso saranno gli Europei di Barcellona per
i quali il CT procederà alle convocazioni
in base al conseguimento dei minimi di par-
tecipazione.
7_La giusta mentalità del mezzofondi-
sta?
Deve avere una grande forza psichica e una
volontà ferrea animata dalla passione e dalla
voglia di fare fatica. L’allenamento deve
essere fonte di gioia e di divertimento e
7Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]
8 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]
Aqualche giorno dalla maratona della
Grande Mela è interessante cono-
scere le aspettative di uno dei mag-
giori pretendenti al podio, Jaouad Gharib.
Dove ti alleni solitamente?
Dipende dal momento della mia prepara-
zione, talvolta a Rabat, dove vivo, ma solo
nei periodi di allenamento in cui non devo
lavorare sulle quantità o fare dei ‘lavori’
specifici. Sto a Rabat quando rincomincio
gli allenamenti dopo la pausa che segue la
maratona oppure prima di correre. Qui mi
rilasso e recupero, altrimenti solitamente
tutta la preparazione specifica avviene vi-
cino a Ifrane. Una volta vivevo in un piccolo
hotel situato su una pista da sci. Per me era
la migliore soluzione, perché d’estate non
c’era la neve e questo luogo era poco fre-
quentato e io riuscivo a concentrarmi e nes-
suno mi disturbava. Preferivo stare da solo
o con un compagno di allenamento e correre
sui sentieri lì intorno. Ora, invece, ho cam-
biato e ho scelto una soluzione più confor-
tevole, ecco perché ho affittato un apparta-
mento vicino a Ifrane. E’ lì che ho preparato
New York, Londra e Pechino.
Quanti chilometri corri alla settimana ?
Dipende dalla fase dell’allenamento, ma
considera che nella parte centrale corro circa
240 km alla settimana. La maggior parte di
questi sono a ritmo elevato.
Cosa ti aspetti da New York?
Vado a New York con la volontà di vincere.
Credo di avere la possibilità e le capacità
per farlo. Certo che in una gara lunga e dif-
ficile come la maratona, tutto deve essere
perfetto. Ho subito un piccolo infortunio
durante la mia ultima gara, la Great North
Run in Gateshead, ma si è risolto tutto e
dopo quell’episodio la mia preparazione è
andata bene. Vado a New York pronto e so
che sono uno dei più attesi. E’ un percorso
impegnativo, molto movimentato e ritengo
che sia perfetto per me. A me piacciono le
sfide stimolanti.
Tra gli avversari, chi temi di più?
Non voglio sembrare arrogante, ma non ho
paura di nessuno. Ho grande rispetto per
tutti gli atleti che
partono con me
nelle gare. Per
esempio, credo che
Martin Lel sia un
atleta fantastico e lo rispetto molto anche
come persona. Lui è un uomo per bene e
un ottimo professionista. Quando eravamo
a Londra per la maratona ad aprile, a me è
spiaciuto molto che lui non
potesse correre per un infor-
tunio. Quando sei inserito
nella starting list di
una maratona
Major, l’unico desi-
derio che hai, è di
correre con i migliori
“Per vincere a New York corro 240 km alla settimana a ritmo elevato” queste la parole del marocchino Jaouad Gharib vice campione olimpico
di Alessandra Ramella Pairin
Chi è JAOUAD GHARIB Il vice campione olimpico di Pechino e ildue volte campione del mondo sulla mara-tona Jaoud Gharib detiene anche il recordnazionale del Marocco sia sulla mezza ma-ratona sia sulla doppia distanza. A trenta-sette Gharib mantiene un livello agonisticomolto elevato, avendo fatto segnare ancheil suo personale nella maratona di Londradello scorso aprile. 2h05’27’’ il suo recordsulla 42 km.
Il percorso: freddo in partenza…fatica vera a Central Park.Ma ti cambia la vita
Il giorno della maratona a New York è una delle più bellegiornate dell’anno nella Grande Mela. Una delle città piùcosmopolite del mondo lo diventa ancora di più con l’ar-rivo di oltre 40.000 persone da un centinaio di Nazioni.Tutti corrono tra le sue vie, disegnando un serpentoneumano di 26 miglia, o meglio 42 chilometri, attraverso icinque borough, che la compongono. All’entusiasmo eall’energia dei concorrenti si aggiungono la simpatia e ilcoinvolgimento del pubblico, che applaude conoscenti esconosciuti allo stesso modo. Tutto ha inizio a Staten Is-land. La partenza, seppur trionfale con l’inno americanoche echeggia e che dà un senso di maestosità allo start eil colpo di cannone, che fa capire quanto l’evento sia im-portante, non è nulla di particolare. Forse Berlino e Parigi,con la Brandenburger Tor alle spalle nella prima e iChamps Elisée nella seconda, godono di partenze piùsuggestive. Anche perché a New York, con la partenza aonde, i cui punti di raccolta sono diversi secondo il co-lore, non rende pienamente l’idea del numero dei parteci-panti, come può avvenire in altre gare, dove tutti i 40.000sono davvero insieme. Anche qualche aspetto logisticofa sì che la maratona della Grande Mela non sia così co-moda… ma tutti i sacrifici richiesti al partecipante per es-
sere puntuale in partenza, levataccia compresa, sono ri-pagati non appena si varca il Verrazano Bridge. Davveroentusiasmante questo passaggio, così come il percorsoche attraversa i diversi quartieri. A New York questo si-gnifica incontrare migliaia di persone di gruppi etnici di-versi, con le loro tradizioni, che ben s’integrano neltessuto urbano della città, caratterizzandone le vie. Ilprimo borough che si incontra è Brooklyn, con DykerHeights, Bay Ridge, Park Slope, Williamsburg e Green-point. Di lì si attraversa un altro dei cinque ponti, il PulaskiBridge, e si entra nei Queens, per poi passare sul Queen-sborough Bridge, e inoltrarsi nel quartiere chic dell’UpperEast Side e nel più modesto, ma culturalmente in ascesa,quartiere del Bronx. Il gran finale avviene a Central Park.Gran finale in tutti i sensi, perché non è certo la parte piùsemplice della maratona newyorchese. Tra i blog presentisu internet si leggono commenti positivi e negativi sulpercorso di New York, ciò che conta però, quando si correuna maratona come questa, è giungere al traguardo conla gioia di avercela fatta! Molti dicono che la loro vita siacambiata dopo aver corso nella Grande Mela. Le sensa-zioni di ognuno sono diverse, certo è che si tratta diun’avventura straordinaria.
