LICEO CLASSICO “DANTE ALIGHIERI” RAVENNA—Anno 2/ Numero 4
CASO DIAZ: L’EUROPA CI CONDANNA
Approvato dopo 14 anni il reato di tortura.
Il mondo politico è complice
dell’ennesima vergogna di Stato
AGENTE SHOCK: “C’ero, lo rifarei mille volte”
23 ANNI: PROFUGO: La storia di un ragazzo sfuggito
alla morte che vive nel
centro di accoglienza di
Villanova, alle porte di Ravenna
NOVITÁ È arrivato il TG di Classico Times!
Economia e finanza: stiamo uscendo dalla crisi?
I sondaggi di La7 in esclusiva Tweet e scemenze memorabili
LA POLITICA DELLA PAURA
Perché in tempi come questi accusare zingari, mussulmani ed
extracomunitari di ogni reato fa vincere le elezioni?
TUTTA COLPA DELL’ISIS Fondamentalisti islamici come capro
espiatorio dei problemi dell’Occidente
I FILM PIÙ VISTI “50 sfumature di grigio” fa
il pieno ma non convince.
“Focus”: l’ultima impresa
di Will Smith tra
inseguimenti, fughe e soldi
CROLLO IN UNA SCUOLA DI OSTUNI
Due bambini di 7 ed 8
anni feriti. Scoppia la
polemica sui
finanziamenti alla
scuola pubblica
2
LA POLITICA DELLA PAURA
Ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
E se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio.
(da Khorakhanè – Fabrizio De Andrè)
Fucili puntati, incitamento alla violen-
za, insulti, ruspe, terrore, odio. Il mon-
do in cui viviamo oggi sembra voler
inculcare solamente questo. Non c'è
più informazione che non contenga
un'esortazione a temere Rom, zingari,
extracomunitari e mussulmani. Chiun-
que ormai viene bollato per “diverso”.
Era il 3 febbraio 2015 ed in un piccolo
comune alle porte di Vicenza in Vene-
to, Graziano Stacchio, benzinaio di 65
anni ammazzava a colpi di fucile il
nomade Albano Cassol, un rapinatore
intento ad eseguire un colpo in una
attività adiacente alla pompa di benzi-
na. Cosa sia successo effettivamente
quel giorno sarà compito delle forze
dell'ordine stabilirlo; fatto sta che lo
stesso Stacchio, intervenuto pronta-
mente con le armi per risolvere una
situazione di pericolo si è ritrovato
in meno di due giorni su una miriade
di quotidiani nazionali e sulla bocca
di certi politici che lo elogiavano
come un eroe. Home di Facebook,
televisioni e manifestazioni politiche
3
(-anche se definirle manifestazioni
politiche è davvero troppo-) si sono
riempite di “Io sto con Stacchio” con
una velocità allucinante. In questo
caso il dibattito non è incentrato
sull'uso delle armi, sulla legittima
difesa e nemmeno sulla difesa di chi
si è macchiato di furti, che sia rom o
meno; bensì sul fatto che si è stru-
mentalizzata la vita di una persona
uccisa. Poco importa che lo stesso
Stacchio abbia implorato media e poli-
tici di non spettacolarizzare questa
tragedia, di non inneggiare all'uso
delle armi o di non essere riconosciuto
come un eroe perchè il danno ormai
era già fatto. L'ignoranza e la paura
avevano trovato il pretesto in cui at-
tecchire ed una nuova classe politica
un cavillo per fare leva sulla gente.
Mai come in questo momento, la mal-
leabilità degli italiani è stata così evi-
dente. E' bastato un benzinaio che ha
fucilato un Rom per convincere milio-
ni di persone che tutti i Rom dovreb-
bero essere presi a fucilate, è bastato
un attentato in nome dell'Islam per
convincere milioni di persone che
l'Islam dovrebbe essere radiato dal
mondo ed è bastata qualche parola
carica di odio, terrore e paura del di-
verso per far passare un'ondata di pro-
fughi in fuga da una guerra da noi
causata come un branco di assassini
tagliagole. E soprattutto, è bastata la
promessa di uno “Stop invasione” o di
un “Fuori dalle balle” per convincere
milioni di persone che questi mezzi
uomini e finti sceriffi che professano
tanto la legalità, la giustizia ed il lavo-
ro per gli italiani, possano di punto in
bianco radere al suolo con delle ruspe
tutti i campi Rom e bloccare gli sbar-
chi sulle coste della Sicilia. Proprio
loro, che hanno passato una vita a ru-
bare soldi agli italiani governando in
maniera scandalosa il paese, ora hanno
il coraggio e la faccia tosta di ripresen-
tarsi e promettere l'impossibile. E gli
italiani, ovviamente, gli credono. Sto-
ricamente parlando è risaputo che la
demagogia, ovvero l'arte di glorificare
le aspirazioni di un popolo sulla soglia
della disperazione, è una delle armi
migliori per vincere le campagne elet-
torali, ma la peggiore di tutte per far
progredire una nazione. Perchè è più
che evidente che se mai Matteo Salvi-
ni, Giorgia Meloni, Casapound o For-
za Nuova dovessero salire al governo
non sarebbero mai in grado di fermare
tutto questo. Non riusciranno mai a
rendere l'Italia per un clandestino un
posto più invivibile del paese da cui
egli proviene, così come non riusci-
ranno mai a cacciare uno zingaro ab-
battendogli la baracca in cui vive. Non
c'è possibilità di risolvere queste pro-
blematiche strumentalizzando tragedie
ed infondendo odio e paura ovunque,
perchè, anche questo è un dato di fatto
storico, l'odio e la paura non hanno
mai portato a nulla di buono. Se dav-
vero in questo momento nel nostro
paese c'è qualcuno di cui aver paura,
questo qualcuno è colui che esulta
ogni volta che sente la notizia di una
strage in mare a largo di Lampedusa, è
colui che, imbambolato di fronte a
Canale 5 crede alle parole di due ra-
gazze dal volto oscurato che dicono di
essere zingare e di campare di furti, è
colui che minaccia di radere al suolo i
pochi oggetti di una vita accatastati in
una baraccopoli. Se davvero dobbiamo
avere paura di qualcuno, scegliamo di
aver paura di chi usa la paura stessa
come arma di propaganda politica e
che spettacolarizza l'omicidio di un
uomo per ottenere consensi.
Chiunque uccide un uomo non sarà
mai un eroe. In nessun caso.
Michelangelo Vignoli, 5BS
4
L'ENNESIMA TRAGEDIA DEL MARE NON
SERVIRÀ A NULLA Europa paralizzata di fronte ad un dramma che la riguarda
Dentro la Notizia: Renzi ‘Ue non
perda l’anima, ritrovi la digni-
tà’_politica_: - vertice a quattro prima del summit
Ue tra Renzi, Merkel, Cameron e Hol-
lande. Premier: ‘Sono ottimista sul
fatto che possiamo portare a casa il
segno che finalmente qualcosa è cam-
biato. Cameron: ‘Da noi mezzi ma non
migranti in Gb.’
Il 23 Aprile l’Europa si è vestita da
sarta: ministri degli esteri, dell’interno
e vari presidenti dell’Unione si sono
nascosti ancora una volta sotto il nome
dell’Unione Europea per rattoppare un
sistema che perde acqua da tutte le
parti. Servivano 900 morti perché
l’Europa si svegliasse? Anzi oggi si è
svegliata perché qualcosa è uscito dal
vertice, la solidarietà internazionale
comincia a prendere corpo: Belgio,
Norvegia e Gran Bretagna sono pronte
a fornire navi all’Italia … ma a quan-
do un’operazione sotto il nome Ue?
Ha ragione il Presidente della Repub-
blica italiana Mattarella che invoca un
intervento congiunto di Unione Euro-
pea, Onu e organizzazioni sovranazio-
nali; ovviamente con il coinvolgimen-
to di tutti i Paesi membri. Non dimen-
tichiamo che la destabilizzazione
degli Stati nord africani è stata provo-
cata dai Paesi occidentali. Non si può
pensare che gli sbarchi possano finire
domani, è possibile però attuare politi-
che che abbiano risvolto a medio e
lungo termine; cosa fondamentale:
ristabilire i legittimi governi sotto uni-
co controllo delle popolazioni autocto-
ne. L’unica cosa che deve rimanere
ben impressa è che l’uso delle armi
non risolve mai niente; vediamo alcuni
dei punti risultato del summit:
smantellamento della rete dei
trafficanti di esseri umani
incremento della cooperazio-
ne con Tunisia, Egitto, Mali, Ni-
ger e altri paesi
invio in questi paesi di perso-
nale non armato Ue per raccoglie-
re informazioni sui flussi dei mi-
granti
invio di personale sul posto
per richiedere asilo politico già
nel Paese d’origine
Sarebbe giusto se l’Unione si staccas-
se dal ruolo di sarta che rattoppa e
magari vestisse i panni di un artigiano
nel creare una politica per l’immigra-
zione efficace, che non può consistere
solo nel blocco navale, ma nel rispetto
dei diritti umani.
