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Il Sole 24 Ore

Giovedì 3 Luglio 2008 - N. 182 Economia e imprese 19

INCHIESTAL’INTERNAZIONALIZZAZIONE

SharMoon (Gruppo Zegna). Su salari e welfare prove di dialogo con le rappresentanze degli operai Piquadro. Da Zhongshan borse di design

WENZHOU. Dal nostro inviato

C’è un’azienda delloZehjiang che suscitascalpore tra le migliaia

attive in una delle aree più ric-cheedinamichedella Cina.

SharMoonèunajointventureitalocinese – così la definisce ilquotidianoPanXiuhui–chepro-duceabiti maschilidi qualità su-periore alla media nazionale. IlgiornalistaWuDongliangcoprea fatica la sorpresa descrivendola seguente scena: «Le luci dellasala riunioni della joint ventureSharMoon garments Ltd eranoaccesefinoatardi ierisera.LelioGavazza, il direttore generaledello stabilimento, ha fatto rap-porto per dieci minuti agli 85membri del sindacato azienda-le.Perlaprimavoltairappresen-tanti degli oltre 850 dipendentihannopotutoconoscereobietti-vi,programmisalarialiewelfaredell’annoprossimo».

SharMoon è un’azienda cheapplica il nuovo diritto del lavo-ro invigore dal 1˚gennaio,operanell’epicentro produttivo delloZehjiang: qui si lavora tanto,l’areaèilpiùgrandedistrettodeltessile. Un marchio cinese crea-to dal nulla da tre fratelli wen-zhouesi,partitidaunamacchinadacucire allestita inungarage.

Da qualche anno il marchio èentrato nell’orbita del gruppoErmenegildo Zegna, tra i piùamati del made in Italy in Cina,il mercato di elezione è esclusi-vamente locale. L’obiettivo èquello di migliorare la qualitàper puntare a un target preciso:la nascente classe media. Cosìgli abiti, di ottima fattura, costa-no meno delle varianti firmateErmenegildo Zegna, di cui ripe-tono forme e linee, nonchè lastessacuradeidettagli.

In centro città SharMoon haapertoduenegozicongrandive-

trine sulla strada: l’arredamen-to ricorda il design del più raffi-natomadeinItaly.Arriva, trafe-lato,uncliente.Lacommessaci-nesenonfanemmenoatempoaindicargli il camerino, un gestoetvoilà, l’uomo resta a torsonu-do, prova l’abito direttamentenelnegozio, siamo in Cina, l’eti-chetta segue altri schemi. An-che il gusto è diverso: sulle ra-strellieregli abiti di taglio italia-no, i completi in doppio canvassi alternano a polo a righine intoni pastello,di quelle chetantopiaccionoai cinesi.

Gli investimenti fatti a Shar-Moon sono ingenti, gli operaidevono essere formati, le nuo-ve macchine per stirare le giac-che, ad esempio, sono ancorasottoutilizzate. «L’addestra-mento – ammette Lelio Gavaz-za–èimpegnativo.Mapassaan-che attraverso l’educazione astarenella fabbricastessa».Nei

laboratori di SharMoon non sientra senza calzare copriscar-pe inplastica usaegetta.

Gavazza è a Wenzhou da treanni.Con un manipolodi colle-ghi italiani deve misurarsi dicontinuo con la realtà cinese.«Un commento sulla riformadellavoro?Forsesièfattoilpas-so più lungo della gamba. Noistiamo facendo di tutto per ap-plicarla gradualmente, inclusala costituzione del fondo di so-stegnoperil sindacato, l’elezio-ne di un rappresentante nel bo-ard, l’assemblea con la letturadeipiani aziendali».

SharMoon fa l’effetto di unamoscabianca,taledadestarean-chelasorpresadelgiornalistaci-nese.Mapochidubbichel’azien-da abbia visto giusto sul merca-to. «Il mercato c’è, eccome -commenta Silvio Galimberti,managingdirectordiSharMoon.Nella bufera che sta squassandoilcompartotessilecinese,gliabi-ti maschili sono gli unici ad averguadagnato quote di mercato.Addirittura il40percento».

