La formazione: politiche e strumenti
Università Roma La Sapienza
Facoltà di Scienze della ComunicazioneComunicazione organizzativa e politiche del management
Agenda
• Presentazione azienda (’5) 14,15• Una definizione possibile di formazione (’10) 14,20• Scopo e ambiti della formazione (10’) 14,30• Le modello delle competenze (10’) 14,40• Il processo della formazione (50’) 15,30- Analisi needs- Progettazione intervento- Realizzazione intervento- Valutazione dei risultati
• Break (15’) 15,45
• Role playing (30’) 16,15
• La formazione in MBI (’15) 16,30• La formazione e la comunicazione organizzativa (’15) 16,45• Chiusura (’15) 17,00
Presentazione azienda
Il Gruppo DaimlerIl Gruppo DaimlerAG, leader nella produzione e commercializzazione mondiale di
vetture di alta gamma e la prima casa costruttrice di veicoli industriali e commerciali, ha
sede a Stoccarda in Germania.
Presentazione azienda
Key Data Gruppo Daimler 2011
Total revenue: 106,540 (mio Eur)Collaboratori: 271,370
Presentazione azienda
Il nostro portfolio
Presentazione azienda
Mercedes-Benz Italia .
Mercedes-Benz Milano (Filiale MBI)
Mercedes-Benz Roma(Filiale MBI)
Mercedes-Benz Financial Services Italia .
Evobus Italia .
Il sistema integrato di sviluppo delle risorse umane
Obiettivi strategici
ORGANIZZAZIONE
Ruoli
Valutazione
Competenze, risultati, potenziale
Percorsi di sviluppo
Formazione mirata
Pianificazione delle risorse umane
Selezione interna e esterna
Sistema premiante
COMUNICAZIONE
INTERNA
COACHING
La formazione
Una leva della gestione risorse umane definibile come l’insieme dei criteri che regolano i processi per lo sviluppo e l’adeguamento delle competenze professionali e manageriali degli operatori aziendali e dei loro comportamenti.
Una definizione possibile di formazione
Scopo e ambiti della formazione
Scopo della formazione è…
1
2
3
4
Sapere = patrimonio culturale professionale, conoscenze
Ogni attività formativa persegue l’intero mix di contenuti sia pure con coefficienti diversi
Saper essere = comportamenti attesi nell’organizzazione
Voler essere = bisogni e valori della persona nei suoi rapporti con l’organizzazione
Saper fare = abilità tecnico-specialistiche
la promozione, l’aggiornamento, la trasformazione e sviluppo delle competenze dell’individuo nei più diversi ambiti di sapere professionale e organizzativo
L’approccio delle competenze
L’approccio delle competenze:• si propone come modello teorico capace di rispondere
all’esigenza di chi quotidianamente si confronta con la gestione delle persone nell’impresa percependo la necessità di avere a disposizione strumenti e metodi di lavoro per identificare, riconoscere, orientare le competenze delle persone di fronte ai cambiamenti organizzativi sempre più mutevoli.
• rappresenta un strumento in grado di sostenere lo sviluppo delle aziende in un’ottica di miglioramento continuo.
• Sono diversi gli approcci e metodi delle competenze.
• Non esiste una definizione univoca delle competenze.
• Il metodo delle competenza nasce negli Stati Uniti negli anni ’20 (David McClelland, Richard Boyatzis, Spencer & Spencer)
Una possibile definizione di “competenza”
“caratteristica intrinseca individuale, casualmente collegata a una performance efficace superiore in una mansione o in una situazione che è misurata sulla base di un criterio prestabilito” (Spencer & Spencer).
A definire una competenza contribuisce in modo determinante la motivazione, i tratti di personalità, atteggiamenti, valori, le abilità e conoscenze, gli interessi di una persona.
Chi possiede queste caratteristiche svilupperebbe una performance superiore rispetto a quella media.
Le competenze contengono sempre un’intenzione, la quale è la forza della motivazione che dà origine a un’azione finalizzata al conseguimento di un risultato.