Terracina Sofia, 5BS
5
STORIE DI VITA PER RIFLETTERE UN PO’
La testimonianza di un profugo residente nel centro di
Villanova, alle porte di Ravenna
Villanova di Ravenna, una piccola
frazione della città. Ci si conosce
tutti, ci si sorride, si parla si scherza,
quando ci si incontra non si manca
mai di salutare. Insomma, un posto
tranquillo che di recente ha fatto
qualcosa di grande e importante. Da
pochi mesi sono arrivati, da Lampe-
dusa, 16 ragazzi, provenienti dai
paesi dove la guerra e la povertà
imperano da anni senza sosta, e noi
abbiamo incontrato due di loro, per
farci raccontare la loro storia. Uno di
questi ragazzi, (di cui non riporto il
nome per privacy) viene dal Sene-
gal. È da quando aveva 4 anni che
scappa dal suo paese, spostandosi di
anno in anno per cercare un po’ di
pace e serenità, ma la guerra pare
averlo inseguito per anni. Un anno
fa, finalmente, è sbarcato in Italia
dopo una lunga e pericolosa traver-
sata, rischiando la vita, per arrivare
alla vita stessa. Ci racconta che at-
traversare i paesi come clandestino è
difficile: fai il primo viaggio con
tutti i soldi che hai e se non bastano
devi fermarti a fare tappa per lavora-
re (anche per sei mesi), per poter
proseguire il viaggio ... ma se la po-
lizia facendo dei controlli ti trova
devi tornare indietro e ricominciare
il tuo viaggio da capo. Una corsa
contro la guerra, contro i controlli,
contro tutti, pur di arrivare alla sal-
vezza. Mesi, se non addirittura anni,
per attraversare dogane, confini,
paesi ... e poi, finalmente, il mare. E
quando sei in dirittura d’arrivo, pro-
prio in quel momento, rischi la vita
più che in altri momenti. Uno dei
ragazzi racconta di come ad un tratto
il barcone abbia iniziato a cedere e
l’acqua ad entrare dal centro della
barca: “Abbiamo avuto paura di non
farcela” ci dice “vedevo l’acqua che
entrava ed avevo data per certa la
mia morte. ...”. Fortunatamente i
soccorsi italiani sono arrivati in tem-
po e li hanno portati in salvo. Dopo
un anno passato a Lampedusa per
regolarizzare il suo arrivo clandesti-
no, alla fine è stato mandato con altri
ragazzi qui, a Villanova. Ora ha 23
anni e, finalmente sereno, può affer-
mare di avercela fatta. Le cose più
complesse, ora che è in Italia, ovvia-
mente riguardano l’integrazione: in
particolare imparare la lingua non
risulta subito facile (considerando
che la loro prima lingua è il senega-
lese e la seconda il francese), ma ora
riesce a farsi capire quasi senza pro-
blemi. Ci siamo fatti raccontare la
sua storia, per capire quanto siano
difficoltose e vicine le altre realtà.
Quelle di cui sentiamo parlare al
telegiornale e che sono così vicine
alla nostra... Basta aprire gli occhi,
per trovarle, e il cuore, per saperle
accogliere.
Letizia Recca V BS
6
TUTTA COLPA DELL’ISIS Fondamentalisti religiosi come capro espiatorio dei
problemi dell’Occidente
Come se i musulmani non riceves-
sero già abbastanza odio per colpa
dei loro "fratelli" fondamentalisti,
ecco che ogni volta che succede
qualcosa si dà la colpa a loro.
Quando è caduto l'aereo della Ger-
manwings un mese fa, senza nean-
che aspettare una qualche informa-
zione, la nostra amica Daniela San-
tanchè se n'è uscita chiedendo di
che nazionalità fossero i piloti, e
anche molte altre persone si sono
scagliate contro l'Islam, il capro
espiatorio del momento. Perché
ogni periodo ha bisogno di un ca-
pro espiatorio, no? Gli Ebrei, gli
zingari e i musulmani sono i più
gettonati. Il pilota della Ger-
manwings non solo era tedesco,
ma non aveva alcun tipo di colle-
gamento con l'ISIS, e ha fatto
schiantare l'aereo per motivi perso-
nali. L'ISIS è potente, molto poten-
te, ed è vicinissimo a noi, per que-
sto ci fa paura. Ma indirizzare così
tanto l'attenzione su un solo pro-
blema, seppur molto importante,
distrae da tutti gli altri.
7
Ma ormai la paura di questi estre-
misti è radicata: ogni musulmano è
un potenziale fanatico religioso,
ogni disgrazia è un potenziale at-
tacco terroristico e ogni barcone
dall'Africa è una potenziale inva-
sione araba. Di questo passo, quan-
do un bambino si comporterà male,
i genitori lo minacceranno dicendo
che potrebbe arrivare l'ISIS per
farlo stare zitto. Non si può pensa-
re che ogni singolo arabo/
Africano/persona con la pelle scura
che arrivi in Italia possa essere un
potenziale terrorista; anche perché,
ad essere sinceri, ci sono molti casi
di Inglesi e Americani non musul-
mani che si sono convertiti e poi
arruolati; anche degli Italiani, e
addirittura ravennati. Non dovrem-
mo quindi aver paura di ogni sin-
gola persona che ci circonda?
Nessuno ha paura dei cristiani per colpa delle crociate, e
nessuno ha paura dei tedeschi per colpa dell'Olocausto,
quindi non vuol dire che bisogna aver paura di tutti i
musulmani per colpa dell'ISIS.
Siamo però d'accordo che bisogna
fare qualcosa per fermare questa
minaccia: l'ISIS si può definire
senza dubbio come uno squadrone
di fondamentalisti religiosi con un
armamento che in poco tempo po-
trebbe fare invidia a quello degli
Stati Uniti. Peccato che gli stati più
potenti del mondo non stiano fa-
cendo molto per fermarli: l'Italia
non può fare moltissimo, ma la
Russia e gli Stati Uniti? Con il po-
tere e le risorse che hanno, non
avrebbero dovuto cominciare ad
affrontare il problema diversi mesi
fa, quando già giravano i primi
video? Non è che questi "pezzi
grossi" della guerra stiano sempli-
cemente sfruttando questa crisi per
distrarre le persone da tutti gli altri
problemi? In Italia la politica pre-
me molto sull'ISIS per spaventare
le persone e far crescere l'odio nei
confronti degli africani che vengo-
no qui a "rubarci il lavoro", e ciò
stanno facendo anche negli altri
stati. Ma lamentarsi di un proble-
ma non lo risolve. San far tutti a
dire che i terroristi dell'ISIS sono
spietati e crudeli, che ammazzano
donne, bambini, e tutti gli altri che
non si possono difendere, ma que-
sto non li fermerà di sicuro. Fino a
quando ci servirà per creare paura
e accrescere l'odio, l'ISIS sarà in-
vincibile.
Costanza Casadei, 3HL
Siamo però d'accordo che bisogna
fare qualcosa per fermare questa
minaccia: l'ISIS si può definire
senza dubbio come uno squadrone
di fondamentalisti religiosi con un
armamento che in poco tempo po-
trebbe fare invidia a quello degli
Stati Uniti. Peccato che gli stati più
potenti del mondo non stiano fa-
cendo molto per fermarli: l'Italia
non può fare moltissimo, ma la
Russia e gli Stati Uniti? Con il po-
tere e le risorse che hanno, non
avrebbero dovuto cominciare ad
affrontare il problema diversi mesi
fa, quando già giravano i primi
video? Non è che questi "pezzi
grossi" della guerra stiano sempli-
cemente sfruttando questa crisi per
8
ATTENTATO AL TRIBUNALE DI MILANO Una sparatoria in pieno giorno innescata da uno squilibrato
fa scoppiare il caos
Giovedì 14 Aprile, tribunale di Mi-
lano. Ore 10:50. Al Palazzo di giu-
stizia di Milano, terzo piano nella
Seconda sezione penale si discute
riguardo un caso di bancarotta frau-
dolenta. L’avvocato Lorenzo Claris
Appiani, 37 anni, si alza per iniziare
la deposizione e si posiziona al cen-
tro dell’ aula. Sta per giurare ma
improvvisamente si sentono due
colpi di pistola. Claudio Giardiello
di 57 anni spara con la sua Beretta
98 a suo nipote Davide Limongelli,
41 anni, e Giorgio Erba, 59 anni.
Colpi precisi al petto; l’avvocato
Appiani, ex legale di Giardiello,
rimane impietrito mentre gli viene
puntata contro la pistola, e riceve
un colpo. Giudici e avvocati si but-
tano a terra e cercano riparo dentro
la Camera di Consiglio. In aula
scoppia il pandemonio. Gli spari
vengono uditi anche dalle aule
confinanti che, chiedendosi cosa
sia successo, iniziano a scappare.
Giardiello intanto imbocca lo sca-
lone e si dirige al primo piano ver-
so l’ufficio del giudice fallimentare
Fernando Ciampi, 71 anni, che in
passato si occupò del caso del falli-
mento della “Magenta Srl” ( l’a-
zienda diretta da Giardiello
9
prima del presunto
fallimento ). Durante il
tragitto incontra il
commercialista Stefa-
no Verna, 50 anni, che
in passato si occupò
anche lui di revisiona-
re i conti dell’azienda;
Giardiello lo ferisce
alla gamba. Successi-
vamente arriva all’uf-
ficio di Ciampi; lui è
seduto davanti alla sua
scrivania affiancato da una segreta-
ria che lo sta aiutando per un gua-
sto al suo PC. Giardiello spara due
colpi diretti al petto del giudice,
che si accascia a terra. Scappa for-
se confondendosi dalla folla e esce
dal Palazzo di Giustizia. Sono pas-
sati dieci minuti dal primo colpo di
pistola: Appiani e Ciampi sono
morti, Erba morirà durante il tra-
sporto in ospedale, Limongelli si
salverà dopo l’intervento e Verna
non è in pericolo di vita; in tutto
sono stati sparati 13 colpi in poco
più di 10 minuti. Il tribunale di
Milano viene blindato e intorno è
un andirivieni di polizia
e militari dei carabinieri; dopo i
primi veloci sopralluoghi si consta-
ta che Giardiello è riuscito a fuggi-
re. Scattano le ricerche: pattuglie
dispiegate per tutta Milano cercano
l’assassino, i carabinieri diramano
il mandato di cattura e la foto se-
gnaletica. Giardiello viene intercet-
tato dalle telecamere del comune
di Brughiero; successivamente vie-
ne catturato dai carabinieri nei din-
torni del centro commerciale
“Torri bianche” di Vimercate. Qui
finisce la sua fuga, ma noi inizia-
mo a porci diverse domande. Co-
me ha fatto un uomo qualunque a
procurarsi una tessera da avvocato
ed entrare come se nulla fosse den-
tro un palazzo di giustizia? Certe
falle nella sicurezza sono dimenti-
canze umane od omissioni volonta-
rie? Complice anche le misure del
Governo, il quale con la spending
review ha dato tagli netti ai anche
budget sulla sicurezza. Iniziamo a
rispondere a queste domande.
