La gestione dei comportamenti è
l’incombenza più delicata per chi insegna
Bambini “difficili”
Sono coloro che ci creano maggiori problemi
di gestione
Ma di quali caratteristiche parliamo?
Insofferenza alle regole, mancanza di
educazione…
Nelle relazioni umane capita spesso che un’azione,
spontanea o programmata, finalizzata ad ottenere
determinati effetti, ne ottenga invece altri non voluti
(EFFETTO PERVERSO)
Una legge in psicologia, definita
LEGGE DELL’EFFETTO
stabilisce che il destino di ogni comportamento
dipende strettamente dagli effetti (conseguenze)
che esso produce nell’ambiente fisico ed
interpersonale. Se poi quel comportamento
produce soddisfazione, verrà incrementato.
Un esempio:
Mario insulta Giacomo
Giacomo risponde con un pugno
Possibili reazioni di Mario:
Si mette a piangere - quale interpretazione?
Restituisce il pugno – quale interpretazione?
In pratica … la legge dell’effetto fa pensare all’esistenza di un meccanismo che fissa i comportamenti che si dimostrano efficaci nel ridurre o eliminare le tensioni motivazionali, e ad aumentare la stima di sè
Una possibile spiegazione per i problemi
comportamentali
Un qualsiasi esempio di comportamento in
classe…
• la reazione dell’insegnante/educatore
• la reazione dei compagni
Quindi l’insorgenza di un comportamento
disfunzionale può essere spiegata in base alle
conseguenze gratificanti che il
comportamento produce
le conseguenze possono essere legate al
comportamento
ma possono anche essere legate all’educatore,
nel suo tentativo di correggere o bloccare il
comportamento inadeguato
Il comportamento infatti provoca …
• attenzione
• proibizione
• minaccia (soprattutto se non mantenuta)
• attacco alla persona
… reazioni che evidenziano difficoltà da parte
dell’educatore
Ipotesi di intervento…
(alcune indicazioni di metodo)
L’educatore lavora
1- su due classi di comportamento
• comportamenti disadattivi che cercherà di tenere sotto controllo
• comportamenti appropriati che cercherà di sviluppare
2 – in due momenti distinti
• Immediatamente prima che il comportamento si manifesti (variabili “antecedenti”)
• Immediatamente dopo (variabili “conseguenti”)
MAGGIOR POTERE MAGGIOR RESPONSABILITA’
• IN UN CONTESTO DI RELAZIONI COMPLEMENTARI GERARCHICHE
• Il b/no si prepara meglio a diventare adulto ed è in grado di assumersi maggiori responsabilità nei confronti degli altri:
• Ne consegue che l’individuo diventa un adulto autonomo e responsabile
si costruisce una propria
IDENTITA’ POSITIVA (Stone Fish,2004)
Le relazioni all’interno del gruppo classe possono essere:
• SIMMETRICHE
• COMPLEMENTARI Le prime riguardano l’esigenza di interagire con i pari e di sentirsi su un
medesimo livello di potere, di appartenere a un gruppo e di sentirsi interdipendenti con gli altri.
Le seconde riguardano l’esigenza di interagire con gli altri in situazioni di maggiore o minore potere, di sentirsi su un piano diverso rispetto agli interlocutori, di percepirsi maggiormente responsabili rispetto agli altri.
Ad esempio la metodologia da TUTORING permette ad uno studente di fare da insegnante (tutor) e all’altro di essere aiutato (tutee).
Le relazioni più rilevanti sono quelle complementari.
E’ importante far sperimentare ai ragazzi posizioni di responsabilità assegnando loro degli incarichi di potere
Impara ad essere più disponibile nei confronti della classe e a riconoscere nelle diverse situazioni le relazioni di potere.
LA COMUNITA’ E LE RETI DI SOSTEGNO
Un obiettivo fondamentale è costruire un senso
di comunità.
Per costruire una comunità occorre insegnare
direttamente i comportamenti prosociali,
fornire opportunità di pratica e feedback
guidato nelle situazioni quotidiane e
coinvolgere gli studenti nei processi
decisionali, l’impegno deve essere costante,
in quanto gli interventi isolati e sporadici
raramente producono risultati duraturi.