L’approccio delle competenze
Nelle moderne organizzazioni, la definizione rigorosa dei compiti, sta ormai tramontando: non si parla più di mansioni, ma di ruoli organizzativi.
Le competenze trasversali
Il modello delle competenze di Spencer&Spencer (1995)
Competenze realizzative (disposizione ad agire)a) orientamento al risultato: interesse a lavorare bene e a raggiungere
obiettivib) attenzione all’ordine: orientamento a ridurre l’incertezza e a
ordinare compiti, obiettivi informazionic) iniziativa: disposizione ad agire anche senza indicazionid) ricerca di informazioni: curiosità, volerne sapere di più
2. Competenze di assistenza e servizio (disposizione ad aiutare e comprendere)
a) sensibilità interpersonale: desiderio di capire gli altri, capacità di ascoltare desideri, sentimenti, preoccupazioni
b) orientamento al cliente: concentrare i propri sforzi sul soddisfare i bisogni degli altri
Le competenze trasversali
Il modello delle competenze di Spencer&Spencer (1995)
3. Competenze d’influenza (disposizione ad avere potere e influenza sugli altri)
a) persuasività e influenza: saper portare gli altri a impegnarsi per realizzare una propria (nostra) idea
b) consapevolezza organizzativa: capacità di comprendere i processi e la cultura dell’organizzazione, e saper usare tali informazioni
c) costruzione di relazioni: mantenere rapporti con le persone che possono essere utili per raggiungere obiettivi di lavoro
4. Competenze manageriali (intenzione di avere specifici effetti sugli altri)
a) sviluppo degli altri: facilitare lo sviluppo di un gruppo o di una personab) attitudine al comando: assertività e capacità di far eseguire agli altri i
propri ordini o le proprie indicazionic) cooperazione: lavorare con altri piuttosto che da solid) leadership: capacità di guidare un gruppo di lavoro sia sul compito che
sui processi
Le competenze trasversali Il modello delle competenze di Spencer&Spencer (1995)
5. Competenze cognitive (capacità di analisi, gestione e soluzione di problemi)
a) pensiero analitico: comprendere situazioni scomponendole negli elementi costitutivi e valutare le conseguenze
b) pensiero concettuale: riconoscere modelli astratti e rapporti fra situazioni complesse
c) expertise: padronanza di conoscenze tecnico-professionali e manageriali
6. Competenze di efficacia personale (competenze che supportano l’efficacia della persona in relazione all’ambiente)
a) autocontrollo: avere il controllo delle proprie emozioni ed evitare al reattività nel conflitto
b) fiducia in sé: convinzione di poter assolvere un compito, di saper assumere decisioni, autoefficacia
c) flessibilità: capacità di adattarsi alle situazionid) impegno verso l’organizzazione: allineare i propri comportamenti alle
priorità dell’organizzazione
Il ruolo organizzativo
1. Analisi dei ruoli organizzativi:• caratteristiche del lavoro svolto• competenze necessarie per svolgere il ruolo (competenze
tecniche e trasversali)• le relazioni interne ed esterne
2. Costruzione del profilo del ruolo (ruoli tecnici e ruoli manageriali)
3. Piano di sviluppo (da attuare se dall’analisi emerge un gap tra ruolo atteso e ruolo attuale)
Oggi più che in passato conta “saper essere”, conta cioè saper fornire risposte adattive al contesto, organizzativo e sociale, in continuo cambiamento. Contano, le cd “competenze trasversali”.
Definizione di processo
ProcessoE’ un insieme di attività correlate o interagenti che
trasformano elementi in entrata in elementi in uscita, fornendo unvalore aggiunto.
Si distingue da:
ProgettoE’ uno sforzo temporaneo per sviluppare un prodotto/servizio unicoattraverso un programma predefinito basato su una metodologia
ProgrammaE’ un gruppo di progetti gestiti in modo coordinato al fine di raggiungere risultati che non sarebbero raggiungibili se i singoli progetti fossero gestiti autonomamente.