R.Fa.

di Michele Tiraboschi

Parlaredellerelazionidila-voroinCinaconiconcet-ti e le categorie giuridi-

chedinoioccidentalièun’ope-razione quasi impossibile. LaCina,infatti,nonhaancoraspe-rimentato una classica rivolu-zioneindustriale,nèhamaico-nosciutounveroepropriomer-catodellavoro.

Senza vere relazioni indu-striali nè contrattazione indivi-duale, il Partito Comunista hadettato condizioni di lavoro etrattamenti retributivi di unaforza-lavoro imponente chetanto preoccupa le economieoccidentali. Ancora oggi, lamaggior parte della popolazio-neèclassificatacomerurale.

I primi segnali di cambia-mento si sono registrati solosul volgere del secolo scorso.Dapprima con la riforma dellearee rurali, poi di quelle urba-ne. Grazie a una maggiore mo-bilitàdei lavoratoriealsupera-mento del monopolio statalenell’allocazione della forza-la-voro,siècreatounmercatopiùliberoedecentrato.Globalizza-zione e progressiva aperturaagli investimenti internaziona-li hanno fatto il resto. L’econo-mia pianificata non contribui-va all’efficienza di un mercatodel lavoro rigido e minuziosa-mente predeterminato. Perògarantivaailavoratori,seppuresotto il manto ideologico di unegualitarismodifacciata,pienaoccupazione,stabilitàdel lavo-ro, standard retributivi unifor-mi. Con il decentramento e laprogressiva liberalizzazionedellelogichediincontrotrado-manda e offerta di lavoro si so-no innescate le prime tensionisul mercato del lavoro gestitedal governo cinese faticosa-menteeconinterventiparziali.

Sispiegacosìl’enormeattesaper la riforma del giugno 2007invigoredagennaiocheharivo-luzionato, almeno sulla carta, ilquadroregolatoriodeirapportidilavoro.Unariformaosteggia-tadallemultinazionaliamerica-ne ma, prima ancora, dalle am-ministrazioni locali chiamate aimplementare, senza risorse epreparazione culturale, un in-sieme di tutele visto come ungravefrenoallosviluppo.

È prematuro valutare qualesarà il reale impatto di questanuovalegislazionesulfunziona-mentodelmercatodellavoroci-nese e, indirettamente, sugliequilibrieconomiciesocialidel-la nuova Cina. La messa a regi-medellenuovenormesiannun-cialungaetravagliata,comedi-mostral’asprodibattitoinnesca-to dall’emanazione, lo scorsomaggio, della bozza di regola-mento di attuazione. Certo èuna svolta culturale di non po-co conto, non solo rispetto allapregressaesperienzadiun’eco-nomiacentralizzataediunacul-tura giuridica diffidente versolaleggescritta.

Sipuòpresumerechelanuo-va disciplina, nell’innalzare glistandardnormatividituteladeilavoratori, non avrà nel breveperiodounelevatotassodieffet-tività. Un recente rapportodell’Iloconfermailbassolivellodi tuteladei lavoratori cinesi. Apartiredalledonne,daigiovani,aprogrammistatalidialternan-za scuola-lavoro, dietro i qualinon di rado si nascondono for-me di sfruttamento del lavorominorile.Pernonparlaredella-voroforzato,chefioriscenono-stanteidivieti.

Lariformaèunpassaggioob-bligato per consolidare un ve-ro e proprio mercato del lavo-ro. Anche in Cina dovrà stabi-lirsi un libero sindacato (oggiesisteilsindacatounico,subor-dinato al Partito Comunista) eun effettivo sistema di relazio-ni industriali in grado di tra-sporrenellaprassideirapportidi lavoro i precetti formali eastrattidi legge.Inclusoil rico-noscimento del diritto sciope-ro,ancoraogginegato.