Alessandra Ramella Pairin
“Vinco a New York”NEW YORK
avversari. In quell’occasione Lel mi ha
addirittura incoraggiato e augurato tutto
il meglio per la gara. Se chiedi a un mara-
toneta chi è il migliore della specialità
in questo momento, ti risponderà:
Samuel Wanjiru. Lui è il cam-
pione olimpico e il vincitore
della maratona di Londra.
Entrambe le volte ho dato
il massimo e sono arri-
vato molto vicino a lui.
Niente male per un
atleta di trentasette
anni, come sono io, so-
prattutto se compete
contro uno straordina-
rio ventiduenne. Se-
condo me è solo que-
stione di qualche tempo,
perché lui faccia il record del mondo. Deve
solo cercare di rimanere concentrato e non
subire infortuni.
Come affronterai la gara di New York?
Cercando di stare in gruppo o attaccando
quanto prima per lasciare gli altri indie-
tro?
Non posso rispondere a questa domanda e
scoprire i miei piani proprio adesso… Ana-
lizzando le altre mie gare, si vede chiara-
mente come io preferisca stare nel gruppo
di testa con gli altri avversari più forti per
controllare la gara e vedere cosa fanno gli
altri. A Londra, ad esempio, quando il ritmo
era molto forte, non ho pensato di stare in-
dietro e di scegliere un ritmo diverso. In
quel momento ho semplicemente cercato
di reagire a esso. Sono aggressivo e spesso
cerco di testare gli altri e me stesso.
Come vedi il futuro della maratona in
Marocco?
C’è Goumri, ma per il momento non vedo
molti potenziali maratoneti. Non frainten-
dere, ci sono molti atleti talentuosi, ma la
maggior parte corre in pista e quindi ci vorrà
ancora un po’ di tempo per vedere qualcuno
muoversi sulla distanza della maratona.
Jaouad Gharib (a destra)
foto
di G
etty
Imag
e per
www
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.ogr
9Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]
Il ritorno di Martin Lel e Paula Radcliffe
I PROTAGONISTI
Marilson Gomes dos Santos_Citazione di
merito per il 32enne brasiliano che parte
con i favori del pronostico essendo il cam-
pione uscente. Sedicesimo ai campionati
del mondo lo scorso agosto, prova a fare
tripletta dopo i successi ottenuti negli ultimi
anni da perfetto sconosciuto quale era.
Patrick Makau_All’esordio quest’anno in
maratona con il quarto posto a Rotterdam
in 2h06’14”. Specialista di fama mondiale
sulla distanza di mezza maratona col se-
condo tempo al mondo all-time stabilito lo
scorso febbraio nella velocissima mezza
araba di Ras Al Khaimah.
Martin Lel_Uomo abile nel finale di gara,
dotato di un finale incredibile. Dopo ripetuti
successi sia New York che a Londra (dove
detiene il record con 2h05’15”), il keniano
torna in terra americana per cercare quei
risultati che gli sono mancati nel 2009, so-
prattutto a causa dell’infortunio patito al-
l’anca pochi giorni prima della maratona
di Londra. La sua condizione pare buona
anche dopo il test effettuato nella mezza
maratona di Newcastle con un crono sotto
i 60’.
James Kwambai_Nome nuovo keniano
della maratona mondiale salito alla ribalta
quest’anno con l’incredibile crono di
2h04’27” sul velocissimo tracciato di Rot-
terdam che lo proietta al terzo posto mon-
diale all-time a pochi secondi dal grande
Gebre. Dato in forma anche lui dopo il test
sulla mezza di Rotterdam dove ha segnato
un crono poco superiore ai 59’.
Robert Cheruiyot_Terza punta di dia-
mante della scuderia del Dott. Rosa, è assai
famoso in territorio americano dopo i suc-
cessi a Boston e Chicago. Reduce dal
quinto posto nella competizione iridata ber-
linese, è atteso alla gara del riscatto o
quanto meno in supporto dei più quotati
compagni.