Attuazione intervento
Il processo della formazione
Identificazione necessità ed esigenze specifiche di bisogni da soddisfare e carenze da colmare
Valutazione risultati
Analisidei bisogni
Progettazione intervento
Analisidei bisogni
Prefigurazione del modello di intervento.
(specifica obiettivi di apprendimento; dettaglio dei contenuti)
Messa in opera del progetto formativo
Verifica gradimento
Verifica apprendimento
Verifica trasferimento
La formazione è un processo articolato in fasi connesse, che presenta un carattere di forte circolarità, in una logica di “retroazione” tra input (analisi dei bisogni) e output (valutazione dei risultati)
ComunicazioneC
om
un
icazion
e
Analisi dei fabbisogni
Necessità organizzative
Esigenza di un cambiamento strategico, strutturale e operativo Carenze da colmare
Diagnosi di inadeguatezza tecnico-professionale e/o comportamentale Esigenze specifiche
Bisogno di supportare processi di sviluppo individuali (p.es. alti potenziali, low performer)
Questionario (metodo quantitativo)
Non sempre viene predisposta una indagine ad hoc, a volte è il risultato concomitante di una valutazione delle prestazioni o del potenziale Intervista (metodo qualitativo)
Limitato ad un campione non troppo numeroso; può essere effettuata individualmente o in gruppo (focus group, incident critial interview, riunioni )Osservazione diretta dei fenomeni organizzativi ed individuali
Può essere effettuata dagli operatori della formazione, da altri operatori R.U., dal vertice
Cosa si intende per “fabbisogni”?
Come è possibile rilevarli?
Progettazione
•Perché? Qual è lo scopo della formazione?•Quale? Qual è la priorità fra gli obiettivi del corso?•Chi? Chi sono i destinatari della formazione?•Cosa? Quali sono i principali argomenti su cui lavorare?•Quando? In quale momento e con quali tempistiche avrà luogo?•Dove? Dove avrà luogo la formazione?•Come? Quali metodologie e strumenti verranno utilizzati durante il corso di formazione?•Costi?
Domande che un formatore si fa….
Progettazione
Cosa si intende per progettazione: macroprogettazione e
microprogettazione
Macroprogettazionedefinisce un intervento formativo complesso generalmente costituito da più interventi formativi.E’ una fase molto importante dalla quale dipendono i risultati dellaazione formativa.
Microprogettazionedefinisce i dettagli in cui si esplica l’azione formativa, le specifiche dell’azione formativa (tempo, scelta dei contenuti, esercitazioni, media utilizzati ecc.).
Se pensiamo ad una strada, la macroprogettazione equivale alla costruzione di una strada, la microprogettazione equivale ad asfaltare il manto stradale.
Progettazione
Obiettivi
Esplicitazione conclusione dell’analisi dei bisogni (perché) e risultati che si intendono raggiungere (cosa). Cosa il partecipante deve essere in grado di fare.
Target
Identificazione popolazione di riferimento a cui l’intervento è destinato
Contenuti
Definizione dell’oggetto della trattazione d’aula
Modalità di erogazione dell’intervento
Es. Aula tradizionale, training on the job, E-learning,
Logistica e tempi
Residenziale, semi-residenziale, aziendale
Costi
Costi diretti, costi indiretti
Quali sono gli elementi fondamentali della progettazione?
Attuazione intervento
Quali sono gli elementi fondamentali della realizzazione?
Informazione/Comunicazione
Informazione (nome intervento, agenda, luogo), esplicitazione degli obiettivi e del target (perché, per chi), coinvolgimento partecipanti (raccolta aspettative e patto formativo)
Presidio Logistico
Identificazione di una location idonea; verifica condizioni di piacevolezza e confort della sede (ampiezza, aerazione, luminosità); allestimento aula (ad anfiteatro, a ferro di cavallo, etc);
Materiale didattico e supporti tecnologici
Preparazione di una documentazione di supporto coerente con i contenuti e la tipologia dell’intervento
Allestimento supporti tecnologici necessari alla gestione dell’aula (microfoni, proiettori, lavagna luminosa, pc, etc)
Valutazione risultati
Quali sono i metodi per la valutazione dei risultati?