LA COMUNITA’ E LE RETI DI SOSTEGNO
A SCUOLA - alcuni livelli di intervento strategico :
1. strategie a livello globale di scuola (ad esempio progetti sulla diversità, proposte di temi di riflessione come il rispetto dell’altro...) L’Index per l’inclusione
2. strategie specifiche di classe (sono ad esempio i gruppi di apprendimento cooperativo e il tutoring da parte dei compagni).
3. strategie di aiuto formale e informale tra studenti (ad esempio i servizi di accoglienza per gli studenti nuovi dove si affianca a un nuovo arrivato un compagno che fornisca assistenza per qualche tempo; i “mediatori” per affrontare conflitti, piccoli gruppi autogestiti, n.b. anche gli studenti con sostegno possono fornire aiuto ai compagni).
LAVORARE IN GRUPPO
Oggi si parla molto di Cooperative Learning (CL,
apprendimento cooperativo). Si fa in questo caso
riferimento ad un insieme di tecniche di insegnamento –
apprendimento basate principalmente sul lavoro di
gruppo e sulla componente di mediazione sociale tra
pari. L’assegnazione di un compito da svolgere in gruppo
comporta un cambiamento nelle norme tradizionali di
classe.
Si parla molto anche di Tutoring, si tratta di una
metodologia strutturata che ha come obiettivo portare
un alunno ad insegnare ad un altro alunno
LAVORARE IN GRUPPO
Il termine Cooperative Learning (CL) fa riferimento ad un insieme di tecniche di conduzione della classe in cui l’insegnante incoraggia gli studenti a cooperare tra di loro al fine di apprendere.
Diverse sono le modalità di apprendimento cooperativo che sono state sperimentate, la più conosciuta è definita Learning Together, nata per far lavorare gli studenti in piccoli gruppi e per farli interagire in modo da creare un contributo comune e condiviso.
LAVORARE IN GRUPPO
Vi sono dei principi sui quali si fonda la
costruzione di un ambiente cooperativo:
1 - l’interdipendenza positiva,
2 - la responsabilità individuale,
3 - l’interazione diretta costruttiva,
4 - le abilità sociali
5 - la valutazione individuale e di gruppo.
LAVORARE IN GRUPPO
1 - l’interdipendenza positiva
Ogni allievo deve percepire che le sue risorse,
le sue capacità e il suo impegno come
necessari affinché il gruppo possa
raggiungere i suoi scopi.
Si tratta di un elemento che influenza la
motivazione del soggetto, la sua
responsabilità, il suo impegno la sua
disponibilità a condividere idee e conoscenze
con l'altro.
LAVORARE IN GRUPPO
2 - la responsabilità individuale
ogni membro del gruppo deve assumersi la sua
parte di responsabilità, deve quindi essere
consapevole del fatto che la sua parte di
impegno è necessaria al gruppo per portare a
termine il compito.
LAVORARE IN GRUPPO
3 - l’interazione diretta costruttiva
i membri del gruppo devono condividere il
lavoro e sostenersi a vicenda, questo deve
portarli a interagire e sostenersi a vicenda,
sia dal punto di vista cognitivo che emotivo e
relazionale.
Questo dovrebbe portarli a spiegarsi l’un
l’altro eventuali idee, opinioni, strategie
utilizzate per risolvere problemi ecc.
LAVORARE IN GRUPPO
4 - le abilità sociali
L'insegnamento/apprendimento dell'uso di
competenze sociali
Per il lavoro di gruppo sono fondamentali
alcune abilità più strettamente sociali come
ad esempio le competenze comunicative, di
leadership (che deve essere distribuita), di
soluzione negoziata dei conflitti e di
soluzione dei problemi.
LAVORARE IN GRUPPO
5 - la valutazione individuale e di gruppo
scopo è garantire un apprendimento efficace
Nel definirsi questa metodologia ha prodotto una serie di indicazioni, come ad esempio la definizione dei ruoli, del compito, degli obiettivi ecc. che permettono di strutturare il gruppo affinché divenga produttivo.