Jaouad Gharib_Il 37enne marocchino è
oramai una grande conoscenza della mara-
tona mondiale. Sceso quest’anno al perso-
nale di 2h05’27” a Londra, è atteso ad una
gara da protagonista dopo vari risultati di
prestigio nelle competizioni internazionali
di campionato.
La possibile sopresa
CITY MARATHONdi Alberto Stretti
Ryan Hall_L’americano è atteso alla
grande gara sulle strade di casa.Autore del
miglior esordio di un maratoneta americano
col 2h08’24” stabilito due anni fa a Lon-
dra,è chiamato alla consacrazione sulla di-
stanza e la sua condizione è data assai
buona.Curiosi di vedere effetti anche in
maratona della mole di lavoro svolta dagli
americani nel settore di mezzofondo.
DONNE
Paula Radcliffe_Rientro in maratona per
l’inglese dopo un annata assai tribolata per
l’infortunio al tendine. Era apparsa in forma
dopo la vittoria nella mezza di NY dello
scorso mese di Agosto. Un infortunio di
entità più leggero l’ha poi costretta a dare
forfait ai recenti mondiali di mezza svoltisi
a Birmingham. Atleta che, in perfetta
forma, non ha bisogno di alcuna presenta-
zione e ci pare sufficiente solamente ricor-
dare il suo record del mondo sulla specialità
di 2h15’25”.
Dire Tune_Per l’etiope il ruolo della pro-
tagonista spetta di diritto dopo gli ottimi
risultati degli ultimi anni:vincitrice di Bo-
ston 2008 e seconda quest’anno,si presenta
con un personale di 2h24’40” che mostra
ancora margini per una atleta abbastanza
giovane.
Salina Kosgei_Vincitrice di Boston que-
st’anno,ci pare giusto annoverarla come
terza incomoda soprattutto per la costanza
di risultati ad alto rendimento. Il difficile
percorso newyorchese dovrebbe esaltarne
lo stile di corsa e proiettarla verso un risul-
tato importante.
IL MIGLIOR ITALIANO IN GARA
Migidio Bourifa_Dopo la vittoria nel cam-
pionato italiano di specialità la scorsa pri-
mavera a Treviso, per il bergamasco una
maratona che sa di particolare. Una prepa-
razione durata tutta l’estate per arrivare a
dimostrare nella gara americana la propria
competitività in una maratona cosi presti-
giosa avendo comunque raggiunto la ve-
neranda età dei quaranta.
10 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]
11Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]
dovrebbero essere evitati alcolici e caffè.
_In volo appena vi sedete in aereo regolate
subito l’orologio sull’ora del Paese dove
siete diretti. Sicuramente farete una dormi-
tina, ma non bevete alcolici, ne caffè e man-
giate leggero.
_In aereo muovetevi più spesso possibile,
vi consiglio le calze Booster da riposo. Per
saperne di più andate sul mio sito ww.ful-
viomassini.com
_Chi ha problemi di circolazione si consulti
con il proprio medico e valuti se è il caso di
farsi prima di partire una iniezione di calci-
pirida per fluidificare il sangue.
_Almeno una settimana prima della par-
tenza à consigliabile, senza previa consul-
tazione del proprio medico, assumere grassi
omega 3 o comunque di aumentare il con-
sumo di acqua di pesce di acqua fredda:
salmone selvaggio, sarde, baccalà ecc…
_Dopo l’arrivo a New York. andate a fare
un corsetta di 5-6 km o una belle passeggiata
Molti di voi si stanno apprestano
ad affrontare il viaggio verso la
più affascinante maratona del
mondo: la mitica maratona di New York.
Chi è già stato altre volte sa benissimo che
sarà un viaggio entusiasmante. Nelle righe
seguenti troverete alcuni semplici e pratichi
consigli su come affrontare il problema del
fuso orario, che sa essere fonte di preoccu-
pazione per molti di voi.
_Chi va verso ovest come chi viaggia verso
gli Stati Uniti è preferibile che la sera prima
di partire vada a dormire più tardi possi-
bile.
_La giornata prima della partenza dovrebbe
essere rilassante.
_L’alimentazione del giorno prima della
partenza dovrebbe essere molto leggera e
e adattatevi subito allora locale. Non co-
minciare a pensare: “ora in Italia sono le
ore…” altrimenti non dormirete. Cenate
all’ora del paese dove siete arrivati.
_La respirazione. Per ridurre “ Il first night
effect” appena vi coricate fate una decina
di respirazioni molto profonde, se siete ca-
paci è preferibile che le facciate usando la
respirazione detta addominale o diafram-
matica.
_La melatonina è un ormone che viene
prodotto dall’epifisi. Tutti gli autori con-
cordano nel dire che può essere di valido
aiuto assunto in dosi di 2-5 mg per alleviare
i problemi collegati con lo sconvolgimento
dei ritmi circadiani. Essendo un integratore
può essere acquistato senza ricetta.
_Il caffè. Se soprattutto durante le ore del
giorno vi prende sonno evitate di fare il
sonnellino, mettetevi seduti, comodi e pren-
detevi un caffè.
Poche e semplici precauzioni. Così correre
la New York City Marathon sarà ancora più
divertente.
