SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
AUGUSTO CAPERLE
CLASSI PRIME
LA POESIALA POESIALA POESIALA POESIA
ANNO SCOLASTICO 2015-2016
PER IL VERSO GIUSTOPER IL VERSO GIUSTOPER IL VERSO GIUSTOPER IL VERSO GIUSTO Ogni scrittore che compone versi si sottopone volontariamente ad alcune regole.
La metrica, dal greco mètron, che significa «misura», è l’insieme delle regole che
organizzano il gioco della poesia. E se si conoscono le regole si può giocare meglio.
Queste regole sono cambiate nel tempo, ma non sono mai scomparse del tutto.
I versi sono le singole righe di cui è composta ogni poesia. Un verso italiano si
definisce dal numero di sillabe (la sua misura) che lo compone.
Dante, ad esempio, scrivendo la Divina Commedia, ha cioè scelto di scrivere
in endecasillabi (11 sillabe), il verso più celebre della poesia Italiana, perché
semplicemente quando parliamo noi ci esprimiamo in endecasillabi!
Contiamo le sillabe del primo verso dell’Inferno:
Nel (1) mez (2) zo (3) del (4) cam (5) min (6) di (7) no (8) stra (9) vi (10) ta (11)
Vi sono casi in cui l’ultima vocale di una parola si fonde con la vocale della parola
successiva, formando così un’unica sillaba. Questo fenomeno si chiama sinalefe.
Guarda cosa succede nel primo verso della poesia A Cesena di Marino Moretti:
Pio(1)ve.-È(2)mer(3)co(4)le(5)dì.(6)So(7)no-a(8)Ce(9)se(10)na.(11)
È un endecasillabo, ma vi è sinalefe tra “piove” ed “è” e “sono” e “a”.
Possiamo suddividere i versi della poesia italiana in parisillabi (numero pari di sillabe
con ritmo più regolare e cadenzato) e imparisillabi (numero dispari di sillabe con
ritmo più libero e variegato). La poesia tradizionale si basa su versi che vanno dal
quadrisillabo al dodecasillabo. I versi più usati sono l’endecasillabo, il settenario e il
quinario.
Versi parisillabi (Numero pari di sillabe)
Quadrisillabo (4 sillabe) Da-mi-gel-la // tut-ta-bel-la (Chiabrera)
Senario (6 sillabe) Fra- tel-li-d’Ita-li-a (Mameli)
Ottonario (8 sillabe) Quan-t’è-bel-la-gio-vi-nez-za (Lorenzo Il Magnifico)
Decasillabo (10 sillabe) Sof-fer-ma-ti-sul-l’a-ri-da-spo-nda (Manzoni)
Dodecasillabo (12 sillabe) E-co-me al-lo-ra,-scom-pa-io-no-can-tan-do (Pasolini)
Versi imparisillabi (Numero dispari di sillabe)
Trisillabo (3 sillabe) Tri, tri, tri (Palazzeschi)
Quinario (5 sillabe) Fon-ti e-col-li-ne (Pindemonte)
Settenario (7 sillabe) Ei-fu-Sic-co-me im-mo-bi-le (Manzoni)
Novenario (9 sillabe) Il-gior-no-fu-pie-no-di-lam-pi (Pascoli)
Endecasillabo (11 sillabe) E-cad-di-co-me-cor-po-mor-to-ca-de (Dante)
COMPONI UNA STROFA? COMPONI UNA STROFA? COMPONI UNA STROFA? COMPONI UNA STROFA?
Un gruppo di versi forma una strofa. Anche la strofa segue determinate regole.