LAVORARE IN GRUPPO
I gruppi possono essere
- gruppi formali - la cui durata va dal tempo di una lezione ad alcune settimane
- gruppi informali – gruppi creati ad hoc per una lezione, o per pochi minuti
- gruppi base – gruppi che durano a lungo (anche l’intero anno scolastico) e quindi con membri stabili che si scambiano il sostegno, l’aiuto ecc.
Vanno composti da allievi che
- hanno background, capacità e interessi diversi,
- devono possibilmente essere eterogenei
LAVORARE IN GRUPPO
Si assegnano compiti che
- siano ben chiari e ben definiti
abbiano obiettivi chiari e definibili
- abbiano già avuto chiare spiegazioni su
concetti, principi, regole ecc.
- richiedano lavori scritti che ogni componente
dovrà poi firmare
LAVORARE IN GRUPPO
I RUOLI
sono funzioni che favoriscono la gestione e il
funzionamento del gruppo, che lo stimolano,
che promuovono l’apprendimento
a ciascuno viene assegnato un ruolo
(controllare i toni della voce, controllare i
rumori, controllare i turni)
FUNZIONI E RUOLI
che aiutano il gruppo a raggiungere i suoi obiettivi e a mantenere produttivi i rapporti interni di lavoro (spiegare idee e procedure, registrare, incoraggiare la partecipazione, osservare i comportamenti, fornire guida, fornire sostegno, chiarire e illustrare)
legati a compiti di apprendimento (ricapitolare, migliorare, verificare la comprensione, fare ricerche/comunicare, elaborare, approfondire)
che siano di stimolo al buon funzionamento del gruppo (criticare le idee e non le persone, chiedere motivazioni, distinguere, sintetizzare, sviluppare, creare opzioni, valutare)
Infine vi sono altre possibili funzioni quali
fornire risorse, proporre prospettive diverse,
stimolare funzioni cognitive diverse.
l’organizzazione e la disposizione dello spazio
e dell’arredamento dell’aula
sono fattori che possono facilitare oppure
ostacolare l’apprendimento.
• metodologia strutturata per portare un soggetto ad insegnare ad un altro soggetto
• modalità di insegnamento-apprendimento basata sul lavoro in coppia tra pari/alunni/allievi/soggetti, in cui entrambi ricoprono un ruolo specifico
• colui che insegna viene definito tutor, colui che riceve l'insegnamento è chiamato tutee
• L’adulto spiega al tutor l'obiettivo di un'attività didattica e lo svolgimento della stessa. Il tutor dovrà poi a sua volta spiegare l'attività a chi apprende e guidarlo lungo il suo svolgimento.
• è molto importante che il tutor non si sostituisca al tutee
Tipologie di approccio
tre principali modalità di realizzazione del
tutoring:
il tutoring tra pari età
il tutoring tra alunni di età diversa.
il tutoring con allievi in difficoltà nel
ruolo di tutor.
L’attenzione deve essere rivolta:
Al contesto di applicazione: sarà necessario avere
l'approvazione dei genitori e la disponibilità a
collaborare da parte dei colleghi.
Alla selezione dei soggetti: decidere in base agli
obiettivi da perseguire i soggetti da impiegare nel
ruolo di tutor o tutee.
Ai contenuti: l'approccio può essere utilizzato sia
per singole azioni, sia per diverse abilità sociali o
di autonomia.
L’attenzione deve essere rivolta:
Alle procedure di preparazione e formazione delle
abilità necessarie all'attività di tutoring:
identificare gli scopi dell'attività, organizzare il
lavoro e predisporre un'esercitazione guidata.
Ai materiali di lavoro: essi devono essere strutturati
e accuratamente predisposti in modo da
permettere al tutee di procedere gradualmente e
al tutor di ridurre la complessità e la durata della
fase di preparazione al compito.
L’attenzione deve essere rivolta: Agli aspetti organizzativi: luoghi e tempi da
dedicare all'attività. Solitamente la durata del progetto deve essere di almeno sei settimane e generalmente non devono superare le dodici. Ciascuna sessione dovrebbe avere la durata di venti o trenta minuti, per una frequenza di almeno tre sessioni alla settimana, quattro o cinque sessioni alla settimana offrono una situazione ottimale.