In ogni parte del mondo la parola maratona evoca l’immagine di NewYork. Prima che la maratona della Grande Mela diventasse un eventoimportante, le 42 km erano considerate una manifestazione perpochi. Poi un giorno arrivò Fred Lebow e i New York Road Runnerse tutto cambiò. La maratona è diventata un evento mediatico, cheattira l’interesse di persone diverse in tutte le parti del mondo. Allaprima maratona di New York non parteciparono in molti. Era il 1970e i corridori in partenza furono centoventisette. Ognuno aveva pa-gato l’iscrizione di 1$ e correva su un percorso ricavato a CentralPark percorrendo lo stesso giro per sette volte. Al traguardo giun-sero solo cinquantacinque corridori. Quando Lebow ridisegnò la corsa sui cinque borough newyorkesisei anni dopo, pochi apprezzarono la novità. Al via però i partecipantierano già 2.090. Il nuovo percorso iniziava a diventare interessanteper molti atleti di livello, tra cui il campione olimpico Frank Shortere insieme a lui per le televisioni e per i giornali che ne seguivano leimprese. Intanto cresceva anche il numero di spettatori lungo le viedel percorso e il consenso, anno dopo anno, iniziò a crescere. Il veroboom avvenne verso la fine degli anni 70. Era il 1978 quando la nor-vegese Grete Waitz proprio a New York fissò la migliore prestazionemondiale a 2h32’30’’. Negli anni caddero numerosi record sia tra gli
uomini sia tra le donne anche in altre maratone, che poi si afferma-rono per la loro velocità, ma New York divenne famosa per il numerodi partecipanti che riusciva a muovere da tutte le parti del mondo eper la sua importanza mediatica. Nel 2000 il comitato organizzatoreintrodusse anche la gara dedicata alle carrozzine olimpiche e oggiNew York è diventata la più competitiva maratona della categoriacon più di duecento atleti, che si cimentano sui 42 km. La maratonadi New York è anche legata alla tragedia dell’11 settembre, perché asoli due mesi dai tremendi fatti, nel novembre 2001, la New York CityMarathon si è fatta portavoce di un messaggio di speranza e di rin-novamento per i partecipanti, gli spettatori, i newyorkesi e per l’Ame-rica tutta, poiché quell’edizione ospitò anche i Campionati Americanidi maratona. Nel 2007 si svolgono, poi, i trial per i Giochi Olimpicidi Pechino e si introduce la regola delle partenze a “onde” per evi-tare la congestione dei partecipanti alla partenza, lungo il percorsoe all’arrivo. Il 2009 è l’anno dell’anniversario. Il quarantesimo, du-rante il quale sarà assegnato il Campionato Nazionale Maschile diMaratona. Quarant’anni di storia e la New York City Marathon conti-nua a crescere, dimostrando di valere un posto da leader tra le piùimportanti al mondo.
40° anno di New York City Marathon
Alessandra Ramella Pairin
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“Appena arrivate a New York andate a correre!”
“Appena arrivate a New York andate a correre!”
“Appena arrivate a New York andate a correre!”
“Appena arrivate a New York andate a correre!”
“Appena arrivate a New York andate a correre!”
Fulvio Massini
12 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]
luto confermare un’attenzione al sociale,
devolvendo parte delle quote di iscrizione
all'associazione "Aiutare i bambini" e pre-
miando i partecipanti dell’Ecomaratona con
medaglie confezionate con materiale di ri-
ciclo dalla popolazione Saharawi, in cui
operano i volontari del Cirts.
“Anche quest’anno siamo molto soddisfatti
per i risultati raggiunti – ha detto Christian
Tozzi, della Polisportiva La Bulletta e tra
gli organizzatori della maratona - L’Eco-
maratona del Chianti è nata per unire la
passione per la corsa alla valorizzazione
del territorio, senza dimenticare la sanaRoberto Rondoni è stato il primo po-
dista a tagliare il traguardo della
terza edizione dell’Ecomaratona
del Chianti. Visibilmente commosso,
l’atleta emiliano ha concluso in 2h57’35’’
la maratona tra gli scorci più belli del
Chianti che si è svolta domenica 18 ottobre
a Castelnuovo Berardenga, in provincia di
Siena. Daniele Palladino (Atletica Scan-
diano) è arrivato secondo, chiudendo con
2h59’36’’, mentre al terzo posto si è piaz-
zato Loris Fanton (Spotorni Run), salito
sul podio con 3h24’’. Grandi emozioni an-
che per la prima edizione della Chianti
Trail, la18 chilometri che ha visto piazzarsi
ai primi tre posti Salvatore Basile (Atletica
Castello), con 1h10’50’’; Giacomo Valen-
tini (Uisp Chianciano), con 1h11’4’’ e Ro-
berto Pallini (Podistica Arezzo), con 1h14’
8’’.
Numerosa la presenza femminile: la prima
classificata tra le donne è stata Monica Ca-
siraghi (Fila equipe) con 3h28’40’’, già vin-
citrice assoluta dell’Ecomaratona 2007 e
pluricampionessa mondiale, europea e ita-
liana di 24h. A seguirla Chiara Calciolari
(Arci Goodwin Libiola), con 3h37’15’’ e
Alessandra Sboarina (Csi Verona), con 3h
43’51’’. Le atlete si sono fatte valere nei
tratti più ardui del percorso, come quello
di Montegiachi e Villa a Sesta, dando filo
da torcere a tanti podisti. Importanti i nu-
meri: millesettecentottantotto iscritti di cui
cinquecentocinquanta per la 42 chilometri,
quattrocentocinquanta per la Chianti Trail
e i restanti per l’Ecopasseggiata.