Giuseppe Castellino, 5B
10
DISASTRO GERMANWINGS: UN
FOLLE ALLA GUIDA DI UN AIRBUS
Cronaca di un incidente che l'umanità intera fatica a capire
24 marzo 2014. Un airbus A320 della
Germanwings(linea low cost affiliata
alla Lufthansa) decolla alle 10:01 da
Barcellona, direzione Düsseldorf, con
arrivo previsto per le 11:49. L’aereo,
che trasportava 151 passeggeri, com-
presi i due piloti e gli altri membri
dell’equipaggio, non arriverà mai a
destinazione. Alle 10:38 infatti vengo-
no persi i segnali radar. Dopo poche
ore si è subito constatato che l’aereo è
precipitato nella zona del Massiccio
dei Tre Vescovadi, nel sud della Fran-
cia. Inizialmente si pensava che lo
schianto fosse dovuto a un problema
tecnico del mezzo, dato che di recente
era stato sottoposto a vari controlli per
un guasto al portellone anteriore del
carrello. Il problema però era stato
risolto e l’aereo era considerato idoneo
al volo. Dalla ricostruzione della sca-
tola nera si è scoperto che in realtà la
causa dell’incidente è stato dovuto un
errore, o meglio, ad una inten-
zione umana: <<Emergency,
emergency!>> le ultime parole
registrate dalla scatola nera.
Sono le parole del pilota, il qua-
le, assentatosi per un momento,
tornando alla cabina di pilotag-
gio la trova chiusa con il copi-
lota all’interno.
Il copilota, Andreas Lubitz, 34
anni; originario di Montabaur,
in Renania, aveva sospeso per
11 mesi l’addestramento nel
2009 a causa di una grave crisi
depressiva, dovuta al difficile
rapporto con la fidanzata. Ri-
sultava infatti “in parte non idoneo al
volo”. Perquisita la sua casa, è stato
ritrovato un certificato di malattia per
il giorno dell’incidente. Secondo la
procura tedesca, la sua instabilità men-
tale è stata la causa scatenante dell’in-
cidente. Il tutto potrebbe essere stato
intenzionale fin dall’inizio; non a caso
il copilota è sospettato anche di aver
messo un diuretico nel caffè del co-
mandante, costringendolo ad assentar-
si. Inoltre Lubitz stesso aveva affer-
mato di voler compiere un gesto
“eclatante”, qualcosa per cui l’umanità
intera “ricordasse il suo nome”. Quin-
di tirando le somme Lubitz, data la sua
instabilità mentale, ha escogitato tutto.
Irresponsabilità anche da parte della
compagnia aerea, che nonostante le
evidenti difficoltà del pilota sul piano
psicologico, gli ha permesso di volare.
Eleonora Margotti,5FL
Giuseppe Castellino,5B
11
NEMMENO A SCUOLA SIAMO AL SICURO Crolla il soffitto in una scuola di Ostuni in Puglia .
Tre i feriti non gravi, ma una legge targata Monti impedisce
loro un risarcimento!
La scuola primaria di Ostuni, in provincia
di Brindisi, aveva iniziato i lavori di edili-
zia scolastica il 7 Ottobre 2010, durati per
ben quattro anni. Questi stessi progetti di
riqualificazione, seguiti da cinque imprese
e da poco terminati, non hanno portato
nessun risultato positivo. In questa scuola,
il 14 aprile 2015, l'intonaco è crollato:
cinque metri quadrati, dello spessore di tre
centimetri, hanno colpito due scolari di 7 e
8 anni, ferendo anche l'insegnante presen-
te. La stessa maestra, dopo l'accaduto, ha
messo in discussione la scarsa sicurezza
presente nelle scuole, collegandosi al do-
cumento del Governo Renzi, che aveva
promesso dei fondi considerevoli, precisa-
mente 1.094.000.000 euro, per l'edilizia
scolastica nel documento della Buona
Scuola. Ma, nonostante le vittime, nessu-
no verrà risarcito: il governo Monti ha
eliminato la possibilità di una probabile
accomodatura per la professoressa, essen-
do lì nel luogo e nell'orario di lavoro.
Dunque, non potrà nemmeno ottenere la
pensione privilegiata. Infatti, per ricevere
qualcosa, sia la docente che i genitori
delle vittime dovranno recarsi
presso un tribunale, per la cosiddetta cau-
sa di servizio. Vanessa Pannucchi, presi-
dente di Legambiente Scuola e Formazio-
ne, interviene, riportandoci la sua idea:
"Riproponiamo un problema mai risolto:
la qualità strutturale degli istituti scolasti-
ci italiani, che dipende soprattutto dal
patrimonio edilizio, legato a sua volta,
dalle diverse aree del Paese. In questo
caso, però, occorre verificare cosa non ha
funzionato, in una scuola terminata a gen-
naio." Come dice la dirigente, parliamo di
una questione mai risolta: un caso simile,
infatti, si era verificato anche al Liceo
Scientifico Darwin di Rivoli, ove era crol-
lato il soffitto, riportando quattro feriti
gravi ed un morto. A questo punto, le
domande nascono spontanee: perchè il
governo promette ciò che non può mante-
nere? Com’è possibile che nel 2015 ci sia
ancora un’arretratezza sulle misure di
sicurezza? Infine, se prima la domanda
era “chi ci proteggerà?“, ora ciò che ci
spaventa è sapere chi proteggerà i nostri
piccoli?
Priscilla Zappalà, 2AES
12
C’è stata tortura “Arrivato al primo piano dell’istituto, ho
visto che c’erano delle colluttazioni. Quattro
poliziotti, due in divisa e due in borghese
stavano infierendo sui manifestanti inermi a
terra. Sembrava una macelleria messicana”.
Non sono le dichiarazioni di qualche attivi-
sta sinistroide, ma quelle di Michelangelo
Fournier, funzionario della polizia che all’e-
poca del G8 era vicequestore aggiunto del
primo reparto mobile di Roma. È certo, alla
Diaz, durante l’incursione che Amensty
International giudicò la più grave sospensio-
ne dei diritti democratici in un paese occi-
dentale dopo la seconda guerra mondiale, è
stato commesso il reato di tortura.
I Fatti
La notte del 21 luglio 2001 più di 300 poli-
ziotti, senza l’autorizzazione di un magistra-
to fecero irruzione nella scuola Diaz e ag-
gredirono violentemente chi si trovava
all’interno, ferirono 82 persone su un totale
di 93 arrestati. Tra gli arrestati 63 furono
portati in ospedale e 19 furono portati nella
caserma della polizia di Bolzaneto, dove poi
avvennero ulteriori violenze indiscriminate
sui manifestanti. Durante l’irruzione i poli-
ziotti agirono sospendendo quelli che sono i
diritti umani e ricordando tempi bui della
nostra storia non fecero distinzione tra i
CASO DIAZ: L’ULTIMA VERGOGNA ITALIANA Salvati dall’Europa, ancora una volta
manifestanti, senza fermarsi davanti all’evi-
denza che li dentro non vi erano i temuti
black bloc, non si fermare infatti neanche
davanti ad un uomo di 62 anni, Arnaldo
Cestaro, che subì violenze e pestaggi da
parte della polizia tali da provocargli proble-
mi di cui risente tutt’ora. Così Il 7 Aprile
2015 la corte europea per i diritti umani ha
riconosciuto un risarcimento di 45mila euro
a Cestaro e ha condannato l’Italia per non
aver perseguitato e nemmeno identificato gli
autori delle violenze avvenute alla scuola
Diaz. Tutti oggi dovrebbero essere a cono-
scenza di tali fatti. Un film che posso consi-
gliare, da vedere e far vedere è senz’altro
“Diaz - Don't Clean Up This Blood”, in
alternativa si possono trovare su internet
documentari essenziali per comprendere i
tragici fatti del 2001 come “Black Bloc”,
che si può trovare sul sito di RaiTre o come
il documentario censurato dalla Rai, Bella
Ciao, che si può trovare su youtube. Trala-
sciando quindi un’ulteriore ricostruzione
dettagliata degli eventi, l’ultimo fatto che ha
destato scalpore nell’opinione pubblica sono
state le parole ormai note dell’agente di
polizia Tortosa. Frasi, scritte su face book,
sintomo di un problema che dai fatti di allo-
ra fino ad oggi, le istituzioni italiane hanno
cercato di porre nel dimenticatoio, hanno
cercato di passare oltre, cucendo qualche
toppa li dove era possibile e nascondendo i
veri colpevoli. Perché oggi non è possibile
che un poliziotto che avesse partecipato
all’irruzione possa scusarsi pubblicamente,
ammettendo che è vero, alla scuola Diaz ci
sbagliammo, agimmo in modo stupido.
L’interrogativo nasce spontaneo e mi sento
di riportare un’ulteriore riflessione recupera-
ta dal Blog di Luca Sofri : “”la domanda
insomma è: cosa abbiamo fatto perché un
agente di polizia che pensasse giusto e cor-
retto pestare a sangue delle persone avendo-
ne ricevuto ordine, nel 2001, non lo pensi
più oggi?
13
Spero di essere rassicurato, ma non rispon-
detemi “ci sono state delle sentenze”, che le
teste delle persone non si cambiano con le
sentenze.”
