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Caserta
“Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo
affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di
Dio” (LS 84). “Dio ha scritto un libro stupendo, «le cui lettere sono la
moltitudine di creature presenti nell’universo» “. (LS 85).
“ La mancanza di preoccupazione per misurare i danni alla natura e
l’impatto ambientale delle decisioni, è solo il riflesso evidente di un disinteresse a riconoscere il messaggio che la natura porta inscritto
nelle sue stesse strutture. Quando non si riconosce nella realtà stessa
l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con
disabilità – per fare solo alcuni esempi –, difficilmente si sapranno
ascoltare le grida della natura stessa. Tutto è connesso. Se l’essere
umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore
assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola, perché «Invece
di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della
creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la
ribellione della natura» ( LS117) “ .
L’Earth Day (Giornata della Terra) è la più grande manifestazione ambientale del pianeta,
l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e
promuoverne la salvaguardia. La Giornata della Terra, momento fortemente voluto dal
senatore statunitense Gaylord Nelson e promosso ancor prima dal presidente John Fitzgerald
Kennedy, coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo.
Le Nazioni Unite celebrano l’Earth Day ogni anno, un mese e due giorni dopo l'equinozio di
primavera, il 22 aprile.
Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della
conservazione delle risorse naturali della Terra. Come
movimento universitario, nel tempo, la Giornata della
Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo.
I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per
valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di
aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le
migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e
l'esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in
soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi
delle attività dell'uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione
delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici
dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la
protezione delle specie minacciate.
L'idea della creazione di una “Giornata per la Terra” fu discussa per la prima volta nel 1962.
In quegli anni le proteste contro la guerra del Vietnam erano in aumento, ed al senatore
Nelson venne l'idea di organizzare un “teach-in” sulle questioni ambientali. Nelson riuscì a
coinvolgere anche noti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che nel 1963
attraversò ben 11 Stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali.
L'Earth Day prese definitivamente forma nel 1969 a seguito del disastro ambientale causato
dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara, in California,
a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni
ambientali all'attenzione dell'opinione pubblica e del mondo politico. “Tutte le persone, a
prescindere dall'etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto
ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”.
Il 22 aprile 1970, ispirandosi a questo principio, 20 milioni di cittadini americani si
mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra. I gruppi che singolarmente avevano
combattuto contro l'inquinamento da combustibili fossili, contro l'inquinamento delle
fabbriche e delle centrali elettriche, i rifiuti tossici, i pesticidi, la progressiva desertificazione e
l'estinzione della fauna selvatica, improvvisamente compresero di condividere valori comuni.
Migliaia di college e università organizzarono proteste contro il degrado ambientale: da allora
il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra.
La copertura mediatica della prima Giornata
Mondiale della Terra venne realizzata da
Walter Cronkite della CBS News
con un servizio intitolato "Giornata della Terra: una questione di sopravvivenza”. Fra i
protagonisti della manifestazione anche alcuni grandi nomi dello spettacolo statunitense tra
cui Pete Seeger, Paul Newman e Ali McGraw.
La Giornata della Terra diede una spinta determinante alle iniziative ambientali in tutto il
mondo e contribuì a spianare la strada al Vertice delle Nazioni Unite del 1992 a Rio de
Janeiro.
Nel corso degli anni l'organizzazione dell'Earth Day si dota di strumenti di comunicazione più
potenti arrivando a celebrare il proprio ventesimo anno di fondazione con una storica scalata
sul monte Everest in cui un team formato da alpinisti statunitensi, sovietici e cinesi, realizzò
un collegamento mondiale via satellite. Al termine della spedizione tutta la squadra trasportò
a valle oltre 2 tonnellate di rifiuti lasciati sul monte Everest da precedenti missioni.
Nel 2000, grazie alla diffusione di internet, lo spirito fondante dell'Earth Day ed in generale la
celebrazione dell'evento vennero promosse a livello globale. L'evento che ne conseguì riuscì a
coinvolgere oltre 5.000 gruppi ambientalisti al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo
centinaia di milioni di persone, e molti noti personaggi dello spettacolo come l'attore
Leonardo di Caprio.
Nel corso degli anni la partecipazione internazionale
all'Earth Day è cresciuta superando oltre il miliardo di
persone in tutto il mondo: è l'affermazione della “Green
Generation”, che guarda ad un futuro libero dall'energia
da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla
responsabilizzazione individuale verso un consumo
sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un
sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.
Che cos’è l’impronta ecologica?
L'impronta ecologica è un indicatore utilizzato per valutare il consumo umano di risorse
naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle.