"E’ stata una vera sorpresa per me - ha detto
Roberto Rondoni, primo assoluto nell’Eco-
maratona - non sono abituato a vincere e
oggi sono davvero molto felice e soddi-
sfatto. Non solo per il risultato ottenuto,
ma anche e soprattutto per la meravigliosa
esperienza cui ho preso parte. Il percorso
dell’Ecomaratona del Chianti è così bello
e suggestivo da mancare solo la cornice
per poter dire di essere di fronte a un qua-
dro. Ho corso insieme ad amici – ha conti-
nuato il vincitore - e a tante altre persone
di diverse nazioni ed è stato molto emo-
zionante condividere la fatica e la bellezza
del percorso. In più, la mia partecipazione
è stata un felice ritorno visto che ho vissuto
per un anno a Siena, dove ho potuto ap-
prezzare le tradizioni della città e il calore
e delle persone. Un grazie di cuore va al
Comitato Ecomaratona per questa bella ini-
ziativa e per l’ospitalità e per la qualità
dell’organizzazione, davvero impeccabile”.
Mille i podisti cha hanno partecipato alle
gare competitive tra cui oltre cinquanta pro-
venienti da Australia, Austria, Belgio, Bra-
sile, Croazia, Finlandia, Francia, Germania,
Inghilterra, Nuova Zelanda, Paesi Bassi,
Scozia, Stati Uniti, Svizzera e Ungheria,
incuriositi da una gara che RunAbroad.com
ha definito “una tra le centouno corse del
mondo a cui partecipare prima di morire”.
Numerosi anche i partecipanti all’Ecopas-
seggiata: sono stati più di settecento, infatti,
gli iscritti alla camminata da San Gusmè a
Castelnuovo Berardenga. Anche que-
st’anno, inoltre, gli organizzatori hanno vo-
“Sembra di correre guardando un quadro”
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Grande successo per la manifestazione di Castelnuovo Berardenga
che ha accolto 1788 partecipanti Roberto Rondoni vince la IIIˆ Ecomaratona del Chianti
con 2h 57’35’’ Monica Casiraghi (Fila equipe) prima classificata tra le donne con 3h 28’40’’
Da campione olimpico, Alex Schwazer era ilfavorito naturale per la 50 km di marcia aiMondiali di Berlino. Ma in quella giornatastorta si fermò dopo 25 km per problemi allostomaco. Questa delusione nel frattempo l'hadigerita. "Non ho nessun problema allo sto-maco - confessa Alex - A Berlino il mal di sto-maco veniva dalla tensione. La preparazionepost-olimpica non era iniziata nel migliore deimodi e per recuperare, forse ho esagerato. Itest davano buone indicazioni, ma un testnon dice tutto. Ho imparato molto negli ultimicinque anni, è venuto il momento di cam-biare". Due settimane fa, il primo olimpionicoaltoatesino di atletica ha iniziato ad allenarsia casa sua, una volta al giorno ed il 10 no-vembre si trasferirà per tre settimane in ValSenales, luogo, dove già nel passato si è al-lenato due volte. Sarà il primo di tre raduni
previsti in altura. Seguiranno il periodo dametà gennaio a metà febbraio ai piedi delPico del Teide a Tenerife e uno stage ad aprilein Namibia. L'obiettivo è chiaro. “I campionatiEuropei sono importanti - spiega Alex - manel 2010 punto di più sulla Coppa del Mondoche si terrà il 15 e 16 maggio a Chihuahua inMessico a 1440 metri sul livello mare, sarà lìche dovrò misurarmi con tutti i più forti almondo”. Cambia il luogo d’allenamento, manon cambia l'allenatore. “Non ho nessuna in-tenzione di rompere con Sandro Damilano -spiega Schwazer - Sarà ancora lui a seguirmi.Ma nei raduni in altura sarò accompagnatoda Michele Didoni”. Cambiamenti sono pre-visti invece nel modo di allenarsi: "Nonposso aumentare i chilometri ogni anno. Vo-glio marciare di meno, allenandomi di più airitmi di gara." Anche il calendario agonisticoè stato modificato. L'esordio è previsto a gen-naio al trofeo invernale, quindi a marzo i tri-colori della 50 km, poi Coppa del Mondo edinfine gli Europei a fine luglio a Barcellona.Dopo Berlino, Schwazer ha avuto il tempoper riflettere e per dare priorità ad altre cose:“A casa mia abbiamo prodotto il mio primospot televisivo assieme a mio fratello Oliver- racconta Alex - Sono rimasto stupito dallaprofessionalità di questo ambiente. Per unospot pubblicitario di 30 secondi abbiamo la-vorato tre giorni, ripetendo 100 volte la stessacosa." Alex ha proprio voglia di cambiare.