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www.fmb.unimore.itAmpia documentazione sul mercato

del lavoro cinese e sulle recenti

riforme

Candy-Jinling. Doppia catena di montaggio per lavatrici

In Cina è finita l’era del lavoro low costViaggio tra le 1.400 aziende miste insediate nel Paese: il rincaro della manodopera comincia a pesare

LAROTTA DEL SUD-EST

JIANGMEN. Dal nostro inviato

Alberto Bertali, managerpiemontesedilungocor-so alla Candy, dirige la

fabbrica di lavatrici Jinling,l’aziendacinesepubblicaacqui-stata due anni fa dal gruppobrianzolo di elettrodomesticiche ne detiene la maggioranza.Bertali deve fare i conti con lamentalitàcinese,avoltediame-tralmente opposta a quella ita-liana.Impostazionemanageria-le vecchio stampo, tante espe-rienze all’estero, il direttore distabilimento come per riflessocondizionato quasi perde lestaffe, per un attimo: in linea dimontaggio un tecnico italiano

sièsostituitoaunoperaio cine-se. «Se fai tu il suo lavoro, luinon imparerà mai!», gli diceBertali. «Noi stessi stiamo cer-cando di capire cos’è questanuova fabbrica cinese», avevadettoqualchesettimanafal’am-ministratoredelegato delgrup-po, Aldo Fumagalli, illustrandolanuovastrategiadelgruppo.AJiangmenc’è tantolavorodafa-reperrenderelafabbricapiùef-ficiente. E Bertali è costretto afare appello a tutta la sua espe-rienza per ottimizzare i risulta-ti. Nel Guangdong, la regionesullaqualesiabbattonoinegualmisura la crisi economica checostringeglistessicinesiachiu-

dere o delocalizzare e le pioggetropicali,Candyhadecisodiaf-fiancare alla classica linea di la-vatrici con apertura dall’alto elavaggio a freddo, tanto amatedai cinesi, una seconda fabbri-ca,nuovadizecca.Nataappenaunannofa,Jinling2produce,in-vece, modelli europei, con oblòfrontaleelavaggioadacquacal-da.«Nonècosì semplice,ma celapossiamofare,adavviareunalavorazione diversa. Educandoil mercato a un diverso prodot-to,maanche glioperaia lavora-realla catena»,dice Bertali.

Al mattino tutti i manager delgruppo, per la maggior parte ci-nese,indivisacolorkakisiedono

intornoaltavolocolormoganoti-rato a lucido e fanno una primariunione della giornata. «Il pun-to è che la lavorazione tradizio-nale va benissimo, è perfetta-mente oliata – conferma Bertali.Laverasfidaèquellanuova».An-che cambiare marcia rispetto alpassatoeallinearsiallenuovere-gole Candy è un lavoro che ri-chiede energia. Una prima scre-matura dei manager ereditati daJinling,adesempio,nonèstataaf-fatto indolore. «Solo per il fattodiavercambiatoproprietàmoltihanno deciso da soli di lasciarel’azienda,nonpotevanopensarediperderelafaccia(mianzi,inci-nese).«Perfortunaabbiamotro-vato qui un’ottima responsabiledellerisorseumane,chesièmol-to impegnata a spiegare a tutti,managerinclusi, lenuoveregoledeldirittocinese»,diceBertali.

Laramostraconorgogliopre-sentazionipowerpoint iningle-se e cinese, ci guida nell’analisidella busta paga di un’operaia,con tanto di voci e i versamenticontributivi. Aggiunge Lara:«Abbiamo dovuto assumere imille commessi-rappresentan-ti,primasemplicicollaboratori,il che ha fatto aumentare la vo-cecostodellavoroeraddoppia-re il numerodegli addetti».

C’èunfattosorprendente,pe-rò, nel quale lo stesso Bertali hamesso lo zampino. In ufficio cisono ragazzi neolaureati. Sonobravissimi. Curiosi. Maghi delcomputer,parlanounottimoin-glese.SonoilfuturodellaCandy-Jinling. «Li ho assunti io. Quan-to a me – dice Bertali – cedo vo-lentieri lo scettro a un direttorecinese.Apattodi trovarlo».

R.Fa.

Risorse umane e ambiente sono le due variabili-chiavein un quadro legislativo sottoposto a continui cambiamenti

Nuove frontiere

ZHONGSHAN. Dal nostro inviato

L’altarino con la divinitàbuddista veglia sui 400addetti dello stabili-

mento Piquadro a ZhongshangestitodaUniBestLeatherGo-ods co.ltd, società a capitalestranieroatreoredimacchinadaGuangzhou.

