LABORATORIO DI PROGETTAZIONE
ARCHITETTONICA 1
a.a. 2013 / 2014
PROF. ARCH. CHERUBINO GAMBARDELLA
TUTOR
ARCH. MARIA GELVI
ARCH. CONCETTA TAVOLETTA
ARCH. GIANLUCA FERRIERO
SECONDA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E DISEGNO INDUSTRIALE
CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA
LA PIANTA E LA SEZIONE
Toyo Ito, U House_ 1976-1997 Tokyo
Nel disegno architettonico le tecniche di rappresentazione sono impiegate in funzione
delle esigenze specifiche.
Per comunicare l’articolazione spaziale di un edificio ci si avvale dell’assonometria o
della prospettiva.
Per studiare, analizzare, definire la strutturazione del complesso o dei particolari il
disegnatore tecnico utilizza essenzialmente le proiezioni ortogonali.
Sia per il rilievo sia per la progettazione le proiezioni ortogonali sono uno strumento
indispensabile dell’architetto, che se ne avvale mediante tre fondamentali elaborati
grafici: il prospetto, la pianta e la sezione.
Il prospetto è una vista su un piano verticale, che consente di controllare forma e
dimensioni delle facciate. È un elaborato abbastanza prossimo a una percezione visiva,
specialmente se arricchito di ombre; infatti la rappresentazione in prospetto coincide con
l’immagine percepita da un osservatore posto a distanza infinita.
Invece gli elaborati in pianta e sezione sono ottenuti con un’operazione tecnica di
taglio (sezione) che li rende estremamente astratti, lontani da qualsiasi percezione
visiva; questa componente astratta li rende adatti a comunicare con persone
esperte nella rappresentazione tecnica. La pianta e la sezione sono infatti
finalizzate all’analisi di progetto o di rilievo da parte del disegnatore stesso,
oppure alla descrizione dell’edificio rivolta a tecnici (maestranze di cantiere, uffici
tecnici, ecc.).
LA PIANTA
Franco Albini, Casa Olivetti a Ivrea_ 1955-58_ Schizzi di progetto
Nella geometria descrittiva, proiezione ortogonale, effettuata sul piano
orizzontale, di un oggetto, un fabbricato, un terreno o una città. In particolare, in
architettura, rappresentazione grafica, in scala ridotta, di un edificio sezionato a
un determinato livello, completata dalla proiezione di tutte le parti sottostanti o
sovrastanti il piano di sezione e dalle quote relative alle dimensioni dei singoli
elementi: viene utilizzata nella progettazione di nuove costruzioni o nel rilievo di
strutture esistenti; analoga rappresentazione grafica può essere limitata ai
singoli ambienti di un edificio
La pianta
La pianta è la vista dall’alto di un edificio sezionato con un piano orizzontale; il piano di
sezione viene normalmente disposto a 110-120 cm dal piano di calpestio per far sì che esso
passi sopra i davanzali di eventuali finestre e che queste appaiano quindi sezionate e
leggibili in pianta. Per ogni piano dell’edificio si disegna una diversa pianta, che porta il
nome del piano stesso (per esempio Pianta Piano Terra, Pianta 1°Piano). Le parti
sezionate vengono evidenziate con linee spesse, con eventuale riempimento a tratteggio o
in nero (nel caso di spessori molto ridotti). Le parti non sezionate vengono disegnate con
linee sottili. Talvolta si indicano anche elementi soprastanti il piano di sezione con linee a
tratto e due punti; in questo modo, per esempio, si segnala la presenza di costoloni di volte
o altri elementi di copertura. Le piante possono essere disegnate in scale comprese tra
1:200 e 1:20 . Ovviamente i dettagli forniti da una pianta in scala 1:200 sono molto ridotti; si
può solo leggere la distribuzione e le dimensioni di massima degli ambienti. Invece le piante
a scale più dettagliate permettono di descrivere elementi sempre più particolareggiati
(materiali, tipo di infissi, dimensioni, caratteristiche dei muri o dei pilastri, ecc.). In sostanza
la pianta è uno strumento tecnico fondamentale per analizzare e descrivere gli ambienti, la
loro distribuzione, le loro caratteristiche dimensionali e tecniche. Non a caso la
progettazione secondo una concezione funzionalista (come nel Razionalismo) nasceva dalla
pianta.