Alex Schwazer cambia marcia
ECOMARATONA DEL CHIANTIcompetizione sportiva e tutto questo è pos-
sibile da tre anni grazie a tutti i cittadini, le
associazioni di volontari e i gruppi podistici
della provincia che ci aiutano nell’organiz-
zazione, all’Apt di Siena, al Comune di
Castelnuovo Berardenga, alla Provincia di
Siena, alla Lega atletica leggera Uisp Siena,
alla Regione Toscana, a Pogas politiche
giovanili e attività sportive e a Sienam-
biente. Un grazie particolare – ha concluso
Tozzi – va alla Banca Monte dei Paschi di
Siena che anche quest’anno è stato il nostro
maggiore sponsor e continua sostenere la
nostra bella avventura”.
IL CAMPIONE OLIMIPICO INIZIA LA STAGIONE IN ALTURA IN VAL SENALES
Alice Modignani in primo piano
13Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]
14 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]
Gianni Brera: giocoliere della lingua italiana
Finalmente! Finalmente qualcuno si è
preso la briga di raccogliere in un
volume buona parte degli articoli sul-
l’atletica leggera scritti da Gianni Brera.
Non si capiva come mai del Gran Lom-
bardo, nato nel 1919 a San Zenone Po e
morto, per incidente stradale, nel 1992, si
andasse pubblicando o ripubblicando gli
scritti degli sport da lui visti e trattati - so-
prattutto calcio, ciclismo, pugilato - e del-
l’atletica leggera non si riusciva a vedere
mai niente. Come se d’atletica lui, che pro-
prio con questo sport aveva cominciato la
sua straordinaria carriera di giornalista e di
letterato, non avesse scritto mai nulla. Nel
2002 gli si era giustamente intitolata
l’Arena di Milano, ma curiosamente conti-
nuavano ad essere ignorati i suoi pur tanti
scritti sull’atletica. Ignorati gli scritti apparsi
sui vari quotidiani, introvabili i libri - Atle-tica leggera. Scienza e poesia dell’orgogliofisico del 1949; Atletica e Scuola del 1951
con Gian Maria Dossena; Il sesso degli er-coli del 1959; Atletica leggera. Culto del-l’uomo con Sandro Calvesi - per leggere
gli uni e gli altri rimaneva solo una via:
quella della biblioteca pubblica.
Proprio questa via ha preso Sergio Giuntini,
cioè colui che s’è fatto carico di quella certa
briga. Giuntini è tra i maggiori storici spor-
tivi italiani. E’autore di svariati saggi e di
innumerevoli volumi. Nel 2008 ha pubbli-
cato il suo primo romanzo Le resistenze diun bibliomaratoneta. Proprio con questo
lavoro, si può capire come tra i tanti sport
da lui trattati, l’atletica leggera sia quello
preferito. La riprova la si ha col suo imper-
dibile volume Due secoli di Arena e grandeatletica a Milano.
Così ecco Giuntini farsi topo della biblio-
teca Braidense di Milano e dopo un duro
lavoro da certosino dare alle stampe un vo-
lume che raccoglie gli impareggiabili scritti
atletici di Brera, una raccolta- L’abatinoBerruti - Scritti sull’Atletica Leggera - che
nessun amante della disciplina può non leg-
gere con avidità dalla prima all’ultima pa-
gina e custodire gelosamente. Il volume si
struttura in sei capitoli che racchiudono gli
scritti breriani sull’atletica che vanno dal
1945 (Gazzetta dello Sport) al 1988 (La
Repubblica) attraverso quanto pubblicato
su Il Giorno, Il Guerin Sportivo e Il Gior-
nale. Peccato che in tutto il volume, pur
sempre gustoso nella sua lettura, non appaia
nemmeno una foto e che manchi un indice
sia dei capoversi che dei personaggi citati.
Per il resto è
tutto un fanta-
stico viaggio nel
pianeta Brera.
IL LIBRO
Il volume è stato
presentato il 15 ot-
tobre nella sala Ap-
piani dell’Arena di
Milano alla presenza
di un folto pubblico e
di numerosi atleti. Elio
Trifari, un altro autore-
vole giornalista storico,
ha funto da moderatore
sviscerando però a sua
volta l’arte di Brera; Giuntini ha posto l’ac-
cento sul come ha inteso dare il maggior
rilievo ai primi 25 articoli (24 di questi di
sola atletica) del debuttante 26enne Brera
apparsi sulla Gazzetta dello Sport dal 1945
al 1954 per metterne in risalto la sigla stili-
stica e filologica definendolo “giocoliere
della lingua italiana, inventore di un nuovo
lessico per rappresentare la materia gior-
nalistica sportiva”. Per la sua “straordinaria
vivacità lessicale”, lo ha accostato al cin-
quecentesco Teofilo Folengo e ai contem-
poranei Carlo Emilio Gadda e Piero Cam-
poresi. Suoi, tra tanti altri, i neologismi tipo
anfanare, intozzarsi, biascica-giri trama-
glietti da strada, snaticare, ciabattare, span-
tanare, scapitozzarsi riferiti alla pratica atle-
di Ennio Buongiovanni
tica e, più in generale, le definizioni Rombo
di tuono (Gigi Riva), Figlio del vento (Carl
Lewis), Turbodiesel e Supercalaber(Fran-
cesco Panetta), Negro bianco della velocità
(Pierfrancesco Pavoni).