La Politica, e la memoria corta
degli italiani
Molti politici soprattutto esponenti della
Lega Nord, seguendo la svolta presa da
Matteo Salvini, ora simpatizzano sempre di
più con l’opinione pubblica che si rifà all’e-
strema destra, e spesso ci ricordano come fu
rovinata Genova durante gli scontri, cercan-
do di sviare il discorso e tirando in mezzo le
azioni dei Black Bloc. È chiaro a tutti che
gli scontri e i disordini in città ci furono,
che i Black Bloc fossero presenti e sarebbe-
ro stati da rinchiudere in galera con tutti i
manifestanti violenti, ma è ancora più chia-
ro che quest’ultimi non furono mai presi,
dimostrando una certa incompetenza nella
gestione da parte dei vertici più alti come da
parte dei poliziotti, probabilmente non pre-
parati adeguatamente a certe situazioni. In
secondo luogo, sentendo queste dichiarazio-
ni si comprende chiaramente come le colpe
non sono state solo dei poliziotti, che non
sono giustificabili come ci insegna la storia
con un “ma abbiamo solo eseguito gli ordi-
ni”, ma ci fa capire anche l’inadeguatezza
di chi li ha diretti, e l’inadeguatezza dei
politici incapaci di affrontare un problema,
molto più facile sviare e rimandare oltre. Le
istituzioni e gli alti vertici di comando sono
colpevoli di non aver compreso come una
tale irruzione priva di ogni senso sarebbe
stata letta dalle frange più estreme, presenti
oggi come allora all’interno dei corpi di
polizia, come una vendetta necessaria, come
un premio, una ricompensa, per i giorni di
scontri che avevano preceduto la fine del
G8. Si è dato vita ad un clima da guerra, in
cui o si stava con i poliziotti o contro. Gli
stessi dirigenti, una volta commesso questo
grave errore hanno tentato di salvarsi, intro-
ducendo le famose prove false, quel sac-
chetto di molotov che avrebbe dovuto
giustificare un’irruzione in stile seconda
guerra mondiale. La politica è colpevole
soprattutto perché non ha reso possibile che i
colpevoli fossero puniti ne da un lato ne
dall’altro causando come spesso avviene in
questi casi, una guerra tra poveri dove tutti
finiscono in mezzo al fango. Non esisterà più
il poliziotto buono o quello cattivo, ma solo
quello che picchia, e allo stesso modo non
esisterà più il manifestante pacifico e quello
violento, ma solo quello che lancia i sassi e
spacca le auto. Dove non c’è la certezza della
pena, dove le leggi mancano, nasce sempre
qualcuno disposto a farsi giustizia da solo.
La politica ha fallito perché era dal 1998
anno in cui il nostro paese ha ratificato la
Convenzione delle Nazioni Unite contro la
tortura che ci saremmo dovuti adoperare per
perseguire penalmente gli atti di tortura deli-
neati all’art 1 e solo oggi, a 27 anni da quella
ratifica e a 14 dai fatti della Diaz, in soli due
giorni la Camera ha approvato il disegno di
legge che introduce il reato di tortura. Perché
allora non è stato fatto prima se ci sono volu-
ti solo pochi giorni per approvare un testo
che di fatto era già pronto da molto più tem-
po? La memoria corta è sintomo tipico degli
italiani, si riscontra anche nel fallimento di
quella che è oggi la norma della prescrizione,
che ha salvato dalla condanna poliziotti e alti
vertici coinvolti e che salva tutt’ora delin-
quenti e corrotti. I condannati per i fatti di
Genova rimangono solo 25 funzionari dello
stato, che sono stati condannati per aver fal-
sificato le prove e aver firmato falsi rapporti.
Ancora una volta l’Italia ha avuto bisogno di
qualcuno che venisse da fuori per costringer-
ci ad agire, ancora una volta abbiamo aspet-
tato che fosse qualcun’altro a difendere i
nostri diritti. Cito la corte dei diritti dell’uo-
mo di Strasburgo: “l’inadeguatezza delle
leggi italiane non permette allo Stato di pre-
venire il ripetersi di tali violenze” e allora le
riflessioni da fare sarebbero tante , ma lascio
che ogni lettore tragga le sue conclusioni.
Eugenio Saltarelli, 5BS
14
TG CLASSICO TIMES Di Michelangelo Vignoli, Eugenio Saltarelli e Letizia Recca
POLITICA
Il ministro Lupi si dimette
Venerdì 20 Marzo Il 20 Marzo alle ore 11.00 il Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi
ha rassegnato le sue dimissioni. Il ministro
non era stato indagato ma veniva citato più
volte nelle intercettazioni riguardanti un giro
di corruzione tra imprenditori e dirigenti del
Ministero. Il nuovo Ministro nominato da
Renzi è Graziano Delrio.
CRONACA ESTERA
Strage di Al Shabaab in Kenya, 147
morti Giovedì 2 Aprile 5 miliziani appartenenti al gruppo estremista
somalo di Shabaab hanno attaccato il Garissa
University College, un campus universitario
di Garissa, nel nord-est del Kenya vicino al
confine con la Somalia. Dei 500 studenti che
sono riusciti a scappare 79 sono rimasti feriti,
mentre 147 rimasti uccisi nell'attacco terrori-
stico.
POLITICA
Il PD si spacca sull'Italicum
Giovedì 16 Aprile L'assemblea del gruppo PD alla camera da il
via libera all'Italicum con 190 voti favorevoli
e 120 astenuti. La legge elettorale proposta
da Renzi quindi verrà messa in votazione alla
camera per il si definitivo senza ulteriore
modifiche, ma l'approvazione in parlamento
non è scontata. Si dimette il capogruppo Spe-
ranza evidenziando il suo dissenso dalla linea
del premier. Minacciano la Scissione anche
Fassina e Civati. Critico anche Bersani.
15
POLITICA ESTERA
Hillary Clinton candidata alle Pre-
sidenziali USA nel 2016 Manca ancora l'ufficilità, ma è lo stesso Oba-
ma a lasciar trapelare l'indiscrezione che po-
trebbe essere proprio lei la candidata per i
democratici alle presidenziali Usa del 2016.
Sul fronte repubblicano non sembra prevale-
re ancora alcun nome.
ECONOMIA
Pil, le previsioni lo danno in legge-
ro aumento Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto
in rialzo le previsioni del Pil italiano, sti-
mando un aumento dello 0.5% per il 2015 e
dell' 1.1% per il 2016. Cifre comunque infe-
riori alle previsioni del Def presentato dal
governo, 0.7% per il 2015 e 1.4% nel 2016.
POLITICA ESTERA
Polemica Vaticano/Turchia per le
parole del pontefice Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha
"condannato" le parole di Papa Francesco sul
genocidio armeno. Il portavoce di Ban Ki Moon,
segretario generale dell'Onu, ha detto che il mas-
sacro degli armeni fu "un crimine atroce", ma
non ha usato il termine genocidio.
Erdogan “Avverto il Papa di non ripetere questo
errore, e lo condanno”, ma l'UE si schiera dalla
SPORT
Ferrari sul primo gradino del
podio grazie a Vettel La Ferrari torna a vincere un Gran Premio
in Formula uno a distanza di quasi due
anni. Sebastian Vettel, con un guida impec-
cabile ed una strategia perfetta ha riportato
la Rossa sul primo gradino del podio. I
ferraristi ora sognano il mondiale.
18
SONDAGGI E INTENZIONI DI VOTO I numeri di Classico Times
Di Michelangelo Vignoli
INTENZIONI DI VOTO DEGLI ITALIANI PD - Partito Democratico: 35.3% Sel – Sinistra Ecologia Libertà: 4.1%
Altro Centrosinistra (Psi, Cd): 1.1% Movimento Cinque Stelle: 21.3% Forza Italia: 12.1% Fratelli d’Italia – An: 5.0% Lega Nord: 15.5% Ncd + Udc: 2.9%
Altro partito: 2.7% Scheda bianca: 2.5% Indeciso: 16.8% Astensione: 41.9%
LEADER POLITICI PIU’ APPREZZATI SERGIO MATTARELLA: 51% MATTEO RENZI: 30%
MATTEO SALVINI: 22% GIORGIA MELONI: 16% BEPPE GRILLO: 15% SILVIO BERLUSCONI: 14% ANGELINO ALFANO: 11% NICHI VENDOLA: 10%
19
Durante il suo primo anno di attività il Governo Renzi ha in-trodotto e stabilizzato il bonus mensile di 80 euro per i di-pendenti con stipendi fino a 26.000 euro lordi e ha tagliato del 10% l’Irap per le aziende. Lei personalmente si aspetta-va interventi più consistenti di riduzione delle tasse oppure ritiene che data la situazione dei nostri conti pubblici non fosse realisticamente possibile fare di più?
Si aspettava interventi più consi-
stenti di riduzione delle tasse 73
Ritiene che data la situazione dei
nostri conti pubblici non fosse
possibile fare di più
21
Non sa/Non indica 6
Parliamo ora della cosiddetta spending review, cioè la re-visione della spesa pubblica. A parte le spese per la politi-ca, tra queste altre aree di spesa pubblica, lei personal-mente su quali interverrebbe per ridurre gli sprechi e migliorare il bilancio dello Stato?
Pubblico Impiego 51
Difesa 31
Sanità 16
Pensioni 15
Infrastrutture e trasporti 11
Arte e cultura 8
Scuola 6
Tutela ambientale 5
Ricerca Scientifica 4
Non sa 12
20
CLOWNTERAPIA: PER TORNARE
A SORRIDERE Ne abbiamo sentito parlare alla scuola
elementare,allora li chiamavamo
“CLOWN DI CORSIA”. Non sono
“Pagliacci”, c’è una bella differenza
fra i clown e i pagliacci. Non solo
fanno ridere ma ci mostrano l’essenza
della vita. Secondo questa pratica la
risata non è solo un atto ma anche una
potente cura. La clown-terapia si è
diffusa ormai in tutto il mon-
do,sopratutto dopo il film Patch
Adams, è diventata una presenza inso-
stituibile negli ospedali. Il terapeuta si
è specializzato, ha addirittura studiato
per poter entrare in quel reparto, cosa
che difficilmente attribuiremmo ad un
ridicolo pagliaccio. Può operare in
gruppo o da solo. Può essere affidato
ad un intero reparto, che sia cardiolo-
gia,oncologia o pediatria,come può
essere che venga mandato da un sin-
golo paziente,che sia un anziano, un
bambino, un adulto, che si sia rotto un
braccio o che abbia un cancro termina-
le. In ogni caso deve essere pronto.
Deve essere pronto ad affrontare qual-
siasi storia e qualsiasi vita,che spesso
può essere appesa a un filo.
Nell’esatto momento in cui egli entra
nella stanza il paziente diventerà per
qualche ora il SUO PAZIENTE. E il
risultato finale deve essere lo stesso:
l’operatore dovrà riuscire a prescrivere
al posto di un farmaco un sorriso, la
medicina più potente di tutte. Queste
associazioni negli ultimi tempi hanno
fatto passi da gigante. Nel caso speci-
fico della pediatria si può dire che
hanno fatto miracoli, rendendo la vita
dell’ospedale, che per i bambini è qua-
si insostenibile, un luogo dove non ci
si cura semplicemente ma si CRESCE.