Distico
Costituito da due versi, per lo più endecasillabi a rima baciata
O cavallina, cavallina storna che portavi colui che non ritorna (Giovanni Pascoli, La cavalla storna)
Terzina Tre versi rimati in vario modo
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, chè la diritta via era smarrita (Dante, Inferno I)
Quartina Costituita da quattro versi a rima alternata o incrociata
San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla (Giovanni Pascoli, X agosto)
Sestina Sei versi con varie combinazioni di rima
All’agitarti, lente cascan le trecce, nitide per l’ambrosia recente, malfide all’aureo pettine e alla rosea ghirlanda che or con l’alma salute april ti manda (Ugo Foscolo, All’amica risanata)
Ottava Tipica dei poemi epico-cavallereschi. Ha otto versi, spesso con sei versi a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l’ire e i giovenil furori d’Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. (Ariosto, L’Orlando Furioso)
Strofa
libera
Non ha un numero fisso di versi; I versi hanno un metro variabile o sono una combinazione di metri tradizionali. Le rime non hanno uno schema fisso oppure non ci sono.
Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno. (Leopardi, Il sabato del Villaggio)
BUGIA FA RIMA CON POESIABUGIA FA RIMA CON POESIABUGIA FA RIMA CON POESIABUGIA FA RIMA CON POESIA
La parola rima deriva forse dal vocabolo latino rhythmus e significa ritmo, una
cadenza che modula tempi e parole.
La rima è la presenza di suoni uguali, ma solo a partire dall'accento tonico (dove si
calca con la voce), in due parole poste a fine di verso. Pertanto, due parole come
am-àre e sogn-àre fanno rima, mentre due parole come ved-ére e presùm-ere non
fanno rima
La funzione della rima in un testo poetico è duplice:
- funzione ritmica: contribuisce a costruire il ritmo del testo in quanto collega le
parole tra loro;
- funzione semantica (studia il significato delle parole): collega tra loro delle
parole che hanno sia un legame di suono sia un legame di significato.
Rime baciate
(dette
anche accoppiate)
Una rima baciata si ha quando
due versi consecutivi rimano
tra di loro (schema AA)
S’i’ fosse vento, lo
tempesterei; / s’i’ fosse
acqua, i’ l’annegherei
(Angiolieri)
Rima alternata Una rima alternata si ha
quando il primo verso rima
con il terzo, il secondo con il
quarto e così via (schema
ABAB)
Se vuòimi dar conforto, /
Madonna, non tardare! /
Quand’odi ch’io sia morto,
/ non far messa cantare!
(Bembo)
Rime incrociate
(dette
anche chiuse)
Una rima incrociata si ha
quando il primo verso rima
con il quarto, il secondo con il
terzo (schema ABBA)
Tanto gentile e tanto
onesta pare / la donna
mia quand’ella altrui
saluta, / ch’ogni lingua
devèn tremando muta, / e
li occhi no l’ardiscon di
guardare
(Dante)
Rime incatenate
(dette
anche terzine
dantesche)
Una rima incatenata si ha
quando il secondo verso della
prima terzina rima con il
primo e con il secondo della
seconda terzina e così via
(schema ABA BCB CDC ...)
Nel mezzo del cammin di
nostra vita / mi ritrovai
per una selva oscura, / che
la diritta via era smarrita.
/ Ah, quanto a dir qual era
è cosa dura / esta selva
selvaggia e aspra e forte /
che nel pensier rinnova la
paura
(Dante)
Rime interne
(dette
anche rimalmezzo)
Una rima interna si ha quando
la rima non appare nelle
sillabe finali del verso, ma in
una parola che si trova nel
corpo di un verso successivo.
Tra bande verdi gialle
d’innumeri ginestre / la
bella strada alpestre
scendeva nella valle
(Gozzano)
Il metro di una poesia proviene dal tipo di verso, rima e strofa usati
Il sonetto, ad esempio, segue queste regole:
• è scritto in endecasillabi;
• è fatto di quattordici versi divisi in quattro strofe;
• le prime due strofe sono di quattro versi;
• le successive due strofe sono di tre versi;
• le rime nelle prime due strofe sono sempre le stesse;
• le rime nelle due ultime strofe sono le stesse, ma sono diverse da quelle
precedenti.