LA SEZIONE
sezióne s. f. [dal lat. sectio -onis «taglio» (der. di sectus, part. pass. di secare
«tagliare»), attraverso il fr. section, di cui, in alcune accezioni più recenti (per es. in
quella di «reparto, ripartizione»), è un calco semantico]. –
In geometria, operazione fondamentale (insieme alla proiezione) nella geometria
proiettiva, che consiste nell’intersecare una figura con una retta o con un piano, detti
retta, piano di sezione; anche, il risultato di tale operazione: s. piana (o semplicemente
sezione) di una superficie o di un solido nello spazio, insieme dei punti comuni alla
superficie (o al solido) e ad un piano dato, cioè figura che si ottiene intersecando con un
piano la superficie (o il solido); s. coniche (v. conica); s. normale di un angolo diedro,
angolo piano intersezione dell’angolo diedro con un piano perpendicolare ai due
semipiani che limitano l’angolo diedro (per determinare l’ampiezza di un diedro, si
misura una sua sezione normale)
Nel disegno tecnico e architettonico, rappresentazione grafica della costituzione di una
struttura, che ha lo scopo di illustrare le caratteristiche di strutture già esistenti (disegni
di rilievo), o di fornire la guida necessaria all’esecuzione di nuove strutture (disegni di
progetto); può essere ottenuta sia mediante piani di sezione verticali (e in tal caso è
detta anche spaccato, quando mostra in prospetto le parti interne della struttura
sezionata, giacenti dalla medesima parte rispetto al piano di sezione stesso), sia
mediante piani orizzontali (e in tal caso è più comunemente detta pianta o sezione in
pianta); si parla inoltre di s. trasversale o s. longitudinale, relativamente a strutture di
forma allungata in pianta, secondo che il piano verticale di sezione interessi la
dimensione minore, e rispettivamente maggiore, della pianta. Talvolta il termine è usato
come sinonimo improprio di profilo, quando indica il disegno del contorno della sola
superficie esterna della struttura
La sezione
Comunemente in ambito architettonico il termine sezione indica una proiezione ortogonale
di un edificio sezionato con un piano verticale.
Essa quindi consente un controllo sulla distribuzione verticale degli ambienti nei diversi
piani, degli elementi di collegamento (scale, ascensori), delle strutture (solai, muri, pilastri).
Il piano di sezione deve essere scelto attentamente, per fornire il massimo di informazioni
utili; sarà pertanto vantaggioso che esso attraversi porte e finestre. La traccia del piano di
sezione deve essere chiaramente indicata in pianta con linea mista a punto e tratto, frecce e
lettere. Anche in questo caso, come in pianta, si ricorre a linee di diverso spessore per
differenziare le parti sezionate dalle altre; i rapporti di scala vengono scelti adeguatamente
per descrivere lo sviluppo generale dell’edificio, oppure dettagli costruttivi (particolari). I
particolari in sezione possono riguardare scale, finestre, coperture, ecc. I diversi tratteggi
delle parti sezionate forniscono informazioni sui materiali. Nel caso di edifici che presentino
un piano di simmetria verticale (come nel caso di templi o chiese), la sezione può essere
limitata a una metà (semisezione), affiancata dall’altra metà in prospetto, in modo da unire in
un solo disegno due diverse rappresentazioni.
Auditorium di Chicago di Dakmar Adler e Louis Sullivan (1888): sezione longitudinale lungo
il palcoscenico.
Fonti
Dizionario Treccani
Dizionario Zanichelli (corsi di disegno di Sergio Sammarone)
Il Nuovissimo Manuale dell’Architetto, a cura di Luca Zevi, Mancosu Editore; 88-87017-03-4, 2007.