Il concetto di impronta ecologica è stato introdotto nel 1996 da Mathis Wackernagel,
ambientalista svizzero, con la pubblicazione di un libro scritto assieme a William Rees.
L'impronta ecologica misura l'area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a
rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e ad assorbire i rifiuti prodotti.
Utilizzando l'impronta ecologica è possibile stimare quanti "pianeta Terra" servirebbero per
sostenere l'umanità, qualora tutti vivessero secondo un determinato stile di vita.
Legenda:
-Il colore verdognolo indica i paesi che sfruttano lo 0% e il 50% della propria biocapacità.
-Il colore verde indica i paesi che sfruttano fra il 50% e il 100% della propria biocapacità.
-Il colore arancione indica i paesi che sfruttano fra il 100% e 150% della propria biocapacità.
- Il colore rosso indica i paesi che sfruttano fra il 150% e il 200% della propria biocapacità.
Scenario dell’impronta ecologica dal 2009 al 2050
Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), entro il
2050 la domanda di alimenti, mangimi e fibre potrebbe aumentare del 70% (FAO, 2009). Ciò
presenta considerevoli implicazioni per l’utilizzo del suolo e per gli ecosistemi naturali, nonché per
le dimensioni dell’Impronta ecologica umana. Il calcolatore dello scenario dell’Impronta fra il 1961
e il 2008 come punto di partenza per prevedere le dimensioni di ogni componente dell’Impronta nel
2015, 2030 e 2050.
L’impronta ecologica
sul territorio italiano
L’impronta ecologica sul pianeta
L’immagine sottostante rappresenta quanto viene sfruttata la biocapacità dagli
Stati del mondo.
Impronta ecologica del mondo: 2,2 ettari/procapite. Impronta ecologica dell’Italia: 4,2 ettari pro
capite.
Come misurare
Crediti e Debiti ecologici
Legenda:
L’immagine rappresenta in maniera chiara quali sono gli Stati che hanno
un’impronta ecologica elevata (debitori, di colore rosso) e quelli che hanno
un’impronta ecologica bassa (creditori, colore verde).
la tua impronta
ecologica
Il Global Footprint Network ha elaborato un calcolatore per misurare la
tua impronta ecologica: puoi fare anche tu il test!
Accedi alla pagina web: www.footprintnetwork.org
e vai su Footprint Basics ---> Personal Footprint
Quanti pianeti occupa il tuo stile di vita?
RINGRAZIARE PER I FRUTTI
CHE LA TERRA CI DONA
GRATUITAMENTE
La Madre Terra ci offre in maniera gratuita quello che fa crescere su di sé per il nostro
sostentamento. Senza chiederci la parcella, come fa il nostro sistema economico mediante il
mercato dove tutto si vende e compra.
Noi, invece di essere grati a madre terra, la riempiamo di rifiuti.
L’uomo è l’unico animale sulla Terra che produce rifiuti … non biodegradabili.
UN’ALTRA AGRICOLTURA È POSSIBILE
Molte esperienze (anche vicine), dimostrano che un’agricoltura etica (sana o biologica, distribuita
con la filiera corta), è possibile con i seguenti impegni:
Giusta remunerazione per il produttore;
Prezzi più bassi per l’acquirente;
Rispetto per la natura.
Cogliamo l’occasione di questo
Mese del Creato per
approfondire il tema (insieme a
quello della spesa domestica!
) visitando un orto biologico,
una cooperativa sociale di
produzione o anche una
rivendita di prodotti a km 0!
QUANDO IL CREATO SI RIBELLA SONO I FRATELLI A
PAGARNE LE SPESE
Abbiamo pochissime informazioni sul come vengono estratte o lavorate le materie prime - il
petrolio su tutte - prima di arrivare ad essere acquistate da noi (dopo molte lavorazioni).
La pressione economica dell’Occidente (il prodotto deve costare poco) sui paesi poveri spesso
produce dei disastri ambientali che costringono intere popolazioni a fuggire verso territori più
ospitali di quelli dove vivevano, ormai resi inospitali.
Alcuni di questi profughi vengono a
cercare maggiore fortuna nei paesi che
hanno avuto dei vantaggi dalla
distruzione delle loro terre …
Li chiamiamo genericamente
extracomunitari..., ma in verità sono
dei rifugiati ambientali.
Ma il problema non sono solo le conseguenze del nostro
agire sul pianeta e sui poveri del mondo . L’apparire occupa tutti i nostri pensieri e così roviniamo anche il nostro rapporto con le altre creature , anche quelle più vicine che diciamo di amare .