Giro di tavolo
Consente ai partecipanti, a turno, di esprimere il proprio parere sull’iniziativaQuestionario di fine corso
Somministrazione di un questionario (anonimo) con domande per lo più chiuse o con scale di giudizioCambiamenti effettivi
osservabili all’interno della dell’organizzazione e, a volte, all’esterno (rapporti con clienti esterni) e rilevabili attraverso l’osservazione diretta, questionari ed interviste non ad opera dei partecipanti ma di osservatori e interlocutori a ciò deputati
E’ possibile misurare i benefici economici della formazione?
Risulta difficile isolare l’effetto della sola formazione rispetto ad altri fattori contingenti.
Si può ricorrere ad un parametro indiretto (p.es.misurazione tasso di assenteismo, oppure soddisfazione clientela), ma è comunque una forzatura.
Esercitazione
Role playing:
Diventare campioni di vendite!
Esercitazione
Il contestoLa Ba.ve.co è un’azienda con sede in Italia. Produce, commercializza,distribuisce e
vende un’ampia gamma di prodotti alimentari e bevande.
La direzione è a Milano e gli stabilimenti di produzione e distribuzione sono in diverse
sedi in tutta Italia.
E’ un’azienda con una struttura gerarchico-funzionale. Oltre alla Presidente che è anche
Amministratore Delegato, esistono 5 divisioni principali:
1. Direzione di Produzione
2. Direzione Ricerca e Sviluppo
3. Direzione Commerciale
4. Direzione Finanziaria
Il Direttore Commerciale il Sig. Perretta, chiama il Responsabile della Formazione e
Sviluppo, il Sig. Caccio per un intervento formativo sulla forza vendita. Ha notato negli
ultimi tempi un calo di produttività e di conseguenza un calo di motivazione.
Le vendite negli ultimi due trimestri sono state inferiori all’obiettivo dell’12 %.
Gli obiettivi annuali concordati con l’AD sono a rischio di raggiungimento.
Pensa che un intervento formativo possa essere la soluzione di tutti i mali.
Esercitazione
Il role Playing
Voi siete il Responsabile della Formazione e Sviluppo dell’azienda.
Avete un appuntamento con il Direttore Commerciale per raccogliere tutte le informazioni
necessarie alla progettazione dell’intervento formativo richiesto.
Avete 15 minuti di tempo per preparare l’intervista.
Leadership/ Behaviors
Skill-Lab
Basics Team-effectiveness
EmployeeDevelopment
Information Technology
Cross-functional skills
Functional skills
Le quattro aree di apprendimento
Languages
Mandatory education
La formazione in MBI
La formazione in MBI
Distribuzione dei collaboratori sulla base della valutazione BUILD
Improvement Program
Management Assessment and Development
Piano Formativo
Development Center
Inadeguata Incostante Soddisfacente Eccellente Esemplare
Valutazione della performance e Formazione
Rispetto alla Direzione Aziendale . Disporre di una chiara ed oggettiva mappatura dei collaboratori critici.. Definire un Piano di azione globale per gestire i collaboratori critici.
Rispetto al relativo Manager. Supportare il Manager nell’analisi del collaboratore.. Condividere con il Manager il Piano di azione per gestirlo.
Rispetto al singolo collaboratore critico. Condividere con il collaboratore una visione oggettiva della situazione.. Condividere con il collaboratore un Piano di azione.