Non solo! Hanno coinvolto milioni di
ragazzi, per lo più minorenni,in tutto il
mondo a prendere parte a quest’attivi-
tà, estendendo il loro operato e ren-
dendolo più efficiente. Non è da di-
menticare il fatto che i clown non aiu-
tano solo il paziente, ma accompagna-
no nei momenti di difficoltà anche la
sua famiglia… Perchè se sorride lui
sorrideranno anche loro. Ecco perchè i
“Clown di Corsia” non sono solo pa-
gliacci da circo… Ma custodi della
chiave dell’anima e del cuore del ma-
lato che, per qualche ora, dimenticherà
di essere tale.
Alice Roncuzzi,2BES
21
“SOGNO O SON DESTO?” “Stavo cambiando il mondo e ho dimenticato la pentola sul fuoco”
È il 9 marzo, e il Palazzo dei Congressi di
Ravenna è gremito di gente. Professori,
alunni, addetti ai lavori, tecnici: difficile
fare una stima del numero esatto dei pre-
senti. Duecento, trecento persone, poco
importa; gli occhi di tutti sono già fissi
sulla platea, dove ha fatto il suo ingresso
Michele Dotti, protagonista indiscusso di
questa giornata. Ma chi è Michele Dotti?
Lui si definisce un instancabile sognatore,
e non è difficile credergli. Da anni si oc-
cupa di attività educative nelle scuole
primarie e secondarie, dove organizza
laboratori dedicati all’Intercultura, ai di-
ritti umani e alla pace. Inoltre, è un volon-
tario che ha portato per diversi anni il
proprio aiuto negli stati dell’Africa occi-
dentale e ha promosso campagne per la
sensibilizzazione sul commercio equosoli-
dale. Per di più ha anche scritto diversi
libri, tutti incentrati su tematiche come la
mondialità e l’Intercultura. Con questo
progetto teatrale intitolato “Sogno e son
desto! Stavo cambiando il mondo e ho
dimenticato la pentola sul fuoco” Michele
regala al suo pubblico qualcosa di più: un
viaggio. Un cammino fatto di parole, mu-
sica, brevi cortometraggi. Un percorso
simbolico che si pone numerosi obiettivi e
che tocca diverse tappe, tra cui la fraterni-
tà, la giustizia, il rispetto dei diritti umani
e dell’ambiente. Un viaggio che inizia lì,
sotto gli occhi attenti e curiosi dei suoi
ascoltatori, ma che non finisce quando lui
con un sorriso ringrazia tutti per aver pre-
so parte a questo evento. No, il viaggio
non si ferma in quel momento. Forse è
destinato a non arrestarsi mai, perché con
il suo spettacolo – che poi uno spettacolo
vero e proprio non è, non nel senso più
comune del termine; è qualcosa di diver-
so, ricorda più un monologo in bilico tra
ironia e serietà, dove non si capisce bene
dove inizi una e finisca l’altra – Michele
lascia al suo pubblico molto più che una
manciata di parole. Michele trasmette
fiducia, voglia di vivere e combattere per
qualcosa di migliore, per un mondo che
oggi non c’è, ma che forse un giorno ci
sarà. È il motivo per cui questo viaggio
non si interrompe al termine dell’incontro,
ma prosegue silenziosamente dentro
ognuno di noi, portandoci a riflettere, a
chiederci se non sia finalmente arrivato il
momento di metterci in gioco. Michele
parla direttamente a noi, noi ragazzi, esor-
tandoci senza mezzi termini a rivendicare
il nostro adesso e ad arrabbiarci con
chiunque ci dica che “voi giovani siete il
futuro”. No, noi siamo adesso. Non tra
due, tre, dieci, vent’anni: adesso, ora, sen-
za più perdere tempo. Abbiamo la capaci-
tà di cambiare le cose, abbiamo il diritto e
il dovere di cambiare le cose. E di farlo
con un sorriso, con il desiderio di creare
qualcosa di migliore. Ecco perché Miche-
le ci parla della foresta che cresce, anche
se è l’albero che cade a fare più rumore:
perché è nella foresta che piano piano
nasce e prende forma che risiedono la vita
e la speranza.
Francesca Sartori,5B
22
DARIO ARGENTO: UNA VITA DETTATA
DALLA PAURA
Dario Argento nasce a Roma il 7 set-
tembre 1940 dal produttore cinemato-
grafico Salvatore Argento e dalla foto-
grafa brasiliana Elda Luxardo. Argento
ha respirato sin da bambino aria di ci-
nema, imparando a guardare il mondo
come attraverso ad una cinepresa. Ispi-
ratosi al lavoro del padre ha intrapreso
la carriera di sceneggiatore, registra e
produttore cinematografico di film di
genere horror e thriller; la morte, l’as-
sassinio, il sangue, saranno infatti i
protagonisti di tutto il suo immaginario
di adulto. Dario Argento è stato autore
di 19 film, quali “L’uccello dalle piume
di cristallo”, primo suo film da regista e
attore(1970), “Profondo Rosso”(1975),
“Suspiria”(1977), “Il fantasma dell’o-
pera”, opera in cui recita la figlia se-
condogenita Asia Argento(1998),
“Phenomena”(1985), “Giallo”, chiama-
to anche “Argento”(2009). Questo mae-
stro dell’horror è stato anche autore di
un libro autobiografico intitolato
“Paura”, pubblicato nel 2014. In que-
st’opera Argento racconta con chiarez-
za e sincerità della sua vita, delle sue
paure e di ciò che lo ha ispirato nella
creazione delle sue opere. Questi af-
ferma inoltre -”Ho deciso di scrivere
questo libro per raccontare la verità
sulla mia vita. Sono state scritte così
tante cose su di me, alcune false, alcu-
ne troppo approssimative. Ho sentito il
bisogno di fermarmi, riflettere sul mio
passato e scrivere senza pudore né
vergogna la mia vita”- . Dario Argento
ha infatti dichiarato, anche durante
un’intervista, le sue più grandi paure,
tra le quali spicca in primo luogo quel-
la del buio. Dario confessa di non ave-
re avuto paura del buio come tutti i
bambini, aveva paura del corridoio
della sua casa. Era una forma perfetta
di terrore: puro, senza condizionamen-
ti. -“La mia camera da letto era l’ulti-
ma giù in fondo , quindi non avevo
scampo: dovevo attraversarlo intera-
mente” - ha affermato Argento. La sua
23
paura del buio non è una come tante-“
Di notte sono perseguitato da pensieri
più profondi, da incubi che hanno po-
co a che fare con il reale. Sono visioni,
allucinazioni.” Si
può notare però
che, molti anni
dopo, uno dei suoi
film più ama-
ti ,Profondo ros-
so , sia stato am-
bientato in un cor-
ridoio. Un’ altra
delle sue più im-
pensabili fobie è
quella del diavolo.
Argento ha dichia-
rato di aver letto
in passato un libro
che parlava anche
del diavolo e che
questo gli abbia
trasmesso una paura pazzesca, da
spingerlo ad abbandonare momenta-
neamente la sua abitazione e ad allog-
giare in un albergo vicino per paura
che “lui” potesse spuntare dal corri-
doio da un momento all’ altro. Il mae-
stro del brivido racconta anche di co-
me spesso i suoi film siano nati da
percorsi privati,esperienze personali
da cui trae ispirazione. Dario afferma
di parlare tutti i giorni con quella che
chiama "macchia nera", confessa di
lasciarsi andare e che i sogni più orri-
bili gli arrivino con frequenza, di esse-
re una persona schiva e molto educata
e di andarne molto orgoglioso.
A questi è inoltre capitato che eventi
in qualche modo casuali della sua vita
si siano poi rivelati fondamentali,-
“Questa casualità,
in fondo, è la cifra
dominante di tutti
i miei film: episo-
di che non com-
prendiamo e che
alcune volte scom-
pigliano i destini
degli uomini.
Thriller, horror,
fantastico, terro-
re, giallo, noir,
sono soltanto pa-
role che usiamo
per definire i no-
stri sogni” - asseri-
sce il regista. Da-
rio Argento
proietta infatti le sue paure e gli eventi
che accadono attorno a lui nei racconti
che compone, inserendogli elementi
horror e splatter che caratterizzano le
sue opere più note. Le sue paure sono
state le sue ispirazioni, il suo tentativo
di suicidio una nuova spinta per la
creazione di nuove terrificanti opere
capaci di spaventare il mondo intero.
Argento rimarrà sempre nella storia
per la sua capacità di coinvolgere il
pubblico all’ interno delle sue storie e
di tenerlo sulle spine sino all’ultimo
minuto.
De Caro Sarah
Iannaccone Angela,3BES
“Un mio film è quasi una seduta psicoanalitica”
24
50 SFUMATURE DI GRIGIO…
O 50 CENTIMETRI DI PELI?
(ATTTENZIONE ARTICOLO AD
ALTO CONTENUTO DI SPOI-
LER)
Tre coraggiose ragazze del Classi-
co Times si sono sacrificate eroica-
mente per dirigersi al cinema a
vedere 50 sfumature di grigio.
WOW. Sono cicatrici che non van-
no più via. Partiamo dalla protago-
nista:Anastasia Steele. Ragazza
insicura, particolarmente sfigata e
soffre probabilmente di herpes…
visto che per tutta la durata del
film non fa altro che mordersi le
labbra. Di lei scopriremo di più
continuando la visione del rullino.
Un giorno,a caso, la sua coinquili-
na/amica DISGRAZIATEMENTE
si ammala,così lei ha la fortuna di
poter andare ad intervistare il
“Figo” della città,un certo Chri-
stian Grey. Ultra-miliardario ov-
viamente. Ma riusciremo mai a
capire a che cosa è dovuta la sua
immensa fortuna? Naturalmente
no, perché anche se ci siamo tutti
sforzati. per capire che caspita di
lavora fa...il nulla. Un altro detta-
glio che ci ha fatto schiantare dalle risate è il fatto che pur es-
sendo circondato da delle segreta-
rie che sembrano uscite da una
rivista di Vogue lui va a prendersi
la ragazza ritardata di turno,ovvio.
