La bohèmeGUARDA LA NUOVA PRODUZIONE
DEL TEATRO REGIO SU www.theoperaplatform.eu
GIANANDREA NOSEDA DIRETTOREÀLEX OLLÉ REGIA
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO
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La stagione d’opera d’Europa
TORINO, TEATRO REGIO1 FEBBRAIO 1896
FESTEGGIA IL COMPLEANNO DE
the opera platform 208X297 2016.indd 1 14/12/16 18:43
referendum100 personaggi della musica contemporanea votano il miglior compositore. E le più belle opere del nuovo secolo
Vince Georg Friedrich Haas. Tra gli italiani Sciarrino, Filidei, Gervasoni. Un universo creativo in piena salute
attualità Dopo 18 mesi di restauri l’Opéra Comique, quintessenza dell’Opera francese, è pronta a ripartire
E fra gli orientamenti di Mantei l’Italia è presente con una “prima” del pisano Filidei prevista nel 2018
musivisioni P L U S Con il canone bachiano capovolto in Haussmann; o descritta in forma malinconica nei Fünf Lieder di Brahms
La morte “disfa” i temi musicali in Ciaikovskij, Ravel, Liszt. E appare allo specchio mentre suona nell’autoritratto di Böcklin
in copertina: teodor currentzis
nel cd
SchumannConcerto per violino in Re minoreConcerto per pianoforte in La minoreGidon Kremer, violino Martha Argerich, pianoforte Nikolaus Harnoncourt, direttore Chamber Orchestra of Europe
nell’alBumIsaac SternViolino sinfonicoMusiche di Ciaikovskij e Beethoven
CODICE pEr SCarICarE L’aLBum
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ruBricHepost Andrea Estero
in scenaL’ultima lettera di Etty Hillesum, opera della Colasanti nel Giorno della Memoria
radio/tv/satDa Donizetti a Musorgskij in streaming per 6 mesi su theoperaplatform.eu viaggi musicaliAd Amburgo sul “vascello” dall’acustica perfetta dell’Elbphilharmonie
foyer Alberto Mattioli
playlist Angelo Foletto P L U S
Historiae Guido Salvetti
recensioni cd & dvd P L U S
letture
dal vivo
Blog Quirino Principe
servizianticipazioniCome Hitchcock, Verdi fraziona lo spazio e il tempo della narrazione. Un affermato regista-autore racconta in “Studi verdiani” il suo rapporto con la drammaturgia d’opera
cover storyTeodor Currentzis, icona di un’utopia musicale tradotta in prassi in Siberia, con i fedelissimi di Perm è la star dei prossimi festival di Salisburgo e Lucerna. E in Italia nella Ferrara di Abbado
riscoperteLa Reverdie festeggia 30 anni alla ricerca di un Medioevo non oscurantista fatto di canti, canzonieri e corali da Dante a Du Fay
ricorrenzeNel quinto centenario delle 95 tesi di Lutero, riemergono i 36 testi e le 9 melodie attribuiti al Riformatore
classic voice cdClara Schumann, Joachim e Brahms decisero di occultare il Concerto per violino di Robert. Non avevano capito la straordinaria novità delle sue ultime opere
classic voice alBumIsaac Stern padroneggiava Bach come la musica del ‘900 con una cavata straordinaria e un suono inarrivabile
euroamericaA cambiare il jazz d’intrattenimento in arte contemporanea fu la rivoluzione Bop di Charlie Parker e Dizzy Gillespie
classic voicen. 212gennaio 2017mensile di lirica, sinfonica, antica, jazz,contemporaneadiretto daandrea estero
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IL DIRETTORERISPONDE
con 12 milioni di contatti. Un successo. E un’occa-sione, per la Rai, di ripensare le politiche editoriali degli ultimi anni. L’opera sul canale principale Rai certamente coinvolge un numero elevato di perso-ne. Certo, si trattava della “prima” della Scala. Ma perché non crearne di altre occasioni come que-sta? L’inaugurazione del Maggio fiorentino. O del Festival Verdi. O i concerti con la Chicago Sympony che Muti terrà questo mese alla Scala. La Rai, con i suoi mezzi e la sua potenzialità comunicativa e di coinvolgimento, può. C’è da dire, però, che da anni Rai5 trasmette opere e concerti con regolarità, a volte in diretta. Dunque, se la svolta ancora non c’è, una svoltina sì, e va incoraggiata.