Obiettivi Improvement ProgramManagement Assessmentand
Development
Piano Formativo
ImprovementProgram
DevelopmentCenter
Inadeguata Incostante Soddisfacente Eccellente Esemplare
Management Assessmentand Development
Piano Formativo
ImprovementProgram
DevelopmentCenter
Inadeguata Incostante Soddisfacente Eccellente Esemplare
La formazione in MBI
CONSAPEVOLEZZACONSAPEVOLEZZA SVILUPPOSVILUPPO
punti di forza ed aree di miglioramento
rispetto a competenze di taglio manageriale
definizione contestuale di un Piano di azione
Management Assessmentand Development
Piano Formativo
ImprovementProgram
DevelopmentCenter
Inadeguata Incostante Soddisfacente Eccellente Esemplare
Management Assessmentand Development
Piano Formativo
ImprovementProgram
DevelopmentCenter
Inadeguata Incostante Soddisfacente Eccellente Esemplare
Development Center: Cos’è
E’ un percorso di sviluppo per giovani talenti
La formazione in MBI
Il Piano di azione si sviluppa lungo tre direttrici complementari:
Auto sviluppo da parte del collaboratore (ricerca di occasioni di confronto e di feedback con interlocutori aziendali rilevanti per il proprio ruolo; approfondimenti di tipo teorico-metodologico; richiesta di coinvolgimento in attività e progetti nuovi in cui sperimentarsi.).
Coaching da parte del capo.
Mentoring interno (Direttori Generali e Direttori di livello E3 offrono supporto di crescita alle persone attraverso incontri spot su tematiche specifiche e di competenza peculiari di ogni Manager).
La Direzione CHR assume un ruolo di supporto di questo processo anche attraverso l’istituzione di incontri periodici con le persone per verificare il loro “development path”.
Management Assessmentand Development
Piano Formativo
ImprovementProgram
DevelopmentCenter
Inadeguata Incostante Soddisfacente Eccellente Esemplare
Management Assessmentand Development
Piano Formativo
ImprovementProgram
DevelopmentCenter
Inadeguata Incostante Soddisfacente Eccellente Esemplare
Development Center: Come si implementa
La formazione in MBI
La comunicazione e la formazione
FASI Obiettivi Strumenti
1. Circolazione del nome e informazioni generali sul progetto.
La conoscenza del nome è momento importante perché dà il marchio al progetto formativo.
*Bacheca*House organ*Mail*Internet
2. Creazione del committment (patto formativo)
La comunicazione è più che informazione: è coinvolgimento, contributo critico e condivisione dei valori. E' essenziale che questa fase non sia vissuta come 'formalità necessaria'.
*Incontri con i partecipanti (anche prima dell’inizio della formazione)*Comunicazione mirata ai Capi (mail, incontri)
3. Trasparenza del processo formativo
I contenuti e le informazioni veicolate con la formazione devono essere trasparenti. I partecipanti non devono avere “sospetti” e diffidenze rispetto alla formazione.
*Gruppi di lavoro con i partecipanti *Counseling individuale
4.‘Restituzione' degli apprendimenti
La riflessione su ciò che si è appreso, la sua rilevanza organizzativa (come è 'applicabile') e sulla possibilità di 'trasferimento' degli apprendimenti (knowledge management) sono elementi che rendono 'capitalizzabile' il processo formativo.
*Gruppi di lavoro con i partecipanti*Questionari*Counseling individuale
EventiHouse -organ
Comunic. scritta
Comunicaz. informale
Opinion leader
Formazione
strategie aziendali
azioni HR
cambiamenti organizzativi
clima
comunicazione nei team, ruoli
individuo
Intranet, tv aziend.CONTESTI
com. org.
VEICOLI com. org
La comunicazione e la formazione
• La formazione non è un erogatore di risposte immediate fatto per colmare lacune, ma uno strumento di accompagnamento, che possa fornire stimoli in un percorso di ricerca, personale e differenziato.
• La capacità della formazione di realizzare azioni strettamente connesse con i reali processi di cambiamento (tecnologico, culturale e umano) dell’impresa, non risiede nell’aula o nell’applicazione delle metodologie, pure avanzate, di apprendimento, ma nella contestualizzazione all’interno dell’organizzazione
• L’accrescimento delle competenze non dipende solo da politiche sia pure mirate di formazione, ma da un PROGETTO SOCIALE, in un’impresa intesa come centro di produzione culturale ed organizzativa
Alcune considerazioni
La formazione è un “luogo” di produzione e diffusione della cultura organizzativa propria di ogni impresa, al servizio della comunicazione organizzativa