I rapporti umani sono sempre più trascurati : la nostra grande preoccupazione sono le cose e non le relazioni
umane. La competitività economica ci porta a vedere l’altro come pericoloso , perché può impoverirci. L’indifferenza , l’individualismo, l’arrivismo ci portano sempre più lontano dai nostri simili , e ciò ci isola : ma non cene siamo ancora accorti ! Eppure capita a tutti di entrare in un negozio , dire “ buongiorno “ e non avere risposta , oppure di essere superati , quando siamo in coda , dall’arrogante di turno ,
oppure di non ricevere lo scontrino fiscale , di essere frodati sulla qualità dell’oggetto acquistato ; e si potrebbe continuare .
Proviamo a riflettere su alcune piccole cose che potremmo fare per recuperare noi stessi e gli altri .
Ottalogo per
Vivere da Risorti (Commissione diocesana Nuovi Stili di Vita)
1111 Dedica tempo alle relazioni umane: In famiglia, con gli amici, con i vicini di casa con la tua comunità. Vivi
il pranzo domenicale come un forte momento conviviale della tua
famiglia, invitando alla tua tavola ogni tanto qualche persona in
difficoltà o che vive da sola. Apri la tua casa, per condividere il cibo
con gli altri e per gustare la gioia di conoscersi e di stare insieme.
Non fare la spesa di domenica per poter accendere la festa:
se ti manca qualcosa, bussa alla porta del vicino e ti farai anche un
amico. Non chiuderti in un centro commerciale, ma prendi la tua
famiglia, i tuoi amici o chi ti è vicino, e percorri, a piedi o in
bicicletta, le strade del tuo territorio, per poter osservare
attentamente le bellezze come pure le ferite da sanare.
Promuovi iniziative di incontro là dove vivi: organizzando nel tuo vicinato, insieme con le altre famiglie ed i vicini
di casa, momenti per stare insieme, prestando attenzione a chi è
più solo. Realizza scambi di saperi, giochi di gruppo o un bel film
magari commentandolo insieme. O ancora, la visita ad un museo, un
parco o ad un sito storico locale.
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Dedica tempo al riposo: per rigenerarti dalla fatica e dalla fretta della settimana e vivere
momenti di tranquillità e rilassamento, sia da solo ma anche in
compagnia. Sbarazzati della frenesia e assumi un ritmo lento, che ti
permetta di essere più sensibile davanti all’altro: sentirai quanto
sono grevi le parole di disprezzo e di divisione, soprattutto verso gli
ultimi.
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Ritrova il gusto di fermarti a contemplare la realtà: rivivendo l’esperienza di Dio che si è riposato il sabato per
contemplare la bellezza della creazione. Assumi uno stile di
contemplazione per gioire della bellezza di tutto il creato. Inserisci
un tempo di silenzio, per poter incontrare te stesso, l’altro e Dio, in
modo da cogliere meglio il tuo progetto di vita.
Vivi davvero il Giorno del Signore: ritrovandoti assieme alla tua comunità cristiana a celebrare
l’Eucarestia attorno al Risorto. Fermati un po’ dopo la Messa per
incontrare gli altri e augurare una buona domenica. Promuovi con
la tua comunità, anche un momento mensile di riflessione con un
relatore, concludendo magari con il pranzo comunitario nel
condividere il cibo.
Celebra l’Eucaristia con la tua comunità come un’esperienza
forte. Impegnati affinché la celebrazione non sia mesta o noiosa, ma un vivo incontro con il Risorto che sprigioni la gioia pasquale.
Dai una mano preziosa alla tua comunità parrocchiale, affinché non
si riduca a celebrare solo Messe, ma realizzi anche spazi e momenti
domenicali per favorire la convivenza.
Fa’ tuo uno stile pasquale:
per vivere la vita con gioia, lottando nel trasformare ogni
iniquità in pace, giustizia e amore per tutta l’umanità, sulla via della
croce che conduce alla vita pasquale. Pota l’inutile, così l’essenziale
prende forza e nuova energia. Ascolta il grido della terra e dei poveri
che ti spinge a generare il canto di speranza per annunciare un
giorno nuovo.
N.B. Perché l’ottalogo? Otto sono le beatitudini che ci spingono a lavorare sul positivo, facendo leva sul bene che ciascuno
può fare e che genera felicità. L’ottavo giorno è il giorno del Risorto, il giorno dopo il sabato che è il giorno del Signore: la
domenica. Ci chiama quindi a vivere una vita
pasquale mediante l’impegno feriale.
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