Interpretazionipensanti
Egregio direttore,Ho ascoltato il Don Giovanni di Mozart (Sony, 2016) diretto da Teodor Currentzis, il greco-russo che vive e lavora in Siberia con i suoi fedelissi-mi di MusicAeterna. Mi ha talmente colpito che ho cominciato a chiedermi cosa significhi vera-mente interpretare (e trasferire la propria visione agli orchestrali di turno) una pagina di musica. Chiedo a lei, in qualità di critico musicale attento conoscitore delle più raffinate sfumature di chi
lavora a una partitura assieme a una compagine sinfonica o da camera, quale scintilla scaturisca da un Currentzis tale da distanziare altre, pur autorevo-li, letture dello stesso autore?Laura De Magistris
Gentile Laura,il caso vuole che questo mese dedichiamo la storia di copertina proprio a Currentzis. Dunque rimando alle pagine successive e passo a un esempio con-creto. Nella Ouverture del Don Giovanni (chi non ha il cd può ascoltarla come traccia plus) mi ha colpito il fatto che l’inizio, drammatico e solenne al tempo stesso, sia staccato con un tempo più veloce del solito. D’altra parte Mozart nell’autografo scrive Andante, non Lento. E per contrasto l’Allegro che segue, abitualmente gioioso, con Currentzis risulta all’ascolto più trattenuto, più accentato, più “serio”. Così facendo il direttore elimina in un colpo solo sia la patina romantica dell’opera, sia quella buffa. Ci dice che Don Giovanni è prima di tutto una grande opera tragica. Ecco: quello che fa la differenza – ac-canto alle prove, alla bravura dei musicisti, alla loro solidarietà e responsabilità – è il pensiero. E Cur-rentzis dimostra di averne, in profondità.
Il lettore ricordaGentile direttore, ho letto con grande piacere il vostro reportage on-line da Bayreuth. Con mio padre, funzionario di una missione commerciale a Berlino est negli anni 70, ascoltai il mio primo Parsifal alla Staatsoper unter den Linden, anzi il mio primo Wagner dal vivo in assoluto. Se non m’inganna la memoria era genna-io o febbraio 1977. Dirigeva il maestro Haenchen e per la prima volta nella Ddr c’era la messa in scena ormai storica di Harry Kupfer, che si può vedere in dvd con Barenboim. Io allora ero un liceale, odiavo il Kitsch pseudoreligioso del libretto (in casa mia gli studi germanistici hanno una lunga tradizione), ma restai incantato dalla prima nota all’ultima. Ricordo che alla splendida interpretazione di quella sera era quasi assente il pubblico vero. Solo qualche rac-comandato dal Partito, fra i quali diversi stranieri come mio padre, e tutti i posti occupati da agenti della Stasi, la polizia politica. Non era ri-masto un solo biglietto da vendere, così i miei amici berlinesi mi invidiavano e mi chiamavano “Sautopf” (meglio non tra-durre). È buffo che il maestro Haenchen abbia debuttato a Bayreuth a 73 anni, di-cono che Wolfgang Wagner avrebbe volu-to invitarlo ma la solita Stasi fece sparire la lettera. Giovanni Manacorda
Grazie per il ricordo. Anche se è passata qualche settimana (questa rubrica è saltata per un paio di numeri), merita di essere pubblicato.
Prime in direttaEgregio direttore,ho salutato con entusiasmo il ritorno su Raiuno del-la prima alla Scala. Ma a parte questo ritorno, non mi pare di vedere un svolta significativa. Ci sono i canali tematici, per chi è abbonato alle piattaforme satellitari, altrimenti non resta che sorbirsi il solito minestrone nazional-popolare, di tutto un po’, che imperversa su Rai, Mediaset e compagnia. Come spiega che la musica in tv, sempre se ci riferiamo ai canali in chiaro, sia quasi sempre solo leggera - o debole, come direbbe il vostro illustre “bloggista” Quirino Principe – e mai “pesante”?Carlo Prini
Caro Carlo,ricordiamo anche che a seguire Madama Butterfly sono stati in media 2 milioni e 600 mila spettatori,
“Perché non mandare in tv anche l’inaugurazione del Maggio o i prossimi concerti di Muti con la Chicago Symphony?”
