Gruppo Biblico
III Domenica di Quaresima
8 Marzo 2015
La legge di Dio come fonte di libertà da ogni forma di idolatria e il riferimento alla croce di Cristo come unica via di salvezza convergono nelle letture di questa domenica. Non si può
rinunciare a questi punti di riferimento perché attraverso essi si rivela a noi l’amore
di Dio.
La purificazione del tempio da mercanti e cambiavalute, ad opera di Gesù (vangelo) ci richiama alla necessità di un rinnovamento interiore, a una purificazione del cuore dall’egoismo e dagli interessi terreni.
Tutto questo per una relazione con Dio autentica e personale.
Essa è anticipata nella prima lettura, con la proclamazione della legge dell’alleanza, che guida il credente nel suo cammino di fedeltà a Dio.
Il segno più alto di questo dono di alleanza è visto, nella seconda lettura, nell’offerta esemplare che Gesù fa della sua stessa vita.
Le Letture
È una delle pagine più importanti e impegnative della Scrittura:
I dieci comandamenti o meglio…
Le dieci parole.Secondo il narratore
biblico, è proprio in questo contesto che Israele da popolo…
Servo del farone…Diventa…Servo di JHWHPopolo di Dio.Significative queste
parole di Es 19,4-6:
Prima Lettura
Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e
come ho sollevato voi su ali d’aquila e vi ho fatti venire
fino a me.
Ora, se darete ascolto alla mia
voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una
proprietà particolare fra tutti
i popoli.
All’inizio del cap. 20, questa voce risuona di nuovo per donare le 10 Parole a fondamento della libertà a cui l’Israele di ogni tempo è chiamato.
In questo modo, tutto il libro dell’Esodo diventa la storia di un cammino di profonda conversione individuale e comunitaria.
Un passaggio (= PASQUA!) dalla schiavitù dell’idolatria alla scelta di un unico vero Dio.
Non si può non ricordare, a questo proposito, il celebre passo di Deuteronomio 6, 4s:
Prima Lettura
Ascolta, Israele.Il Signore, nostro Dio,
è unico Signore!Tu amerai il Signore
tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua
forza!
All’unicità di Dio corrisponde l’unicità e
l’esclusività dell’amore…All’unicità
dell’amore di Dio corrisponde un cuore indiviso!
Per questi motivi il libro dell’Esodo manifesta la sua sorprendente attualità e tutta la sua carica di provocazione per una cultura, la nostra, che rischia di fare della libertà un nuovo seducente idolo.
L’esperienza di Israele, soprattutto grazie alla predicazione profetica, conferma che la vera libertà sta nella relazione profonda con l’Altro, descritta secondo la categoria dell’alleanza.
Prima Lettura
Quindi le 10 Parole sono un dono, più che un’imposizione…
Sono una conseguenza di una scoperta, quella di Israele e di ogni uomo, di essere amato profondamente da questo Dio che lo chiama a libertà.
È però un cammino difficile, rischioso, pieno di insidie a ogni passo.
L’apostolo Paolo lo attesta molto bene in Galati 5,13-14:
Prima Lettura
Voi infatti fratelli, siete stati
chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la
carne.
Mediante l’amore siate invece a
servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti
trova la sua pienezza in un solo precetto:
Amerai il tuo
prossimo come
te stesso!
Non basta essere liberati da Dio.
È necessario restare liberi, custodendo la sua Parola di vita.
In questo sta il vero senso di ogni alleanza che Dio stringe con l’uomo:
Non comandamento, ma dono della vita, per la vita.
Prima Lettura
Queste 10 Parole sono simili ad altrettanti rivoli che scaturiscono da un’unica sorgente:
“Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto…”
Non si tratta di una semplice intestazione, ma è il fondamento di tutti gli altri comandamenti.
Dio si manifesta come unico Signore quando si rivela come Dio liberatore.
Prima Lettura
In quanto parola che libera l’uomo da ogni forma di schiavitù….