Ah,non ho ancora detto che Ana-
stasia lavora in una ferramenta.
E finalmente il momento fatidico
del film! L'incontro! Dove nell'e-
satto momento in cui la nostra pro-
tagonista entra nell'ufficio inciam-
pa sul NULLA. Un classico. Bella
Swan...il ritorno. Seguono gli in-
tensi scambi di sguardi accompa-
gnati da versi inconcepibili come
dice la procedura. Per tutta la dura-
ta dell'intervista lei lo guarda come
se avesse visto un extra-terrestre,
poi lui deve “lavorare” quindi lei
se ne va e ruba la matita dell'uffi-
cio. Tornata a casa la prima cosa
che fa è aprire Facebook e iniziare
a “stalkerarlo” come una tredicen-
ne mestruata. Anastasia è innamo-
rata. Tant'è che una sera si sbronza
con uno shot al succo di mela,lo
chiama al telefono così a caso...e
gli vomita sulle scarpe. Romantico.
Complimenti ragazza mia. Hai ca-
pito tutto. Anastasia quindi si sve-
glia a casa di Mr. Grey e lo trova a
torso nudo. Completamente depila-
to (DETTAGLIO IMPORTAN-
TE). Iniziamo quindi a conoscere
le doti di questo uomo,che inizia a
fare dei regali alla protagonista
spendendo un capitale; cosine da
niente come, ad esempio, una Fer-
rari Testa Rossa. Inoltre guida
25
gli elicotteri … senza guardare
avanti, perché così fa più figo. Ma
ha due difetti: è un maniaco e non
sa sorridere. Arriva la notte che
tutti aspettavamo dall'inizio del
film. E si scopre che Anastasia è
vergine. Mr. Grey la squadra e la
prende palesemente in giro, con
battute simpatiche come emorroidi,
e poi se ne esce con una frase ridi-
cola:” Io non faccio l'amore, io
s***o forte”. Viva la modestia.
Senza farle troppe domande la por-
ta in una delle 400 camere da letto
e decide di provvedere lui. Lui si
ritoglie la maglia e... ha i peli sul
petto (anche se il giorno prima era
perfettamente depilato). Coerenza
al massimo. Ma quando Anastasia
si toglie i pantaloni, LA TRAGE-
DIA. 50 CENTIMETRI DI PE-
LAZZI. Mi è stato detto che era un
dettaglio presente anche nel libro
ed è vero che non tutte noi ragazze
ci curiamo. Ma sinceramente quan-
do si sa che si passerà la notte a
casa di un'ultra-miliardario da so-
li...penso che chiunque non avreb-
be esitato a farsi una lametta. La
scena dell'atto è semplicemente
ridicola. Ma c'è una rivelazione! A
Cristiano Grigio piacciono le cose
strane. Porta Anastasia di fronte
alla sua “stanza dei giochi”,dove
lei chiede “Giochi? Tipo l'Xbox
360?!”. CERTO CARA,CERTO.
Si scopre che è un sadomasochista.
E la invita a firmare un contratto,
che appunto tratta di quello. Lei
decide di provare di sua spontanea
volontà, ma non le piace ciò che le
viene fatto; si arrabbia con lui che
non l'aveva costretta in alcun modo
e il film finisce con lei che gli vieta
di raggiungerla in ascensore e
nell'esatto momento in cui le porte
si chiudono:
“Anastasia...”
“Christian...”
NON POTETE FARLO. Probabil-
mente soffrono di amnesia tempo-
ranea di breve durata. Vi sconsi-
glio caldamente la visione di que-
sto film...per chi invece avrà il co-
raggio di guardarlo gli auguro
BUONA FORTUNA.
Alice Roncuzzi 2BES
26
FOCUS: NIENTE É COME SEMBRA Il ritorno di Will Smith in un film da vedere!
Focus, film statunitense del 2015
che vede alla regia Glenn Ficarra e
John Requa ed il loro terzo film, ha
come personaggi principali l’attore
Will Smith e Margot Robbie, già
famosa per l’interpretazione in
“The wolf of wall street” di Martin
Scorsese. Nicky Spurgeon, inter-
pretato proprio dal famoso attore,
rappresenta un abile ed esperto
truffatore cresciuto in una famiglia
di borseggiatori, il cui unico fine è
il denaro proveniente dalle truffe
stesse, creando quasi un’azienda
totalmente illegale. Viene a cono-
scenza quindi di Jess Barrett, gio-
vane ragazza che cerca di entrare
nel “giro” delle frodi, e di cui si
innamora a New Orleans, durante
una truffa. È proprio qui, nella fi-
nale del Super Bowl che, con un
sottofondo musicale di non poca
importanza ( Sympathy for the de-
vil dei Rolling Stones), Nicky rie-
sce a raddoppiare il suo incasso
illegale portandolo alla somma di 4
milioni di dollari;Jess viene subito
abbandonata, non essendo più utile
a lui ed alla sua squadra. Dopo una
pausa di tre anni, mentre lavora ad
una frode affidatagli da Garriga,
proprietario di una scuderia di auto
da corsa, rincontra la giovane ra-
gazza; proprio quest’ultima rischia
di far saltare il piano di Nicky, che
prevede la vendita di alcuni pro-
getti molto importanti progettati da
Garriga a tutte le scuderie avversa-
rie. In un travolgente finale, i due
personaggi riescono a riavvicinarsi
dopo l’abbandono di New Orleans;
il piano di Nicky va a buon fine e,
anche se ferito gravemente, riesce
a sopravvivere ma non a recupera-
re l’ intero incasso, “rubato” dal
padre di Nicky stesso. Un film che
rientra nlla categoria “caper mo-
vie,cioè film di truffa e thriller per
quanto riguarda la prima parte,
mentre nelle scene conclusive la
storia d’amore viene messa in pri-
mo piano rallento di molto il ritmo
iniziale del film. In ogni caso il
film riceve dall’Internet Movie
Database un punteggio di 6,2 su
10.
Niccolò Michieletti,
Alberto Placci, 4BS
27
LE IDIOZIE DI CHI CI RAPPRESENTA
(CRIBBIO)
- LA BOLDRINI PROPONE:
“ TOGLIETE LA SCRITTA
“DUX” DA TUTTI
I MONUMENTI ! “
(… ma fate attenzione a come la
sostituite)
28
OSCAR 2015 (O l'imprevedibile virtù dell'insospettabilità)
Se l'anno scorso ci ha lasciato con l'a-
maro in bocca per la prevedibilità con
la quale sono stati assegnati i premi,
quest'anno, con alcune eccezioni, pos-
siamo solo dirci stupefatti.Perché si sa,
gli Oscar col tempo sono diventati
sempre più una cerimonia commercia-
le, più propensa a premiare la tematica
o la morale di un film che il merito
(Come per esempio The Wolf Of Wall
Street, snobbato agli Oscar precedenti
perché da molti ritenuto poco educati-
vo). Quest'anno invece, l'Academy a
ben pensato di stupirci. Stupirci in mo-
do negativo, perché siamo nel 2015 ma
ancora i personaggi maschili sono con-
siderati più importanti di quelli femmi-
nili, e lo si nota nella categoria miglior
film, dove non vi è nessun personag
gio femminile come protagonista. Stu-
pirci invece, in modo positivo, si per
le assegnazioni dei premi, ma ancora
di più per i discorsi di ringraziamento,
dove si percepisce tutta la rabbia, la
stanchezza e la voglia di cambiare
alcune, troppe cose, in un mondo che
dovrebbe essere ben più progredito di
quello che è in realtà. La rabbia in-
fiammatoria del discorso di Patricia
Arquette, vincitrice del premio Mi-
glior Attrice Non Protagonista per
"Boyhood", che, sebbene non sia stata
l'interprete più emozionante e merite-
vole tra le candidate, ha conquistato la
stima di molte donne, Meryl Streep
compresa, con il suo discorso per la
parità dei sessi. "È il nostro momento-
dice Arquette, -di avere gli stessi
29
diritti degli uomini negli Stati Uniti
d'America" L'emozione del 33enne
vincitore come Miglior Attore Prota-
gonista Eddy Redmayne, che dedica la
sua vittoria e il suo premio(che terrà
sempre con sè e luciderà regolarmente,
ci fa sapere) alla famiglia Hawking e a
tutte le persone nel mondo che com-
battono la SLA. L'imprevedibile ma
meritatissima vittoria dei due film più
stravaganti e peculiari del 2015, Bird-
man e Grand Budapest Hotel, che por-
tano a casa 4 statuette a testa, tra cui
una grande vittoria che riempie d'orgo-
glio tutti gli italiani, ovvero quella di
Milena Canonero per i Migliori Costu-
mi per GBH. Insospettabile anche il
discorso di Alejandro Gonzalez Inárri-
tu, che dedica il premio sia per la Mi-
glior Regia che per il Miglior Film ai
suoi compatrioti messicani, sperando
con loro che presto potranno costruire
insieme il governo che meritano e la
dignità, a molti non concessa, di essere
integrati in un grande paese di immi-
grati come l'America. La rivelazione
stupefacente del vincitore per la Mi-
glior Sceneggiatura non Originale di
The Imitation Game, con Graham
Moore che tranquillamente, anche se
visibilmente emozionato, confessa di
aver tentato di suicidarsi da adolescen-
te per via del suo orientamento sessua-
le e di non esserci riuscito contraria-
mente al protagonista del film Alan
Turing. Invita anche i ragazzi , a non
aver paura di ciò che sono, ma anzi, di
esserne fieri, e di poter avere l'occasio-
ne di fare qualcosa, di cambiare qual-
cosa. In poche ore il suo "stay weird
stay different" è il più twittato, reblog-
gato e condiviso in rete. E per ultimo
ma non meno importante, la fantastica
vittoria di "Glory"come Miglior Can-
zone, dal film "Selma",e il discorso di
Common e John Legend, che ricordano
che Selma è adesso, e non cinquanta
anni fa. Selma è la Francia che ribadi-
sce la loro libertà di espressione dopo
l'attentato terroristico a Charlie Hebdo,
Selma sono le persone in Hong Kong
che protestano per la democrazia, Sel-
ma sono le persone di colore sotto con-
trollo adesso che sono di più di quelle
sotto schiavitù nel 1850. Selma è ogni
volta che una persona subisce un ag-
gressione per il colore della pelle, per
la religione che professa, per il proprio
orientamento sessuale, per le proprie
idee e per i propri ideali. Questi Oscar
sono stati imprevedibili, emozionanti e
all'insegna dell'insospettabilità. Inso-
spettabile pensare che le persone famo-
se sono al di là dello stereotipo che ci
siamo costruiti su di loro, insospettabi-
le che anche loro pensino ciò che pen-
siamo noi, si arrabbino e posseggano la
stessa voglia che hanno le persone co-
muni di cambiare le cose. Insospettabi-
le, si. Ma è bello pensare che, proprio
come noi, anche loro marciano e stan-
no marciando, in questo momento,
attraversando l'Edmure Pettus Bridge,
sudati, pieni di sangue e lividi per i
poliziotti che li e ci aggrediscono. Ma
vanno avanti lo stesso, come noi. Si
rialzano e aiutano gli altri a rialzarsi, e
continuano a marciare, finché non ci
saranno più ragioni per farlo e poliziot-
ti a impedirglielo. E in quel momento,
potremmo urlare "Glory!", tutti quanti,
all'unisono. Perché ce l'avremo fatta.