La divinità promette lautiguadagni per l’azienda bolo-gnese di pelletteria guidatadall’imprenditore Marco Pal-mieri e per i suoi tre soci diHongKong.L’ecodellapositi-va assemblea di bilancio di Pi-quadro, fresca di quotazionein Borsa, arriva, puntuale. Maqui c’è da far andare l’aziendae il centro design e la logisticaavanzatissima rimasti in Italiasono sideralmente lontani.Marco Palmieri, è all’estero.Anche Enea Savariello, re-sponsabile qualità e anellochiavetraItaliaeCina,èappe-naripartito.

Ci tocca il privilegio di visi-tare l’azienda insieme ai socicinesi. Solo così, forse, la veraanima dell’operazione attiva-ta dal gruppo italiano in Cinavieneagalla.Piquadro,perco-minciare, è un’azienda chenon ha mai fatto mistero diprodurre qui. A Zhongshan èpresentedamoltiannieipart-ner di oggi sono frutto di unaserie di tentativi di alleanzenon sempre attrettanto fortu-nati, come succede, a volte, al-le jointventure.

ItresocidiHongKonglavo-ravano per un’azienda di pel-letteria. Poi, si sono messi inproprio.Oggicollaboranocongli italiani e sono concentratisulla produzione. Anzi, sonolaproduzione.

Due mondi, quello cinese equello italiano, riescono permagìa a lavorare insieme, an-che a distanza, come gli ingra-naggi ben oliati di una ruota.Ma se chiedi a Jason, come sifa chiamare il direttore dellafabbrica, di parlarti anche deldesign delle borse Piquadro odicomepossanoesserespedi-te in mezzo mondo, risponde-

rà: «Sì, sì, ma se ne occupanoin Italia. Palmieri. Enea». Co-medire:qui facciamoleborse,e le facciamo bene. Viene dapensarechealleatisimili, inCi-na, non è tanto facile trovarli.Questi manager sembrano es-sere loro i protagonisti dellaproduzione.SenonfossimoinCina, nel Guangdong più pro-fondo, si potrebbe pensare diessere in un’azienda italianadi un’altra epoca. O, forse, dicome ce ne saranno ancora daqualcheparte inItalia, chissà.

Sulla scrivania di Jason(ognisocio ha il suo ufficiose-parato dagli altri) ci sono, inbella mostra, i nuovi prototipidi borse, da controllare con

scrupolo. Due addetti alle li-neediproduzionevengonore-darguiti sotto i nostri occhiper non aver controllato certidettagli. «Le fasi della lavora-zione sono ormai a regime. InCina siamo venuti ormai datempo e non per sfruttare op-portunitàabreve,nèl’ambien-te nè le persone», dice MarcoPalmieri, a telefono dall’Italia.Anche il prodotto che ripartenei container viene vagliatocon professionalità. I campio-ni, inviati inItalia,ritornanoinlaboratorio. «La pelle arrivadall’Italia, è la migliore – com-mentaJason–.Ilrestovieneac-quistato da noi di Uni Best inAsia su indicazione di Piqua-dro al quale fatturiamo il pro-dotto finito». Quattrocentooperai, molti del Nord, abita-no in una palazzina alle spalledella fabbrica. Negli anni, ilrapportoormai si èconsolida-to e il turn over è solo del 10percento.

R.Fa.

IL CEDOLINO DELL’OPERAIA LIANGLIANXIAO

Prima di due puntate

LEFOTO

Rita FatigusoSHANGHAI. Dal nostro inviato

Vien da pensare a Davidee Golia: lotta impari, sfidaaperta.Civogliono spalle fortiper affrontare la Cina: il talen-to e l’intraprendenza italiane,da sole, non possono semprebastare. Così, siamo andati avedere che aria tira davveroda quelle parti, visitando alcu-ne imprese italiane che hannoraccolto questa sfida, dalGuangdong allo Zhejiang finoalloJangsu,viaShanghai.Real-tà di medie dimensioni che intempi, con modalità e obietti-

vi diversi, qui hanno puntatole loro carte.