I primi comandamenti proibiscono categoricamente l’idolatria in tutte le sue forme.
Nella gelosia di Dio si manifesta tutta la sua ardente passione per l’uomo, immagine di Dio.
Prima Lettura
Dio riscatta anche dalla schiavitù del tempo.
Esso non è un nuovo idolo da servire, ma è un dono per la vita e per la crescita da figli di Dio.
Santificare il sabato è ricordare che il senso di tutto il tempo è in Dio.
A lui la storia converge.
In questo settimo giorno, giorno senza fine, sta la chiamata della storia dell’uomo e dell’universo.
Prima Lettura
Lette in questa luce, le 10 Parole sono
realmente Parole di vita eterna, che
permettono di camminare nel mondo
senza diventarne schiavi…
Pasqua dei Giudei o Pasqua del Signore?
A differenza dei sinottici, Giovanni situa questo fatto all’inizio dell’attività di Gesù, quasi fosse un manifesto della sua missione:
Quella di portare a libertà un popolo oppresso dal potere e dal peccato.
Simbolo di questa oppressione diventa il tempio di Gerusalemme!
Vangelo
Per questo Giovanni chiama questa Pasqua…
Pasqua dei Giudei e non… Pasqua del Signore, come
è attestato nelle Scritture. Perché? Il termine “Giudei” non
rappresenta il popolo ebraico, ma i capi del popolo contrari e avversari di Gesù.
Quasi che questa Pasqua non sia più secondo quanto scritto nel libro dell’Esodo e sia diventata uno strumento oppressivo delle autorità religiose.
Ecco che quindi Gesù sale a Gerusalemme per purificare tempio e festa di Pasqua!
Vangelo
Gesù non trova nel tempio gente in adorazione o in preghiera…
Ma venditori di buoi, pecore e colombe e là seduti i cambiamoneta…
Egli cioè trova mercato, interesse, quasi che il Dio del tempio non sia il Signore, ma il guadagno!
Vangelo
Allora Gesù fa una frusta di cordicelle.
Questo particolare è interessante perché la tradizione si immaginava il Messia armato di flagello con quale avrebbe dovuto castigare ed eliminare i peccatori.
Tuttavia, Gesù non scaccia i peccatori e i lontani da Dio!
Egli scaccia quanti sono responsabili dell’impurità del tempio
Vangelo
“E scacciò tutti fuori dal tempio con pecore e buoi…”
Gesù comincia scacciando le pecore.
L’immagine è quella del pastore che libera le pecore dall’ovile in cui sono state rinchiuse.
L’espressione è parallela a quella del cap. 10, 3:
Vangelo
«Egli chiama le
sue pecore una per una e le conduce fuori».
I Giudei gli dissero:“Quale segno ci
mostri per fare queste cose?”.
Gli avversari di Gesù interpretano il gesto del maestro di Nazaret sulla linea di quelli dei profeti.
E per questo chiedono un segno a conferma della veridicità della sua missione.
“Distruggete questo tempio…”
Ma qui Giovanni usa più propriamente il termine “santuario”
Vangelo
Il Santuario era la parte centrale e più importante del complesso templare di Gerusalemme.
Il luogo dove si riteneva esserci la presenza di Dio.
Ebbene, Gesù dice di distruggere questo santuario perché…
È Lui il nuovo santuario!
Vangelo
Nel Prologo, Giovanni
aveva detto che la Parola
divenne carne e
pose la sua dimora in mezzo a
noi…
Dio non è più
presente in un edificio,
ma Dio è presente in
una Persona e in quanti
l’acc0lgono.
Mentre nell’antico
santuario le persone si
recavano, ma non tutti potevano accedervi
perché dovevano possedere
determinati requisiti….
Il nuovo santuario è colui che va
incontro agli
emarginati, agli esclusi
dalla religione.
Gesù è il nuovo
santuario dal quale si irradia e si
rende visibile
l’amore di Dio.