Un poeta sceglieva il metro in base alle caratteristiche della poesia che intendeva
scrivere.
Esiste ancora la metrica?
Potremmo fare molti altri esempi per dimostrare che la metrica, nel corso della
storia, è cambiata. Possiamo affermare che fino alla fine dell’Ottocento i poeti
italiani hanno sempre osservato le regole trasmesse dalla tradizione. I più grandi
(come per esempio Leopardi) ne hanno semmai cambiate alcune, ma non le hanno
mai rifiutate tutte. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento però le cose
sono andate diversamente, perché si è cominciato a scrivere poesie in metrica
libera: i poeti componevano versi e strofe senza seguire nessuna delle regole
tradizionali, inventando così nuove strofe e nuovi tipi di versi.
Leggi questa poesia e osserva le sue varie parti indicate dalle frecce.
Giosuè Carducci
SAN MARTINO
La nebbia agli irti colli piovviginando sale, e sotto il maestrale,
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini,
va l’aspro odor dei vini l’anima a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri nel vespero migrar.
(da Rime Nuove, Bologna, Zanichelli, 1965)
NOME
DEL
POETA TITOLO della poesia
VERSI della poesia
POESIA
STROFA della poesia
STROFA della poesia
Rispondi alle seguenti domande:
Come si chiama il tipo di testo che hai letto?
_____________________________________
Come si intitola questa poesia?
________________________________________________
Come si chiama il poeta che ha scritto la poesia?
_____________________________________________________________________
La poesia è formata da tante righe. Come si chiamano le righe della poesia?
____________________________________________________________________
Da quanti versi è formata questa poesia?
_________________________________________
Da quante strofe è formata la poesia che hai letto?
_________________________________
E ogni strofa da quanti versi è formata?
__________________________________________
Di che cosa parla questa poesia?
____________________________________________________________________
Ci sono delle parole in rima nella poesia?
________________________________________
Leggi attentamente:
Giovanni Pascoli
IL LAMPO
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.
Ecco qui sotto la spiegazione di questa poesia molto breve:
Il cielo e la terra si mostrarono quali erano.
La terra era ansimante, di un colore plumbeo e sconvolta; il cielo denso di nuvole,
cupo, disfatto: una casa bianchissima apparve all’improvviso e scomparve, come un
grande occhio che, atterrito, si aprì e si chiuse, nel buio della notte.
Adesso rispondi e completa:
Quella che hai letto è una
____________________________________________________
Come si intitola la poesia che hai letto?
____________________________________________________________________
Come si chiama il poeta che ha scritto questa poesia?
_____________________________________________________________________
Questa poesia è
a) lunga
b) lunghissima
c) breve
d) molto breve
Infatti da quanti versi è formata questa poesia?
____________________________________
Ci sono delle rime nella poesia? Cioè ci sono delle parole in fondo ai versi che finiscono con le stesse lettere?
SI NO
La parola “sussulto” fa rima con la parola “disfatto”?
__________________________
La parola “era” fa rima con la parola “nera”? __________________________
Ci sono delle strofe in questa poesia?
SI NO
Adesso scrivi nei riquadri il nome delle varie parti della poesia
Nella poesia è scritto “una casa apparì sparì”. Che cosa vogliono dire queste parole?
a) la casa compare e scompare illuminata dal lampo
b) la casa non si vede a causa della notte
c) la casa è un miraggio e di giorno non si vede
Nella poesia “notte nera” indica
a) il buio totale b) mezzanotte c) è un colore
La parola “esterrefatto” indica
a) Curiosità b) Incredulità c) Stranezza
Nella poesia si ripete “bianca bianca” perché secondo te?
a) Il poeta ha voluto esagerare b) Non ci sono sinonimi per “bianco” c) Il poeta vuole sottolineare il concetto con forza
Fai una tua riflessione: “Sentimenti, emozioni e impressioni provati durante un temporale”