Manager cinesi e tecnici ita-liani, ingegneri e direttori diaziende ci hanno aiutato a rico-struire gli ostacoli più duri, inparticolare quelli collegati allerisorseumane,inclusal’applica-zionedellanuovaleggesuldirit-to del lavoro, e all’impatto am-bientaleinunPaeseinfortecre-scita.Difficoltàtipichediunpo-sto in cui nulla si può dare perscontato:che gli operai ti saran-no fedeli, che potrai acquistarein tempi certi un terreno o unaconcessione, che il contrattoscrittosaràrispettato,cheilivel-li di inquinamento da rispettare

resteranno definiti, che potraiselezionarelapersonagiustaal-la quale affidare l’azienda e chenon ti porterà via il businessmettendosiinproprioecosìvia.

UnPaesecheoffregrandiop-portunità,specielegateallepro-spettive del mercato interno,maanchegrandirischi.Unater-ra in grande cambiamento, sucui l’Italia sconta un ritardo ge-neralizzato.Idatisullerealtàita-liane, infatti, sono limitati: se-condo un censimento a maglielarghe effettuato dall’Osserva-torio Asia su dati della Cameradi commercio italiana in Cina astento si superano le 1.400 uni-tà. Il nocciolo duro, ovviamen-te,è benpiù ridotto.Gli "irridu-cibili" sonocirca300,didimen-sionicontenute, insediati lungola costa da Sud a Nord-Est, cheresta la zona più industrializza-ta del Paese. Per il 12% sono an-cora joint venture che, speciequelle non andate a buon fine,turbanoancoraisognidiparec-chi imprenditori.

L’emergenza oggi è la cresci-ta del costo del lavoro. Tutte leaziende italiane che ci hannoaperto le porte, però, l’hannoconfermato, in coro: la Cinanon è un Paese per speculazio-ni a breve. Sia che ci si muovacome sistema Paese, sia in soli-taria, ci sono regole non scritteda comprendere in fretta e ri-spettare. Il che spiega ancheperchéalcuneesperienzetarga-te made in Italy, al contrario, sicandidano a diventare casi damanuale.

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p Busta paga. Eccounparticolaredelcedolinodell’operaiadellaJinling-Candy,LiangLianxiao:ilnetto,inbusta,amaggioèstatodi1171,31yuan(circa120euro).

L’ARTICOLO

1) Interno del laboratorioSharMoon2)Commessa-dipendentenel reparto Jiling di ungrande magazzino3) Divinità buddista negliuffici Piquadro4) Operaio al taglio delleborse5) Ore 9, riunione deimanager di Jinling-Candyin divisa color kaki.

Il passaggioobbligatoè la riformadell’impiego

Obiettivi primari:controlli su qualitàe produzione

DA WENZHOU A JIANGMEN

LE AZIENDENatura giuridica delle aziendeitaliane in Cina

Fonte: Camera commercio italianoin Cina su campione di 373 aziende

Ufficidi rappresentanza43%

Interamentedi proprietà45%

Jointventure

12%

Così nasce la nuova fabbrica

La tendenza a costituire joint venture comincia a scemare,in prospettiva si punta alla produzione per il mercato interno

p Il titolo, alla lettera, suonacosì: «Il dirigente straniero farapporto ai lavoratori cinesi».Ecco uno stralcio dell’articolopubblicato dal quotidiano diWenzhou, Pan Xiuhui, chedescrive come i managerdell’azienda italocineseSharMoonstanno introducendonella fabbrica le nuove regole deldiritto del lavoro cinese in vigoredal 1˚gennaio 2008.

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ILMODELLOL’azienda bolognesesi è alleata con tre socidi Hong KongIl titolare Palmieri: nonsiamo qui di passaggio

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Shanghai 19Guangdong 19Jiangsu 17Zhejiang 8Shandong 7Tianjin 5Beijing 4Altro 21

LE PROVINCE

Gli investimenti nel manifattu-riero. Valori in percentuale

Fonte: Osservatorio Asia5

ILCENSIMENTOUna presenza limitatacostituita in parteda accordi paritetici tracui iniziano a delinearsile prime buone prassi

Il laboratorio tessile in assemblea

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