Alessia Saragozza, 2BES
30
YES TO DESIGNER BABIES Figli con tre genitori, storico “ sì “ degli inglesi
382 parlamentari a favore, 128
contrari.Questi i risultati della vo-
tazione finale del 3 Febbraio nella
Camera dei Lord: il Regno Unito è
diventato il primo Paese al mondo
a permettere di avere figli nati da
tre genitori biologici. Lo stesso
premier conservatore Cameron ha
dichiarato il suo sostegno e verosi-
milmente la sua decisione è stata
influenzata dalla morte del figlio
per una rara forma di epilessiaJane
Ellison, Ministro inglese della Sa-
lute , ha definito la decisione del
Parlamento: «un passo coraggioso,
ragionato e informato». La proce-
dura (o per meglio dire il decoupa-
ge) è pensata per permettere alle
donne portatrici di gravi malattie
mitocondriali ereditarie di avere
bambini senza trasmettere loro
queste patologie devastanti. Prima
di entrare nello specifico però fac-
ciamo un tuffo nella biologia. Bi-
sogna sapere infatti che il DNA
presente nei mitocondri, essendo
organelli citoplasmatici di origine
materna, è diverso da quello del
nucleo. Di che cosa si tratta allora?
il DNA nucleare viene rimosso
dall’ovocita malato e trasferito in
uno sano poi fecondato in provetta.
L’embrione così ottenuto verrebbe
trasferito nell’utero della madre
per far procedere la gravidanza. Il
bambino nato grazie a questa tecni-
ca avrebbe il patrimonio genetico
del padre e della madre e il Dna
mitocondriale della donatrice: tec-
nicamente quindi il bambino
avrebbe tre genitori. La tecnica
non fa una piega, per quale motivo
allora tanti la osteggiano? Forse
perché secondo alcuni scienziati si
tratta di un passo avventato a causa
delle insufficienti conoscenze otte-
nute dagli esperimenti sugli anima-
li? O forse perché altri sottolineano
che non si sa che cosa succederà
alle prossime generazioni e quali
saranno i rischi a lungo termine? O
persino perché c’è chi ha riscontra-
to problemi ottenuti in alcuni espe-
rimenti con animali in cui è stato
mischiato DNA nucleare e mito-
condriale? La risposta è più sem-
plice e riguarda l’etica, ossia ciò
che è bene per la comunità. I primi
oppositori sono stati (ovviamente)
la chiesa inglese e quella cattolica,
secondo cui la tecnica non sarebbe
né sicura né giustificabile dal pun-
to di vista etico. Il rischio, dicono,
è che si arrivi in futuro a bambini
progettati su misura. Un sondaggio
fatto dal quotidiano inglese Tele-
graph manifesta che il 63% dei
lettori si schiera contro la decisio-
ne del Parlamento.«Non è ingegne-
ria genetica, ma un azzardo tecno-
logico dalle conseguenze impreve-
dibili», ha commentato Paola Ricci
Sindoni, presidente dell’Associa-
zione Scienza & Vita.
31
«Qualcuno ha detto che in fondo è
come un trapianto d’organo: pren-
do l’elemento che non va e lo so-
stituisco, ma non è affatto la stessa
cosa», specifica Domenico Coviel-
lo, genetista e direttore del Labora-
torio di Genetica umana dell’Ospe-
dale di Genova. «Il DNA mitocon-
driale non lavora da solo, ma è in
continua comunicazione e influen-
za reciproca con i geni contenuti
nel nucleo. In questo caso quindi si
introduce un genoma esterno che
interagisce con il nucleo origina-
rio». Le opinioni sono discordanti
e sicuramente da una parte si vuole
fornire un aiuto alle madri e
dall’altra si vuole evidenziare il
delirio di onnipotenza dei medici.
Resta il fatto che gli scienziati han-
no identificato centinaia di muta-
zioni del DNA mitocondriale che
possono provocare ogni sorta di
malattie con sintomi gravi, dalla
cecità all’epilessia agli ictus ricor-
renti. Ne è affetto circa un feto
ogni 5mila nati, e attualmente non
c’è cura. Quindi la donazione dei
mitocondri, si stima, potrebbe aiu-
tare in teoria circa 2.500 donne che
in Gran Bretagna presentano difetti
genetici. Carlo Bruschi, genetista
molecolare all’Icgeb (Centro Inter-
nazionale per Ingegneria Genetica
e Biotecnologia) di Trieste ha rive-
lato: «Non c’è bisogno di creare
nuove manipolazioni incontrollate
della natura. Queste sono fughe in
avanti dettate dall’ambizione, e
non si sa dove andranno a parare.
Inoltre dopo aver detto che è me-
glio prevenire che curare ora è opi-
nione diffusa che sia più facile in-
ventare piuttosto che guarire, per-
ché cercare una terapia efficace è
molto più difficile dell’usare le
scorciatoie permesse dalla tecni-
ca».
Emanuele D’Eliseo I A
32
CLASSICO IMMERSO NELL'ISOLA CHE
NON C'É
Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattinoooo!!
Ispirato a “Peter Pan” di James Mat-
thew Barrie, venerdì 20 marzo alle
21.00 al Teatro Rasi sono andati in
scena una parte dei nostri compagni di
scuola che hanno aderito anche que-
st'anno al progetto “Teatro non scuo-
la”. Per il secondo anno consecutivo le
guide che ci hanno seguiti durante i
pochi mesi prima dello spettacolo,
sono state Matteo Cavezzali e Giulia
Torelli, ed anche se abbiamo dovuto
correre un po' dietro al tempo, siamo
riusciti a rimanere soddisfatti del no-
stro lavoro. Lo spettacolo, intitolato “
L'isola che non c'è”, potete immagina-
re che ha trattato delle avventure di
Peter Pan, conosciuto più per la ver-
sione Disney che per il romanzo di
Barrie, il quale alle prese con un
“blocco dello scrittore” è in cura da
uno psicologo. Durante la rappresenta-
zione si sono potuti vedere una Wendy
svampita, dei bambini sperduti iperat-
tivi, una Trilly autoritaria, ma ai fin
dei conti premurosa, degli indiani va-
riopinti, dei pirati sempre pronti ad
ascoltare Capitan Uncino tra cui il suo
fedele Spugna e delle sirene più che
ammalianti...stronze! Senza preavviso
e con nostro grande stupore, ci siamo
dovuti esibire davanti ad un numero di
spettatori che non avevamo preso in
considerazione che potessero essere
così tanti (a nostro parere). Cogliamo
l'occasione per ringraziare il pubblico
che ci ha sostenuto durante l'intero
spettacolo, per ogni risata ed applauso
che ci hanno dedicato, sperando di
aver ricambiato allo stesso modo.
Federica Montecavalli 3Bart
33
INTERVISTA ALLA SCRITTRICE
CLAUDIA ZANELLA Claudia Zanella, dopo anni passati a fare
l’attrice si è ritrovata, quasi per caso, a scri-
vere il suo primo romanzo. L’abbiamo
intervistata, per farci raccontare dei dettagli
che ho trovato illuminanti, che entrano non
solo nel romanzo, ma vanno dritto al cuore
e fanno riflettere sulla nostra vita e su quel-
la di chi ci circonda...Vi regalo le sue paro-
le sperando siano importanti e illuminanti
per voi quanto lo sono state per me… 1) Tu
sei un'attrice... quindi sarei curiosa di chie-
derti a quale ruolo che hai interpretato sei
più legata, se c'è, insomma, qualche perso-
naggio a cui tieni particolarmente, e quan-
do hai capito che questa era la tua strada. C
- Il personaggio a cui sono più legata è
quello di Sandra del film 'Briciole'. Un film
sui disturbi alimentari. Quando l'ho girato
avevo 22 anni, ero appena uscita dal Centro
Sperimentale di Cinematografia, e girare
subito un film da protagonista, così intenso,
fu un'enorme soddisfazione. Ho capito che
volevo fare l'attrice a 15 anni, quando ini-
ziai il mio primo corso di teatro al liceo. 2)
Che cosa ti ha spinto a scrivere un libro
(meglio, QUEL libro)? Da quali esigenze
nasce? C- sentivo l'esigenza di raccontare
questa storia. Volevo parlare di un'adozione
'speciale', un'adozione inizialmente non
voluta, piovuta dal cielo. 3) Perché hai
scelto di raccontare la storia di due cugine
piuttosto che (non so) due sorelle? C- Per-
ché la storia ha molti spunti autobiografici.
Il rapporto che racconto tra Irene e Viola, e
simile a quello che c'è tra me e Alessia, mia
cugina. 4) Sei molto legata a tua cugina,
che cosa c'è di speciale nel vostro rapporto
che ti ha spinto addirittura a dedicarle que-
sto libro? C- Siamo inseparabili. Ci adoria-
mo, siamo cugine, sorelle e migliori ami-
che. Lei è il mio equilibrio, e io sono il suo.