Toccante l’intervento dell’intramontabile
Carlo Monti (89 anni!) dalla memoria sem-
pre ferrea tanto da raccontare alcuni aned-
doti del suo lontano rapporto con Brera e
denso di spessore culturale quello di Eddy
Ottoz che ha accostato Brera a Hemingway.
Il libro è una miniera di gustosissimi episodi
che hanno fatto la storia dell’atletica e non
solo. Ne citiamo due. Il primo: il famoso
termine abatino, Brera non lo coniò ex-
novo per Gianni Rivera, come generalmente
ritenuto, ma per Livio Berruti in occasione
dell’Olimpiade di Roma ’60 e qui non già
in termini riduttivi come nel caso del primo,
ma con riferimento a una sorta di inchino
che Livio faceva al momento dei blocchi.
Il secondo: quando ebbe occasione di in-
contrare Paavo Nurmi, lo intervistò in latino
perchè il nostro sapeva solo il francese e
l’altro solo un po’ d’inglese. Questo anche
a dimostrazione di quanta cultura anche
classica fosse imbevuto colui che, fedele a
se stesso, amava spesso firmarsi Giuanbre-
rafucarlo.
L’abatino Berruti. Scritti sull’atletica leggera.A cura di Sergio Giuntini.
Postfazione di Paolo Brera.
BookTime. Collana “I libri di Gianni Brera”.
332 pagine. 18 euro.
L’ABATINO BERRUTI
15Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]
I figli del ventoO
tto anni fa Gustavo Pallicca, un nome molto noto nella campo della storiografia
dell’atletica leggera italiana e in quello dei giudici di gara, data la sua qualifica di
starter internazionale, dette alle stampe, in una forma privatistica che venne sim-
paticamente definita artigianale, il primo volume di una storia dei 100 metri ai Giochi
Olimpici e ai Campionati Mondiali intitolato “I Figli del Vento”. Il periodo abbracciato dal
narratore era quello da Atene 1896 a Los Angeles 1932.
A questo primo volume ne sarebbero dovuti seguire altri, in modo da coprire la storia della
velocità dalle origini fino ai nostri giorni. Nonostante le difficoltà di distribuzione, altrettanto
artigianale come l’opera, il libro andò presto esaurito, ma, per cause varie, a quel primo vo-
lume non fecero seguito gli altri previsti dal piano editoriale pensato dall’autore.
L’iniziativa di alcuni appassionati riconducibili al sito di Atleticanet, desiderosi di veder
realizzata quest’opera, che lo stesso Roberto L. Quercetani, autore della presentazione,
ebbe a definire “unica nel suo genere”, fece si che nel 2006 il libro fosse riproposto, ma
questa volta con una vera veste tipografica e in più suffragato dal codice ISBN.
Al lavoro fu dato un taglio editoriale diverso. L’autore trattò solo i 100 metri uomini ai
Giochi Olimpici, riducendo, per ogni volume, il periodo temporale di intervento.
Infatti quel primo volume – siamo nel 2006 - trattò la storia della velocità dalle origini ai
Giochi i di Atene del 1896, anno della prima olimpiade dell’Era Moderna, fino ai Giochi di
Londra del 1908. Nelle 237 pagine del volume l’autore narrò con estrema attenzione i fatti
storici relativi alla nascita della corsa veloce, arricchendo il racconto con aneddoti, curiosità
e resoconti che resero la lettura esauriente e estremamente affascinante e scorrevole,
ancorché ricca di particolari, alcuni dei quali assolutamente inediti. Ogni gara di velocità di
ciascuna olimpiade venne inquadrata nel momento storico nel quale l’avvenimento si era
realizzato, con il risultato di ottenere una vera e propria storia della velocità pura, come
non era mai stato realizzato prima di allora. A corredo del volume vi sono una quantità no-
tevole di foto d’epoca e numerose tabelle statistiche, ivi compresi i risultati di tutti i turni di
ciascuna prova olimpica dei 100 metri. Di grande pregio anche un elenco di tutti i velocisti
partecipanti ai Giochi nel periodo trattato, e i risultati dagli stessi acquisiti anche in altre
prove; concludeva l’elenco completo di tutti i personaggi che erano apparsi nel volume.
Dopo una lunga attesa protrattasi per altri
tre anni, esce ora finalmente il secondo
volume de “I Figli del Vento”, storia dei
100 metri ai Giochi Olimpici. Il testo
era pronto da tempo, ma la ricerca di
un finanziatore della iniziativa si è rivelata più dif-
ficile del previsto. Adesso i lettori potranno prendere conoscenza più approfondita di un
periodo straordinario della storia della velocità, e dell’atletica in generale, quello che va dai
Giochi di Stoccolma 1912, i primi a rendere giustizia al grande progetto di De Coubertin,
ai Giochi di Los Angeles del 1932. Questo secondo volume racconta la storia di uomini
che fecero grande la velocità nei venti anni trattati dall’autore. Uomini di grande spessore
atletico quali Lippincott, primo primatista mondiale della specialità secondo l’ufficialità
data dalla neo-costituita I.A.A.F., Charles Paddock, il più forte scattista del periodo, Harold
Abrahams, vincitore dei 100 metri ai Giochi di Parigi 1924, tornato alla ribalta con l’ecce-
zionale film “Momenti di gloria”, Percy Williams, il canadese trionfatore di Amsterdam
1928 e tanti altri. Per ogni edizione vengono raccontate le storie dei protagonisti, analizzati
i dati, descritto il contesto storico nel quale si sono svolti i Giochi e fornito molto prezioso
materiale fotografico per ripercorrere, anche visivamente, le gesta dei pionieri dello sprint
mondiale. Il volume di oltre 300 pagine può essere richiesto direttamente all’autore tramite
gli indirizzi di posta elettronica qui indicati: [email protected], oppure gustavo.pal-
[email protected] e verranno fornite le istruzioni per il pagamento del prezzo (euro 21,00
+ euro 4 di spese postali). Come si può notare un prezzo nettamente inferiore a quello del
primo volume (euro 35,00), reso possibile dall’intervento generoso del finanziatore. Offerta
speciale: Per consentire agli appassionati dello sprint e della storia dell’atletica leggera che
non hanno avuto l’opportunità di acquistare il primo volume (costo 35,00 euro), in via pro-
mozionale l’autore offre i primi due volumi de “I Figli del Vento” al prezzo speciale di
euro 41,00 più spese di spedizione (4 euro) con un risparmio netto di ben 15,00 euro.