spectator in scena
Ma allora non era vero che con la cultura non si mangia? La do
manda, dopo aver guardato i dati di afflusso ai festival Verdi e Donizetti, è altamente retorica. Anzi, diciamolo: quella sentenza è proprio una scemenza da rimandare al mittente, alias “professore di economia liberista diventato ministro, libero di esternare su argomenti che non conosce”. Semmai è la gestione culturale pigra, adagiata sugli allori, abituata agli sprechi che non portano ricchezza. Prendiamo Verdi e Donizetti. Due splendide città d’arte del Nord Italia hanno legato il loro nome ai loro figli più celebri. E dopo anni di gestioni grigie, hanno cambiato marcia. Con programmazioni più fantasiose, originali, concentrate. Da festival. E con un’immagine più accessibile e “simpatica” (anche grazie ai numerosi appuntamenti “off”), legata alle tradizioni delle rispettive comunità. I risultati ora sono sotto gli occhi di
tutti. A Parma il Festival Verdi 2016 ha registrato il record assoluto di spettatori e incasso della sua storia, superiori anche all’edizione del bicentenario 2001: 24.269 gli spettatori accolti (con un incremento dell’80,99 % rispetto al Festival Verdi 2014 e del 50,59% rispetto a quello del 2015). Per restare sulle aride ma non disprezzabili cifre, l’incasso totale è stato di 1.356.926 euro (+ 95,07% rispetto al 2014 e + 66.32% rispetto al 2015). E si calcola che circa 10 mila di questi non siano parmigiani, ma “forestieri” e soprattutto tedeschi, francesi, inglesi, spagnoli (con un incremento di più del 100% rispetto agli anni precedenti), che hanno generato 3500 pernottamenti con una permanenza media di 4 notti, e un indotto stimato in 1.369.400 euro (senza dimenticare pasti e degustazioni, visite guidate a teatri, luoghi verdiani, musei, cantine, caseifici, prosciuttifici). Capito, caro professore chiacchierone? An
che Bergamo ha fatto centro: prima di tutto concentrando la manifestazione in un paio di settimane, e ripetendo durante il festival i titoli già allestiti durante la stagione. Chi atterrava in città con Ryanair poteva in un weekend vederli tutti. Poi, togliendo quella patina d’antico e sonnacchioso che aleggiava nelle precedenti edizioni. Infine investendo su cast, regie, orchestre, direttori all’altezza. Risultati: + 49% degli abbonati rispetto al 2015; +14,66% di presenze totali; +35,18% di presenze negli spettacoli per le scuole. Con titoli popolari? No. Recuperando, con la curatela scientifica della Fondazione Donizetti, partiture donizettiane dimenticate (Rosmonda d’Inghilter-ra, Olivo e Pasquale). E il prossimo anno si replica con le rarissime Il borgomastro di Saardam e Pigmalio-ne. Cultura, bellezza, ricerca, accessibilità, sostenibilità. È questo il vero miracolo italiano.
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RITORNIpagina 8Alla Scala con Chung il “Don Carlo” completo
MEMORIApagina 10L’ultima lettera di Etty musicata dalla Colasanti
OpERApagina 14A Torino “Pagliacci” single nel 125°dalla prima
DIRETTEpagina 16Da Wagner a Musorgskij in streaming per 6 mesi
VIAGGIpagina 18
Amburgo: sul “vascello” dall’acustica perfetta
BariTeatro PetruzzelliRossini, La gazza ladra; dir. Petrou, reg. Michieletto: 27, 29, 31 gen., 1, 2 feb.Bach, Beethoven, Chopin; pf Blechacz: 28 gen.Khaciaturjan, Prokofiev, Sostakovic; Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, pf Argerich, dir. Temirkanov: 3 feb. www.fondazionepetruzzelli.it
BolognaTeatro Comunale(T. Manzoni) Schubert, Bruckner; dir. Mariotti: 13 gen. (T. Comunale) Mozart, Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio); dir. Znaider, reg. Kusej: 20, 22, 24, 26, 29 gen.Beethoven, Bruckner; pf Matsuev, dir. Znaider: 28 gen.Mustonen, Mozart, Prokofiev; pf e dir. Mustonen: 3 feb. www.tcbo.it
Bolzano e TrenToorchestra Haydn(Auditorium) Beethoven, Mendelssohn; vl Milenkovich, dir. Jensen: 24 gen. [TN, 25 gen.]Schubert, Fauré, Mahler; sopr. von Walther, bar. Vasar, Coro di Stato della Lettonia, maestro coro Sirmais, dir. Volmer: 31 gen. [TN, 1 feb.]www.haydn.it
CagliariTeatro lirico Mozart; sol. Nisi, Ogii, Giusti, Fontana, dir. Albrecht: 13, 14 gen.Recital; vl Repin, pf Smolina: 19 gen.Respighi, La bella addormentata nel bosco; dir. Renzetti, reg. Muscato: 3, 4, 5, 7, 8, 10, 11, 12 feb.www.teatroliricodicagliari.it
CaTaniaTeatro Bellini Bellini, La Straniera;
dir. Carminati / Catalanotto, reg. Cigni: 21, 24, 25, 26, 27, 28, 29 gen. Dvorák, Brahms; dir. Rosner: 10, 11 feb. www.teatromassimobellini.it
FerraraFerrara Musica(Sala Estense) Kancheli, Exil; dir. Pschenitschnikova: 27 gen.(T. Comunale) Elgar, Mozart, Bach, Reger, Ciajkovskij;
Münchener Kammerorchester, vl Ibragimova: 31 gen. www.ferrara musica.it
Firenzeopera di Firenze(T. Goldoni) Vinci, Didone abbandonata; dir. Ipata, reg. Colonna: 8, 10, 12 gen.(Opera di Firenze) Gounod, Faust; dir. Valcuha, reg. McVicar: 20, 22, 24, 31 gen, 3 feb.(T. Goldoni) Marzocchi, Il viaggio di Roberto;
Miracoli italianiBoom di pubblico ai festival Verdi di parma e Donizetti di Bergamo. Il rilancio funziona. E in platea molti spettatori parlano francese, inglese e tedesco