Volevo raccontare la bellezza di un rappor-
to vero, cresciuto, insieme, a noi negli anni.
5) Il cardine del libro è una bimba con gli
occhi color nocciola spalancati sul mondo
che si chiama Mia, e la frase che fa capire
quanto sia importante il futuro di questa
bambina, è "Mia è mia", ovvero il mo-
mento in cui Irene decide che non importa
essere la sua madre di pancia, perché
"l'adozione è un diritto del bambino, non
dell'adulto", pensi che sia così a prescin-
dere dalla famiglia che lo cresce (che sia
una famiglia composta da una persona o
due, che siano dello stesso sesso o di ses-
so opposto)?... insomma credi che fami-
glia sia Amore? Pensi possa essere suffi-
ciente come requisito per crescere un fi-
glio? C- La famiglia è quella che ti scegli,
non quella che erditi alla nascita. Una
famiglia può essere composta da un uomo
e una donna, come da due donne o due
uomini. Dove c'è amore, c'è famiglia. E
sono convinta che tutti i bambini del mon-
do hanno diritto ad avere una famiglia. 6)
Nel libro ci sono accenni a quello che è
stile di vita non solo dei personaggi ma
anche tuo, che se non sbaglio, sei vegana
(?) ... cosa ti ha spinto ad una scelta del
genere? C- dieci anni fa dopo aver visto
filmati sugli allevamenti intensivi, e dopo
aver studiato alimentazione, ho deciso che
la mia tavola sarebbe stata green: legumi,
cereali integrali, alghe, semi, frutta, ver-
dura. 7) E’ vero che il tuo libro non è nato
come tale ma che aveva inizialmente un
altro scopo? C- Nasce come sceneggiatura
per il cinema. Poi mentre lo scrivevo si è
trasformato in romanzo. Un 'ultima do-
manda… 8) un tradimento per cui Irene
non smette di amare... pensi che dopo il
tradimento si possa ricominciare ad ama-
re? C- certo che si può e si deve ricomin-
ciare ad amare. Il tradimento può essere
un piccolo inciampo in un lungo cammi-
no. Nei rapporti è fondamentale la capaci-
tà di perdonare.
Letizia Recca, 5BS
34
L'ITALIA, PAESE DEGLI SPRECHI
Come da abitudine gozzovigliavo su
internet a leggere notizie curiose e
interessanti, fino a quando mi im-
batto in questo articolo/annuncio
pubblicitario: il Governo Italiano
mette in vendita 33 auto blu imma-
tricolate tra il 2002 e il 2012 e pro-
venienti dal ministero della difesa.
Ma io soffro di insana curiosità e mi
sono documentato di più su queste
fantomatiche auto blu, e ho trovato
un articolo curioso datato 5 febbraio
’15 in cui si legge che le auto blu
effettivamente usate sono oltre 1000
( a fronte delle 100 previste; quanto
infatti previsto dalla famosa legge
“Spending Review”). Risparmio
stimato nel 2015? 43 milioni di eu-
ro. Allora io, mi sono posto una do-
manda. Ma lo Stato italiano con la
crisi in corso fa sprechi di questo
genere? La risposta mi è piaciuta
poco: si fa di peggio. Ma quando
parlo di sprechi, ne ho una interpre-
tazione molto lata; intendo anche
fenomeni come l’evasione fiscale
(che in Italia secondo la Corte dei
Conti vale circa il 30% del PIL). La
domanda adesso non la dobbiamo
porre a noi, ma a chi ci governa, che
dovrebbe scegliere il meglio per il
nostro Paese. Cari politici, perché
questi sprechi? Non penso si ponga-
no il problema più di tanto, dato che
lo stipendio netto di un parlamentare
sfiora i 14 mila euro mensili ( tra
stipendi e vari rimborsi, si va a sfio-
rare circa 80 mila euro annui).
Il problema allora è più grande di
quanto si pensi e non va ricercato
solo tra i ceti più poveri della socie-
tà, ma forse sarebbe arrivata l’ora di
dare l’esempio. Passando ad altro, il
Governo Italiano ha deciso di spen-
dere circa 14 miliardi di euro per
procedere all’acquisto di 90 caccia F
-35; una somma un po’ alta per un
Paese che dichiara nella costituzione
di ripudiare la guerra. Non dico che
sia sbagliato, ma prima di spendere
14 miliardi di euro in aerei che pro-
babilmente verranno usati molte
volte solo in esercitazioni, perché
non pensiamo di destinare questi
soldi alla sanità o all’ istruzione?
Sarebbe una scelta molto saggia dato
che si discute molto sull’edilizia di
ospedali e scuole pubbliche. La
scuola è uno dei punti nevralgici che
ogni nazione dovrebbe valorizzare al
meglio. Il governo Renzi ha promes-
so di investire molto sulla scuola
facendo partire anche un sondaggio
sulla possibile efficacia della rifor-
ma chiamata “Buona Scuola”, ma
fino ad oggi niente di veramente
concreto che possa dare una svolta a
tutto. Peccato che in questo pacchet-
to di riforme una cosa fondamentale
come l’edilizia scolastica non sia
trattata. Per finire con i botti vorrei
ritornare a fare una piccola riflessio-
ne sull’evasione fiscale. L’ Italia è
logorata da questo fenomeno che,
come abbiamo detto, si mangia il
30% del PIL italiano e crea un buco
di 180 miliardi di euro. In generale i
conti non tornano: su 41.320.548
35
contribuenti (dati del 2011 circa)
solo lo 0.1 denuncia più di 300 mila
euro, il 62,89% sta sotto i 26mila
euro, e il 27% grazie a deduzioni e
detrazioni non paga nulla. In Italia il
rapporto tra ricchezza e reddito di-
chiarato è 1 a 8; negli Stati Uniti
(prima economia mondiale) il rap-
porto è 5 a 3; e tutto ciò mi lascia
molto perplesso. Basta vedere questi
dati e bisognerebbe attuare al più
presto norme contro l’ evasione fi-
scale. Ma ciò non vuol dire che bi-
sogna andare a fare una multa di
5.000 ad un salumiere che ha regala-
to un panino ad un anziano con
grandissime difficoltà economiche,
ma andare a colpire persone come
falsi invalidi che ogni anno prendo-
no impropriamente dall’ INPS
milioni di euro senza fare niente
tutta la giornata. Su circa 5 milioni
di contribuenti sospetti, solo 200
mila vengono sottoposti a controlli,
ma poi ci si imbatte nella giustizia
italiana, in cui l’imputato trova il
suo alleato migliore. Solo per il pri-
mo grado di giudizio occorrono la
bellezza di 903 giorni e poi. sola-
mente l’ 1.7% di chi viene denun-
ciato è sottoposto ad arresto. Traen-
do le somme solo di questo articolo,
ad occhio e croce si arrivano a cifre
assurde tenendo conto solo di auto
blu e F-35. Abbiamo molte cose che
potremmo tagliare invece di tassare
ogni cosa ai danni dei ceti più pove-
ri. Iniziamo a riflettere su questo.
Giuseppe Castellino, 5B
36
TAMO MODA: LE SIRENE DI CRISTINA
ROCCA Domenica 29 marzo, il museo Ta-
mo, ormai conosciuto per le sue
iniziative fuori dall'ordinario mu-
seale, ha ospitato la splendida sfi-
lata della stilista Cristina Rocca.
La Presidente, Elsa Signorino, ha
aperto l'evento che prevedeva le
ammalianti figure delle sirene co-
me protagoniste, vestite di abiti
che ricordano le pittoresche onde,
sottolineando così l'appartenenza
ravennate al mondo del mare. Fon-
damentale l'introduzione dell'ar-
cheologa Giovanna Montevecchi,
la cui descrizione dell'oceano e
spiegazione della figura mitologica
della sirena, ha fatto immergere
noi spettatori nell'atmosfera subac-
quea. La sfilata ha visto un alter-
narsi di bellissime modelle che
fluttuavano fa i mosaici e facevano
volteggiare i loro abiti. Il pubblico,
proprio come accadde agli uomini
di mare che s'imbatterono in queste
creature affascinanti, è stato imme-
diatamente rapito, non solo dalle
silhouette delle ragazze, ma soprat-
tutto dai tagli decisi ma al contem-
po sinuosi degli abiti che la nostra
Cristina Rocca ha proposto. Abiti
da giorno, da sera, più eleganti e
meno eleganti si sono meritati gli
applausi e tutti i lodevoli compli-
menti. A chiudere la sfilata, i suoi
famosi abiti da sposa: leggeri e
brillanti hanno dominato la passe-
rella rendendo giustizia all'eccel-
lente lavoro della stilista. Un gran-
de applauso ha infine invaso la sala
quando Cristina Rocca è entrata in
scena, con un gran sorriso sul volto
e fiera delle proprie opere, ha rin-
graziato e ci ha lasciato in attesa di
una nuova collezione tutta da pre-
sentare!
Martina Marsico, 3BES
37
MOMENTI
Guardarsi. Fuggire, inseguirsi, Prendersi e toccarsi
Come in un Gioco. Come da bambini.
Sorridere. Correre, Sudare, stringersi, abbracciarsi.
Cercarsi, fuggire e tornare: Ridere.
Amarsi.
IO-E-TE
Partire. Senza meta. Un viaggio, non importa dove.
Su un treno. Io-e-te, uno zaino, una valigia.
Tre giorni. Tutta la vita. Io-e.te. Il tuo respiro,
la tua anima, il tuo cuore. I tuoi occhi.
Il mio specchio. Un tuffo. Lo specchio si confonde. Io-e-te.
Carne ed anima. Respiri, sussulti.
Gambe, mani, labbra, corpi, coperte. Ed esci che non sei più tu.
Io-e-te.
Di Letizia Recca
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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Caporedattore: Michelangelo Vignoli
Vicecaporedattore: Alice Roncuzzi, Francesca Sartori
Redazione e collaboratori:
Costanza Casadei, Federica Montecavalli, Emanuele D’Eliseo, Benedetto
Ricci, Letizia Recca, Eleonora Margutti, Eugenio Saltarelli, Priscilla Zappalà,
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I nostri proff.:
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Ass. tecnico Delia Ercolani