Un’offerta davvero vantaggiosa da non lasciarsi sfuggire per un’opera che ne vale veramente
la pena!
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Chiuso in redazione ore 16 del 26-10-2009
VADEMECUM DI SCIENZE MOTORIE PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA PRIMARIA
GIOVEDÌ 29 OTTOBRE 2009 ALLE ORE 11.00REGIONE LOMBARDIA VIA POLA, 12 - MILANO
Saranno presenti Pier Gianni Prosperini, assessore regio-nale allo sport, Ivana Borghini, dirigente assessorato allosport, Giuseppe Colosio, direttore generale ufficio scola-stico Regione Lombardia, Marco Bussetti, dirigente tecnicoUSR, Onorato Grassi, commissario Agenzia Nazionale perlo sviluppo dell’autonomia scolastica e il direttore dellastessa Agenzia Nazionale, Giuseppe Boccioni.Ancora una volta la Lombardia gioca d’anticipo soste-nendo, oltre alla promozione del Vademecum, un progetto,che vedrà il suo sviluppo a livello nazionale, il cui obiettivoprincipale è l’arricchimento della formazione dell’inse-gnante della scuola primaria, nel campo dell’attività moto-ria, attraverso l’esperto laureato in Scienze Motorie odiplomato ISEF. Sarà un grande vantaggio per i docentidella scuola primaria che avranno l’opportunità di formarsiin itinere e un’occasione unica di migliorare la propria pro-fessionalità in un settore delicato e definito dai più impor-tanti Organismi internazionali quale “elemento essenzialeper un’equilibrata crescita umana, culturale e sociale deigiovani e degli adulti per l’intero arco della loro vita”.Moderatore dell’incontro: Elio Trifari, illustre firma dellaGazzetta dello Sport, da sempre sensibile alla promozionedell’attività motoria, fisica e sportiva scolastica e vicino alleproblematiche relative al panorama dell’educazione fisicaitaliana. Testimonial d’eccezione sarà Dino Meneghin, Pre-sidente della Federazione Italiana Pallacanestro. Dino Me-neghin, da sempre vicino ai giovani, ha ideato eorganizzato con successo il torneo ‘Basket 3’ coinvolgendo
1400 scuole e migliaia di studenti e studentesse, dagli 11ai 19 anni. Solo nell’anno scolastico 2008/2009 hanno gio-cato nel ‘Basket 3’ oltre 100.000 fra ragazzi e ragazze e indieci anni di attività sono stati coinvolti più di 500.000 stu-denti. La Commissione dell’Unione Europea sostiene l’edu-cazione motoria e sportiva scolastica, ritenendola ambitodisciplinare ideale a “trasmettere valori importanti quali latolleranza, il fair play, l’esperienza di vittoria e sconfitta, lacoesione sociale, il rispetto per l’ambiente e l’educazionealla democrazia”. Da questa consapevolezza si sono con-cretizzati i 270 progetti finanziati, 40 dei quali verranno mo-nitorati. Si tratta di un primo e significativo passo neiconfronti della scuola che forma i giovani protagonisti diquella che viene definita “l’età d’oro dell’apprendimentomotorio”. Il bambino al termine della classe quinta, dalleattività motorie e sportive, dovrebbe aver imparato a cono-scere se stesso e il proprio corpo, a giocare nel rispettodelle regole e dei compagni, a utilizzare gli spazi e le attrez-zature in modo corretto e sicuro. L’attività fisica impartitaregolarmente, su base scientifica, nel rispetto dei processidi sviluppo morfologico del bambino è un grande mezzoper la formazione della personalità e di prevenzione neiconfronti delle patologie più comuni e del sovrappeso.“Imparare giocando” verrà consegnato a tutti i presenti esarà disponibile per tutte le scuole primarie della Lombar-dia. Nel Vademecum vengono descritti “giochi da cortile”ormai quasi scomparsi nelle abitudini motorie dei nostribambini, giochi “poveri” ma ricchi si situazioni problemain grado di condurre l’allievo a elaborare soluzioni perso-nali e creative.INFORMAZIONI: è in allestimento il portale www.educazio-nemotoria-lombardia.eu
“Imparare giocando”
CULTURA